#minano ai
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findflower96 · 2 months ago
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皆野あい
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gcorvetti · 1 year ago
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Vi racconto una cosa di Twitter.
Almeno di quando ci lavoravo, anche se non penso che le cose siano cambiate. Non potrei farlo per via di una questione contrattuale, non potrei neanche dire che ho lavorato su twitter per contratto, comunque. C'è, o c'era ma vi ripeto certe cose non cambiano, una policy che si chiama 'gloryfication of violence' dove chi inneggia ad una qualsiasi violenza facendola passare come una cosa buona va punito, di solito cancellando il tweet ma se è a livello profilo anche il profilo va eliminato, per esempio se io scrivo che il baffetto stava facendo una cosa buona con gli ebrei cado in questa policy. Però mi capitò un caso dove la polizia, americana, uccise un tizio perché gli aveva tirato una molotov nella macchina e il tweet recitava tipo "hanno fatto bene ad ucciderlo sto tizio", levando il fatto che mi sono beccato un errore (ma questo è un altro discorso) e che l'analista mi fece rileggere a voce alta alcuni punti della policy, fastidio, tale policy non è applicabile "alle violenze che la polizia perpreta sui civili", al che ho fatto notare all'analista che non è una cosa buona perché così facendo, cioè lasciando le malefatte dei poliziotti sulla piattaforma si istiga all'odio verso la pula, l'analista era d'accordo con me ma siccome il lavoro era quello di seguire le policy mi sono beccato sto errore e sono dovuto stare zitto nonostante sia una cosa assurda. Questo perché come vi ho già detto in passato la piattaforma, come anche le altre made in usa, sono soggette al volere del governo americano, se il governo ti dice che devi seguire una linea tu lo fai se no ti fanno chiudere. Perché vi racconto sta cosa? Perché oggi ho letto un articolo su Ansa che parla di un assalto da parte di ragazzi ad una macchina della polizia, nel giornalino c'è scritto bene e diverse volte 'antagonisti', ma anche anarchici dei centri sociali, che c'azzecca?, perché nell'articolo si dice che non è tollerabile, perché manganellare dei ragazzi inermi è tollerabile? Poi c'è anche scritto che la dirigente di Pisa la spostano a Pescara, un pò come fa la chiesa con i preti pedofili invece di punirli li sospende per un pò e li sposta in un'altra chiesa, così si allarga il danno. Questa è una deriva regalataci dagli amici yankee? Oppure è solo emulazione da parte del governo attuale verso un sistema che fa gola per via del nazi/fascio che hanno intriso dentro? Sempre gli americani ah! Stiamo andando in quella direzione, o come negli stati uniti, dove poliziotti razzisti picchiano i ragazzini di colore malamente? Visto un video sempre su twitter per lavoro e ho dovuto lasciarlo perché non potevo cancellarlo grazie alla policy sopracitata, quindi le forze dell'ordine saranno usati sempre più per punire comportamenti che non piacciono al governo? Portandoli così ad essere odiati e di conseguenza quando succede qualcosa non li chiami perché potrebbero prendersela con te che in realtà ne hai bisogno. Sempre perché il governo attuale ha bisogno di cani rabbiosi, proprio come gli americani hanno bisogno che i sudditi siano cattivi e seguano una linea che porta al disordine e al caos.
Tutto questo accade dopo le dichiarazioni di ursula sul riarmo europeo, sulla guerra, sulle questioni spinose che in questo momento il vecchio continente sta affrontando, sempre grazie ai nostri alleati tossici. Qualcuno dice che sono mosse politiche pre elezioni, può essere, secondo me Ursula sta cercando di prendersi il posto dello stoltonberg a capo della NATO, quindi deve dimostrare di essere in linea con quegli psicopatici paranoici, perché io che sono europeo, come tutti voi, non la volevo questa guerra, non avrei mai voluto una guerra se pur per procura, non è la nostra guerra, se gli stati uniti vogliono distruggere la russia che vadano loro dalla parte dell'Alaska e non vengano qua a rompere i coglioni a noi che abbiamo già da doverci difendere da politici inutili che minano la nostra società. Nessuno vuole che l'Europa sia libera e indipendente per il fatto che una superpotenza con un grande passato e un futuro roseo potrebbe creare problemi a livello mondiale, quindi gli amichetti yankee non potrebbero fare le loro merdate in giro per il mondo, ma direi che è anche ora di levarci di torno sti adolescenti bulli che sanno solo roteare le loro pistole.
Mi fermo qua, perché potrei anche andare all'infinito e ho tante cose da fare oggi.
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3nding · 15 days ago
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Ogni tanto però sono precise
Le minacce più importanti per la democrazia negli Stati Uniti al momento includono: Polarizzazione politica: Divisioni profonde tra partiti e cittadini minano il dialogo e la cooperazione. Disinformazione: Diffusione di fake news, amplificata dai social media, erode la fiducia nei processi democratici. Erosione delle istituzioni: Attacchi al sistema giudiziario, al Congresso e ai "pesi e contrappesi" costituzionali. Violenza politica: Crescente legittimazione della violenza, come visto nell’assalto al Campidoglio del 2021. Interferenze elettorali: Minacce interne (negazione dei risultati) ed esterne (es. Russia) compromettono la legittimità delle elezioni. Concentrazione del potere: Controllo di Trump su Congresso e Corte Suprema riduce l’indipendenza dei poteri.
Dalla ai Grok
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susieporta · 1 year ago
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LIBERTÀ EMOTIVA: IL CORAGGIO DI ESSERE FRAINTESI
Imparare a stabilire confini è un atto di amore per sé stessi, una necessità che si scontra con la paura di essere fraintesi o di essere abbandonati da persone care. Richiede un coraggio non sempre pronto alla luce, ma proprio in quella vulnerabilità, in quel momento di incertezza, troviamo la chiave per connessioni autentiche. Questo non significa allontanare gli altri, ma accoglierli in uno spazio dove la nostra vera essenza può brillare senza filtri.
Nel nostro lavoro, nelle amicizie, e nelle relazioni d’amore, a volte, la linea tra prendersi cura e perdersi nell’altro può diventare troppo sottile. Imparare a stabilire un “no”, a comunicare ciò di cui abbiamo veramente bisogno, è come prendere una boccata d’aria fresca.
Ad esempio, in una relazione, stabilire un confine può significare riconoscere e comunicare i propri bisogni, anziché adattarsi costantemente ai desideri del partner oppure decidere di non giustificare o scusare comportamenti che minano il nostro benessere, ricordando a noi stessi che meritiamo rispetto e considerazione. Può significare scegliere di non rispondere immediatamente a messaggi di lavoro fuori orario, preservando così serate dedicate a noi stessi o alle persone care. Oppure, potrebbe essere esprimere chiaramente ad un amico che certi argomenti di conversazione ci mettono a disagio e non sono benvenuti, rafforzando così un rapporto di rispetto reciproco.
