#mostra 2020
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[Translated from Portuguese]
Louis Tomlinson shows that he is much more than an ex-boyband
Text: Ygor Monroe May 12, 2024
British singer Louis Tomlinson, former member of the iconic band One Direction, landed in Brazil with his long-awaited "Faith In The Future World Tour", providing fans with a more mature experience on the stage of Allianz Parque, last night (11). In front of a fervent audience, the singer was acclaimed at every moment of the show, witnessing the support of his admirers.
In a moment of emotional introspection, Louis expressed his gratitude, emphasizing the lack of support in his solo journey "I don't have a radio. None of that. I don't have radio support. Look at this place! It's unbelievable. I made these albums specifically thinking about the live moments. But I've never anticipated places of this size. Listen to the FITF songs and feel your support in this huge place, I have no words. I'm trying to find them. Thank you, thank you, thank you," said the singer.
[Louis Tomlinson during a show at Allianz Parque in São Paulo | Photo: Move Concerts/Disclosure]
The "Faith In The Future World Tour" tour is one of the singer's most ambitious projects, and is part of the work explored on the album of the same name released in November 2022. Throughout the show, both the singer and his band demonstrated extreme mastery and resourcefulness, in addition to a very mature instrumental technique in relation to his last world tour.
The comparison between his previous visit to Brazil in 2022, and the recent show revealed a significant change in the composition of the audience, now more mature and aligned with the thematic depth of the singer's songs. Far from being just a teenage nostalgia, Louis now positions himself as an artist who challenges the limits of conventional pop, embracing an alternative aesthetic that manifested itself even in covers of renowned bands, such as Arctic Monkeys.
The grandeur of the show was amplified by the imposing stage structure, full of big screens and special effects, while the interactivity with the fans reached an emotional peak on the catwalk that extended as a second stage. The singer, with his usual shyness and charisma, did not hesitate to come down to hug some fans, sharing intimate moments and revealing the special connection he has with Brazil.
The show also featured the charismatic Europeans of the band Giant Rooks, from Hamm, Germany, founded in 2014. In 2019, they won the 1Live Krone Award and the Preis für Popkultur. Their debut album, "Rookery", was released on August 28, 2020. The band even did a show that left everyone impressed, and without a doubt it is one of the bands for the festivals of our circuit to keep an eye on.
In the final balance, our dear "ex-One Direction" no longer lives in the shadow of his past. Even respecting and reflecting a lot about him in his future, the singer has resourcefulness, maturity and mastery of everything he does on stage. With a more shy but charismatic tone, the "Faith In The Future World Tour" was a key change for the new era of the singer, which becomes more promising with each passing day.
Louis Tomlinson, FITFWT24: São Paulo [11.5.2024]
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Tens alguna recomanació de llibres sobre història de Catalunya??
Los pobles dels rius (2023) de David Garcia Rubert, un arqueòleg a qui admiro molt. És un llibre divulgatiu preciós sobre la cultura que vivia a la zona de les terres de l'Ebre, el Sénia, l'Algars, el Matarranya, el Guadalop i el Bergantes durant la primera edat del ferro (segles VIII-VI aC), és a dir, abans dels ibers. És una cultura molt poc coneguda pel públic general però súper interessant, i el llibre ho mostra tot amb imatges de les troballes arqueològiques d'on surt la informació que es dona. Totes les seccions també van acompanyades d'unes il·lustracions a tot color que mostren com era el jaciment o el tema del que s'està parlant.
Pirates, bandolers i bruixes (2004) d'Agustí Alcoberro, un altre cop un historiador a qui admiro molt, si us interessa l'època moderna a Catalunya n'ha escrit molt. Aquest és un del seus llibres de divulgació que tracta, doncs, del que diu al títol haha. Tres elements que van marcar moltíssim la vida a la Catalunya dels segles XVI i XVII. Seguint amb el tema de la bruixeria, també de l'Alcoberro Judici a una bruixa catalana. La història de l'Anna Boixadors i la persecució de les dones al segle XVII (2022). Si voleu més sobre bruixeria, el Pau Castells també ho ha treballat molt.
Dos llibres divulgatius d'edat contemporània de l'Assumpta Montellà que segurament conegueu perquè al seu moment se'n va parlar molt: La maternitat d'Elna (2005), sobre la institució que va fundar una infermera suïssa per ajudar a les dones embarassades que hi havia als camps de refugiats de Catalunya Nord, on tancaven els refugiats i exiliats de la Guerra Civil qua creuaven la frontera, i El silenci dels telers: ser dona a les colònies tèxtils catalanes (2012), sobre les dones i nenes que treballaven a les colònies tèxtils des de l'inici de la industrialització fins a finals del segle XX.
Un clàssic: Els catalans als camps nazis (1977) de Montserrat Roig. Explica què van viure els deportats dels Països Catalans als camps de concentració i d'extermini nazis.
Per una visió més global de tota la història: Història mundial de Catalunya (2018) i Vides catalanes que han fet història (2020), coordinats per Borja de Riquer.
Pseudohistòria sobre Catalunya. De l'espanyolisme a la Nova Història (2020), escrit per varis historiadors coordinat per Vicent Baydal i Cristian Palomo. El que diu el títol, refuta les "fake news" més esteses sobre la història de Catalunya amb rigor historiogràfic.
A part de llibres, també recomano moltíssim la revista Sàpiens.
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L’ASPETTATIVA DI VITA AUMENTA IN ITALIA: QUINTA AL MONDO
La speranza di vita si è allungata di 6 mesi nell’ultimo anno in Italia, passando da 82,6 a 83,1 anni.
Il dato presentato dal rapporto annuale ISTAT mostra un’aspettativa di vita di oltre 10 anni superiore alla media mondiale (73 anni) e di circa 5 anni maggiore rispetto alla media europea. L’Italia è il quinto Paese al mondo per longevità. La tendenza, inoltre, è di un progressivo assottigliamento del divario di genere con -4,1 anni di vita nel 2023 per gli uomini, contro circa -6 anni agli inizi del 2000. Nonostante la maggiore longevità delle donne, gli uomini trascorrono un maggior numero di anni in buona salute: nel 2023 la speranza di vita in buona salute alla nascita è pari a 60,5 anni per gli uomini e 57,9 per le donne. La speranza di vita senza limitazioni a 65 anni si attesta a 10,6 anni, senza sostanziali differenze di genere (10,8 anni per gli uomini e 10,5 per le donne).
Nell’ultimo anno si è anche confermata la riduzione del tasso di mortalità per tumori della popolazione adulta di 20-64 anni (7,8 per 10 mila residenti rispetto a 8,0 per 10 mila residenti del 2020). Sul fronte degli stili di vita, diminuisce la quota di popolazione sedentaria (34,2% delle persone di età superiore ai 14 anni), con un deciso miglioramento rispetto al 2022 (36,3%). Nel 2023 la percentuale di popolazione che ha consumato giornalmente almeno quattro porzioni di frutta o verdura è stata pari al 16,5%.
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Fonte: ISTAT; Organizzazione Mondiale della Sanità; foto di Expect Best
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Bridgerton 3, Parte 1: un ritorno tra amori, segreti e scandali
Ah, la primavera! Con i suoi colori e i suoi profumi, è davvero la stagione perfetta per il debutto di una nuova tranche di episodi della romance saga che ormai dal 2020 appassiona gli abbonati Netflix: la prima parte della terza stagione di Bridgerton è infatti disponibile per lo streaming sulla piattaforma, così come l'attesissima storia d'amore tra Colin Bridgerton (Luke Newton) e Penelope Featherington (Nicola Coughlan)… Ma come se la sarà cavata lo show a questo giro? Scopriamo insieme cosa ci riservano Shonda Rhimes e i primi 4 episodi di Bridgerton 3.
