#merletti burano
Explore tagged Tumblr posts
Text
WIP Wednesday, but it's a Thursday
I was tagged by the awesome @greypetrel ✨thank you so much!! ;u;
Finally, I can draw something unrelated to Art Fight lmao that's so relieving!!
Left: Two potatoes being very pink <3 I'm taking my time with this one because I want to achieve a certain effect but I need to study a couple of things rendering-wise before putting more stuff on paper <<
Right: A wild Luca appears! In the form of rough sketches. I'm torn between two options (we're going for nobiliar / high status costumes), but I do really want to draw a toga so... um... I'll ponder for a moment before finalizing a sketch
Tagging: @herearedragons @dreadfutures @underneathestars & whoever wants to share their stuff <3
#wip wednesday#...tempted to look for an actual pattern of burano's merletti for the shirt <<#but from the description he's more on the practical side so I think every decision will be taken around that#how would he drop from rooftops with a flappy toga#sigh I love toga ;;#did you know that black was a color only a few classes could wear in that time frame (people mourning excluded)? it was a color for status#in the serenissima territories at least#most social classes (artisans included) were color / outfit coded like#the doge wore red and gold for example#even later in xviii century nobles wearing bright colors à la française weren't taken seriously#a mint green jacket? preposterous! you're the bane of your family and you should be disowned#(young nobles were disowned for nothings so that's not a stretch lol)#in the late 600 for example doge erizzo menaced to disown his son because he wore wigs#and in that period wigs were A Must for nobles#the boy was actually disowned because he refused to stop wearing wigs#'I prefer misery'#you kinda have to cheer for the boy lol
11 notes
·
View notes
Text
La nostra Rubrica sul Giornale “La Lomellina” – 04/25 – Pizzi Veneziani : il Burano
Questa settimana il tema della nostra rubrica (n.4/2025) sul giornale ” La Lomellina” è dedicato ai pizzi veneziani : il pizzo di Burano .
Questa settimana il tema della nostra rubrica (n.4/2025) sul giornale ” La Lomellina” è dedicato ai pizzi veneziani : il pizzo di Burano . Nome(required) Email(required) Messaggio Contattaci Δ

View On WordPress
#alessandra restelli#antique laces#burano#collezione di pizzi#kartik980#la camelia collezioni#la camelia collezioni vigevano#lavorazione artigianale#merletti#merletti di valore#pizzi ad ago#pizzi leggeri#pizzi veneziani#pizzo di burano#trine#venezia
0 notes
Text
FOLTI DI FERITE COME GATTI VELLUTATI
FOLTI DI FERITE COME GATTI VELLUTATI
Precipita tutto rapidamente, era troppo bello per essere vero. Abbiamo avuto un tempo per farci un’idea della vita e poi la vita si è manifestata e non era sola, c’era la sorella bella, quella con la falce nella borsetta. Cosa ti ispira oggi, Maestro? Cosa ne è stato di quei giorni di campanelli e sogni, del caffè al bar, del valore molle del benessere? C’è quella canzone in sottofondo, una volta…

View On WordPress
#bar#borsetta#Burano#caffè#campanelli#canzone#cose#falce#maestro#merletti#parole#senso#sogni#sorella#strada#tempo#vita
0 notes
Text
Venezia di cristallo, tanto resistente e tanto fragile
Venezia di cristallo, tanto resistente e tanto fragile
Venezia è come un sogno, bella ma tanto sottile, come se fosse uno dei vetri delle isole di Murano e dei merletti di Burano, frutto del lungo lavoro di questi indefessi artigiani…
Nell’ultima settimana ho letto il memoir, edito in ebook e cartaceo, di Nino Baldan Topolini, Kombatini e Bim Bum Bam, ed è stata davvero una lettura notevole.
(more…)
View On WordPress
1 note
·
View note
Photo

Robert Frederick Blum born Cincinnati, OH I857; died New York City 1903 “Venetian Lacemakers” 1887 oil on canvas Photo is taken by: @robertpuffjr The Lace School (Scuola dei Merletti) on Burano was a very social place, and its workers were admirable artistic subjects due to their skill and the economic benefits lace brought to the island. Blum and other artists studied the interactions of lacemakers, who gossip, conspire, and laugh as they hand stitch their delicate treasures. Bright sunlight spills in through large windows, perhaps signaling the success of this newly reestablished craft industry. Also facilitating this convivial atmosphere was the School's use of division of labor, with specialization at different steps in the process to increase production speed and volume. For Blum, artmaking in Venice was also a pleasurable group activity, lodging in the company of fellow “Duveneck Boys,” then sketching together by day and dining at favorite trattorie. This cheerful painting invites viewers to visit or imaginatively join the happy and productive world of modern Venice. (This writeup is taken from the description by Donald W. Reynolds Center for American Art and Portraiture Smithsonian Institution). #historyofart #arthistory #greatworksofart #artmuseum #art #artist #artwork #robertblum #robertfrederickblum #blum #nationalportraitgallery (at National Portrait Gallery) https://www.instagram.com/p/CbhQbdQL44h/?utm_medium=tumblr
#historyofart#arthistory#greatworksofart#artmuseum#art#artist#artwork#robertblum#robertfrederickblum#blum#nationalportraitgallery
1 note
·
View note
Photo

Si avvicina l'attesissimo momento. La Elle Galleria d'arte di Preganziol è pronta per l'attesissimo evento che ospiterà circa 80 artisti provenienti da tutta Italia e Europa nella quale verranno esposte pitture, sculture e fotografie a tema libero ma di piccolo formato come da bando già pubblicato più volte tempo fa per incentivare il mercato un po' debole. Ospite d'onore Vittorio Sgarbi Piccole opere ma grandi affari La mostra aprirà sabato 24 luglio e concluderà venerdì 6 agosto 2021. Sgarbi sarà presente sabato 31 luglio dalle ore 18,00 per la vernice. Successivamente, grazie all'organizzazione, per chi avrà aderito, ci sarà un momento un po' più intimo per parlare con serenità con Vittorio Sgarbi alla cena che si terrà presso la bellissima location Villa Pace Park Hotel Bolognese Tutto ciò è nato grazie al successo della prima e seconda edizione della Fiera del Miniquadro che ha visto Artisti di varia provenienza con esposte opere di pittura, scultura, fotografia, grafica e merletti di Burano, la Fiera anche quest'anno viene riproposta come la precedente, ospitando opere di Artisti Contemporanei e opere di Artisti Storici provenienti da collezioni private. L'evento verrà anche documentato sulla pagina ufficiale FB della galleria e in ELLE Galleria d’Arte – Gruppo Pubblico in grande espansione RIEPILOGO FASI E SCADENZE Termine delle iscrizioni: prorogato mercoledì 2 giugno 2021 Consegna o Invio opere: dal 5 al 9 luglio 2021 Apertura della Mostra Mercato: sabato 24 luglio 2021 dalle ore 18 Presentazione della Manifestazione: sabato 31 luglio 2021 dalle ore 18 Cena conviviale: sabato 31 luglio 2021 dalle ore 20 Durata della Mostra: 24 luglio ÷ 6 agosto 2021 Info su direct #art, #arte, #artecontemporanea, #quadri, #olio, #oliosutela, #contemporypainting, #contemporarypainting, #contemporaryart, #artistic, #artwork, #arteottocento, #artenovecento, #arteitaliana, #artgallery, #artlover, #artofvisual, #artworks, #stampa, #quadrimoderni, #acquerello, #acrilico, #tela, #tempera, #artgallery (presso Elle Galleria) https://www.instagram.com/p/CPZAxBJlZkV/?utm_medium=tumblr
