#mi sento proprio male
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mi sento in frammenti oggi, tanti piccoli pezzi di me che vagano senza una meta, che si scontrano e si rompono a vicenda perché non sanno da che parte andare. sai che vorrei? qualcuno che si fermi un po' accanto a me per spiegarmi un po' la vita, che non si spaventi davanti alla mia distruzione ma che al contrario l'abbracci, che l'avvolga, che sappia cosa fare e che voglia farlo per me.
zoe
#ci sarebbe il mondo da scrivere#ma mi fermo qua#frammentidicuore#frasi di vita#riflessioni#frasi#frasi profonde#parole#amore#pensieri#vita#cit#stanchezza#ansia#paura#problemi#perché#dubbi#preoccupazioni#frasi tumblr#frasi tristi#citazione#frasi belle#frasi e citazioni#emozioni#ferite#sentimenti#malinconia#mi sento proprio male#frasi amore
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i just watched the gladiator II, i honestly don't know whether to laugh or cry sjsjajsksmsnsnsn
#THE ENGLISH TEXT#ON AN ANCIENT TOMB#IN ROME#LMFAOOOOO#the amount of stuff that left me speechless#HELP I CANNOT BREATHE#THE SHARKS#IN THE COLUSSEUM#NO OK ADESSO MI SFOGO IN ITALIANO#IL TIZIO CHE LEGGEVA IL GIORNALE#IL GIORNALE#CIOÈ TUTTO A POSTO A CASA???#MI SENTO MALE DKAKXHJSKSJDJD#RIDO TROPPO MUOIO#NO AIUTO BELLO PER CARITÀ#MA CERTE COSE ERO TIPO ??????#URLO MALEEEE#BOH#CHE DIRE#CIOÈ STANNO TROPPE ROBE DA DIRE IN REALTÀ MA LASCIAMO STARE PROPRIO DJDJSJSJJDOS#PEDRO PASCAL AMORE MIO BELLO AAAA#OK BASTA CHIUDO#che poi forse hanno scambiato caracalla per caligola#e la scimmia in quel caso doveva essere un cavallo#ok basta CIAO#personal#text post#winter's hell
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se c'è una cosa che mi mette i brividi è la body suspension
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my blood is boiling and fuming and evaporating and (had to think about alternanza scuola-lavoro again)
#chi cazzo manderebbe mai dei ragazzini a morire o farsi seriamente male solo per sfruttare un po' di unpaid manual labour#non ne ho proprio idea guardate#sinceramente mi sento un po' in colpa a farne un post scherzo dato che le mie alternanze sono state tutte tremila volte più sicure e#protette avendo fatto un liceo. ma se mi metto a parlare seriamente non finisco più#abolitela invece di inventarvi cute little names#pcto ????? u mean Exploitation right
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Ti leggo l’anima
Tu posi ancora per un po’ lo sguardo sulla pagina. Io invece paziente aspetto e nel frattempo non mi stanco di leggere il tuo corpo. Adoro i tuoi fianchi, il bel culo tondo e la perfetta schiena nuda. Ti faccio il solletico con un dito. Tanto, tra un po’ so che dal mondo del sesso virtuale vorrai passare alle cose concrete.

E allora mi troverai qui, pronto e pieno di passione; carne e sangue pulsante d'uomo tutto per te. Ti spoglierò piano e ti farò morire di desiderio. Mi piace, mentre faccio stare il mio uccello a due centimetri dalla tua pelle. Ti annuso tutta, inspiro il tuo odore e la tua anima. Tu inizi a scioglierti e capisco dalle frasi sconclusionate che pronunci che stai per dare sfogo alla tua libidine.

Il momento più bello per me è quando ti sdraio sulla schiena e ti apro le gambe: non ti opponi e mi offri la tua intimità più preziosa. Un tesoro di femminilità a mia completa disposizione. Con la lingua disegno sulla tua passera poco depilata l’intero alfabeto e ti assaporo di gusto. Quando vieni, sono contento e inghiotto golosamente tutto il tuo preziosissimo miele di donna.

Tu intanto, senza più alcun controllo, gemi: ti lasci andare completamente e rovesci la testa all'indietro, scoprendo una gola bellissima. Profumata d’amore e imbiancata da un lunghissimo inverno. Come un vampiro, di scatto e impazzito di desiderio infilo la mia dotazione tecnica nella tua vulva gi�� abbondantemente lubrificata e gonfia di brama. Lo vuoi tutto. Mi vuoi da morire e me lo dici: “spaccami, sventrami, saziami di cazzo: sono porca per te. Solo per te.”

Inizio a scoparti forte, con colpi potenti e intanto mi tuffo sulla tua gola adorata e ne lecco ogni centimetro quadrato. Te la bacio con tutta la mia passione. Voglio solo venirti dentro, ma nello stesso tempo cerco di resistere perché desidero sentirti perdere ulteriormente il controllo. Adoro quando fai per aprirti tutta e spingerti in avanti per farmi entrare un millimetro in più del fisicamente possibile.

Vorresti mettermi tutto dentro la tua fregna. Lo sento. Sento il tuo profumo penetrarmi le narici sfacciato. Quando poi ti infilo un dito nel culo, mi sussurri un intimissimo “siiiii” che mi fa indurire l’uccello ancora di più, se possibile. Sborro dentro di te una prima volta. Cerco di uscire, ma tu incroci le gambe dietro la mia schiena. Allora sono costretto a stringerti forte la mascella e ti pizzico con violenza un capezzolo. Ti faccio male e ti ordino di aprire le gambe.
Tu piangi dal dolore, ma obbediente e sottomessa alla mia volontà rilasci la stretta e nel frattempo mi attiri a te per baciarmi la bocca. Allora dopo un bacio rapido e delizioso tra noi prendo la tua testa e la guido con dolce fermezza verso il mio cazzo. Tu non vedevi l’ora e come una gazzella assetata ti attacchi con le labbra. Golosissima e vorace inizi a succhiare e man mano inghiotti tutta la mia asta.