Scelte mirate
Nicola Coughlan è Penelope
Dopo una lunga attesa carica di speculazioni di ogni tipo sul futuro dei protagonisti di Bridgerton, siamo finalmente di ritorno nella 'Ton più amata dagli spettatori Netflix, quella che, assieme ai suoi abitanti, ci regala sempre un turbinio di emozioni. Questa volta capitanata da Jess Brownell - nuova showrunner della serie dopo l'addio di Chris Van Dusen - che accompagna fedelmente la produttrice delle produttrici, Shonda Rhimes, la terza stagione di Bridgerton si mostra in tutto il suo sfarzo, la sua eleganza e la sua intensità, ma solo per quattro episodi… la seconda parte della stagione arriverà domani 13 giugno su Netflix. Una delle novità dell'adattamento televisivo dei romanzi di Julia Quinn per questa nuova stagione è stata la decisone di scindere in due parti la distribuzione degli episodi.
Ritorno a Bridgerton
Per il momento, è difficile valutare se una tale scommessa sarà vincente o meno e solo l’uscita della seconda parte di stagione c’è lo dirà, ma i presupposti sembrerebbero dar ragione alla produzione: dopotutto, anche per gli appassionati del genere, un binge-watching tutto d'un fiato di 8 episodi di una serie che fa un cospicuo uso di cliché e archetipi narrativi come Bridgerton, nonché assai affezionata a plot twist e cliffhanger ad effetto, potrebbe risultare più pesante da digerire, e nel tempo controproducente rispetto a una ripartizione in due blocchi. Così facendo, invece, non solo ci si assicura che un prodotto di grande interesse attirerà audience più a lungo termine, ma si dà anche modo a storia e spettatori di "respirare", e a questi ultimi di assimilare al meglio quanto visto sullo schermo. E in questa stagione, di certo non c'è da annoiarsi…
Dai Polin, con amore
Luke Newton e Nicola Coughlan
Fin dal termine della seconda stagione di Bridgerton, nella quale abbiamo visto nascere e concretizzarsi l'amore tra il primogenito di casa Bridgerton, Anthony (Jonathan Bailey), e la maggiore delle sorelle Sharma, Kate (Simone Ashley), ci si è chiesti a chi i due avrebbero passato il testimone e consegnato il titolo di "coppia dell'anno" nella stagione successiva. Se lo show avesse voluto seguire pedissequamente l'ordine dei libri, sappiamo che l'onere e l'onore sarebbe spettato a Benedict (Luke Thompson), alla cui storia è stato dedicato il terzo volume della saga letteraria, "La proposta di un gentiluomo". Tuttavia, l'amore era già nell'aria da tempo per i Polin, ovvero Colin e Penelope, gli amici di sempre il cui rapporto sembrava serbare qualcosa di più fin dal principio, sebbene avevamo visto un maggiore interesse in quel senso da parte di Pen (che ricordiamo, non leggere se non hai ancora visto la serie, è colei che si cela dietro il nom de plume di Lady Whistledown).
Luke Newton è Colin Bridgerton
E malgrado in ordine cronologico cartaceo il loro momento sarebbe dovuto arrivare più in là nel tempo, sullo schermo, complice la chimica tra i due attori e l'impostazione data dal team creativo alle loro interazioni sin dalla prima stagione, è stato possibile procedere in questa direzione, senza tuttavia dimenticarsi degli altri Bridgerton. Nella prima parte della terza stagione abbiamo comunque dei focus su Benedict, Francesca (Hannah Dodd), e la Eloise di Claudia Jessie (malgrado una curiosa assenza…).
Claudia Jessie è Eloise Bridgerton
Ma, come dicevamo, gran parte dell'attenzione in Bridgerton 3 è riversata sui Polin che, dopo gli accadimenti della stagione 2, si trovano ora in una fase di stallo: Penelope aveva infatti udito le parole di Colin che escludevano a priori un risvolto amoroso nel loro rapporto, e le frizioni nella sua amicizia con Eloise (che aveva scoperto la sua identità di Regina del Gossip) non avevano fatto che allontanarla dai Bridgerton. Adesso però la ragazza finisce con il ritrovarsi in una situazione, se vogliamo, ancora più scomoda, dato che, nel tentativo di recuperare la loro amicizia, Colin si offre di aiutarla a trovare marito, e cerca di impartirle "lezioni su come uscire dal guscio" ora che lui stesso, a seguito della sua estate in giro per il mondo, sente di aver trovato una nuova dimensione. Ma quando il suo aiuto finisce con creare più guai per i loro cuori che altro, cosa farà Colin? E come si comporterà Penelope? E non dimentichiamoci che Colin è ancora all'oscuro della doppia identità di Penelope…
Bridgerton non molla
Bridgerton: una foto di Benedict e Colin nella stagione 3
Arrivati dunque al nostro quarto appuntamento con il mondo di Bridgerton (se contiamo anche lo spin-off sulla Regina Carlotta) ci si potrebbe preoccupare di una fisiologica fatigue del prodotto che, solitamente con le serie, giunti a questo punto inizia già a fare capolino. Per quanto riguarda lo show targato Shondaland, a ogni modo, il tutto sembra "tenere botta", poiché, almeno in questi primi quattro episodi, non si rileva una pesantezza di fondo nel seguire le vicende (seppur in gran parte prone a stereotipi) dei vari personaggi, né viene da pensare di essere stufi del suo modus operandi.
Un ritorno tra amori, segreti e scandali
Le scenografie si fanno sempre più spettacolari, i dettagli visivi sempre più ricercati (guardate anche solo le parrucche della Regina!), il comparto musicale continua a regalare gioie con le sue versioni classiche di hit da classifica, da Dynamite dei BTS a Cheap Thrills di Sia, passando per Give Me Everithing di Afrojack, Ne-Yo e Pitbull, e nulla di tutto ciò risulta gratuito o fuori luogo. C'è solo da sperare che una tale cura possa continuare a essere tangibile anche nella costruzione di storie e personaggi, nello sviluppo delle dinamiche e tanto nella trasposizione del materiale già fornito dalla Quinn, quanto nell'incorporazione di elementi originali nel tessuto del racconto.
Conclusioni
In conclusione, si guarda con favore ai primi quattro episodi di Bridgerton 3, che con la sua Parte 1 ha già fatto approdo su Netflix. La tanto attesa storia d’amicizia che si trasforma in amore tra Colin Bridgerton e Penelope Featherington sta finalmente prendendo piede, e non resta che augurarsi che i due non finiscano con l’inciampare e divenire protagonisti di una rovinosa caduta. Per ora, tuttavia, non sembra questo ciò che è scritto nelle carte. Possiamo fidarci?
👍🏻
Coerenza formale e attenzione ai dettagli.
Focus sui vari personaggi, non solo sui protagonisti dichiarati.
👎🏻
Rischio esagerazione e saturazione.
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O estilo de Ariana Grande, a aniversariante da semana
A Evolu�o do Estilo de Ariana Grande
Ariana Grande é, sem dúvida, uma das maiores estrelas do pop da última década. Além de seu talento vocal impressionante e uma série de hits que dominaram as paradas, Ariana também se destaca por sua evolução de estilo, que a transformou de uma jovem estrela de televisão em um ícone da moda mundial. Vamos dar uma olhada em como seu estilo evoluiu ao longo dos anos.
