#miei traguardi
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Caro diario mia vita una routine
Per questo è che non riesco a non provare quel poco che tengo nelle mie capacità la vera cosa e un posto in cui trovare un modo in sicura di me … ma non basta per me deve essere fantastico… e quel poco che tengo nella mia vita … mia vita è un Cassino … per questo che la voglio cambiare … 🤷♀️💬😀

Mia vita vale la pena di risolvere tutto così
Senza poter cambiare la tua vita
Chi di vuoi Lo avrebbe fatto ??
#libera#mia vita#mio futuro#miei sogni#miei traguardi#mie capacit��#miei problemi#mei momenti#Spotify
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Ho passato tanto tempo a chiedermi come mai te ne fossi andato senza trovare risposta. Ho vagato per tanti posti, sperando invano di incontrarti, immaginandoti al mio fianco a ridere insieme di quanto sia stupido amarsi e non cercarsi. Ho ritrovato la serenità e raggiunto traguardi, ma non ho mai smesso di pensarti. Spesso mi chiedo se senti ancora ciò che sento io, se ti manco, se mi pensi, ma sono tutte domande a cui non trovo risposta. È che non ho il coraggio di salutarti figuriamoci di chiederti se quando guardi le stelle ancora un po’ mi pensi. Ho perso il conto delle volte in cui avrei voluto correre tra le tue braccia per spezzare il filo del destino che probabilmente ci tiene lontani, ma se non fossimo destinati a stare insieme sarebbe tutto inutile e continuerei a vivere nel rimorso di ciò che un tempo eravamo e ora non siamo più perché era tutto sbagliato ma io non ero mai stata così bene. Mi ferisce guardarti perché vorrei solo baciarti e distolgo lo sguardo perché un po’ mi ci perdo nei tuoi occhi e potrei scoppiare in lacrime ma non voglio mostrarmi debole, quando tu mi hai insegnata a essere forte. Eppure miei pensieri ci stai davvero così bene, forse ancora di più al mio fianco ma oramai la mia mano ha sfiorata quella di qualcun altro e il tuo cuore ha provato nuove emozioni. Forse è tutto cosi inutile e resterai solo un ricordo ed il mio più grande rimorso, di non averti detto di amarti quando ne avevo l’opportunità, e di non aver trovato un altro modo per farlo.
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2024 - Sintesi
- Per la prima volta ho iniziato l'anno con un cauto pessimismo e un'adeguata presa di coscienza del fatto che non sono proprio nessuno. Era dal 2004 che non accadeva una cosa del genere.
- Il primo trimestre mi ha fatto ricredere sulle mie posizioni iniziali. Forse ero stato ottimista.
- Il secondo trimestre, quello della pagella di metà anno, ha confermato le aspettative basse, terra terra come alcune persone che t'incantano, poi ti portano al guinzaglio come in cagnolino a una mostra canina e alla fine spariscono.
- Non ho baciato. Si lo so, lo so lo scrivo tutti gli anni. Però escludendo figli e baci di circostanza, io, quei bei baci da limone duro me li sogno ancora.
- "Ho tagliato rami secchi", quante volte l'ho scritto. Bene, sappiate che mi sono specializzato nella capitozzatura. Rami stronzi, foglie ipocrite e germogli di narcisisti. Zac!
- Ho ascoltato tanto, anche quest'anno. Mi chiedo se imploderò per questo, dovrei forse filtrare di più. Però ci sono esperienze di vita che mi arricchiscono tantissimo.
- Ho deluso una persona. Si anche quest'anno. Ma c'è una novità: 'mporta nulla!
- Ho guadagnato la stima di molte persone, questo mi preoccupa seriamente, dovrò impegnarmi molto per non perdere questa stima.
- Ho visto i miei figli crescere, non in altezza, ma in personalità. Sono orgoglioso, ma tanto tanto.
- Ho letto. Ma non quanto avrei dovuto, potuto e voluto... è tutto un uto, come 'mbuto.
- Ho vissuto giorni interi in sospensione, come se fossi appeso a fili invisibili e a metà tra la terra e il cielo.
- Ho accettato richieste d'amicizia, ho scoperto persone meravigliose.