Sul letto compio miracoli d’equilibrio, per farti bere mentre sei distesa sulla schiena. Lo faccio perché mi piace vederti umiliata ma felice di succhiarmi l'uccello. E poi perché amo molto sentirti gemere mentre ingoi tutto, quando sborro una seconda volta dentro il tuo corpo. Perché mentre con tuo marito ormai il sesso è archiviato da anni, con me diventi la femmina da bordello che vuole solo tanto cazzo e ancor più sborra dappertutto: dentro e sopra di te.

Sei la mia troia segreta. Oggi basta così. Alzati e fai un caffè: muovi quel culo preziosissimo. Per domani inizia a prepararlo bene, il tuo didietro: toccherà a lui. E so che già da stasera non penserai ad altro, mentre sorridendo serena e composta metterai in tavola la cena per tutti, puttana dolcissima che altro non sei. Baciami proprio adesso, dopo che felice hai inghiottito tutto il mio seme. Ti amo.

RDA
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c’è questo pensiero che ho in testa da un po’ che mi turba, premesso che ho passato gli ultimi 6/7 anni della mia vita a reprimere tutte le emozioni positive che avevo perché fondamentalmente avevo paura di star male, in fondo se non ti leghi a niente non puoi starci male se quella cosa finisce no? ecco, solo che quest’anno, per quanto monotono, è stato un anno folle a livello introspettivo, sto lavorando così tanto su me stesso che mi fa quasi impazzire sentire questo cambiamento e quindi non lo so ma sento il bisogno di sentirmi importante per qualcuno, non parlo di amore o relazioni e nemmeno necessariamente di una persona, potrebbe tranquillamente essere un animale, ma non mi interessa manco ricevere affetto, parlo proprio di dare affetto, sento il bisogno di essere una persona presente per qualcuno, di dare felicità a quella persona o quell’animale, nel mio piccolo cerco già di farlo con alcuni amici ma non mi basta e niente o mi prendo un animale o potrebbe scoppiarmi il cuore da quanta voglia repressa di voler bene ho
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Sono pronta padrone... Pronta per la mia punizione... Ti sento prendere il frustino, mi giri attorno e lo fai schioccare sulla mano... Passeggi piano... Un altro schiocco sulla tua mano... E piano piano ti avvicini... Mi sussurri piano: avrai ciò che meriti puttana! E cominci a posarlo su di me... Prima dei piccoli colpi per scaldare la mia pelle e richiamare tutto il sangue in quel punto... E tac il colpo vero e proprio... Fa male padrone... Quel cazzo di reding fa male pensai nella mia testa... Nemmeno il tempo di respirare e tac.. Un altro colpo arriva fulmineo... E un altro... Un altro ancora... Il mio culo chiede venia padrone... Perdono... Ti prego chiedo perdono.... Ma dentro di me bramo ancora altri colpi ... Adoro le attenzioni sadiche del mio padrone.. Ne ho bisogno come l'aria che respiro... Per me ogni colpo è un sorso di vita 🖤
~ Virginia ~

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"Il mistero incanta, la paura affascina e l'obbedienza provoca i desideri più folli..." (Luana S.)
(Il post qui sopra è di brunos-costa)
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"La sottomissione è il dono del silenzio in una tempesta di pensieri. Nel momento in cui una donna si arrende, il rumore nella sua mente svanisce, le decisioni scivolano via e tutto ciò che rimane sono le sensazioni. Nessuna domanda. Nessun controllo. Solo sentimento crudo e non filtrato." (Loovedove.com - BDSM quotes)
"Quando una donna si sottomette, non si limita a dare il suo corpo, ma dà la sua fiducia, la sua vulnerabilità, la sua stessa essenza. Un uomo degno della sua resa, deve onorare questo più di ogni altra cosa. Un vero Dominante protegge, ama e considera sacra la sua sottomessa. Se non lo fa, non è un uomo: è solo un tiranno indegno del suo dono." (Loovedove.com - BDSM quotes)
“La moderazione è sottile, la mia pazienza ancora di più. Ogni centimetro di me desidera ardentemente prenderla proprio qui, contro il metallo lucido di questa macchina, per mostrargliela, marchiarla, ricordarle che è mia. Se voglio viziarla, lo farò. Se voglio prenderla, lo farò. E lei saprà esattamente a chi appartiene.” (Loovedove.com - BDSM quotes)

(Foto: cavernicoli)
"Ho bisogno di te", ringhia, con la voce roca per la fame rabbiosa. "Allora prendimi", sussurro senza fiato. "Usami. Rovinami. Possiedimi." La sua presa si stringe. "No. Ti scoperò: duramente e senza pietà. E quando avrò finito, non ci sarà più un solo dubbio nella tua mente: tu sei mia." (Loovedove.com - BDSM quotes)
"Il sesso non è la risposta. Il sesso è la domanda. 'Sì' è la risposta." (Swami X)
Hai paura di dirmi di no, perché sai che, comunque vada, avrai da me la punizione più dolorosa possibile. Mi piace da morire, vedere la tua espressione di puro terrore e al tempo stesso di impaziente attesa per ciò che sai dovrai subire fra un po'. Hai labbra contratte e sei pallida. Però lo vuoi da morire, ti eccita. Ti fa sentire viva, trasgressiva, puttana. Lo desideri intimamente. Hai timore di soffrire, ma allo stesso tempo non vedi l'ora. Inizio e ti faccio veramente tanto male. Cinghiate e pizzichi. Mollette sui capezzoli e schiaffi ovunque. Capelli tirati all'indietro fortissimo. Devi provare dolore. Lo sai bene. Non devi parlare. Puoi solo stringere i denti. Ti lego strettissima, in posizioni scomode e atte solo a far entrare nel tuo corpo il mio cazzo ovunque io desideri.

