#mi parli piano
Explore tagged Tumblr posts
s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 3 months ago
Text
Ed è così ogni volta... Ogni volta succede... Comincia con le farfalle nello stomaco... Mentre mi guardi... Mi parli e mi scavi dentro... Mi sento così innocente... Ed inizio a sentire la mia crisalide così stretta... Stretta a tal punto da sentire impellente il bisogno di scappare... Di spogliarmi di quel bozzolo da pudica bambina... Succede sempre così... Sotto al tuo sguardo severo... Che perdo ogni pudore e che la mia malizia diventa irrefrenabile... Ogni volta è come rinascere per me... Togliere piano piano i vestiti e lasciare che la mia voglia pazza di te esca ed abbia sfogo... Da pecorella a pantera... Da casta e pura a famelica donna arrapata... Succede sempre così... È la tua stregoneria... E adoro farmene scudo... Per dare a te tutta la colpa... Di tutta la mia lussuria e bramosia...
~ Virginia ~
Tumblr media
60 notes · View notes
perpassareiltempo · 2 months ago
Text
In giorni come questo ho bisogno che tu mi passi le dita fra i capelli e parli piano
Rupi Kaur
34 notes · View notes
sayitaliano · 3 months ago
Note
Ciao sono nata in Italia ma il mio italiano fa comunque schifo è incomprensibile. Vorrei migliorare il mio lessico la scrittura e quando parlo ho problemi.
Come posso migliorare? Dovrei avere un tutor?
Ciao!
Da quello che hai scritto non mi sembra che tu abbia grossi problemi, anzi. Vivi sempre in Italia, giusto? Lo sai che noi stessi siamo i primi a non parlare correttamente la nostra lingua, a metterci dentro errori e via dicendo...
Quello che posso suggerirti è di provare a lavorare sulla punteggiatura quando scrivi, e anche quando parli: non ti ho ascoltata e non ti conosco, per cui non so se sia questo il problema, ma non preoccuparti se devi prenderti delle pause per pensare prima di esprimerti. Abbiamo preso la brutta abitudine di fare tutto di corsa, sembra che non abbiamo mai tempo per nulla, invece ne siamo pieni e finiamo anche con l'avanzarlo... Quindi davvero, non preoccuparti.
Per migliorare il lessico (ma anche il tuo parlato/scritto) leggi (dai giornali, ai libri, alle riviste, alle poesie... lo so a scuola ce ne fanno leggere molte, ma ce ne sono di più belle: cerca anche quelle straniere tradotte, prova a capirne le sfumature e cerca di capire se tu avresti usato parole differenti); se non ti piace leggere, guarda serie tv o film anche storici, o documentari (non tutti sono noiosi... prova con argomenti che sono di tuo interesse, anche video su youtube vanno bene). Se trovi parole complesse o sconosciute, cercane il significato sul dizionario e usale in un paio di frasi. Studia la grammatica anche se è noiosissima: diventa curiosa sul perché qualcuno abbia usato quelle parole, quella punteggiatura, quel tempo verbale invece che un altro. Trova gli errori dei giornalisti, per esempio: non per qualcosa, ma per ricordarti di ciò che sai tu. Da quello che ho capito con questo blog, a scuola non ci insegnano molte cose in maniera diretta, ma solo in maniera indiretta: le apprendiamo con la pratica, vivendo, interagendo con gli altri e aprendoci ai nostri errori, che, come detto, ci stanno. Italians are imperfect beings! :P. Ah, vale anche aprire il dizionario a caso e leggere le definizioni di un paio di parole ogni tanto, e provare ad usarle sia in alcune frasi di prova che mentre parli. La decisione finale è la tua, ma non credo che tu abbia bisogno di un tutor: credo che tu possa ancora concederti del tempo, no? Prova a scrivere un diario giornaliero, anche poche parole su quello che hai fatto o inventando storie di poche righe, magari appunto usando parole nuove. Tra un mese dimmi come va, se è cambiato qualcosa oppure no. E poi decidi. :)
Continua a provare ad esprimerti, non chiuderti. Non convincerti di non essere capace di fare qualcosa: questo è il blocco più grande che ci possa essere. Sei tu che ti controlli, e se ti convinci di qualcosa, sarà difficile non seguire quella tua convinzione inconsciamente. Le tue paure e insicurezze prenderanno il sopravvento e ti bloccherai, trovando solo conferme sulle tue incapacità. In poche parole, se ti convinci di non essere abbastanza brava a comunicare o di essere incomprensibile (specialmente se per qualsiasi motivo qualcuno te lo ha detto e tu hai iniziato a crederci), finirai davvero per esserlo perché l'ansia di voler comunicare al meglio ma non sapere come farlo (in realtà lo sai, ma magari hai smesso di fidarti di te), ti saboterà fino a farti balbettare o avere dubbi su qualsiasi cosa. Tante volte le persone si chiudono nelle loro paure, e nel chiudersi ci chiudono fuori a nostra volta. Non sempre hanno ragione però. Non aver paura di essere te stessa, di prenderti del tempo, di parlare a modo tuo con le tue sfumature. Chi vuole aspettarti ti aspetta comunque. Gli altri, lasciali andare. E datti tempo anche tu. ...Forse mi sono lasciata prendere dal momento qui, ti chiedo scusa se ho detto qualcosa che non dovevo o che non c'entra con la tua situazione. Ma succede che ciò che non va sul piano emotivo si rifletta sul piano comunicativo. Siamo esseri complessi...
