#me ne farò una ragione
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trowelsandteacups · 2 years ago
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Sausari tutto ok vedo che stai ascoltando The Parting Glass a ripetizione negli ultimi tre giorni
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angelap3 · 7 months ago
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Non so perdonare. Né dimenticare.
Lettera scritta in risposta ad Alberto Jacoviello, inviato di «la Repubblica» e «L'Unità», che si scusava per averla offesa in passato.
Caro Jacoviello,
....chiedere scusa, come tu hai fatto, quando si ha torto, è sempre nobile. E non molti ne sono capaci, non molti ne hanno il coraggio. Però devo dirti ciò che dirò e, se non lo facessi, mentirei non solo a te ma a me stessa.
....Io non so perdonare. Né perdonare né dimenticare. È uno dei miei più grandi limiti forse, e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive. Ciò non significa, naturalmente, ch'io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito, offeso. Significa che quelle persone le liquido. Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita. Se le incontro per strada le saluto, in alcuni casi ci scambio una parola, ma dentro di me è come se mi rivolgessi a un'ombra. Esse non esistono più.
.....In questi ultimi due anni, cioè da quando la morte e il dolore si sono abbattuti su di me indurendomi, ho liquidato più persone che in tutta la mia vita. Non v'è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.
Hai perfettamente ragione a chiudere la tua lettera dicendo che chi non sa perdonare condanna sé stesso alla solitudine. Però hai torto a ritenere che tale «condanna» sia per tutti insopportabile. E dimentichi il proverbio che dice: «Meglio soli che male accompagnati». Non sempre la solitudine è una prigione. A volte, per alcuni, è una conquista che difende da ulteriori ferite ed offese. Solo i deboli e i poveri di spirito hanno paura della solitudine e si annoiano a stare soli. Io non sono debole. Sono molto forte, e durissima ormai. Non sono neanche povera di spirito. Quindi non ho paura della solitudine.
Tutte le volte che ti ho visto mi hai raccontato antichi insulti scritti i pensati. E tutte le volte che ti ho visto è stato come ricevere una coltellata nel cuore. Mi ha colto una nausea che solo la mia capacità di controllo è riuscita a nascondere o a vestire con gli abiti dell'indignazione. È probabile che la tua coscienza si senta lavata dal fatto di avermi confessato quegli antichi insulti scritti o pensati. Ma io non credo che confessare un peccato equivalga a cancellare il peccato. Quel concetto cattolico, anzi cristiano, mi ha sempre inorridito. I peccati commessi restano peccati commessi e niente può cancellarli: né Dio, né il diavolo, né gli uomini, né una sfilata di pater e di ave-maria detti per penitenza. Ciò vale per me, per te, per l'umanità intera presente e passata. Ecco perché non riesco a perdonare. Non voglio.
Ciò è spietato? Sono tanto spietata con me stessa che non vedo perché dovrei essere dolce con gli altri. Il massimo ch'io possa consentirmi è rispondere in modo esteso a chi mi ha scritto in modo esteso. Spiegarmi a chi mi ha spiegato. Ed è molto. Tu sei l'unica persona fra le decine che ho liquidato, esiliato nella Siberia dei sentimenti, cui abbia detto no con una lettera e non col silenzio. Di solito oppongo un silenzio di pietra. Quello che seguirà a questa lettera.
E così farò, sempre, in tutte le circostanze della vita, con tutti coloro che tentano di impormi una prepotenza. E non cederò, mai. Mai. E guai a chi si permette o si è permesso o si permetterà di mettere in dubbio la mia onestà professionale e personale: che poi sono, ovvio, la medesima cosa.
Ora mi è più facile dirti addio.
Peccato. Ma addio.
Oriana Fallaci
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io-rimango · 11 months ago
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“E il fidanzato?”
“Non ce l’ho.”
“Ah… davvero? Ma scusa ormai quanti anni hai?”
“Ne ho ventisette, perché?”
“Beh, ma se lavori sempre e non esci mai come pensi di incontrare qualcuno?”
“Non vedo come il fatto che io pensi principalmente al lavoro in questo momento dovrebbe essere un problema per me.”
