#moda 800
Explore tagged Tumblr posts
lacameliacollezioni · 30 days ago
Text
"il futuro è nelle mani di chi sceglie di continuare a costruire su tradizioni che hanno fatto la storia del Paese" 15 aprile 2025 - Giornata Nazionale del Made in Italy Conservare, valorizzare e diffondere con la narrazione i pezzi presenti in Collezione come esempio di qualità, creatività e passione.
youtube
View On WordPress
0 notes
alessandro55 · 22 days ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Eleganze della moda fra '700 e '800
Abiti storici della Galleria del Costume di Palazzo Pitti
FAI Fondo amb. italiano 1997
a cura di Carlo Sisi e Caterina Chiarelli, schede di Giuliana Chesne Dauphiné Griffo, Aurora Fiorentini, Roberta Orsi Landini e Stefania Ricci, ed un testo di Gianfranco Ferré
Skira Ed, Milano 1997, 83 pagine, 21x21cm, ISBN 988 888 11 442
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Castello di Masino 18 aprile -27 luglio 1997
La mostra e il catalogo sono dedicati a Kirsten Ashengreen Piacenti che ha creato la Galleria del Costume
Tumblr media
24/04/25
0 notes
signalterminated · 2 months ago
Text
A HEADS UP TO ANYONE LOOKING TO GET TICKETS: Venues are dogshit and have no integrity and some of them will link to fraudulent reseller websites for some reason when you click on their ticket links. I was just trying to get information on when the tickets are open for purchase and it sent me to a reseller website that was asking for at minimum 199 bucks for shitty seats. It asked for 800 for the pit. Do not buy from these, do not even go to them. They are a scam and I am deeply disappointed that the MODA center is associating themselves with this obvious grift. EDIT: I just did a reassessment and realized that the entire website itself is fake. They faked the ENTIRE MODA CENTER WEBSITE to steal peoples' money, holy shit. Everyone please double and then triplecheck to make sure the website you're visiting is the official one for the venue, this was the first search result I got.
27 notes · View notes
aidoneusmusic · 5 days ago
Text
after ages i’ve FINALLY got all my new recording stuff omg… took me forever, but the upgrade is insane.
for reference, I went from a HORRIBLE BM-800 Condenser Microphone to a Neumann u87
Changed from the M-Track Solo audio interface to the Scarlett Solo 3rd Gen
I don’t even have a single clue what brand my previous headphones were, but they were barely adequate, whereas I now have the V-Moda Crossfade LPs
Everything I have, with the exception of the mic, is still considered more for lower-budget bedroom pop artists like myself — not to mention I’m still recording in my living room — but I guarantee you the quality is going to be soooo much better even so aaaa
10 notes · View notes
leibal · 1 year ago
Text
Tumblr media
Moda is a minimalist residences located in Brighton, Australia, designed by mckimm. This project includes basement car parking, a boutique supermarket, four apartments on the first floor, and a distinctive penthouse that extends over the second and third levels. The development site, which covers 800 square meters, has evolved from a former service station to a workshop, and eventually into McKimm’s office space in 2011.
33 notes · View notes
sudaca-swag · 8 days ago
Text
amo cuando la pelea de emprendimientos se resume a pelea de dos boludas que traen las mismas cosas que están de moda de Alibaba y remarcan en un 800% el precio ahsjdjf
4 notes · View notes
kiki-de-la-petite-flaque · 11 months ago
Text
Tumblr media
José Jiménez Aranda, La schiava in vendita, 1897
Una giovane schiava, completamente nuda, siede su un tappeto. Il cartello che porta al collo reca un'iscrizione greca ( Rosa, 18 anni, in vendita a 800 monete ) che la offre come merce in un mercato orientale. China castamente la testa per nascondere la sua vergogna. Dietro di lei sono visibili i piedi dei suoi possibili acquirenti che la circondano per osservare la sua nudità indifesa. Si tratta di uno dei dipinti più emblematici di Jiménez Aranda, nonché uno dei nudi femminili più interessanti della pittura spagnola del XIX secolo. Si tratta inoltre di un dipinto davvero unico nell'opera dell'artista sivigliano, che comprende una selezione sorprendentemente scarsa di nudi femminili e pochissime ambientazioni orientali, nonostante tali opere fossero diventate molto di moda alcuni decenni prima sul mercato internazionale.
La concezione di questo nudo rivela invece una visione pienamente naturalista del corpo femminile, con una definizione corporea che potrebbe essere collegata al largo utilizzo della fotografia in quel periodo come elemento di studio e analisi del corpo umano nell'ambito delle discipline artistiche. Qui Jiménez Aranda conferisce alla postura casta della giovane donna una sensualità suggestiva che scaturisce da un'interpretazione immediata e vibrante della sua nudità in chiave assolutamente naturalista.
L'artista giustifica questa splendida raffigurazione accademica di un nudo di donna collocandola in un ambiente orientale che ricorda le scene di schiavi e odalische diventate di moda in Francia grazie alle opere di grandi maestri della pittura orientalista come Jean-Léon Gérome (1824 -1904). L'enorme successo di quelle opere sul mercato internazionale qualche decennio prima consolidò un linguaggio pittorico che Jiménez Aranda utilizzò fino alla sua morte, sebbene lo reinterpretasse con una concezione nuova e pienamente naturalista nel trattamento del soggetto.
