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La Polizia di Stato di Alessandria celebra la Giornata mondiale delle vittime della strada a Casale Monferrato
Un evento di sensibilizzazione tra testimonianze, cultura e impegno istituzionale
Un evento di sensibilizzazione tra testimonianze, cultura e impegno istituzionale Il 22 novembre 2024, presso il Teatro Civico di Casale Monferrato, si è tenuta una giornata di riflessione e sensibilizzazione dedicata alle vittime della strada. L’evento, organizzato in collaborazione con il Gruppo AMAG di Alessandria, ha visto la partecipazione attiva della Polizia di Stato, delle istituzioni…
#Alessandria today#Alessia Montessoro#Alfa Romeo Alfetta#Associazione Familiari Vittime Strada#automezzi storici Polizia#collaborazione istituzionale#commemorazione vittime strada.#Croce Rossa Casale#Croce Verde Casale#educazione giovani alla guida#Educazione stradale#eventi novembre Alessandria#evento sicurezza stradale#Giornata mondiale vittime strada#Google News#Gruppo AMAG Alessandria#impegno sicurezza stradale#incidenti stradali prevenzione#Istituti Leardi e Balbo#italianewsmedia.com#Maria Grazia Di Virgilio#Matteo Vicino#mostra Polizia Stradale#Moto Guzzi V7#Pier Carlo Lava#Polizia di Stato Alessandria#Polizia Locale Casale Monferrato#Polstrada Alessandria#prevenzione incidenti stradali#proiezione film educativi
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Scioccante: Uomo Armato Ucciso a Colpi di Pistola Durante una Lite Stradale a Indianapolis Un uomo armato è stato ucciso a colpi di pistola durante una lite stradale a Indianapolis. Il conflitto è stato registrato in un video scioccante che è diventato virale sui social media. Un uomo armato identificato come Gavin Dasaur, 29 anni, è stato ucciso a colpi di pistola durante una lite stradale a Indianapolis martedì (16). Le immagini del momento scioccante sono state registrate in un video e sono diventate virali sui social media. Il video mostra Dasaur camminare furiosamente verso un pick-up bianco con una pistola in mano. Dasaur colpisce la porta dell’auto e urla contro il conducente, che estrae la propria pistola e spara al giovane. Dasaur cade a terra, morto sul colpo. Il Dipartimento di Polizia Metropolitana di Indianapolis ha arrestato il conducente del pick-up bianco, ma è stato rilasciato. Le autorità hanno dichiarato che ha agito per legittima difesa. La moglie di Dasaur, Cinthya ZaMora, ha espresso il suo dolore per la morte del marito. “Non meritava di morire così. È una tragedia che mio marito sia stato assassinato a sangue freddo”, ha detto a un giornale locale. I testimoni hanno riferito che la lite è iniziata a causa di una discussione tra Dasaur e il conducente del pick-up. La polizia sta ancora indagando sul caso.
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Ultime Notizie Roma: Cronaca, Attualità e Eventi nella Capitale
Tutte le ULTIME NOTIZIE Roma: economia, politica, elezioni, lavoro e impresa, problemi con i migranti. Sul quotidiano Roma-24 si parla degli avvenimenti più attuali online.
Benvenuti su Romanotizia.it, il punto di riferimento per tutte le notizie Roma, dove troverete le ultime notizie Roma, aggiornamenti in tempo reale su eventi, cronaca e molto altro ancora. La nostra missione è fornire una copertura completa e accurata su ciò che accade nella capitale, offrendo ai nostri lettori informazioni utili e dettagliate.
Cronaca Roma
La cronaca di Roma è sempre ricca di eventi e avvenimenti che catturano l'attenzione di residenti e visitatori. Nelle ultime settimane, la città è stata teatro di vari episodi significativi. Dall'arresto di una banda specializzata in furti in appartamento alla scoperta di un giro di droga nel quartiere di San Basilio, le forze dell'ordine sono costantemente impegnate per garantire la sicurezza dei cittadini.
Un recente episodio di cronaca nera ha visto un clamoroso inseguimento nel quartiere di Tor Bella Monaca, dove la polizia ha intercettato e arrestato un noto latitante. Le indagini continuano per svelare i legami del malvivente con altre organizzazioni criminali attive sul territorio romano.
Attualità e Politica
Roma è anche il cuore pulsante della politica italiana. Gli ultimi sviluppi vedono la giunta capitolina impegnata in una serie di riforme volte a migliorare la vivibilità della città. Tra i principali temi in discussione ci sono la gestione dei rifiuti, il miglioramento della rete dei trasporti pubblici e l'implementazione di nuovi spazi verdi.
Un recente dibattito ha riguardato la proposta di introdurre una zona a traffico limitato (ZTL) notturna per combattere l'inquinamento e ridurre il traffico nel centro storico. La misura, ancora in fase di valutazione, ha suscitato diverse reazioni tra cittadini e commercianti.
Eventi Culturali e Spettacoli
Roma, con la sua ricca storia e cultura, offre un calendario fitto di eventi e spettacoli. Le prossime settimane vedranno l'apertura della tanto attesa mostra su Caravaggio ai Musei Capitolini, un evento imperdibile per gli amanti dell'arte. Inoltre, il Teatro dell'Opera di Roma presenterà una nuova produzione de "La Traviata", con la partecipazione di artisti di fama internazionale.
Non mancano poi le iniziative per i più giovani. La Festa del Cinema di Roma tornerà ad ottobre con una selezione di film e documentari provenienti da tutto il mondo. Un'occasione unica per gli appassionati di cinema di vivere da vicino il glamour del tappeto rosso e di partecipare a incontri con registi e attori.
Notizie di Servizio e Utilità
Per chi vive o lavora a Roma, le notizie di servizio sono fondamentali per affrontare la quotidianità nella capitale. Gli ultimi aggiornamenti riguardano il piano straordinario di manutenzione delle strade, con lavori programmati in varie zone della città per migliorare la viabilità e la sicurezza stradale.
Importanti novità anche per i pendolari: è stata annunciata l'apertura di nuove stazioni della metropolitana Linea C, che collegheranno il centro con le periferie esterne, rendendo gli spostamenti più rapidi ed efficienti.
Sport
Il calcio rimane uno degli argomenti più seguiti dai romani. Le squadre della capitale, AS Roma e SS Lazio, sono pronte a dare battaglia nella nuova stagione calcistica. I tifosi seguono con passione le vicende dei loro beniamini, sperando in una stagione ricca di successi e soddisfazioni.
Non solo calcio, però. Roma è anche sede di importanti eventi sportivi internazionali, come la Maratona di Roma e il torneo di tennis degli Internazionali BNL d'Italia, che attirano ogni anno migliaia di atleti e appassionati.Per rimanere sempre aggiornati su tutte le notizie Roma, visitate Romanotizia.it. Qui troverete le ULTIME NOTIZIE Roma e le notizie di cronaca Roma più rilevanti, insieme a un'ampia gamma di contenuti che coprono tutti gli aspetti della vita nella Città Eterna.
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Polizia, Aiscat e Moige insieme per la sicurezza stradale: ecco i consigli da seguire
Polizia, Aiscat e Moige insieme per la sicurezza stradale: ecco i consigli da seguire. “La vita è un viaggio, affrontala in sicurezza”. Questo il claim della nuova campagna di educazione stradale che Polizia di Stato, Aiscat e Moige hanno progettato per accrescere negli automobilisti la consapevolezza dei pericoli che derivano da condotte di guida scorrette o pericolose. La campagna, pensata per essere diffusa su web, social network e nel circuito infotainment autostradale, mostra, attraverso le immagini, i consigli da seguire per affrontare un viaggio in sicurezza. La sinistrosità stradale deriva infatti troppo spesso – in oltre il 90% dei casi - dai comportamenti errati alla guida: distrazione, velocità eccessiva, assunzione di alcol e/o droga, sono le più frequenti circostanze che determinano incidenti stradali dall'esito spesso nefasto. La percentuale degli incidenti che vedono coinvolti i giovani è in continuo aumento. Prestare la massima attenzione alla guida, verificare che l'auto sia in perfetta efficienza, assicurare i bambini con gli appositi sistemi di ritenuta, moderare la velocità, non sottovalutare la stanchezza e non distrarsi utilizzando lo smartphone sono le cosiddette best practices che devono far parte delle abitudini di ciascuno. Testimonial d'eccezione l'attrice Maria Grazia Cucinotta. https://videopress.com/v/IfEM71Zh... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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『RECENSIONE』Erased (Boku dake ga inai machi)
Cosa faresti se la vita ti desse la possibilità di rimediare ai tuoi errori?