Questo percorso di auto-scoperta, che ci porta a rivendicare il rispetto che meritiamo, trasforma i confini da muri divisori in ponti verso legami genuini. In essi, l'amore e il rispetto nascono da un'autentica comprensione reciproca.
La vera rivelazione di questo viaggio? Trovare che, oltre i confini che definiamo, esiste un'infinità di possibilità per relazioni profonde e arricchenti. Essere vulnerabili trasforma il nostro modo di interagire, permettendoci di amare ed essere amati per quello che siamo veramente.
È nella sincerità di aprirci, con tutti i nostri limiti, che possiamo costruire connessioni significative. Questo non solo ci sorprende ma apre la strada a un'esistenza in cui ogni legame riflette il nostro vero essere, arricchendoci a vicenda in maniere inaspettate e profonde.
Michele Lanotte
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bangtanitalianchannel · 1 year ago
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[TRAD ITA] 231229 ANNUNCIO WEVERSE DELLA BIGHIT MUSIC:
"Salve.
Questa è la BIGHIT MUSIC.
La nostra azienda avvia regolarmente procedimenti legali contro autori di attività dannose legate ai BTS, tra cui diffamazione, attacchi personali, molestie sessuali, diffusione di informazioni infondate e critiche mal intenzionate. Desideriamo fornire un aggiornamento su queste attività.
Durante questo trimestre, abbiamo presentato numerose denunce penali alle forze dell'ordine presentate dai nostri fan e raccolte attraverso il nostro monitoraggio sulla base di prove relative ad atti che violano i diritti degli artisti, inclusa la diffamazione.
La persona contro cui abbiamo presentato denuncia penale per aver violato la legge sulla pena del reato di stalking menzionata nel nostro precedente avviso è stata sottoposta a sanzioni penali a seguito delle indagini dell’accusa. In considerazione della gravità dei comportamenti che mettono a rischio l'incolumità e la privacy degli artisti, abbiamo presentato istanze chiedendo sanzioni più severe. L'individuo che ha visitato più volte la residenza degli artisti è stato denunciato alla polizia con l'accusa di violazione della legge sulla pena del reato di stalking e violazione di domicilio, e un'indagine è in corso, come riportato dai media.
Per quanto riguarda la persona che in precedenza si era spacciato per un membro dei BTS e aveva fatto trapelare musica inedita, abbiamo ottenuto prove di ulteriori crimini di furto d'identità di artisti. Ulteriori accuse penali sono state presentate contro l'impostore, che hanno portato all'arresto e all'incriminazione. Il processo è in attesa del verdetto del tribunale.
Per quanto riguarda le voci calunniose con evidente intento malevolo nei confronti degli artisti, abbiamo raccolto numerosi messaggi malevoli che comportano la diffusione di informazioni false e diffamazione e li abbiamo inclusi nella denuncia. Adottiamo una politica di tolleranza zero quando intraprendiamo azioni legali in procedimenti civili e penali contro dicerie dannose che minano la reputazione dei nostri artisti.
Dopo una lunga indagine di polizia, è stata accertata l'identità di un individuo che ha ripetutamente pubblicato false informazioni e commenti malevoli e diffamatori su NatePann e Naver, per un totale di decine di casi. Sebbene il sospettato in questione abbia proposto un accordo, abbiamo chiaramente reso nota la nostra presa di posizione di perseguire la massima responsabilità legale senza un accordo.
La BIGHIT MUSIC raccoglie regolarmente informazioni su messaggi dannosi riguardanti i BTS, li segnala alle autorità e intraprende azioni legali. Continueremo a intraprendere azioni legali senza interruzione, anche mentre tutti i membri stanno svolgendo il servizio militare. Continueremo ad adottare a misure rigorose e seguire la nostra politica di assenza di accordi e di clemenza ritenendo i sospettati responsabili.
Vi chiediamo di utilizzare costantemente la nostra hotline per le questioni legali ([email protected]) per segnalare eventuali casi di abuso.
Siamo sempre grati per l'affetto e la dedizione dimostrati dai fan dei BTS. La BIGHIT MUSIC continuerà a lavorare per garantire che i diritti dei nostri artisti siano pienamente protetti.
Grazie."
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©Giuls)
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curiositasmundi · 11 months ago
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Dal 7 ottobre, non è stato scontato a sinistra esprimere qualsiasi critica sull’operazione militare di Hamas: sul suo metodo, sulla razionalità degli obiettivi, o sul modo in cui aiuti a porre fine all’occupazione israeliana. Questo non solo perché una potenza occupante è in ultima analisi responsabile dello status quo di devastazione, ma anche perché criticare le tattiche di un gruppo che agisce in nome degli oppressi è visto come un indebolimento della loro causa legittima.
Questa situazione è aggravata da numerosi intellettuali di sinistra che hanno espresso sostegno incondizionato – se non addirittura celebrato – all’attacco di Hamas. Un post recente del blog di Verso Books colloca un movimento religioso socialmente regressivo come Hamas, nella tradizione di emancipazione della sinistra, affermando che «i parapendii che sono volati in in Israele il 7 ottobre continuano l’associazione rivoluzionaria tra liberazione e volo».
Andreas Malm ha sostenuto che l’operazione Alluvione di Al-Aqs ha ottenuto più risultati della prima Intifada perché i palestinesi sono riusciti a sostituire le pietre con mezzi militari, ignorando che l’Intifada è stato il più grande movimento di massa anticoloniale auto-organizzato nella storia palestinese e che ha costretto Israele a fare concessioni politiche senza precedenti. In effetti, sostenere che Hamas sia riuscita a ottenere di più significa ignorare del tutto che il suo attacco militare ha innescato l’enorme genocidio contro il popolo palestinese.
Lo ha detto Rashid Khalidi: «Guardando indietro agli ultimi sei mesi, al crudele massacro di civili su una scala senza precedenti, ai milioni di persone rimaste senza casa, alla carestia e alle malattie di massa provocate da Israele, è chiaro che ciò segna un nuovo abisso nel quale è sprofondata la lotta per la Palestina». Tom Segev concorda: «La guerra di Gaza è l’evento peggiore che i palestinesi abbiano vissuto negli ultimi 75 anni. Mai così tante persone sono state uccise e sradicate dai tempi della nakba, la catastrofe che li colpì durante la guerra d’indipendenza di Israele nel 1948, quando centinaia di migliaia di palestinesi furono costretti ad abbandonare le loro case e diventare rifugiati».
Oltre alle voci individuali, si è assistito a una celebrazione acritica di Hamas anche in alcune delle mobilitazioni di solidarietà degli ultimi giorni, altrimenti stimolanti. «Noi diciamo giustizia, voi dite come? Radere al suolo Tel Aviv», si sente cantare alcuni in un video. Slogan del genere, non importa quanto rari, minano la causa palestinese. Sostenere la Palestina significa porre fine a un’occupazione illegale e ritenere Israele responsabile della violazione del diritto internazionale. Non si tratta di sostenere l’uccisione di civili israeliani o la distruzione delle città israeliane. Sostenere il diritto internazionale significa sostenerlo per tutti.