(Foto: sultry-redheads)
Questo soltanto, provoca in me l'orgasmo più violento: sento che piangi, provi reale dolore e mi implori di smettere. A volte soffri così tanto che mi urli: "bastaaaa... ti scongiuro..." ma proprio quello è il momento in cui godo di più e allora, picchiandoti ancora più forte, mi svuoto dentro il tuo corpo. Orgasmo inarrivabile altrimenti, per me. Ti dico ciò che penso di te: "sei solo una latrina, buona soltanto a raccogliere il mio seme. Niente di più. Non vali nulla: nessuno scoperebbe mai una brutta e vecchia troia come te. Onestamente, mi disgusti." Sentendo queste parole, accompagnate da fortissime cinghiate sulle natiche mentre ti inculo, tu hai l'orgasmo più violento e intenso. Urli di piacere e mi dici: "si è così! Io sono nata soprattutto per farti sborrare. Usami sempre, ti scongiuro!"

(Foto: la-dame-aux-pieds-nus)
E poi ti si scioglie la lingua. Provi per me un amore malato e decisamente perverso, non sano. "Non andare con altre donne. Ti scongiuro... Sono gelosa... voglio solo soddisfare il tuo cazzo. Come vorrai tu." Mi sfilo, tu ti asciughi il viso. Il trucco è scolato. Sei sfatta, stravolta ma sei bellissima, così. Ti adoro, con la mia sborra ovunque addosso e le calze sfilate. Lacrime che ti colano sulle guance... A questo punto, sempre e magari per un solo secondo, ho il dubbio che tu non voglia più giocare così. Ma il fumo dell'incertezza si dissipa quando vedo che, pur piangente ti inginocchi su un cuscino a terra e a occhi chiusi apri la bocca lingua in fuori: prepari il letto per accogliere il mio cazzo, per pulirlo e ingoiare il seme residuo. Vuoi essere umiliata fino in fondo. Fra un po' tornerai la composta educatrice di marmocchi e casalinga fedele al suo innocuo e buonissimo coniuge. La tranquilla, insospettabile donna di mezz'età e innocui pettegolezzi tra amiche, ammantata di una noiosa normalità.

(Foto: pinterest)
Te lo ricordo, perché questo risveglia in te in un secondo la porca assoluta e immorale che, quando esercita il mestiere di puttana esperta, mi fa semplicemente impazzire. Allora mi sorridi, con una perversione raramente vista in una donna. Ti impegni a morte e mi succhi ancora più forte. Ami succhiare il cazzo. Adori mettere le corna a tuo marito. Sei davvero una troia infedele. Mi fai davvero indurire nuovamente il cazzo e perciò con tre colpii ti vengo in gola. Mentre ti prendo a schiaffi il viso, ti strizzo i capezzoli fortissimo e ti ordino di continuare a succhiare il cazzo senza farmi sentire i denti. Devi continuare a soffrire in silenzio. Eiaculo chiamandoti puttana e troia schifosa. Esco. Tu ti pulisci la bocca col braccio e ti passi la lingua sulle labbra. Sei soddisfatta. Sembri nata per succhiare cazzi.

(Foto: pinterest - Taylor Lashae)
Mi fissi, sorridi guardandomi con occhi forse carichi di intimo odio ed evidente voglia residua. Allora ti giri, apri le natiche, gomiti in basso sul letto. Vedo il tuo buco del culo pulsare ritmicamente: rosso, sfibrato, gonfio e dilatato. Mezzo aperto da poco fa. Lo contrai e lo rilasci. È vivo. Lo fai apposta per stimolarmi eroticamente. Troia: sei davvero una grande troia. Lo apri per me. Vorresti che continuassi a incularti. Mi preghi di prenderti almeno ancora a cinghiate le chiappe. Confessi che hai davvero bisogno di tante strisce dolorose, forti e rosse sul culo. Vuoi espiare in qualche modo, per le grandissime corna che metti a tuo marito. In quanto è ormai da quando mi conosci, più di un anno, che prendi la comunione la domenica senza aver confessato i tuoi veri peccati al prete della parrocchia. Gli dici solo le cose più normali, per una mamma di famiglia. E lui ti assolve, dandoti da recitare un po' di preghiere. Proprio quando lui ti dà l'assoluzione è il momento clou, quello in cui tu pensi che non vedi l'ora di succhiarmi il cazzo.

(Foto: pinterest)
E vai a prenderti la comunione col velo sul capo. Troia peccaminosa e sacrilega. Appena usciti dalla chiesa, prima di tornare a casa con le pastarelle che insieme comprerete di lì a poco, con tuo marito che intanto bada ai figli piccoli che vanno in giro sul sagrato, mi mandi il solito messaggio: "ho preso la comunione nel peccato, grazie a te. Perciò desidero essere punita e devo succhiarti il cazzo a lungo. Ho bisogno urgente di sentire la tua sborra che mi cala in gola e che mi scola tra le natiche quando mi penetri in culo. Voglio percepirti venire felice in me. E ti vorrei anche nella passera, se ti farà piacere. Senza preservativo, libero di usare la mia fica di madre e moglie felice e serena. Quando ci vediamo? E per favore non andare con nessun'altra donna, che ti cavo gli occhi! Mio unico Padrone, ti desidero..."
Aliantis

(Foto: gaspardblate)
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Le tre di notte, cammino sicuro nella semioscurità, il silenzio è assordante, non ho bisogno di luce, il tragitto è sempre lo stesso, il bagno il bicchiere d'acqua in cucina il soggiorno il divano.

Vago silenzioso da una stanza all'altra come un fantasma, uno spettro.
Gli occhi abituati all'oscurità; quella fuori e quella dentro di me.
Lo specchio nel corridoio riflette soltanto impercettibili ombre, mi fermo e cerco dentro di lui il mio volto. Le pupille si dilatano, ora riesco a vedermi, o forse soltanto ad immaginarmi.
È un bambino quello che mi sta fissando, vuole dirmi qualcosa ... sono io quel bambino.
"Smettila!" ... sento questa esclamazione come un urlo dentro la mia testa, "smettila!"

