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Salvador Dalí: Surrealismo e Innovazioni Artistiche
Salvador Dalí è una delle figure più importanti ed eccentriche della storia dell’arte. È famoso per le sue opere surrealiste. Ha usato il metodo paranoico-critico per creare opere come “La persistenza della memoria” (1931). Ha esplorato temi come il sogno, la realtà e il subconscio. Ha combinato tecniche classiche con elementi surreali. La sua produzione include pittura, cinema, design e…
#Arte Surrealista#Innovazioni Artistiche#Movimento Surrealista#Pittura Surrealista#Salvador Dalí#Surrealismo
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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Joan Miró
Um aniversariante de 20 de abril: o surrealista espanhol Joan Miró – em uma de suas últimas fotografias, no ateliê em Palma de Maiorca, em 1978, no retrato feito por Jean Marie del Moral. Escultor, pintor, gravurista e ceramista, referência nos movimentos da arte moderna, Miró permanecia muito lúcido e na ativa quando morreu, em dezembro de 1983, aos 90 anos. Veja também: Semióticas – Inventando a Abstração https://semioticas1.blogspot.com/2012/12/inventando-abstracao.html
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FORMA REFORMA > Fernando Santos
O fotógrafo paulista Fernando Santos, após experiências passadas com pintura, marchetaria, cerâmica, escultura, conservação e restauro de obras de arte, como escreve o editor e curador paulista Eder Chiodetto "segue criando instâncias de reflexão sobre a faculdade do olhar, desta vez centrado na forma como deciframos a ilusão construtiva das imagens pelos aparatos fotográficos." É o que ele mostra em seu primeiro livro Forma Reforma (Fotô Editoral, 2022). Explica também o curador, que o artista busca fundar novas percepções visuais ao rearranjar a lógica que move objetos ordinários e suas representações performativas.
Forma Reforma é uma síntese de imagens que nos levam diretamente ao corolário modernista brasileiro, com certa dose construtivista, entre outros movimentos, onde podemos encontrar filigranas de autores como o carioca José Oiticica Filho (1906-1964) entomólogo e fotógrafo, Geraldo de Barros (1923-1998), fotógrafo, pintor e designer paulista ( a nos lembrar de sua série Formas e Fotoformas. leia aqui review https://blogdojuanesteves.tumblr.com/post/150170667411/geraldo-de-barros-fotoformas-e-sobras) igualmente nos aproximando dos clássicos surrealistas como o americano Man Ray (1890- 1976) com suas experiências sem câmara e arranhando as projeções e sombras da artista gaúcha Regina Silveira, além do húngaro László Moholy-Nagy (1895-1946), mestre da Bauhaus e também construtivista, artista ao qual Chiodetto faz referência em seu texto.
Na perspectiva do curador, esmiuçando alguns de seus detalhes: " Uma apara de papel fina, longa e com dobraduras imprecisas, interceptada a caminho do lixo pelo artista, ganha o protagonismo num plano horizontal monocromático - esse local inerte, o ponto zero a partir do qual espocam os gatilhos criativos de Santos. A apara, amparada pelo plano, vê seu corpo esguio e desleixado sensualizar-se. Formas rebeldes que ora tocam, ora se distanciam do plano reto, ganham volume e volúpia. Figura e fundo criam artífices e segredam deleites formais. O artista entra em jogo e habilmente lança um foco de luz."
Fernando Santos com seu belo livro consegue manter um perfil autoral, ainda que identifiquemos estas inúmeras referências, o que é intrínseco à boa arte fotográfica. Em seu progresso enxergamos uma função ontológica calcada nos metadados que insere em suas imagens, ora com papéis cortados em formas geométricas, esculturas de arame, certas assemblages ou fusões quiméricas.
É preciso lembrar que a retomada mais ampla dos modernos dá-se a partir de 2006, com a exposição Fotoclubismo Brasileiro, no Museu da Imagem e do Som (MIS) de São Paulo, que mostrou recortes como a Retrospectiva Fotoclubistas Brasileiros dos anos 1940 a 1970, a exposição do acervo do Foto Cine Clube Bandeirante (FCCB) no Museu de Arte de São Paulo (MASP) em 2016 com curadoria da artista mineira Rosângela Rennó e seu respectivo livro; o aumento da coleção Moderna para sempre do Itaú Cultural, depositados no livro Foto Cine Clube Bandeirante: Itinerários globais, estéticas em transformação publicado pela Almeida & Dale Galeria de Arte,em 2022, com curadoria do paulistano Iatã Cannabrava e o curador cubano José Antonio Navarrete, fundamentais para a legitimação da fotografia mais abstrata, distante dos perfis mais convencionais e essencialmente como prática artística.
Neste sentido o trabalho de Santos dá continuidade a este movimento adicionando outras interpretações de sua lavra trabalhando com suas próprias referências e mantendo sua independência autoral, "investigando as fissuras das representações imagéticas visando desconstruir um jogo ilusório" como bem escreve Chiodetto em seu texto no livro. Uma busca por novas percepções visuais que rearranja a lógica que move objetos ordinários e suas representações performativas.
Na sua performatividade enxergamos o mover e ser movido por pulsões espaciais, entre matéria em movimento e imobilidade, amoldando-se a princípios somáticos, uma espécie de alegoria quando o autor cria suas abstrações primárias, como a formatação da escultura de arame para depois ser fotografada. O elemento estático destes que ganham movimento em suas estruturas, refletidas nas fotografias ou nas inúmeras representações gráficas que compõem o livro, onde vemos certo pluralismo proposto pelo autor.
Para Santos, escreve o editor, a fotografia é um veículo paralisante que visa cristalizar os movimentos que ele impulsiona entre eventos escultóricos e gestos performáticos. Por meio do jogo fotográfico, o artista gera mutações que impactam e problematizam ao mesmo tempo três linguagens com as hipóteses que ele propõe em seu palco de representações: aplaina a tridimensionalidade do objeto-escultura, furta o movimento coreográfico e performático que anima seus personagens ordinários (aparas de papel, arames, pedaços de vidro etc.) e, por fim, o processo finaliza-se com a criação de fotografias que se esgueiram entre ser um documento da experiência ou obras acabadas que encapsulam todos esses movimentos. Movimentos esses que surgem na ressurreição dos objetos já cancelados em seus usos na sociedade e findam, sem acabar, no momento em que são iluminados na ribalta planificada do artista para, assim, saltarem do ordinário para o extraordinário."