“Hai una certa età ormai… guarda che poi ti fai vecchia e non ti vuole più nessuno.”
ME NE FARÒ UNA SANTA MALEDETTISSIMA RAGIONE.
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harshugs · 4 months ago
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comunque io non propongo più, resterò in attesa e poi me ne farò una ragione
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haaveillablogsworld · 1 year ago
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- Amore
- Dimmi
- Dove stai andando?
- Nell'orto, ci sono i peperoni da innaffiare, ieri li ho un po' trascurati.
- E potresti farlo più tardi?
- Certamente, cara, cosa succede?
- Niente di particolare, ma mi piacerebbe parlare un po'
- Nessun problema tesoro
- Tu mi ami?
- Certo, perché me lo chiedi?
- È bello sentirselo dire
- Ti amo, ti amo, ti amo. Ah, ti amo
- (Sorride)
- Non te lo dico abbastanza? Voglio dire, che ti amo. Lo sai - che ti amo?
- Esiste un “abbastanza” se parliamo d'amore? Me lo dici molto, ma non ti chiederò mai di smettere di farlo
- E io non lo farò, non smetterò di dirti che ti amo
- (Sorride ancora). Posso farti una domanda?
- Posso dirti di no?
- No non puoi
- Appunto (Sorride)
- Se un giorno smettessi di amarmi me lo diresti?
- Si, lo farei
- E se incontrassi una donna e ti rendessi conto di amarla più di me?
- Te lo direi. Saresti più felice se non lo facessi?
- No no, me ne farei una ragione
- Quando succederà sarai la prima a saperlo
- Grazie, questo mi rassicura
- La prossima settimana compirò ottant'anni, e di questi ne ho passati 65 insieme a te. E credimi, non mi è mai successo di trovare una persona che potesse solo farmi pensare di passare un giorno lontani. Pensavo fosse un modo di dire, ma veramente ti ho scelta ogni giorno della mia vita
- Anche quando ti facevo arrabbiare?
- Soprattutto quando mi facevi arrabbiare
- E quando mi svegliavo la mattina, con i capelli spettinati, gli occhi gonfi, il segno del cuscino sul viso?
- Quelli erano i momenti che preferivo
- Grazie amore
- Grazie a te, per avermi concesso il privilegio di condividere la mia vita con la tua. Te ne sei andata troppo presto.
L'uomo bacia la foto di sua moglie, e con gli occhi lucidi esce dalla porta. Ci sono i peperoni da innaffiare.
-- Autore sconosciuto
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unfilodaria · 3 months ago
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- Motore!
- Partito!
- CIAK!
ANATOMIA DI UN AMORE PERDUTO - Scena 110, primo piano, interni…
Tenendole le mani strette - non andartene lo sai che ti amo…
- NOOO, STOP! STOP! maledizione, non è questa la battuta… é la centodecima che giriamo e me la sbagli ancora? E che cazzo sei de coccio? Le devi dire “Si ho sbagliato tutto… vai per la tua strada, me ne farò una ragione” questo le devi di’
- Ma io la amo!!!
- “Ma io la amo! Ma io la amo!” Ma che c’hai tre anni?…
- cinquantano…
- e non mi interrompere, coglione! Lo so che c’hai cinquantanovanni sonati. E che non lo so? E proprio per questo che la tua battuta non va bene, sa de vecchio, de romantico stantio. Devi da esse’ moderno, emancipato, anche un po’ sboccato, tipo “ma si fai quello che cazzo ti pare, sei adulta e vaccinata e…”
- e non sai che te perdi…
- e daje! Ma sei coglione forte? Innanzi tutto sei tu che l’hai mollata, che l’hai tenuta sulla corda come uno stronzo per due anni, con un “non è cosa, ci siamo fatti troppo male e bla bla…”
- ma lei ha…
- “ma lei” un cazzo! E statte zitto quando ti dico una cosa importante! Te dicevo, l’hai tenuta sulla corda, tutte le pippe dell’orgoglio ferito, del sentirsi tradito, morto! E c’hai rotto bello mio. Lo vedi che t’ha detto ciao, s’é trovato n’antro e se lo scopa pure? (Scusa ma se non parlo così sto stronzo non capisce)
- e che non ce lo so che sta con un altro? Ma mica me sento de morì per questo? É andata!…
- E dimmi perché te senti di morire? Non perché se la scopa un altro? (Scusami ma se non glielo sbatto ‘nfaccia lo stronzone non capisce)
- É che mi sento un coglione…
- ecco bravo: l’hai detta una buona…
- che mi sento il cuore in gola, che mi sembra di vederla ad ogni angolo, che mi vengono i vuoti al cuore, che c’ho una tristezza infinita… Ma che non lo sai?