Colpisce molto la modernità dell'angolo di visione ripido verso il basso, che pone lo spettatore notevolmente più in alto rispetto alla giovane donna, suggerendo perfettamente il punto di vista dell'anello di uomini che hanno circondato lascivamente la giovane umiliata. Dipingendo solo i piedi, senza ampliare il campo visivo, si concentra sulla sensazione degradante e vergognosa prodotta dagli sguardi dei possibili acquirenti attorno alla schiava, conferendo così un grande effetto narrativo alla composizione.
José Jiménez Aranda è stato pittore e illustratore, nato a Siviglia il 7 febbraio 1837, morto ivi il 6 marzo 1903. Fu discepolo di Eduardo Cano nella Scuola di belle arti di detta città. Concorse fin da giovanissimo alle esposizioni di Madrid. Visse successivamente a Jerez de la Frontera, a Madrid e a Roma, dove fu protetto dal Fortuny. Ritornato in Spagna, vi rimase fino al 1881, quando si trasferì a Parigi, dove i suoi quadri di genere ebbero larghissimo successo. Nel 1893 fece ritorno nella città natale. Eseguì anche illustrazioni per opere di Cervantes, Zorrilla e Daudet.
9 notes · View notes
the-door-of-my-heart · 2 years ago
Text
TUTTO QUELLO CHE MI VIENE IN MENTE SU DI ME: P2
Confondo spesso la destra con la sinistra, ho bisogno di qualche momento per collegare e capire quale sia la destra e quale la sinistra
Conto con quasi sempre con le dita
Ci metto molto a leggere l’orologio con le lancette, l’ho odiato per moltissimo tempo e spesso lo odio ancora. Odio fare shopping e spendere soldi in abbigliamento anche se amo la moda
Quando so di dover uscire per andare a comprare qualcosa consulto il catalogo online e mi salvo gli articoli che mi interessano per essere sicura di non dimenticarmi niente e non stare troppo nei negozi.
Amo i detersivi per pulire al limone, il mio preferito è il Napisan, lo uso almeno una volta al giorno su tutte le superfici di camera e casa
Dormo in posizioni surreali Odio l’idea di fermare per strada persone conosciute per chiedere loro foto o autografi e non capisco chi lo fa, la trovo una situazione imbarazzante e irrispettosa 
Ho periodi in cui piango per anche le cose più ridicole e periodi in cui anche la peggiore della giornata non mi tocca, dove posso vedere video commoventi senza provare un minimo di empatia. (Piango per i si a Italy’s got talent) 
Non amo la carne in generale, anche se mi piace moltissimo la carne alla brace o stile roadhouse. Amo i ribs alla salsa barbecue del readhouse
Sono quel tipo di persona che per ogni ristorante o locale ha il suo primo, il suo secondo o il suo gelato. Sono un’abitudinaria prendo sempre se solite cose. 
Odio la gente che urla, che ha l’abitudine di insultare, dire la parolacce perché mi viene difficile instaurare una relazione o conversazione sana
Amo i gli abiti d’epoca anni 800 e 900
Le mie catene di ristoranti preferite sono: McDonald, roadhouse e old Wild West
Non amo il Burger King, non amo l’american dinner per il cibo anche se amo il locale e il servizio.
Amo i ristoranti e le catene di ristoranti giapponesi, sono stata poche volte in ristoranti cinesi o altri ristoranti etnici anche se mi piacerebbe molto provarli. 
Amo le macchine da scrivere antiche, amo la storia, amo conoscere il perché delle cose e il come 
Amo la Marvel e la Disney
Amo il Natale e tutte le feste in generale, amo i dolci 
Amo parlare dei tabù come il sesso,  sessualità, maternità, gender gap, politica, morte, religione. Mi aiuta a capire la persona che ho davanti e il modo in cui pormi. 
Amo i picnic
Amo il bungee jumping
Amo l’amore e tutto ciò che lo rappresenta, amo verona, parigi, san Valentino, i musei dell’amore,  le lettere d’amore, i regali come cioccolatini e peluche e in realtà tutte le feste perché nel natale, nella pasqua, nelle feste dei nonni, festa della mamma, festa del papà c’è sempre l’amore 
Amo i murales e i graffiti che hanno lo scopo di valorizzare un posto, una zona o un edificio. Odio i murales/graffiti che non hanno questo scopo o che ne hanno quello opposto.
