#mi sento proprio male
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frammenti--di--cuore · 4 months ago
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mi sento in frammenti oggi, tanti piccoli pezzi di me che vagano senza una meta, che si scontrano e si rompono a vicenda perché non sanno da che parte andare. sai che vorrei? qualcuno che si fermi un po' accanto a me per spiegarmi un po' la vita, che non si spaventi davanti alla mia distruzione ma che al contrario l'abbracci, che l'avvolga, che sappia cosa fare e che voglia farlo per me.
zoe
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wintertundra-art · 3 months ago
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i just watched the gladiator II, i honestly don't know whether to laugh or cry sjsjajsksmsnsnsn
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vvvounds · 1 year ago
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se c'è una cosa che mi mette i brividi è la body suspension
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deathshallbenomore · 2 years ago
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still thinking about her
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phjlavtia · 1 year ago
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my blood is boiling and fuming and evaporating and (had to think about alternanza scuola-lavoro again)
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raccontidialiantis · 1 month ago
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Ti leggo l’anima
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Tu posi ancora per un po’ lo sguardo sulla pagina. Io invece paziente aspetto e nel frattempo non mi stanco di leggere il tuo corpo. Adoro i tuoi fianchi, il bel culo tondo e la perfetta schiena nuda. Ti faccio il solletico con un dito. Tanto, tra un po’ so che dal mondo del sesso virtuale vorrai passare alle cose concrete.
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E allora mi troverai qui, pronto e pieno di passione; carne e sangue pulsante d'uomo tutto per te. Ti spoglierò piano e ti farò morire di desiderio. Mi piace, mentre faccio stare il mio uccello a due centimetri dalla tua pelle. Ti annuso tutta, inspiro il tuo odore e la tua anima. Tu inizi a scioglierti e capisco dalle frasi sconclusionate che pronunci che stai per dare sfogo alla tua libidine.
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Il momento più bello per me è quando ti sdraio sulla schiena e ti apro le gambe: non ti opponi e mi offri la tua intimità più preziosa. Un tesoro di femminilità a mia completa disposizione. Con la lingua disegno sulla tua passera poco depilata l’intero alfabeto e ti assaporo di gusto. Quando vieni, sono contento e inghiotto golosamente tutto il tuo preziosissimo miele di donna.
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Tu intanto, senza più alcun controllo, gemi: ti lasci andare completamente e rovesci la testa all'indietro, scoprendo una gola bellissima. Profumata d’amore e imbiancata da un lunghissimo inverno. Come un vampiro, di scatto e impazzito di desiderio infilo la mia dotazione tecnica nella tua vulva già abbondantemente lubrificata e gonfia di brama. Lo vuoi tutto. Mi vuoi da morire e me lo dici: “spaccami, sventrami, saziami di cazzo: sono porca per te. Solo per te.”
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Inizio a scoparti forte, con colpi potenti e intanto mi tuffo sulla tua gola adorata e ne lecco ogni centimetro quadrato. Te la bacio con tutta la mia passione. Voglio solo venirti dentro, ma nello stesso tempo cerco di resistere perché desidero sentirti perdere ulteriormente il controllo. Adoro quando fai per aprirti tutta e spingerti in avanti per farmi entrare un millimetro in più del fisicamente possibile.
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Vorresti mettermi tutto dentro la tua fregna. Lo sento. Sento il tuo profumo penetrarmi le narici sfacciato. Quando poi ti infilo un dito nel culo, mi sussurri un intimissimo “siiiii” che mi fa indurire l’uccello ancora di più, se possibile. Sborro dentro di te una prima volta. Cerco di uscire, ma tu incroci le gambe dietro la mia schiena. Allora sono costretto a stringerti forte la mascella e ti pizzico con violenza un capezzolo. Ti faccio male e ti ordino di aprire le gambe.
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Tu piangi dal dolore, ma obbediente e sottomessa alla mia volontà rilasci la stretta e nel frattempo mi attiri a te per baciarmi la bocca.  Allora dopo un bacio rapido e delizioso tra noi prendo la tua testa e la guido con dolce fermezza verso il mio cazzo. Tu non vedevi l’ora e come una gazzella assetata ti attacchi con le labbra. Golosissima e vorace inizi a succhiare e man mano inghiotti tutta la mia asta.
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Sul letto compio miracoli d’equilibrio, per farti bere mentre sei distesa sulla schiena. Lo faccio perché mi piace vederti umiliata ma felice di succhiarmi l'uccello. E poi perché amo molto sentirti gemere mentre ingoi tutto, quando sborro una seconda volta dentro il tuo corpo. Perché mentre con tuo marito ormai il sesso è archiviato da anni, con me diventi la femmina da bordello che vuole solo tanto cazzo e ancor più sborra dappertutto: dentro e sopra di te.
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Sei la mia troia segreta. Oggi basta così. Alzati e fai un caffè: muovi quel culo preziosissimo. Per domani inizia a prepararlo bene, il tuo didietro: toccherà a lui. E so che già da stasera non penserai ad altro, mentre sorridendo serena e composta metterai in tavola la cena per tutti, puttana dolcissima che altro non sei. Baciami proprio adesso, dopo che felice hai inghiottito tutto il mio seme. Ti amo.