- e si che lo so. Stai tutto inciancicato, e che non lo vedo? Ma allora perché non gliel’hai detto prima che l’amavi? Che era la ragione della tua vita? Perché non le hai ammollato un bacio quando potevi e pure qualche altra cosa (e d’occasioni sto stronzo in due anni ne ha avute che ne avute, vero?)
- si le ho avute, vero. Ma lei non se ne può venire, dopo manco 15 giorni che c’eravamo lasciati (Lasciati poi... almeno per me non lo era, cercavo di mantenere il punto. Nella incazzatura del momento, si, lo abbiamo detto e ripetuto. Incazzati violentemente, so volate parole grosse, troppo grosse, come sempre, abbiamo scantonato di brutto) dopo che stavamo per fare davvero, almeno così ci eravamo detti quella maledetta sera, e se ne viene con “sto con un altro, sento che è una cosa importante…” e allora la nostra che era? m'ha preso per il culo? Che c’avevo da pensare se nell’arco di un mese (maledettissimo agosto di ogni stramaledetto anno) é cambiata come il giorno e la notte e mi porta all’esasperazione (coglione che ci casco sempre e poi sempre), evidentemente cercando il pretesto per fanculizzarmi e farsi fanculizzare… e poi la storia importante… che c’avevo da pensa’? Che c’avevi il serpe nel manicone? Che ti stavi già guardando attorno? Che la cosa per te non era così seria? Mi so’ sentito ferito a morte.
- ma quando la fai tragica. Ma se sei stato il primo a cacarti addosso? Che temevi che la cosa diventasse così seria da perdere il controllo e non riuscire a risolvere tutte le cose rimaste appese cinque anni prima? (tua figlia, sua figlia, le incomprensioni? Le INSODDISFAZIONI! la parte economica e tutto il cazzo che vi fotte!) Che è? Mo' ti brucia? Non parli più? St'orgoglio del cazzo! Te lo ficchi adesso lì l’orgoglio… mo te lo tieni tutto e ti stai zitto.
- ma io…
- muto! Concentrati, ripeti la battuta e non diciamo cazzate.
Forza ragazzi, attivate le macchine che giriamo
- Motore!
- Partito!
- CIAK: ANATOMIA DI UN AMORE PERDUTO - Scena 111, primo piano, interni… Azione!
Tenendole le mani strette - ti auguro tutta la fortuna possibile. Vivi la tua vita. Ti voglio bene...
- BUONA QUESTA! C’è un "ti voglio bene" di troppo ma va bene così. Tu non sei Redford ed io non sono Neil Simon.
Pausa di dieci minuti e poi giriamo in esterni.
E tu coglione, ricomponiti, asciugati quelle lacrime del cazzo. Lei è andata, fattene una ragione una volta per tutte. Hai una vita davanti e tanti film ancora da girare.