Mesmo não sendo mais possível considerar a natureza em si como um objeto da fotografia, a necessidade de discuti-la e manuseá-la engendra o caminho do autor. O que nos leva a pensar no livro Ponto e linha sobre o plano (WMF Martins Fontes, 2012) publicado em 1926 pelo artista moscovita Wassily Kandinsky (1866-1944) não somente por algumas imagens de Fernando Santos serem assemelhadas a do autor russo, mas porque está conectado a sua teoria da Forma, que concebia, como necessidade, a elaboração de uma estrutura lógica para atingir a ressonância interior na construção da abstração. Embora o genial artista não tenha pensado exatamente na fotografia, podemos fazer esse paralelo com a pintura e suas referências que deságuam nas suas significâncias subjetivas.
Voltando a Chiodetto, "Ainda que as câmeras fotográficas tenham desde sua origem adotado os parâmetros da perspectiva renascentista e com isso criando ilusões especulares que nos levam a intuir distâncias entre planos e pontos de fuga em um suporte bidimensional, as fotografias são um constructo que tentam em vão mimetizar a experiência do olhar." Entretanto é notável que o autor subverte essa ordem ao propor uma diferente ótica em suas construções, como suas figuras que formatam camadas óticas sustentadas por um diacronismo expresso em suas tessituras cujos elementos plásticos são o resultado mais evidente.
Por meio do jogo fotográfico, escreve o curador, "o artista gera mutações que impactam e problematizam ao mesmo tempo três linguagens com as hipóteses que ele propõe em seu palco de representações: aplaina a tridimensionalidade do objeto-escultura, furta o movimento coreográfico e performático que anima seus personagens ordinários (aparas de papel, arames, pedaços de vidro etc. e, por fim, o processo finaliza-se com a criação de fotografias que se esgueiram entre ser um documento da experiência ou obras acabadas que encapsulam todos esses movimentos."
Mas, estas experiências mais do que interessantes, ainda assim propõem ao leitor o lugar do fotógrafo: testemunhar suas cenas ou ceder à ilusão de contemplar a proposta do autor e seus efeitos. Se no conceito abstrato a representação das imagens é distanciada da realidade, interpretamos aqui a "forma" como a capacidade da obra permitir observações diversas em relação a sentimentos e emoções. Vemos no livro elementos cuja formatação é regida pela figuração, com objetos reconhecíveis e uma proposta mais objetiva, que paradoxalmente nos levam ao modelo renascentista ressignificado por artistas na vanguarda de escolas como Vkhutemas e Bauhaus, com artistas que reconhecemos neste livro, como o russo Aleksandr Rodchenko (1891-1956) ou na obra do já citado Moholy-Nagy.
Imagens © Fernando Santos. © Juan Esteves
Infos básicas:
Concepção e fotografias: Fernando Santos
Edição: Eder Chiodetto e Fabiana Bruno
Coordenação: Elaine Pessoa
Projeto gráfico; Rafael Simões
Tratamento de imagens: José Fujocka
Impressão: Ipsis Gráfica e Editora
Edição de 500 exemplares
como adquirir: https://fotoeditorial.com/produto/forma-reforma/
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O que faz de ‘Os Amantes’ um René Magritte.
A arte moderna foi um período que deu espaço para diversos movimentos distintos, porém intrigantes e únicos por si só. Dentre muitos, o surrealismo teve uma influência duradoura nas artes visuais na década de 1920. Caracterizando-se pela exploração do inconsciente e do irreal mundo dos sonhos, o surrealismo pôs em ascensão obras e artistas conhecidos até os dias de hoje. Salvador Dalí com ‘A Persistência da Memória’, Frida Kahlo com ‘O Veado Ferido’ e René Magritte com ‘Os Amantes’. René em específico, foi um pintor belga cujas obras são conhecidas por desafiar a lógica e a realidade convencional. ‘Os Amantes', uma obra aberta a interpretações carregadas de intensidade, mas sem um significado específico e com profundidade em sua construção visual. Aqui, discutiremos o que faz de ‘Os Amantes’ um René Magritte.
Pintada em 1928, “Os Amantes” se trata de uma obra íntima, onde duas pessoas que se amam estão prestes a se beijar, mas seus rostos estão cobertos por tecidos opacos, impossibilitando a visualização de suas faces. Passível à interpretação, a pintura incentiva os espectadores a refletirem não só sobre suas próprias vivências e perspectivas, mas as de outrem também. De quem eles escondem seus rostos? De um do outro, dos outros ou de si mesmos? Apenas somos capazes de conhecer a pessoa ao nosso lado quando tudo acaba, nem tudo pode ser mostrado, em nenhum aspecto, sempre há algo a ser coberto por um tecido que não se permite a passagem da luz, que não permite a verdade. O amor vem acompanhado de complexidades.
Além da ambiguidade emocional que ‘Os Amantes’ traz à tona, Magretti soube como balancear os detalhes da composição da pintura. As cores são sutis, o uso de luz e sombras são muito bem manuseados, criando um contraste entre o ato de amor simbolizado pela posição dos personagens e os tecidos em suas cabeças, uma atmosfera duvidosa. A habilidade técnica e detalhada de pintura, pinceladas suaves para criar a natureza surrealista da cena contribuem para a complexidade visual. Traços perfeitos e perspectiva matemática. Aliás, a perspectiva da cena é garantida pelas linhas da parede e do teto, com friso. O fundo cinza é neutro, mas marcante, carregado, o que destaca a cena do beijo.
René Magritte iniciou sua carreira em meados da década de 1910, inspirando-se no Cubismo e no Futurismo. No entanto, foi no final da década de 1920 que encontrou a sua voz distinta no movimento surrealista liderado por André Breton. Ele se destacou por suas representações meticulosas e detalhadas de objetos do cotidiano, muitas vezes combinando elementos familiares de maneiras inesperadas. O artista era religiosamente agnóstico e politicamente de esquerda, mantendo laços estreitos com o Partido Comunista. Magritte tinha a capacidade de criar imagens instigantes e enigmáticas que desafiavam as expectativas dos espectadores, consolidando o seu lugar como um dos grandes artistas surrealistas do século XX. Sua obra continua a ser estudada e apreciada por sua originalidade, estilo impactante e contribuição ao movimento artístico surrealista. Agora considerado um dos artistas surrealistas mais influentes, o seu trabalho continua a intrigar através da sua mistura instigante de realidade e imaginação. Embora Magritte tenha falecido em 1967, as suas pinturas enigmáticas e subversivas continuam a ser uma pedra de toque da história da arte moderna.