Erased (Boku dake ga inai machi, letteralmente “la città in cui io non ci sono"), è un manga scritto e disegnato da Kei Sanbe, serializzato sul Young Ace di Kadokawa Shoten. In Italia è edito da Star Comics, mentre i diritti dell’anime, prodotto da A-1 Pictures e andato in onda dal 2016, sono stati acquistati da Dynit; la serie è era disponibile in streaming, sottotitolata, su VVVVID.
Nella piattaforma è ancora visionabile il film live-action diretto da Yuichiro Hirakawa e a breve potremo vedere anche la webserie prodotta da Netflix, che promette di far luce su alcuni dettagli non esplorati nell’opera originale.
Satoru Fujinuma è un mangaka che non riesce a sfondare. Questo insuccesso è in parte dovuto alla timidezza e alle sue esperienze di infanzia. È piuttosto disilluso dalla vita, eppure uno straordinario fenomeno, il “Revival”, gli consente – o meglio gli impone – di cambiare le carte in tavola: al verificarsi di un incidente, il ragazzo viene infatti catapultato indietro nel tempo per prevenirne le circostanze... Un giorno, un evento particolarmente traumatico costringe Satoru a riaprire delle ferite mai del tutto rimarginate: la tragica morte di sua madre lo riporterà indietro nel tempo fino al 1988, quando all’epoca aveva solo 10 anni. Satoru decide a questo punto di sfruttare l'occasione per salvare la vita a Kayo Hinazuki, la ragazza che è causa dei suoi forti sensi di colpa. Infatti, al tempo non fu capace di sottrarla al suo destino e la fece indirettamente diventare la prima di tre vittime di un serial killer che tormentava la sua città in quell’anno.
Per quanto il tema del viaggio nel tempo possa ormai risultare come qualcosa di stantio per l'ampia trattazione ricevuta, per questa serie è stata fatta ugualmente la coraggiosa scelta di porlo come cardine sul quale far girare la storia, ad una condizione: accettare qualche compromesso. Come accennato qualche riga più su, il protagonista, Satoru, è capace di compiere veri e propri salti temporali grazie al suo potere, il “revival”. Quest’ultimo viene introdotto nelle battute iniziali come un’abilità innata del protagonista, ma, ciò che ci ha fatto storcere il naso è la mancata contestualizzazione del potere stesso, che sembra quasi un evento casuale al quale Satoru non può sottrarsi e che tanto meno può controllare, ritrovandosi intrappolato nel suo destino di eroe per caso. Come ad esempio nei primi episodi, quando Satoru sventa un’incidente stradale nonostante stesse svolgendo il proprio lavoro di consegne a domicilio. Dunque, è la trama che sembra chiedere al pubblico di fidarsi ciecamente, con la promessa di regalare un qualcosa di più coinvolgente con lo sviluppo delle vicende. E’ anche vero che sarebbero bastati dei semplici flashback, riguardanti il risveglio del revival o il suo sviluppo, per rendere questa abilità più facilmente accettabile e ben più coerente con il worldbuilding dell’opera. La componente fantascientifica viene quindi messa in secondo piano, in favore dello sviluppo in pieno stile “giallo” che la narrazione prenderà man mano che le vicende vanno svolgendosi. Ma, come si suol dire, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Accettata questa condizione bisogna fare i conti con personaggi che risultano perlopiù piatti nelle azioni che compiono. È il caso della giovane Airi Katagiri, studentessa liceale ed allo stesso tempo compagna di lavoro di Satoru. La nostra Airi mostrerà la più completa fiducia nel protagonista fin dagli inizi della serie senza ragioni logiche apparenti, basandosi su “l’impressione" che ha di Satoru. Tutto ciò la porterà a mentire alla polizia ed a scagliarsi contro il proprio datore di lavoro, quantomai determinato a consegnare Satoru stesso alle forze dell’ordine. Entrando più nel dettaglio e prendendo in analisi il protagonista, divenuto ormai il bersaglio preferito delle nostre accuse (non ce ne vogliate), possiamo vedere come il salto temporale avvenuto dopo la morte della madre (che il revival sia legato allo shock che Satoru subisce?) non abbia per niente influito nel comportamento di quest’ultimo, lasciando la sua mentalità da ventinovenne nel corpo di un bambino. Ne è esempio il modo in cui cerca di risolvere la difficile situazione di Kayo Hinazuki con espedienti ai quali un bambino, per quanto assistito da un adulto, non avrebbe mai potuto pensare. E’ comunque un aspetto interessante che in qualche modo influirà nei rapporti tra i vari personaggi. Non immaginate, però, forviati da quanto scritto poc’anzi di vedere un ragazzino combattere da solo contro il male in pieno stile “battle shonen”, altrimenti potreste incorrere nella malsana idea di perdervi uno dei migliori prodotti degli ultimi anni.
“Ho paura... Io ho paura all’idea di guardare dentro di me...”
A questo punto vi starete chiedendo, perché Erased è un’opera che va vista sebbene mostri queste lacune? Per il semplice fatto che, se si accetta quanto scritto sopra, si ha la possibilità di vivere una vera e propria esperienza da cinema sul “grande schermo” del nostro computer. Il lavoro svolto dalla A1-pictures non delude affatto, anzi; lo studio è stato capace di adattare al meglio l’animazione ad una trama che, di per sé, è già molto interessante. La creazione dell’ambientazione in un contesto come quello scolastico molto abusato dall’animazione giapponese, il comparto musicale e la cura dei dettagli si fondono con scelte di regia più che azzeccate. Iconica è l’immagine che abbiamo di Kayo quando, il giorno prima della sua scomparsa, viene intravista da Satoru al centro del parco nel quale era solita recarsi prima di tornare a casa, in un disperato tentativo di fuggire seppur per poco dall’inferno domestico che la attendeva. E’ una serie capace di incollare allo schermo lo spettatore, lasciandolo sbalordito per tutte le 12 puntate, che sembrano quasi poche. La trama, dal canto suo, mette in scena un ottimo giallo che trova la propria forza nei temi che tratta, rendendosi capace di coinvolgere e fare denuncia sociale allo stesso tempo. Kayo Hinazuki è vittima di violenza da parte della madre, e la serie ci mostra come l’attenzione che viene data alle persone possa essere per loro una speranza di miglioramento. Kayo infatti passa dall’essere incapace di reagire alla propria situazione, completamente svuotata nell’animo dai soprusi subiti, ad aprirsi con il mondo attraverso piccoli atti di coraggio, grazie alla compagnia di Satoru e del suo gruppo di amici. Personalmente parlando, particolarmente apprezzabile è il personaggio di Sachiko Fujinuma, la madre di Satoru. Donna estremamente perspicace che, intuendo le buone intenzioni del figlio, si prodiga per supportarlo nelle sue scelte, consapevole e fiduciosa in lui, forgiata dall’aver dovuto crescere suo figlio con le sue sole forze.
In conclusione possiamo affermare che Erased sia un’opera di gran calibro, considerando le tematiche analizzate e i mezzi impiegati per perseguire questo obiettivo. Coraggiosa nelle proprie scelte, merita sicuramente quelle quasi cinque ore del nostro tempo, che lasciano, per lo meno nel nostro caso, con un senso di appagamento totale, chiudendo la storia con un finale ben più che soddisfacente.