Tra baci e abbracci preferisco gli abbracci, li amo ci starei ore 
Amo le coccole, soprattutto quelle a voce sussurate all’orecchio
Odio i litigi di qualsiasi tipo, anche quelli costruttivi vorrei fossero limitati al niente per dare spazio a delle discussioni civili
Amo il mare, le onde, l’odore del male e camminare sulla sabbia
Amo le luci a led 
Amo i ritratti, tutti i tipi di ritratti, da quelli realistici a quelli fumettistici o più simpatici
Mi piace molto ballare e cantare anche se sono stonatissima e inguardabile 
La materia più temuta a scuola era la matematica 
Amo stare sveglia la notte, potessi trasformerei la notte in giorno 
Mi piacerebbe vivere due volte il giorno del mio compleanno facendo quei viaggi tra fusi orari diversi, esperienza divertente 
Se potessi avere un superpoteri vorrei il teletrasporto, non mi interessa lettere la mente, l’invisibilità, volare, mi teletrasporterei in giro per il mondo
Non mi piacciono Pio e Amedeo
Amo Roberto Benigni e i suoi monologhi
Sono a favore dello ius soli, ius scholae, del matrimonio equalitario, dell’eutanasia, dell’autonomia energetica, dell’aborto
Vorrei leggi più severe e controlli più severi per quanto riguarda lo sfruttamento e la violenza sugli animali, sul femminicidio o violenze di genere, violenze sui minori e in generale sui figli o più indifesi, sull’hate speech, cyberbullismo, bullismo, catcalling e molestie di qualsiasi genere 
Amo le lettere scritte a mano e il lettering
Amo l’arte e i musei
Amo il make-up, la Skin care e hair care
Sono pro agli interventi chirurgici
Non ho paura di morire 
Mi piace moltissimo camminare, nella maggior parte dei casi non è un’attività che mi stanca ma che mi da carica 
Amo l’Interior design, i miei stili preferiti sono industriale, etnico e contemporaneo quello che vorrei in casa mia è in misto tra questi in chiave minimal
Sono stitica da tutta la vita, non so cosa voglia dire andare di corpo una o due volte al giorno. Mi capita se va bene una volta ogni una o due settimane. 
Amo la montagna, gli chalet, la neve e mi piacerebbe molto passare un natale in montagna con la ciocolata calda, il plaid, con la neve, il pupazzo di neve, i mercatini di natale e i film delle feste.
Amo il natale, gli addobbi natalizi, lo spirito natalizio
Non guido la macchina per paura di far male 
Amo le fattorie e gli allevamenti in cui gli animali vengono trattati con rispetto e amore
Amo le uniformi e divise, ho un debole per le uniformi Trenitalia, Alitalia, Qatar Airways,  Vietnam airlines e in assoluto le mie preferite Emirates e Hainan air.
Odio il disordine e lo sporco
Odio i negozi tipo primark perché c’è troppa roba, troppa gente, troppo disordine e non so dove guardare e dove trovare le cose. Ci sto 5 minuti di numero in cui fingo di sapere cosa sto facendo e esco subito per non avere attacchi di claustrofobia. 
Amo la Coca-Cola Zero 
Amo le tecniche di autodifesa o l’autodifesa come kongfu 
Amo la discoteca e i concerti 
Amo tutti i generi di film, amo i film horror ma non riesco a guardare film come La notte del giudizio o Truth or dare, mi danno fastidio 
Non mi piacciono i film che promuovono modelli tossici
Vorrei fare da volontaria in qualche canile, andare con plastic free o sea shepherd. 
Mi fanno paura le persone a cui non si vede bene la faccia che hanno una maschera di qualsiasi tipo o il casco oscurato.
Amo le maratone di film e non trovo mai nessuno che le faccia con me.
Amo i documentari e i monologhi
Non amo la classica comicità, non mi fanno ridere programmi come Zelig, Colorado o LOL.
Non mi piacciono i film con Cecco Zalone, Aldo Giovanni e Giacomo o i soliti idioti. 
Mi fa molto ridere Angelo Duro e mi piace Crozza e la satira politica. 
Amo studiare in compagnia.
Per studiare utilizzo le flash card
Mentre preparo gli appunti e gli schemi delle lezioni sono molto lenta e mi distraggo facilmente
La mia vita è un procrastinare
Non ho il desiderio di diventare mamma e non penso di avere l'istinto materno.
Ho paura di tutto ciò che è in mio controllo, affiderei la mia vita a chiunque probabilmente e sarei in grado di fidarmi. Quando si tratta di me faccio molta difficoltà.
Ho sempre i dolori alle ginocchia, caviglie e polsi. A volte il dolore alle ginocchia non mi fa camminare, ma quello ai polsi è quello più frequente e fastidioso.
Mi sarebbe piaciuto lavorare nel settore estetico come parrucchiere, estetista, make-up artist, nail artist o figure di questo genere.
Non so usare programmi come excel anche se ho poco più di vent'anni.
Ho fatto due corsi di primo soccorso, al secondo durante la prova di rianimazione cardiopolmonare non riuscivo (nonostante ci andassi sopra con tutto il peso) a rianimare il manichino. Scusate, mi allenerò e sarò più forte per tutti voi.
3 notes · View notes
modafemininabiz · 1 day ago
Text
0 notes
mastermaverick · 23 days ago
Text
Charth lança coleção "Phases" com desfile em São Paulo inspirado nos ciclos do tempo e na mitologia grega
Nova coleção Verão 2026 da marca mineira aposta na sensibilidade do tempo e na força da feminilidade em um espetáculo de moda com Camila Queiroz A marca mineira Charth apresentou, na última segunda-feira (21 de abril), sua nova coleção “Phases” Verão 2026 em um desfile exclusivo em São Paulo. Com mais de 800 convidados, o evento reuniu nomes de peso do cenário fashion e contou com a presença de…
0 notes
magliacal · 29 days ago
Text
Dalla fabbrica di armi alla passerella: 140 anni di stile Arsenal
I. Introduzione
Il rosso cardinale che avvolge i corpi dei giocatori, le maniche bianche che solcano l’aria come bandiere di sfida, il cannoncino ricamato sul petto a ricordare un’identità forgia in oltre un secolo di storia: le maglie dell’Arsenal non sono semplici divise, ma pagine di un racconto collettivo. Dal 1886 a oggi, ogni tessuto ha assorbito sudore, glorie e sconfitte, trasformandosi in un simbolo che trascende il calcio.