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blogitalianissimo · 5 months ago
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l'altro giorno ho visto questo e ho pensato che se domani ci battono non sarei per nulla triste. non che sarei triste in altre occasioni, per quel che mi riguarda i cugini son gli unici che possono batterci senza che mi dispiaccia (specie considerato che probabilmente ci asfalteranno anyway), ma se domani perdiamo io perderò col sorriso. detto questo io tiferò comunque italia, e poi si vedrà
Va beh loro sono avanti anni luce in fatto di diritti
Comunque sì pure io tiferò Italia, ma in caso di sconfitta me ne farò una ragione
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snowonourskin · 25 days ago
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Comunque mi stai proprio sul culo, dio mio
Mh, me ne farò una ragione 💞
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thekosmicdweller · 8 days ago
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Il Negativo di Lucifero
Il bel verbificare m'è sempre caro in ore di tedio. E mi pare doveroso far sì che si manifesti chiara una cosa: io mi vedo dinanzi al foglio come tintor di tele astruse e invere, ebbre di senso e pregne di mistica estetica. Non colgo torto nel giocar con i figmenti di parlato per generare pesati sintagmi. Per esempio, il torto è colto poichè è ambedue scovato e da me raccolto nella misura in cui è strappato dai fasci d'erba. Questo è quanto mi premeva testimoniare in merito al bel verbificare, e si badi che dico testimoniare in quanto mi faccio vicario del mio pensiero ermeneuticamente convoluto: per cui non mi si venga a dire che vi sia sproposito vanitoso. Il bilancio dell'estetica e del suo senso intrinseco è imperativo. Che termini l'odiosa lamentazione.
È doloroso ammetter la ragione del mio fu compagno Lon per una volta ennesima sulle questioni della vita. In questo breve scritto non farò che dichiarare quanto finalmente ho compreso sull'essere microcosmico e terrestriale, quello di noi uomini, e tratterò della struttura che ho deciso di chiamare Negativo di Lucifero.
Non mi considero un uomo di scienze, seppur vi creda indubbiamente, poichè quel che penso danza per paradossali passi eccessivi, ma ho convinzione ferma e irremovibile che il tutto sia nella logica meccanico - mi si potrebbe puntar contro il dito, alla volta dell'incoerenza, ma so che il discorso di Dio non perisce nè fa perire nulla; che sia dato tempo al tempo, e la soluzione del divin enigma sarà parola -, ed il suo essere meccanico è materia dell'episteme della vita umana.
La vita è di per suo orribile e nefasta, dal momento che i meccanismi chimici delle nostre cervella son così intricati da darci parvenza di un'entità superiore del concepire, che in realtà è non vera. Si vive in un mondo intrinsecamente grigio, nella misura in cui tale è reso dai meccanismi terribili autogenerati in noi; una camera riecheggiante.
È quindi sia sbagliato che giusto affermare questa colorazione delle cose.
Conseguenza di questo paradosso è il male di vivere degli umani.
Le due vie percorribili sono, meramente, quella del paradiso infernale e quella dell'inferno paradisiaco.
In una, la prima, si vive secondo il grigio, nell'altra, la seconda, si osserva il Negativo di Lucifero. Procederò ad illustrarle entrambe.
Chi vive la prima vive più felice, poiché soddisfa la meccanica natura delle cose. Sfama i propri bisogni, adempie ai propri dettami, accetta la realtà e la imbraccia sfruttandone il vero.
Chi vive la seconda è invece più affranto. Immola la sua percezione al Dio Esteta, vive di un maligno mascherato da agnello che si ribalta nel suo realizzarsi, vive la vita falsa ma fa qualcosa che chi vive alla giusta maniera non può fare: le assegna un senso, seppur falso. Ma la sua falsità differisce dal grigio solo qualitativamente.
Ho intensamente ponderato su cosa sia meglio, a livello soggettivo, ed ho trovato la seconda vita migliore. L'unico senso di vivere è trovare un proprio falso senso, falso quanto il suo colore originale poichè mera percezione.
Personalmente ritengo che non vi sia realizzazione o senso migliore della Passione, esplicata nel mio flusso di coscienza precedente.
Chi osa solo proferir parola contro i venti di questa è uno schifoso schiavo del paradiso infernale, vincolato a catene sovrastrutturali che bramo spezzare come se le mie mani fossero tenaglie.
Covo ineffabile odio per coloro che mal interpretano quanto detto.
Se ogni colore fosse unito, non ne verrebbe che grigio. E quel grigio è unto di maligno più di quello naturale.
È il peggiore di ogni colore.
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mistruggelanima · 15 days ago
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a me non piaci 👎🏻
Vabbè amo me ne farò una ragione
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greenbor · 26 days ago
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libero-de-mente · 10 months ago
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DIALOGO CON UN CANE
Questa mattina, complice un ictus nottambulo (sicuro altrimenti non mi darei altra spiegazione), ho deciso di approfittare della gradevole temperatura per fare una camminata.