Pro:
✔️ Ampia trattazione di temi socialmente impegnati ✔️ Vari colpi di scena ben strutturati e coinvolgenti ✔️ Comparto tecnico eccelso
Contro:
✖️ Scelte comportamentali poco realistiche da parte di alcuni personaggi ✖️ Mancata contestualizzazione dell’elemento fantascientifico
CONSIGLIATO: a chi cerca una serie di livello tecnico elevato, capace di lasciare a bocca aperta senza trascurare la narrazione, creando un’empatia verso i personaggi, rendendo ogni momento godibile al massimo attraverso plot twist e montagne russe di emozioni.
Elric & Lelouch
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Scontro filobus-camion a Milano, morta una donna: indagati i conducenti
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/scontro-filobus-camion-a-milano-morta-una-donna-indagati-i-conducenti/
Scontro filobus-camion a Milano, morta una donna: indagati i conducenti
Scontro filobus-camion a Milano, morta una donna: indagati i conducenti
I due conducenti alla guida del filobus e del camion dell’Amsa coinvolti nell’incidente di sabato mattina a Milano, in cui ha perso la vita una donna, sono indagati per omicidio stradale. Sul corpo della vittima, una 49enne di nazionalità filippina, sbalzata fuori dal filobus, è stata disposta l’autopsia. Un video, che riprende l’incrocio tra via Bezzi e via Marostica , mostrerebbe come l’autista dell’Atm avrebbe proseguito nonostante il semaforo rosso, impattando così contro il camion della raccolta dei rifiuti, che invece, avanzava con il verde. I due conducenti sono stati sottoposti a esami tossicologici i cui esiti non sono stati ancora comunicati.
L’accusa è di omicidio stradale aggravato dalla presenza di feriti. A causa dell’incidente ha perso la vita la babysitter Shirley Ortega Calangi che viaggiava sul filobus dell’Atm, linea 90-91, diretta da un’amica. Stando ai primi accertamenti, sarebbe stata sbalzata fuori dal mezzo dopo lo scontro delle 8.09.
Il pubblico ministero ha delegato la Polizia Locale a disporre tutti gli accertamenti necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente. Entrambi i mezzi sono stati sequestrati. I due autisti rispondono, oltre che di omicidio stradale aggravato, anche delle lesioni provocate ai feriti. Il bilancio finale del violento scontro, oltre alla donna morta, è stato di 18 contusi.
Il sindaco Beppe Sala ha “chiesto ad Atm di stringere i controlli e l’attenzione” e spiega: sull’incidente “si faranno delle indagini: se responsabilità ci sono, ce le prendiamo”, ha detto il primo cittadino, arrivando all’inaugurazione della mostra permanente su Leonardo Da Vinci al museo della Scienza. L’Atm è la partecipata del Comune che controlla i trasporti pubblici del capoluogo lombardo. Sala ha risposto con un secco “no” all’ipotesi che il direttore generale dell’Atm, Arrigo Giana, debba dimettersi per l’incidente: “adesso non capisco il cinismo: Giana si deve dimettere perché un suo conducente magari ha sbagliato?”
I due conducenti alla guida del filobus e del camion dell’Amsa coinvolti nell’incidente di sabato mattina a Milano, in cui ha perso la vita una donna, sono indagati per omicidio stradale. Sul corpo della vittima, una 49enne di nazionalità filippina, sbalzata fuori dal filobus, è stata di…
Nadia Sessa
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22 APR 2019 11:18
''IL REFERENDUM SULLA BREXIT È AVVENUTO AL BUIO, PERCHÉ È AVVENUTO SU FACEBOOK'' - RICCARDO LUNA DELL'AGI FA TRADURRE IN ITALIANO IL 'TED TALK' DI CAROLE CADWALLADR, CRONISTA GALLESE CHE HA RACCONTATO COME ''GLI DEI DELLA SILICON VALLEY'' RIESCANO A MANIPOLARE LE COSCENZE DEI CITTADINI SENZA LASCIARE TRACCIA NÉ PRENDERSI RESPONSABILITÀ. HA SCOPERCHIATO IL CASO CAMBRIDGE ANALYTICA E PER QUESTO È STATA BANNATA A VITA DA FACEBOOK… - VIDEO INTEGRALE
-
VIDEO INTEGRALE (CON SOTTOTITOLI ATTIVABILI IN INGLESE)
Da
https://www.agi.it/estero/perche_facebook_minaccia_la_democrazia-5367741/news/2019-04-21/?fbclid=IwAR10GTaIklfWsW3G2i0BQtLDRWy_20RGSfgaD6yH7N7FHDscIX-0_jVoMuA
Riccardo Luna, direttore dell'agenzia AGI:
Quest'anno non sono riuscito ad andare al TED di Vancouver. Ma ho seguito qualcosa in rete. E mi hanno colpito due cose, collegate fra loro. La prima è il talk della giornalista dell'Observer che ha scoperchiato lo scandalo di Cambridge Analityca (e che è stata bannata a vita da Facebook per questo). La seconda il fatto che uno degli sponsor principali di questa edizione del TED di Vancouver fosse proprio Facebook. Ce lo vedete un evento in Italia dove lo speaker principale è quello che attacca lo sponsor principale. O anche solo il giornale, la radio, la tv, l'agenzia di stampa....
Carole Cadwalladr ha fatto un lavoro giornalistico memorabile (per il quale è stata fra i finalisti del premio Pulitzer appena assegnato). Nel suo TED Talk ripercorre la vicenda e pone delle domande molto serie "agli dei della Silicon Valley" e a noi utenti dei social, sul futuro della democrazia. Per questo abbiamo ritenuto di tradurre subito in italiano il suo intervento.
*Lo speech integrale di Carole Cadwalladr al TED
Il giorno dopo il voto sulla Brexit, quando la Gran Bretagna si è svegliata con lo choc di scoprire che stavamo davvero lasciando l’Unione Europea, il mio direttore al quotidiano Observer, mi ha chiesto di tornare nel Galles meridionale, dove sono cresciuta, e scrivere un reportage. E così sono arrivata in una città chiamata Ebbw Vale.
Eccola (mostra la cartina geografica). È nelle valli del Galles meridionale, che è un posto abbastanza speciale. Aveva questa sorta di cultura di classe operaia benestante, ed è celebre per i cori di voci maschili gallesi, il rugby e il carbone. Ma quando ero adolescente, le miniere di carbone e le fabbriche di acciaio chiusero, e l’intera area ne è rimasta devastata. Ci sono tornata perché al referendum della Brexit era stata una delle circoscrizioni elettorali con la più alta percentuale di voti per il “Leave”. Sessantadue per cento delle persone qui hanno votato per lasciare l’Unione Europea. E io volevo capire perché.
Quando sono arrivata sono rimasta subito sorpresa perché l’ultima volta che era stata ad Ebbw Vale era così (mostra la foto di una fabbrica chiusa). E ora è così. (mostra altre foto). Questo è un nuovissimo college da 33 milioni di sterline che è stato in gran parte finanziato dall’Unione Europea. E questo nuovo centro sportivo fa parte di un progetto di rigenerazione urbana da 350 milioni di sterline, finanziato dall’Unione Europea. E poi c’è questo tratto stradale da 77 milioni di sterline, e una nuova linea ferroviaria e una nuova stazione, tutti progetti finanziati dall’Unione Europea. E non è che la cosa sia segreta. Perché ci sono grossi cartelli ovunque a ricordare gli investimenti della UE in Galles.