#art#arte#artecontemporanea#quadri#olio#oliosutela#contemporypainting#contemporarypainting#contemporaryart#artistic#artwork#arteottocento#artenovecento#arteitaliana#artgallery#artlover#artofvisual#artworks#stampa#quadrimoderni#acquerello#acrilico#tela#tempera
0 notes
Photo

Una volta arrivati a Venezia potrebbe valere davvero la pena valutare la scoperta di tre delle isole più importanti della sua area urbana, sia a livello artistico che a livello storico. Le isole di Murano, Burano e Torcello sono estremamente interessanti per comprendere appieno l’atmosfera, la storia e persino le origini di una delle città più belle del mondo. La visita può essere pianificata in totale autonomia oppure prenotando una piacevole gita in barca accompagnati da una guida. Scopriamo adesso cosa vedere a Murano, Burano e Torcello. Cosa vedere a Murano L’isola veneziana di Murano è senza dubbio uno dei luoghi più famosi, a livello internazionale, della laguna di Venezia. Lo scenografico canale dei Marini collega tra loro i sette isolotti che costituiscono in realtà Murano e il suo emozionante intrico di calli, palazzi e chiese, le cui antiche pietre catturano la luce perlacea della laguna. L’antica Amuriana, il cui nome indicava un tempo una delle porte d’accesso alla città romana di Altino, abbandonata all’epoca delle invasioni barbariche, per oltre sette secoli vive all’ombra di Venezia, godendo però dalla fine del Duecento di una discreta autonomia, che le consentiva persino di battere moneta. Il destino di Murano si lega indissolubilmente all’arte della lavorazione del vetro nel 1295, quando per motivi di sicurezza Venezia decide di trasferire sull’isola le sue vetrerie. Murano diventa così il centro esclusivo di produzione del vetro della Serenissima, nonché luogo di villeggiatura per le nobili famiglie veneziane. Dei 18 luoghi di culto presenti a Murano prima dell’arrivo delle truppe napoleoniche, oggi ne rimangono soltanto tre: il Duomo dei Santi Maria e Donato, la chiesa di San Pietro Martire e quella di Santa Maria degli Angeli. Le chiese di Murano e il Museo del vetro Il Duomo di Murano è facilmente riconoscibile per la sua abside a pianta esagonale, d’ispirazione ravennate. La sua fondazione risale probabilmente al VII secolo d.C. e, oltre a ospitare le spoglie di San Donato, merita una visita per gli stupendi mosaici in stile bizantino che ricoprono il pavimento della chiesa (1140) e quello raffigurante la Madonna Orante. Sempre d’ispirazione bizantina risulta la chiesa di Santa Maria degli Angeli, il cui interno è introdotto da un cancello ornato da un bassorilievo raffigurante l’Annunciazione realizzato dallo scultore lombardo Antonio Rizzo (1430-1499) in marmo d’Istria. L’interno, visitabile solo su appuntamento, conserva il soffitto abbellito da quaranta tondi dipinti attribuiti al cinquecentesco pittore ravennate Nicolò Rondinelli, alcune tele ottocentesche del veneziano Fracesco Zugno, la Madonna in Gloria e Santi di Palma il Giovane, una tela seicentesca di Antonio Molinari, gli intrecci in marmo di Carrara che adornano l’altare maggiore risalente alla fine del Seicento e infine l’Annunciazione (1537) che adorna la pala d’altare realizzata dal Pordenone. La terza e ultima chiesa di Murano scampata alle razzie napoleoniche di inizio Ottocento è la chiesa di San Pietro Martire, risalente alla metà del Quattrocento. Ricostruita in seguito a un incendio nel 1511 in mattoni a vista, presenta all’esterno un bel portale sovrastato da un rosone rinascimentale e, sul fianco sinistro, un portico in stile gotico appartenente al chiostro della chiesa di Santa Chiara, non più esistente e che oggi ospita uno spazio per eventi e una fornace che permette di assistere alla lavorazione del vetro. L’interno conserva il Battesimo di Cristo attribuito al Tintoretto, la pala d’altare di Giovanni Bellini raffigurante la Vergine con Bambino, Angeli Musicanti e Santi (1488), detta “del Barbarigo” in quanto vi è rappresentato il doge Barbarigo, e proveniente dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli insieme alla tela con San Girolamo nel Deserto opera di Paolo Veronese, così come la tela raffigurante Sant’Agata in carcere, situata nella navata opposta. Si segnala infine la pregevole cappella dei Ballarin, costruita nel 1506 per volere di Giorgio Ballarin con una copia della gigantesca (2 m. x 3) pala d’altare raffigurante il Martirio dei Padri Domenicani oggi esposto alla National Gallery di Londra. Restano infine da vistare il faro di Murano, realizzato in marmo d’Istria nel 1912, il Museo del Vetro, ospitato nel gotico palazzo Giustinian, antica sede municipale prima che fosse spostata definitivamente nelle sale del palazzo Da Mula, vero capolavoro duecentesco e perfetta commistione di gotico e veneto-bizantino. Il percorso museale, al quale già dal 1862 gli è stata affiancata una scuola di formazione, illustra non solo l’evoluzione dell’arte vetraia ma anche la storia della comunità muranese. Alcune fabbriche del vetro tuttora attive, infine, permettono anche la possibilità di organizzare un tour guidato e assistere a una dimostrazione di soffiatura del vetro. Cosa vedere a Burano Le origini dell’isola di Burano sono molto simili a quella di Murano, che deve il nome a un’altra porta dell’antica città di Altino: Boreana, cioè bora, il potente vento di nord-est. Anche l’isola di Torcello è stata fondata nello stesso modo e ha sempre preso nome da una delle porte di Altino. Fino all’anno Mille, sull’isola di Burano c’erano solo palafitte e casoni fatte di canne e fango. L’attività artigianale del merletto, per la quale l’isola divenne famosa in tutta Europa, fu introdotta da Venezia sempre tra il XII e il XIII secolo. Una leggenda narra che il merletto di Burano nasca in realtà dalla schiuma del mare colpita dalla