Questo tipo di retorica riduce tutta una serie di posizioni politiche in Palestina a ciò che dice e fa un gruppo militante. Si presuppone inoltre che Hamas parli e agisca sempre a nome di tutto il popolo palestinese, semplicemente perché ha vinto un’elezione (con il 45% dei voti) nei Territori palestinesi occupati nel 2006 (principalmente come voto di protesta contro la corruzione dell’Autorità palestinese e il fallimento di Oslo).
[...]
I sondaggi mostrano che negli ultimi mesi l’indice di gradimento di Hamas a Gaza è effettivamente diminuito di 11 punti, arrivando a un terzo. C’è stato anche un calo generale del sostegno alla lotta armata. In risposta alla domanda: «Secondo te, qual è il mezzo migliore per raggiungere gli obiettivi palestinesi nel porre fine all’occupazione e costruire uno Stato indipendente?», il sostegno alla lotta armata diminuisce sia in Cisgiordania che a Gaza dal 63% di dicembre al 46% di marzo. Nella sola Gaza la percentuale è scesa dal 56% al 39%. La stessa Hamas ha appena ribadito la propria disponibilità a deporre le armi e ad accettare un cessate il fuoco a lungo termine con Israele in cambio di uno Stato lungo i confini del 1967.
Anche a Gaza si è registrato un drammatico aumento del sostegno alla soluzione dei due Stati: dal 35% di dicembre al 62% di marzo. Ciò rimane vero anche se la maggioranza dei palestinesi in Cisgiordania e Gaza riconoscono gli ostacoli pratici a tale soluzione, vale a dire l’espansione del progetto di insediamento di Israele. Ciò indica, tuttavia, che i palestinesi di Gaza sperano che l’attenzione internazionale e la pressione politica esterna su Israele possano avere qualche effetto.
Il sostegno alla soluzione di uno Stato unico tra i palestinesi occupati è sceso al 24% durante la guerra a Gaza. La maggior parte dei palestinesi occupati vuole separarsi da Israele e vivere nel proprio Stato, e vuole sbarazzarsi degli insediamenti illegali in Cisgiordania. Il progetto coloniale viola i diritti dei palestinesi secondo il diritto internazionale, in particolare il diritto all’autodeterminazione.
Inoltre, durante questa guerra, gli israeliani hanno disumanizzato la società palestinese ai livelli più estremi. Seguendo gli stimoli delle loro élite aggressive e dei media guerrafondai (saturi di ex militari ed esperti di sicurezza), gli israeliani hanno sostenuto in stragrande maggioranza la decimazione di Gaza. Ciò che preoccupa di più gli israeliani sono gli ostaggi, non la guerra. Le vite degli ostaggi israeliani contano, mentre i palestinesi sono, secondo le parole del ministro della difesa israeliano, «animali umani».
Spinta dalla vendetta e dalla punizione, Israele è una società narcisistica che si crogiola nelle proprie ferite e usa quelle ferite come scusa per i suoi crimini monumentali contro il popolo palestinese. I palestinesi trovano Israele crudele, insensibile e terrificante, e il loro primo pensiero è «proteggimi da Israele». È questa la società israeliana nella quale i palestinesi dovrebbero vivere con dignità e con pari diritti?
[...]
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hopefulwizardcupcake · 1 month ago
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PUTIN NON SARÀ MATTO MA È UN CRIMINALE
La risposta dei Aldo Cazzullo nella sua rubrica. A seguire IL METODO IMPERIALE DI TRUMP il commento di Sabino Cassese.
"Usa e Russia hanno ripreso a parlarsi. Può apparire una buona notizia. Ma se riallaccia normali relazioni con Mosca, come può Washington armare l’ucraina? La capitolazione dell’ucraina avrebbe conseguenze drammatiche per l’Europa. Perché Putin dovrebbe fermarsi? Certo, non è scemo, come dice lei. Difficilmente dichiarerà guerra alla Polonia o ai Paesi baltici. Ma potrebbe ad esempio porre la questione di Kaliningrad, enclave russa sul Mar Baltico, tra Lituania e Polonia: perché non collegarla con un corridoio alla madrepatria? Potrebbe insomma cercare pretesti per realizzare il suo disegno dichiarato: ristabilire l’impero sovietico e le sue zone d’influenza. Un disegno prima annunciato, poi realizzato con una serie di aggressioni: nel 2008 in Georgia, nel 2014 in Crimea, nel 2022 in Ucraina. Ma la sfera d’influenza sovietica comprendeva anche l’Europa orientale, che dopo il crollo del Muro è entrata nell’unione europea ed è schierata quindi con gli Stati Uniti d’america. L’Europa consentirà a Putin di andare oltre?
Ci siamo già detti che difficilmente l’Europa, con i suoi eserciti concepiti e organizzati per il peace keeping, può affrontare da sola una lunga e incerta guerra con una potenza nucleare come la Russia. E certo l’america di Trump non la difenderà. Facile previsione: l’europa cederà ancora, e Putin avanzerà ulteriormente. Tra l’altro adesso si capisce meglio a cosa serviva ammazzare Navalny: l’opposizione è ormai disarticolata. Ricordo che, ogni volta che nominavo Navalny, il riflesso condizionato di centinaia di persone sui social era: «E allora Assange?». Ecco, Assange è un uomo libero, com’è giusto che sia. Navalny è sotto un palmo di terra, com’è orrendamente ingiusto che sia.
E qui il commento di Sabino Cassese
IL METODO IMPERIALE DI TRUMP
Corriere della Sera19 Feb 2025Di Sabino Cassese
Un presidente scatenato, che moltiplica le sue aggressioni all’interno, licenziando funzionari e sopprimendo organismi, e all’estero, uscendo da organi multilaterali, imponendo dazi alle importazioni e accampando pretese territoriali. Un vice presidente che fa appello a nazionalismo e populismo. Un segretario di Stato che dichiara obsoleto l’ordine internazionale. Tutto questo con una mistura di mercantilismo e di capitalismo predatorio, con grande gusto teatrale, muovendosi su un palcoscenico universale e senza quella compostezza nell’uso del potere che è propria della tradizione regale dei capi di Stato, di cui l’ultimo esempio è stata la regina Elisabetta II d’Inghilterra.
Bisogna leggerli, gli Executive Orders con cui Trump sta alluvionando il suo Paese e il mondo. Procede, dal 20 gennaio, al ritmo di circa cinque atti al giorno. Esemplari per struttura e chiarezza, somigliano più a proclami ed editti che a provvedimenti di alta amministrazione. Cancellano obblighi internazionali degli Stati Uniti. Invertono consolidati orientamenti di politica estera. Minano alleanze internazionali stabilite da tempo. Chiudono i battenti di organi ed uffici. Ne rendono inoperanti altri.
Licenziano dipendenti pubblici (senza motivazione). Nominano nuovi funzionari. Tolgono il segreto su atti giudiziari. Impongono obblighi. Espellono immigrati. Introducono dazi. Dispongono in modo arbitrario la grazia.