- Questa volta ho bannato io, le persone troppo "intraprendenti", senza rispettare la mia volontà.
- L'Ansia è diventata la mia compagna di vita, mi ha chiesto se la sposerò e se poi la porterò in viaggio di nozze.
- Ho imparato che come non si finisce mai d'imparare nella vita, se stai attento e ti metti in discussione, non finirai mai d'imparare su te stesso.
- Ho scoperto di reggere bene l'alcol, poco le persone senza spirito.
- Anche nel 2024 non ho seguito nessun influencer, anzi, mi sono defollowato da pagine e gruppi che non reputavo più interessanti.
- Non ho guardato per tutto l'anno neanche un telegiornale. No, non è vero. Una volta casualmente mi è partito sotto il naso un telegiornale. Sono andato nel panico.
- Il 2024 ha visto l'arrivo in casa di un gatto rosso, l'ho chiamato Leo. Anche se lui dice di chiamarsi Bucefalo. Non credevo, dopo l'inspiegabile perdita del mio gatto rosso Alvin, che un altro gatto rosso riuscisse con il suo carattere tenerone ad accucciarsi nel mio cuore. Di fianco ad Alvin.
- Ho assistito alla rivincita di chi aveva subito millemila angherie, ho capito quanto la tenacia a volte ripaghi. Alcuni lo chiamano karma. Io lo chiamo coraggio e forza.
- Ho aiutato. Come ho potuto. Lo faccio sempre.
- Ho abbracciato i miei figli dalla gioia per i traguardi da loro raggiunti. Sono incredibili. Qualcuno si stupirebbe che siano figli miei.
- Ho visto tante volte mia madre piangere, ma le ho sentito dire con leggerezza molte frasi che feriscono.
- Ho ancora caparbiamente sognato. Ma ho imparato a sedarmi per ridurre la fuoriuscita di questi sogni.
- Sto scrivendo questo post sulle note di Tunnel of Love dei Dire Straits.
- Anche quest'anno ho sentito dei "tranquillo, mi farò sentire io", m'immagino queste persone lavorare con turni di 36 ore un giorno si e l'altro anche nelle acciaierie siberiane. Sicuro, molto impegnate.
- Ho imparato che anche le cose belle devono finire, per poterne cominciare di migliori. Lo confermo anche quest'anno.
- Ho compreso tantissimo quanto la fiducia sia un bene prezioso da preservare.
- Ho imparato che tutti dovremmo avere e provare l'amore, corrisposto, con un cuore impegnato nell'amare il mondo sarebbe libero da tiranni e gente crudele.
- Credo che la prima cosa che farò nel 2025 sarà quella di guardare il cielo e sorridere.
- Sono rimasto colpito da come alcune persone si mettano in ridicolo, con la presunzione di essere dei fighi stellari.
- Ho visto gente cattiva morire per malattie, non ho mai visto in queste persone un segno di pentimento di quello che hanno fatto. Alcune hanno infierito su altre persone fino all'ultimo. Che possano trovare la serenità in un'altra dimensione.
- La gnagna non è più un obiettivo, ma un dolce ricordo. Amen.
- Ho ascoltato tantissima musica anche questo 2024.
- Per la prima volta ho avuto delle perplessità sul fatto di come esterno i miei pensieri intimi, pubblicamente sui social, più di una persona mi ha chiesto perché. Mi sono sentito uno scemo.
- A volte ho avuto il dubbio di essere trattato da Gesù come se al posto di Giuda, nell'orto del Getsemani, ci fossi stato io.
- Ho abbracciato nuovi ideali.
- Mi sono accorto, a distanza di anni, che Freddie Mercury nel video di I Want to Break Free sia un figo pazzesco. Non so, mi è venuto in mente questo.
- E niente, quel "grumo" a me pronunciato mi manca ma non le manco più io.
- Anche quest'anno mi vorrò bene l'anno prossimo.
- Passerò il Capodanno non da solo ma in solitaria.
Ora.
Ringrazio tutti, ma proprio tutti quelli che mi leggono. Anche quelli che vengono a curiosare, a ridere di me, grazie davvero. Mi siete d'aiuto per comprendere come non mi devo comportare. Per chi mi trova un pochino leggibile e quanto meno simpatico grazie, mi fate sentire meno solo.