Questa è la storia di come un club nato nella fabbrica di armi di Woolwich abbia cucito la sua leggenda anche attraverso i fili dei suoi jersey. Dalle strisce rossoblù delle origini, mutuate dal Nottingham Forest per mancanza di fondi, agli odierni capolavori tecnologici di Adidas, il viaggio delle maglie riflette l’evoluzione dello sport stesso: dai materiali rudimentali in lana degli anni ’20 alle fibre riciclate del 2025, dalle sperimentazioni audaci degli anni ’90 (come la divisa “Bruised Banana”) alle collaborazioni high-tech con designer come Stella McCartney.
Ma oltre alla tecnologia, ciò che rende uniche queste maglie è il loro peso culturale. Indossate da icone come Thierry Henry o Dennis Bergkamp, esposte nei musei del design, o indossate da fan in ogni angolo del globo, sono diventate oggetti di culto, ponti tra passato e presente. In questo articolo, esploreremo come un semplice indumento sportivo sia riuscito a incarnare l’anima di un popolo, e come l’Arsenal continui a bilanciare heritage e innovazione in un’era dove la maglia è ormai un prodotto di moda, un manifesto sostenibile e un’opera d’arte.
II. Le origini (1886-1920): Radici e primi simboli
L’Arsenal nacque nel 1886 tra le officine della *Royal Arsenal*, una fabbrica di armi a Woolwich, nel sud-est di Londra. I suoi fondatori, operai e artigiani, non immaginavano che quel club dilettantistico avrebbe un giorno vestito i colori di una delle squadre più iconiche del mondo. Le prime maglie, però, non erano rosse. 
Strisce rossoblù e un debito al Nottingham Forest 
Nel 1886, l’allora *Dial Square FC* (il nome originale del club) adottò una divisa a strisce verticali rosse e blu, ispirata a quella del Nottingham Forest. La scelta non fu dettata da un’estetica precisa, ma da una necessità pratica: il capitano Fred Beardsley, ex giocatore del Forest, chiese in prestito le maglie alla sua ex squadra per mancanza di fondi. Quel design rudimentale, cucito in lana pesante e cotone, sarebbe diventato il primo capitolo di una storia sartoriale. 
La transizione al rosso puro e il simbolo del cannoncino 
Nel 1891, con il passaggio al professionismo e il cambio di nome in *Woolwich Arsenal*, la divisa evolse verso un rosso più uniforme, ma ancora senza le celebri maniche bianche. Fu in questo periodo che apparve il primo emblema: un cannoncino, omaggio alle origini industriali del club. Disegnato in stile vittoriano, il simbolo – ripreso dallo stemma del Borough di Woolwich – divenne un’icona senza tempo, anche se nelle prime versioni era spesso assente sulle maglie, sostituito da semplici lettere intrecciate. 
Materiali e contesto storico 
Le divise di fine ’800 erano poco più che pesanti giacche da lavoro: la lana assorbiva il sudore e il fango, i colli alti limitavano i movimenti, e i colori sbiadivano dopo pochi lavaggi. Eppure, in quel tessuto grezzo si nascondeva già l’orgoglio di un’identità operaia. Quando nel 1913 il club si trasferì a Highbury, lasciando Woolwich e il suo retaggio industriale, la maglia rossa era ormai un simbolo di resilienza, pronto per la rivoluzione degli anni ’30. 
Curiosità sepolte 
- Nel 1919, l’Arsenal fu promosso in First Division in circostanze controverse: alcuni tifosi rivali insinuarono che il rosso delle maglie avesse “ipnotizzato” i dirigenti della Football League. 
- Le prime maglie non avevano numeri: i giocatori erano riconosciuti solo dal ruolo o dai baffi (come quelli del portiere *Jimmy Ashcroft*). 
Questa era fatta di stoffa grezza e simboli semplici sarebbe stata dimenticata senza il genio di Herbert Chapman, che negli anni ’30 trasformò quel rosso in un manifesto di modernità. Ma senza quelle radici, l’Arsenal non sarebbe stato lo stesso. Come scrisse lo storico Jon Spurling: *"Era una maglia da operai, per operai. Eppure, in quelle cuciture c’era già tutta l’ambizione di un gigante"*.
III. L’era classica (1930-1990): Icone e tradizione
Gli anni tra il 1930 e il 1990 segnarono la trasformazione dell’Arsenal da squadra di periferia a istituzione del calcio inglese, e le sue maglie divennero il manifesto visivo di questa ascesa. Sotto la guida visionaria di Herbert Chapman, il club non solo rivoluzionò il gioco, ma anche l’estetica delle divise, creando un’identità riconoscibile in tutto il mondo. 
La nascita di un’icona: il rosso con le maniche bianche 
Nel 1933, Chapman introdusse la maglia Arsenal rossa con maniche bianche, un design destinato a diventare sinonimo dell’Arsenal. La scelta non fu casuale: Chapman, affascinato dall’eleganza delle divise dell’AFC Bournemouth e del Charlton Athletic, volle un look che unisse tradizione e modernità. Il rosso, più vivace rispetto alle tonalità bordeaux delle origini, simboleggiava l’ambizione del club, mentre le maniche bianche aggiungevano un tocco di raffinatezza. Questo stile, completato da calzoncini bianchi e calzettoni neri, divenne il template per i decenni successivi, resistendo a guerre, cambi di proprietà e rivoluzioni sociali. 