É inegável que a genialidade de René Magritte com sua obra “Os Amantes” reside na capacidade de provocar pensamentos e interpretações diversas. Magritte desafia o espectador a transcender a superfície das imagens e a explorar os reinos mais profundos da psique humana. Ele estabelece um diálogo de uma via de mão dupla entre o observador e a arte, trazendo à tona questões aparentemente simples, porém existenciais. Amor, ódio, segredos, dúvidas, identidade, a complexidade do ser humano e suas experiências. O pintor e a obra se complementam não só entre si, mas com o público também. Assim, "Os Amantes" não é apenas uma pintura, mas um convite à contemplação e à descoberta do inexplorado, refletindo o brilhantismo singular que caracteriza a vasta contribuição de René Magritte para o mundo da arte.
Grupo: Aisha Vitória (01645124); Kaylane Felix (01646488); Luana Santos (01647106) e Thais Fernanda (01644484)
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António Maria Lisboa (1928-1953)
(“Em cima do telhado”. Da esquerda para a direita: Mário Cesariny, Mário Henrique Leiria, António Maria Lisboa, Henrique Risques Pereira.)
António Maria Lisboa, poeta, que ficou associado ao movimento surrealista português ao lado de artistas e poetas como Mário Cesariny, Carlos Eurico da Costa, Mário Henrique Leiria e Artur do Cruzeiro Seixas.
Morreu de tuberculose com apenas 25 anos mas deixa um forte contributo para o movimento surrealista e literatura portuguesa. Da sua obra, destacam-se: Ossóptico (1952), Erro Próprio (1952), Isso Ontem Único (1953), A Afixação Proibida (1953, em colaboração), A Verticalidade e a Chave (1950), O Sonho e a Vigília de Alfred Jarry seguido de O Senhor Cágado e o Menino (1958).
Em 2022 a Editora Assírio&Alvim publica a nova edição de “Poesia” de António Maria Lisboa. Com organização e apresentação de Mário Cesariny reune um conjunto de cartas e outros poemas dirigidas aos grandes interventores do surrealismo português.
PROJECTO DE SUCESSÃO
Para o Mário-Henrique
Continuar aos saltos até ultrapassar a Lua
continuar deitado até se destruir a cama
permanecer de pé até a polícia vir
permanecer sentado até que o pai morra
Arrancar os cabelos e não morrer numa rua solitária
amar continuamente a posição vertical
e continuamente fazer ângulos rectos
Gritar da ianela até que a vizinha ponha as mamas de fora
pôr-se nu em casa até a escultora dar o sexo fazer gestos no café até espantar a clientela
pregar sustos nas esquinas até que uma velhinha caia
contar histórias obscenas uma noite em família
narrar um crime perfeito a um adolescente loiro
beber um copo de leite e misturar-lhe nitroglicerina
deixar fumar um cigarro só até meio
Abrirem-se covas e esquecerem-se os dias
beber-se por um copo do oiro e sonharem-se Índias.
(Ossóptico)
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NTELIGENCIA ARTIFICIAL QUE CRIA VÍDEO USANDO TEXTO E DEIXA SUAS IMAGENS COM MOVIMENTO. Um gerador de imagem com inteligência artificial é uma tecnologia que usa algoritmos avançados de aprendizado profundo para criar imagens realistas a partir de dados de entrada. Essa ferramenta é capaz de aprender e imitar as características de diferentes tipos de imagens, incluindo fotos, desenhos e pinturas, e gerar novas imagens que se parecem com o que o modelo aprendeu. Esses geradores de imagem podem ser usados para uma variedade de fins, incluindo na indústria de jogos para criar personagens e ambientes realistas, na publicidade para gerar imagens de produtos em diferentes cenários e para fins artísticos, como criar imagens abstratas ou surrealistas. Além disso, essa tecnologia pode ser usada para reconstruir imagens danificadas ou faltantes, ou até mesmo para melhorar a qualidade de imagens de baixa resolução. Em geral, o gerador de imagem com inteligência artificial é uma ferramenta poderosa que tem o potencial de revolucionar a maneira como as pessoas criam e usam imagens.
#inteligênciaartificial #ai #inteligencia #tecnologia #chatbot #midjourney
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Um século se passou desde a publicação do Manifesto do Surrealismo de André Breton, que promoveu um "modo de expressão pura... ditado pelo pensamento, na ausência de qualquer controle exercido pela razão". Originalmente, pensava-se que a escrita era um veículo para esta imaginação desenfreada; a arte não era vista como tão espontânea. No entanto, apenas um ano depois, em 13 de novembro de 1925, a primeira exposição de arte surrealista foi realizada em Paris, apresentando um mundo de obras estranhas e inspiradas em sonhos criadas por artistas como Joan Miró, Pablo Picasso, Man Ray e Max Ernst.
Olhando para as formas fantásticas da arte surrealista – desde os relógios derretidos e o telefone caranguejo de Salvador Dalí até à caneca fofa de Méret Oppenheim – é fácil fazer com que estas obras invulgares pareçam mais engraçadas do que sérias. No entanto, à medida que as galerias assinalam o aniversário do Manifesto com exposições sobre o Surrealismo e o seu legado, é destacada a importância do movimento como reação aos anos de guerra que o inspiraram.
A exposição: Mas mora aqui? Não, obrigado: Surrealismo e antifascismo no Linbahaus de Munique, pretende "mostrar que o movimento surrealista foi formado ao mesmo tempo que os movimentos fascistas na Europa, influenciando e sendo fundamental para o significado político do surrealismo", disse a co-curadora Stephanie Weber a BBC. Os surrealistas – com excepção de Dalí – eram antifascistas, muitas vezes intimamente associados ao Partido Comunista Francês. “Todos os artistas da nossa exposição encontraram pessoalmente o fascismo e lutaram contra ele”, diz Weber. "Muitos deles foram perseguidos, forçados ao exílio, lutaram na Resistência... e muitos deles caíram na guerra ou foram deportados e mortos." Um dos artistas incluídos na exposição é o pintor judeu romeno Victor Brauner. Enfrentando o crescente anti-semitismo da Guarda de Ferro da Roménia, ele construiu uma nova vida em Paris na década de 30, apenas para ser novamente deslocado na década de 40 pela ocupação nazi. Sua obra é exuberante e transmite, segundo Weber, “aquele senso de humor pitoresco” que aparece em Totem da subjetividade, Ferida II (1948), que é a imagem principal da exposição. A pintura inclui figuras cômicas e caricaturas com mãos no lugar do nariz ou do queixo, mas com dentes afiados e espinhos que sugerem perigo. As formas contêm objetos que lembram frutas – um motivo surrealista clássico – bem como órgãos internos, sugerindo algo visceral e brutal. No centro está o “ovo” onipresente no surrealismo, um símbolo de ambição por uma nova realidade construída pela imaginação e desligada do sofrimento do passado.