In bocca al lupo!
13 notes · View notes
rossa-vera · 1 month ago
Text
Tu che mi parli piano passandomi le dita tra i capelli, basterebbe.....
@1974_luna
Tumblr media
15 notes · View notes
ilpianistasultetto · 11 months ago
Text
RINGO, IL MIO MIGLIOR NEMICO
Uno nasce per vivere in pace e i politici, invece, ti trovano sempre un nemico da combattere.
Da ragazzino, il mio nemico era Ringo, il cane del fornaio sotto casa. Non ci siamo mai piaciuti. Quando scendevo ero obbligato a passare davanti al fornaio e quel cane, non ho mai capito di che razza fosse, un marrone chiaro di stazza media, non mi aveva in simpatia e io, per non farmi correre dietro, dovevo camminare piano senza dare nell'occhio.
Qualche volta facevo tardi a scuola, cosi uscivo di corsa dal palazzo ed ecco quel cane; se almeno avesse abbaiato me ne sarei accorto subito, ma quel bastardo senza cuore mi arrivava dietro silenzioso; lo sentivo zampettare veloce e ringhiare, quella cosa che fanno i cani prima di morderti. Dovetti accelerare, ma lui era più veloce di me. Nemmeno la chiamata di Ginetto il fornaio, il padrone di Ringo, lo fece desistere. insomma, il cane tentò di mordermi ma io ebbi la freddezza di fermarmi di botto e gridargli sul muso: "fermo Ringo! Devo andare a scuola!"
Non mi crederete ma il cane si fermò di botto, quasi mortificato, probabilmente non mi avrebbe mai morso, era solo chiacchiere e distintivo.
Altri nemici si formano con il tempo, ma sempre roba di poco conto, avversari in amore, avversari nello sport, avversari a scuola, come Falasconi e Tardiola, due esseri insopportabili, due geni in matematica da fare schifo, capitati per mia sfortuna nella mia stessa classe.
Oggi, la politica mi offre dei nuovi nemici: i russi, i terroristi islamici, i cinesi, i coreani del nord, gli africani che c'invadono, il povero che ruba il reddito.
Scelgono loro per me, decidono chi devo odiare. Tu non puoi scegliere, altrimenti sei fuori dal sistema democratico. Se non hai pianto per la morte di quel tizio russo sei un filoputiniano! Se non ricordi ogni giorno il 7 ottobre israeliano, sei antisemita! Se parli di pace e antifascismo, sei identificato! Se protesti in piazza per la Palestina libera, ti manganellano.
Taci che il nemico ci ascolta..., il nemico di chi?
Povero Ringo, quante sgridate che si è preso, ma almeno lui abbaiava solamente, questi, oltre ad abbaiare, pretendono che tu lo faccia insieme a loro.