Questo con esplicite dichiarazioni partigiane, come se il principio di imparzialità fosse divenuto obsoleto. Agli atti ufficiali si aggiungono le dichiarazioni e i propositi, come quelli di acquisire la Groenlandia, di annettere Canada e Panama, di darsi carico della Striscia di Gaza.
Tutto questo non nasce dal nulla. Già nel 1973 lo storico Arthur Schlesinger junior aveva definito imperiale la presidenza americana. Lo Stato amministrativo statunitense è da un decennio sotto assedio e il diritto amministrativo è stato definito illegale. Già altri predecessori di Trump avevano licenziato Inspectors General. Molti dei provvedimenti adottati erano stati studiati dalla Heritage Foundation ed erano noti.
In questo modo di governare c’è qualcosa di antico e molto di nuovo, ma destinato a restare. C’è il metodo di alcuni degli antichi imperatori che, dopo essere giunti al potere, si recavano alle frontiere per affermare la vastità del loro dominio. E si muovevano affiancati dai vassalli più potenti e fedeli, in questo caso i grandi oligarchi delle tecnologie digitali, gli unici sovrani autenticamente e geneticamente universali, guadagnando così una duplice legittimazione, quella interna attraverso il voto nazionale e quella esterna attraverso la corona dei grandi dignitari che debbono la loro espansione globale all’astensione regolativa del loro Stato di origine, gli Usa. C’è anche un nuovo modo di utilizzare quella tecnica che entrò in voga negli anni ’70 del secolo scorso e che si chiamava Zero base budgeting, cioè di fare politiche non in modo incrementale, partendo da quello che c’è, ma partendo da zero. C’è una nuova personalizzazione del potere. C’è anche un modo di comunicare e comandare più vistoso, ma anche per questo più visibile e comprensibile.
Questo modo di governare incontra molte resistenze all’interno degli Stati Uniti, dove si cerca di fermarlo. Viene lamentata la rottura dell’ordine costituzionale. Si critica l’usurpazione dei poteri del Parlamento, specialmente in materia di spesa. Si lamenta la legittimazione di decisioni che oggi sono considerate illegittime. Cinque ex segretari del Tesoro hanno duramente criticato il nuovo sistema dei pagamenti pubblici aggiungendo che la democrazia è sotto assedio per cui il Paese che ha insegnato la democrazia al mondo vede la propria democrazia in crisi. Un grande studioso della storia costituzionale americana come Bruce Ackerman ha parlato di suprema illegalità presidenziale, evocando il pericolo di una dittatura e del cesarismo. Molte decisioni sono state impugnate davanti a giudici, che le stanno anche dichiarando illegittime perché gli ordini del presidente debbono rispettare gli atti legislativi del Parlamento. Ma Trump reagisce minacciando di agire come Andrew Jackson, il settimo presidente degli Stati uniti, tra il 1829 e il 1837, che sostenne lo spoils system, fu accusato di autoritarismo e giunse fino a non eseguire le decisioni dei giudici.
Ma il limite maggiore è quello che può venire dal Parlamento, dove la maggioranza repubblicana non è tanto coesa quanto si crede, e principalmente dalle contraddizioni interne del trumpismo perché esso si fa forte delle Big Tech che sono però interessate a un mondo senza barriere e dazi, che possa garantire nel tempo la loro espansione universale.
Gli Executive orders Cancellano obblighi internazionali degli Stati Uniti. Minano alleanze e solidi orientamenti di politica estera ”
Sul piano interno Licenziano dipendenti pubblici (senza motivazione). Tolgono il segreto su atti giudiziari. Impongono obblighi e dazi
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Tiktok, come si trasforma il social
Il social TikTok alla ricerca di una nuova immagine. Non parliamo di restyling grafico o un rebranding visivo, bensì l'introduzione di una nuova gamma di contenuti. A seguito delle polemiche e dei problemi incontrati di recente, il noto social network di origine cinese sta lanciando un'iniziativa che segna una svolta radicale rispetto alle strategie adottate in precedenza. Questa importante iniziativa, che ha già fatto il suo debutto con successo negli Stati Uniti, si appresta a fare il suo ingresso anche sul mercato italiano. Sarà indirizzata principalmente ai giovani utenti, ma non è esclusivamente limitata a loro. Il nuovo Feed STEM La novità sul social cinese sta nell'ampliamento dei feed con l'inserimento del tasto STEM. Il nuovo feed, dunque, metterà a disposizione dei suoi utenti contenuti divulgativi sulle materie STEM: scienze, tecnologia, ingegneria e matematica. Il tasto STEM sarà evidenziato automaticamente nei profili degli utenti under 18 che potranno decidere di non evidenziarli più modificando le impostazioni nell'apposita pagina. Operazione inversa per gli utenti maggiorenni che dovranno modificare le impostazioni per vedere evidenziato il feed. Quest'area conterrà video sulle discipline scientifiche realizzati in lingua inglese e con sottotitoli tradotti automaticamente. In un secondo momento sembra che compariranno anche video realizzati da creator italiani. I video non conterranno pubblicità. TikTok, la svolta divulgativa del social Il feed STEM, che è stato lanciato ufficialmente negli Stati Uniti durante l'anno 2023, ha riscosso un notevole successo. Secondo quanto riportato da fonti interne di TikTok, dall'inizio della sua attività, il feed è stato installato da circa un terzo degli utenti della piattaforma. Ha ottenuto una solida base di frequentatori regolari rappresentato da un terzo della popolazione adolescente. Questo spazio dedicato alle materie scientifiche ha registrato una significativa crescita del 24% nell'interesse per i contenuti STEM, e ha stimolato la creazione e la condivisione di quasi 15 milioni di video incentrati su tali tematiche. Al momento, il feed incentrato sulle discipline scientifiche e tecnologiche è stato esteso anche in Europa, con una presenza attiva sia nel Regno Unito che in Irlanda. Per quanto riguarda il territorio italiano, è prevista l'attivazione di questo servizio entro la fine del mese di aprile. Non solo balletti e sfide Nato con finalità di intrattenimento, TikTok è uno dei social network più controversi. E' diventato subito famoso per i video con i balletti e per le sfide al limite. Ricordiamo la blu whale o la cicatrice francese che hanno messo in allarme genitori ed educatori in tutto il mondo. Solo in un secondo momento sono emerse le sue potenzialità e i professionisti hanno iniziato a usarlo come strumento di lavoro. L'introduzione del feed STEM rappresenta un'ulteriore svolta del social e arriva in un momento difficile. Solo poche settimane fa, infatti, in alcuni Paesi europei è stato multato dall'Antitrust perché accusato di diffondere contenuti che minano la salute dei più giovani incoraggiandoli a sviluppare atteggiamenti di dipendenza mentre negli Stati Uniti rischia di essere messo al bando. In copertina foto di Solen Feyissa da Pixabay Read the full article
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Guerra ultime notizie. Israele diserta negoziati, tregua per Gaza si allontana. Kamala Harris: subito cessate il fuoco di 6 settimane
Tregua a Gaza più lontana: Israele non va ai colloqui del Cairo, accusando Hamas di non voler fornire la lista degli ostaggi ancora in vita. Zelensky torna a chiedere all’Occidente di velocizzare la fornitura di altre armi contro la Russia, biasimando i “giochi politici” degli alleati che secondo il presidente ucraino minano le difese di Kiev. Haley vince le primarie repubblicane a Washington,…
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aki1975 · 1 year ago
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Nel saggio “L’Umorismo” (1908), Pirandello affronta lo spaesamento post-positivista e spiega la vita come un flusso continuo in cui l’individuo “si vede vivere” come una maschera che è obbligato a indossare.
