#murgia
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Del Monte Castle, Andria, Italy
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Riemergere da se stessi è tanto difficile quanto più si è profondi.
Michela Murgia, Accabadora
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Dopo il tredicesimo libro postumo di Michela Murgia, i capolavori di Saverio Tommasi e Vera Gheno, gli insegnamenti del Maestro Cecchettin su come essere uomini coraggiosi e di Sua Maestà della Nullità Massimo Gramellini su come dormire bene arriva sugli scaffali l'imperdibile lavoro di Lilli Gruber su come la società dello spettacolo sia intrisa della cultura del porno e di come il sistema cerca di lobotomizzare le nostre menti
Era dai tempi di Simone Weil, Virginia Woolf e Alda Merini che non usciva un siffatto capolavoro ovviamente sotto l'egida di una casa editrice indipendente ed anti conformista come la Rizzoli.
Grazie Lilli
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Da Dario Berardi.
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Famiglie queer, allargate, vecchi di merda e Murgia
Leggevo un pezzo di Niram Ferretti, che normalmente scrive delle gran cagate, il che non mi sorprende, in cui se la piglia con Murgia per la famiglia allargata, ma è solo una scusa per pigliarsela con il marxismo, e nemmeno questo mi sorprende.
E la chiosa è
(Engels) è del 1884, in cui ipotizzava che in un prossimo futuro di "liberazione" dall'"alienazione" borghese e capitalista i rapporti sessuali sarebbero stati improntati al massimo spontaneismo, e la famiglia sarebbe stata destrutturata in profondità e unicamente vincolata al principio di piacere.
Ma come chiedevo un attimo fa ai balilla cosa ci fosse di sbagliato nel protestare contro il caro affitti, vorrei chiedere cosa ci sia di sbagliato nel liberarsi dall'alienazione borghese e capitalista e improntare i rapporti sessuali al massimo spontaneismo e improntare una struttura sociale al principio del piacere.
Che uno ha la conferma che questi siano veramente alienati e ripropongano i vecchi cliche dei comunisti orgiaiuoli.
Voi vi alzate la mattina con lo scopo di rompervi i coglioni? Non vedo come il piacere non possa essere una delle motivazioni per costruire strutture sociali, salvo non siate la Binetti con il cilicio.
Non vorrei ripetere tutti i discorsi sull'imbecillità del giusnaturalismo e quindi dover trovare in altre specie animali la giustificazione che ci siano "basi naturali" per altre strutture familiari, ma qua si potrebbero ripetere pari pari gli stessi discorsi che si fanno per l'omosessualità.
E ne piglio 2 giusto per confermare la cialtronaggine di chi giudica gli altri senza nemmeno averci pensato. L'impatto dell'omosessualità sulla natalità, additato come problema sociale, in realtà problema totalmente scorrelato con l'omosessualità.
Parallelamente si suggerisce che la destrutturazione della famiglia sia la sua distruzione, facendo mancare quindi uno dei mattoncini di solidarietà della società. Ma questo succede solo nella fantasia di chi con una scusa prima vuole attaccare il nuovo e poi già che c'è pure il marxismo.
Banalmente la famiglia nucleare "eterosessuale" è un passo indietro a livello di solidarietà sociale rispetto alla famiglia "eterosessuale" allargata (che non è una fantasia orgiastica dei tempi moderni, ma ha fatto parte delle nostre tradizioni fino al secolo scorso). Ne moltiplica i consumi (una lavatrice, un trapano, un martello... per ogni famiglia) e ne concentra le responsabilità.
Parlare di maggior spontaneismo nella sessualità non dice niente sulla parte affettiva. E finiamo di nuovo verso una rappresentazione orgiastica caricaturale (se Ferretti avesse magari anche guardato le foto della famiglia di Murgia...).
Non sorprende che l'epilogo si concluda con
L'inclusivismo affettivo-amoroso propagandato dalla Murgia, che prende il nome di "queer family", è solo lo stantio rebranding delle istanze rivoluzionarie engelsiane e marxiste, poi rinvasate negli anni Sessanta e che oggi trova un ulteriore rinvasamento nell'ondata Woke americana. Vino vecchio, in otri nuovi.
E a me sembra esattamente l'opposto. Il vino vecchio è esattamente questa conclusione.
