#mazzata
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PRIMA PAGINA La Notizia di Oggi martedì, 22 ottobre 2024
#PrimaPagina#lanotizia quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi tutto#caos#alla#montesquieu#sotto#lente#della#consulta#cava#autocrazia#mazzata#toppa#peggio#albania#figuraccia#mano#intanto#toma#attaccare#hanno#capito
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thanks to your sophia loren spam i know it happened without having to see the actual content which is exactly how i wanna know these informations so thank you <3 lol
Sofia will save us all <3
#ti giuro che non vuoi proprio vedere i video teso…#io purtroppo me li son trovata in dash alle 7 di mattina#piuttosto meglio una mazzata in testa#enjoy Soph<3
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Mio malgrado ho dovuto declinare un invito di laurea perché avendo trovato ieri due scarafaggi in casa grossi quanto limoni e resistenti a qualsiasi mazzata di scopa, eliminati a fatica e col terrore soverchiante che mi piombassero in faccia, non ho esattamente voglia di servirmi degli ambienti e degli oggetti circostanti alla scena del delitto. Nella jella trasversale e senza fine che mi perseguita da due anni a questa parte trova posto anche una fortuna, perché abitando in una palazzina io e mia madre abbiamo potuto ripiegare sul piano superiore, nel quale ci siamo rifugiate seppur con tutti gli ulteriori stenti del caso (igiene personale non attuabile al primo posto). Con la solita, dannata ingenuità che mi contraddistingue ho quindi riportato in questi stessi termini detta situazione alla laureanda che ovviamente mi è sembrata infastidita, e non mi sorprenderebbe se avesse pensato che fosse una scusa (avrei forse dovuto allegarne le prove fotografiche). Ma non la posso biasimare fino in fondo, sia perché probabilmente teneva davvero a che io presenziassi – nonostante le lauree altrui, considerato che aspetto la mia da 11 anni, mi mettano voglia di sdraiarmi sui binari in attesa di una vettura che nemmeno passerebbe – sia perché quando inizi ad affastellare una sfiga sull’altra in un eterno racconto dal sapore kafkiano* allora la propria credibilità in termini generali inizia a degradare, anche quando si rema ostinatamente in direzione contraria. Ho perso molte pseudoamicizie a causa di questo, e forse dopotutto è meglio così. Le autoscremature sono a volte le più indolori. Eppure, delle innumerevoli giustificazioni addotte negli anni per la mia assenza, tutto è sempre stato squallidamente vero.
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Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, ha perso il suo ricorso in Cassazione contro i giudici del tribunale del Riesame che, di fatto, confermavano l’ordinanza di misure cautelari nei suoi confronti. I magistrati confermano l’entità delle «condotte distrattive» della donna nel caso dello scandalo Karibu.
La signora Soumahoro ha infatti sottratto la modifica cifra di un milione di euro e “non era una semplice segretaria” della coop gestita dalla madre, come sosteneva la difesa. Una pietra tombale sul castello di carta dei garantisti a senso unico della sinistra che leggevano un complotto contro il paladino dei migranti. Non c’erano quindi motivazioni xenofobe, razziste o ideologiche sull’attenzione dei giornali al “diritto al lusso di Lady Soumahoro”: la condotta della moglie dell’onorevole eletto con Fratoianni e Bonelli è stata tutto tranne che onorevole.
Soumahoro tace: la sentenza della Cassazione pubblicata su Latina Oggi
«Da ieri mattina è tutto pubblico, ben stampato sulla prima pagina di Latina oggi – scrive oggi Francesco Storace su Libero – e chissà quanti giornali ne avranno tenuto conto nell’edizione odierna. La vicenda di sfruttamento odioso dell’accoglienza per gli immigrati si “arricchisce” di ulteriori dettagli che è difficile derubricare in distrazioni. Sono reati e non di poco conto, dice la Cassazione nelle sue motivazioni». Come ricorda il quotidiano diretto da Mario Sechi, «lo scandalo Karibu era già passato al vaglio del Gip di Latina con una misura cautelare, confermata dal tribunale del riesame di Roma. L’indagata eccellente aveva fatto ricorso con gli altri imputati in Cassazione e ieri si è appreso perché ha torto, col deposito delle motivazioni dei giudici dell’Alta corte. “Le condotte distrattive sono state poste in essere mentre l’indagata era sottoposta a misura interdittiva per altro procedimento”.