L’illusiorietà che deriva da Schopenauer, Freud e Bergson (Pirandello si era laureato in Germania) porta a provare dentro di sé il “sentimento del contrario” che fa ridere e piangere insieme, a vivere una messa in scena teatrale dove ognuno indossa una maschera e recita una parte che non gli appartiene.
I suoi personaggi, da “Così è se si pare” a “I sei personaggi in cerca d’autore”, da “Il fu Mattia Pascal” al Vitangelo Moscarda di “Uno, nessuno e centomila”, soffrono questo male di vivere e convivono con le illusioni delle ideologie e delle convenzioni sociali: gli altri, le “maschere nude” sono figure incomprese ed emarginate, “inetti” in contrapposizione agli Ubermensch dannunziani.
Anticipata dal successo dei poeti maudits francesi (Baudelaire, Mallarmè, Rimbaud), la crisi del positivismo ha molteplici ragioni:
- sul piano storico, il capitalismo conduce alla Comune di Parigi e ai cannoni di Bava Beccaris e all’affermazione dell’Imperialismo;
- sul piano scientifico, la psicanalisi di Freud e il principio di indeterminatezza di Heisenberg minano alle fondamenta le sicurezze precedenti;
- sul piano culturale, la scienza non offre risposte ai bisogni dell’uomo.
Sul piano letterario, il ripudio del positivismo produce:
- il simbolismo di Pascoli e di Baudelaire che interpreta il mistero grazie alle “corrispondenze con la natura” e alle sinestesie con cui le interpreta;
- l’ermetismo di Ungaretti, Quasimodo e Montale;
- l’estetismo di Wilde;
- il superomismo di D’Annunzio.
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personal-reporter · 2 years ago
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10 strategie per coltivare la fiducia in sé stesse a ogni età
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La fiducia in sé stessi è un aspetto importante della salute mentale e del benessere personale. Essa ci aiuta a ricercare una maggiore felicità nel lavoro, nelle relazioni interpersonali e nelle esperienze di vita. Tuttavia, tutti, a un certo punto della vita, possono andare incontro ad un peggioramento dell'autostima. In questo articolo parleremo di cosa sia la fiducia in sé stessi, di come coltivarla e di come mantenerla costante nel tempo. Cos'è la fiducia in sé stessi? La fiducia in sé stessi è un sentimento che indica la convinzione che abbiamo delle nostre capacità, delle nostre scelte e delle nostre azioni. Quando si possiede una forte autostima, si ha la sensazione di poter risolvere le difficoltà che si presentano, di essere creativi e di raggiungere i propri obiettivi. Al contrario, quando l'autostima diminuisce, si può soffrire di ansia, stress, depressione e insicurezza. Come coltivare la fiducia in sé stessi 1. Prenditi cura di te stesso Prenditi cura del tuo corpo e della tua mente. Dormi a sufficienza, mangia cibi nutrienti, e pratica una regolare attività fisica. Prenditi del tempo per te stesso ogni giorno per rilassarti e ricaricare le batterie. 2. Stabilisci degli obiettivi raggiungibili Stabilisci degli obiettivi realistici che siano adeguati alle tue abilità e alla tua situazione attuale. Dividi questi obiettivi in piccole tappe per rendere il percorso più facile. 3. Fai attività che ti piacciono Fare attività che ti appassionano è un modo per rafforzare la fiducia in sé stessi. Quando siamo impegnati in qualcosa che amiamo, tendiamo a mettere il massimo impegno e le migliori energie. 4. Affronta le sfide Cerca di affrontare le sfide che ti mettono alla prova. In questo modo puoi imparare da ciascuna situazione e sviluppare nuove abilità, anche se non si riesce a risolvere il problema in modo completo. 5. Diventa mentore Diventare mentor di qualcuno che ha bisogno di aiuto può aumentare la fiducia in sé stessi. Insegnando come fare, si può guadagnare una maggior consapevolezza delle proprie abilità e competenze. 6. Parla con te stesso in modo positivo Usa l'auto-riflessione per identificare i pensieri negativi che ti minano e sostituiscili con affermazioni positive. Ripetere queste affermazioni può aiutare a creare nuovi pensieri positivi e aumentare l'autostima. 7. Cerca feedback Chiedere feedback ai familiari, amici o colleghi può aiutarti a migliorare le tue prestazioni e a ricevere supporto in situazioni difficili. 8. Sperimenta con nuove cose Cerca di esplorare nuove esperienze per aumentare la tua fiducia nelle tue capacità. Sperimentare con qualcosa per la prima volta può essere impegnativo, ma se si continuerà, si diventerà sempre maggiormente abili. 9. Non temere il fallimento Fallire fa parte del percorso di crescita e apprendimento. Non temere di fallire, perché è attraverso il fallimento che si possono imparare le lezioni più preziose. 10. Accetta te stesso e gli altri Accetta te stesso e gli altri per quello che sono. Non prendere il fallimento o la riapparizione negli occhi degli altri come un segno di insuccesso. Gli errori aiutano a crescere e sono una parte naturale del percorso di vita. Ci sono molte strategie per coltivarla, e queste includono prendersi cura di sé, stabilire degli obiettivi raggiungibili, fare attività che ci piacciono, affrontare le sfide, diventare mentore per gli altri, parlare con se stessi in modo positivo, chiedere feedback, sperimentare con nuove cose, non aver paura del fallimento e accettare se stessi e gli altri. Seguendo queste strategie, si può aumentare la propria fiducia in sé stessi e affrontare più facilmente le sfide e le difficoltà della vita. Fonti: https://www.comefare.com/10-strategie-per-coltivare-la-fiducia-in-se-stesse/ https://www.psychologytoday.com/us/basics/self-esteem https://www.safervpn.com/blog/boost-your-confidence/ https://hbr.org/2015/06/5-ways-to-build-lasting-self-confidence https://www.forbes.com/sites/margiewarrell/2013/04/10/7-ways-to-boost-your-confidence-at-work/#23e818c0457c  https://www.mindtools.com/pages/article/newTCS_84.htm Read the full article
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men4de · 1 month ago
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ste cose minano la mia già bassa autostima e le prendo come un attacco personale. ho 31 anni ma a causa di problemi di salute sto lavorando effettivamente solo da due e al momento ho cambiato 6 lavori. mandata via solo da due, uno di questi era il lavoro dei sogni, l'altro mi hanno fatto francamente un piacere.