coda di una sirena incontrata da un mercante buranese in Oriente tanto era l’entusiasmo per la morbidezza di questo tessuto finemente ricamato. La fortuna e lo sviluppo dell’isola non conobbe mai battute di arresto, grazie anche al fatto di essere particolarmente ventosa, come suggerito dal nome. Ciò permise essenzialmente a Burano di tenere lontana la malaria. I Tre Ponti di Burano e il Museo del Merletto Ancora oggi il centro storico di Burano è suddiviso nei suoi cinque rioni di epoca medievale: San Martino Destro e Sinistro, San Mauro, Giudecca e Terranova. Cuore dell’isola è piazza Baldassarre Galuppi, costruita interrando uno dei canali che ancora l’attraversano. Qui si affacciano la seicentesca chiesa di San Martino, con il suo campanile pendente, e l’adiacente oratorio di Santa Barbara, mentre sulla piazza si notano un cinquecentesco pozzo in pietra d’Istria e la statura dedicata al compositore buranese Baldassarre Galuppi (1796-1785), realizzata dal celebre scultore, suo concittadino, Remigio Barbaro (1911-2005). All’interno della chiesa, assolutamente da non perdere è senza dubbio la Crocifissione di Giambattista Tiepolo, insieme ad alcune tele cinquecentesche di Giovanni Mansueti. Da notare, prima di uscire, la pregevole porticina del tabernacolo e il sarcofago in marmo dello scultore Remigio Barbaro. Allontanandosi dalla piazza si incontra poi la chiesa di Santa Maria delle Grazie, o delle Cappuccine, sconsacrata nel 1810 e utilizzata poi come squero (antica rimessa per le barche), laboratorio per la costruzione dei carri di carnevale e, ancora oggi, sede di mostre d’arte ed eventi. Un’altra eccellenza artigianale per la quale è nota Burano sono infatti le maschere di cartapesta per il carnevale. Il punto più suggestivo di Burano è certamente quello dei Tre Ponti, il punto nel quale si incrociano i canali che collegano i rioni di Burano e tre delle vie più importanti del borgo: via San Mauro, via San Martino Sinistro e via Giudecca. Lungo queste calli si sente forte il richiamo della laguna e la luce si spande sulle facciate delle case colorate, sulle pietre della romantica Pescarìa Vecia e della casa di Remigio Barbaro, o ancora all’interno dei due meravigliosi chiostri, trecentesco uno e quattrocentesco l’altro, del monastero di San Francesco del Deserto, fondato nel 1230 su di un minuscolo isolotto di fronte a Burano, e ancora oggi abitato dai frati. Resta infine da vedere il museo del Merletto, le cui sale illustrano molto bene l’evoluzione di questa arte artigianale attraverso l’esposizione di oltre cento esemplari realizzati dalla storica scuola dei Merletti di Burano, dove ancora oggi dal 1872 si tramanda la sapiente arte di ricamare la schiuma del mare. Cosa vedere a Torcello Il toponimo, proveniente da un’altra porta della città romana di Altino, forse derivava dal latino torculum (torchio) o torricellum (piccola torre). A differenza di Burano, la vita su Torcello ha sempre dovuto affrontare calamità naturali ed epidemie, rendendo così altalenante il suo sviluppo. Nell’XI secolo Torcello è la fiorente testa di ponte dei commerci di Venezia, nonché l’isola più ricca e fiorente di tutta la laguna, grazie anche a una vivace produzione vinicola. Fino al XV secolo è inoltre un importante centro di lavorazione della lana, ma successivamente comincia per l’isola un lento ma inesorabile declino, che però ne permette anche la sua cristallizzazione architettonica. Oggi Torcello conta meno di una ventina di abitanti e conserva, oltre a un fascino rurale senza tempo che non ha eguali nell’intera laguna, alcuni tra gli edifici religiosi più significativi di tutta l’area urbana di Venezia, raccontando con la loro presenza le origini della città stessa. Le chiese di Torcello e il Museo L’isola di Torcello si raggiunge in circa 5 minuti di traghetto da Burano. L’abitato è costituito da una manciata di case disposte lungo entrambe le sponde un rio, all’estremità settentrionale dell’isola. Tutto è circondato da file ordinate di vigneti e lunghe barene che delimitano la terra dalle acque della laguna. Con una breve e piacevole passeggiata è possibile raggiungere il cuore dell’abitato, superando il suggestivo ponte del Diavolo che attraversa il rio. Si tratta in realtà di una semplice passerella in muratura senza sponde laterali che permette di raggiungere un secondo ponte e infine la piazza di Torcello, ancora oggi in terra battuta. Qui si incontra il curioso trono di Attila, un antico seggio di epoca bizantina o longobarda, che forse apparteneva al vescovo di Torcello in quanto storicamente Attila non raggiunse mai la laguna veneta, ma si fermò ad Aquileia. Sulla piazza si affacciano alcuni tra i più pregevoli monumenti dell’area metropolitana di Venezia. La chiesa di Santa Fosca (XI-XII secolo) ha una pianta a croce greca ed è introdotta da un bel porticato con colonne di marmo, mentre il quattrocentesco e gotico palazzo del Consiglio con l’adiacente palazzo dell’Archivio ospitano oggi il museo di Torcello. Il percorso museale espone numerosi reperti di età romana, bizantina e medievale, documentando così la lunga storia dell’isola. Da segnalare nella sezione archeologica un vaso attico del 400 a.C. e una testa maschile velata in argilla del II secolo a.C. La sezione medievale e moderna ospita invece alcune opere della scuola del Veronese e sculture lignee policrome cinquecentesche realizzate da maestranze locali. La basilica veneto-bizantina di Santa Maria Assunta, invece, si trova un poco discosta dalla piazza principale, risale al VII secolo d.C. e il suo campanile imponente svetta solitario sul paesaggio lunare circostante. Questa antichissima chiesa, un tempo dotata anche di battistero dedicato a San Giovanni, conserva tutti gli elementi di un tempio paleocristiano. Preceduto da un colonnato dell’XI secolo, l’interno è impreziosito da un notevole mosaico in stile bizantino con il Giudizio Universale posto sulla controfacciata. Con una piacevole escursione attraversando orti e campi si raggiunge infine la casa museo del pittore, scultore e mosaicista bellunese Lucio Andrich (1927-2003): una semplice casa di pescatori affacciata sulla palude della Rosa e il circostante paesaggio lagunare, che l’artista rese protagonista delle sue opere. @Shutterstock https://ift.tt/2YIFF6K Tour per scoprire Murano, Burano e Torcello Una volta arrivati a Venezia potrebbe valere davvero la pena valutare la scoperta di tre delle isole più importanti della sua area urbana, sia a livello artistico che a livello storico. Le isole di Murano, Burano e Torcello sono estremamente interessanti per comprendere