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RDA
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orotrasparente · 3 months ago
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c’è questo pensiero che ho in testa da un po’ che mi turba, premesso che ho passato gli ultimi 6/7 anni della mia vita a reprimere tutte le emozioni positive che avevo perché fondamentalmente avevo paura di star male, in fondo se non ti leghi a niente non puoi starci male se quella cosa finisce no? ecco, solo che quest’anno, per quanto monotono, è stato un anno folle a livello introspettivo, sto lavorando così tanto su me stesso che mi fa quasi impazzire sentire questo cambiamento e quindi non lo so ma sento il bisogno di sentirmi importante per qualcuno, non parlo di amore o relazioni e nemmeno necessariamente di una persona, potrebbe tranquillamente essere un animale, ma non mi interessa manco ricevere affetto, parlo proprio di dare affetto, sento il bisogno di essere una persona presente per qualcuno, di dare felicità a quella persona o quell’animale, nel mio piccolo cerco già di farlo con alcuni amici ma non mi basta e niente o mi prendo un animale o potrebbe scoppiarmi il cuore da quanta voglia repressa di voler bene ho
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 3 months ago
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Sono pronta padrone... Pronta per la mia punizione... Ti sento prendere il frustino, mi giri attorno e lo fai schioccare sulla mano... Passeggi piano... Un altro schiocco sulla tua mano... E piano piano ti avvicini... Mi sussurri piano: avrai ciò che meriti puttana! E cominci a posarlo su di me... Prima dei piccoli colpi per scaldare la mia pelle e richiamare tutto il sangue in quel punto... E tac il colpo vero e proprio... Fa male padrone... Quel cazzo di reding fa male pensai nella mia testa... Nemmeno il tempo di respirare e tac.. Un altro colpo arriva fulmineo... E un altro... Un altro ancora... Il mio culo chiede venia padrone... Perdono... Ti prego chiedo perdono.... Ma dentro di me bramo ancora altri colpi ... Adoro le attenzioni sadiche del mio padrone.. Ne ho bisogno come l'aria che respiro... Per me ogni colpo è un sorso di vita 🖤
~ Virginia ~
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smokingago · 11 days ago
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Le tre di notte, cammino sicuro nella semioscurità, il silenzio è assordante, non ho bisogno di luce, il tragitto è sempre lo stesso, il bagno il bicchiere d'acqua in cucina il soggiorno il divano.
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Vago silenzioso da una stanza all'altra come un fantasma, uno spettro.
Gli occhi abituati all'oscurità; quella fuori e quella dentro di me.
Lo specchio nel corridoio riflette soltanto impercettibili ombre, mi fermo e cerco dentro di lui il mio volto. Le pupille si dilatano, ora riesco a vedermi, o forse soltanto ad immaginarmi.
È un bambino quello che mi sta fissando, vuole dirmi qualcosa ... sono io quel bambino.
"Smettila!" ... sento questa esclamazione come un urlo dentro la mia testa, "smettila!"
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"Smettila!" di farti del male, di causare dolore agli altri, anche se subito non te ne rendi conto poi lo capisci se hai ferito qualcuno.
"Smettila!" di piangerti addosso,
"Smettila!" di incolpare il tuo passato per quello che sei ora.
"Smettila!" di rifugiarti sempre nelle solite scuse, non puoi dare la colpa a chi ti ha fatto del male quando eri piccolo, quel bambino che ti ha picchiato ora sta peggio di te, probabilmente soffriva anche più di te.
Quella bambina di cui eri innamorato che ti prendeva in giro ora è una donna insoddisfatta, proprio come te.
Non dare la colpa a tuo padre per quello che sei ora, non è stato il miglior genitore del mondo, ma forse era una vittima anche lui.
I tuoi fratelli ti volevano bene anche se erano gelosi di te, e se avevano un brutto carattere è perché erano cresciuti con il tuo stesso padre.
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"Smettila!" che se non sei stato amato abbastanza questo non significa che tutto ti è concesso. L'amore degli altri te lo devi guadagnare, e non dovresti mendicarlo.
Questa scusa non regge più, quando ti senti sbagliato forse sei veramente sbagliato, sei umano anche tu e commetti degli errori.
Ogni volta che ti senti criticato dai sempre la colpa al tuo passato, alle tue delusioni, alle le tue sofferenze, a tutte le persone che pensi ti abbiano fatto del male, a chi "non ti capisce".
Ti fai scudo sempre tirando fuori quello che ti è successo invece di assumerti le tue responsabilità e riconoscere i tuoi difetti e le tue mancanze.
Certo che ti è più facile così aggirare gli ostacoli, ma sono tutte scuse che usi per non affrontare la tua vita, sei solo un codardo, usi me per difenderti quando invece sai benissimo di aver sbagliato.
Quando sei in difetto fai la vittima, oppure vuoi essere l'eroe, tu non sei mai quello che sbaglia.