Em Paris, onde foi escrito o Manifesto de Breton, os visitantes da exposição Surrealismo no Centro Pumpidu podem ver o manuscrito original, situado no centro de uma intrincada viagem através de 40 anos desta arte fascinante. A exposição itinerante começou em Bruxelas e continuará em Madrid, Hamburgo e Filadélfia, mas atualmente está mais ampliada, ocupando um espaço de 2.200 metros quadrados. Os destaques incluem Valores pessoais de René Magritte (1952), uma sala cômica e absurda contendo objetos do cotidiano de grandes dimensões. Esta comédia, porém, tem o sofrimento como fonte. Desencantados com o pensamento racional que levou à destruição em massa da Primeira Guerra Mundial, artistas como Magritte e seus antecessores dadaístas abraçaram o irracional, criando obras estranhas inspiradas no mundo do subconsciente e dos sonhos. Embora revolucionário na sua visão, o Manifesto de Breton foi menos progressista no seu sexismo inerente. Dedicado aos homens e escrito a partir de uma perspectiva masculina, não antecipou nem reconheceu o papel fundamental que as mulheres desempenhariam na formação do Surrealismo. O Pumpidu Center presta homenagem a mulheres artistas como Leonora Carrington, Dorothea Tanning e a fotógrafa Dora Maar, que muitas vezes foram subestimadas ou tratadas apenas como musas. A exposição inclui a conhecida fotografia de Dora Maari, Hand shell (1934), uma imagem fascinante que contém dois objetos contrastantes e incompatíveis: uma mão elegante com um único dedo tocando suavemente a areia e uma concha da qual brota – uma recriação, talvez, do Nascimento de Vênus de Botticelli. As dramáticas sombras e o céu da obra, no contexto entre as guerras, sugerem diversas leituras, desde a ascensão de um novo mundo a partir das ruínas do passado, até a chegada de uma coisa monstruosa.
Esta qualidade profética do surrealismo, inspirada no subconsciente, é abordada desde o início da exposição, onde Museu de Edith Rimmington, uma pintura de "colagem simulada" centrada num objeto semelhante a um globo de cristal. Tor Scott, curador assistente da Galeria Nacional da Escócia, que abriga uma coleção de obras de Rimmington, estuda este enigmático artista britânico. Com muitos olhos percorrendo a pintura, o Museu “questiona o equilíbrio de poder entre o objeto e o espectador”, diz ela à BBC, e “fala da objetificação da forma feminina”. O "artefato" feminino central é cercado por criaturas marinhas que lembram órgãos reprodutivos femininos decepados. Muitas das obras de Rimmington usam “imagens viscerais e violentas que falariam com aqueles que viviam na Grã-Bretanha durante e após o período entre guerras”, diz Scott. "Seu trabalho frequentemente incluía representações de corpos desmembrados ou deformados, bem como referências à natureza cíclica da vida e da morte."
Este subtexto de horror continua na exposição. O surreal traumático, no Instituto Henry Moore em Leeds, explorando a expressão das mulheres surrealistas sobre os legados dolorosos do fascismo. “O surrealismo se origina e está ancorado no trauma da guerra”, diz a curadora Patricia Allmer, professora de história da arte moderna e contemporânea na Universidade de Edimburgo e autora do livro de 2022, The Traumatic Surreal: German-Speaking Women Artists and Post -Surrealismo da Segunda Guerra Mundial, que inspirou esta exposição. “Nenhum artista surrealista esteve tão diretamente envolvido na desconstrução e na crítica da Segunda Guerra Mundial como estas mulheres artistas”, disse ela à BBC. Claude Cahun e seu amante Marcel Moore, por exemplo, foram presos por publicarem propaganda antinazista, enquanto Lee Miller “na verdade foi para a guerra e fotografou de lá. Não há nenhum homem surrealista que tenha feito algo assim." O foco da exposição, no entanto, está nas artistas mulheres de língua alemã. “Ou viviam sob o fascismo, ou os seus pais estavam, de uma forma ou de outra, envolvidos nele”, diz Allmer, observando que os valores patriarcais extremos incorporados pelo fascismo não terminaram com a guerra. “Toda a ideologia continuou, mas foi meio suprimida e transformada neste subtexto estranho.”
Uma das obras mais intrigantes da exposição é o esquilo de Méret Oppenheim, uma artista de ascendência judaica nascida na Alemanha que fugiu com a família para a Suíça. Esculturas, como esta caneca de cerveja com alça de pele, podem parecer engraçadas, mas muitas vezes “cheias de violência”, diz Allmer. “À primeira impressão, a cauda macia convida a tocá-la, e o copo de cerveja sugere prazer social e hedonismo”, mas a estranha colisão cria um efeito dissonante, “como uma metáfora para os choques históricos da experiência de guerra que levam ao trauma”. ." . A cauda decepada, diz Allmer, implica "corte ou amputação", e a pele - um material também visto nas obras de Ursula, Renate Bertlmann e Bady Minck - conota algo selvagem e aterrorizante, o tratamento das mulheres como animais e perturbador. obsessão. de Hitler sobre lobos. O humor negro é intencional e “uma estratégia muito importante”, explica Allmer, permitindo às mulheres “articular realidades que de outra forma seriam suprimidas ou excluídas do discurso público”. Breton dedicaria uma antologia a este humor em 1940, que foi imediatamente proibido pelo regime de Vichy na França. O humor, escreveu ele, é “um processo que permite ignorar a realidade quando ela se torna muito perturbadora”. Se considerarmos o surrealismo engraçado, não necessariamente perdemos o foco.( Texto traduzido pelo autor tendo como autora: Deborah Nicholls-Lee / BBC)
A última obra surrealista- O Prepúcio por I.A.
Por: Fred Borges
Como o fascismo pode atingir a cúpula do STF tendo como forma ideológica teórica oposta ou seja de base da esquerda comunista?
Paradoxal observar e se entreter idilicamente num hedonismo sociedade brasileira.A concentração de qualquer substância no corpo pode causar consequências desastrosas, verdadeiras tragédias humanas, desfigurações e abreviações de vidas inteligentes,na genocídio intelectual em massa, da massa manipulável convertida em doenças terminais de um ciclo.
Afinal, o que foi o surrealismo?
O surrealismo foi um movimento artístico europeu do início do século XX que se caracterizou por romper com a tradição e explorar o inconsciente humano. O objetivo era criar uma realidade paralela, baseada nos sonhos e na fantasia, para criticar a racionalidade burguesa e a sociedade da época.