Camminando per la città, ho avvertito una strana sensazione di irrealtà. E me ne sono davvero resa conto quando ho incontrato un giovane davanti al centro sportivo che mi ha detto di aver votato per il Leave, perché l’Unione Europea non aveva fatto nulla per lui. E ne aveva abbastanza di questa situazione. E in tutta la città le persone mi dicevano la stessa cosa. Mi dicevano che volevano riprendere il controllo, che poi era uno degli slogan della campagna per la Brexit. E mi dicevano che non ne potevano più di immigranti e rifugiati. Erano stufi.
Il che era abbastanza strano. Perché camminando per la città, non ho incontrato un solo immigrato o rifugiato. Ho incontrato una signora polacca che mi ha detto di essere l’unica straniera in paese. E quando ho controllato le statistiche, ho scoperto che Ebbw Vale ha uno dei più bassi tassi di immigrazione del Galles. E quindi ero un po’ confusa, perché non riuscivo a capire da dove le persone avessero preso le informazioni su questo tema. Anche perché erano i tabloid di destra a sostenere questa tesi, ma questo è una roccaforte elettorale della sinistra laburista.
Ma poi, quando è uscito il mio articolo, questa donna mi ha contattato. Mi ha detto di abitare a Ebbw Vale e mi ha detto di tutto quella roba che aveva visto su Facebook durante la campagna elettorale. Io le ho chiesto, quale roba? E lei mi ha parlato di roba che faceva paura, sull’immigrazione in generale, e in particolare sulla Turchia. Allora ho provato a indagare, ma non ho trovato nulla. Perché su Facebook non ci sono archivi degli annunci pubblicitari o di quello ciascuno di noi ha visto sul proprio “news feed”. Non c’è traccia di nulla, buio assoluto.
Questo referendum avrà un profondo effetto per sempre sulla Gran Bretagna, lo sta già avendo: i produttori di auto giapponesi che vennero in Galles e nel nord est offrendo un lavoro a coloro che lo avevano perduto con la chiusura delle miniere di carbone, se ne sono già andati a causa della Brexit. Ebbene, l’intero referendum si è svolto nel buio più assoluto perché si è svolto su Facebook. E quello che accade su Facebook resta su Facebook. Perché soltanto tu sai cosa c’era sul tuo news feed, e poi sparisce per sempre, ma così è impossibile fare qualunque tipo di ricerca. Così non abbiamo idea di quali annunci ci siano stati, di quale impatto hanno avuto, o di quali dati personali sono stati usati per profilare i destinatari dei messaggi. O anche solo chi li ha pagati, quanti soldi ha investito, e nemmeno di quale nazionalità fossero questi investitori.
Noi non lo possiamo sapere ma Facebook lo sa. Facebook ha tutte queste risposte e si rifiuta di condividerle. Il nostro Parlamento ha chiesto numerose volte a Mark Zuckerberg di venire nel Regno Unito e darci le risposte che cerchiamo. Ed ogni volta, lui si è rifiutato. Dovete chiedervi perché. Perché io e altri giornalisti abbiamo scoperto che molti reati sono stati compiuti durante il referendum. E sono stati fatti su Facebook.
Questo è accaduto perché nel Regno Unito noi abbiamo un limite ai soldi che puoi spendere in campagna elettorale. Esiste perché nel diciannovesimo secolo le persone andavano in giro con letteralmente carriole cariche di soldi per comprarsi i voti. Per questo venne votata una legge che lo vieta e mette dei limiti. Ma questa legge non funziona più. La campagna elettorale del referendum infatti si è svolto soprattutto online. E tu puoi spendere qualunque cifra su Facebook, Google o YouTube e nessuno lo saprà mai, perché queste aziende sono scatole nere. Ed è esattamente quello che è accaduto.
Noi non abbiamo idea delle dimensioni, ma sappiamo con certezza che nei giorni immediatamente precedenti il voto, la campagna ufficiale per il Leave ha riciclato quasi 750 mila sterline attraverso un’altra entità che la commissione elettorale aveva giudicato illegale, e questo sta nei referti della polizia. E con questi soldi illegali, “Vote Leave” ha scaricato una tempesta di disinformazione. Con annunci come questi (si vede un annuncio che dice che 76 milioni di turchi stanno per entrare nell’Unione Europea). E questa è una menzogna. Una menzogna assoluta. La Turchia non sta per entrare nell’Unione Europea. Non c’è nemmeno una discussione in corso nella UE. E la gran parte di noi, non ha mai visto questi annunci perché non eravamo il target scelto. E l’unico motivo per cui possiamo vederli oggi è perché il Parlamento ha costretto Facebook a darceli.
Forse a questo punto potreste pensare, “in fondo parliamo soltanto di un po’ di soldi spesi in più, e di qualche bugia”. Ma questa è stata la più grande frode elettorale del Regno Unito degli ultimi cento anni. Un voto che ha cambiato le sorti di una generazioni deciso dall’uno per cento dell’elettorato. E questo è soltanto uno dei reati che ci sono stati in occasione del referendum.
C’era un altro gruppo, che era guidato da quest’uomo (mostra una foto), Nigel Farage, quello alla sua destra è Trump. E anche questo gruppo, “Leave EU”, ha infranto la legge. Ha violato le norme elettorali e quelle sulla gestione dei dati personali, e anche queste cose sono nei referti della polizia.
Quest’altro uomo (sempre nella stessa foto), è Arron Banks, è quello che ha finanziato la loro campagna. E in una vicenda completamente separata, è stato segnalato alla nostra Agenzia Nazionale Anticrimine, l’equivalente del FBI, perché la commissione elettorale ha concluso che era impossibile sapere da dove venissero i suoi soldi. E anche solo se la provenienza fosse britannica. E non entro neppure nella discussione sulle menzogne che Arron Banks ha detto a proposito dei suoi rapporti segreti con il governo russo.
O la bizzarra tempestività degli incontri di Nigel Farage con Julian Assange e il sodale di Trump, Roger Stone, ora incriminato, subito prima dei due massicci rilasci di informazioni riservate da parte di Wikileaks, entrambi favorevoli a Donald Trump. Ma quello che posso dirvi è che la Brexit e l’elezione di Trump sono strettamente legati. Ci sono dietro le stesse persone, le stesse aziende, gli stessi dati, le stesse tecniche, lo stesso utilizzo dell’odio e della paura.
Questo è quello che postavano su Facebook. E non riesco neanche a chiamarlo menzogna perché ci vedo piuttosto il reato di instillare l’odio (si vede un post con scritto “l’immigrazione senza assimilazione equivale a un’invasione”).
Non ho bisogno di dirvi che odio e paura sono stati seminati in rete in tutto il mondo. Non solo nel Regno Unito e in America, ma in Francia, Ungheria, Brasile, Myanmar e Nuova Zelanda. E sappiamo che c’è come una forza oscura che ci collega tutti globalmente. E che viaggia sulle piattaforme tecnologiche. Ma di tutto questo noi vediamo solo una piccola parte superficiale.
Io ho potuto scoprire qualcosa solo perché ho iniziato a indagare sui rapporti fra Trump e Farage, e su una società chiamata Cambridge Analytica. E ho passato mesi per rintracciare un ex dipendente, Christopher Wiley. E lui mi ha rivelato che questa società, che aveva lavorato sia per Trump che per la Brexit, aveva profilato politicamente le persone per capire le paure di ciascuno di loro, per meglio indirizzare dei post pubblicitari su Facebook. E lo ha fatto ottenendo illecitamente i profili di 87 milioni di utenti Facebook.
C’è voluto un intero anno per convincere Christopher a uscire allo scoperto. E nel frattempo mi sono dovuta trasformare da reporter che raccontava storie a giornalista investigativa. E lui è stato straordinariamente coraggioso, perché Cambridge Analytyca è di proprietà di Robert Mercer, il miliardario che ha finanziato Trump, e che ci ha minacciato moltissime volte per impedire che pubblicassimo tutta la storia. Ma alla fine lo abbiamo fatto lo stesso.