Sei pieno d'orgoglio e narcisismo ma in realtà sei solo uno che non riesce a vivere il presente
"Smettila!"
Smettila di farti del male.
Smettila di farmi del male.
Io non ci sono più, conserva dentro di te il mio ricordo, io sarò sempre lì; ma ora devi diventare grande, accettare quello che sei, chi ti vuole veramente bene accetterà anche i tuoi difetti il tuo brutto carattere, il tuo lato oscuro.
"Smettila!" di mentire a te stesso e agli altri.
"Smettila!" di pensare che meritavi di più, che valevi di più, che per ottenere di più bisogna anche sacrificarsi di più, sei stato solo pigro ed "egoista travestito da altruista"
"Guardati!", guarda quello che hai, è molto di più di quello che ti manca.
Forse anche molto di più di quello che meriti.
Guarda davanti a te,  non voltarti più indietro, lasciami andare, lascia che io resti  bambino, lasciami piangere e sorridere. Io sono il passato, tu sei il presente, vivi ogni giorno.
Perché questo giorno domani sarà già il passato.
Cit. Smokingago, 16 Febbraio 2025
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lamargi · 4 months ago
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- Queste scarpe mi uccidono….., dico con una smorfia mentre mi lascio cadere sul divano e ne sfilo una….
Siamo di ritorno dal matrimonio di mia nipote. Ovviamente, come nonna della sposa, sono stata particolarmente attenta a presentarmi elegante e a posto, sapendo che avrei avuto con il resto della famiglia gli occhi addosso degli altri invitati.
Ma forse alla mia età non posso più permettermi di tenere i tacchi alti per tante ore….
- Vu….vuoi che ti aiuti, nonna?
A parlare è mio nipote, l’altro, il maschio, più piccolo di sua sorella la sposa. È lui che mi ha riaccompagnato a casa. Ci siamo divisi in più auto dopo la cerimonia e Marco mi ha fatto da autista. Sotto casa, gli ho detto di salire con me. Sembrava contento.
Adesso, quella frase mi ha un po’ sorpreso. Lo guardo. È arrossito. Però non so che dire, è una offerta così dolce….
Si inginocchia davanti il divano. Sfila una scarpa con delicatezza. Prende il mio piede tra le mani. Comincia a massaggiarlo. Sono ancora più stupita, ma devo ammettere che era proprio ciò che mi ci voleva…..
- A…a���anche l’altra, nonna?
Non rispondo, ma gli porgo il piede. Sfila anche l’altra scarpa. Le sue dita mi massaggiano i piedi. Avvolgono i talloni. Passano delicatamente sotto la pianta. Inarco il piedino. Massaggia, o dovrei dire piuttosto accarezza, le dita.
Mi sfugge un gemito. - Sei bravo….
Il massaggio è ancora più intenso. E me lo godo. Avvolge con le dita la caviglia, pressa nei punti giusti. È tutto intento nel suo lavoro, lo guardo ma tiene il capo chino, non lo solleva nemmeno verso di me.
- Ma dove hai imparato?, dico ridendo.
Mi sembra che inghiotta a vuoto. - V..vu…vuoi che smetta, nonna?
- oh no, assolutamente, rispondo e inarco ancora i piedini.
- Ha…hai dei piedi bellissimi, nonna….
Che dolce complimento. Da mio nipote, ma pur sempre un complimento, e per una vecchia signora….
- Lo pensi davvero o lo dici solo per fare contenta tua nonna?
Che perfida che sei, così lo metti in imbarazzo, il cucciolo.
Ma lui continua, quelle dita, quello sfiorare delicatamente, ora la monta, ora la pianta dei miei piedini, mmm, non riesco a non pensare a quanto siano sensuali quelle carezze. Cosa mi sta succedendo?
- Si, lo p…pp…penso….
-Grazie Marco, quelle scarpe sono eleganti, ma così strette……
Mi sfugge ancora un gemito, quando Marco prende un piede fra le mani e lo porta alle labbra, e le poggia sopra, per un bacio.
O forse sono stata io a spingere il mio piede verso la sua bocca, fino a premerlo sulle sue labbra….
Che importa. Adesso è la pianta, poggiata sul suo viso, che lui bacia. E poi le dita. E poi di nuovo la monta, e la caviglia, risalendo, finché non è la punta della sua lingua che sento attraverso le calze sulla pelle e lui che comincia a leccare piano la gamba….
Potrei fermarlo, certo, allontanarlo, tirare indietro le gambe, sgridarlo…..Invece poggio l’altro piede sulla sua guancia e lo uso per accarezzargli il viso….
- N…no…nonna, hai delle c..ca….calze bellissime, mormora in un sussurro, senza smettere di baciarmi e leccarmi le gambe.
- Davvero ti piacciono le mie calze, amore?, gli dico mettendo una mano sulla sua testa, le dita fra i capelli.
- e….la …riga…., sussurra ancora. Quelle scarpe, con quei piccolissimi pompon, che sapevo avrebbero guidato gli occhi sulla riga delle mie calze….non ho fatto male a metterle, proprio no….