"Smettila!" di farti del male, di causare dolore agli altri, anche se subito non te ne rendi conto poi lo capisci se hai ferito qualcuno.
"Smettila!" di piangerti addosso,
"Smettila!" di incolpare il tuo passato per quello che sei ora.
"Smettila!" di rifugiarti sempre nelle solite scuse, non puoi dare la colpa a chi ti ha fatto del male quando eri piccolo, quel bambino che ti ha picchiato ora sta peggio di te, probabilmente soffriva anche più di te.
Quella bambina di cui eri innamorato che ti prendeva in giro ora è una donna insoddisfatta, proprio come te.
Non dare la colpa a tuo padre per quello che sei ora, non è stato il miglior genitore del mondo, ma forse era una vittima anche lui.
I tuoi fratelli ti volevano bene anche se erano gelosi di te, e se avevano un brutto carattere è perché erano cresciuti con il tuo stesso padre.

"Smettila!" che se non sei stato amato abbastanza questo non significa che tutto ti è concesso. L'amore degli altri te lo devi guadagnare, e non dovresti mendicarlo.
Questa scusa non regge più, quando ti senti sbagliato forse sei veramente sbagliato, sei umano anche tu e commetti degli errori.
Ogni volta che ti senti criticato dai sempre la colpa al tuo passato, alle tue delusioni, alle le tue sofferenze, a tutte le persone che pensi ti abbiano fatto del male, a chi "non ti capisce".
Ti fai scudo sempre tirando fuori quello che ti è successo invece di assumerti le tue responsabilità e riconoscere i tuoi difetti e le tue mancanze.
Certo che ti è più facile così aggirare gli ostacoli, ma sono tutte scuse che usi per non affrontare la tua vita, sei solo un codardo, usi me per difenderti quando invece sai benissimo di aver sbagliato.
Quando sei in difetto fai la vittima, oppure vuoi essere l'eroe, tu non sei mai quello che sbaglia.
Sei pieno d'orgoglio e narcisismo ma in realtà sei solo uno che non riesce a vivere il presente
"Smettila!"
Smettila di farti del male.
Smettila di farmi del male.
Io non ci sono più, conserva dentro di te il mio ricordo, io sarò sempre lì; ma ora devi diventare grande, accettare quello che sei, chi ti vuole veramente bene accetterà anche i tuoi difetti il tuo brutto carattere, il tuo lato oscuro.
"Smettila!" di mentire a te stesso e agli altri.
"Smettila!" di pensare che meritavi di più, che valevi di più, che per ottenere di più bisogna anche sacrificarsi di più, sei stato solo pigro ed "egoista travestito da altruista"
"Guardati!", guarda quello che hai, è molto di più di quello che ti manca.
Forse anche molto di più di quello che meriti.
Guarda davanti a te, non voltarti più indietro, lasciami andare, lascia che io resti bambino, lasciami piangere e sorridere. Io sono il passato, tu sei il presente, vivi ogni giorno.
Perché questo giorno domani sarà già il passato.
Cit. Smokingago, 16 Febbraio 2025
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- Queste scarpe mi uccidono….., dico con una smorfia mentre mi lascio cadere sul divano e ne sfilo una….
Siamo di ritorno dal matrimonio di mia nipote. Ovviamente, come nonna della sposa, sono stata particolarmente attenta a presentarmi elegante e a posto, sapendo che avrei avuto con il resto della famiglia gli occhi addosso degli altri invitati.
Ma forse alla mia età non posso più permettermi di tenere i tacchi alti per tante ore….
- Vu….vuoi che ti aiuti, nonna?
A parlare è mio nipote, l’altro, il maschio, più piccolo di sua sorella la sposa. È lui che mi ha riaccompagnato a casa. Ci siamo divisi in più auto dopo la cerimonia e Marco mi ha fatto da autista. Sotto casa, gli ho detto di salire con me. Sembrava contento.
Adesso, quella frase mi ha un po’ sorpreso. Lo guardo. È arrossito. Però non so che dire, è una offerta così dolce….
Si inginocchia davanti il divano. Sfila una scarpa con delicatezza. Prende il mio piede tra le mani. Comincia a massaggiarlo. Sono ancora più stupita, ma devo ammettere che era proprio ciò che mi ci voleva…..
- A…a…anche l’altra, nonna?
Non rispondo, ma gli porgo il piede. Sfila anche l’altra scarpa. Le sue dita mi massaggiano i piedi. Avvolgono i talloni. Passano delicatamente sotto la pianta. Inarco il piedino. Massaggia, o dovrei dire piuttosto accarezza, le dita.
Mi sfugge un gemito. - Sei bravo….
Il massaggio è ancora più intenso. E me lo godo. Avvolge con le dita la caviglia, pressa nei punti giusti. È tutto intento nel suo lavoro, lo guardo ma tiene il capo chino, non lo solleva nemmeno verso di me.
- Ma dove hai imparato?, dico ridendo.
Mi sembra che inghiotta a vuoto. - V..vu…vuoi che smetta, nonna?
- oh no, assolutamente, rispondo e inarco ancora i piedini.
- Ha…hai dei piedi bellissimi, nonna….
Che dolce complimento. Da mio nipote, ma pur sempre un complimento, e per una vecchia signora….
- Lo pensi davvero o lo dici solo per fare contenta tua nonna?
Che perfida che sei, così lo metti in imbarazzo, il cucciolo.
Ma lui continua, quelle dita, quello sfiorare delicatamente, ora la monta, ora la pianta dei miei piedini, mmm, non riesco a non pensare a quanto siano sensuali quelle carezze. Cosa mi sta succedendo?
- Si, lo p…pp…penso….
-Grazie Marco, quelle scarpe sono eleganti, ma così strette……
Mi sfugge ancora un gemito, quando Marco prende un piede fra le mani e lo porta alle labbra, e le poggia sopra, per un bacio.
O forse sono stata io a spingere il mio piede verso la sua bocca, fino a premerlo sulle sue labbra….
Che importa. Adesso è la pianta, poggiata sul suo viso, che lui bacia. E poi le dita. E poi di nuovo la monta, e la caviglia, risalendo, finché non è la punta della sua lingua che sento attraverso le calze sulla pelle e lui che comincia a leccare piano la gamba….
Potrei fermarlo, certo, allontanarlo, tirare indietro le gambe, sgridarlo…..Invece poggio l’altro piede sulla sua guancia e lo uso per accarezzargli il viso….