appieno l’atmosfera, la storia e persino le origini di una delle città più belle del mondo. La visita può essere pianificata in totale autonomia oppure prenotando una piacevole gita in barca accompagnati da una guida. Scopriamo adesso cosa vedere a Murano, Burano e Torcello. Cosa vedere a Murano L’isola veneziana di Murano è senza dubbio uno dei luoghi più famosi, a livello internazionale, della laguna di Venezia. Lo scenografico canale dei Marini collega tra loro i sette isolotti che costituiscono in realtà Murano e il suo emozionante intrico di calli, palazzi e chiese, le cui antiche pietre catturano la luce perlacea della laguna. L’antica Amuriana, il cui nome indicava un tempo una delle porte d’accesso alla città romana di Altino, abbandonata all’epoca delle invasioni barbariche, per oltre sette secoli vive all’ombra di Venezia, godendo però dalla fine del Duecento di una discreta autonomia, che le consentiva persino di battere moneta. Il destino di Murano si lega indissolubilmente all’arte della lavorazione del vetro nel 1295, quando per motivi di sicurezza Venezia decide di trasferire sull’isola le sue vetrerie. Murano diventa così il centro esclusivo di produzione del vetro della Serenissima, nonché luogo di villeggiatura per le nobili famiglie veneziane. Dei 18 luoghi di culto presenti a Murano prima dell’arrivo delle truppe napoleoniche, oggi ne rimangono soltanto tre: il Duomo dei Santi Maria e Donato, la chiesa di San Pietro Martire e quella di Santa Maria degli Angeli. Le chiese di Murano e il Museo del vetro Il Duomo di Murano è facilmente riconoscibile per la sua abside a pianta esagonale, d’ispirazione ravennate. La sua fondazione risale probabilmente al VII secolo d.C. e, oltre a ospitare le spoglie di San Donato, merita una visita per gli stupendi mosaici in stile bizantino che ricoprono il pavimento della chiesa (1140) e quello raffigurante la Madonna Orante. Sempre d’ispirazione bizantina risulta la chiesa di Santa Maria degli Angeli, il cui interno è introdotto da un cancello ornato da un bassorilievo raffigurante l’Annunciazione realizzato dallo scultore lombardo Antonio Rizzo (1430-1499) in marmo d’Istria. L’interno, visitabile solo su appuntamento, conserva il soffitto abbellito da quaranta tondi dipinti attribuiti al cinquecentesco pittore ravennate Nicolò Rondinelli, alcune tele ottocentesche del veneziano Fracesco Zugno, la Madonna in Gloria e Santi di Palma il Giovane, una tela seicentesca di Antonio Molinari, gli intrecci in marmo di Carrara che adornano l’altare maggiore risalente alla fine del Seicento e infine l’Annunciazione (1537) che adorna la pala d’altare realizzata dal Pordenone. La terza e ultima chiesa di Murano scampata alle razzie napoleoniche di inizio Ottocento è la chiesa di San Pietro Martire, risalente alla metà del Quattrocento. Ricostruita in seguito a un incendio nel 1511 in mattoni a vista, presenta all’esterno un bel portale sovrastato da un rosone rinascimentale e, sul fianco sinistro, un portico in stile gotico appartenente al chiostro della chiesa di Santa Chiara, non più esistente e che oggi ospita uno spazio per eventi e una fornace che permette di assistere alla lavorazione del vetro. L’interno conserva il Battesimo di Cristo attribuito al Tintoretto, la pala d’altare di Giovanni Bellini raffigurante la Vergine con Bambino, Angeli Musicanti e Santi (1488), detta “del Barbarigo” in quanto vi è rappresentato il doge Barbarigo, e proveniente dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli insieme alla tela con San Girolamo nel Deserto opera di Paolo Veronese, così come la tela raffigurante Sant’Agata in carcere, situata nella navata opposta. Si segnala infine la pregevole cappella dei Ballarin, costruita nel 1506 per volere di Giorgio Ballarin con una copia della gigantesca (2 m. x 3) pala d’altare raffigurante il Martirio dei Padri Domenicani oggi esposto alla National Gallery di Londra. Restano infine da vistare il faro di Murano, realizzato in marmo d’Istria nel 1912, il Museo del Vetro, ospitato nel gotico palazzo Giustinian, antica sede municipale prima che fosse spostata definitivamente nelle sale del palazzo Da Mula, vero capolavoro duecentesco e perfetta commistione di gotico e veneto-bizantino. Il percorso museale, al quale già dal 1862 gli è stata affiancata una scuola di formazione, illustra non solo l’evoluzione dell’arte vetraia ma anche la storia della comunità muranese. Alcune fabbriche del vetro tuttora attive, infine, permettono anche la possibilità di organizzare un tour guidato e assistere a una dimostrazione di soffiatura del vetro. Cosa vedere a Burano Le origini dell’isola di Burano sono molto simili a quella di Murano, che deve il nome a un’altra porta dell’antica città di Altino: Boreana, cioè bora, il potente vento di nord-est. Anche l’isola di Torcello è stata fondata nello stesso modo e ha sempre preso nome da una delle porte di Altino. Fino all’anno Mille, sull’isola di Burano c���erano solo palafitte e casoni fatte di canne e fango. L’attività artigianale del merletto, per la quale l’isola divenne famosa in tutta Europa, fu introdotta da Venezia sempre tra il XII e il XIII secolo. Una leggenda narra che il merletto di Burano nasca in realtà dalla schiuma del mare colpita dalla coda di una sirena incontrata da un mercante buranese in Oriente tanto era l’entusiasmo per la morbidezza di questo tessuto finemente ricamato. La fortuna e lo sviluppo dell’isola non conobbe mai battute di arresto, grazie anche al fatto di essere particolarmente ventosa, come suggerito dal nome. Ciò permise essenzialmente a Burano di tenere lontana la malaria. I Tre Ponti di Burano e il Museo del Merletto Ancora oggi il centro storico di Burano è suddiviso nei suoi cinque rioni di epoca medievale: San Martino Destro e Sinistro, San Mauro, Giudecca e Terranova. Cuore dell’isola è piazza Baldassarre Galuppi, costruita interrando uno dei canali che ancora l’attraversano. Qui si affacciano la seicentesca chiesa di San Martino, con il suo campanile pendente, e l’adiacente oratorio di Santa Barbara, mentre sulla piazza si notano un cinquecentesco pozzo in pietra d’Istria e la statura dedicata al compositore buranese Baldassarre Galuppi (1796-1785), realizzata dal celebre scultore, suo concittadino, Remigio Barbaro (1911-2005). All’interno della chiesa, assolutamente da non perdere è senza dubbio la Crocifissione di Giambattista Tiepolo, insieme ad alcune tele cinquecentesche di Giovanni Mansueti. Da notare, prima di uscire, la pregevole porticina del tabernacolo e il sarcofago in marmo dello scultore Remigio Barbaro. Allontanandosi dalla