La sua bocca è risalita, mi bacia sulle ginocchia, ora. Si ferma. Solleva finalmente il viso. I nostri occhi finalmente si incrociano.
- s…scu…scusa, nonna. Ho perso la testa…., lo dice strozzato, quasi un singhiozzo.
- Tu solo?, è la mia risposta. Con le dita laccate stringo il suo viso fra le mani. E, dolcemente lo attiro verso il mio grembo. Lo guido a continuare e baciare e leccarmi le calze, mentre allargo le gambe e lo attiro in mezzo alle mie cosce.
Quando le sue labbra arrivano a sfiorare le mutandine di pizzo, emetto un gemito più forte degli altri e un incontrollato riflesso mi fa stringere le cosce sul suo viso. Le sue labbra sentiranno le mutandine bagnate.
Stamattina le ho indossate sopra il reggicalze. Sarà facile farmele sfilare per poi farmelo su questo divano.
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worldofdarkmoods · 3 months ago
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Scrivere queste parole mi costa un’enorme fatica, non solo perché sento un vuoto dentro che non riesco a spiegare, ma perché metterle nero su bianco mi obbliga ad affrontare una realtà che sto cercando di ignorare da troppo tempo. Mi sento smarrita, tradita, delusa, e soprattutto stanca. Stanca di credere nelle persone, stanca di dare il meglio di me per poi ritrovarmi sempre con un pugno di niente tra le mani.
È incredibile quanto dolore possa provocare un'amicizia che finisce, soprattutto quando quella persona non era solo un'amica, ma una parte di te, qualcuno che credevi sarebbe rimasto per sempre. La cosa peggiore, è restare, ma con la distanza emotiva di chi non ti capisce più, di chi non è più veramente lì per te. Credevo in te. Ti ho aperto ogni parte del mio mondo, anche quelle che avevo sempre nascosto agli altri. Ti ho mostrato le mie fragilità, le mie insicurezze, i miei sogni e i miei fallimenti. E tu eri lì, accanto a me, come se niente potesse mai separarci. Eppure, eccoci qui, quasi due estranee che si guardano da lontano, senza nemmeno il coraggio di parlarsi, senza nemmeno la forza di spiegarsi.
Non capisco come si possa cambiare così, da un giorno all’altro. Non capisco come tu abbia potuto guardarmi negli occhi, sapere cosa stavo passando, e comunque scegliere di allontanarti. Sai cosa mi stava passando per la testa, sai quanto fosse difficile per me anche solo alzarmi dal letto ogni giorno e non strapparmi la pelle. Eppure, hai scelto il silenzio, hai scelto l’indifferenza, hai scelto di lasciarmi andare senza una vera e propria spiegazione quando avevo più bisogno di te.
E sai qual è la cosa peggiore? Che tutto questo mi sta facendo dubitare di ogni singolo rapporto umano. Mi guardo intorno e vedo solo superficialità, persone che non sanno cosa significhi costruire qualcosa di vero, qualcosa che duri nel tempo. Tutti pronti a prendere ciò che possono, a succhiare via ogni briciolo di energia, ma nessuno disposto a restare, nessuno disposto a lottare per un legame. È come se il concetto di rispetto non esistesse più, come se l’empatia fosse diventata una qualità rara, quasi inesistente.
Non capisco come si possa essere così leggeri nel distruggere qualcosa di così prezioso. Non capisco come tu possa aver scelto di trattarmi come una persona qualunque, dopo tutto quello che abbiamo condiviso. Mi fa male, un male che non riesco nemmeno a descrivere. È un dolore che mi tiene sveglia la notte, che mi fa mettere in discussione ogni cosa di me stessa. Sono stata troppo? Non sono stata abbastanza? Ho fatto qualcosa di sbagliato? O semplicemente non valgo abbastanza per te, per nessuno?
Non voglio più credere a nessuno. Non voglio più aprirmi, più fidarmi, più sperare. Ogni volta che l’ho fatto, mi sono ritrovata a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non so nemmeno se valga la pena ricostruire. È come se fossi circondata da persone che non sanno cosa significhi amare davvero, rispettare davvero, rimanere davvero. Mi sento usata, vuota, come se tutto ciò che ho dato fosse stato preso e gettato via.
E adesso, qui, in questo periodo buio della mia vita, mi sento più sola che mai. Non c’è nessuno su cui possa davvero contare, nessuno che sappia cosa significhi esserci davvero. È come se stessi gridando sott’acqua, e il mondo continuasse a girare, ignaro del fatto che sto annegando. E tu, tu eri quella persona che pensavo mi avrebbe salvata, quella che non avrebbe mai permesso che mi sentissi così. E invece, sei stata proprio tu a spingermi più a fondo.
Non voglio più vivere con questa costante paura di essere abbandonata. Non voglio più costruire legami che alla fine si rivelano fatti di nulla. Ma allo stesso tempo, non so come fare a smettere. Perché nonostante tutto, nonostante il dolore, una parte di me continua a sperare che qualcuno, un giorno, sia diverso. Ma quella speranza si sta spegnendo, e con essa, anche una parte di me.