@ilpianistasultetto
31 notes · View notes
raffaeleitlodeo · 1 year ago
Text
Quando andai in galera nel modo giusto, a mani legate, 53 anni fa, ero un uomo fatto. A Torino, alle Nuove, che erano vecchie, vetuste, ed erano piene di giovani italiani meridionali buttati via. Quando ci tornai, allo stesso modo, in altre galere – le Nuove erano un Museo - un po’ più di trent’anni fa, erano piene di giovani stranieri meridionali, africani maghrebini soprattutto, anche già africani di quelli detti subsahariani, quasi tutti dentro per futili motivi. Li conobbi bene. Provai a dire che erano il fior fiore della generazione giovane dei loro giovani paesi, e che si sarebbe dovuto investire su loro, invece di sbatterli dentro ad abbrutirsi. Si sarebbe dovuto puntare sulla loro intelligenza, energia, e voglia enorme di essere accolti, di far parte – il solo modo che era concesso loro era il tifo per una squadra di calcio italiana, perciò sperticato. A casa scrivevano in genere senza mentire, ma omettendo i dettagli: scrivevano di trovarsi in Italia, a Bergamo, o a Firenze, o a Pisa – dove li avevo incontrati. Quando avevano la fortuna di una telefonata prendevano il tono più felice che potessero, si commuovevano, spiegavano di dover chiudere per i troppi impegni – telefonate rare e brevi, diceva il regolamento. Investendo su loro, e sui loro simili ancora non risucchiati dalla galera, si sarebbero trovati i migliori tramiti, i più sapienti ambasciatori, ai rapporti coi loro paesi d’origine, pensavo, e se ne sarebbe avvantaggiata la nostra vita economica e civile, e la nostra capacità di trattare la migrazione, che non avrebbe fatto che crescere. E che risparmio! Naturalmente, per quanto facessi tesoro della sciagurata situazione in cui mi ero venuto a trovare, e insistessi, per anni, parlavo al vento. Non che non lo sapessi. Via via sentivo gridare all’emergenza, e annunciare stentorei piani, altrettante versioni del “piano Marshall”, fino al piano Mattei di oggi, povero Mattei, povero Marshall. E ho smesso di occuparmi di quelli che: “E allora tu che cosa faresti?...” Niente, o quasi: raccoglierei quello che avete seminato. Ieri sono stato fiero di quello che ha detto Eugenio Giani, che è il presidente della Toscana in cui vivo. Non solo per il rifiuto della galera più miserabile dell’altra, “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana”, ma per la spiegazione: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subìto, la risposta che dai è 'faccio i Cpr', cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio". Prima dar loro da mangiare. Avevo ancora negli occhi i titoli gridati: “Migranti scavalcano il recinto ed evadono a Porto Empedocle”, e la successiva, sussurrata precisazione: “Sono rientrati tutti, erano andati a cercare dell’acqua da bere, e magari qualcosa da mangiare”. - Conversazioni con Adriano Sofri, Facebook
53 notes · View notes
tiaspettoaltrove · 7 months ago
Note
Sei la convinzione fatta persona! Sei più malato di tutte le ragazze di cui tu stesso parli. Ma ti leggi dopo che scrivi? Quanto ci credi? Sei solo un povero sfigato che non riesce a trovare nessuna per quel modo di arcaico di vedere la donna e pensi di far colpo qui con 4 ragazzine che aprono la bocca piene di stupore per 4 minchiate che scrivi.
Non avrai i coglioni nemmeno di pubblicare questa Ask come io non li ho non mostrandomi e rimanendo anonim* . Scelgo l'anon giusto perchè sei così pieno di ego e di te stesso che saresti capace di fare qualsiasi cosa
Facci una cortesia, evapora nuovamente e per sempre.
Eh no, invece mi spiace deluderti: resto qui, pubblico, e ti rispondo anche. Innanzitutto, tutto questo livore è sintomo di una certa insoddisfazione personale: a cosa è dovuto questo tuo malessere? Cosa ti impedisce di accettare l’opinione e la visione della vita degli altri? Andrebbe indagata quest’esigenza di (cercare di) gettare fango su una persona a te sconosciuta, e che personalmente nessun danno ti ha arrecato. E poi, suvvia, anche qualora ti fossi mostrata col tuo vero profilo non avrei fatto alcunché. Mi hai disegnato come un ‘ndranghetista! Rido. Gli asterischi puoi tranquillamente metterli dove ritieni più opportuno, ma la lingua italiana è un’altra cosa. Ed è molto piacevole leggerla, nella sua forma più corretta. I miei testi, logicamente, li rileggo sempre prima di pubblicarli. Anche più volte. Semplicemente perché ho più rispetto del mio pubblico, di quello che hai tu. A quelle che definisci “4 ragazzine”, sento di voler dedicare il meglio che posso. Ovvio, non tutte lo meritano, ma qualcuna c’è, c’è sempre. Quindi, non capisco bene dove col tuo appunto tu voglia andare a parare. Cosa dovrei pensare? Che sei invidiosa? Gelosa? Non vedo come e perché possa e debba