piazza si incontra poi la chiesa di Santa Maria delle Grazie, o delle Cappuccine, sconsacrata nel 1810 e utilizzata poi come squero (antica rimessa per le barche), laboratorio per la costruzione dei carri di carnevale e, ancora oggi, sede di mostre d’arte ed eventi. Un’altra eccellenza artigianale per la quale è nota Burano sono infatti le maschere di cartapesta per il carnevale. Il punto più suggestivo di Burano è certamente quello dei Tre Ponti, il punto nel quale si incrociano i canali che collegano i rioni di Burano e tre delle vie più importanti del borgo: via San Mauro, via San Martino Sinistro e via Giudecca. Lungo queste calli si sente forte il richiamo della laguna e la luce si spande sulle facciate delle case colorate, sulle pietre della romantica Pescarìa Vecia e della casa di Remigio Barbaro, o ancora all’interno dei due meravigliosi chiostri, trecentesco uno e quattrocentesco l’altro, del monastero di San Francesco del Deserto, fondato nel 1230 su di un minuscolo isolotto di fronte a Burano, e ancora oggi abitato dai frati. Resta infine da vedere il museo del Merletto, le cui sale illustrano molto bene l’evoluzione di questa arte artigianale attraverso l’esposizione di oltre cento esemplari realizzati dalla storica scuola dei Merletti di Burano, dove ancora oggi dal 1872 si tramanda la sapiente arte di ricamare la schiuma del mare. Cosa vedere a Torcello Il toponimo, proveniente da un’altra porta della città romana di Altino, forse derivava dal latino torculum (torchio) o torricellum (piccola torre). A differenza di Burano, la vita su Torcello ha sempre dovuto affrontare calamità naturali ed epidemie, rendendo così altalenante il suo sviluppo. Nell’XI secolo Torcello è la fiorente testa di ponte dei commerci di Venezia, nonché l’isola più ricca e fiorente di tutta la laguna, grazie anche a una vivace produzione vinicola. Fino al XV secolo è inoltre un importante centro di lavorazione della lana, ma successivamente comincia per l’isola un lento ma inesorabile declino, che però ne permette anche la sua cristallizzazione architettonica. Oggi Torcello conta meno di una ventina di abitanti e conserva, oltre a un fascino rurale senza tempo che non ha eguali nell’intera laguna, alcuni tra gli edifici religiosi più significativi di tutta l’area urbana di Venezia, raccontando con la loro presenza le origini della città stessa. Le chiese di Torcello e il Museo L’isola di Torcello si raggiunge in circa 5 minuti di traghetto da Burano. L’abitato è costituito da una manciata di case disposte lungo entrambe le sponde un rio, all’estremità settentrionale dell’isola. Tutto è circondato da file ordinate di vigneti e lunghe barene che delimitano la terra dalle acque della laguna. Con una breve e piacevole passeggiata è possibile raggiungere il cuore dell’abitato, superando il suggestivo ponte del Diavolo che attraversa il rio. Si tratta in realtà di una semplice passerella in muratura senza sponde laterali che permette di raggiungere un secondo ponte e infine la piazza di Torcello, ancora oggi in terra battuta. Qui si incontra il curioso trono di Attila, un antico seggio di epoca bizantina o longobarda, che forse apparteneva al vescovo di Torcello in quanto storicamente Attila non raggiunse mai la laguna veneta, ma si fermò ad Aquileia. Sulla piazza si affacciano alcuni tra i più pregevoli monumenti dell’area metropolitana di Venezia. La chiesa di Santa Fosca (XI-XII secolo) ha una pianta a croce greca ed è introdotta da un bel porticato con colonne di marmo, mentre il quattrocentesco e gotico palazzo del Consiglio con l’adiacente palazzo dell’Archivio ospitano oggi il museo di Torcello. Il percorso museale espone numerosi reperti di età romana, bizantina e medievale, documentando così la lunga storia dell’isola. Da segnalare nella sezione archeologica un vaso attico del 400 a.C. e una testa maschile velata in argilla del II secolo a.C. La sezione medievale e moderna ospita invece alcune opere della scuola del Veronese e sculture lignee policrome cinquecentesche realizzate da maestranze locali. La basilica veneto-bizantina di Santa Maria Assunta, invece, si trova un poco discosta dalla piazza principale, risale al VII secolo d.C. e il suo campanile imponente svetta solitario sul paesaggio lunare circostante. Questa antichissima chiesa, un tempo dotata anche di battistero dedicato a San Giovanni, conserva tutti gli elementi di un tempio paleocristiano. Preceduto da un colonnato dell’XI secolo, l’interno è impreziosito da un notevole mosaico in stile bizantino con il Giudizio Universale posto sulla controfacciata. Con una piacevole escursione attraversando orti e campi si raggiunge infine la casa museo del pittore, scultore e mosaicista bellunese Lucio Andrich (1927-2003): una semplice casa di pescatori affacciata sulla palude della Rosa e il circostante paesaggio lagunare, che l’artista rese protagonista delle sue opere. @Shutterstock Murano, Burano e Torcello sono le tre isole principali di Venezia e sono ricche di attrazioni da scoprire, soprattutto antiche chiese e musei.
1 note
·
View note
Text
Burano (VE) - l’isola dai mille colori nella Laguna di Venezia

Con tutte le sue casette dipinte in colori sgargianti, le strade di Burano sembrano un grande arcobaleno, e di sicuro rendono quest’isola della Laguna di Venezia il posto più colorato al mondo.
Abitata sin dai tempi dei Romani, quest’isola diventò famosissima nel 1500, grazie all’arte preziosa creata dalle mani umili delle donne del posto, madri e mogli dei pescatori, che aspettavano il loro ritorno ritrovandosi nei campielli, per lavorare il Merletto come passatempo, dando vita a meravigliose creazioni di ago e filo.

Fu proprio quest’arte umile e allo stesso tempo nobile a salvare Burano nel gelido inverno del 1872, quando la laguna gelò, e i pescatori non avevano nulla da portare a casa per sfamare le loro famiglie. Ma quel momento di bisogno fu anche la scintilla che infiammò il futuro di Burano per sempre.
La Regina Margherita in persona, insieme alla Contessa Andriana Marcello, e al giovane deputato al Parlamento Paulo Fambri, aiutarono le donne di Burano nel glorioso compito di dare il giusto sfarzo al Merletto di Burano. La Scuola Merletti di Burano aprì i battenti quello steso anno, e nei momenti di splendore diede lavoro a ben 1800 merlettaie. Il Merletto di Burano veniva venduto a Venezia, Roma, Milano, Firenze, Londra, New York.
Burano ha ancora così tante perle nascoste da trovare: la casa dello scultore Remigio Barbaro per esempio, o la coloratissima casa arcobaleno, introvabile nel labirinto di stradine e vicoli colorati.