Per chi mi ha dimostrato vicinanza spero con tutto me stesso che possiate vivere, vivere a pieni polmoni e con serenità. Non smettete mai di crederci, anche se sembrerà durissima, sono proprio queste prove che danno coraggio e tempra per diventare invincibili.
Buon 2025. Con affetto, me.
#libero de mente#capodanno#buon anno#2024#2025#auguri#ultimo dell'anno#frase#pensiero#vita#racconto#pensieri
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Mi piace la gente che vibra,
che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c’è bisogno di dire cosa fare perché sa quello che bisogna fare e lo fa.
Mi piace la gente che sa misurare le conseguenze delle proprie azioni, la gente che non lascia le soluzioni al caso.
Mi piace la gente giusta e rigorosa, sia con gli altri che con se stessa, purché non perda di vista che siamo umani e che possiamo sbagliare.
Mi piace la gente che pensa che il lavoro collettivo, fra amici, è più produttivo dei caotici sforzi individuali.
Mi piace la gente che conosce l’importanza dell’allegria.
Mi piace la gente sincera e franca, capace di opporsi con argomenti sereni e ragionevoli.
Mi piace la gente di buon senso, quella che non manda giù tutto, quella che non si vergogna di riconoscere che non sa qualcosa o si è sbagliata.
Mi piace la gente che, nell’accettare i suoi errori, si sforza genuinamente di non ripeterli.
Mi piace la gente capace di criticarmi costruttivamente e a viso aperto: questi li chiamo "i miei amici".
Mi piace la gente fedele e caparbia, che non si scoraggia quando si tratta di perseguire traguardi e idee.
Mi piace la gente che lavora per dei risultati.
Con gente come questa mi impegno a qualsiasi impresa, giacchè per il solo fatto di averla al mio fianco mi considero ben ricompensato.
- Mario Benedetti, La gente che mi piace
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questo viaggio è il regalo più bello che io mi sia mai fatta. sono molto orgogliosa dei miei piccoli traguardi.
mi abbraccio.
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Stasera ho il turno di notte... Mi ero ripromessa di riposare un po' oggi pomeriggio... Ma le ore passano così in fretta quando fai cose... E io non sono capace di stare ferma... Stare nel vuoto è sempre stato il mio problema... Così cerco sempre qualche novità con cui distrarmi... Mi riempio di impegni... Di hobbie... Di qualsiasi cosa... Purché mi tenga la mente impegnata e non la lasci vagare nei miei vuoti... Nelle mie eclissi... Nelle mie zone d'ombra... Eppure i miei più bei traguardi li ho avuti proprio esplorando tutti questi miei bui... Dopo un periodo di vittorie contro me stessa mi ritrovo di nuovo a perdere... Ma la partita continua... Domani mi vedrà di nuovo, ad affrontare le mie paure e i miei pensieri scuri... E a portavi luce...
~ Virginia ~

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Riflettevo sul fatto che, una persona che in qualche modo sminuisce la mia vita, il mio lavoro, i miei traguardi, ecc, con me non andrà mai d’accordo. Accanto a me voglio solo persone che sono felici dei miei risultati, non che non perdono occasione per sminuire ogni cosa, solo per sentirsi migliori.
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Wowwww🤩
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unpopular opinion: lasciate stare le nuove generazioni
sono un po' annoiata dalla retorica di questi post che leggo sui social in cui si confronta lesame di maturità dellə millennial alle generazioni precedenti.
"io me la ricordo la mia maturità. jeans e maglietta sgualcita, sudata fradicia, pallida come una dama dell'Ottocento e con le occhiaie fino alle ginocchia. ore sono tutte con il completo, la piega fatta e il bouquet di fiori"
commenti di questo tipo ne leggo a decine, a centinaia. e onestamente, ME COJONI.