Non credo più alle persone. Non credo più ai “per sempre”, ai “ci sarò sempre per te”, alle promesse fatte sottovoce. Perché ogni volta che ci ho creduto, sono rimasta sola, a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non regge più. E tu eri l’ultima persona da cui mi sarei aspettata tutto questo.
Mi sento un guscio vuoto, una persona che non sa più come fidarsi, come amare, come vivere davvero. E tutto questo per cosa? Per credere di nuovo alle persone? Per aver sperato che tu fossi diversa?
Non mi rimane più nulla, se non il dolore di tutto ciò che abbiamo perso. E la tristezza di sapere che, probabilmente, a te non importa nemmeno più.
Ed è questo che fa più male, sai? Sapere che, mentre io passo le notti a chiedermi dove ho sbagliato, tu probabilmente non ci pensi nemmeno. Sapere che per me eri una sorella, un pezzo di vita irrinunciabile, mentre per te sono diventata una presenza superflua, qualcuno che è facile lasciare indietro.
Non riesco a capire come ci si possa spegnere così, come si possa scegliere di voltare pagina senza neanche provare a spiegarsi. Non riesco a capire come il rispetto che credevo avessimo l’una per l’altra possa essere diventato così fragile da frantumarsi senza un vero motivo. E il dolore cresce, giorno dopo giorno, perché continuo a cercare risposte, a dare un senso a questa fine, ma non trovo nulla. Solo vuoto.
Sai quanto è devastante perdere fiducia in qualcuno? È come se qualcosa dentro di te si spezzasse in modo irreparabile. Ogni volta che provo a ricordare i momenti belli, le risate, le confidenze, sento una stretta al petto. Ogni ricordo si trasforma in una ferita aperta, una prova di quanto mi sono sbagliata su di te, su noi.
Ero già in difficoltà. Lo sapevi. E nonostante tutto, hai scelto di andartene, di tirarti indietro proprio quando avevo più bisogno di te. Come si fa? Come si può essere così insensibili? Non riesco a capire se sono io il problema, se pretendo troppo, o se semplicemente sono stata sfortunata a credere ancora una volta nella persona sbagliata.
Sai cosa fa più paura? L’idea che ormai io non riesca più a fidarmi di nessuno. Che ogni volta che qualcuno si avvicina, sento solo la paura di essere ferita di nuovo. È come se stessi costruendo un muro intorno a me, un muro che mi protegge ma che allo stesso tempo mi isola. Perché se nemmeno tu, che consideravo una parte di me, sei rimasta, allora chi mai potrebbe farlo?
Non so più cosa aspettarmi dalle persone. Non so più se esista davvero qualcuno in grado di comprendere cosa significhi rimanere, lottare per un legame, rispettarlo, anche quando è difficile, anche quando richiede sforzo. Mi sembra che nessuno sappia più cosa sia il rispetto, cosa significhi tenere davvero a qualcuno. Tutto è diventato così effimero, così fragile, che a volte mi chiedo se valga ancora la pena provare.
Mi sento stanca. Non solo fisicamente, ma dentro, nel profondo dell’anima. È una stanchezza che non si riesce a spiegare, che ti spezza ogni giorno un po’ di più. Ogni delusione, ogni abbandono, ogni parola non detta aggiunge un peso che diventa insopportabile. E mi chiedo quanto ancora riuscirò a sopportare.
Forse sbaglio io, forse sono io che mi aggrappo troppo alle persone, che vedo cose che non ci sono. Forse sono io che mi illudo, che mi costruisco castelli in aria, che vedo legami dove gli altri vedono solo convenienza. Ma se è così, allora non so più chi sono. Non so più come fare a essere diversa, come fare a non dare tutta me stessa, anche quando non dovrei.
Quello che mi distrugge è che non posso smettere di volerti bene, nonostante tutto. Nonostante il dolore, nonostante la delusione, una parte di me spera ancora che un giorno ti renderai conto di quello che abbiamo perso, di quanto valeva il nostro legame. Ma forse è una speranza inutile, una speranza che mi farà solo più male.
E allora resto qui, con questo vuoto dentro, cercando di capire come andare avanti, come continuare a credere nella vita, nelle persone, quando tutto sembra crollarmi intorno. Forse non ci riuscirò mai del tutto. Forse questa delusione mi accompagnerà per sempre, come un’ombra che non riesco a scrollarmi di dosso.
Ma quello che so è che non dimenticherò mai il dolore che mi hai lasciato, il senso di perdita, di abbandono. Non dimenticherò mai quanto pensavo che fossi diversa, e quanto invece mi sbagliavo. E questo, forse, è ciò che mi farà più male di tutto.
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frammenti--di--cuore · 1 month ago
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Il forno rotto
Anche frammenti di cuore è cresciuta, quindi le riflessioni filosofiche che vi toccano adesso sono legate al mondo degli adulti (siate clementi, ci sto lavorando per accettare questa cosa).