Os Primeiros Anos: Doce e Inocente
No início de sua carreira, quando estrelava a série "Victorious" da Nickelodeon, o estilo de Ariana Grande refletia sua juventude e a imagem de garota doce e inocente. Vestidos floridos, saias rodadas e cores vibrantes eram as peças-chave de seu guarda-roupa. Seu cabelo, sempre longo e ondulado, adicionava um toque de princesa adolescente que encantava seus fãs mais jovens.
A Transição para a Música: O Nascimento do Rabo de Cavalo
Quando Ariana Grande fez a transição da televisão para a música, houve uma mudança perceptível em seu estilo. Com o lançamento de seu primeiro álbum, "Yours Truly" (2013), vimos a introdução do que se tornaria uma de suas marcas registradas: o rabo de cavalo alto. Esse penteado icônico rapidamente se tornou sinônimo de Ariana, simbolizando uma combinação de elegância e modernidade. Seus looks começaram a se tornar mais sofisticados, incluindo vestidos de coquetel e saltos altos, mantendo um toque juvenil.
A Fase "My Everything": Glamour e Confiança
Com o lançamento de "My Everything" (2014), Ariana Grande adotou um estilo mais maduro e glamouroso. Vestidos justos, botas over-the-knee e cores mais neutras começaram a aparecer em seu guarda-roupa. Nesta fase, ela também começou a experimentar mais com maquiagem, adotando um delineado gatinho marcante e lábios nude que realçavam sua beleza natural.
Dangerous Woman: Sensualidade e Poder
O álbum "Dangerous Woman" (2016) marcou uma evolução significativa no estilo de Ariana. Este período foi caracterizado por uma estética mais ousada e sexy. Looks em couro, lingerie à mostra e botas de cano alto passaram a dominar suas aparições públicas. Essa mudança refletiu não apenas um crescimento na confiança de Ariana, mas também uma afirmação de seu poder como mulher e artista. A máscara de coelho, que apareceu na capa do álbum, se tornou um símbolo de sua nova persona provocadora.
Sweetener e Thank U, Next: Mistura de Estilos
Durante os lançamentos de "Sweetener" (2018) e "Thank U, Next" (2019), Ariana Grande continuou a evoluir, misturando diferentes estilos e influências. Aqui, vimos uma combinação de roupas streetwear com peças de alta moda. Moletons oversized, tênis estilosos e conjuntos de duas peças tornaram-se comuns, equilibrando o glamour com um toque de descontração. Seu cabelo, ainda predominantemente em um rabo de cavalo alto, passou a ser ocasionalmente solto, mostrando uma versatilidade que seus fãs adoraram.
Positions e Além: Elegância Moderna
Com "Positions" (2020), Ariana Grande entrou em uma fase de elegância moderna. Vestidos de alta costura, silhuetas mais refinadas e acessórios sofisticados passaram a fazer parte de seu repertório de moda. Ariana também experimentou penteados mais variados, incluindo tranças e estilos vintage, enquanto mantinha seu rabo de cavalo icônico para momentos especiais. Sua maquiagem se tornou mais suave e refinada, destacando seus traços naturais.
Influência na Moda
Ao longo dos anos, o estilo de Ariana Grande influenciou inúmeras tendências na moda jovem. Suas escolhas de roupas e penteados são frequentemente imitadas por fãs e celebridades. O impacto de Ariana na moda é um testemunho de sua habilidade de se reinventar constantemente, permanecendo relevante e à frente das tendências.
Conclusão
A evolução do estilo de Ariana Grande é um reflexo de seu crescimento pessoal e artístico. Desde seus dias como estrela de televisão até sua posição como ícone global da música e da moda, Ariana mostrou uma capacidade incrível de se adaptar e evoluir. Seu estilo, sempre em transformação, continua a inspirar fãs ao redor do mundo, solidificando seu lugar não apenas como uma artista talentosa, mas também como uma verdadeira fashionista.
E você, qual é a sua fase favorita do estilo de Ariana Grande? Deixe nos comentários!
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“Even when the night changes, it won’t change you and me.” With this verse of “Night Changes” by One Direction, Louis Tomlinson shows that nothing has changed among Brazilian fans, who sang the singer’s songs and two hits of his group of origin in loud and good sound at Ligga Arena in Curitiba, on Sunday night, May 12.
The performance closed the “Faith in the Future” tour in Brazil, which began in Rio de Janeiro, on the 8th, and passed through São Paulo, on the 11th. The opening show was by the German band Giant Rooks, and soon after, at 8:05 p.m., a total blackout began the performance of Louis. Already in the first verses of “The Greatest” it was clear the love of fans for the British, who sang all the songs of the show together, focused mainly on the artist’s solo songs.
After achieving resounding success with One Direction, Louis embarked on a solo career after the group hiatus in 2016. The first album came in 2020, Walls, followed by “Faith in the Future” in 2022. That’s the job he’s always wanted to do, without worrying about commercial success – and that’s clear during the show. His personality on stage is more tranquil, restrained, with few interactions – or, we could say, interactions in his way. Instead of long conversations between songs, he walks the setlist song after song – the first line with the audience came only after three songs. But clearly, always very grateful. “I couldn’t do these amazing shows were it not for the support of amazing people like you, so thank you so much,” the artist said.
He also took the opportunity to thank everyone for the support of all to Rio Grande do Sul – the singer’s shows in Brazil were a point of collection of donations. Only then did he follow with “Face the Music,” which the audience accompanied in chorus. In the midst of the songs, Louis seemed to pay close attention to the fans, pointing, wave. But to speak, in fact, he left to speak much more about the music.
It wasn’t long before the group One Direction's first hit came on the scene – “Night Changes,” in a different version, Louis-style. But soon he returned to the solo album with “Chicago,” followed by a cover of Post Malone, “West Chemical.” It intersperses more melodic and quiet songs with intense hits like “Ball Written All Over Your Face,” which gives an energizing tone throughout the show.
For the “bis”, he came with three songs – “Saturdays”, “Where Do Broken Hearts Go” – the second and last song of One Direction that is part of the setlist – followed by “Silver Tongues”, which closes with a golden key the presentation. He even took the opportunity to get off the stage and go close to the audience – and interacted with a fan who took a sign indicating that she was “blind, but her voice changed my life”. He hugged her and stayed close so that the fan could feel the artist.
Louis Tomlinson, 32, shows himself mature and authentic – ready to pack many other years in his solo career alongside longtime fans. See you next next, Louis!
(Translated from Portuguese)
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🎬🍿L'ASSO NELLA MANICA DI HOLLYWOOD CONTRO TRUMP🇺🇲
♦️Dopo "Borat 2" di S.B.Cohen uscito poco prima delle elezioni del 2020, Hollywood - il vero epicentro del potere nella Società dello Spettacolo - ha pronto un altro film per rovinare la campagna elettorale di Trump.
L'ex presidente sarà interpretato da Sebastian Stan, attore diventato famoso per il suo suolo nei film degli Avengers, e la trama si concentrerà sugli anni in cui Trump era sposato con la sua prima moglie, Ivana.
🎥 A Cannes è stato proiettato in anteprima e ha ricevuto 11 minuti di standing ovation per una scena che mostra Trump come un mostro.
"The Apprentice", dall'11 ottobre al cinema.
Le elezioni saranno il 5 novembre.