Materiali e innovazioni: dalla lana al nylon 
Le maglie degli anni ’30 e ’40 erano ancora in lana pesante, con colli a bottoni che ricordavano più giacche da lavoro che divise sportive. Ma con il dopoguerra arrivarono i primi cambiamenti: negli anni ’50, l’introduzione di fibre sintetiche come il nylon rese le divise più leggere e resistenti. Negli anni ’60, i colli a V e i bordi a contrasto (spesso blu o gialli) aggiunsero un tocco di stile, mentre gli sponsor commerciali fecero la loro comparsa solo negli anni ’80, con la scritta *JVC* che campeggiava sul petto dei giocatori. 
Maglie leggendarie e momenti storici 
- Anni ’30-’50: Le maglie di Chapman e dei suoi successori, come Tom Whittaker, vestirono leggende come Cliff Bastin e Ted Drake, vincitori di cinque titoli nazionali tra il 1931 e il 1953. 
- Anni ’70: La divisa con colletto a polo e dettagli gialli divenne famosa grazie alla vittoria della *Double* nel 1971, con giocatori come Charlie George e Frank McLintock che la resero immortale. 
- Anni ’80: L’introduzione del design a *tonalità più scure* e l’arrivo dello sponsor *JVC* coincisero con l’era di George Graham, che portò l’Arsenal a nuovi successi, tra cui la storica vittoria a Anfield nel 1989, con Michael Thomas che segnò indossando una completini calcio oggi considerata un cimelio. 
L’evoluzione dello stemma 
In questo periodo, anche lo stemma del club subì trasformazioni significative. Dal cannoncino semplice degli anni ’30 si passò a un design più elaborato negli anni ’50, con l’aggiunta del motto *“Victoria Concordia Crescit”* (La vittoria nasce dall’armonia). Negli anni ’90, lo stemma fu ridisegnato per riflettere l’identità moderna del club, ma il cannoncino rimase sempre al centro, a ricordare le umili origini di Woolwich. 
Cultura e identità 
Le maglie di quest’epoca non erano solo indumenti sportivi, ma simboli di appartenenza. I tifosi le indossavano con orgoglio, e i giocatori le portavano come una seconda pelle. La divisa rossa e bianca divenne un’icona della cultura popolare, comparendo in film, fotografie e persino opere d’arte. 
L’era classica dell’Arsenal fu un periodo di stabilità e tradizione, ma anche di piccole rivoluzioni che prepararono il terreno agli sconvolgimenti degli anni ’90. Come scrisse il giornalista Brian Glanville: *"Quelle maglie raccontano la storia di un club che ha saputo unire eleganza e sostanza, diventando un modello per il calcio mondiale"*.
IV. La rivoluzione moderna (1990-2025): Tecnologia e globalizzazione
L'ultimo trentennio ha trasformato le maglie dell'Arsenal da semplici divise sportive a veri e propri oggetti di culto globale, dove tecnologia, marketing e identità si fondono in un mix senza precedenti. Questa è l'era in cui il concetto di "maglia da calcio" è stato ridefinito, passando da indumento funzionale a prodotto di moda, veicolo di valori e strumento di connessione con una fanbase ormai planetaria. 
1. La rivoluzione dei materiali: dalle fibre sintetiche alla sostenibilità 
Gli anni '90 segnarono l'abbandono definitivo dei tessuti tradizionali a favore di tecnologie rivoluzionarie: 
- Le maglie in *poliestere ultra-leggero* di Nike (fornitore dal 1994 al 2014) migliorarono traspirabilità e performance, con tagli anatomici studiati per i movimenti esplosivi del calcio moderno. 
- Con il ritorno di Adidas nel 2019, l'innovazione ha sposato la sostenibilità: la maglia 2024/25 utilizza il 70% di materiali riciclati, mentre i packaging eliminano la plastica monouso. Un impegno che riflette la sensibilità ambientale del club e dei suoi tifosi. 
2. Design iconici e sperimentazioni audaci 
Questa fase ha regalato alcune delle maglie più memorabili della storia del club: 
- La "Bruised Banana" (1991-93), divisa away giallo-verde con pattern geometrico, inizialmente criticata ma oggi venerata come simbolo di un'epoca. Una versione retro, riproposta nel 2020, ha venduto oltre 250mila pezzi in poche settimane. 
- La maglia oro-rossa del 2005, tributo alla "Invincibles Season", dove il metallizzato celebrava l'imbattibilità in Premier League. 
- Le collaborazioni di lusso, come la linea Stella McCartney per l'Arsenal Women (2022), che unisce performance sportiva e estetica high-fashion. 
3. Sponsor e globalizzazione: il business delle maglie 
L'aspetto commerciale è diventato centrale: 
- Lo sponsor *Emirates* (dal 2006) ha trasformato il petto delle maglie in uno spazio pubblicitario tra i più redditizi al mondo, con un contratto da 60 milioni l'anno. 