darti fastidio ciò che narro in questo mio piccolo blog. È la mia vita, come tu hai la tua. Di malattie al mondo ce ne sono tante, e onestamente tirarle in ballo abbastanza a casaccio è una mancanza di rispetto per chi è malato veramente, se vogliamo metterla su questo piano. E io non sono affatto perbenista o politicamente corretto, anzi, ma mi limito a ribaltare il discorso per far luce su aspetti che certamente ti sfuggono. Hai mai pensato che possano esserci ragazze che, addirittura, possano trarre giovamento dalla lettura dei miei pensieri? Perché in alcuni casi, cara mia, è proprio ciò che accade. E lo so non perché l’ho sognato di notte nel silenzio più assoluto, ma perché mi è stato fatto presente. Eppure, tu, queste ragazze le definisci pateticamente e banalmente “malate”. E di conseguenza ritieni me ancor più malato perché, nella tua astrusa mente, io evidentemente le travio e corrompo. Quel “modo arcaico di vedere la donna”, è esattamente quel modo che ci ha permesso di arrivare fino a qui. Sì, anche a te. Per te è sbagliato? Va bene, qual è il problema? Per me invece è giustissimo e inevitabile e, paradossalmente, proprio tu lo dimostri. Che poi voglio dire, non vivo su Marte. E se un po’ questo blog l’hai “sfogliato”, lo avrei notato che mi chiamo “Ti aspetto altrove” proprio per questo motivo. Ovvero perché so che in questo mondo non è possibile trovare ciò che cerco. Non lo è più, quantomeno. E accetto questa sorte semplicemente con grande forza e maturità, isolandomi nella mia vita privata, professionale, e di tanto in tanto in questo piccolo spazio che (anche grazie a te) mi regala delle soddisfazioni. Perché quando si colpisce nel segno, ricevere “critiche” è la più diretta e naturale conseguenza. Non sono pieno di ego, sono solamente una persona che dopo tanti anni ha imparato a rispettarsi e volersi bene. E non sono nemmeno “la convinzione fatta persona”. Ho coltivato a fatica e nel tempo una buona autostima che mi accompagna nella vita di tutti i giorni, frutto di una grande introspezione che a tutt’oggi continua quotidianamente. Sono un povero sfigato, dici? Eppure vedo che sei stata tu, a voler sprecare tempo ed energie scrivendomi un messaggio anonimo senza capo né coda. Pensa che in quei pochi minuti avresti potuto uscire a prenderti una boccata d’aria, riflettere su un nuovo obiettivo per la giornata di domani, o dare un bacio alla persona amata. E invece, beata ingenuità, hai creduto di potermi ferire dandomi piuttosto la possibilità di emergere ancora una volta di più. Di risplendere, quindi. E sto sorridendo, mentre scrivo ciò. Perché vedi, se una sconosciuta qualsiasi pensa di poter arrivare qui e distruggere la mia corazza, be’, direi che sta sbagliando tutto. Ma grazie di cuore, per avermi permesso di farmi apprezzare ancora di più da quelle “4 ragazzine”. E ti salutiamo tutti assieme con la manina e un sorrisetto.
11 notes · View notes
unfilodaria · 5 months ago
Text
- Motore!
- Partito!
- CIAK!
ANATOMIA DI UN AMORE PERDUTO - Scena 110, primo piano, interni…
Tenendole le mani strette - non andartene lo sai che ti amo…
- NOOO, STOP! STOP! maledizione, non è questa la battuta… é la centodecima che giriamo e me la sbagli ancora? E che cazzo sei de coccio? Le devi dire “Si ho sbagliato tutto… vai per la tua strada, me ne farò una ragione” questo le devi di’
- Ma io la amo!!!
- ��Ma io la amo! Ma io la amo!” Ma che c’hai tre anni?…
- cinquantano…
- e non mi interrompere, coglione! Lo so che c’hai cinquantanovanni sonati. E che non lo so? E proprio per questo che la tua battuta non va bene, sa de vecchio, de romantico stantio. Devi da esse’ moderno, emancipato, anche un po’ sboccato, tipo “ma si fai quello che cazzo ti pare, sei adulta e vaccinata e…”
- e non sai che te perdi…
- e daje! Ma sei coglione forte? Innanzi tutto sei tu che l’hai mollata, che l’hai tenuta sulla corda come uno stronzo per due anni, con un “non è cosa, ci siamo fatti troppo male e bla bla…”
- ma lei ha…
- “ma lei” un cazzo! E statte zitto quando ti dico una cosa importante! Te dicevo, l’hai tenuta sulla corda, tutte le pippe dell’orgoglio ferito, del sentirsi tradito, morto! E c’hai rotto bello mio. Lo vedi che t’ha detto ciao, s’é trovato n’antro e se lo scopa pure? (Scusa ma se non parlo così sto stronzo non capisce)
- e che non ce lo so che sta con un altro? Ma mica me sento de morì per questo? É andata!…
- E dimmi perché te senti di morire? Non perché se la scopa un altro? (Scusami ma se non glielo sbatto ‘nfaccia lo stronzone non capisce)
- É che mi sento un coglione…
- ecco bravo: l’hai detta una buona…
- che mi sento il cuore in gola, che mi sembra di vederla ad ogni angolo, che mi vengono i vuoti al cuore, che c’ho una tristezza infinita… Ma che non lo sai?