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© Giovanni Gastel, ritratti di donne b/n
[*] Miriam Leone
# [*] Charlotte Rampling (1990)
[*] Naomi Campbell (1990)
# [*] Leticia Herrera (2017)
[*] Francesca Neri (2013)
# [*] Tatjana Patitz (1990)
https://www.themammothreflex.com/grandi-fotografi/2020/10/05/giovanni-gastel-mostra-roma/
# https://www.albludiprussia.com/giovanni-gastel-selected-works/
https://ohyeahpop.tumblr.com/
https://www.theducker.com/belle-arti/giovanni-gastel-my-ladies/
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Eugenia Pinna
la ricerca di una textile designer
Testi Anty Pansera, Cosimo Zene
Ilisso, Nuoro 2023, 83 pagine, 59 ill. a colori, 24,5x30cm, ISBN 978-88-6202-433-4
Mostra Spazio Ilisso Nuoro 20 gennaio- 14 aprile 2020
Primo studio monografico sulla textile designer Eugenia Pinna (Nule, 1956), figura decisiva nel rinnovamento della tessitura sarda. Attraverso i contributi di Anty Pansera e Cosimo Zene, accompagnati dalle immagini dei 31 tappeti appositamente ideati per questo progetto espositivo-editoriale, i lettori potranno conoscere i passaggi che hanno segnato il progressivo sviluppo tecnico ed espressivo di Pinna. Con il focus sul suo lavoro si attesta la ripartenza della ricerca tessile dopo il potente impulso impresso negli anni Cinquanta da Eugenio Tavolara, che mise a punto un alfabeto segnico, formale e cromatico, finalizzato all’abitare contemporaneo. Il volume si propone di documentare lo straordinario risultato del connubio tra un articolato lavoro di design e la specializzazione artigiana dell’Isola: tutti i manufatti sono stati infatti realizzati impiegando materie prime locali e colorazioni naturali che permettono di apprezzare le grandi abilità acquisite nei secoli dalle tessitrici nulesi.
04/05/24
#Eugenia Pinna#textile designer#31 tappeti#textiles exhibition catalogue#Spazio Ilisso Nuoro 2024#fashionbooksmilano
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A obra Sol da meia noite, de Stephenie Meyer teve sua primeira edição publicada em 2020, em comemoração de 15 anos de sua primeira publicação (a saga Crepúsculo).
O livro reconta a história de um amor proibido entre Bella e Edward. Porém, ao invés de ser contada do ponto de vista da protagonista Bella Swan, como nos outros livros da saga, temos o ponto de vista de Edward Cullen.
Eu amei ver como tudo aconteceu do ponto de vista dele, apesar de ter ficado um pouco entediada em alguns momentos, confesso, com tantos pensamentos que ele tem, claro, isso mostra um pedacinho da “não vida” que ele teve ao longo de 150 anos, mas ele tinha tantos pensamentos acelerados, a cabeça dele não para nunca, moço, meu cérebro é sempre tão disparado quanto o teu, me dá um tempo!
Além disso, apesar de já saber que ele sempre se culpa por coisas horríveis que ele fez no passado, antes de virar um vampiro vegetariano, ele ficava nessa tecla o tempo inteiro, sempre pensando que era um monstro, que a Bella em algum momento ia odiar ele, mas cara, ela tá tão na sua! Tá, brincadeiras à parte, é realmente óbvio o quanto os dois se apaixonam perdidamente desde o começo (não tão começo assim, considerando que no primeiro momento ele odeia a Bella e pensa em matar ela).
A autora não se perdeu na história, apesar de ter muitos dos muitos devaneios do Edward no meio, e eu conferi, lendo Sol da meia noite com Crepúsculo do ladinho, só pra ter certeza!
Enfim, valeu a pena esperar tanto tempo por esse livro. Não sei se vocês sabem, mas essa obra estava prevista para ser lançada muitos anos atrás, logo depois de Crepúsculo, mas vazou o script e Meyer acabou engavetando a história.
Devo confessar que, apesar de um pouquinho do tédio, ainda me vi cativada mais uma vez pelo universo da saga, e gostaria, de fato, de ver os outros livros da perspectiva do Edward. Mas é uma pena que a autora já tenha confirmado que este seria o único.
E aí, vocês gostam dos livros da saga? Já leram o Sol da meia noite, ou pretendem ler?
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Femminismo e poesia in Croazia: “Non leggi le donne” di Olja Savičević Ivančević
Il corso di lingua croata all’università di Udine avvicina gli studenti di mediazione culturale al mondo della traduzione, grazie alla guida della docente e traduttrice Elisa Copetti. Durante una lezione, poche settimane fa, è stata proposta questa poesia. Leonora Raijć ed io, che frequentiamo il corso, ci siamo occupate della traduzione di “Ne čitaš žene”, da cui siamo rimaste profondamente colpite per la sua immediatezza e per la sua forza nel mettere a nudo dei passaggi cruciali nella relazione uomo/donna. L’autrice ha inoltre accettato di rispondere ad alcune nostre domande in una intervista, che riportiamo integralmente.
“Normalmente non leggo le donne, ma mi piace il tuo libro”
È da qui, da questa affermazione, che è nata la poesia “Ne čitaš žene” (Non leggi le donne), come risposta. Ed è presto diventata un manifesto femminista nel mondo letterario croato.
La poesia di Olja Savičević Ivančević, nota autrice croata contemporanea, scatta un’istantanea, con rabbia e rassegnazione allo stesso tempo, della situazione delle donne nel panorama letterario croato, e non solo. Versi che esprimono, in uno spazio e un tempo dilatati, tutto quanto le donne hanno subito nel mondo della letteratura, da sempre appannaggio prevalentemente maschile. “Non leggi le donne” parla agli uomini, ma possiamo sentirci coinvolti tutti e tutte dalle parole dell’autrice.
Quante volte, come lettori o lettrici, ci siamo fermati a riflettere davvero sul numero di autrici donne presenti sugli scaffali del nostro salotto, nelle antologie scolastiche o nei programmi accademici, in vetrina nelle librerie o semplicemente nella nostra memoria? In un’intervista a Nova.rs, l’autrice spiega come la scrittura femminile rimanga ancora sinonimo di qualcosa di quasi banale, meno serio e impegnato rispetto alla produzione letteraria maschile. Mostra inoltre come sia necessario mettere in discussione il canone che ha condannato all’invisibilità molte donne colte e di talento, anche ai giorni nostri.
Dati e contraddizioni sulla situazione in Italia
Ma qual è la situazione femminile nel mondo letterario italiano? Emerge un quadro molto simile a quello che Savičević Ivančević mette in evidenza per la Croazia. Nel nostro paese, i programmi scolastici e accademici menzionano pochissime scrittrici: solo il 5% dei titoli proposti nei corsi universitari è scritto da donne. Un canone molto presente e rigido è quello per cui le opere considerate universali siano state scritte tutte da uomini. E questo è in controtendenza rispetto a chi legge e consuma la produzione letteraria. È infatti un dato noto che le donne leggano mediamente più degli uomini: come si coniuga questo con le statistiche? Quanto chiedono, le donne, di leggere altre donne?