- Le vendite globali riflettono l'espansione del brand: nel 2023, il 62% delle maglie è stato acquistato fuori dal Regno Unito, con picchi in Stati Uniti, Nigeria e Indonesia. Le edizioni speciali (es. la collezione "Adidas x Arsenal Heritage") sfruttano il legame emotivo con la diaspora africana e asiatica. 
4. Tecnologia digitale e personalizzazione 
- Realtà aumentata: Dal 2021, i codici QR sulle maglie permettono di accedere a contenuti esclusivi (interviste, statistiche live). 
- Personalizzazione avanzata: Oltre a nomi e numeri, i fan possono aggiungere patch commemorative (es. le stelle per i titoli vinti) o scegliere font ispirati a epoche specifiche (come il carattere anni '90 nel 2023). 
5. Controversie e dibattiti 
Non tutto è stato acclamato: 
- L'eccessiva rotazione dei design (3-4 nuove maglie l'anno) ha alienato alcuni puristi, che vedono nella commercializzazione una perdita di autenticità. 
- Il prezzo medio (85€ per la versione "player" nel 2025) solleva questioni di accessibilità, nonostante le linee più economiche per i mercati emergenti. 
V. Le maglie come fenomeno culturale
Dagli anni '90 a oggi, le maglie dell'Arsenal hanno smesso di essere semplici uniformi sportive per diventare veri e propri simboli culturali, capaci di influenzare la moda, la musica e persino i movimenti sociali. Questo capitolo esplora come il rosso e il bianco del club abbiano travalicato i confini del calcio, trasformandosi in un linguaggio universale di identità e appartenenza. 
1. Dallo stadio alla strada: l'ascesa delle maglie nella moda urbana 
- Celebrità e influencer: Da Idris Elba a Stormzy, le maglie dell'Arsenal sono diventate un must-have per gli amanti dello streetwear. Nel 2023, il rapper Dave ha indossato la retro "Bruised Banana" durante un concerto al Glastonbury Festival, scatenando un boom di ricerche online. 
- Collaborazioni iconiche: La partnership con Adidas ha prodotto capsule collection ispirate alla cultura hip-hop (come la linea "Arsenal x Wu-Tang Clan" del 2022), mentre brand come Palace e Off-White hanno reinterpretato i design classici per un pubblico fashion-forward. 
- Il fenomeno delle "maglie da terzo tempo": Sempre più spesso, le divise dell'Arsenal compaiono in contesti lontani dal calcio, abbinati a sneaker limited edition o giacche di design, come dimostrano le sfilate di Londra e Milano. 
2. Un simbolo di identità e resistenza 
- Diaspora e comunità globali: In paesi come Nigeria, Ghana e Thailandia, indossare la maglia dell'Arsenal è un modo per celebrare legami transnazionali. Il club ha capitalizzato questo legame con edizioni speciali come la maglia 2024 con stampe tradizionali yoruba. 
- Messaggi sociali: Dalle campagne contro il razzismo (come i numeri "No More Red" del 2022) alle maglie arcobaleno per il Pride Month, l'Arsenal ha usato le sue divise come piattaforma per l'attivismo, coinvolgendo tifosi e giocatori in battaglie condivise. 
- Tributi alla working class: Le collezioni retro, come quella del 2019 ispirata agli anni '80, omaggiano le radici operaie del club, con dettagli che ricordano le fabbriche di Woolwich. 
3. Collezionismo e mercato secondario 
- Maglie introvabili: La maglia del 1989 (indossata durante il titolo a Anfield) è stata venduta all'asta per £15.000 nel 2023, mentre le prototipi mai commercializzate (come la versione nera del 2001) sono oggetto di caccia da parte di fanatici. 
- Il boom del vintage: Negli ultimi cinque anni, negozi come Classic Football Shirts hanno visto crescere del 300% le richieste di maglie Arsenal anni '90, spinte dalla nostalgia Millennial e dal fascino dell'autenticità. 
- NFT e digital collectibles: Dal 2021, il club ha lanciato serie digitali di maglie storiche su piattaforme blockchain, con edizioni limitate che includono audio delle telecronache originali. 
4. Cinema, musica e arte popolare 
- Apparizioni cinematografiche: La maglia 2002 (della "Invincibles Season") compare nel film *The Gentlemen* di Guy Ritchie, mentre serie come *Top Boy* la usano come simbolo della cultura londinese. 
- Ispirazione musicale: Album come *Made in the Manor* di Kano e *Psychodrama* di Dave citano l'Arsenal come metafora di resilienza, con copertine che omaggiano le divise classiche. 
- Arte urbana: A Islington, murales dedicati a Thierry Henry e Ian Wright riproducono fedelmente i dettagli delle maglie indossate negli anni d'oro, diventando punti di pellegrinaggio per i tifosi. 
5. Le maglie come "oggetti narrativi" 
Ogni maglia racconta una storia:  
- Quella del 2006 con il logo *Fly Emirates* debutto in Champions League, diventa il simbolo dell'ingresso del club nell'élite globale. 
- La divisa 2020 con le tre stelle cucite a mano dai tifosi per celebrare i titoli nazionali, mostra come i fan siano diventati co-creatori dell'identità visiva. 