- e si che lo so. Stai tutto inciancicato, e che non lo vedo? Ma allora perché non gliel’hai detto prima che l’amavi? Che era la ragione della tua vita? Perché non le hai ammollato un bacio quando potevi e pure qualche altra cosa (e d’occasioni sto stronzo in due anni ne ha avute che ne avute, vero?)
- si le ho avute, vero. Ma lei non se ne può venire, dopo manco 15 giorni che c’eravamo lasciati (Lasciati poi... almeno per me non lo era, cercavo di mantenere il punto. Nella incazzatura del momento, si, lo abbiamo detto e ripetuto. Incazzati violentemente, so volate parole grosse, troppo grosse, come sempre, abbiamo scantonato di brutto) dopo che stavamo per fare davvero, almeno così ci eravamo detti quella maledetta sera, e se ne viene con “sto con un altro, sento che è una cosa importante…” e allora la nostra che era? m'ha preso per il culo? Che c’avevo da pensare se nell’arco di un mese (maledettissimo agosto di ogni stramaledetto anno) é cambiata come il giorno e la notte e mi porta all’esasperazione (coglione che ci casco sempre e poi sempre), evidentemente cercando il pretesto per fanculizzarmi e farsi fanculizzare… e poi la storia importante… che c’avevo da pensa’? Che c’avevi il serpe nel manicone? Che ti stavi già guardando attorno? Che la cosa per te non era così seria? Mi so’ sentito ferito a morte.
- ma quando la fai tragica. Ma se sei stato il primo a cacarti addosso? Che temevi che la cosa diventasse così seria da perdere il controllo e non riuscire a risolvere tutte le cose rimaste appese cinque anni prima? (tua figlia, sua figlia, le incomprensioni? Le INSODDISFAZIONI! la parte economica e tutto il cazzo che vi fotte!) Che è? Mo' ti brucia? Non parli più? St'orgoglio del cazzo! Te lo ficchi adesso lì l’orgoglio… mo te lo tieni tutto e ti stai zitto.
- ma io…
- muto! Concentrati, ripeti la battuta e non diciamo cazzate.
Forza ragazzi, attivate le macchine che giriamo
- Motore!
- Partito!
- CIAK: ANATOMIA DI UN AMORE PERDUTO - Scena 111, primo piano, interni… Azione!
Tenendole le mani strette - ti auguro tutta la fortuna possibile. Vivi la tua vita. Ti voglio bene...
- BUONA QUESTA! C’è un "ti voglio bene" di troppo ma va bene così. Tu non sei Redford ed io non sono Neil Simon.
Pausa di dieci minuti e poi giriamo in esterni.
E tu coglione, ricomponiti, asciugati quelle lacrime del cazzo. Lei è andata, fattene una ragione una volta per tutte. Hai una vita davanti e tanti film ancora da girare.
9 notes · View notes
colonna-durruti · 1 year ago
Text
Adriano Sofri
E allora tu che faresti coi migranti?
Quando andai in galera nel modo giusto, a mani legate, 53 anni fa, ero un uomo fatto. A Torino, alle Nuove, che erano vecchie, vetuste, ed erano piene di giovani italiani meridionali buttati via. Quando ci tornai, allo stesso modo, in altre galere – le Nuove erano un Museo - un po’ più di trent’anni fa, erano piene di giovani stranieri meridionali, africani maghrebini soprattutto, anche già africani di quelli detti subsahariani, quasi tutti dentro per futili motivi. Li conobbi bene. Provai a dire che erano il fior fiore della generazione giovane dei loro giovani paesi, e che si sarebbe dovuto investire su loro, invece di sbatterli dentro ad abbrutirsi. Si sarebbe dovuto puntare sulla loro intelligenza, energia, e voglia enorme di essere accolti, di far parte – il solo modo che era concesso loro era il tifo per una squadra di calcio italiana, perciò sperticato. A casa scrivevano in genere senza mentire, ma omettendo i dettagli: scrivevano di trovarsi in Italia, a Bergamo, o a Firenze, o a Pisa – dove li avevo incontrati. Quando avevano la fortuna di una telefonata prendevano il tono più felice che potessero, si commuovevano, spiegavano di dover chiudere per i troppi impegni – telefonate rare e brevi, diceva il regolamento. Investendo su loro, e sui loro simili ancora non risucchiati dalla galera, si sarebbero trovati i migliori tramiti, i più sapienti ambasciatori, ai rapporti coi loro paesi d’origine, pensavo, e se ne sarebbe avvantaggiata la nostra vita economica e civile, e la nostra capacità di trattare la migrazione, che non avrebbe fatto che crescere. E che risparmio! Naturalmente, per quanto facessi tesoro della sciagurata situazione in cui mi ero venuto a trovare, e insistessi, per anni, parlavo al vento. Non che non lo sapessi. Via via sentivo gridare all’emergenza, e annunciare stentorei piani, altrettante versioni del “piano Marshall”, fino al piano Mattei di oggi, povero Mattei, povero Marshall. E ho smesso di occuparmi di quelli che: “E allora tu che cosa faresti?...” Niente, o quasi: raccoglierei quello che avete seminato.