E quando eravamo al giorno prima della pubblicazione abbiamo ricevuto un’altra diffida legale. Non da Cambridge Analytica stavolta. Ma da Facebook. Ci hanno detto che se avessimo pubblicato la storia, ci avrebbero fatto causa. E noi l’abbiamo pubblicata.
Facebook, stavate dalla parte sbagliata della storia in questa vicenda. E lo siete quando vi rifiutate di dare le risposte che ci servono.
Ed è per questo che sono qui. Per rivolgermi a voi direttamente, dei della Silicon Valley… Mark Zuckerberg…. E Sheryl Sandberg, e Larry Page e Sergey Brin e Jack Dorsey, ma mi rivolgo anche ai vostri dipendenti e ai vostri investitori. Cento anni fa il più grande pericolo nelle miniere di carbone del Galles meridionale era il gas. Silenzioso, mortale e invisibile. Per questo facevano entrare prima i canarini, per controllare l’aria. In questo esperimento globale e di massa che stiamo tutti vivendo con i social network, noi britannici siamo i canarini. Noi siamo la prova di quello che accade in una democrazia occidentale quando secoli di norme elettorali vengono spazzate via dalla tecnologia.
La nostra democrazia è in crisi, le nostre leggi non funzionano più, e non sono io a dirlo, è un report del nostro parlamento ad affermarlo. Questa tecnologia che avete inventato è meravigliosa. Ma ora è diventata la scena di un delitto. E voi ne avete le prove. E non basta ripetere che in futuro farete di più per proteggerci. Perché per avere una ragionevole speranza che non accada di nuovo, dobbiamo sapere la verità.
Magari adesso pensate, “beh, parliamo solo di alcuni post pubblicitari, le persone sono più furbe di così, no?”. Se lo faceste vi risponderei: “Buona fortuna, allora”. Perché il referendum sulla Brexit dimostra che la democrazia liberale non funziona più. E voi l’avete messa fuori uso. Questa non è più democrazia - diffondere bugie anonime, pagate con denaro illegale, dio sa proveniente da dove. Questa si chiama “sovversione”, e voi ne siete gli strumenti.
Il nostro Parlamento è stato il primo del mondo a provare a chiamarvi a rispondere delle vostre azioni, ma ha fallito. Voi siete letteralmente fuori dalla portata delle nostre leggi. Non solo quelle britanniche, in questa foto nove parlamenti, nove Stati, sono rappresentati, e Mark Zuckerberg si è rifiutato di venire a rispondere alle loro domande.
Quello che sembrate ignorare è che questo storia è più grande di voi. È più grande di ciascuno di noi. E non riguarda la destra o la sinistra, il Leave o il Remain, Trump o no. Riguarda il fatto se sia possibile avere ancora elezioni libere e corrette. Perché, stando così le cose, io penso di no.
E così la mia domanda per voi oggi è: è questo quello che volete? È così che volete che la storia si ricordi di voi? Come le ancelle dell’autoritarismo che sta crescendo in tutto il mondo? Perché voi siete arrivati per connettere le persone. E vi rifiutate di riconoscere che la vostra tecnologia ci sta dividendo.
La mia domanda per tutti gli altri è: è questo che vogliamo? Che la facciano franca mentre noi ci sediamo per giocare con i nostri telefonini, mentre avanza il buio?
La storia delle valli del Galles meridionale è la storia di una battaglia per i diritti. E quello che è accaduto adesso non è semplicemente un incidente, è un punto di svolta. La democrazia non è scontata. E non è inevitabile. E dobbiamo combattere, dobbiamo vincere e non possiamo permettere che queste aziende tecnologiche abbiano un tale potere senza controlli. Dipende da noi: voi, me, tutti noi. Noi siamo quelli che dobbiamo riprendere il controllo.
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Polizia di Stato, La Sapienza Università di Roma, ASL Roma 1 e Fondazione ANIA uniti per la sicurezza stradale
Centro di eccellenza per la Sicurezza Stradale: primo progetto pilota sul territorio nazionale, che mette a frutto competenze trasversali in materia di sicurezza stradale, grazie alla collaborazione tra la Polizia di Stato, La Sapienza Università di Roma, ASL Roma 1 e Fondazione ANIA. È stato presentato oggi presso il Palazzo del Commendatore, a Roma, il Centro di Eccellenza sulla Sicurezza Stradale, che rende operativo il protocollo sottoscritto dal Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Franco Gabrielli, dal Rettore dell´Università di Roma La Sapienza, Eugenio Gaudio, dal Direttore della ASL Roma 1 Angelo Tanese e dal Presidente della Fondazione ANIA Maria Bianca Farina. Operare sul tema della prevenzione per ridurre l'incidentalità e su quello della sensibilizzazione verso il rischio stradale: questo l'obiettivo su cui convergono i protagonisti con competenze diverse, uniti in una task force congiunta che metterà a sistema esperienze e dati per ricavare un modello predittivo dei comportamenti e dei profili di rischio, che possa abbattere il numero di incidenti stradali. Dopo un´incessante diminuzione delle vittime dal 2001 al 2014, nell´ultimo quinquennio l´andamento del fenomeno infortunistico è divenuto "altalenante" senza, purtroppo, riuscire mai a scendere sotto la soglia delle 3.000 vittime l´anno. Anche il dato parziale, così come risulta dalle statistiche dell´attività della Polizia di Stato e dell´Arma dei Carabinieri, relativo ai primi 11 mesi del 2019, mostra un andamento analogo a quello dell´anno precedente, con 1.492 deceduti (il 3% in meno del 2018 che aveva fatto registrare 1.538 vittime). La complessità del fenomeno infortunistico richiede oggi nuove e più incisive forme di partenariato che possano determinare un´effettiva cooperazione tra partner pubblici e i privati, in vista di sinergie che mettano a fattor comune competenze tecniche, ingegneristiche, di analisi statistiche e psicologiche, con l´obiettivo finale di costruire modelli preventivi del fenomeno dell´incidentalità su strada. In quest´ottica, il Centro di ricerca e formazione si pone l´obiettivo di elevare il livello di sicurezza sulle strade che si declina con una mirata e studiata attività di comunicazione, di comprensione del fenomeno infortunistico in relazione alle cause di inidoneità fisica dei conducenti e di elaborazione e produzione di dati scientifici sul fattore umano alla base degli incidenti stradali, nel solco degli indirizzi che la Commissione Europea ha tracciato in vista della riduzione della mortalità e della lesività sulle strade. I dati sugli incidenti stradali, frutto di un monitoraggio accurato, saranno incorporati in un database in forma anonima che potrà consentire un valido ausilio per la pianificazione di azioni di contrasto mirate. Ognuno dei partner del Centro è in possesso di specifiche competenze ed esperienze sui temi connessi alla sicurezza stradale, e da anni ha sviluppato sul tema progetti innovativi di carattere nazionale ed internazionale. Alcuni di questi vedono già sinergie consolidate tra la Polizia di Stato, la Sapienza Università di Roma e la Fondazione Ania, che insieme hanno curato i progetti "ICARO", la campagna di educazione stradale che dal suo avvio ha raggiunto oltre 600.000 studenti delle scuole di ogni ordine e grado di tutto il territorio italiano, "Chirone" ed "Ania Cares", dedicati all´assistenza psicologica alle vittime di incidenti stradali e ai loro familiari, mentre con l´Azienda Sanitaria Locale Roma 1 è stato attuato il protocollo operativo siglato con la Procura Generale di Roma e la Regione Lazio, in applicazione delle legge sull´omicidio stradale. Nell´ambito delle attività del Centro saranno pianificate anche iniziative di prevenzione rivolte ai cittadini o a specifici target, come scuole, centri anziani e luoghi di lavoro, alle quali sarà affiancata una capillare attività di formazione rivolta al personale sanitario e alle forze di polizia che sono chiamate a intervenire prestando il primo soccorso psicologico alle vittime dirette e indirette degli incidenti. Una forte sinergia, quindi, per il modello multifattoriale dedicato alla prevenzione degli incidenti stradali e alla promozione della salute legata ai comportamenti su strada. Read the full article
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In molti si chiedevano come la polizia di stato utilizzasse il bolide in dotazione ai suoi agenti. La risposta è arrivata su Twitter, con un video che mostra un trasporto di organi effettuato in velocità proprio grazie alla volante fuori dal comune. 'La polizia stradale si attiva per il trasporto ... https://ift.tt/2PLUHpj
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PORTO SAN GIORGIO – Migliaia di presenze per tutta la giornata alla prima edizione del “Motor Show del Fermano”. Domenica scorsa, fin dalle 9 mattino, sono stati esposti per le vie del centro gli ultimi modelli delle principali case automobilistiche di venti concessionarie.