0 notes
alessandro55 · 11 months ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Liguria '800: Moda Mezzari Pizzi
Testo di Michelangelo Dolcino , Presentazione di Madeleine Ginsburg
Erga Edizioni, Genova 1993, 80 pagine, 21,5x29,5cm,
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Castello Monumentale di Lerici 3 luglio - 5 settembre 1993
Presentato da Madeleine Ginsburg, consulente del “Victoria and Albert Museum” di Londra, il testo del compianto Michelangelo Dolcino illustra con ampiezza di dati storici e folkloristici mezzari, pizzi e vari capi di abbigliamento nella moda ligure del 1800
02/07/24
0 notes
xthella-blog · 1 month ago
Text
He tirado al fin mi ropa vieja.
Mis pans Nike con con tanto trabajo compré y busqué que no estuvieran pegados al cuerpo para que no resaltara (aún más) mi derrier. Esperar los ahorros escalonados en la tienda y ir con mis amigas para “juntar” la compra y conseguir mayor descuento. Algunos debi tirarlos desde que les pasó “algo” el estirón del clavo, el chicle que se pegó en la nalga y dejó sombra. Yo los seguía usando porque no me vestía para impresionar, me vestía para trabajar. Pero no los tiraba, estaban guardados en una caja desde hace 8 años, no quería como un ¿y si los vuelvo a necesitar? ridículo. Los tiré porque simplemente si llegara a ocupar de nuevo compraría nuevos. Ya no estoy ahorrando al menos no como en ese entonces, ya no me escondo en ropa vieja y uso lo bueno “el fin semana” y lo bueno eran 800 pesos de moda rápida en enero y agosto, las benditas rebajas. Unos jeans cuando los que ya tenía se arruinaban, y algún extra por ejemplo unos acampanados que mi pareja se invitaba y alguna cosa que me gustara mucho cada año. Me sirvieron tanto, tal vez demasiado, y todavía los puse en una bolsa reciclable con otras cosas afuera de mi casa y alguien se los llevó. Adios y gracias.
0 notes
pikasus-artenews · 2 months ago
Text
Tumblr media
Donne allo Specchio. Eleganza, emancipazione e lavoro nella moda tra ‘800 e ‘900
- DATA INIZIO: 08/03/2025 - DATA FINE: 25/05/2025 - LUOGO: Palazzo Bossi Bocchi Strada al ponte Caprazucca, 4 - Parma
0 notes
perspectivaglobalnews · 3 months ago
Text
¿Dónde comprar tus Sonny Angels?
Tumblr media
Se parte de la fiebre de los Sonny Angels, seguramente encontrarás uno que vaya con tu personalidad ya sea de frutas, animales o diversos personajes.
Está de moda a coleccionar a estos bebitos pequeños que van al desnudo con algún distintivo en la parte de su cabeza ya sea con forma de algún animal o de fruta.
Estas figuritas creadas en Japón son perfectas para decorar tu celular, computadora, ipad o cualquier cosa que quieras que se vea linda con un Sonny Angels.
Si quieres hacerte de estos pequeños bebés te diremos dónde los puedes encontrar.
Tumblr media
Está bien si no puedes comprar originales, están estas pequeñas criaturas desde $70 en la aplicación de shein hasta llegar al exorbitantes cantidades de $800 que venden los coleccionistas.
Y muchas otras tiendas en internet donde los puedes conseguir.
0 notes
poligrafoserio · 5 months ago
Text
Choque científico: CO2 é bom para o planeta, sugerem estudos revistos ​​por pares
Tumblr media
Evidências drásticas foram publicadas em vários artigos científicos recentes de que os níveis de dióxido de carbono já estão "saturados", o que significa que pouco ou nenhum aquecimento adicional é esperado e que o aumento dos níveis de CO 2 é benéfico.
Metade das emissões humanas está sendo rapidamente empurrada de volta para a biosfera, dizem os cientistas, causando um crescimento substancial de plantas que acabam com a fome, enquanto o resto está entrando em uma atmosfera "saturada" e tendo um efeito mínimo nas temperaturas globais. Um dos artigos que aceitam o envolvimento humano no aumento de CO 2 é publicado pela CO 2 Coalition, que observa : "Nós gostamos de CO 2 , você também deveria gostar."
Nenhum desses trabalhos será relatado no mainstream, pois interrompe uma narrativa da ciência climática "estabelecida" vinculada à fantasia política do Net Zero. Mas a opinião de que os humanos controlam o termostato climático liberando CO 2 , levando a temperaturas descontroladas, pertence a um período sombrio na ciência, quando foi capturada para promover objetivos políticos. No entanto, o trabalho continua em círculos climáticos céticos para entender como vários gases com propriedades de aquecimento se comportam em uma atmosfera caótica e não linear. Dois artigos publicados recentemente descobriram que a duplicação do CO 2 na atmosfera levou a aumentos mínimos de temperatura. Os números calculados podem ser considerados como estando em território de margem de erro e, com base em evidências observacionais anteriores, eles não representam nenhuma ameaça ao clima na Terra. Eles também destroem a base científica instável sobre a qual o Net Zero se baseia.