Poi lo capisco che ci sia una certa "ritrosia". Pur io ormai sono un VecchioDiMerda™. Ho una famiglia piuttosto standard per i tempi e non sempre si vuole o si può prendersi sulle spalle tutti i cambiamenti sociali.
Ma non si è nemmeno obbligati a fare gli stessi discorsi di merda di Niram Ferretti, che Murgia c'avrà altre cose da pensare che rispondere a ste cazzate.
Che tante cose sono cambiate e tante ne cambieranno ancora e ce ne saranno alcune che cambiano in maniera brusca e altre che cambiano scivolandoci addosso tra le generazioni, non tutte buone, non tutte cattive.
Ma pigliarsela con gli altri contraddicendo l'evidenza, a cazzo, senza ragioni o forse con la ragione di pigliarsela con il marxismo è un po' da stronzi.
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Libri: M. Murgia, Accabadora, Einaudi
Alessandra Andrenacci, vincitrice dell’ultima edizione del concorso, ci condivide la sua recensione del libro della Murgia, vincitore Campiello 2010. Ecco cosa scrive: Iniziando la lettura ti senti subito trasportata in un’atmosfera d’altri tempi, in altre tradizioni, quelle di un piccolo paesino sardo degli anni 50. L’accabadora che dà il titolo al libro, è tradotto come “colei che finisce”. È…
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PRIMA PAGINA La Stampa di Oggi martedì, 06 agosto 2024
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Notte di San Giovanni, o Solstizio d'Estate
Sulla fotografia dei propri teatri naturali
"Festa stanotte di misere tribù sparse impotenti Di nuclei solitari che è raro di vedere insieme ancora E s'alzano i canti e si muove la danza E s'alzano i canti e si muove la danza, danza, danza, danza, danza"
"Muoiono i preti rinsecchiti e vecchi e muoiono i pastori senza mandrie Spaventati i guerrieri, persi alla meta i viaggiatori La saggezza è impazzita, non sa l'intelligenza La ragione è nel torto, conscia l'ingenuità
Ma non tacciono i canti e si muove la danza Quietami i pensieri e il canto E in questa veglia pacificami il cuore Così vanno le cose, così devono andare Così vanno le cose, così devono andare"
"Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è Chi è stato è stato e chi è stato non è Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è" - CSI, Fuochi Nella Notte (Di San Giovanni) dall'album: La terra, la guerra, una questione privata Se c’è una cosa che mi riscalda il cuore da quando sono tornata a vivere al Sud è che sono tornata a fotografare e a guardare il mondo come quando avevo 14 anni. Nelle mie fotografie sono tornati i miei paesaggi, i miei cieli, i miei teatri quotidiani, seppur con uno sguardo e una consapevolezza diversa, forse più entusiasta ma allo stesso tempo più protettiva di questi tesori segreti, fatti di persone, luoghi, piante, animali, profumi, situazioni che urlano ricchezza da tutte le parti.
Chi mi conosce come fotografa da quei primi giorni ricorda benissimo su cosa si concentrava il mio sguardo e come esso trasformava il banale in magico, come una bambina che disegna il mondo come se lo immagina. Negli anni e con l’adibire di questi atti creativi a professione posso confermare che si perde qualcosa di essenziale. La costruzione degli immaginari diventa un atto meccanizzato che a volte solo la potenza di mezzi che si possiede permette all’artista di superare la mediocrità, e quindi lega la creatività all’economia. Questo compromesso non mi è mai piaciuto. Ho sempre ammirato chi è riuscito, in questi anni di trasformazione del linguaggio digitale, a mantenere la stessa magia con i mezzi più datati, senza luci, una scuola post-dogma95 del mondo fotografico. Ho iniziato a fotografare con il telefono per sottolineare questa mancanza di costruzione, limitando alla porzione di vita selezionata l’artefatto umano. Ho lasciato indietro la carriera del mio ego per lasciare spazio a qualcosa che è già spettacolo di per sé, seppur non stia facilitando la fruizione, caricando i colori o aggiungendo dei punti di luce come insegna la scuola americana. In questi 10 anni non mi è neanche mai interessato esporre, ho sempre voluto che il mio mondo fosse alla portata di tutti, gratuito, popolare.