Viale Don Minzoni ha ospitato la passerella di auto e moto d’epoca dell’associazione Campe. All’interno del parcheggio dello scalo ferroviario è stato allestito lo “Smart Electric Drive Experience” dove è stata data la possibilità a tutti di guidare in un circuito con vetture “green”. Attrazioni motoristiche sono state riservate per i più piccoli in via Trevisani (in fila per giochi e simulatori di F1), mentre in via Verdi sono stati sistemati esemplari di valore di auto americane.
Radio Linea ha trasmesso in diretta la giornata con collegamenti dallo stand della Polizia di Stato che aveva in mostra la Lamborghini Huracan e il visitabile “Pullman azzurro” in cui sono state diffuse informazioni e materiale divulgativo sulla sicurezza stradale.
“E’ stato un bellissimo weekend – commenta al Commercio e allo Sport Valerio Vesprini – il primo ‘Motor Show del Fermano’ ha portato presenze anche nelle attività della città. Un ringraziamento va a coloro che, insieme al Comune, hanno voluto e realizzato l’evento (l’associazione Sport Eventi, le concessionarie e le società aderenti) ed hanno scelto Porto San Giorgio come vetrina per i loro ultimissimi modelli. Contiamo di lavorare già da adesso alla prossima edizione inserendo novità nell’interesse dei visitatori e del mercato”.
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Arrestata Greta Thunberg: ancora problemi per l'attivista Greta Thunberg è stata arrestata in Olanda durante una manifestazione contro i combustibili fossili sull'autostrada A12 a L'Aia. L'attivista svedese per il clima Greta Thunberg è stata arrestata a L'Aia, in Olanda, durante una protesta organizzata dal movimento Extinction Rebellion (XR) contro l'uso dei combustibili fossili. Thunberg, insieme a numerosi altri manifestanti, ha bloccato la circolazione sull'autostrada A12 che attraversa la città, una delle arterie principali della regione. Greta Thunberg e la sua lotta contro i combustibili fossili Secondo quanto riportato dai media svedesi, la polizia olandese ha spiegato di aver agito per ripristinare l'ordine pubblico e la sicurezza stradale. Gli agenti hanno utilizzato cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti e liberare l'autostrada. Questa è solo l'ultima di una serie di azioni di disobbedienza civile che hanno visto Thunberg coinvolta. La giovane attivista è diventata un simbolo globale della lotta contro i cambiamenti climatici, ispirando milioni di persone in tutto il mondo a mobilitarsi per un futuro più sostenibile. Arresti recenti e la determinazione di Thunberg Non è la prima volta che Greta Thunberg si trova in una situazione del genere. A maggio, è stata arrestata a Malmö mentre protestava contro la partecipazione di Israele all'Eurovision. Due settimane fa, è stata nuovamente arrestata durante una manifestazione di Extinction Rebellion a Helsinki. Ogni arresto non ha fatto altro che rafforzare la sua determinazione a combattere per il clima. La protesta a L'Aia è stata caratterizzata da una partecipazione massiccia e pacifica, nonostante l'intervento della polizia. I manifestanti hanno sottolineato l'urgenza di abbandonare i combustibili fossili e di adottare politiche più sostenibili per combattere il cambiamento climatico. Extinction Rebellion ha organizzato l'evento come parte di una serie di iniziative globali volte a sensibilizzare l'opinione pubblica e a spingere i governi ad agire concretamente. Greta Thunberg continua a essere una voce potente e influente nel movimento ambientalista. Il suo impegno incrollabile e la sua capacità di mobilitare le masse sono una testimonianza della sua dedizione alla causa. Anche se le sue azioni portano spesso a conseguenze legali, Thunberg non mostra segni di voler rallentare la sua campagna per un pianeta più sano e sostenibile.
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Terzo continente per il quarto P Zero World: dopo Los Angeles, Monaco di Baviera e Monte Carlo, Pirelli apre a Dubai il suo nuovo flagship store – espressione della strategia retail della P lunga ma anche del suo posizionamento sul mercato – e lo fa nel contesto che ha saputo porsi come fulcro tra i paesi del Golfo e il resto del mondo. Una parata di oltre 60 supercar di appassionati e collezionisti locali ha salutato l’apertura del nuovo negozio, dopo aver attraversato la capitale dell’Emirato; il giorno successivo, invece, oltre 200 vetture hanno calcato l’asfalto del circuito Yas Marina di Abu Dhabi per la P Zero Experience, il trackday firmato Pirelli.
Il concetto di P Zero World è stato spesso sintetizzato come “la boutique del pneumatico”, un negozio dove i clienti trovano i prodotti più esclusivi della gamma Pirelli oltre a servizi dedicati al mondo delle auto sportive e di lusso. I P Zero World sono gli unici negozi dove scoprire l’intera offerta della P lunga, come il P Zero Trofeo R, il pneumatico con omologazione stradale più performante della gamma; qui si possono trovare le gomme Pirelli Collezione, progettate per tutelare l’originalità delle auto classiche ma con tecnologie all’avanguardia. Naturalmente, tutta la gamma Pirelli è a disposizione dei clienti, compresa quella Moto e quella Velo così come gli accessori firmati Pirelli Design. Fra i servizi esclusivi per i clienti del nuovo P Zero World, il car valet e la courtesy car, ma non solo: qui è possibile vivere completamente l’esperienza Pirelli, dalle immagini del calendario più celebre del mondo all’esposizione del “fiore” composto dai pneumatici da F1. Insomma, l’espressione della strategia di Pirelli, focalizzata sull’alto e altissimo di gamma, quel settore del mercato che mostra una crescita continua e dove l’azienda milanese ha saputo conquistare una leadership riconosciuta da clienti e costruttori automobilistici: in cifre, significa presidiare oltre la metà del primo equipaggiamento delle vetture prestige. Se più di una supercar su due è gommata Pirelli, anche fra le auto premium la P lunga ha saputo conquistare più del 20% del mercato, confermando la leadership sull’high value.
Perchè a Dubai?
Dubai, al centro degli Emirati Arabi Uniti, è stato nella sua storia un importante hub commerciale e portuale, il che lo ha reso l’emirato più aperto a influssi e tendenze in arrivo dal resto del mondo. Non a caso, nel 2020 sarà ospitato l’Expo, l’esposizione universale che richiamerà 25 milioni di turisti. A Dubai, la passione per l’auto ha saputo radicarsi in modo forte e rappresenta per importanza il secondo mercato di tutto il Golfo, dietro solo all’Arabia Saudita. Gli Emirati Uniti assieme sono il fulcro del mercato dell’auto di lusso in Medio Oriente, area dove per i prossimi anni si prevede una crescita del 4-5% annuo per le quattro ruote di lusso. Prova di questa passione ne è lo stesso corpo di Polizia di Dubai che possiede un parco auto da collezionisti: Lamborghini Aventador, Ferrari FF, Bentley Continental GT, McLaren 12C e Audi R8 sono solo alcune delle supercar con lampeggianti e livrea bianco-verde. Alcune di queste, hanno guidato la parata di 60 auto sportive che si sono presentate all’apertura del P Zero World. E a Dubai è attiva anche la W Motors, la prima azienda araba produttrice di hypercar. Una Fenyr SuperSport gommata Pirelli è stata anche ospitata all’apertura del P Zero World e, a rappresentare il costruttore, era presente il CEO di W Motors, Ralph R. Debbas. Costruttore esclusivo e visionario, W Motors è stata capace di incastonare 240 diamanti nei fari anteriori o creare un display a ologrammi per l’abitacolo.