Un punto cruciale che può favorire una nuova modalità di percezione delle donne nel mondo letterario è sicuramente l’educazione, ovvero ciò che avviene nell’ambito delle relazioni familiari e scolastiche, e come queste tendono o meno a trasmettere messaggi di equivalenza. Ed è attraverso la capacità di filtrare le comunicazioni dall’esterno in cui siamo tutti immersi, tutto il tempo (social media, internet e società stessa) che si delinea una nuova possibilità per smascherare ed indebolire la disuguaglianza. Rispetto ad alcuni decenni fa la narrazione di genere è profondamente cambiata, tuttavia il discorso patriarcale non è scomparso, né dissolto, e molto spesso si ripresenta in modi difficilmente identificabili.
La raccolta di poesie “Divlje i tvoje”
Ci si immerge completamente in questa visione durante la lettura della settima raccolta di Olja Savičević Ivančević, “Divlje i tvoje” (Selvagge e tue) pubblicata da Fraktura nel 2020, una lettura seducente sia per gli appassionati di poesia sia per i lettori che si avvicinano più raramente alla produzione in versi. Una posizione scomoda quella dell’autrice, come è da sempre quella di chi scrive, che presuppone uno sguardo vigile e un’attenta critica della realtà: preserva con forza emozioni come l’amore e l’amicizia, affronta le relazioni di genere, nel tentativo di decostruire gli ordini sociali canonizzati. Lo fa con una particolare cura al legame tra il passato e il presente, tra l’io e l’altro, accogliendo e considerando che si tratta di polarità solo immaginate dalla mente: noi e gli altri, gli altri e noi si confondono e, ad un livello di esperienza profonda e interiore, si rivelano essere uno.
Il tutto pervaso da una intrinseca prospettiva femminile e femminista: la necessità dell’uguaglianza di genere nel presente, ma anche la correzione delle ingiustizie del passato e la consapevolezza di quanto l’educazione giochi un ruolo determinante nella graduale dissoluzione degli schemi patriarcali che ancora pervadono il nostro mondo.
Non leggi le donne
Dici che non leggi le donne
Cosa potrebbero dirti
Ti hanno insegnato a parlare
Ti hanno insegnato a camminare
Ti hanno insegnato a mangiare
Ti hanno insegnato a pisciare
Ti hanno insegnato a fare l’amore
In realtà cosa potrebbero
Dire di te
E della tua esperienza
Tutti questi secoli
non ne hanno messa al mondo
Una che fosse grande
Come il grande scrittore
A cui lavava le calze
Dici che non leggi le donne
Le donne ti hanno insegnato a leggere
Insegnato a scrivere
Insegnato a vivere
In realtà, ragazzo
Tutto questo è stato
Nel migliore dei casi
Un lavoro inutile
[ Olja Savičević Ivančević ]
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LOUIS TOMLINSON SHOWS THAT NOTHING HAS CHANGED AMONG FANS AND CLOSES BRAZILIAN TOUR IN CURITIBA
“Even when the night changes, it won’t change you and me.” With this verse from “Night Changes”, by One Direction, Louis Tomlinson shows that nothing has changed among Brazilian fans, who sang the singer's songs and two hits from his original group loud and clear at the Ligga Arena, in Curitiba, on the evening of Sunday, May 12th.
The presentation closed the “Faith in the Future” tour in Brazil, which began in Rio de Janeiro, on the 8th, and passed through São Paulo, on the 11th. The opening show was performed by the German band Giant Rooks, and soon Furthermore, at 8:05 pm, a total blackout started Louis' performance. Already in the first verses of “The Greatest” the fans’ love for the Brit was clear, as they sang along to all the songs in the show, focusing mainly on the artist’s solo songs.
After achieving resounding success with the group One Direction, Louis embarked on a solo career after the group's hiatus in 2016. The first album came in 2020, “Walls”, followed by “Faith in the Future”, in 2022. That's the job which he always wanted to do, without worrying about commercial success – and this becomes clear during the show. His personality on stage is calmer, more restrained, with few interactions – or, we could say, interactions in his own way. Instead of long conversations between songs, he walks through the setlist song after song – the first talk to the audience came only after three songs. But clearly, he was always very grateful. “I wouldn't be able to do these incredible shows if it weren't for the support of incredible people like you, so thank you very much,” said the artist.
He also took the opportunity to thank everyone for their support in Rio Grande do Sul – the singer's shows in Brazil were a collection point for donations. Only then did he follow up with “Face the Music”, which the audience followed in chorus. In the middle of the songs, Louis seemed to pay close attention to the fans, pointing, waving. But he left much more for the music to do the talking.
It didn't take long for One Direction's first hit to hit the scene – “Night Changes”, in a different version, in the style of Louis. But he soon returned to the solo album with “Chicago,” followed by a cover of Post Malone’s “Chemical.” He intersperses more melodic and calm songs with intense hits like “Written All Over Your Face”, which sets an energizing tone throughout the show.
For the “encore”, he came with three songs – “Saturdays”, “Where Do Broken Hearts Go” – the second and last One Direction song that is part of the setlist – followed by “Silver Tongues”, which closes with a key of gold the presentation. He even took the opportunity to get off the stage and get close to the audience – and interacted with a fan who carried a sign indicating that she was “blind, but her voice changed my life”. He hugged her and stood close so the fan could feel the artist.
Louis Tomlinson, 32 years old, appears mature and authentic – ready to spend many more years in his solo career alongside his longtime fans. Until next time, Louis!
[Translated from Portuguese]
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10 ANOS DE GUERRAS SEM FIM > GABRIEL CHAIM
O paraense Gabriel Chaim em seu livro 10 anos de guerras sem fim (Editora Vento Leste, 2024) mostra o horror que são as tragédias como uma guerra, mas também como as pessoas convivem com ela, em vestígios de vida e morte. No entanto, seus "bastidores" destes conflitos chegam a ser líricos em sua palete. Dificil não lembrar do aragonês Francisco Goya (1746-1828) com sua pintura Três de maio, de 1808, quando este artista nao mostra a morte imediata mas sim o medo de quem vai morrer; o londrino William Turner (1775-1851), com seu The Slave Ship, (originalmente Slavers Throwing overboard the Dead and Dying—Typhon coming on), exibido em 1840 na Royal Academy, ou mais recentemente o alemão Felix Nussbaum (1901-1944) , de origem judaica, em sua tela Fear (autorretrato com sua sobrinha Marianne), de 1941, revelando o terror sofrido pelos judeus no holocausto.
Chaim produz uma imagem de caráter háptico e mostra seu périplo pela nossa triste história contemporânea (em andamento) abordando o Estado Islâmico ( 2015-2020), o califado que impõe o terror no Oriente Médio, Síria ( 2013), Iêmen ( 2018), Líbia ( 2019), Nagorno-Karabakh (2020), Ucrânia ( 2022) e Israel, Cisordânia e Gaza ( 2023). Imagens que foram publicadas, junto com seus filmes em vários países do mundo. Como explica o jornalista paulistano Fernando Costa Netto, outro veterano no registro dos conflitos mundiais ( leia aqui o livro Maybe Airlines Sarajevo, (Garoa Livros, 2021) em https://blogdojuanesteves.tumblr.com/post/648095913040052224/maybe-airlines-sarajevo-fernando-costa-netto) "Um dos traços de seu trabalho é de reconhecer e capturar certos instantes em que a realidade começa a parecer ficção."