ho 31 anni e faccio fatica a trovare uno straccio di lavoro mal pagato. non ho pretese. voglio solo sentirmi adulta e utile in qualcosa e non dover stare con l'ansia di chiedere soldi ai miei. e magari avere la possibilità di andare fuori casa
ma no pretendo tri
questo natale ho fatto un lavoretto da Erbolario ed ero andata molto bene, me lo dico da sola. ieri vedo che mettono un annuncio di lavoro pt sempre da Erbolario. mando la candidatura sperando di avere una marcia in più perché ho già lavorato con loro. oggi guardo lo stato della candidatura e vedo "non selezionato dal datore di lavoro"
cosa cazzo devo fare? ditemi che cosa cazzo devo fare
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scienza-magia · 2 years ago
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Un grande paese alle soglie del nazionalismo religioso
In India con l’ascesa di Modi fra crescita, nazionalismo e tentazioni autoritarie. Il presidente è inebriato da tassi di consenso elevatissimi, ma il suo partito Bharatiya Janata Party oscilla verso l’autoritarismo. Quando Jawaharlal Nehru dichiarò che L’India indipendente non avrebbe avuto «nient’altro che la democrazia», il più scettico fu Clement Attlee. Nel 1947 il premier laburista inglese incaricato di separare il “gioiello più prezioso” dal morente impero britannico, era convinto che l’India come i nuovi Paesi indipendenti, «tende a degenerare in dittatura». Attlee si sbagliava. Nonostante guerre, povertà, le grandi diversità etniche, linguistiche e religiose, per la sua demografia l’India sarebbe diventata la più vasta democrazia del mondo. Ancora lo è, sebbene i dubbi sulla sua tenuta siano crescenti. A febbraio il New York Times sosteneva che «l’orgogliosa tradizione della libertà di stampa indiana è a rischio». Secondo il quotidiano, il premier Narendra Modi e il suo governo nazional-induista minano «lo status di più grande democrazia al mondo». Nell’ultima indagine sulla libertà di stampa di Reporter Senza Frontiere, l’India è precipitata al 150° posto su 180 Paesi. La Russia di Vladimir Putin è dietro di cinque posizioni. Ma il problema non riguarda solo i giornalisti. Nelle università c’è una sistematica discriminazione verso docenti e intellettuali che si oppongono al potere dilagante del Bjp. Così nel sistema giudiziario, nella polizia. In molti casi il diritto di critica si è trasformato in un reato. Il partito di Modi «inebriato» dal successo Anche ai tempi del Congress della famiglia Nehru- Gandhi, c’era la tradizione di diffondere i ritratti dei leader. A Delhi tuttavia, l’immagine di Modi appare ovunque, anche più dei tradizionali canoni indiani. C’è perfino all’ingresso del Gandhi Smriti, il luogo ora diventato museo dove il Mahatma fu ucciso da un nazionalista hindu nel 1948. Oggi in Parlamento siedono deputati del Bjp che hanno riabilitato come eroe l’assassino di Gandhi. Con un eufemismo, un ambasciatore europeo a Delhi sostiene che il partito nazional-religioso di Modi «è inebriato dal suo successo». Il premier si avvicina alla fine del suo secondo mandato e il terzo, dopo le elezioni dell’anno prossimo, è dato per scontato: la vittoria sarà ancora più grande della precedente.
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Nell’attuale Parlamento di 543 deputati, il Bjp ha 301 seggi: potrebbe governare da solo ma ha aperto a un’ alleanza di governo, la National democratic alliance, che arriva a 329 deputati. L’anno prossimo l’obiettivo raggiungibile secondo i sondaggi, è superare quota 400. Come dice Pratap Bhanu Mehta, accademico e scienziato della politica, epurato dalle università indiane, «il nazionalismo hindu è nato con il progetto democratico dell’India moderna: non è un’aberrazione ma lo accompagna come un’ombra. Il dubbio è in quali condizioni l’ombra diventi tanto lunga da oscurare l’orizzonte della democrazia». L’ombra si trasforma in spettro, secondo Mehta, quando un eccessivo consenso popolare spinge all’autoritarismo. Il boom di consenso di Modi e l’assenza di alternative Il consenso per Narendra Modi è fenomenale: supera costantemente il 70%, grazie anche a una importante e perdurante crescita economica. Tradizionalmente il Bjp era il partito delle caste più alte; quelle più basse e la massa dei poveri sostenevano il Congress socialista. Modi ha ribaltato la consuetudine. Viene da una casta fra le più basse, le O.B.C., acronimo di “altre caste arretrate”. Con i suoi programmi sociali la percentuale dei poveri è calata dal 28 al 16%. Il Bjp vince e va a vincere anche per l’assenza di un’alternativa nazionale pan-indiana. Il suo successo è stato facilitato dal declino del Congress, incapace di liberarsi dal controllo della famiglia Gandhi: ora ha solo 50 seggi in Parlamento. Se il Bjp governa 10 stati dell’Unione indiana e altri cinque con alleati, il Congress controlla ormai solo quattro stati più tre in coalizione. B.R. Ambedkar, il giurista che scrisse la Costituzione, la più lunga al mondo, sosteneva che l’India è una collezione di minoranze: un insieme di caste, religioni, etnie, lingue. Forse è questa la singolarità dalla quale Narendra Modi non potrà prescindere; il tratto caratteristico destinato a ridimensionare il pericolo dell’ Hindutva, l’ideologia nazionalista dell’induismo, ad una forma di nativismo come altrove: Israele, l’America di Donald Trump, Ungheria e Polonia. Fenomeni preoccupanti ma correggibili. Il federalismo indiano, cioè la singolarità descritta da Ambedkar, sarà forse il baluardo della democrazia indiana. Il Bjp governa da solo in 10 dei 28 stati dell’Unione. I partiti regionali vincono in otto; in altrettanti Congress e Bjp non governerebbero senza di loro. Il Center for Political Research, un think tank di Delhi, ha contato l’esistenza di 3.892 partiti: statisticamente 139 per ogni Stato. L’Uttar Pradesh, con 250 milioni di abitanti, ne ha 618, il Bihar 431. Le caste continuano ad avere un ruolo importante. Come la religione. In India il laicismo non è un’ideologia che prevede la separazione fra stato e chiesa, ma tratta tutte le religioni come uguali davanti allo stato. Il contrario di ciò che vuole il Bjp. Spiega il Center for Political Research: «Gli Stati sono differenti nella loro composizione geografica, demografica e culturale. Non solo producono la domanda per uno stile distinto di governo ma anche permettono ai partiti dalle posizioni diverse, di avere successo». Sarà questo a fermare le tentazioni autoritarie del Bjp? Read the full article
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altazak · 6 years ago
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Ai Minano
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Libri per l’estate
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Non potevamo certo lasciarvi accaldati per l’afa estiva e assetati di libri da gustare in vacanza! Ecco dunque una puntata fresca fresca di questa ormai consolidata rubrica di consigli letterari.