- N…no…nonna, hai delle c..ca….calze bellissime, mormora in un sussurro, senza smettere di baciarmi e leccarmi le gambe.
- Davvero ti piacciono le mie calze, amore?, gli dico mettendo una mano sulla sua testa, le dita fra i capelli.
- e….la …riga…., sussurra ancora. Quelle scarpe, con quei piccolissimi pompon, che sapevo avrebbero guidato gli occhi sulla riga delle mie calze….non ho fatto male a metterle, proprio no….
La sua bocca è risalita, mi bacia sulle ginocchia, ora. Si ferma. Solleva finalmente il viso. I nostri occhi finalmente si incrociano.
- s…scu…scusa, nonna. Ho perso la testa…., lo dice strozzato, quasi un singhiozzo.
- Tu solo?, è la mia risposta. Con le dita laccate stringo il suo viso fra le mani. E, dolcemente lo attiro verso il mio grembo. Lo guido a continuare e baciare e leccarmi le calze, mentre allargo le gambe e lo attiro in mezzo alle mie cosce.
Quando le sue labbra arrivano a sfiorare le mutandine di pizzo, emetto un gemito più forte degli altri e un incontrollato riflesso mi fa stringere le cosce sul suo viso. Le sue labbra sentiranno le mutandine bagnate.
Stamattina le ho indossate sopra il reggicalze. Sarà facile farmele sfilare per poi farmelo su questo divano.
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in questo periodo della mia vita mi sento sopraffatta da tantissime emozioni (sia negative sia positive) e non so come gestire il tutto. vorrei piangere, ridere, gridare, ballare tutto il tempo. mia zia non sta bene, rischia la vita, rischia di morire e manco se ne accorge. è abbagliata da non so che cosa, non capisce la gravità di questa situazione, non capisce la gravità in cui è la sua salute, non capisce che gli interventi possono darle altri anni ma a lei proprio non interessa, secondo me manco le importa più. il male che ha fatto lo ha capito e ora pensa di star subendo le conseguenze, e forse è anche un po’ vero, posso capirla se pensa questo perché l’ho pensato io per lei. non voglio il suo male, assolutamente, ma ciò che lei ha fatto è imperdonabile. ma io l’ho perdonata, almeno credo. lei sicuramente non perdona se stessa, mente, nega, sfugge. scappare è ciò che le riesce meglio, è ciò che ha fatto per anni e sta facendo adesso. io mi sento come lei. io sto scappando. sto scappando dalla mia famiglia, mi sto rifugiando in una realtà inesistente, sto facendo finta di niente, rispondo “bene” alla domanda “come stai?” come se fosse vero, come se tutto questo non mi stia spezzando lentamente. desiderare che lei non fosse mai tornata per non vederla ridotta così è un pensiero fisso e fa ridere perché io ho spinto tantissimo per permettere che lei tornasse. io l’ho desiderata e ora non la voglio più, mi faccio pena. fare finta di niente forse mi fa dimenticare in certi attimi della giornata ciò che sta accadendo, lavorare tutto il giorno e non tornare a casa mi fa sentire leggera. sento un peso addosso che mi fa cadere, non respiro più. la cosa brutta è che stare male mi scoccia, come se il dolore che provo per lei è inutile, come se tutto questo non è niente in confronto a quando lei mancherà. forse mi sto solo preparando al peggio. forse sto scappando appunto per non pensare al peggio. che poi oltre tutto questo il lavoro è una merda, sta andando malissimo, mi sento inutile, mi sento non apprezzata, mi sento usata. devo fare delle scelte nella mia vita, devo scegliere quello che è giusto per me ma non riesco, penso sempre a quello che è giusto anche per gli altri ed è sbagliato. nessuno pensa a me per le scelte che fa per la propria vita, ed è giusto così. non mi vedo un futuro, non vedo una stabilità, mi sento crollare il mondo addosso e gli altri stanno facendo di tutto per farlo sgretolare il più in fretta possibile. mi sento in un bivio, mi sento persa, spaesata. mi sento sola. mi dico che domani andrà meglio ma tutti i “domani” sembrano essere solo “oggi”, nulla cambia, nulla si sistema. “ma come fai a far sistemare le cose se tu in primis non lo fai?” anche questo è vero, non posso darti torto. non riesco a sistemare niente perché non riesco ad avere una prospettiva su ciò che voglio. o meglio, forse lo so, ma ogni volta che sono così vicina per raggiungere quell’obbiettivo devono rovinare tutto. sono stanca di provarci, con che scopo poi? perché solo io mi preoccupo? comunque mi hanno appena informata che mia zia se ne va via, domani parte e non si cura, c’è il rischio che non riesca neanche ad atterrare con l’aereo se non si cura. io non l’ho salutata ancora. io non ci sono stata ancora. non volevo avere questo come ultimo ricordo. era meglio se non tornava. oggi va così, domani forse andrà meglio. domani forse sarà un “oggi” più bello. ciao, a domani
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Scrivere queste parole mi costa un’enorme fatica, non solo perché sento un vuoto dentro che non riesco a spiegare, ma perché metterle nero su bianco mi obbliga ad affrontare una realtà che sto cercando di ignorare da troppo tempo. Mi sento smarrita, tradita, delusa, e soprattutto stanca. Stanca di credere nelle persone, stanca di dare il meglio di me per poi ritrovarmi sempre con un pugno di niente tra le mani.
È incredibile quanto dolore possa provocare un'amicizia che finisce, soprattutto quando quella persona non era solo un'amica, ma una parte di te, qualcuno che credevi sarebbe rimasto per sempre. La cosa peggiore, è restare, ma con la distanza emotiva di chi non ti capisce più, di chi non è più veramente lì per te. Credevo in te. Ti ho aperto ogni parte del mio mondo, anche quelle che avevo sempre nascosto agli altri. Ti ho mostrato le mie fragilità, le mie insicurezze, i miei sogni e i miei fallimenti. E tu eri lì, accanto a me, come se niente potesse mai separarci. Eppure, eccoci qui, quasi due estranee che si guardano da lontano, senza nemmeno il coraggio di parlarsi, senza nemmeno la forza di spiegarsi.