I ❤️ VENETO ---> Seguici e condividi con gli amici le bellezze della nostra regione! Metti Mi Piace su facebook.com/Venetissimo
2 notes
·
View notes
Photo

Una tavolozza di colori chiamata Burano famosa per i suoi merletti... . . . #burano#buranocolors#buranoisland#buranoitaly#buranovenice#littleisland#colours#biscuit#venezia_in#igervenezia#volgovenezia#instavenezia#instaburano#unsognoneltrollley#laguna#veneto#volgoveneto (presso Isola di Burano) https://www.instagram.com/p/BwkK1mCA9c0/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=13i39mdujart5
#burano#buranocolors#buranoisland#buranoitaly#buranovenice#littleisland#colours#biscuit#venezia_in#igervenezia#volgovenezia#instavenezia#instaburano#unsognoneltrollley#laguna#veneto#volgoveneto
0 notes
Photo

FAZZOLETTI DA COLLEZIONE – merletto Burano • 𝓕𝓪𝔃𝔃𝓸𝓵𝓮𝓽𝓽𝓲 𝓭𝓪 𝓒𝓸𝓵𝓵𝓮𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮 • due rare tipologie di merletto Burano (Venezia) Rif. Donazione 476 e 477 /09/2019
#alessandra restelli#burano#collezione di fazzoletti#donazione di pizzi#fazzoletti antichi#fazzoletti da ballo#fazzoletti da collezione#fazzoletti da nozze#fazzoletti ricamati#handkerchief#kartika980#la camelia collezioni#la camelia collezioni vigevano#la camelia vigevano#merletti#merletti burano#merletti venezia#museo privato#studio5bologna
0 notes
Text
Città di Venezia 14 [742]
Città di Venezia 14 [742]
View On WordPress
0 notes
Text
La Laguna di Venezia o Laguna Veneta è la più grande laguna del Mar Mediterraneo, situata nell’alto Mar Adriatico è formata da moltissime isolette, alcune più famose e frequentate altre più solitarie ma ugualmente piene di fascino.
Tralasciamo appositamente Venezia con i suoi Sestrieri, rii, campi, calli e via di seguito – anch’essa formata da 124 isolotti uniti tra loro dai ponti – città magica, unica e nella sua vera essenza, quasi indescrivibile, e raccontiamo le isole della Laguna da vedere.
Non so perché parlo al plurale, forse perché in questo momento non sono a casa da sola a scrivere come accade solitamente, in questo momento unico per la nostra vita, siamo tutti a casa a fare anche le cose che non abbiamo tempo di fare mai. #iorestoacasa #distantimauniti
Il nostro (mio e vostro) racconto sarà dedicato alle isole della Laguna di Venezia, alle più caratteristiche almeno, vedremo cosa vedere e come arrivarci.
Ma procediamo, se escludiamo le isole più celebri come Burano e Murano, non si presta mai molta attenzione alla moltissime isole da cui è composta la sua laguna, dalle più estese come Lido e Pellestrina, alle isole medie come Sant’Erasmo, alle più piccole come la Certosa e Torcello, vale la pena citare anche La Giudecca in aggiunta alle tante altre isole minori situate a Nord o a Sud della laguna.
Le isole minori degne di nota sono Santa Cristina, Sant’Ariano, San Francesco del Deserto San Michele e La Salina nella Laguna Nord, San Lazzaro degli Armeni, Tronchetto, Santa Maria della Grazia nella Laguna Sud.
Le isole di Venezia sono molte e quindi visitarle tutte richiede un bel po’ di tempo ma cominciamo con le cinque isole che possono anche essere visitate in una sola giornata.
ISOLA DELLA GIUDECCA
L’isola della Giudecca, in origine chiamata Spina longa, per la sua forma allungata che ricorda la lisca di un pesce, tra le isole della Laguna è una delle più estese ed è anche la più vicina al centro storico.
Nell’antichità quest’isola è stata abitata per lungo tempo dalle famiglie borghesi e nobili che nei secoli hanno costruito le prestigiose ville e i lussuosi palazzi. Qui a ricordare i fasti lussuosi del passato il Belmond Hotel Cipriani, splendido hotel 5 stelle che, oltre allo sfarzo dei suoi ambienti, regala una vista mozzafiato su Venezia.
L’Isola della Giudecca è formata da otto isolotti, collegati tra loro da ponti e ponticelli, a dividerla da Venezia è l’omonimo Canale della Giudecca. Sul lato opposto, quello che dà sulla laguna, dove si possono ammirare splendidi tramonti, si possono trovare orti e giardini che, un tempo, erano la vera caratteristica dell’isola, a testimoniarlo una mappa del 1729 di Ludovico Ughi, da cui risulta nel dettaglio tale patrimonio. Nei giardini, per lo più privati e inaccessibili, c’erano orti botanici, erbe medicinali, piante rare ed esotiche provenienti da terre lontane. Ora vi si trovano molti cantieri per imbarcazioni, officine di artigiani e laboratori.
Vista dell’isola della Giudecca da Piazza San Marco
Vale la pena di visitare la Chiesa delle Zitelle, un edificio progettato dal Palladio, che aveva l’antica funzione di ospitare ragazze povere che ci vivevano lavorando come ricamatrici e merlettaie, fino a quando non avessero trovato marito; la Chiesa del Redentore, eretta su progetto del Palladio tra il 1577 e il 1592, come segno di ringraziamento per la fine della terribile pestilenza che nel 1576 causò la morte di un terzo della popolazione veneziana, ancora oggi è il fulcro della “Festa del Redentore” e la Chiesa di Santa Eufemia, fra le più antiche di Venezia, risale al VII secolo.
Per una pausa il Terrazza bar dell’Hotel Hilton Stucky, che si trova nello stabile di un ex mulino di cereali e fabbrica di pasta di Giovanni Stucky, imprenditore svizzero; all’Harry’s Dolci (chiuso per il periodo invernale).
Hotel Hilton Stucky
Ci si arriva con i vaporetti dell’Actv che garantiscono collegamenti regolari a qualsiasi ora del giorno. Per sapere di più sulla Giudecca.
ISOLA DI MURANO
Nota in tutto il mondo come l’isola del vetro o di vetro, grazie alla lavorazione del vetro soffiato. È l’isola più grande della Laguna di Venezia, con 30.000 mila abitanti.
Inutile dire che tutto ruota attorno al vetro, animata di botteghe e laboratori dove si può assistere alla soffiatura del vetro e infatti, andare a spasso tra le fabbriche di vetro e ascoltare i racconti dei maestri vetrai è l’attività principale dei turisti. Se siete amanti di questa arte, non mancate la visita del Museo del Vetro di Murano dove sono esposti più di 4.000 articoli, edificio in stile gotico che sorge in Fondamenta Marco Giustinian, al museo si può vedere il “Libro d’Oro”, con l’iscrizione delle famiglie autoctone, che sin dall’origine lavorano il vetro e che col tempo hanno fondato alcune delle fabbriche più note nel mondo.