All’evento è stata anche esposta una Aston Martin Zagato: per il carrozziere milanese, la presenza a Dubai ha rappresentato l’inizio delle celebrazioni per il centenario dalla nascita, festeggiato assieme all’apertura del P Zero World.
Non stupisce, insomma, che a Dubai – e più in generale negli Emirati Arabi – questa passione per l’auto sportiva si accompagni a scelte precise e chiare degli automobilisti. Parlando di pneumatici, l’omologazione e la marcatura hanno un’importanza strategica in questo mercato, dove la tendenza dei proprietari di supercar è quella di acquistare pneumatici marcati al cambio gomme, cioè quelli progettati per l’auto che si guida. Una scelta che dà sostanza alla strategia aziendale che Pirelli chiama “Perfect Fit” e di cui è leader di mercato. La marcatura dei pneumatici identifica quelli realizzati appositamente per un modello specifico, con simboli identificativi per i vari costruttori. Queste gomme nascono grazie a un percorso di co-sviluppo fra Pirelli e i car maker che dura 2-3 anni e dà vita a pneumatici omologati specificatamente per le vetture su cui devono essere montati. Una garanzia fondamentale per i proprietari di queste auto che sanno così di poter ottenere il massimo delle prestazioni e il comportamento perfetto che gli ingegneri del costruttore hanno progettato.
Caffè italiano e Track Expert
Il P Zero World di Dubai nasce in una nuova struttura, su una superficie di oltre 600 metri quadrati, divisi fra showroom e officina, dove lavorano 5 tecnici, 2 venditori e un’addetta alla reception. Quattro i ponti disponibili dove si possono eseguire tutte le operazioni sugli pneumatici, utilizzando i migliori macchinari del mondo. Fra questi, i più moderni laser per l’allineamento delle ruote o sistemi di montaggio completamente automatici che non richiedono l’intervento umano e garantiscono un lavoro perfetto grazie a soluzioni tecniche specifiche che evitano ogni danno ai cerchi. Inoltre, il P Zero World di Dubai si è dotato di uno dei più veloci macchinari per il bilanciamento capace di risolvere problemi – come vibrazioni sul volante – che i sistemi tradizionali non permettono di identificare.
Nell’attesa, i clienti possono divertirsi con un simulatore F1 a dimensione naturale e godere di un vero caffè italiano, offerto dal bar del P Zero World, mentre i tecnici si prendono cura dell’auto. A disposizione dei clienti, anche un Track Expert, un professionista pronto a dare utili consigli sull’assetto della macchina e sulla gestione dei pneumatici, oltre che suggerimenti specifici per la guida in pista.
“La strategia retail di Pirelli – ha spiegato Gaetano Trezza, Head of Trade&Operative Marketing di Pirelli – è focalizzata sull’attivazione di punti vendita in collaborazione con partner già attivi sul luogo, come nel caso di Dubai con il nostro distributore Al Hawai che lavora esclusivamente con Pirelli da 32 anni. Significa poter contare su una clientela già fidelizzata ma soprattutto sull’affidabilità e la competenza di imprenditori con la passione per il nostro mestiere. All’interno di questa strategia, il P Zero World è la punta di diamante dove i clienti scoprono il nostro marchio, prodotti esclusivi, servizi del massimo livello e un contesto studiato ad hoc. Inoltre, possono scoprire anche i brand nostri partner che ci aiutano a creare quell’ambiente capace di distinguere il P Zero World da ogni altro gommista. Prossimo appuntamento: l’apertura del P Zero World di Melbourne in Australia.
Pirelli apre il P Zero World di Dubai Terzo continente per il quarto P Zero World: dopo Los Angeles, Monaco di Baviera e Monte Carlo, Pirelli apre a Dubai il suo nuovo flagship store - espressione della strategia retail della P lunga ma anche del suo posizionamento sul mercato - e lo fa nel contesto che ha saputo porsi come fulcro tra i paesi del Golfo e il resto del mondo.
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JESI, 4 novembre 2018 – Cerimonia di inaugurazione, questa mattina, dell’esposizione che intende ricordare il centenario della fine della prima guerra mondiale, celebrare e dare il giusto riconoscimento ai tanti jesini che in quel conflitto sacrificarono la loro vita, esaltare le qualità di quanti hanno ottenuto la concessione di alti riconoscimenti quali medaglie d’oro, d’argento, di bronzo o croci di guerra.
L’iniziativa si deve ad un comitato tra Associazioni combattentistiche e d’Arma e Famiglie Caduti e Dispersi in guerra, coordinato da Raffaele Tiberi, che ha allestito l’esposizione nei locali del Palazzo del Convegni, in Corso Matteotti, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale.
A presiedere la cerimonia – che ha fatto seguito alle celebrazioni del 4 novembre, giorno dell’Unità Nazionale e giornata delle Forze Armate – il sindaco Massimo Bacci, con lui il vice, Luca Butini, tanti rappresentanti delle associazioni d’arma, uomini dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Stradale, appartenenti alla Guardia di Finanza ed ai Vigili del Fuoco, oltre a molte persone che hanno voluto ricordare il sacrificio dei tanti concittadini per la grandezza della Patria. Una volta all’interno del salone espositivo il primo cittadino ha rivolto un pensiero a quanti si sono adoperati in quei tristi anni del conflitto e a quelli che, nonostante l’inferiorità dell’armamento, sono riusciti a sconfiggere l’invasore respingendolo al di là del confine.
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Tiberi, dopo aver ringraziato tutti i suoi collaboratori e l’Amministrazione comunale, ha raccontato il lungo tempo trascorso nella preparazione dell’esposizione, illustrando anche i criteri adottati nel presentare l’evento.
Dalle ricerche fatte, i cittadini jesini che hanno sacrificato la loro esistenza combattendo in difesa della Patria sono stati 390: i loro nomi, disposti per ordine alfabetico, sono riportati sui tanti pannelli collocati a ridosso delle pareti. Grazie alle ricerche fatte, per ognuno dei caduti sono stati anche riportati sia l’arma di appartenenza che il grado militare ricoperto, il reparto presso il quale erano in forza, la data della morte e la causa che ha provocato il decesso. In un lato della sala, sempre su appositi pannelli, sono stati riportati i nominativi di 80 jesini che in occasione dell’evento bellico hanno conseguito un significativo riconoscimento: in tutto sono stati 86, ad uno dei quali è stata assegnata la medaglia d’oro.
Oltre ai tanti nominativi, la mostra presenta molte fotografie risalenti all’epoca del conflitto mondiale con immagini di uomini, gruppi, mezzi operativi, particolari di assalto. Purtroppo, per questioni di sicurezza e di leggi, non è stato possibile mettere in mostra le armi leggere usate dai militari che avrebbero dato l’idea di quella che è stata la guerra.
In alcuni banchetti sono stati posti in bella vista volumi di vario genere come l’Albo d’Oro dei Militari Marchigiani del Regio Esercito, della Regia Marina, della Regia Guardia di Finanza e altri ancora.
I primi jesini che hanno visitato la mostra sono usciti dal Palazzo dei Convegni soddisfatti per varie ragioni, innanzi tutto perché sono venuti a conoscenza di fatti e persone vissute oltre un secolo fa che hanno dato la vita per questa nostra Italia, poi perché si sono resi conto che per realizzare questa mostra hanno lavorato in tanti. E questi meritano un grazie da tutti. Oltre a Raffele Tiberi i riconoscimenti vanno: al suo vice, Ranieri Gagliardini ed ai soci Cardinali, Mazzarini, Bigi, Ciattaglia, Brugiati, Barchiesi, Bezzeccheri, Bolognini, Montesi, Raffaeli.