Il forno di casa mia è rotto, da sempre. Immaginate la sorpresa di ritrovarsi con la prima pasta al forno della propria vita completamente carbonizzata ✌🏻 raga, la gioia proprio. Ormai è più di un anno e mezzo che convivo con questo forno e adesso sono in grado di gestirlo. Ci è voluto tempo, errori, pranzi e cene rovinate, per riuscire finalmente a capire come comportarmi con il mio caro amico. Ecco, nella vita capita a tutti di essere il forno di casa mia ogni tanto (wow raga le scelte intelligenti eh). Io in primis mi sento spesso come quel forno. Diverso da tutti gli altri, inutile delle volte, non capito e con nessuno intorno che sia in grado di farlo funzionare correttamente.
Il problema va sistemato, su questo non ci piove, ma nel frattempo è bello sentirsi capiti da qualcuno, vedere che qualcuno ci prova lo stesso a farti sentire meglio. Non verrà fuori una pasta al forno perfetta, sarà un po' cruda o un po' troppo cotta delle volte...ma sarà mangiabile.
Solo perché qualcuno non si comporta come voi pensate debba fare, non significa che non ci stia provando con tutto se stesso a dare il meglio di sé. Spesso sappiamo di essere rotti da qualche parte dentro di noi, ma non abbiamo la forza di aggiustarlo quel pezzo, non in quel momento almeno.
E sai che si prova quando vedi che per gli altri hai senso solo quando funzioni alla perfezione? Ci si sente un errore, sbagliati, sbagliatissimi. Il non sentirsi amati per come si è...ti lacera dentro e io mi sento così con la maggior parte delle persone che mi circondano.
Ti merita che mangerebbe una torta un po' bruciata insieme a te, perché sa che quello è il tuo massimo in quel momento, chi ti dà il tempo per imparare a stare meglio, chi si prende del tempo per aiutarti a farlo.
Non sono perfetta, non lo sarò mai e non voglio esserlo. La mia casa rappresenta perfettamente quello che sono, il mio forno lo rappresenta, il mio disordine pure. Chi ti ama ha bisogno solo di quello che sei, non che tutto funzioni sempre alla perfezione, perché la perfezione perenne è pura finzione.
Un giorno quel forno sarà aggiustato e un giorno anche io lo sarò. Ma sai di chi mi ricorderò quando tutto andrà bene? Di chi si faceva una risata con me anche quando tutto andava male.
Sai chi vorrò accanto quando la mia pasta al forno sarà la migliore del mondo? Chi ha pensato che lo fosse anche quella un po' bruciata.
zoe.
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fiorescente · 5 months ago
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Mi voglio molto male perché non sto riuscendo a studiare, mi viene da piangere, ma non posso. Sento che proprio non ce la faccio. Domani provo ad andare in biblioteca e vediamo come va, magari mi faccio anche una bella doccia prima. Mi sento tanto brutta tanto stanca e tanto stupida. Basta per favore io non ce la faccio più davvero :ccc
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kon-igi · 7 months ago
Note
Sono 46 anni che avrei bisogno di un gatto, di sapere com' è vivere la vita con un animale e provare quello che tutti chiamano "amore incondizionato". Si, non ho figli e sarei a detta di molti nella fase del ciclo vitale "donna-single=gattara". Ho paura. Non ho mai vissuto questo tipo di esperienza e ho mille paure: e se muore perché involontariamente lo uccido? e se soffre perché lo costringo in un ambiente non suo? Se perdo la mia libertà e sto male e lui idem? E quando morirà sarà l'ennesimo dolore da affrontare. Mi faccio mille paturnie e mille problemi sia pratici che iper fantasiosi. Vedo gatti ma non mi decido e secondo me mi avranno presa anche un po' sul cazzo pensandomi come pazza inconcludente. Ecco, mi sento così. Tra l'altro faccio una vita abbastanza regolare e non avrei neanche il problema di essere in quella fase "pepe sul culo" per cui esco moderatamente e faccio robe moderate (più che altro non avrei proprio più le forze di andare tipo ad un rave...per dire eh). Detto ciò, secondo te, esiste qualcuno al mondo che si possa essere mai pentito di aver fatto questa scelta (escludendo le merde umane che puntualmente abbandonano animali per strada)?. Può succedere che una persona mediamente sana di mente si possa accorgere che questa scelta è in realtà per lei insostenibile a diversi livelli e per altrettante ragioni? Grazie per aver letto fin qui sto pippone paranoico incredibile. Sarei curiosa e felice di leggere una tua risposta. Ti seguo sempre e ti stimo un botto.
Stai parlando di uno degli esseri con il quale ci siamo scelti per sentirci meno soli nel cammino attraverso i secoli.
Finché ci sarai tu, sarà il suo ambiente e la tua e la sua libertà saranno sempre proporzionate a quella dell'altro.
Non credo che lo ucciderai e quando arriverà il suo momento di riposare nel prato in fondo al sentiero del mondo, sono sicuro che da lui avrai imparato molto sulla vita e tutto sui rimpianti... quanto sia stata unica e piena la prima insieme a lui e come non ci sia bisogno dei secondi, se si è vissuto ogni nuovo giorno con intensità.