La salute, lo staccare mentalmente, bruciare calorie... niente di tutto questo, volevo uscire di casa. Punto.
Così intraprendo un percorso che ho fatto altre volte, sfruttando piste pedonali e ciclabili che mi danno moltissime alternative qui in zona, che mi permettono di camminare nella natura e lontano da strade trafficate. Insomma il silenzio tra alberi e campi, interrotto solo dalle voci di chi, chiacchierando tra loro, incontro sul mio cammino e i passi ritmati, come il respiro affannato, di chi m'imbatto mentre corre.
Già, quelli che corrono. Che impegno e costanza, i volti paonazzi, il sudore che fa brillare la loro pelle come se fosse quella dei vampiri alla luce del sole, quelli della saga di Twilight per intenderci.
Si vede, dalla loro espressione, che un divano a casa non ce l'hanno. Diversamente da me che mentre cammino so già dove mi butterò appena rincasato.
Poco dopo aver intrapreso la camminata incrocio un ragazzo disabile, seduto sulla carrozzina, con un cane al guinzaglio. L'ho incrocio spesso quando faccio queste uscite insane per la mia indole, sempre cortese saluta tutti. E tutti ricambiano. Così fa con me e io ricambio.
Bello salutarsi col sorriso ed essere ricambiati. Decido anche io di adottare questa strategia con chi incontrerò. Risultato: nessuno mi caga. Zero. Anzi al mio saluto mi guardano stranito.
Evidentemente la sedia a rotelle ha quel suo perché che fa scattare la solidarietà, per uno sulle sue gambe no.
Così mentre cammino e vengo doppiato, triplicato e via a crescere dagli stessi volti o dalle stesse natiche, si quelle femminili a volte mi incitano a correre... dietro loro come stimolo motivazionale sia chiaro.
Dopo una curva mi ritrovo dietro una donna, capelli biondi ben curati, indossa dei jeans e un bellissimo cappotto. Scarpe rialzate con un tacco. Non è una mise da jogging ne da camminata. Intatti con lei e al guinzaglio c'è un magnifico esemplare di cairn terrier.
La bestiola mi "sente" e subito si gira, anzi si ferma a guardarmi e la sua accompagnatrice umana si accorge della mia presenza proprio perché il cane si è fermato. Tirandole il guinzaglio.
Cerco di superarli ma niente, il cane scodinzolando mi punta e vuole salutarmi. Mi cerca. Guardo la donna che lo sta portando al guinzaglio, cerco un'intesa con lo sguardo come per avere il suo consenso.
Ma avendo entrambi gli occhiali da sole scuri non riesco a interpretare nulla. Così prendo l'iniziativa decidendo di accosciarmi, con il cane che mi fa le feste.
- Sai - gli dico - lo so che non dovevo accosciarmi, che ora dovrò aspettare che passi uno robusto per aiutarmi a rimettermi in piedi - la donna sorride divertita - ma io devo dirti una cosa.
Vedi tutti questi umani che corrono? Ecco io li ammiro, un giorno sarò come loro, allenato, e correrò anche io.
Senza distogliere lo sguardo dal pelosetto sento lei ridere di più.
- Come dici? - rivolgendomi sempre al carin terrier - Si hai ragione. Meglio non correre che c'ho una certa età. Promesso non lo farò. Come scusa? - a questo punto porgo l'orecchio al cane come se lo stessi ascoltando, la padrona è completamente partita in una risata dietro l'altra - Si, si certo. Hai ragione! - prendendo il musetto del cane gentilmente tra le mie mani - Farò come mi consigli. Appena arriverò a casa prenderò quella fetta di pizza avanzata da ieri sera e la mangerò.
A questo punto lei, la donna si intromette nella conversazione privata: - Ma gli risulta simpatico, non è così avvezzo a farsi coccolare e scodinzolare agli estranei. In realtà risulta simpatico anche a me, ma cos'è tutta questa simpatia?