anche io me la ricordo la mia maturità. il giorno della prima prova scritta mi è arrivato il ciclo, sono corsa in bagno per cambiare l'assorbente e il flusso era talmente abbondante che non riuscivo a tirarmi su i pantaloni. mentre con una mano scrivevo, con l'altra stringevo il banco per il dolore dei campi. il giorno della terza prova ho avuto una gastrite acuta da stress che mi ha fatto vomitare sangue e non mi sono presentata. mi ha telefonato sul cellulare la professoressa di inglese chiedendomi come stessi e promettendomi che avrebbe trovato una soluzione. ho svolto la terza prova due giorni dopo da sola circondata da 10 professori che mi fissavano. il mio esame orale è stato posticipato all'ultimo giorno in extremis. ho fatto un'interrogazione da ottimi voti, ed ero completamente sola - neanche la mia migliore amica che era passata prima di me era rimasta ad aspettarmi. ho ringraziato e sono uscita. la professoressa di inglese mi ha abbracciata e mi ha detto "mi dispiace che sei rimasta da sola". ho camminato fino alla stazione, ho aspettato il treno per un'ora. scesa a destinazione ho scritto alla mia famiglia per chiedere un passaggio in paese ma si erano dimenticati che sarei dovuta tornare e non potevano venirmi a prendere. così mi sono fatta altri 6 km a piedi risalendo sotto il sole cocente di luglio le vigne del Monferrato.
questo è il ricordo della mia maturità. io, sola, sempre. quando sono arrivata a casa mi sono fatta una doccia e sono andata a dormire. nessuno mi ha chiesto come fosse andata. come stavo. cosa avrei voluto fare, dopo l'esame, durante l'estate o nella vita. vuoto.
è un bel ricordo? no. lo avrei voluto diverso? sì.
perciò lasciate stare lə ragazzinə che hanno qualcunə che lə supporta. lasciate che festeggiano questo traguardo - perché, fidatevi, con il tasso di abbandono scolastico italiano, il diploma è un traguardo non da poco. lasciate che si facciano bellə e che si cimentino nelle cose da grandi per un giorno con tailleur e completo formali mentre convincono la commissione che la loro tesina sulla seconda guerra mondiale è originalissima. lasciate che si godano quel momento di gioia misto nostalgia che si prova quando si termina un percorso faticoso. e applauditelə, coccolatelə, celebrate i loro traguardi perché non c'è nessun vanto nell'aver avuto possibilità diverse, non c'è vanto nell'aver sofferto. insegniamo alle nuove generazioni che le quelle che per noi sono state cose banali possono essere bei ricordi, insegniamo loro che si possono celebrare le vittorie piccole o grandi che siano, che è bello condividere le emozioni. non diventiamo la nuova generazione del "ai miei tempi era meglio perché si stava peggio e si sgobbava". io non voglio appartenere a chi pensa che stare male e lavorare il triplo senza garanzie sia non solo norma ma dignità. io voglio essere parte di chi accetta che la vita è anche festeggiare con un mazzo di fiori un esame. fotografare la patente dopo averla presa, regalarsi un giorno di permesso per una bella notizia.
non siamo fatti per soffrire.
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Mi sento padre
Credo di essere diventato padre prima, intendo prima di diventarlo biologicamente.
Ho vissuto un prologo o, per usare un neologismo moderno, un prequel.
Sono convinto che divenni padre di me stesso il giorno in cui, sempre biologicamente, non fui più figlio di un uomo.
Quando mio padre morì rimasi orfano di una figura paterna che, nonostante i suoi umani limiti, era nel mio immaginario qualcosa di più grande e rassicurante. Ne avevo maledettamente bisogno, ma il destino me lo portò via.
Così dopo un percorso con uno davvero bravo divenni "papà" di me stesso. Non avevo alternative, meglio dire non avevo nessuno.
Nonni morti da tempo e zii, quelli a portata di mano e in vita, ostici ed egoisti da sempre.
Poi divenni padre. Non solo biologicamente, ma qualcosa si squarciò in me. Mille motivi per sentirsi padre.
Quando divenni padre per la seconda volta lo squarcio con i "mille" motivi raddoppiarono
Mi sento padre ogni volta che sento ridere i miei figli,
quando percepisco la loro forza d'animo,
quando mi abbracciano per rassicurarmi,
quando li abbraccio per dare loro forza,
quando mi rendo conto di come i miei figli siano migliori di me,
quando ripenso al fatto che appena nati mi vennero affidati, tra le mie mani che inaspettatamente divennero ferme e solide. Io che credevo che avrei tremato per tutto il tempo.