Loro lo sanno fare divinamente, gioendo delle piccole cose (che poi tanto piccole non sono) e quindi credo che tu non debba privarti di una connessione così profonda e bella con una creatura che ti insegnerà una nuova sfaccettatura di quella strana cosa che molti chiamano 'vita'.
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raccontidialiantis · 2 months ago
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Definisci l'amore
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Mi hai chiesto di dirti che cos'è l'amore per me. Ti ho risposto che è un po' come sentirsi lontani dal proprio quartiere, stando seduta a sera su una panchina di legno in un sobborgo anonimo di un'altra città. In un'altra nazione. Vedi gli altri che procedono tranquilli, camminando per i fatti loro: chi mano nella mano, chi chiacchierando animatamente e ridendo a tratti. Altri guardandosi in silenzio negli occhi, mentre sgranocchiano patatine. 
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E tu ti senti stringere il cuore: sola, lontana dai tuoi cari e dalle mani che t’accarezzavano da bambina. Poi t'alzi e t'incammini. Svolti l'angolo e... vedi casa tua! Non te lo saresti mai immaginato. Assurdo ma vero! Casa tua... in un’altra nazione. Ecco: l'amore è una gioia improvvisa, impossibile da prevedere e da realizzare, se solo provi a costruirlo con razionalità. Un tuffo al cuore in un mare di estrema malinconia. Un vero e proprio, improbabile ufo nella tua vita.
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E come hai fatto tu a portare casa mia dentro il mio corpo, inaspettatamente, senza nessuna logica o razionalità, solo Dio lo sa. Ho partorito il primo figlio da neppure un mese. Ho un marito che mi adora, non vediamo l'ora di veder crescere il nostro bambino e invece tu mi sei entrato in testa, nel cuore e da stasera direttamente anche nel culo: l’hai voluto fortemente come prima cosa. Non ho saputo dirti di no. Tutto dopo una corte brevissima ma irresistibile. E mi piaci da morire. Mi sento molto in colpa.
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Ma paradossalmente, soprattutto perché a mio marito, mio fidanzato da quando avevamo quindici anni, il culo non l'ho mai dato e a te invece... E quindi adesso eccomi qua: immobilizzata sotto il tuo corpo possente, in questo ritaglio di tempo rubato alla mia famiglia esemplare e perfetta. Da me già tradita dopo neppure un anno di matrimonio. A cercare di allargare le natiche un po' di più, per farti entrare meglio e darti più piacere nell’incularmi.
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La mia prima volta nel culo... con un perfetto estraneo! Non ci posso credere! Ma godo, godo, godo. Come una troia che risponda solo ai suoi istinti. Senza alcuna morale o principio. Respiro l’odore forte e prepotente del tuo sudore e mi piace che entri nei miei polmoni: lo aspiro fortissimo, come se fossi in un parco d’autunno dopo la pioggia. Mi pervadi, mi possiedi. Sono la sposa di un altro. Penso al mio povero marito ignaro, che mi ama da impazzire e bacia la terra su cui cammino. Per me lui fa veramente tutto. Mi vizia. Mi riempie di cure e doni.
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Ha ogni giorno un nuovo pensiero per me. Senza sapere che sto iniziando da oggi a dare tutto il mio corpo anche a un altro uomo, conosciuto da meno di una settimana! Godo come una puttana. Perché forse in fondo in me già c'era, senza saperlo: tu hai solo saputo farla arrivare in superficie. Ma ora non far caso ai mei scrupoli. Perché più mi sento in colpa, più godo nel mettergli le corna. Baciami il collo e la schiena. E poi spingi di più. Con una mano stritolami un capezzolo, strapazzami un seno e usa l’altra per torturarmi la fregna. Sgrillettamela, allargamela. Fammi male, fammi espiare. E poi sborra pure dentro di me quanto vuoi, liberamente. Fammi sentire la puttana che oggettivamente sono.
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RDA
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libero-de-mente · 1 month ago
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Blue (Brown) Monday 2025
Oggi è il blue monday 2025, il terzo lunedì del mese di gennaio, ritenuto essere il giorno dell'anno più triste per gli abitanti dell'emisfero boreale. Oggi è il giorno in cui Lewis Hamilton, sette volte campione del mondo di Formula 1, corona un suo sogno: diventare un pilota Ferrari. Oggi 20 gennaio 2025 è il giorno dell'inauguration day, negli Stati Uniti, in cui il 47° presidente neo eletto si "riprende" la Casa Bianca.
Una giornata ricca di eventi quindi. Il mio 20 gennaio comincia presto, ore 6:30 del mattino il momento in cui mi sono seduto davanti al computer con un mega caffè. Ho tanto lavoro e mi devo muovere in anticipo.
La mia performance da nerd al "cervello elettronico" è performante. Che cacchio ho messo nel caffè? Sicuro che fosse zucchero? Finisco la serie di documenti in anticipo, a tal punto che riesco a muovermi per una commissione che rinviavo da un po' di tempo.