La mostra rimarrà aperta fino a giovedì prossimo, 8 novembre, dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 17 alle 20.
(s.b.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
JESI / CENTENARIO FINE DELLA GRANDE GUERRA: LA MOSTRA CHE RICORDA IL VALORE E IL SACRIFICIO DEGLI JESINI (FOTO) JESI, 4 novembre 2018 - Cerimonia di inaugurazione, questa mattina, dell’esposizione che intende ricordare il centenario…
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«Marciamo per la nostra dignità, ma anche per quella dell’Italia e degli italiani. Cona è una vergogna e va chiusa». Non vogliono continuare a vivere in un ex caserma dove la dignità umana è ogni giorno calpestata, dove le condizioni di vita sono disumane, “dove d’inverno fa freddo e d’estate si muore di caldo”, dove si mangia male e c’è sporcizia. “No Cona“, gridano i migranti, “diritti e documenti”. E’ questo che chiedono i circa 200 richiedenti asilo che si sono messi in marcia martedì, 14 novembre, dal centro di accoglienza (Cpa) di Conetta, frazione di Cona, nella campagna veneziana. Carichi di borse o trolley sulle spalle, tirando valigie o in sella a biciclette, hanno percorso decine di chilometri al giorno, ore di camminolungo gli argini del Brenta, secondo un itinerario stabilito dalle autorità per evitare disagi alla circolazione stradale, sotto lo stretto controllo delle forze dell’ordine. Il tutto per andare a parlare con il Prefetto, per capire come andare oltre la protesta e trovare migliori condizioni di vita. Maggiore dignità e rispetto dei diritti fondamentali. Dopo una notte passata in chiesa a Codevigo, il corteo dei migranti si è rimesso in strada: direzione Mira. Dopo alcuni momenti di tensione con la Polizia, nel primo pomeriggio di ieri, i richiedenti asilo sono stati bloccati a Bojon (Venezia). Per ore è andata avanti una lunga trattativa per avere un incontro con il prefetto di Venezia, Carlo Boffi. Poi la situazione si è sbloccata quando era già buio. Prefetto e questore hanno fatto presenti le difficoltà pratiche (cibo, pernottamenti, ordine pubblico) e chiesto cinque giorni di tempo per cercare di organizzare, con i tecnici dei vari enti, qualche luogo alternativo di accoglienza. Intanto, quel che è certo è che i migranti non torneranno a Cona. Questa notte sono stati ospitati al caldo in diverse parrocchie della zona. In cambio, stamani, prima di ripartire, i migranti hanno risistemato e ripulito “con estrema cura” il luogo di culto. Intanto, undici mesi dopo la morte di Sandrine Bakayoko, la giovane ivoriana deceduta per una trombosi polmonare proprio nel Cpa di Conetta il 2 gennaio scorso (allora, era stato disposto il trasferimento in altri luoghi di oltre cento migranti), c’è stata un’altra vittima: si tratta di Traore Salif, 35 anni, anche lui ivoriano, travolto mercoledì sera mentre stava raggiungendo la marcia in bicicletta (oggi, il prefetto opta per la stessa soluzione soltanto per una quindicina di richiedenti asilo). Il ministro dell’Interno Marco Minniti era accorso a Padova il 22 marzo scorso, dopo che a Cona si era verificato un tentativo di stupro nei confronti di una donna di 41 anni del posto, per rassicurare i sindaci sull’imminente chiusura dei centri di Cona e della vicina Bagnoli di Sopra. Ma al momento attuale le sue promesse sono cadute nel vuoto. La società civile intanto reagisce e fa partire l’appello “Incontriamo a Venezia chi marcia per la dignità e la speranza”, sottoscritto da un gruppo di docenti, professionisti e intellettuali, perché le domande dei profughi siano ascoltate e meditate dai veneziani. «Il trattamento inumano qui subito da donne e uomini che sono in fuga da guerre, persecuzioni, cambiamenti climatici, fame e miseria, è lo specchio del fallimento di una politica che altrove mostra il volto dei respingimenti, degli accordi in Libia, delle torture e del mercato degli schiavi, della chiusura delle frontiere e della mancata ricollocazione nei diversi Paesi dell’Unione Europea». L’invito è rivolto a tutti i veneziani, con l’avvio di alcuni hashtag quali #MarchofDignity #MarchofHope #RefugeesWelcome: «Nelle prossime ore i richiedenti asilo di Cona raggiungeranno Venezia per chiedere di essere ascoltati dal Governo. Uniamoci a loro. La nostra città ha una lunga e solida tradizione di accoglienza. Prepariamoci ad accoglierli, a ospitarli, a sostenerli in ogni forma possibile. Non possiamo lasciarli soli. Anche perché la loro battaglia è quella di tutte e tutti per la conquista di nuovi e più ampi diritti di cittadinanza. Nel ricordo di Sandrine e di Salif Traorè, marciamo anche noi per la dignità e la speranza».
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In diretta su Facebook mentre guida: 31enne si schianta e muore
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In diretta su Facebook mentre guida: 31enne si schianta e muore
Tragedia a Padova nella giornata di ieri. Un giovane di 31 anni ha infatti perso la vita mentre si trovava alla guida della sua vettura e, nel contempo, era in diretta su Facebook.
L’auto è finita contro un palo della luce
Yassine Harchi, 31enne di origine marocchina, ha perso la vita ieri mattina attorno alle 8. Il giovane, a bordo della sua Alfa, stava guidando sulle strade della provincia di Padova con attiva una diretta su Facebook.
Nel video, postato poco dopo le 7.30, si vede lo sventurato ragazzo sorridere, fare smorfie e agitare le mani tra lo schermo dello smartphone e il volante dell’Alfa 147.
Per alcuni secondi si vede pure la strada davanti a lui che, secondo alcuni, potrebbe essere la A13 Padova – Bologna. Nel video in diretta su Facebook che gli è costato la vita, il giovane marocchino ha inquadrato pure il contachilometri e il cruscotto della macchina.
L’ultima immagine del filmato, che rimanda a un effetto di accartocciamento, mostra il ragazzo che chiude il telefono. Lo schianto mortale è avvenuto pochi minuti dopo.
Secondo le ricostruzioni, Yassine avrebbe perso il controllo del mezzo sulla strada di San Pietro Viminario. La macchina avrebbe così colpito un pilone della luce accartocciandosi su se stessa. L’epilogo, purtroppo, è dei peggiori.
Il giovane è morto, che gestiva una piccola impresa di pulizie e viveva con la famiglia, è morto sul luogo dell’incidente.
Nell’abitacolo dell’auto non è stato trovato lo smartphone. Il device potrebbe essere finito nel fossato ai lati della carreggiata dove è avvenuta la tragedia durante le operazioni di recupero del mezzo.
Questa storia terribile è l’ennesima che dimostra quanto il cellulare sia una delle principali cause di distrazione alla guida. Purtroppo, nell’ultimo anno, è aumentato il numero delle persone decedute per questo motivo.
I dati della Polizia Stradale parlano infatti di 940 morti nel 2016 e di 979 in questo 2017 non ancora finito.
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Settant'anni di Polizia stradale, tutto pronto per il concerto della banda
Settant’anni di Polizia stradale, tutto pronto per il concerto della banda
Alessandria News Cresce l’attesa per il concerto di domani, giovedì 22 giugno, quando a Novi Ligure si esibirà la banda della Polizia di Stato. Un evento unico, che vedrà più di 80 orchestrali sfilare per le vie della città e poi attestarsi in piazza Matteotti per il concerto vero e proprio. All’Outlet mostra fotografica ed esibizione di mezzi
AlessandriaNews.it http://ift.tt/2rOUI14
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