Se volete approfondire la vostra visita potete: visitare il Duomo di Santa Maria e Donato, la più importante chiesa di Murano del VII secolo, dove sono custodite le spoglie di San Donato; fare una passeggiata fino al Faro, si trova in Fondamenta Francesco Maria Piave ed è una costruzione cilindrica in pietra d’Istria; visitare Palazzo Da Mula ovvero il Municipio di Murano, risale al XIII secolo e la sua facciata è in stile gotico; visitare la Chiesa di San Pietro Martire risalente al 1500, conserva all’interno capolavori del Tintoretto e del Bellini.
Ci si arriva con i traghetti delle linee 4.1 o 4.2 e linea 12 da Fondamenta Nuove; linea 3 da Piazzale Roma o dalla stazione dei treni, in alternativa, con i tour operator della zona che organizzano tour completi con guida dell’isola di Murano e dintorni. Per sapere di più su Murano.
ISOLA DI BURANO
Burano è celebre ovunque per le sue case colorate, che sorgono ai lati dei canali, da non perdere la Casa di Bepi, la più colorata dell’isola. Burano è inoltre famosa per la lavorazione del merletto, e pertanto vale la pena quindi visitare il Museo del Merletto già sede della famosissima Scuola Merletti, adiacente al Palazzo del Podestà, oggi sede comunale.
La tranquilla vita che si respira a Burano ruota attorno al campanile storto che sovrasta l’isola, ed è scandita dall’altra attività principale: la pesca. Visitate la Pescarìa Vecia (Vecchia Pescheria), situata in Via Giudecca e l’ex mercato del pesce all’aperto di Via San Martino Sinistro, in Campo della Pescheria. Andateci per pranzo e fermatevi in uno dei ristoranti di pesce. Piazza Galuppi, l’unica piazza dell’isola, è disseminata di ristoranti, piatto tipico dell’isola è il risotto di gó.
Per smaltire potrete fare un giro nella Chiesa di San Martino Vescovo dove si trovate un dipinto originale del Tiepolo e al Museo del Merletto entrambe, sempre in Piazza Galuppi. Sempre nella piazza molti negozietti dove poter comprare merletti e altro prodotti tipici locali come i dolci tipici locali come il Bussolà o l’Esse di Burano.
Prima di lasciare Burano vi consiglio la visita della Tenuta Venissa con la sua vigna murata, dove viene coltivata l’uva Dorona, varietà autoctona della Laguna di Venezia. La tenuta è situata nell’Isola di Mazzorbo che è collegata a Burano attraverso un ponte chiamato dagli abitanti “ponte longo”, ponte lungo.
Ci si arriva grazie ai numerosi collegamenti che partono dall’aeroporto Marco Polo e dalla Stazione Venezia Santa Lucia e con le linee 4.1, 4.2 e linea 12 da Fondamenta Nuove, e ovviamente con i tour organizzati. Per sapere di più su Burano
ISOLA DI SAN FRANCESCO DEL DESERTO
A qualche minuto di barca da Burano, trovate l’Isola di San Francesco del Deserto, raggiungibile solo in taxi o con mezzi privati. Una minuscola isoletta circondata da barene e avvolta per tutto il suo perimetro da cipressi e pini marittimi.
Senza dubbio in luogo mistico nel quale aleggia comunque un’atmosfera di pace, l’isola è abitata esclusivamente da frati francescani in quanto ospita un convento del 1230.
Anticamente l’isola era chiamata Isola delle Due Vigne ed era di proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel. Leggenda vuole che vi abbia soggiornato, in ritiro spirituale per un breve periodo, San Francesco d’Assisi, attorno al 1220.
Nel 1233 circa Jacopo Michiel donò l’isola all’Ordine Francescano e prese il nome di Isola di San Francesco. In seguito a causa della peste che si diffuse in queste zone paludose, l’isola venne abbandonata per un breve periodo e da lì prese l’appellativo “del deserto”, e venne ribattezzata Isola di San Francesco del Deserto. Per sapere di più sul Convento di San Francesco del Deserto
ISOLA DI TORCELLO
Nella piccola isola di Torcello, scarsamente abitata, ci vivono poco più di 10 abitanti dediti principalmente al turismo, si respira un’atmosfera di altri tempi, una via di mezzo tra l’epoca Medioevale e l’antico impero romano.
Lungo il viale che conduce alla piazza si ritrova un paesaggio che ricorda il periodo del tardo impero romano, interrotto solo ogni tanto da abitazioni, alberghi o ristoranti in stile coloniale.
A Torcello troviamo il ponte del Diavolo, che deve il suo nome, secondo leggenda, proprio al diavolo in persona il quale scommise sulla sua costruzione in un sol giorno. Oltre il ponte la piazza in terra battuta e ghiaia disseminata di bancarelle di souvenir.
Sempre nella piazza il Palazzo dell’Archivio che ospita il museo di Torcello che raccoglie una collezione di reperti d’epoca bizantina e medioevale; il Palazzo del Consiglio, splendido edificio in stile gotico e il Trono di Attila, un trono in pietra situato proprio di fronte alla cattedrale di Torcello.
Ci si arriva in 5 minuti da Burano con i traghetti ACTV, linea 9 che partono ogni mezz’ora. Con la linea 12 da Fondamenta Nuove (fermata a richiesta) oppure da Piazza San Marco partono ogni giorno tour organizzati che in mezza giornata, oltre all’isola di Torcello, vi porteranno nelle isolette più vicine, a prezzi moderati. Per sapere di più su Torcello
Non ci resta che organizzarci e andare alla scoperta di queste bellissime isole.
Venezia: le isole della Laguna da vedere La Laguna di Venezia o Laguna Veneta è la più grande laguna del Mar Mediterraneo, situata nell’alto Mar Adriatico è formata da moltissime isolette, alcune più famose e frequentate altre più solitarie ma ugualmente piene di fascino.