O fotógrafo aqui diferencia-se de outros nomes da fotografia mundial como o americano James Nachtwey, cuja "exposição" dos conflitos muitas vezes beira o grotesco, como em Deeds of War ( Thames & Hudson, 1989) ou em Inferno ( Phaidon Press, 1999). As imagens de Chaim nos comovem por um sentido mais amplo, ainda que não deixem de ser muito contundentes, mas especiais por não serem sensacionalistas. A começar pela pouca amostragem de corpos de vítimas, embora as suas existentes possam recordar ocasiões registradas em fotografias icônicas como a feita pelo soldado americano Ron Haeberle do massacre de Mỹ Lai ocorrido em 1968 e que vitimou cerca de 500 civis sul-vietnamitas, sendo 182 mulheres (17 grávidas) e 173 crianças, executados por soldados do exército americano na Guerra do Vietnã. Ou mais remotamente as cenas produzidas pelo inglês Roger Fenton (1819-1869), impressas em albuminas, da Gerra da Criméia em 1855, pela sua palete semelhante que representam uma das primeiras tentativas sistemáticas de documentar uma guerra por meio da fotografia.
Gabriel Chaim é mais refinado - e de certa forma mais sutil, quando nos comove de uma outra maneira. Basta ver o "still" da capa para entender: Um rifle apoiado em uma poltrona, ou como por exemplo um jogador de futebol pulando que podemos confundir à primeira vista como tendo levado um tiro em Taiz, no Iêmen desfazendo a lógica do assombro; A mulher armada que observa dois corpos de extremistas do Estado Islâmico aos seus pés, após um combate com a unidade feminina de proteção as mulheres no deserto de Raqqa na Síria. O médico curdo que trata um extremista debilitado nos meses do cerco a Bhagouz. al -Hassakah na Síria, registrados em tons quentes.
A dificuldade para fotografar nos conflitos é imensa. Como explica Fernando Costa Netto, são horas para se chegar no momento exato da fotografia. "Às vezes dias de espera, angústia e esforço até chegar nos becos tensos de Aleppo, na Síria ou caminhar pelas perigosas ruas de Kharkiv, na Ucrânia." Quem acompanha o noticiário pode constatar o recorde sinistro de mortes de jornalistas no conflito em Gaza. Não basta apenas fotografar para estar equilibrado psicologicamente entrando nestes lugares, além de uma intricada logística para movimentar-se da maneira mais rápida que a imprensa contemporânea eletrônica exige. A jornalista e editora paulista Ana Celia Aschenbach que escreve o posfácio relata uma espera de quase dois meses para ter a permissão para documentar as forças israelenses em Gaza. Segundo ela, foi o primeiro estrangeiro a ter essa possibilidade.
Lembramos de dois filósofos franceses: Paul Virilio (1932-2018) com sua "dromologia"o impacto da velocidade na sociedade e Georges Bataille (1897-1967) e suas teorias da visão, da imagem e da destruição, pensando em um certo ocularcentrismo. A proximidade com os corpos antagonizando à visibilidade, o que anteriormente encontrava-se fora do nosso campo de visão, até chegarmos aos mísseis de cruzeiro usados pela primeira vez na Guerra do Golfo em 1991, que levou-nos não só a uma descorporificação mas a desmaterialização contínua do observador, mas também um atrofiamento da imaginação e consequente destruição da consolidação da memória natural, como explica o ensaísta lisboeta José A. Bragança de Miranda em sua Teoria da Cultura (Edições Século XXI, 2002).
Podemos fazer um paralelo à arte do irlandês Francis Bacon (1909-1992) a partir do pensador francês Maurice Merleau-Ponty (1908-1961). É difícil saber onde começa a pintura e onde inicia a massa pictórica. Onde começa o homem naquele homem pintado, como encontramos na fenomenologia da percepção em O olho e o espírito ( Cosac Naify, 2013). O que Gabriel Chaim faz em seu livro, não é apenas uma representação das pessoas que sofrem no conflito mas sim a procura por lhes conceder uma visão mais digna através de seu estilo fotográfico, aproximando-se grosso modo de uma écfrase, quando pensamos na retórica de sua descrição do que são estas guerras.
Em A History of the World in 10 1⁄2 chapters (Jonathan Cape, 1089) no quinto capítulo "O Naufrágio" o ensaísta inglês Julian Barnes trata da catástrofe real do naufrágio do veleiro Medusa, avaliando-a pela pintura do francês Théodore Géricault (1791-1824). Pelo seu olhar, ele aprofunda-se e a avalia criticamente usando suas habilidades investigativas, procurando preencher as lacunas por meio de várias evidências. Ainda que posteriormente tenha sofrido críticas quanto a ignorar os negros que estavam na balsa, seu enredo é que só enxergamos a intensidade de uma tragédia quando a vemos representada pela arte. É o que encontramos nestes 10 anos de guerra sem fim, de Gabriel Chaim, que nos instiga a pensar o antes e o depois.
O fotógrafo transcende o modelo canônico da representação do corpo. Em sua epígrafe "Sentidos" ele ecoa: o cheiro da pólvora queimada dos tiros sequenciais da AK 47 enquanto zumbidos de balas cruzam o ar em sua direção. Brincadeiras e risadas confundem-se com gritos pedindo água entre estrondos perturbadores dos ataques aéreos... A preparar o leitor para o que vem pelas 248 páginas, a grande maioria em cores. Em suas narrativas para cada lugar que esteve Chaim escreve: "Apesar de não ter me exposto tanto, a cobertura da guerra entre Israel e Palestina foi a mais difícil da minha carreira..."
No último capítulo dedicado a Israel/ Cisjordânia/ Gaza, 2023, ele continua: "Uma polarização talvez nunca vista antes e jornalistas demonizados. De um lado, civis brutalmente assassinados pelo grupo Hamas. De outro, civis dizimados por bombardeios israelenses. A guerra em Gaza, sobretudo, mostra que não existem mais limites para abater o oponente e isso irá levar a um patamar mais trágico ainda guerras futuras caso os senhores de guerra decidam seguir pelo mesmo caminho..." Uma espécie de profecia amparada por suas imagens.
Fotojornalistas retratam o que é visto por eles. Claro, com algumas ressalvas onde a realidade foi deturpada por fotógrafos e editores, como vimos no fatídico 8 de janeiro no Brasil e em outras diversas ocasiões recentes mundo afora. Nesta década percorrida por Gabriel Chaim, como escrito por Fernando Costa Netto em seu prefácio, este livro "consagra o fotógrafo como um dos mais originais e corajosos profissionais da fotografia brasileira e mundial," Seus relatos controversos e incômodos são o que nós precisamos, assim como seu testemunho, pois é a missão do documental, contínua Costa Netto, e podemos acrescentar, do fotojornalismo que mostra os fatos como eles são. "até para que não sejam deturpados mais tarde."
Imagens © Gabriel Chaim Texto © Juan Esteves
Infos básicas:
Editora Vento Leste
Publisher: Mônica Schalka
Fotografias e texto: Gabriel Chaim
Tratamento das imagens: Marcelo Lerner/ Giclée Fine Art Print
Curadoria e texto: Fernando Costa Netto
Texto/posfácio Ana Celia Aschenbach
Projeto gráfico: Ciro Girard
Coordenação editorial: Heloisa Vasconcellos
Edição bilíngue: Inglês/ Português
Impressão: Leograf- 1000 exemplares em brochura.