Oito cientistas taiwaneses liderados pelo Professor Peng-Sheng Wei descobriram que a sensibilidade do clima a um aumento nos níveis atmosféricos de CO 2 de 100 para 400 partes por milhão (ppm) era " insignificantemente pequena " a 0,3 °C. O artigo é complexo e examina as transferências de calor como uma função de longitude, latitude e altitude "bem como a radiação difusa determinada por bandas de absorção com base no comprimento de onda, temperatura e concentração ou pressão do vapor de dióxido de carbono". O que os cientistas estão observando aqui são as bandas estreitas de absorção dentro do espectro infravermelho (IR) que permitem que os gases de "efeito estufa" prendam o calor e aqueçam o planeta. Muitos argumentam que, após um certo nível, os gases "saturam" e perdem a maioria de suas propriedades de aquecimento. Uma maneira simples de entender isso é observar que dobrar o isolamento em um loft não reterá o dobro de calor. A hipótese da saturação parece explicar como o CO2 foi 10-15 vezes maior no passado sem temperaturas descontroladas, enquanto a opinião sobre o aquecimento antropogênico faz pouco mais do que fornecer cobertura científica para um medo ecológico extremo, duvidoso, mas na moda.
O Painel Intergovernamental sobre Mudanças Climáticas alega um número de sensibilidade climática baseado na duplicação dos níveis de CO 2 de cerca de 3°C. Mas muitos modelos climáticos aumentam a histeria pública em massa usando "caminhos" com estimativas muito maiores e altamente improváveis. Os últimos formam a base de inúmeras histórias de "cientistas dizem" relatadas fielmente pela mídia tradicional inquestionável. Os cientistas taiwaneses descobriram que o aquecimento da temperatura do solo de 0,3°C foi associado ao aumento de 100 ppm para 350 ppm e não houve aquecimento adicional algum, pois o CO 2 aumentou ainda mais de 350 ppm para 400 ppm. O nível atual de CO 2 na atmosfera é de 420 ppm.
Sete cientistas austríacos também se concentraram recentemente no CO 2 e no espectro infravermelho, observando que uma futura duplicação do gás até 800 ppm “não mostra aumento na absorção de IR para o pico central de 15 u”. Conclui-se que isso pode levar a um aquecimento de 0,5°C no máximo . Os cientistas argumentam que os modelos climáticos e suas influências de CO 2 devem ser revisados. Muito mais evidências experimentais sobre radiação IR devem ser coletadas “antes de nomear tendências atuais de aquecimento e mecanismos de mudança climática monocausais para teorias de gases de efeito estufa”.
Os artigos recentes sobre saturação de CO 2 não são os únicos a serem publicados ultimamente. No início deste ano, um grupo de cientistas poloneses liderados pelo Dr. Jan Kubicki forneceu três artigos argumentando que acima de 400 ppm, "a concentração de CO 2 não pode mais causar nenhum aumento na temperatura". Em 2023, três cientistas, incluindo o professor de atmosfera Yi Huang da Universidade McGill, declararam que: "A transmissão no centro da banda de CO 2 não é alterada pelo aumento de CO 2 , pois a absorção já está saturada ". Em Chen et al. 2023, é relatado que o CO 2 teve um efeito de aquecimento severamente reduzido após as concentrações pré-industriais. Também foi observado que as influências do vapor de água e das nuvens se sobrepõem e, portanto, dominam a absorção na banda de infravermelho de CO 2. Em 2022, o professor alemão de física Dieter Schildnecht definiu o nível de saturação de CO 2 em apenas 300 ppm .
A CO 2 Coalition é uma fundação educacional que diz fornecer fatos, recursos e informações sobre o "papel vital" que o CO 2 desempenha no meio ambiente. Recentemente, publicou um artigo detalhado que aceitou que os humanos contribuíram com a maior parte do CO 2 que entrou na atmosfera em tempos industriais. O artigo tem o subtítulo: "Como as emissões humanas estão restaurando o CO 2 atmosférico vital ". A coalizão há muito promove o papel que a saturação desempenha na moderação do efeito de vários gases com propriedades de aquecimento. A atenção é frequentemente atraída em seu trabalho para o papel desempenhado pelo vapor de água que compõe cerca de 4% da atmosfera e contribui com até 80% do aquecimento vital da Terra. Ele satura grandes partes do espectro de infravermelho, reduzindo o efeito de outros gases em suas próprias bandas específicas. O conselho da coalizão inclui o distinto Professor William Happer, que há muito argumenta os méritos da hipótese de saturação, e recentemente se juntou ao Prêmio Nobel de Física de 2022, Dr. John Clauser.
Os níveis de CO 2 foram muito mais altos no passado, com evidências de vida animal e vegetal vibrante. Muitas plantas evoluíram para prosperar com níveis mais altos do que se alimentam hoje, um período que alguns cientistas argumentam ser de denudação de CO 2 . Em seu artigo publicado recentemente, a coalizão observa que quanto maior o conteúdo de CO 2 na atmosfera, maior a pressão dos processos físicos para levar o CO 2 para os oceanos e a vegetação.
Tumblr media
O mapa foi produzido a partir de dados de folhas de satélite e mostra que o esverdeamento entre 1982-2012 cresceu de 20-30% na Índia, Austrália Ocidental, Sahel e nas terras altas da Anatólia. Um artigo mais recente, Chen et al. 2024, descobriu que o esverdeamento havia realmente acelerado nas últimas duas décadas. O aumento de CO 2 foi considerado o principal impulsionador da tendência positiva do Índice de Área Foliar na maior parte da superfície terrestre global.
Artigo original:
Tradução: Google
0 notes