#isole venezzia#le isole della laguna veneta#le isole di venezia#le isole di venezia da vedere#le isole di venezia da visitare#venezia cosa vedere
0 notes
Text
Venezia nel Settecento a Torino

Dal 20 aprile al 3 settembre 2023, a quasi un secolo, dalla prima esposizione dedicata alla Venezia del Settecento, a cui Pietro Accorsi diede un forte contributo, la Fondazione Accorsi-Ometto di Torino renderà omaggio al mito della Serenissima con una mostra, curata da Laura Facchin, che intende raccontare la vita della città lagunare nell’ultimo periodo della sua storia, delineandone la società e mostrandone gli aspetti più affascinanti. La produzione artistica veneziana del XVIII secolo è una delle più ricche, variegate e qualificate del panorama europeo, dove ai margini della politica internazionale e della grande economia, la città puntò sull’aura del suo primato nelle arti visive e musicali e su una strategia di immagine che ne fecero una delle mete più ambite e predilette del Grand Tour internazionale. Venezia era un punto di riferimento per l’Europa intera, in grado di attrarre non solo nobili aristocratici in cerca di svago, ma anche avventurieri, fuoriusciti politici e personaggi del mondo dello spettacolo bramosi di notorietà, con l’ebanisteria, i tessuti, i merletti di Burano e i vetri di Murano contraddistinti dall’alta qualità delle materie prime e dalla finezza della lavorazione. La città contava ben diciassette teatri, oltre a sale da concerto e locali pubblici e privati, ove si esibiva l’orchestra tutta femminile diretta da Antonio Vivaldi, uno dei più originali compositori del Settecento. Nel 1797, in seguito agli accordi di Campoformio, si concluse la millenaria storia della Serenissima Repubblica di San Marco dopo che Napoleone, cedendo la città e buona parte dei territori di terraferma all’Austria, ne segnò la fine. La mostra è articolata in otto aree tematiche che si sviluppano, oltre che negli spazi espositivi del Museo, anche in un percorso lungo le sale dedicate alla collezione permanente. Nella prima l’immagine di Venezia che i turisti del Grand Tour diffusero è restituita attraverso una serie di vedute realizzate sia dai grandi nomi della tradizione veneziana, da Luca Carlevarjis a Michele Marieschi, sia dagli artisti europei che soggiornarono nella Serenissima. Una serie di tele a soggetto mitologico e sacro evoca la lunga stagione che, dalla fine del Seicento, vide numerosi artisti di origine veneziana, come Giambattista Tiepolo, impegnati nella grande decorazione di luoghi di culto e, soprattutto, di residenze principesche in tutta Europa. Nel calendario dei viaggiatori del XVIII secolo, Venezia era da vedere in diversi momenti dell’anno: dal Carnevale, in febbraio, denso di feste e spettacoli, all’altrettanto emozionante e sontuosa festa della Sensa, con il rito dello Sposalizio del Mare, che aveva luogo il giovedì dopo la quinta domenica di Pasqua, senza dimenticare le celebrazioni per la festa del patrono San Marco. Momenti cardine della socialità cittadina furono spesso illustrati in dipinti, come quelli qui esposti, All’opposto, le vedute di interni, ideate dai Longhi, riflettono una sensibilità tipica che ricerca una dimensione più intima e privata dell’abitare. mobili e oggetti d’arte a Venezia nel Settecento. Gli itinerari sulla Laguna vedevano, spesso, la partecipazione ad intrattenimenti musicali: dalle esecuzioni, tipiche della tradizione veneziana, che si svolgevano presso gli istituti assistenziali dove giovani orfane si esibivano in spettacoli canori graditi all’aristocrazia e ai numerosi viaggiatori, alle accademie musicali organizzate nelle dimore del patriziato veneziano. La presenza della comunità ebraica a Venezia, che risaliva al X secolo, ebbe il suo culmine nel corso del Seicento, con importanti testimonianze di quelle arti del lusso che caratterizzarono l’immagine internazionale della Serenissima e che sono rappresentate in mostra da una serie di preziosi argenti. A seguito degli esiti della guerra di Candia, dopo la metà del XVII secolo, il patriziato veneziano cominciò a realizzare il declino politico e finanziario della Serenissima Repubblica di Venezia, che proseguì lungo il XVIII secolo, mitigato, nel fronte economico, dall’indotto del Grand Tour e dal mantenuto prestigio internazionale in ambito culturale e artistico. Il mito di Venezia, tuttavia, non fu dimenticato e venne ripreso, nel tempo, da innumerevoli artisti come Giorgio de Chirico che, con le sue due vedute di Venezia, conclude la mostra. Read the full article
0 notes
Photo

Il viaggio alla ricerca della bellezza mi porta a perdermi tra i vicoletti di #burano . Città dei merletti ma soprattutto delle case colorate. Isoletta vicinissima a Venezia e Murano (famosa invece per i vetri). Non si sa il motivo (o comunque io non lo so) per cui ogni casetta sia fatta con colori così vividi è così diversi... sta di fatto che funziona! 😅 P.s. Se qualcuno sa il perché, di queste colorazioni, potrebbe illuminarmi? Grazie ☺️ (presso Burano, Veneto, Italy) https://www.instagram.com/p/BoinIdSCvCQ/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=pyo780a2vx6a
0 notes
Link
Check out this listing I just added to my Poshmark closet: VTG Burano Hand Made Lace Skirt/Top Set with shawl, Martina Merletti D' Arte.
0 notes
Photo

Si avvicina l'attesissimo momento. La Elle Galleria d'arte di Preganziol è pronta per l'attesissimo evento che ospiterà circa 80 artisti provenienti da tutta Italia e Europa nella quale verranno esposte pitture, sculture e fotografie a tema libero ma di piccolo formato come da bando già pubblicato più volte tempo fa per incentivare il mercato un po' debole. Ospite d'onore Vittorio Sgarbi Piccole opere ma grandi affari La mostra aprirà sabato 24 luglio e concluderà venerdì 6 agosto 2021. Sgarbi sarà presente sabato 31 luglio dalle ore 18,00 per la vernice. Successivamente, grazie all'organizzazione, per chi avrà aderito, ci sarà un momento un po' più intimo per parlare con serenità con Vittorio Sgarbi alla cena che si terrà presso la bellissima location Villa Pace Park Hotel Bolognese Tutto ciò è nato grazie al successo della prima e seconda edizione della Fiera del Miniquadro che ha visto Artisti di varia provenienza con esposte opere di pittura, scultura, fotografia, grafica e merletti di Burano, la Fiera anche quest'anno viene riproposta come la precedente, ospitando opere di Artisti Contemporanei e opere di Artisti Storici provenienti da collezioni private. L'evento verrà anche documentato sulla pagina ufficiale FB della galleria e in ELLE Galleria d’Arte – Gruppo Pubblico in grande espansione FASI E SCADENZE Termine delle iscrizioni: prorogato mercoledì 2 giugno 2021 Consegna o Invio opere: dal 5 al 9 luglio 2021 Apertura della Mostra Mercato: sabato 24 luglio 2021 dalle ore 18 Presentazione della Manifestazione: sabato 31 luglio 2021 dalle ore 18 Cena conviviale: sabato 31 luglio 2021 dalle ore 20 Durata della Mostra: 24 luglio ÷ 6 agosto 2021 Per info su direct #art, #arte, #artecontemporanea, #quadri, #olio, #oliosutela, #contemporypainting, #contemporarypainting, #contemporaryart, #artistic, #artwork, #arteottocento, #artenove (presso Elle Galleria) https://www.instagram.com/p/CPTSx_kF4wv/?utm_medium=tumblr
#art#arte#artecontemporanea#quadri#olio#oliosutela#contemporypainting#contemporarypainting#contemporaryart#artistic#artwork#arteottocento#artenove
0 notes