Non capisco come si possa cambiare così, da un giorno all’altro. Non capisco come tu abbia potuto guardarmi negli occhi, sapere cosa stavo passando, e comunque scegliere di allontanarti. Sai cosa mi stava passando per la testa, sai quanto fosse difficile per me anche solo alzarmi dal letto ogni giorno e non strapparmi la pelle. Eppure, hai scelto il silenzio, hai scelto l’indifferenza, hai scelto di lasciarmi andare senza una vera e propria spiegazione quando avevo più bisogno di te.
E sai qual è la cosa peggiore? Che tutto questo mi sta facendo dubitare di ogni singolo rapporto umano. Mi guardo intorno e vedo solo superficialità, persone che non sanno cosa significhi costruire qualcosa di vero, qualcosa che duri nel tempo. Tutti pronti a prendere ciò che possono, a succhiare via ogni briciolo di energia, ma nessuno disposto a restare, nessuno disposto a lottare per un legame. È come se il concetto di rispetto non esistesse più, come se l’empatia fosse diventata una qualità rara, quasi inesistente.
Non capisco come si possa essere così leggeri nel distruggere qualcosa di così prezioso. Non capisco come tu possa aver scelto di trattarmi come una persona qualunque, dopo tutto quello che abbiamo condiviso. Mi fa male, un male che non riesco nemmeno a descrivere. È un dolore che mi tiene sveglia la notte, che mi fa mettere in discussione ogni cosa di me stessa. Sono stata troppo? Non sono stata abbastanza? Ho fatto qualcosa di sbagliato? O semplicemente non valgo abbastanza per te, per nessuno?
Non voglio più credere a nessuno. Non voglio più aprirmi, più fidarmi, più sperare. Ogni volta che l’ho fatto, mi sono ritrovata a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non so nemmeno se valga la pena ricostruire. È come se fossi circondata da persone che non sanno cosa significhi amare davvero, rispettare davvero, rimanere davvero. Mi sento usata, vuota, come se tutto ciò che ho dato fosse stato preso e gettato via.
E adesso, qui, in questo periodo buio della mia vita, mi sento più sola che mai. Non c’è nessuno su cui possa davvero contare, nessuno che sappia cosa significhi esserci davvero. È come se stessi gridando sott’acqua, e il mondo continuasse a girare, ignaro del fatto che sto annegando. E tu, tu eri quella persona che pensavo mi avrebbe salvata, quella che non avrebbe mai permesso che mi sentissi così. E invece, sei stata proprio tu a spingermi più a fondo.
Non voglio più vivere con questa costante paura di essere abbandonata. Non voglio più costruire legami che alla fine si rivelano fatti di nulla. Ma allo stesso tempo, non so come fare a smettere. Perché nonostante tutto, nonostante il dolore, una parte di me continua a sperare che qualcuno, un giorno, sia diverso. Ma quella speranza si sta spegnendo, e con essa, anche una parte di me.
Non credo più alle persone. Non credo più ai “per sempre”, ai “ci sarò sempre per te”, alle promesse fatte sottovoce. Perché ogni volta che ci ho creduto, sono rimasta sola, a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non regge più. E tu eri l’ultima persona da cui mi sarei aspettata tutto questo.
Mi sento un guscio vuoto, una persona che non sa più come fidarsi, come amare, come vivere davvero. E tutto questo per cosa? Per credere di nuovo alle persone? Per aver sperato che tu fossi diversa?
Non mi rimane più nulla, se non il dolore di tutto ciò che abbiamo perso. E la tristezza di sapere che, probabilmente, a te non importa nemmeno più.
Ed è questo che fa più male, sai? Sapere che, mentre io passo le notti a chiedermi dove ho sbagliato, tu probabilmente non ci pensi nemmeno. Sapere che per me eri una sorella, un pezzo di vita irrinunciabile, mentre per te sono diventata una presenza superflua, qualcuno che è facile lasciare indietro.
Non riesco a capire come ci si possa spegnere così, come si possa scegliere di voltare pagina senza neanche provare a spiegarsi. Non riesco a capire come il rispetto che credevo avessimo l’una per l’altra possa essere diventato così fragile da frantumarsi senza un vero motivo. E il dolore cresce, giorno dopo giorno, perché continuo a cercare risposte, a dare un senso a questa fine, ma non trovo nulla. Solo vuoto.
Sai quanto è devastante perdere fiducia in qualcuno? È come se qualcosa dentro di te si spezzasse in modo irreparabile. Ogni volta che provo a ricordare i momenti belli, le risate, le confidenze, sento una stretta al petto. Ogni ricordo si trasforma in una ferita aperta, una prova di quanto mi sono sbagliata su di te, su noi.
Ero già in difficoltà. Lo sapevi. E nonostante tutto, hai scelto di andartene, di tirarti indietro proprio quando avevo più bisogno di te. Come si fa? Come si può essere così insensibili? Non riesco a capire se sono io il problema, se pretendo troppo, o se semplicemente sono stata sfortunata a credere ancora una volta nella persona sbagliata.
Sai cosa fa più paura? L’idea che ormai io non riesca più a fidarmi di nessuno. Che ogni volta che qualcuno si avvicina, sento solo la paura di essere ferita di nuovo. È come se stessi costruendo un muro intorno a me, un muro che mi protegge ma che allo stesso tempo mi isola. Perché se nemmeno tu, che consideravo una parte di me, sei rimasta, allora chi mai potrebbe farlo?
Non so più cosa aspettarmi dalle persone. Non so più se esista davvero qualcuno in grado di comprendere cosa significhi rimanere, lottare per un legame, rispettarlo, anche quando è difficile, anche quando richiede sforzo. Mi sembra che nessuno sappia più cosa sia il rispetto, cosa significhi tenere davvero a qualcuno. Tutto è diventato così effimero, così fragile, che a volte mi chiedo se valga ancora la pena provare.