- Vede - le rispondo - credo si tratti di empatia tra esseri viventi, ogni tanto capita sa? E come se si fosse connessi tra di loro. Vede? Il suo cane mi sta leccando e mi dà dei piccoli leggeri morsi come a dire "Ti voglio bene", ora mi chiedo una cosa...
- Cosa? Se posso sapere?
- Essendo stato leccato e morso dallo splendido cucciolotto, come nei film sui licantropi, con la Luna piena mi trasformerò in un Carinmannaro? Oppure sarà il cane a trasformarsi in uno Scemoumano? Guardi che se fossi in lei mi preoccuperei. Tanto anche.
Mentre lei ride oramai senza ritegno buttando la testa all'indietro, io rapido ne approfitto per rialzarmi. Un po' per cercare di sfuggire al suo sguardo mente goffamente mi rialzo, un po' perché le gambe stavano per andarmi in cancrena.
Quando torna a fissarmi sono in piedi. Mi guarda e io le dico: - Si mi sono alzato senza dire "oplà", lo so è un patetico tentativo di dimostrare meno anni di quelli che ho. Però guardi, se vuole, mentre ammiro il suo cane mi posso mettere le mani dietro la schiena. Come gli umarell.
- Sto morendo giuro - mi dice mentre con la gamba sinistra leggermente piegata verso la gamba destra piega il busto in avanti dal ridere - Ah ah ah ah!
Guardo il cane, scodinzola come se percepisse questa ilarità nell'aria. Lo saluto, accarezzandogli amorevolmente la testa.
Mi guarda con uno sguardo particolare. Che non comprendo.
Saluto l'umana con il cane che si lascia scappare "magari ci rivediamo" e riprendo la camminata come se nulla fosse.
Penso allo sguardo del cane, cerco di interpretarlo.
Ma l'unico pensiero che mi esce è del tipo "Dai non fare lo stronzo. Mi costringe a guardare Beautiful tutti i giorni, con me sul divano. Mentre da anni guardiamo quella pallosa soap opera in cui Brooke Logan si è sposata ventordici volte, lei è sempre single. Speravo che almeno tu..."
Bastardo! Mi voleva fregare con quel musetto carino e coccoloso.
In tutto questo non le ho nemmeno chiesto il nome. Del cane dico, che frana sono.
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spirito-libero199 · 2 months ago
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avrò fatto la scelta giusta?cosa voglio?
la mia vita è problematica come tutte suppongo. Vorrei essere libero di vivere quello che provo con meno interperie della vita... ho fatto tutto da solo? può darsi...probabilmente non ho neanche scelta ma questo modo non mi piace e non voglio farmelo piacere... cerco di guardare in faccia la realtà, consapevole di quanto vuoto mi crei questo modo di vivere.. non mi piace la commiserazione, cerco di evitarla, anche se ogni tuo singolo gesto è significativo per me. Il caos è la mia realtà, tu non ci sei, me ne farò una ragione...forse...