Ieri sono stato fiero di quello che ha detto Eugenio Giani, che è il presidente della Toscana in cui vivo. Non solo per il rifiuto della galera più miserabile dell’altra, “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana”, ma per la spiegazione: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subìto, la risposta che dai è 'faccio i Cpr', cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio".
Prima dar loro da mangiare. Avevo ancora negli occhi i titoli gridati: “Migranti scavalcano il recinto ed evadono a Porto Empedocle”, e la successiva, sussurrata precisazione: “Sono rientrati tutti, erano andati a cercare dell’acqua da bere, e magari qualcosa da mangiare”.
37 notes · View notes
ragazzoarcano · 2 years ago
Text
“In giorni come questo ho bisogno che tu
mi passi le dita fra i capelli e parli piano.”
— Milk and honey
88 notes · View notes
pensieri-di-dea · 8 months ago
Text
In giorni come questo ho bisogno che tu mi passi le dita fra i capelli e parli piano.....Tu
Tumblr media
Bonne nuit 💢
14 notes · View notes
falcemartello · 2 years ago
Text
Tumblr media
Mi sto progressivamente allontanando dalla cosiddetta area del dissenso, giorno dopo giorno.
Il motivo? Alla base di questo universo dalle forme indefinite vi è la stessa filosofia che anima la peggiore politica italiana.
No, non sto parlando della corruzione o del malaffare. E nemmeno dei personalismi, delle singole ambizioni o dei sotterfugi. Acqua acqua acqua.
Sto parlando di quella perniciosa, demenziale e distruttiva idea che, tutto sommato, la Storia sia già scritta.
Che si parli di un vincolo esterno o di una congrega segreta, poco cambia: nulla si può fare, nulla si può cambiare, nulla si può contrastare. Spazzatura post-storica spacciata per realismo, perfettamente funzionale allo status quo, anticamera dell'inazione più pigra, arrendevole e codarda.
Questo è il grande virus che divora le menti degli occidentali moderni, prosciugandone ogni forza vitale, ogni pulsione alla ribellione che non si risolva in un personalissimo quanto autocelebrativo scatto d'ira.
A conti fatti cosa differenzia davvero, oggi, un conformista e un dissidente?
Il primo crede di vivere nel migliore dei mondi possibili e agisce come un cane da guardia, più o meno pasciuto, davanti ai cancelli del pensiero dominante.
Il secondo riconosce le storture di quest'epoca ma le ritiene frutto di un piano talmente ben congeniato e talmente perfetto da aver plasmato ogni pagina di Storia umana fino ai giorni nostri.
Risultato?
Entrambi considerano pericoloso il cambiamento. Lo avversano con rabbia.
I primi per fanatico servilismo, i secondi per malfidato fatalismo.
E la conclusione è sempre la stessa: There Is No Alternative.
Qualsiasi progetto voglia affrancarsi da questa fetida palude post-storica, da questo triste fanclub di Fukuyama, dovrà avere il coraggio di recidere i legami con un'area che, consapevolmente o meno, è destinata per vocazione all'inoffensività.
Basta negare il ruolo dei popoli, delle collettività e delle nazioni.
Basta negare l'imprevedibilità della Storia.
Basta negare la potenza degli ideali.
Uscite dalla palude.
O sguazzate in silenzio.