Nello scandalo Karibu, come ricorda il quotidiano, tra i reati contestati, c’è la frode nelle pubbliche forniture, «per aver distratto ed essersi appropriata delle somme erogate dalla Prefettura alla società Karibu» ma anche bancarotta fraudolenta per distrazione con trasferimento su conti correnti esteri. Liliane Murekatete attraverso l’avvocato Lorenzo Borre, sosteneva di «non ricoprire cariche sociali se non quella in una società inattiva da venti anni e avente un diverso oggetto sociale relativo all’organizzazione di matrimoni». La mazzata della Cassazione sul punto è stata netta: «È infondata la doglianza relativa alla non pertinenza del pericolo rispetto alla carica ricoperta in una società avente ad oggetto l’organizzazione di matrimoni».
Come osserva sapidamente Storace, chissà perché «il deputato portato in Parlamento da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni non pronuncia più una parola sull’argomento, che pure dovrebbe essergli “familiare”…».
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PRIMA PAGINA Corriere Adriatico di Oggi venerdì, 09 agosto 2024
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Ieri sera ho visto Inside Out 2, e mi è venuta una appucundria paterna mai vista, per due punti, di fondo, ma ne parlo nella sezione nascosta, per non fare torto a chi non l'ha ancora visto.
La storia narra di Riley che ha ormai 13 anni, e arriva il periodo della pubertà.
La prima cosa che mi ha rattristato è vedere come l'isola dell'amicizia fosse ormai di diversi ordini di grandezza più grande di quella della famiglia, e infatti il padre le manda i bacini e lei non se lo caga più :(
Ma la mazzata finale è arrivata quando lei, con le amiche più "cool", nel dover fare un esempio di musica "cool" che ascolta, avendo già provato imbarazzo per aver citato una band giudicata troppo infantile per quell'età, inizia a pescare tra i ricordi e dice
posso mai citare questa roba soft rock che ascolta mio padre?
Ho passato il resto del film ad accettare il fatto che mi restano soltanto 9 anni. 9 anni. Pochi, pochissimi, niente.
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È arrivata la mazzata finale e definitiva che mette fine a tutto.
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Certo che guardare una partita del genere dopo gli europei 2020 è una mazzata
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Questione di scelte
Avevo deciso che con URMA ero a posto così, almeno come corridore, così appena mi è arrivato l'invito avevo rifiutato. Poi, l'altro giorno sono salito in Marzola per balisare un pezzo del percorso, in compagnia della Leti, di Ale Dellai e del Pass, e mi è venuta un po' di voglia. Diciamo che l'idea è stata del Pass. In realtà in quel momento non mi ricordavo esattamente perché avessi deciso che non l'avrei più corsa, in ogni caso si trattava soltanto di una delle mie ragioni di principio, che spesso lasciano il tempo che trovano. Così il giorno prima della gara ho cambiato idea, spinto anche un po' dai ragazzi, Vezza e Mirel, e anche se non avevo niente con cui correrla, né cibo né una cintura in cui metterlo.
“Che te frega, mona!"
Ripetendomi queste parole, il giorno dopo ho preso la borraccia, ci ho svuotato dentro un po' delle malte del Pass, mi sono messo una t-shirt e sono partito. Negli anni ho capito che correre URMA al gancio non ha molto senso, così avevo dato per scontato di correrla chiacchierando insieme a qualcuno. Sono partito come se stessi andando a correre un classico Biography Loop col TRC, lasciando gli altri andare avanti a spingere. Ho fatto i primi chilometri sparando stronzate col Metti, Jaco Bozzoli, Winner e qualcun altro che in questo momento non ricordo. Poi ho ripreso Luchino e il Pass e ho scambiato qualche parola con loro. Dopo ho preso l'Enrico Scanavin e un tipo di Milano. Poi Roby, poi il Loren. Ho fatto il primo loop correndo facile e chiacchierando con gli altri, poi, senza fare attivamente nulla, mi sono trovato da solo. Talvolta bastano due curve. A quel punto non avevo voglia di fermarmi ad aspettare e avevo dato per scontato che prima o poi qualcuno mi avrebbe ripreso, così ho fatto la salita al mio passo, senza spingere, se non l'ultimo tratto dal Doss dei Corvi a Cima Mirel, dove o corri o ti areni. Poco prima del ristoro di Cima Mirel ho incrociato Jacopino, Rigo e Rino che tornavano indietro, circa cinque minuti davanti a me. Li ho presi un po' per il culo perché mi aspettavo che fossero molto più avanti. Arrivato al ristoro mi sono infilato uno Snickers nel taschino della borraccia, ho mangiato un paio di fette di anguria e mi sono girato per tornare indietro. In discesa ho beccato tutti gli altri che salivano e ho pensato che è una delle cose più belle di URMA. Più ci ripenso e più mi viene da sorridere. Ero davvero contento. Era una bella giornata. Qualcuno deve avermi urlato che avevo Rino, Rigo e Jacopo poco avanti, ma non ho pensato neanche per un momento di provare a prenderli. Mi stavo divertendo e non era quello il giorno o il luogo per fare gara, ammesso che ci fossi riuscito. Al rifugio ho superato Rino, che nel frattempo era stato male, e sono arrivato alla fine dell'out&back senza troppe paranoie.