O surrealismo teve manifestações em diversas áreas, como literatura, cinema, teatro, filosofia e artes visuais. Entre os seus maiores representantes estão o pintor espanhol Salvador Dalí e o cineasta Luis Buñuel.
Algumas características do surrealismo são:
A valorização da loucura, do sonho e da fantasia.
A busca por uma realidade superior, acima daquela imposta pela sociedade .
A utilização do subconsciente e dos sonhos como fonte de criação .
A ruptura com o tradicionalismo do passado .
A rejeição do status quo e das instituições .
O surrealismo foi influenciado por vários fatores, como:
O desenvolvimento tecnológico do início do século XX, que popularizou a luz elétrica, a fotografia e o rádio
Os acontecimentos da Primeira Guerra Mundial
A teoria psicanalítica de Sigmund Freud, que ganhou popularidade no início do século.
Estamos vivendo um momento político social surrealista?
Incoerente, inconsistente,paradoxal, irônico, sarcático, cínico, hipócrita é a política não só no Brasil, mas no mundo! Se pegarmos as obras de Salvador Dali observamos que mesmo no desforme, na deformidade, na deterioração dos valores morais há uma coerência que os meios sempre justificaram os fins e quem cria, faz arte, é no contexto surreal, surrealista tem também em oposição e em paradoxo, antítese o compromisso em revelar a incoerência de forma disforme da coerência sócio- política.
A obra Prepúcio por I.A. é generativa e disruptiva pois o falo sempre foi a representação do poder, do poder da força, da autocracia, do fascismo, nazismo, da opressão, do monólogo, da carne rasgada pelo arame farpado dos esfarrapados, da estrela de Davi, das várias formas da estrela de Davi, de um Davi contra um Golias, de Golias Sistema Guela Abaixo, de uma imposição que cala, cala a boca, boca aberta e desdentada que entra e saem baratas, nada barato, tudo caro, dispendioso, oneroso é o Estado Brasileiro, cheio de penduricalhos jurídicos, de desvios de finalidade, de choque de interesses, de contravenções, de distorções funcionais da burocracia, da burrice, da luta do continuísmo sem estadistas, com Stalinistas travestidos de Capitalistas, tudo eleitoreiro, sempre pensando no futuro das próximas eleições , matando ou dizimando oposições, tornando " o muro" moradia, sem queda, com quebras, rachaduras, nunca o surrealismo esteve tão presente na mente manipulada, controlada pelo Estado Fascista.
Prepúcio por I.A. revela-se degenatitiva, incapaz, incompetente,mas diante do poder que lhe é outorgado,sustentado, a base de muitos " rabos presos" rabos de lobos em peles de cordeiros.
A obra não é nada disruptiva; algo que quebra o curso normal de um processo, rompe ou fratura. Pode ser usado para descrever ideias, atitudes e pensamentos que modificam e quebram padrões existentes, não é o mesmo fascismo, nazismo, despotismo, narcisismo, falo falácia falida, falimentar, falsa de uma hipotética bravura neocolonialista, Chavista, Madurista, Hamarista, Hesbolarista,Castrista, Franquista, Salazarista, Lulista, Alexandrista,cujas forças e forcas encontraram pescoços, falos, ovos, e cujas mulheres se rebelaram, lutaram e vivemos na atual falência das instituições democráticas, tudo pelo, para, com o poder dos Prepúcios maquiados,maquiavélicos das Startups da estrela cadente e decadente por I.A.
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Os Estilos Artísticos de Pablo Picasso
Período Azul (1901-1904)
Diversos historiadores e críticos de arte dividem a carreira adulta de Picasso em períodos distintos. O primeiro é conhecido como “Período Azul” e é possível perceber a predominância da cor em quase todas as suas pinturas.
No início do século 20, Picasso mudou-se para Paris, naquele contexto era considerado o centro da arte europeia, para abrir seu próprio estúdio. Solitário e profundamente deprimido com a morte de seu amigo próximo, Carlos Casagemas, ele pintou cenas de pobreza, isolamento e angústia, quase exclusivamente em tons de azul e verde. As pinturas mais famosas de Picasso do Período Azul incluem “Nu Azul (1902)” e “O Velho Guitarrista (1903)”.
Período Rosa (1904-1906)
Em 1905, Picasso havia superado em grande parte a depressão que o havia debilitado, e a manifestação artística do melhor ânimo de Picasso foi a introdução de cores mais quentes – incluindo bege, rosa e vermelho – no que é conhecido como seu “Período Rosa”.
Cubismo (1909-1912)
Pablo Picasso é considerado um dos fundadores do Cubismo juntamente com Georges Braque, foi um movimento artístico que tinha o intuito de desconstruir a imagem por meio das figuras geométricas.
Nas pinturas cubistas, os objetos são separados e remontados em uma forma abstrata, destacando suas formas geométricas compostas e retratando-os de múltiplos pontos de vista simultâneos para criar efeitos de colagem que desafiam a física. Ao mesmo tempo destrutivo e criativo, o cubismo chocou, horrorizou e fascinou o mundo da arte.
Picasso: do Neoclassicismo ao Surrealismo (1918-1930)
Durante esse período, a obra de Pablo Picasso sofre uma mudança estilística considerável, marcada por um momento de grande experimentação artística. A eclosão da Primeira Guerra Mundial marcou o início da próxima grande mudança na arte de Picasso.
Ele ficou mais sombrio e, mais uma vez, preocupado com a representação da realidade. Seus trabalhos mais interessantes e importantes desse período incluem “Três mulheres na primavera” (1921), “Duas mulheres correndo na praia / A corrida” (1922) e “Os cachimbos de Pan” (1923).
Guernica (1937)
A partir de 1927, Picasso se envolveu em um novo movimento filosófico e cultural conhecido como Surrealismo , cuja manifestação artística era produto de seu próprio cubismo. A pintura surrealista mais conhecida de Picasso, considerada uma das maiores pinturas de todos os tempos, foi concluída em 1937, durante a Guerra Civil Espanhola: “Guernica”.
Depois que bombardeiros nazistas alemães apoiando as forças nacionalistas de Francisco Franco realizaram um ataque aéreo devastador na cidade basca de Guernica em 26 de abril de 1937, Picasso, indignado com o bombardeio e a desumanidade da guerra, pintou esta obra de arte.
Últimos anos
Em seus últimos anos de vida, ele criou mais do que em qualquer outro período. Seu instinto de vida tornou-se o desejo de pintar. A incompletude grosseira de suas formas valia-se de uma paleta quase infantil: rosa e azul-claro mesclados com tons leitosos entre bege e ocre, e mais uma vez, cores puras direto do balde, aplicadas com pincel largo.