L’ultima mia mostra, nell’innocenza dei miei 16 anni, l’ho fatta a Matera 10 anni fa, mettevo in scena la Lucania dei boschi, raccontando fiabe. Di lì in poi internet, quello coatto, quello della rete dei fotografi italiani, quello degli hashtag, dei gruppi, dei forum, non quello dei magazine e delle gallerie online, è stato il mio migliore amico. Il mondo dell’arte fisico, e quello del suo mercato mi ha continuata a deludere, giorno per giorno. I fotografi stampano libri che non compra nessuno, fanno mostre in luoghi dove la commistione sociale di un’opera non può entrare se non accuratamente veicolata al raggiungimento di terzi fini meno puri.
Qualcuno mi accusa di essere tornata indietro, di essere regredita, ma è esattamente quello che cerco: recuperare quello stupore di vita di bambina, presente al mondo e a sé stessa, senza distrazioni fiscali, politiche, strutturali di una società di cui non mi sono più sentita parte. Forse un giorno tornerò a usare mezzi più potenti, ad edulcorare tutto un po’ di più, ma spero di farlo mantenendo viva questa onestà. Si dice che i bambini vengano da mondi superiori e atterrino qui con una coscienza più alta dell’esistenza: negli occhi una luce, simile a quella negli occhi degli animali, che perdiamo nel decorso di questa vita materiale. Ho trovato la strada per la serenità mettendo questa luce come stella polare, ricalibrando la rotta e tornando a navigare dritto, senza paura. Notte di San Giovanni, o solstizio d’estate. Luna che sorge, fuoco di ferule e iperico. Murgia 2024.
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Colori della Murgia
In attesa del risveglio...
Albero di olivo con trullo Elaborazione grafica di: Francesco Lacarbonara da foto originale dell’autore MMXXIV © tutti i diritti riservati
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"There was an exchange on Twitter a while back where someone said, ‘What is artificial intelligence?' And someone else said, 'A poor choice of words in 1954'," he says. "And, you know, they’re right. I think that if we had chosen a different phrase for it, back in the '50s, we might have avoided a lot of the confusion that we're having now." So if he had to invent a term, what would it be? His answer is instant: applied statistics. "It's genuinely amazing that...these sorts of things can be extracted from a statistical analysis of a large body of text," he says. But, in his view, that doesn't make the tools intelligent. Applied statistics is a far more precise descriptor, "but no one wants to use that term, because it's not as sexy".
'The machines we have now are not conscious', Lunch with the FT, Ted Chiang, by Madhumita Murgia, 3 June/4 June 2023
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Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte, dove la loro funzione è la stessa della luna, necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell'anima.
Michela Murgia, Accabadora
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"Scusalo, ha avuto una vita difficile"
Sarà sicuramente un limite mio, ma non sono mai riuscita a vedere alcuna consequenzialità tra l'aver avuto vita difficile e il rendere difficile la vita altrui. Tutte le vite sono difficili, però solo alcuni riescono a farsene un alibi per la loro cattiveria. Di queste persone io non scuso alcunchè. Murgia
però questa consequenzialità nei fatti c'è per quanto la Murgia non ci voglia credere. È un fatto che le vittime di violenza o abusi soprattutto in tenera età tendano a riproporre questi schemi. Non è una scelta logica, non è semplicemente una scelta perché alcune cose nell'essere umano si formano inconsciamente sulla base delle esperienze vissute. Tutte le vite sono difficili ma alcune sono più difficili di altre ed è difficile capirlo quando non ci si trova dentro. È difficile per chi non ci è stato dentro immaginare come vede i rapporti umani una persona cresciuta in un ambiente violento. Negli ultimi anni l'uomo tende a elevarsi ad un livello logico altissimo dimenticando che alla fine siamo animali e come altre specie siamo terribilmente legati alle prime esperienze... così come un cane non imparerà il controllo del morso se non ha una buona madre o sarà un soggetto competitivo se cresce in un ambiente con poche risorse (es. cibo) a disposizione. Conosco persone che sono da anni in terapia perché consapevoli di avere dei comportamenti disfunzionali eppure questi non smettono di esser presenti anche se regolati, ma anche poter fare psicoterapia é un privilegio che puoi permetterti solo se hai una più che decente situazione economica. Non si tratta tanto di alibi quanto di comprensione. Questo ovviamente non significa che bisogna farsi calpestare in una relazione perché l'altra persona ha avuto delle difficoltà nella vita.
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A pranzo da Mariantonietta
Una domenica in masseria da Mariantonietta Scalera, l'ultima pastora della Murgia.
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