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ Hai ammazzato molta gente? Gesú. Western aspettò. Oiler scosse la testa. Quando vai in guerra non è che ce l’hai con qualcuno in particolare. Cerchi solo di rimanere in vita quanto basta per imparare a rimanerlo. È quando cominci a vedere un paio di compagni devastati, allora sí che ti sale la carogna verso quei figli di puttana. Se ho accettato di farmi un altro turno è stato per avere una possibilità di vendetta. Tutto qui. Niente di complicato. Be’. Forse proprio tutto non è. Cos’altro c’è? Uno ci prende gusto. Di questo la gente non ne vuole sapere. Troppo pesante. Credevo che il nostro reparto fosse essenzialmente un branco di finocchi e poi è arrivato un nuovo comandante. Wingate. Tenente colonnello. Che ha iniziato a spaccar culi e dettar legge. Dal giorno uno. Che la guerra era una merda lo sapevamo tutti. Verso la fine del ’68 l’intera faccenda stava andando in vacca. La droga che prima si limitava alle retrovie adesso era praticamente ovunque. Si sparava ai civili. Arrivava uno nuovo a capo del plotone e la prima cosa che dovevi decidere era se ti sarebbe toccato fargli saltare in aria il culo per salvarti il tuo. Il vero problema era che non potevi arrivare agli ufficiali superiori. Pezzi di merda che si appuntavano medaglie a vicenda per combattimenti che manco sapevano trovare su una mappa. Sono tornato al quartier generale e in pochi giorni mi hanno assegnato a un altro reparto. Bella puttanata. Non gli passava manco per la testa che uno volesse stare coi suoi compagni. E non farsi spostare di continuo. Stupidi come la merda, ti dico. A quel punto ero sergente scelto per cui non potevano mettermi a lavar pavimenti. Ma il colonnello aveva l’abitudine di appiopparmi delle commissioni. Poi un giorno l’ho sentito parlare al telefono con qualcuno che piú tardi ho scoperto essere un mezzo colonnello su alle operazioni e dirgli che non gliene fotteva un cazzo. Ha detto stia bene a sentire, colonnello. Io sono qui per ammazzare. E se non posso ammazzare farò mangiare merda a tutti. E se lei non è qui per ammazzare meglio che me lo dica. Perché in tal caso per lei io non ci lavoro. E ha messo giú. E io ho capito che era il mio uomo. Era un fottuto guerrafondaio. Quanto a me, ero lí per infliggere morti atroci e per nessun’altra ragione. “
Cormac McCarthy, Il passeggero, traduzione di Maurizia Balmelli, Einaudi (Collana Supercoralli), 2023; pp. 38-39.
[Edizione originale: The Passenger, Alfred A. Knopf Inc., 2022]
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jorgedaburgos · 4 months ago
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Non so mai se ridere, piangere, incacchiarmi o che, quando tutti gli inclusivisti, non divisivisti, democratici, non omofobi... impediscono a chi non la pensa come loro di parlare, esprimere la propria opinione in un modo qualunque, anche incendiando le sedi delle organizzazioni a loro invise o costringendo l'intervento della polizia alle manifestazioni delle stesse.
Se volete, riempitemi pure di insulti e bloccatemi, ma il primo torto lo fate proprio alle persone che dite di voler difendere e rappresentare.
Me ne farò una ragione. Al limite: un vanto.
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ross-nekochan · 1 year ago
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Non vedo l'ora domani di vedere L. Non so bene il perché. Forse perché è maschio ed io da tempo non ho più amici maschi. Forse perché quando ci rivedemmo 2 anni fa "dopo anni di kitammuorto" (cit.) ci dicemmo a vicenda che eravamo stati bene e che era stata una bella serata. La seconda uscita la sera dopo però non fu bella come la prima, per nessuna ragione in particolare. Quindi adesso ho paura di star avendo aspettative altissime per qualcosa che sarà normale o niente di che.
Pensandoci, L è l'unica persona che appena la contatto mi chiede di vederci. Fossero tutte così le persone. Devo essere sempre io quella che deve insistere, organizzare, mantenere i contatti. La stessa cosa sta già succedendo con le coinquiline di Rovigo... mi sono scocciata di farlo e lentamente non lo farò più con tutti. Se non ci tengono loro, non vedo perché dovrei tenerci io, specie considerando che a breve avrò pure il fuso orario di mezzo.
Mi sono messa a rileggere le conversazioni avute con L dai tempi del liceo e ho riso di gusto e pure lui, come si è evinto dal vocale. Quanto eravamo scemi... 2012, una vita fa e non dico che sembra ieri perché ammetto di avere già i ricordi annebbiati, però allo stesso tempo non sembra sia passato tutto questo tempo. E invece.
Non mi sento più bisognosa come qualche giorno fa. Sto un poco meglio e forse è molto meglio così, anche in virtù di questo incontro con L, anche se la mia testa mi prefigura scenari volti a compensare questo mio senso di bisogno. Quindi forse sto meglio ma non troppo. O forse sono sempre bisognosa e non me ne accorgo.
Avrei voglia domani di farmi un bagno a mare a Napoli all'intrasatta senza costumi. Chissà se, a buttargliela lì, L mi dirà che si butterebbe con me. È pazzerello, potrebbe accettare.
Boh, non so, voglio che sia già domani.
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