Pablo já apresentava problemas de saúde. Ele morreu pouco depois, no dia 8 de abril de 1973 em Mougins, na França, após um ataque cardíaco.
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A Parigi una Mostra dedicata ai Cento Anni del Surrealismo: Che Analizza la nascita e il significato
Giovanni Cardone Ottobre 2025 Fino al 13 Gennaio 2025 si potrà ammirare al Musée national d’art moderne del Centre Pompidou Parigi la mostra dedicata ai cento anni del Surrealismo “Surréalisme. La mostra del centenario. 1924-2024”a cura di Didier Ottinger e Marie Sarré. L’esposizione al Centre Pompidou ripercorre oltre quarant’anni del movimento surrealista, e più precisamente dal 1924 al 1969.…
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ALBERTO GIACOMETTI. SCOPERTE SURREALI
Giacometti ospite del museo Max Ernst partecipa alla celebrazione del centenario del Manifesto costitutivo del Movimento Surrealista
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13 LUGLIO 1954 moriva FRIDA KAHLO
Un corpo fragile e uno spirito indomito.
Una vita difficile, quella di Frida Kahlo, segnata dalla lunga malattia e da grandi passioni, vissute senza remore, incondizionatamente con tutta sé stessa, abbandonano al cuore la razionalità.
La passione per l’arte, quella per il suo Messico e l’amore tormentato per Diego Rivera, il compagno di una vita.
Quella di Frida è stata una vita breve ma ricchissima perché vivere col cuore non significa limitarsi a contare i giorni, i mesi o gli anni, ma significa contare le emozioni, perché la vita non è mera sopravvivenza. E non è vero che chi vive più a lungo vive di più.
Frida Kahlo è stata un’artista coraggiosa, capace di trasformare la sofferenza in ispirazione, le sconfitte in capolavori, plasmando opere che sono un urlo orgoglioso e potente alla sfida del vivere.
LA VITA E LE OPERE DI FRIDA KAHLO:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Frida Kahlo (Coyoacán 1907 – 1954) è considerata una delle più importanti pittrici messicane. Molti la annoverano tra gli artisti legati al movimento surrealista, ma lei non confermerà mai l’adesione a tale corrente.
Fin da bambina dimostra di avere un carattere forte, passionale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma. Purtroppo la sua forza di carattere compensa un fisico debole: è infatti affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiano per poliomielite, non riuscendola così a curare nel modo adeguato.
2. La prova più dura per Frida arriva però nel 1925. Un giorno, mentre torna da scuola in autobus viene coinvolta in un terribile incidente che le causa la frattura multipla della spina dorsale, di parecchie vertebre e del bacino. Rischia di morire e si salva solo sottoponendosi a 32 interventi chirurgici che la costringono a letto per mesi.
Ha solo 18 anni e le ferite al fisico la faranno soffrire per tutta la vita, compromettendo irrimediabilmente la sua mobilità.
3. Durante i mesi a letto immobilizzata da busti di metallo e gessi, i genitori le regalano colori e pennelli per aiutarla a passare le lunghe giornate. Questo regalo darà avvio ad una sfolgorante carriera artistica.
La prima opera di Frida è un autoritratto (a cui ne seguiranno molti altri) che dona ad un ragazzo di cui è innamorata.
4. I genitori incoraggiano sin da subito questa passione per l’arte, tanto da istallare uno specchio sul soffitto della camera di Frida, così che possa ritrarsi nei lunghi pomeriggi solitari. È questo il motivo dei numerosi autoritratti dell’artista. Lei stessa dirà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio”.
5. Frida Kahlo nel 1928, a 21 anni, si iscrive al partito comunista messicano, diventando una convinta attivista. È in quell’anno che conosce Diego Rivera, il pittore più famoso del Messico rivoluzionario. Lo aveva incontrato per la prima volta quando aveva solo quindici anni (e lui trentasei), sotto i ponteggi della scuola nazionale preparatoria, mentre Diego stava dipingendo un murale per l’auditorium della scuola.
6. Nel 1929 sposa Diego, nonostante lui abbia 21 anni più di lei e sia già al terzo matrimonio. Inoltre Diego ha fama di “donnaiolo” e marito infedele. Il loro sarà un rapporto fatto di arte, tradimenti, passione e pistole. Lei stessa dirà: “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.”
7. Frida Kahlo ha avuto molti amanti (uomini e donne), tra cui il rivoluzionario russo Lev Trotsky e il poeta André Breton, ma non riuscì mai ad avere figli, a causa del suo fisico compromesso dall’incidente. Quando rimase incinta del primo figlio, Frida fece di tutto per portare avanti la gravidanza. Si dovette arrendere solo quando i medici la costrinsero ad abortire per evitare che perdessero la vita sia lei che il bambino.
8. Frida Kahlo e Diego potevano considerarsi una “coppia aperta”, più per le infedeltà di Diego che per scelta di Frida, che soffrì molto per i tradimenti del marito che ebbe persino una relazione con la sorella minore di Frida, Cristina.
Vista l’impossibilità di fare affidamento sulla fedeltà di Diego, i due decisero di vivere in case separate, unite tra loro da un piccolo ponte, in modo che ognuno di loro potesse avere il proprio spazio “artistico”.
9. Le opere di Frida kahlo sono spesso state accostate al movimento Surrealista, ma Frida ha sempre rifiutato tale vicinanza sostenendo: “Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.
10. L’album dei Coldplay Viva la vida or Death and All His Friends (2008) si ispira ad una celebre frase che la Kahlo scrisse sul suo ultimo quadro, otto giorni prima della sua morte a soli 47 anni per cause ancora non del tutto certe.