Mi sento stanca. Non solo fisicamente, ma dentro, nel profondo dell’anima. È una stanchezza che non si riesce a spiegare, che ti spezza ogni giorno un po’ di più. Ogni delusione, ogni abbandono, ogni parola non detta aggiunge un peso che diventa insopportabile. E mi chiedo quanto ancora riuscirò a sopportare.
Forse sbaglio io, forse sono io che mi aggrappo troppo alle persone, che vedo cose che non ci sono. Forse sono io che mi illudo, che mi costruisco castelli in aria, che vedo legami dove gli altri vedono solo convenienza. Ma se è così, allora non so più chi sono. Non so più come fare a essere diversa, come fare a non dare tutta me stessa, anche quando non dovrei.
Quello che mi distrugge è che non posso smettere di volerti bene, nonostante tutto. Nonostante il dolore, nonostante la delusione, una parte di me spera ancora che un giorno ti renderai conto di quello che abbiamo perso, di quanto valeva il nostro legame. Ma forse è una speranza inutile, una speranza che mi farà solo più male.
E allora resto qui, con questo vuoto dentro, cercando di capire come andare avanti, come continuare a credere nella vita, nelle persone, quando tutto sembra crollarmi intorno. Forse non ci riuscirò mai del tutto. Forse questa delusione mi accompagnerà per sempre, come un’ombra che non riesco a scrollarmi di dosso.
Ma quello che so è che non dimenticherò mai il dolore che mi hai lasciato, il senso di perdita, di abbandono. Non dimenticherò mai quanto pensavo che fossi diversa, e quanto invece mi sbagliavo. E questo, forse, è ciò che mi farà più male di tutto.
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Ti vedo felice, ormai da tempo, tra le braccia di un altro e sai, vorrei tanto poterti dire che non fa più così male. Invece, ogni volta, sento il cuore continuare a lacerarsi, ancora oggi. Certo, quello che ne resta, almeno. Poi, allo stesso tempo, mi ricordo di non essere mai stato amato così tanto da una persona, come hai fatto tu con me. Mi ricordo che finché c'è stato l'amore ad unirci, i tuoi occhi erano posati sempre e solo su di me. Anzi, spesso sono stati i miei, purtroppo, ad essere assenti per te. Quella mia maledetta rabbia verso il mondo che troppe volte, purtroppo, ho riversato su di te e quella mia irrequietezza, figlia di un passato non facile, che di frequente mi ha reso sordo e cieco a tante cose. A te. Tu, che mi definivi la giusta metafora del Dr. Jekyll e Mr. Hyde. Tu, che mi dicevi essere un burbero che nascondeva, in realtà, un'anima buona e fragile. Tu, che hai conosciuto il mio lato più amaro e allo stesso tempo, quello più dolce e intimo. Tu, che nei tuoi momenti difficili della vita, sapevi di poter contare sempre su di me e viceversa. Io, la stessa persona che ti ha amata senza riserve alcune, in un modo che probabilmente, mai più sperimenterò nella mia vita. E' proprio vero quando si dice che l'amore, da solo, non basta. Che dannato paradosso! Ancora oggi, quando ci penso, non me ne capacito. E allora resto qui, in silenzio, nel mio dolore e nel mio rimpianto, consapevole di essere stato io, pur non volendo, l'autore di questo nostro capitolo finale.
-mysteriousstranger7
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Il forno rotto
Anche frammenti di cuore è cresciuta, quindi le riflessioni filosofiche che vi toccano adesso sono legate al mondo degli adulti (siate clementi, ci sto lavorando per accettare questa cosa).
Il forno di casa mia è rotto, da sempre. Immaginate la sorpresa di ritrovarsi con la prima pasta al forno della propria vita completamente carbonizzata ✌🏻 raga, la gioia proprio. Ormai è più di un anno e mezzo che convivo con questo forno e adesso sono in grado di gestirlo. Ci è voluto tempo, errori, pranzi e cene rovinate, per riuscire finalmente a capire come comportarmi con il mio caro amico. Ecco, nella vita capita a tutti di essere il forno di casa mia ogni tanto (wow raga le scelte intelligenti eh). Io in primis mi sento spesso come quel forno. Diverso da tutti gli altri, inutile delle volte, non capito e con nessuno intorno che sia in grado di farlo funzionare correttamente.
Il problema va sistemato, su questo non ci piove, ma nel frattempo è bello sentirsi capiti da qualcuno, vedere che qualcuno ci prova lo stesso a farti sentire meglio. Non verrà fuori una pasta al forno perfetta, sarà un po' cruda o un po' troppo cotta delle volte...ma sarà mangiabile.
Solo perché qualcuno non si comporta come voi pensate debba fare, non significa che non ci stia provando con tutto se stesso a dare il meglio di sé. Spesso sappiamo di essere rotti da qualche parte dentro di noi, ma non abbiamo la forza di aggiustarlo quel pezzo, non in quel momento almeno.
E sai che si prova quando vedi che per gli altri hai senso solo quando funzioni alla perfezione? Ci si sente un errore, sbagliati, sbagliatissimi. Il non sentirsi amati per come si è...ti lacera dentro e io mi sento così con la maggior parte delle persone che mi circondano.
Ti merita che mangerebbe una torta un po' bruciata insieme a te, perché sa che quello è il tuo massimo in quel momento, chi ti dà il tempo per imparare a stare meglio, chi si prende del tempo per aiutarti a farlo.
Non sono perfetta, non lo sarò mai e non voglio esserlo. La mia casa rappresenta perfettamente quello che sono, il mio forno lo rappresenta, il mio disordine pure. Chi ti ama ha bisogno solo di quello che sei, non che tutto funzioni sempre alla perfezione, perché la perfezione perenne è pura finzione.
Un giorno quel forno sarà aggiustato e un giorno anche io lo sarò. Ma sai di chi mi ricorderò quando tutto andrà bene? Di chi si faceva una risata con me anche quando tutto andava male.
Sai chi vorrò accanto quando la mia pasta al forno sarà la migliore del mondo? Chi ha pensato che lo fosse anche quella un po' bruciata.
zoe.
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Definisci l'amore