Mi sento padre quando mi raccontano i loro pensieri, i loro desideri,
quando uscendo di casa, dalla strada, si girano per vedere se sono alla finestra per salutarli ancora. E io ci sono.
Mi sento padre ogni volta che li sprono a lottare per i loro obiettivi,
lo sono di più quando mi scopro a nascondere le lacrime per i loro traguardi raggiunti.
Mi sento padre quando discutiamo,
quando li ascolto e do loro ragione,
quando gli esprimo il mio punto di vista e loro annuiscono,
quando mi spiegano e io capisco che quello in errore sono io.
Mi sento padre ogni volta che loro si sentono miei figli,
quando mi permettono di lenire i graffi metaforici che la vita gli lascia sulla pelle,
ogni volta che predico il rispetto per il prossimo,
a non fare mai del male a nessuno.
Così capita spesso che loro, abbracciandomi con le lunghe braccia, mi fanno sentire figlio a mia volta. Per qualche istante.
Mi sono sentito orgogliosamente padre, in passato, quando durante le competizioni sportive a cui i miei figli partecipavano, dagli spalti, non ero tra i padri che istigavano i figli a "colpire duro" per vincere sull'avversario.
Oppure quando ho rinunciato ai miei desideri, alle mie passioni, per proteggerli per stare loro vicino. Concedendo il mio cuore solo a loro.
Mi sento padre ogni giorno che mi appare una nuova ruga, un capello bianco, un fardello in più sulle spalle che la vita mi lascia "generosamente". Per ogni livido sulla pelle, per ogni ferita nell'anima, per ogni sussulto del cuore strozzato sul nascere.
Sono un padre nel momento che lotto per il benessere della mia famiglia,
quando cado miseramente per un mio errore,
quando mi rialzo stoicamente, con la determinazione di chi non vuole deludere i propri figli.
Mi sarei già lasciato andare da tanto se non fossi padre.
Sono un padre perché soffro, gioisco, li sento, li ascolto e cerco di essere un punto di riferimento per loro,
per poi accorgermi che essi sono per me un punto di riferimento.
Mi sento padre quando mi prendo cura di una madre anziana e ammalata, come se fosse mia figlia. Lei che mi cerca e mi chiede sicurezza. Come una bimba.
Sono un padre fragile, quando ogni sera goccia dopo goccia cerco di chiudere la giornata.
Quest'anno mi faccio gli auguri, per il padre che sono e per come sopravvivo in questo importante ruolo.
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Oggi il mondo dell’equitazione, e non solo, è un po’ più povero. Ci ha lasciati una persona straordinaria, un vero maestro di vita oltre che di equitazione.
Era un insegnante generoso, che trasmetteva la sua passione con gentilezza e rispetto, qualità rare in un ambiente spesso competitivo e talvolta snob. Non importava se si trattava di cavalli di prestigio o di modeste prestazioni, né se l’allievo fosse un campione affermato o un semplice appassionato: per lui tutti meritavano la stessa dedizione e lo stesso sorriso.
Mai una parola fuori posto, mai un gesto di rabbia. Aveva la capacità unica di far sentire chiunque accolto, apprezzato e rispettato. Lavoratore instancabile, coltivava il dressage con amore, raggiungendo traguardi importanti anche nel direttivo regionale.
Personalmente, ho avuto l’onore di seguire qualche lezione con lui, ma bastano pochi istanti con persone come lui per lasciare un segno indelebile. Lo porterò sempre nei miei ricordi più belli, convinto che non sarà mai dimenticato da chi ha avuto la fortuna di incontrarlo.
Se ne è andato troppo presto, ma il suo esempio rimarrà. Grazie per tutto quello che hai donato, con il cuore e con la generosità che ti contraddistinguevano.