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A terceira edição de 2024 do Ceart Aberto à Comunidade acontece neste sábado, 14 de setembro, das 9h às 18h, no Centro de Artes, Design e Moda (Ceart) da Udesc. Gratuito e aberto ao público, o evento terá como tema Bem-Viver, movimento que promove a preservação da vida e a harmonia entre a natureza e os seres humanos. Ao longo do dia, será disponibilizada à comunidade uma programação diversificada, com oficinas, apresentações, palestras, exposições e feiras de gastronomia e artesanato, somando mais de 25 atrações para todas as idades. Em alusão ao Setembro Azul — mês que reúne o Dia do Surdo, o Dia Mundial das Línguas de Sinais e o Dia do Tradutor Intérprete —, o evento contará com atividades voltadas à comunidade surda. Além disso, a universidade disponibiliza outros recursos de acessibilidade para promover a inclusão de pessoas com diferentes deficiências. Programação Diversos10h30 – Palestra Abertura Bem Viver (Local: Deck Ceart)11h30 – Exibição do primeiro episódio da segunda temporada “Crisálida” em Libras (Local: Auditório do Bloco Central)13h30 – Documentário “Santuário” (Local: Auditório do Bloco Central)15h45 – Filme “Yuli” (Local: Auditório do Bloco Central) Apresentações11h – Recital série musical (Local: Auditório do DMU)13h – Um berro laranja engarrafado (Local: Tenda/Auditório do DMU)14h – Alteridade (Local: Espaço 2)14h – Música ao vivo para filmes surrealistas (Local: Auditório do DMU)15h – A história de Reginaldo (Local: Espaço 1)15h15 – Vila Samaria (Local: Tenda/Auditório do DMU)16h15 – Madrigal (Local: Auditório do DMU)16h30 – Raízes de Aiyê (Local: Espaço 2)17h15 – Brac – Banda Percussiva Reciclave Aldo Câmara (Local: Tenda/Auditório do Bloco Central) Oficinas9h – Oficina de Meditação em Libras (Local: Sala de dança 1)9h – Carimbos botânicos e tintas naturais em tecido (Local: Sala 102)10h – Bordando a diversidade (em Libras) (Local: Sala 101)10h – A interação da cor – estudos de Josef Albers (Local: Ateliê de pintura)10h – Introdução ao acroyoga em Libras (Local: Arena/Sala de dança 1)10h e 13h – Oficina de tricô Agulhas Solidárias (Local: Sala 106)12h – Histórias no barro: criação de pingentes em cerâmica (Local: Deck DAV)13h30 – Técnicas de customização em jeans (Local: Sala 102)14h – Danças circulares sagradas (Local: Sala de dança 1)15h – Upside down – Oficina com técnicas para você destravar o desenho (Local: Sala 111)16h – Oficina de construção de personagens literários em Libras (Local: Sala 110)16h – Oficina de teatro playback para surdos (Local: Sala de dança 2)16h – Yoga para todos (Local: Sala de dança 1) Outros9h às 18h – Exposição artística APAE Palhoça (Local: Hall do Bloco Central)13h às 17h – Espaço Criança (Local: Hall do DAV) ServiçoO Quê: Ceart Aberto à Comunidade, edição Bem-ViverQuando: 14 de setembro, das 9h às 18hOnde: Centro de Artes, Design e Moda (Ceart) da Udesc – Av. Madre Benvenuta, 1907, Itacorubi, Florianópolis/SCQuanto: Evento gratuito e aberto ao públicoSaiba mais: site do evento e no Instagram @ceartaberto Assessoria de Comunicação da Udesc CeartJornalista Carolina Weber Dall’AgneseE-mail: [email protected]: +55 (48) 3664-8350 Fonte: Governo SC
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CENTRO UNIVERSO>ALE RUARO
O uso de contrastes extremos entre luz e sombras nas composições figurativas aumentam o efeito dramático de uma imagem. Na história da pintura próxima do renascimento as figuras foram frequentemente retratadas contra um fundo de intensa escuridão, mas iluminadas por uma luz brilhante e perscrutadora. Criadas por um chiaroscuro controlado, historiadores creditam a técnica ao milanês Michelangelo Merisi, conhecido por Caravaggio (1571-1610),retomada no início do século XVII por pintores influenciados por ele, como o francês Georges de La Tour (1593-1662), os holandeses Gerrit van Honthorst (1592-1656) e Hendrick Terbrugghen (1588-1629) ou o espanhol Francisco de Zurbarán (1598-1664), entre outros.
Naturalmente, a fotografia, uma técnica que nasce emulando a pintura, não poderia deixar de utilizar o chiaroscuro e todo seu valor pungente, não como o hieratismo daquela época, mas com diversidade em abordagens tanto líricas como contundentes, expressões tautológicas que remontam aos meados do século XIX, seja no aspecto mais social ou com um inevitável esteticismo a contrapor este estado. Importantes nomes como a vitoriana Julia Margaret Cameron ( 1815-1879) e o contemporâneo escocês Albert Watson, alguns dos inúmeros fotógrafos que flertaram com o meio.
Centro Universo ( Vertigem, 2023) livro de Ale Ruaro, gaúcho radicado em São Paulo é um pequeno compêndio permeado por esta singular prática pictórica. Seu cenário é o degradado ponto mais central da cidade de São Paulo, no qual seus personagens ora adquirem um tom trágico, ora enveredam pelo grafismo "noir" cinematográfico, termo criado pelo crítico francês Nino Frank nos anos 1940, que também traz influência do movimento expressionista alemão. Roteiros cuja liturgia é organizada em diálogos rápidos e frases incisivas, ainda que poéticas. Entretanto, o fotógrafo vai além com um percurso mais comovente estendido às condições contemporâneas do ser humano em uma cidade desprovida de políticas sociais e repleta de violência.
Em seu texto, o professor e fotógrafo Fernando B. Schmitt situa o leitor na geografia paulistana explanando seu perímetro categoricamente: "O Centro do Universo localiza-se em um apartamento de trinta e seis metros quadrados. A partir deste ponto desdobra-se a maior cidade da América Latina. O estado mais rico do país, uma das nações com maior desigualdade social e diversidade cultural..." Neste cenário, muitas vezes surrealista, centenas de fotógrafos há décadas - dos modernistas com suas produções analógicas à turba digital- trataram de documentar as ruas e as desigualdades das metrópoles brasileiras. O que faz a diferença neste Centro do Universo é tanto sua expressão gráfica mais contundente, em parte imaginada por Ruaro, na relevância dos traços arquitetônicos e no paradoxal visagismo incorporado em sua produção. já usado pelo autor em outras oportunidades como seu livro de retratos de personagens ligados a fotografia Retrato da fotografia brasileira ( Ipsispub, 2022) e em Ludus ( Ed.Bodoque, 2021).
No ensaio sobre a pintura Raft of the Medusa (1819) do francês Théodore Géricault (1791-1824) o ensaísta inglês Julian Barnes no seu livro A History of the World in 10 1/2 Chapters (Vintage, 1990) discorre sobre as ligações inefáveis entre "arte e catástrofe" usando esta enorme tela, abrigada no Louvre, como uma ferramenta para aprofundar sua tese, no conteúdo de um naufrágio real, de que uma das funções da arte é levar-nos a compreensão de uma tragédia. No entanto, não aprofunda-se na condição dos náufragos serem negros. Já este livro de Ruaro, expressa justamente a condição mais dolorosa de seus personagens, ainda que certo esteticismo seja inevitável.