Iniziamo con due classici.
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Processi verbali di Federico De Roberto: estremamente interessante l’esperimento di realismo verista di queste novelline (come le chiama l’autore nella sua concisa e lucidissima prefazione), che ricordano il Verga del ciclo dei vinti (folgorante in questo senso Il rosario), con il ricorso ai proverbi popolari (tanto va la secchia al pozzo, finché si rompe; carcere, malattia, necessità, si conosce l’amistà), con squarci di storia (il ’48 a Napoli e la rivolta di Bronte ne I vecchi), ma anche Pirandello e Guy de Maupassant, per non parlare di Lupetto, che sembra addirittura anticipare Raymond Carver. Esilarante e boccaccesco, un autentico gioiellino, il racconto di chiusura Il viaggio a San Vito.
Il denaro di Émile Zola: un’analisi acuta e quanto mai attuale del mondo degli affari e della Borsa. Imperi economici acquisiti e persi in un sol giorno, i re della finanza ossequiati e riveriti, i falliti derisi e respinti. In una sorta di eterno ritorno le azioni umane si riproducono ciclicamente senza lasciare l’insegnamento necessario a evitare il ripetersi degli errori. Così questo affresco della Borsa francese durante il Secondo impero ricorda le recenti bolle finanziarie che hanno causato la rovina di migliaia di piccoli risparmiatori e il crollo dei mutui fondiari. A manovrare i movimenti di una banca fantasma nata grazie alla complicità di diversi prestanome è il visionario Saccard, a cui il lettore (e con lui diverse figure femminili e un’infinita serie di dipendenti del gioco) si affeziona nonostante tutto e di cui segue le mosse con apprensione e ininterrotta curiosità per quasi 600 pagine che scorrono veloci come un fiume in piena, il fiume del denaro (l’argent del titolo) che passa per le mani di affaristi e speculatori, ma spesso solo in forma virtuale. La cosa più sorprendente è che lo spunto per la trama è tratto da un episodio realmente accaduto: la parabola del banchiere Paul Eugène Bontoux e della banca Union Générale fallita nel 1882. Se il denaro è il tema principale, questo romanzo appartiene pur sempre al ciclo dei Rougon-Macquart ed esplora le tare genetiche che, nella visione deterministica del naturalismo francese, minano la famiglia e ne spiegano i comportamenti. Victor, il figlio perverso e deforme del protagonista, ricorda ‘Coniglio mannaro’, uno degli ultimi discententi dell’indimenticabile famiglia Scacerni de Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli. E non poteva mancare neppure il tema dell’antisemimitismo, caro all’autore del J’accuse. Insomma un piatto completo, per gli amanti della buona letteratura.
Non possiamo tralasciare l’ultimo Simenon pubblicato da Adelphi, Il dottor Bergelon: “Qualcosa si era guastato, senza che lui riuscisse a capire cosa”. La verità è che un fatto increscioso, una malaugurata deviazione dalla consueta routine ha avvelenato la pace interiore del protagonista al punto da fargli mettere in discussione l’intera sua esistenza. Affrontare Simenon è sempre come scendere negli abissi più profondi dell’animo umano.
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Per chi avesse la fortuna di non aver mai letto Manuel Vázquez Montalbán, sono stati appena ristampati Le terme e Il labirinto greco in cui l’investigatore Pepe Carvalho esprime al meglio le sue doti culinarie e il suo fiuto per le indagini, il tutto in uno stile degno del grande Chandler.
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Uno degli autori prediletti di Andrea G. Pinketts, Stuart Kaminsky, professore di storia e critica cinematografica alla Northwestern University di Evanstone, Illinois, farcisce con le proprie competenze letterarie e cinematografiche i suoi gialli hard boiled, per cui Bela Lugosi e William Faulkner diventano clienti del detective privato Toby Peters (“affettuosa parodia dell’investigatore della scuola dei duri”, da Hardboiled blues di Gian Franco Orsi) in due casi che si intrecciano in Never cross a Vampire. Gli amanti del noir potranno cogliere in queste pagine spunti per rivedere vecchi film o scoprirne di nuovi e introvabili. Così anche per Una pallottola per Errol Flynn, Il caso Howard Hughes e Follie di Hollywood, ma nei suoi gialli troviamo molte altre star, come Mae West, Gary Cooper, Clark Gable, Buster Keaton, Judy Garland e Raymond Chandler: pare proprio che il mondo del cinema sia una inesauribile fonte di ispirazione.
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Fedele all’idea che uno scrittore dovrebbe trattare di ciò che conosce, nel creare i personaggi Kaminsky non esita a inserire cenni autobiografici, come le radici russe per l’ispettore Rostnikov (Morte di un dissidente: “Le sue armi: una falce, un martello e una bottiglia di vodka”), e la fede ebraica per il poliziotto Abe Lieberman, che opera in una Chicago quanto mai violenta e movimentata (La follia di Lieberman), città d’origine dello scrittore. Infine il detective Lew Fonesca, trasferitosi da Chicago (Midnight Pass) nell’atmosfera assolata e apparentemente pacifica della Florida, specializzato nella ricerca di persone scomparse (Cattive intenzioni, Parole al vento). Notevoli le collaborazioni con il regista Don Siegel per Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo, e con Sergio Leone per i dialoghi di C’era una volta in America. Insomma uno scrittore prolifico (possiamo contare una sessantina di titoli) per amanti del cinema, della letteratura e di uno stile ironico e versatile.
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Un altro libro ambientato nella Hollywood degli anni d’oro: Perché corre Sammy?, di Budd Schulberg, Oscar alla migliore sceneggiatura originale per Fronte del porto, sceneggiatore di Il paradiso dei barbari con un esordiente Peter Falk  e soggettista di Un volto nella folla di Elia Kazan e di Il colosso d’argilla con Humphrey Bogart.
“Quello che mi faceva infuriare era che Sammy era la persona più scaltra e più ottusa che avessi mai conosciuto. Era dotato di un’intelligenza che era in grado di impiegare unicamente a vantaggio di Sammy Glick. È un tipo di intelligenza che comporta una certa ottusità: una specie di sterminata zona d’ombra con un solo raggio di luce diritto davanti a se stessi”.