Riposa in pace Alberto
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A volte mi sento una brutta persona, poi mi ricordo di aver trattenuto le lacrime solo per non far preoccupare chi mi era affianco e aveva bisogno di una persona forte che la sostenesse. A volte mi sento una brutta persona, poi mi rendo conto che ho sempre fatto di tutto per esserci, anche quando ero io ad aver bisogno di qualcuno. A volte mi sento una brutta persona, poi mi ricordo di aver nascosto più volte un dolore dietro ad un mio sorriso, una mia battuta, solo per far ridere le persone che mi circondavano, perché preferisco trasmettere serenità che dolore. A volte mi sento una brutta persona, ma poi mi ricordo che preferisco che le persone care, si confidino e si sfoghino con me, piuttosto che il contrario. A volte mi sento una brutta persona, ma poi mi ricordo di aver accettato di perdere me stessa, per evitare di perdere la persona a me care. A volte mi sento una brutta persona, ma poi mi ricordo di essere fiera dei traguardi delle persone accanto a me, nonostante magari in quel momento ero a pezzi per i miei fallimenti. A volte mi sento una brutta persona, ma poi mi ricordo di aver sempre dato anche senza ricevere nulla.
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Come chiudendo gli occhi, invece, dovrai cambiare la tua vista con un’altra, risvegliare la vista che tutti possiedono, ma pochi usano.
- Plotino, Enneadi
COMMENTINO
Sembra paradossale, ma l'atto di guardare, alcune volte, non ti permette di vedere. Vedere veramente la realtà, infatti, non ha a che fare soltanto con la vista. Se guardo un uomo che scala i traguardi della vita, potrei non vedere l'uomo spaventato dalla morte. Se guardo un ragazzino che si prende gioco di un suo compagno di classe, potrei non vedere il bimbo terrorizzato dalla propria vulnerabilità. Se guardo le cose che desidero, potrei non vedere le distorsioni che guidano i miei desideri. L'atto di vedere, infatti, è l'insieme del guardare e del comprendere. L'atto di vedere è quello che si accorge di ciò che sta oltre quel che tutti guardano. La comprensione richiede astinenza dall'immagine, capacità di analizzare nel silenzio, pretende distanziamento dai sensi, dal rumore, dalle distrazioni. La comprensione richiede l'accensione di una vista che matura soltanto quando ascoltiamo la nostra interiorità, la quale ci dà visioni, idee e rappresentazioni che gli occhi non sanno fornirci. In fin dei conti, la filosofia è proprio l'allenamento a guardare con quella vista interiore, l'apertura di questi occhi che vedono cose nascoste nelle immagini che ci si presentano nel mondo. Se vuoi fare filosofia, allena quello sguardo: vedrai cose che agli altri sfuggono, che eppure sono le più importanti da vedere.
Rick Dufer
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Non ho mai abbracciato l'idea di fare rumore per fare sapere agli altri le mie vittorie e i miei traguardi perché: 1 fondamentalmente a chi frega un cazzo; 2 non voglio ricevere i malocchi da parte degli invidiosi e 3 mi va bene il sostegno da parte della mia piccolissima cerchia di persone che, seppure imperfette, sono presenti nel momento del bisogno.
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Speravo di salvarmi, riuscire a innamorarmi ma son rimasto solo rincorrendo i miei traguardi e nella testa drammi, sulla mia pelle tagli, nella coscienza sbagli, in tutti questi anni..
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Di base mi sento sempre un fallimento, una buona a nulla, un incapace, una debole, a seconda dei giorni anche peggio. Non mi concentro mai su quello che invece cerco di fare, sulle lotte interiori che porto avanti ogni giorno, sui problemi che mi rallentano e mi penalizzano, sui dolori con cui convivo e che non potrò mai guarire, le ferite e le cicatrici che mi porto addosso, la solitudine e la fragilità con cui faccio i conti da una vita, l involucro in cui vivo e che non mi appartiene e tutte le dinamiche che devo mio malgrado accettare perché non possono essere cambiate. Al mondo ci sono tante persone forti, vincenti, che fanno cose, raggiungono traguardi. Io non sono nulla di tutto questo ma lotto con me stessa, la mia mente e i miei pensieri e il mio bagaglio ogni giorno e non mi sono ancora arresa anche se ci sono giorni più difficili di altri in cui affrontare il tutto e forse in parte anch'io sono coraggiosa, anch' io sono una combattente a modo mio.
-laragazzadagliocchitristi
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