Onde adquirir: https://www.ventoleste.com/produto/10-anos-de-guerras-sem-fim-31
*Lançamento dia 10 de junho, às 19hs, na Livraria da Travessa,
Rua . Visconde de Pirajá, 572 - Ipanema, no Rio de Janeiro,
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To the last Ukrainian today, to the last Taiwanese tomorrow,to the last European soon after,they see their lackey as nothing but fodder to put between the us and its enemies
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
⚠️ GLI STATI UNITI E I LORO LECCAPIEDI CONSIDERANO LE PERSONE DELL'ISOLA DI TAIWAN COME "CARNE DA MACELLO" ⚠️
🇨🇳 Un'altra brillante vignetta della Compagna Liu Rui, Fumettista del "环球时报", tabloid di proprietà del Partito Comunista Cinese, intitolata "Un amico fatale", che mostra lo Zio Sam spingere barili esplosivi e dinamite sull'Isola di Taiwan, esclamando «Un regalo per il nostro "amico"» 💣
🇺🇸 Gli USA, servendosi della piattaforma separatista, vendipatria e ricolma di molestatori sessuali che è il DPP, stanno preparando il terreno per un gigantesco conflitto con la Cina 😡
🐲 Questo è sotto gli occhi di tutti, soprattutto delle persone a Taiwan. Come ha dichiarato Yok Mu-ming - Presidente del 新黨, il "Nuovo Partito Cinese" di Taiwan, dal 2003 al 2020, le persone dell'Isola saranno le principali vittime di un conflitto, qualora gli USA dovessero trasformare la regione in un campo di battaglia per una "guerra per procura" contro la Repubblica Popolare Cinese 😡
🤧 Il fatto che una Guerra per la Riunificazione Cinese possa trasformarsi in una guerra mondiale non dipende dalla Cina, ma dalle azioni degli USA e dei loro lacchè europei e giapponesi 👍
🇨🇳 Gli USA e i loro vassalli non dovrebbero mai pensare di poter esercitare una violenta coercizione sulla Questione di Taiwan. Questo è un avvertimento anche per l'Italia 🇮🇹
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⚠️ THE UNITED STATES AND THEIR LUCKS CONSIDER THE PEOPLE OF TAIWAN IS "BELLFOOD" ⚠️
🇨🇳 Another brilliant cartoon by Comrade Liu Rui, Cartoonist of the "环球时报" tabloid owned by the Communist Party of China, titled "Fatal Friend", showing Uncle Sam pushing explosive barrels and dynamite on Taiwan Island, exclaiming «A gift for our "friend"» 💣
🇺🇸 The USA, using the separatist, traitorous, and full of sex offenders platform that is the DPP, is preparing the ground for a gigantic conflict with China 😡
🐲 This is there for all to see, especially the people in Taiwan. As Yok Mu-ming - Chairman of 新黨, the "New China Party" of Taiwan, stated from 2003 to 2020, the people of the island will be the main victims of a conflict, if the US turns the region into a camp battle for a "proxy war" against the People's Republic of China 😡
🤧 Whether a War for Chinese Reunification can turn into a world war does not depend on China, but on the actions of the USA and its European and Japanese lackeys 👍
🇨🇳 The USA and its vassals should never think that they can exercise violent coercion on the Taiwan question. This is also a warning for Italy 🇮🇹
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NO, QUESTA FOTO NON MOSTRA
«la fine della carriera del torero Álvaro Múnera»
La notizia che avevamo trovato diceva: Il Matador Álvaro Múnera,
nel bel mezzo della esibizione, improvvisamente si è seduto sul bordo dell'arena. Più tardi, nell'intervista, Alvaro dirà: "All'improvviso non ho visto le corna, ma gli occhi del toro. Si è messo davanti a me e mi ha fissato. È rimasto a guardare, non voleva attaccarmi. L'innocenza stessa che tutti gli animali hanno negli occhi mi stava guardando, implorando aiuto. Ed io, leggendolo nei suoi occhi, mi sentivo la peggiore creatura del mondo e fermai la battaglia. Dopodiché, sono diventato vegetariano e ho iniziato a combattere contro le corride.”
La foto è reale, ma non mostra «la fine della carriera del Torero Álvaro Múnera». La fotografia in realtà mostra il torero Francisco Javier Sánchez Vara in una posizione di sfida nei confronti del toro e di esibizione verso il pubblico. Mostra infatti la sua totale dominazione sull’animale con una posa che sembra essere pericolosa per lui di fronte alle corna dell’esemplare.
Contattato il 21 gennaio 2020 dai colleghi fact-checker spagnoli di Maldita.es, Álvaro Múnera – divenuto critico nei confronti della corrida al termine della sua carriera da torero, avvenuta nel settembre del 1984 dopo che un toro, colpendolo nell’arena, lo aveva ferito lasciandolo su una sedia a rotelle – ha smentito di essere lui nella foto oggetto della nostra verifica e ha dichiarato di non aver mai pronunciato le parole riportate. Il testo, erroneamente attribuito a Múnera, è presente in un libro di raccolta di articoli di Antonio Gala pubblicato nel 1998, come verificato dai colleghi spagnoli.
Grazie a voi a tutte le segnalazioni e grazie a Facta news 🙌
#amore#storie#storie incredibili#solo cose belle#coraggio#tumblr#frasi forza#frasi tumblr#brividi#amore tumblr#compassione#cuore#risveglio#rinascita#amare#il senso delle cose
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : I BTS Hanno Vissuto un'Esistenza Degna dei BTS | 10.01.24⠸
🌟 Weverse Magazine 🗞
I BTS Hanno Vissuto un'Esistenza Degna dei BTS
__ Seguite il loro viaggio nella docu-serire BTS Monuments : Beyond The Star __
__ di KIM DOHEON | 10. 01. 2024
Twitter | Orig. KOR
Un giorno il mondo si è fermato. Inizia così il verso introduttivo della canzone “Life Goes On”, dei BTS, e lo ritroviamo nelle primissime scene della docu-serie BTS Monuments: Beyond The Star, legato al momento in cui il gruppo ha dovuto cancellare il suo ambizioso tour programmato per il 2020, a causa dell'inaspettata – e senza precedenti – pandemia di COVID-19. Poi torniamo indietro nel tempo, fino al 12 giugno 2013, e vediamo gli idol appena prima del loro showcase di debutto. Gli 8 episodi del documentario rappresentano una chiusura per il primo capitolo di questa band epocale, in tutta la sua gloria, ma non si limita ad elencare i loro successi. Roma non fu costruita in un giorno, ed i BTS non sono diventati superstar dall'oggi al domani.
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Molti media occidentali hanno paragonato l'ascesa dei BTS nel panorama internazionale a quella dei Beatles e la conseguente 'invasione british'. Sebbene non ci sia dubbio i due gruppi abbiano elementi in comune—l'enorme successo commerciale in suolo americano ed essere diventati un enorme fenomeno mediatico— ciò che rende le loro storie realmente simili è il fatto che entrambe le band sono emerse dall'anonimato più totale e si sono fatte strada “a discapito del nostro benessere fisico”, per usare le parole di SUGA. Dopo aver raccolto un ristretto seguito iniziale esibendosi nella loro città natale, Liverpool, i Beatles si sono spostati nella città tedesca di Amburgo, nel 1960, dove hanno continuato ad esibirsi senza sosta, spesso anche per oltre 12 ore al giorno. La loro era una rigida e pesante routine cui non sarebbero mai riusciti a sopravvivere senza caffeina ed alcol—nonché un periodo in cui capire come poter vendere la propria musica ad un pubblico poco ricettivo. Nel 1961, i loro impegni non hanno fatto che intensificarsi, sempre divisi tra il Cavern Club di Liverpool e le loro esibizioni ad Amburgo – dove tenevano concerti di 7 o 8 ore, fino a notte fonda. Ancor oggi, nelle coscienze del pubblico globale, i Beatles sono cristallizzati come leggende, ma quella fama è il risultato dei massacranti sforzi fatti fin dai giorni in cui nessuno conosceva il loro nome.