Ma chi è Sammy? Un arrivista, un arrampicatore sociale, con meno scrupoli che talento, di un cinismo disarmante, egoista e avido, anche le sue apparenti qualità sono solo difetti astutamente mascherati: “un piccolo fattorino ebreo sempre di corsa che diventa un potente produttore, sacrificando ogni cosa d’umano alla sua assetata ambizione”. Consigliato da Kurt Vonnegut (a sua volta scrittore ammirato da Umberto Eco), che addirittura lo paragona a Francis Scott Fitzgerald, è una lettura scorrevole e moderna che ci lascia agganciati al mistero di questo personaggio odioso e intraprendente fino all’ultima pagina. C’è, naturalmente, molto di autobiografico nelle opere di Schulberg: “Figlio del tycoon della Paramount, e lui stesso, per un certo tempo, prediletto di Hollywood... ma anche comunista inciampato nelle reti del Mccarthismo, spesso e volentieri elesse il mondo di Hollywood quale osservatorio ideale... I disincantati si concentra su come muore, in America, una leggenda. Uno scrittore grande e dimenticato, che ha avuto tutto, ed è stato travolto assieme a un mondo lussureggiante dalla crisi del ’29, si lascia umiliare e consumare nel corpo e nella dignità in un ultimo infimo lavoro da sceneggiatore di filmetti”. In questo caso l’episodio autobiografico si riferisce all’incontro di Schulberg con Scott Fitzgerald, chiamato dagli studios a collaborare alla revisione di una sua sceneggiatura.
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Il 22 giugno 2022 potrete assistere alla presentazione del romanzo di Manuela Cattaneo della Volta e Livio Sposito, Un cuore al buio: Kafka, che si terrà presso la biblioteca Valvassori Peroni. Il libro racconta la “storia e la vita delle cinque donne che hanno amato Franz Kafka”.
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Buone vacanze da tutto lo staff delle biblioteche di Milano!
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jazzluca · 2 years ago
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CHEETOR ( Voyager ) Studio Series 98 *RISE OF THE BEASTS*
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Tra le tante eventuali sorprese saltate a causa dello slittamento del nuovo film dal vivo dei Transformers, Rise of the Beasts, per via dell'accavallamento fra la normale linea di giocattoli e le uscite previste per quest'anno degli Studio Series dedicati ai personaggi del lungometraggio, una mi sa che era l'aspetto di CHEETOR, ben diverso da come si presenta nel giocattolo Deluxe che è stato comunque rivelato lo stesso prima della sua uscita.
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Quest'ultimo infatti si dovrebbe basare su un design preliminare che vedeva il buon Ghepard ispirato pesantemente al suo primissimo look Beast Wars, rivisto recentemente in Kingdom, e la cosa onestamente non sarebbe neanche stata troppo male, ed il giocattolo stesso è bellino, nonostante l'ovvia ridondanza col succitato revival per War for Cybertron.
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Ed invece poi spunta questo Voyager con un look ROBOTICO  decisamente inedito, ma che richiama un po' a mio avviso quello del Beast Machines, in quanto alto ed imponente e sopratutto senza la testa della bestia sul petto. Ma volendo le tracce di pelo maculato su petto, bicipiti e cosce richiamano il Transmetal, o idem il fatto di non avere avanzi dell'alt mode dietro la schiena magari possono ricordare il TM2...
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Insomma, parrebbe una sintesi degli aspetti precedenti del nostro felino robotico preferito, salvo la novità della testa con un accenno di orecchie ed una mascherina sulla bocca che lo fa somigliare al Marvelliano Black Panther! La colorazione inoltre nella sua ricerca di "realismo" non è male, con un marrone chiaro tendente all'ora lontano dal giallo iconico, ma abbastanza lontanto dal solito argento scuro che dei dettagli più meccanici in modo da spezzare l'eventuale monocromia che di solito attanaglia certi "Movieformer".
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A rovinare magari un po' cotanta bellezza ci pensano un paio di avanzi della bestia, come il sedere appeso dietro le gambe, con la coda sù lungo la schiena e gli artigli delle zampe anteriori sulle mani, salvo che magari invece sono fedeli all'effettivo design in CGI che vedremo al cinema, anche se un indizio viene dall'artbox della scatola, che rincuora sulla movie accuracy, a parte solo gli artigli che invece sono solo due per mano.
Artigli che come forma ricordano quelli che invece si ritrova come piedi, davvero buffi perchè decisamente corti frontalmente ma per fortuna non minano la stabilità del robot dato che dietro come talloni si ritrova gli  effettivi piedi delle zampe posteriori della bestia.
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Altra innovazione gradita sono le armi, rappresentate da due lance dal design della punta l'una diversa dall'altra che possono unirsi in una unica lunga, e come scelta è pure interessante dato che richiama le armi primitive di certe tribù indigene che vivono nelle giungle, come il luogo dove si nascondono proprio i Maximal del film. Le due parti di lancia possono poi sistemarsi a riposo appese dietro la schiena.
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Infine come posabilità siamo al top, con annessa rotazione di bacino e pugni oltre alle solite pose standard dei Generations degli ultimi anni, mentre come altezza è al livello di un Voyager medio alto: fermo restando che dai trailer visti sinora si è palesato come i Maximal non abbiano stazze realistiche rispetto agli animali che imitano nel loro alt mode, resta da capire come mai Cheetor sia particolarmente alto e non a livellod i "deluxe", nel film, ma tornando al giocattolo, come Voyager però è leggerino a livello di massa, nella sua essenzialità di robot senza particolari avanzi o dalla TRASFORMAZIONE poco arzigogolata, quindi forse bastava renderlo come un Deluxe alto, a sto punto...
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Questo Cheetor cinematografico, infatti, si converte nella maniera più intuitiva e semplice per una bestia, ovvero con le gambe che diventano le zampe posteriori e le braccia quelle anteriori, ma almeno con qualche passaggio in più, come i pannelli degli stinchi che slittano dietro le cosce mentre ruotano i piedi di 180°, mentre le spalle si proiettano sopra / avanti, non prima di aver aperto il pannello della schiena per tirar fuori la testa del felino ed aperto quello del petto per poi nascondere quella del robot.
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Il GHEPARDO robotico ha appunto un look quasi tecnorganico alla Beast Machine, anche se pare più meccanico avendo solo poche parti con le chiazze maculate nel corpo, ovvero principalmente sulla testa e sula schiena, abbastanza visibili, così come ci sono altre parti che sono scolpite come se fossero di pelo organico.  Ci sono anche qui le parti in grigio scuro, ma forse avrebbe giovato alla bestia più dettagli delle macchie del felino, almeno paragonandolo alle immagini dell'artbox o a quella che si vede nel trailer del film.
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Le zampe avrebbero ampio raggio di movimento, ma sono un po' bloccate a livello di spalle ed anche, mentre la testa ruota ma non gira lateralmente, però può muovicchiarsi un po' su e già per via di due cerniere apposite che però onestamente non me la sento di forzare troppo! ^^' Ah, le fauci possono aprirsi, inoltre.
La coda infine si alza ed abbassa alla base, e le due lance possono agganciarsi sulla schiena come già era nel robot.
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Infine, una buona versione alternativa di Cheetor, valutandolo senza ancora aver visto le sue imprese sul grande schermo, ma che da una parte si eleva sia per il carisma storico del personaggio sia per le novità interessanti che lo fanno discostare dalle versioni precedenti del personaggio. Certo, magari un Voyager è pretestuoso per quel che alla fine deve fare il modellino, me magari potevamo cavarcela con un Deluxe pompato, ma vabbè, gli abbiamo dato il beneficio del dubbio iniziale.
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