Schmitt realça que " Há muito mais para ver, os objetos que brilham na luz e os esconderijos nas sombras." ou mais dramaticamente "Formas que respiram fuligem, brotam sobre qualquer solo e bebem água com diesel." O texto é um convite ao leitor para mergulhar em um mundo que a maioria recusa a ver. Daí a ideia de Barnes, sobre o papel da arte, que amolda-se às imagens de Ale Ruaro: revelar o absconso, instigar o leitor tornando palpável o inefável em suas urdiduras gráficas, capturadas em suas deambulações ao lado dos personagens esquecidos pela sociedade, vozes que ecoam na escuridão do centro paulistano.
A fotografia e sua habilidade idiossincrática sobre as metáforas como o personagem que carrega restos de papel nas costas cuja sombra no chão lembra-nos dos contornos policiais de corpos no chão; o homem que passa por uma parede queimada em certa indiferença com a vida; O observador de um corpo no chão ao qual parece velar o mesmo; o retrato do padre Julio Lancelloti de batina opondo-se a uma página negra, uma alegoria ao que temos na nossa frente; o detalhe de uma demolição em ferro e concreto retorcidos a fabular sobre a destruição; o musculoso homem com seu chapéu de grife e a delicadeza de um gatinho branco nas mãos negras de unhas sujas, acentuando o paradoxo das ruas; o investigador de polícia com a arma preparada, anunciando mais uma tragédia que nas estatísticas policiais macabras mostram que 59 jovens negros são mortos por dia no Brasil, como lembra Edu Simões em seu livro 59 Retratos da juventude negra brasileira (Ed.Bazar do Tempo, 2020). [ veja review aqui. https://blogdojuanesteves.tumblr.com/post/635954469694291968/o-paulistano-edu-sim%C3%B5es-conta-que-a-primeira-vez ].
Imagens © Ale Ruaro. Texto © Juan Esteves
Infos básicas:
Imagens: Ale Ruaro
Editora: Selo Vertigem
Design: Alyssa Ohno
Texto e edição: Fernando B. Schmitt
Impressão: i9 Gráfica e Comunicação [ Papel Gran Pólen Avena, 90g ]
Edição bilíngue português/inglês
onde adquirir o livro:
https://www.selovertigem.com.br/product-page/centro-universo
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René Magritte: Mistero e Surrealismo nei Dipinti
René Magritte è stato un artista belga del XX secolo. Ha dato un contributo importante al surrealismo. Le sue opere sono famose per il loro mistero e la loro capacità di sfidare la realtà. Magritte nasce nel 1898 in Belgio. Era parte del gruppo surrealista di Bruxelles. Questo gruppo esplorava l’inconscio e sfidava la logica. Nel 1926, Magritte si unì al movimento surrealista. Le sue opere sono…
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Histórias de sucesso: Fazer melhor, de maneira mais fácil
Histórias de sucesso: Fazer melhor, de maneira mais fácil
Os Mestres
Já te perguntaste alguma vez, como é que o Salvador Dalí conseguiu dar vida àquelas formas oníricas tão incríveis e surrealistas? Ou como é que a Frida Kahlo foi capaz de pintar retratos tão expressivos, carregados de emoção e dor tão palpáveis?
A resposta é mais simples do que parece: eles não estavam sozinhos. Contaram com a orientação, o apoio e a mentoria de outros durante a sua jornada artística.
As histórias de sucesso estão espalhadas por toda parte. Existem inúmeros artistas que, com um pouco de orientação e um empurrão na direção certa, conseguiram prosperar e deixar uma marca indelével no mundo da arte. E o mais incrível é que essa orientação não só ajudou esses artistas a aprimorar suas habilidades técnicas e criativas, mas também influenciou a evolução da arte como um todo.
Imagina só quantas correntes artísticas e movimentos revolucionários não teriam surgido, se não tivesse sido por este intercâmbio de ideias, esta troca de experiências entre mestre e aprendiz?
Oh Margarida, mas eu não sou o Dali
Agora, tu podes estar a perguntar-te: "Isso tudo é muito interessante e inspirador, mas será que serve para mim?" A resposta é um sonoro e entusiasmado SIM!
Não importa se estás apenas a começar a tua jornada artística ou se já tens um caminho percorrido, a orientação profissional e a mentoria podem ser exatamente o impulso que tu precisas para vencer a frustração que muitas vezes vem com a criação artística, alcançares o próximo nível, para ires mais além!
A Importância de Fazer Escolhas para Avançar na Jornada Artística
A arte pode ser um campo desafiador e, por vezes, intimidante. Como escolher a técnica certa, o tema perfeito, a paleta de cores ideal? Como decidir o que criar quando as possibilidades parecem infinitas e a pressão para fazer a escolha "certa" pode ser esmagadora?
Insere disquete (ui, os anos 90!) “Orientação e comunidade”.
Ter um mentor pode fazer toda a diferença, pois ele ou ela podem ajudar-te a navegar por essas águas desconhecidas, orientando e apoiando-te em cada etapa do caminho. Eles podem ajudar-te a definir os teus próprios objetivos artísticos, a fazer escolhas sem medo de errar e a avançar na tua jornada, mesmo quando as coisas ficam difíceis.
Além disso, um mentor pode-te ajudar a superar obstáculos e lidar com a frustração que inevitavelmente surge ao longo do caminho. Eles podem dar-te a motivação de que precisas para continuar, mesmo quando as coisas parecem impossíveis.
Comunidade + Mentoria
Lembra-te: a arte é uma jornada, não é um destino. E não precisas de estar sozinho nessa viagem; cada escolha que tu fazes, cada passo que tu dás, são partes importantes dessa jornada. E as viagens feitas com a companhia certa, tornam tudo muito mais memorável: é a diferença entre teres alguém ao teu lado, para se rir dos teus homens palito ou das caretas que desenhaste sem querer, para pedires emprestado aquele lápis que é a exata cor de que precisas, ou simplesmente para te inspirares na tua próxima página.
Dependendo do lugar onde te encontras na tua jornada, além da comunidade artística, poderás beneficiar também de orientação mais especializada; alguém com conhecimentos mais técnicos, que te possa guiar, mas que, e antes de mais nada, faça arte que te faz dizer “UAU”.
Estes podem ser os recursos que tu precisas para tornar essa jornada não apenas possível, mas também gratificante e enriquecedora. Como me costumam dizer quando a malta se inscreve para os workshops com amigos ou familiares: “isto com companhia é sempre muito melhor!”.
Então, chega de conversa e mãos à obra, ou aliás, pincéis à obra!
Beijinhos e bom início de semana!
#Jornada artística#sketchbooking#ser melhor artista#dicas de arte#mentoria de arte#comunidade artística#amigos artistas
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