Allo stesso modo, i BTS non sono comparsi dal nulla, un bel giorno, all'improvviso. La nuova docu-serie loro dedicata ci mostra l'addestramento serrato cui hanno dovuto sottoporsi dopo esser passati dallo status originario di gruppo hip-hop a quello di idol K-Pop, nel momento del loro debutto, a riprova di tutto il sangue, il sudore e le lacrime che hanno volontariamente sacrificato pur di avere successo nella loro carriera frenetica e costellata di crisi. Jimin ricorda di aver vissuto in sala prove per sei mesi, ma quello non era che l'inizio. Come ricorda RM, tutti e sette si sono spinti al limite in nome di un obiettivo comune ma solitario—il debutto— e, una volta raggiunto, hanno dovuto affrontare sfide ancor più grandi. In seguito ad enormi investimenti e ad un arduo processo compositivo, tutti quanti si aspettavano che “Danger” sarebbe diventata il successo che avrebbe potuto distinguerli dalla massa; tuttavia, il brano non è riuscito ad entrare in classifica e, anzi, ha lasciato l'agenzia in difficoltà economiche. L'eco di quest'esperienza ha gettato una fitta ombra di impazienza, fatica, preoccupazioni e sfinimento sul gruppo. La loro agenzia non è poi così grande e non hanno alcuna garanzia di successo per il futuro. Ai membri dei BTS non resta che affrontare la situazione di petto. I ragazzi avvertono istintivamente un senso d'urgenza che li spinge a mettersi all'opera, mostrando il lato più orgogliosamente onesto di sé attraverso il rap e le loro canzoni. “L'ansia giovanile era concretamente evidente”, osserva SUGA, e mai parole furono più vere. La creatività emerge in tutto il suo potenziale, quanto più coltivata attraverso l'impegno ed il duro lavoro. “Abbiamo sempre lavorato sodo”, dice Jin “sia che stessimo affrontando un periodo difficile o no.”
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Monuments non insiste tanto sull'immenso successo dei BTS fine a se stesso, concentrandosi invece su come i membri abbiano sempre avuto lo sguardo fisso sui loro obiettivi a venire. E l'entusiasmo che accompagna il loro impegno sembra avvalorare l'impressione che il loro successo fosse, in fin dei conti, inevitabile. Il loro primissimo concerto alla Ax Hall, il 17 ottobre 2014; la loro prima vittoria ad uno show musicale, nel 2015; l'esibizione sul tanto agognato palco dell'Olympic Gymnastics Stadium, l'anno successivo; il titolo di Artista dell'Anno vinto agli Mnet Asian Music Awards (MAMA) 2016; il loro ingresso nel mercato musicale americano, dopo aver battuto il testardo record detenuto per anni da Justin Bieber nella categoria Top Social Artist ai Billboard Music Awards, nel 2017; la posizione #1 sulla classifica Billboard Hot 100, ottenuta con “Dynamite”; la prima nomina ai Grammys come Best Pop Duo/Group Performance—inevitabilmente, il loro duro lavoro non poteva che portarli a tutto questo. E la maggior parte delle volte il gruppo ha deciso di imboccare il percorso più arduo e meno comune. La prospettiva di un tour globale – fino a quel momento inimmaginabile – ed il penetrante sguardo del mercato internazionale non possono che pesare sul gruppo ed avere conseguenze. In pieno esaurimento, i BTS lasciano parlare la loro musica, cantando “Per te sarei disposto a fingere d'essere felice quando sono triste” nel brano “Fake Love”, rilasciato nel 2018. I ragazzi stanno essenzialmente confessando al proprio pubblico che c'è una parte di finzione, che ciò che li riguarda non è tutta gioia, brillantezza e serenità, nonostante abbiano ora intrapreso la scalata alla fama globale.
Ci si presenteranno sempre nuove sfide, ma ad ogni ostacolo incontrato sulla via corrisponderà sempre una nuova, preziosissima opportunità di maturazione e crescita. Tutto ciò che dobbiamo fare è riservarci del tempo per riflettere e trovare il modo più adatto per superarle. E questo è esattamente ciò che hanno capito anche i BTS. Dopo essere sopravvissuti insieme ad una gavetta infernale e sofferenze innominabili, i membri dei BTS sono ora più che semplici colleghi di lavoro—sono amici e affrontano insieme tutti i momenti più entusiasmanti e preziosi delle loro vite. In questo viaggio all'insegna dell'amicizia, non passa istante in cui i ragazzi non condividano i propri sentimenti con gli altri. E le/gli ARMY, incrollabile fonte di supporto per il gruppo, sono loro vicinə e li amano incondizionatamente. Fin da quando, nel 2013, JungKook ha ringraziato tra le lacrime le/gli ARMY per aver festeggiato il suo ed i compleanni di RM e Jimin per la prima volta, le/i fan hanno continuato a motivare il gruppo, donando loro la forza di tirare avanti ed una ragione per cantare. Un altro momento chiave a dimostrazione di quanto sia importante il fandom è quando, durante il concerto tenutosi alla Gocheok Sky Dome il 12 novembre 2016, le/i fan cantano “2! 3!” - canzone dedicata dalla band all'ARMY - insieme ai BTS. Diversamente dalle 'fan song' scritte da altri gruppi, quelle dei BTS non sono necessariamente dolci ed ottimiste—tramite esse, i ragazzi cercano concretamente di creare un legame con le/i fan, parlando sinceramente di tutte le difficoltà che hanno dovuto affrontare. Come dice RM, i BTS piacciono “non perché cantiamo o balliamo meglio degli altri”, ma grazie ad “un sentimento speciale che è solo nostro”. Quindi, in fin dei conti, è l'onestà emotiva a trionfare. In un mondo in cui le preferenze ed i gusti in fatto di musica sono sempre più frammentari, i BTS hanno saputo emozionare e radunare un enorme massa di persone, a riprova dell'enorme impatto e forza che può avere una community così grande ed unita. E questa è la gioia più grande, per i BTS, che guardano con affetto e gratitudine alle/ai loro fan, ora che hanno imparato ad accettare e ad adattarsi al loro alto status, godendosi anche ciò che esso comporta.
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I 10 anni di carriera dei BTS spiccano solidi come un monumento sulla linea temporale della musica K-Pop. Dopo soli 8 anni dal debutto, SUGA commentava che la sensazione era già simile a ciò che dovevano provare i loro colleghi con 20 e più anni di esperienza, visto tutto il sangue, il sudore e le lacrime versati dai BTS fino a quel momento. Ma poi, un giorno, proprio quando i ragazzi sono pronti a rilasciare “ON” e MAP OF THE SOUL: 7—lavori in cui descrivono la gioia e divertimento che sanno ancora trovare a dispetto delle avversità- il mondo si ferma. Ciononostante, ora, i BTS non hanno più paura. Si prendono il tempo necessario e fanno tutto ciò che è in loro potere, portando conforto al mondo grazie alla loro onestà e alla fiducia che hanno saputo conquistare.
Come dice orgogliosamente JungKook, “Ho vissuto un'esistenza adeguata alla persona che sono” e, allo stesso modo, i BTS hanno vissuto un'esistenza degna dei BTS. E continuano a viverla, questa 'vita da BTS'—sia ora che sono momentaneamente distanti, che in futuro, un giorno non troppo lontano, quando si riuniranno.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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