Sono cotto e ho fame, è quasi mezzogiorno, rientro a casa e sulla strada di ritorno posso fermarmi al supermercato per acquistare un paio di cose che mancano nella dispensa.
Oramai conosco le corsie come le mie tasche, potrei superare anche la prova della confezione di assorbenti "quelli che uso sempre, ma si quelli nella scatola viola", saprei dove trovarla quella maledetta scatola viola.
La cassiera mi conosce, sa come pago, sa che il sacchetto biodegradabile che le chiedo me lo dovrà aprire lei, se non vuole un cliente impacciato che le ferma la cassa per un'ora e tre quarti intento ad aprire il sacchetto biodegradabile.
Pago, tac! Saluto, tac! Esco, tac! Punto la mia auto, tac! Premo il pulsante di apertura sulla chiave, tac! Non si apre, tac...ci sua!
Niente non si apre. Provo a inserire la chiave direttamente nella serratura delle portiere gira, male ma gira, ma male anzi malissimo non si apre l'auto. Appoggio la testa sull'auto sconsolato.
A quel punto, si proprio a quel punto noto lei. Una donna che mi guarda, con sguardo stranito. Faccio finta di nulla, non so chi sia e in questo momento ho altro a cui pensare.
Ok, i pomeriggi passati davanti la TV a guardare MacGyver procrastinando i piani bellici per conquistare la gnagna, negli anni '80, forse mi tornano utili. Il portellone del bagagliaio. Se riesco ad aprirlo, è una serratura che ho sempre usato spesso, mi darà la possibilità di spianare i sedili posteriori e raggiungere il comando di apertura delle portiere.
Lei è sempre lì, elegante nel suo cappotto color cammello indossando un delizioso cappello intonato, che mi guarda con uno sguardo spaesato. Ma non ora, devo aprire il bagagliaio e fare una sorta di percorso di guerra per raggiungere l'obiettivo.
La chiave non apre il portellone.
- Calma Rino - mi ripeto a bassa voce - stai calmo.
- Non ci riuscirà mai - sento dire con tono glaciale dalla donna.
- Mi scusi? - le chiedo rivolgendomi con lo sguardo verso di lei.
- Le stavo dicendo che lei non ci riuscirà mai - mi ribadisce, quasi infastidita - Vuole provare con queste? - mi chiede facendomi vedere delle chiavi.
- No grazie, ho le mie vede? - faccio tintinnare le chiavi e il portachiavi - queste sono le mie chiavi.
- Vero, ma quella è la mia auto e non la sua.
Un dubbio, come un lampo. Un brivido lungo la schiena che diventa subito una goccia di sudore che scende sempre sulla schiena. Guardo la targa... qualcosa non torna. Guardo l'auto di fianco alla destra dell'auto oggetto di contenzioso e... sì le lettere e i numeri mi tornano giusti.
Cerco di sfoggiare un sorriso di circostanza, ma credo di aver assunto un'espressione alla Igor quando vede il Dott. Frankenstein (si dice Franchenstiin). Alzo le mani in segno di resa. Mi muovo come se fossi un cavallo sulla scacchiera. Due passi avanti e poi uno di lato.
Apro l'auto, gemella per modello e colore di quella al suo fianco, deposito il sacchetto della spesa al suo interno. Senza proferire parola apro una scatola appena acquistata e poi ritorno dalla donna.
- Mi permette? - le chiedo con aria dismessa - mi scuso del mio macroscopico errore, la prego di accettare questo.
- Un Bacio Perugina? - mi chiede quasi incredula.
Ritorno su i miei passi, mi ripiego nell'auto e mi ripresento a lei.
- Si, ha ragione "solo" un Bacio? Mi permetta di donarle anche questo - nelle mani le porgo un altro Bacio Perugina.
- Perché due - mi chiede incredula.
- Perché la cazzata che ho fatto ha generato degli interessi da usuraio, pari al 100%, quindi le ripago anche gli interessi.
Alza gli occhi al cielo e prende anche il secondo cioccolatino - Le auguro una buona giornata - mi dice frettolosamente mentre sale sulla SUA auto.
Mi siedo in auto, la MIA auto, aspettando che lei se ne vada, uscendo dal parcheggio. Anzi aspetto qualche minuto per avere la certezza che tra noi due si crei uno spazio temporale così grande da evitare possibilità matematiche di rincontrarci, anche se per una sola volta, nel corso delle nostre esistenze.
Sono sicuro, vedendola contrarre le labbra in auto mentre si allontanava, che si sarà messa a ridere di me. Avrebbe potuto farlo davanti a me, un sorriso o una risata rincuora se ben fatta, se nasce da un sentimento di ilarità.
Un sorriso può illuminare una situazione iniziata male. In alternativa fermarsi alla prima gastronomia di fiducia, comprando dei supplì da mangiare in auto, mentre si scuote la testa per la figura di merd4 appena fatta, non sarà la stessa cosa ma un pochino aiuta. Credo.
Blue Monday, ci rivediamo l'anno prossimo. Non mi troverai impreparato, comincia a preoccuparti.
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