Matteo Brandi
88 notes · View notes
perpassareiltempo · 4 months ago
Text
(…) ho bisogno che tu mi passi le dita fra i capelli e parli piano
Rupi Kaur
34 notes · View notes
sayitaliano · 1 year ago
Text
youtube
LA NOIA | ANGELINA MANGO
Quanti disegni ho fatto How many drawings I made Rimango qui e li guardo I stay here and look at them Nessuno prende vita None comes to life Questa pagina è pigra This paper is lazy Vado di fretta I am in a hurry E mi hanno detto che la vita è preziosa And they told me that life is precious Io la indosso a testa alta sul collo I wear it head held high on my neck La mia collana non ha perle di saggezza My necklace doesn't have pearls of wisdom (perle di saggezza=> idiomatic, could also be used ironically "words of wisdom") A me hanno dato le perline colorate They gave me colored beads Per le bimbe incasinate con i traumi For young girls messed up with traumas Da snodare piano piano con l'età To slowly untie while growing older Eppure sto una Pasqua, guarda, zero drammi And yet I'm doing great, look, no dramas (stare una Pasqua => idiomatic and usually very ironic, "to feel/do great") Quasi quasi cambio di nuovo città Maybe I (should) move to another city once again (quasi quasi => idiomatic, when you think about a chance you say "Maybe...") Che a stare ferma a me mi viene, a me mi viene If I stand still I get, I get ("a me mi" is a colloquial grammatically wrong concept that translates literally as "it comes to me"; it should be "a me viene" but for lyrical/musical lyrics is okay to find this in songs) La noia Bored(om) (for translations reasons -aka the sentence construction in English- I'm using the adjective "bored" here but "noia" is a noun so the literal translation is "boredom") La noia Bored(om) La noia Bored(om) La noia Bored(om)
Muoio senza morire, in questi giorni usati I die without dying, in these used days Vivo senza soffrire, non c'è croce più grande I live without suffering, there's no greatest trial ("croce" here has a figurative meaning as in "portare una croce", idiomatic, meaning basically "to bring pain/affliction/trials *on your shoulders*") Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights (like the famous movie's title "non ci resta che piangere" but from a happier/ironic pov) Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
Quanta gente nelle cose vede il male So many people see the evil in things ("quanto/a/i/e" if not used as a question usually means "a lot", "there are so many...") Viene voglia di scappare come iniziano a parlare One feels like running away as they start talking E vorrei dirgli che sto bene ma poi mi guardano male And I'd like to tell them I'm doing good but then they look at me sideways Allora dico che è difficile campare So I say that it's hard to keep on living Business, parli di business Business, you talk about business Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti, mmh In the meantime I close my eyes to sign contracts Princess, ti chiama "princess" Princess, (he) calls you "princess" Allora adesso smettila di lavare i piatti Then stop washing dishes now
Muoio senza morire, in questi giorni usati I die without dying, in these used days Vivo senza soffrire, non c'è croce più grande I live without suffering, there's no greatest trial Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
Allora scrivi canzoni? So you write songs? Sì, le canzoni d'amore Yes, love songs E non ti voglio annoiare And I don't want to bore you Ma qualcuno le deve cantare But someone needs to sing them Cumbia, ballo la cumbia Cumbia, I dance the cumbia Se rischio di inciampare almeno fermo la noia If I risk to stumble at least I stop the boredom Quindi faccio una festa, faccio una festa Therefore I make/hold a party, I make/hold a party Perché è l'unico modo per fermare, per fermare, per fermare, ah Because it's the only way to stop, to stop, to stop, ah La noia Boredom La noia Boredom La noia Boredom La noia Boredom
Muoio perché morire rende i giorni più umani I die because dying makes days more human Vivo perché soffrire fa le gioie più grandi I live because suffering makes the joys look bigger Non ci resta che ridere in queste notti bruciate We cannot do anything but laugh in those burnt nights Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa A crown of thorns will be the dress-code for my party Ah, è la cumbia della noia, mmh Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia The cumbia of boredom Total definitive Ah, è la cumbia della noia Ah, it's the cumbia of boredom È la cumbia della noia It's the cumbia of boredom Total definitive
46 notes · View notes
klimt7 · 1 year ago
Text
La sorpresa è arrivata
Tumblr media
Angelina Mango è la vincitrice morale di questa edizione di Sanremo. Con coraggio e un pizzico di incoscienza ha scelto una Cumbia trascinante e avvolgente per trascinarci a ballare.
Un brano insolito e pieno di significati da scorgere fra le righe del testo "La noia".
Una canzone scritta a quattro mani con Madame
Brano giusto per le radio e da ballare la prossima estate. Un mix fatto di qualità vocali indiscutibili, ritmica, umiltà personale e presenza scenica, per nulla scontata in una ventiduenne, debuttante assoluta sul palco di Sanremo .
Niente da dire. Ha già vinto Lei, in ogni caso.
Comunque vadano le votazioni che verranno.
for me: Number One!
BRAVA ANGELINA !
👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏
youtube
Tumblr media
Chi veste Angelina Mango a Sanremo
Dietro i look sanremesi di Angelina Mango c'è uno dei nomi più in vista, quando si tratta di styling, un professionista che negli anni ha stabilito un rapporto molto stretto col Festival, firmando gli outfit di tantissimi artisti. Si tratta di Nick Cerioni. L'sperto di stile e Art Director quest'anno seguendo non solo la 22enne, ma anche Il Volo. Per Angelina Mango ha seguito una strada ben precisa, nelle sue scelte.