Mi hai chiesto di dirti che cos'è l'amore per me. Ti ho risposto che è un po' come sentirsi lontani dal proprio quartiere, stando seduta a sera su una panchina di legno in un sobborgo anonimo di un'altra città. In un'altra nazione. Vedi gli altri che procedono tranquilli, camminando per i fatti loro: chi mano nella mano, chi chiacchierando animatamente e ridendo a tratti. Altri guardandosi in silenzio negli occhi, mentre sgranocchiano patatine.

E tu ti senti stringere il cuore: sola, lontana dai tuoi cari e dalle mani che t’accarezzavano da bambina. Poi t'alzi e t'incammini. Svolti l'angolo e... vedi casa tua! Non te lo saresti mai immaginato. Assurdo ma vero! Casa tua... in un’altra nazione. Ecco: l'amore è una gioia improvvisa, impossibile da prevedere e da realizzare, se solo provi a costruirlo con razionalità. Un tuffo al cuore in un mare di estrema malinconia. Un vero e proprio, improbabile ufo nella tua vita.

E come hai fatto tu a portare casa mia dentro il mio corpo, inaspettatamente, senza nessuna logica o razionalità, solo Dio lo sa. Ho partorito il primo figlio da neppure un mese. Ho un marito che mi adora, non vediamo l'ora di veder crescere il nostro bambino e invece tu mi sei entrato in testa, nel cuore e da stasera direttamente anche nel culo: l’hai voluto fortemente come prima cosa. Non ho saputo dirti di no. Tutto dopo una corte brevissima ma irresistibile. E mi piaci da morire. Mi sento molto in colpa.

Ma paradossalmente, soprattutto perché a mio marito, mio fidanzato da quando avevamo quindici anni, il culo non l'ho mai dato e a te invece... E quindi adesso eccomi qua: immobilizzata sotto il tuo corpo possente, in questo ritaglio di tempo rubato alla mia famiglia esemplare e perfetta. Da me già tradita dopo neppure un anno di matrimonio. A cercare di allargare le natiche un po' di più, per farti entrare meglio e darti più piacere nell’incularmi.

La mia prima volta nel culo... con un perfetto estraneo! Non ci posso credere! Ma godo, godo, godo. Come una troia che risponda solo ai suoi istinti. Senza alcuna morale o principio. Respiro l’odore forte e prepotente del tuo sudore e mi piace che entri nei miei polmoni: lo aspiro fortissimo, come se fossi in un parco d’autunno dopo la pioggia. Mi pervadi, mi possiedi. Sono la sposa di un altro. Penso al mio povero marito ignaro, che mi ama da impazzire e bacia la terra su cui cammino. Per me lui fa veramente tutto. Mi vizia. Mi riempie di cure e doni.
Ha ogni giorno un nuovo pensiero per me. Senza sapere che sto iniziando da oggi a dare tutto il mio corpo anche a un altro uomo, conosciuto da meno di una settimana! Godo come una puttana. Perché forse in fondo in me già c'era, senza saperlo: tu hai solo saputo farla arrivare in superficie. Ma ora non far caso ai mei scrupoli. Perché più mi sento in colpa, più godo nel mettergli le corna. Baciami il collo e la schiena. E poi spingi di più. Con una mano stritolami un capezzolo, strapazzami un seno e usa l’altra per torturarmi la fregna. Sgrillettamela, allargamela. Fammi male, fammi espiare. E poi sborra pure dentro di me quanto vuoi, liberamente. Fammi sentire la puttana che oggettivamente sono.

RDA
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Ogni volta che ho bisogno di sfogarmi e di parlare o riflettere la prima cosa che mi viene da fare è scrivere.
Scrivere mi aiuta: a mettere giù i pensieri che spesso corrono così veloci che non riesco ad afferrarli, mi aiuta ad elaborarli e cercare di risolverli o almeno ci provo.
Mi sento vittima di me stessa, mi spiego meglio, del mio modo di fare (tutto subito, tutto perfetto, tutto giusto, sempre sopra la media o più di ciò che ci si aspetta).
Inizio a capire che la prima nemica di me stessa sono proprio io, che non ammetto errori, non accetto giustificazioni e vedo problemi ed errori anche quando non ci sono.
Continuo a navigare sempre negli stessi schemi di cui mi lamento da una vita, che cambiano forma o colore ma gira e rigira sono sempre loro, quei maledetti schemi.
E allora a questo punto della mia analisi mi chiedo: se il problema di me stessa sono io, se sono io a causarmi l’ansia, a farmi vivere male e se… “chi è causa del suo mal pianga se stesso” cosa mi resta da fare ?
La soluzione sembra più difficile da trovare rispetto al solito.
#frasi#pensieri ansia#pensieri sulla vita#frasi pensieri#pensieri e parole#pensieri#riflessioni#riflessione personale
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