Intervistato da Fanpage.it ha spiegato: "Gli abiti vestono il brano, non sono separate le due cose. L'abito è qualcosa che deve accompagnare la performance canora."
L'ESIBIZIONE [ ripreso da Repubblica ]
Con un look ispirato agli anni Duemila, e una sicurezza che non tradisce la sua giovane età, Angelina Mango ha fatto ballare l'Ariston. E ha fatto esultare il pubblico da casa. Chi, giovanissimo, la segue da Amici. E chi rivede in lei il talento del papà. Il testo rivede l'idea della noia che, secondo Angelina, non va combattuta, ma va considerata tempo prezioso da trascorrere con se stessi. Magari, ballandoci sopra.
TESTO: La noia - Angelina Mango
di Madame - A. Mango - D. Faini - Madame - A. Mango Ed. Universal Music Publishing Ricordi/Sugarmusic/
Quanti disegni ho fatto
Rimango qui e li guardo
Nessuno prende vita
Questa pagina è pigra
Vado di fretta
E mi hanno detto che la vita è preziosa
Io la indosso a testa alta sul collo
La mia collana non ha perle di saggezza
A me hanno dato le perline colorate
Per le bimbe incasinate con i traumi
Da snodare piano piano con l’età
Eppure sto una pasqua
guarda zero drammi
Quasi quasi cambio di nuovo città
Che a stare ferma a me mi viene
A me mi viene
La noia
La noia
La noia
La noia
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Non ci resta che ridere
in queste notti bruciate
Una corona di spine
sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Quanta gente nelle cose vede il male
Viene voglia di scappare come iniziano a parlare
E vorrei dirgli che sto bene ma poi mi guardano male
Allora dico che è difficile campare
Business parli di business
Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti
Princess ti chiama princess
Allora adesso smettila di lavare i piatti
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine sarà il dress-code
per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Allora scrivi canzoni?
Si, le canzoni d’amore
E non ti voglio annoiare
Ma qualcuno le deve cantare
Cumbia, ballo la cumbia
Se rischio di inciampare
almeno fermo la noia
Quindi faccio una festa, faccio una festa
Perché è l’unico modo per fermare
Per fermare
Per fermare, ah
La noia
La noia
La noia
La noia
Muoio perché morire
Rende i giorni più umani
Vivo perché soffrire
Fa le gioie più grandi
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine
Sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Total
.
12 notes · View notes
tergestin · 10 months ago
Text
Sono veramente arrabbiato. Quanto alla querela, la superficialità di certi commenti è inaccettabile. Vorrei chiarire alcune cose prima di partecipare questa sera a “è sempre carta bianca" alle ore 22:30. Pensate che sia così facile dire cose querelabili su Israele? Io ho dovuto ingaggiare una squadra di professionisti che mi ossessiona tutti i giorni: “Professor Orsini, non dica questa cosa su Israele a Rete 4 ché non è querelabile!”. “Non dica quest’altra cosa su Netanyahu ché nemmeno questa frase è querelabile!”. Il problema è che quando parli di uno Stato terrorista come Israele - tale è secondo la letteratura scientifica sul terrorismo - dire cose peggiori di ciò che Israele fa ai palestinesi è quasi impossibile. Ad esempio, se io dico che Netanyahu è un criminale di guerra; se dico che è un terrorista di Stato sullo stesso piano morale dei terroristi dell’Isis che hanno appena realizzato la strage di Mosca; se dico che è un massacratore di bambini musulmani, come diavolo faccio a beccarmi una querela se queste frasi corrispondono a verità in base all’osservazione scientifica? E allora che cosa posso dire di così grave a Rete 4 per superare l’orrore del genocidio che Israele sta compiendo a Gaza? Che cosa posso dire a Rete 4 per insultare uno Stato che ha sterminato 14000 bambini palestinesi e ne va pure fiero? Il vero problema è che Israele non è diffamabile perché quello che sta facendo è un orrore talmente grande che nessuna locuzione potrà mai rappresentare fedelmente. Quindi io devo spendere un sacco di soldi per pagare una squadra di esperti che inventi delle frasi che io possa dire a Rete 4 per descrivere l’orrore che l’esercito israeliano, la più grande vergogna del mondo occidentale, rappresenta oggi per noi tutti. Israele fronteggia un processo all’Aja per genocidio. L'ex premier israeliano, Olmert, ha detto testualmente che: "Netanyahu è un criminale, un macellaio, un ladro, un mascalzone".
Questo post è querelabile? Vi prego, ditemi di sì, altrimenti avrò buttato i miei soldi.
Orsini
5 notes · View notes