Il Biography inizia in discesa e la mazzata arriva solo dopo il forte Brusafèr. Pur non avendo corso troppo forte i primi 45 chilometri, sull'ultima salita mi sono piantato e salendo al rifugio ho iniziato a perdere la vista. Ogni volta che usciva il sole mi spaccavo gli occhi e mi girava la testa. Ho iniziato a sentire il fiato di Enrico dietro di me e mi sono arreso all'idea che di lì a poco mi avrebbe superato (non sarebbe successo: pur essendo poco dietro di me, in quel momento stava affrontando i miei stessi demoni).
Quest'anno i ragazzi avevano deciso di tracciare il percorso del Loop della prima edizione, che in realtà nessuno corre mai preferendo invece una variante un po' più logica e leggermente più corta. Salendo al rifugio, in quel luogo oscuro in cui mi trovavo, ho avuto una grande tentazione di tagliare strada, dichiarando i miei peccati all'arrivo e facendomi squalificare: ero talmente lesso che non mi sarebbe importato più di tanto. Poi, arrivato al bivio, mi sono sentito stupido e ho tirato dritto sul percorso giusto.
Al rifugio Maranza ho attraversato il prato e ho iniziato la discesa. In quel momento ho iniziato a pensare a tutti i momenti passati su quella strada: la prima volta a URMA cinque anni fa; la volta in cui, proprio lì, incontrai Noah per la prima volta; il giorno in cui mio nonno morì; quando registrai il miglior tempo del Biography Loop; e poi con Dakota Jones e Martina; e con Paco naturalmente, innumerevoli volte; e soprattutto quella sera, con Nic, Fabio, il Luchino e tutti gli altri. E le volte col sole, con la pioggia e con la neve.
"Fanculo, questo è il Biography Loop, non sarà qua che mi farò superare". Volevo tornare a correre bene, volevo onorare quella corsa improvvisata il giorno prima, e la gara che ha cambiato il mio rapporto con questo sport, e in qualche modo anche la mia vita. Prima ho incontrato Maria, poi Elena e Piergiorgio, li ho salutati e mi è scesa una lacrima, forse più di una. Non era il vento negli occhi. Sono arrivato alla sbarra del loop e nel frattempo ero rinato, la crisi era passata ed era giusto averla vissuta. In fondo, era a quello che serve quel loop, per rivivere la tua vita e rivederla più e più volte, scavando nel profondo. Era andato tutto bene e avevo sofferto solo lì, esattamente dovrei avrei dovuto. Non sarebbe dovuta andare diversamente da così. Sono arrivato al prato e ho girato verso il boschetto magico. Sotto il corridoio di piante che porta al boschetto ho imboccato il ponticello e poi ho visto la bandiera alla fine di quel tunnel verde. Poi si è alzato un boato e ho smesso di correre. Mi sono commosso. È andata come doveva andare, e sono stato dove dovevo essere. Per questo proverò sempre forte gratitudine.
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Come dargli torto?
D'altronde, la mazzata a questa dote italiana è arrivata con i social, e se ne analizziamo l'evoluzione, da facebook che almeno aveva gruppi, "amici" etc, siamo passati in breve tempo prima a semplici e brevi tweet, poi a quelli che vanno adesso per la maggiore: unicamente foto o brevi filmati.
Dio, ci sta il momento di svago, cazzeggio, chi non ha mai guardato un video breve divertente, o stories etc, il problema grosso è l'abuso e il fossilizzarsi solo a questi.
Le prove del decadimento, sono sotto gli occhi di tutti, oltre che osservare quello che ci passa davanti, basta leggere i commenti sotto i post più vari, italiano e grammatica andati a puttane, oltre che a commenti fuori tema, il non cogliere anche semplici post ironici;
la gran parte della gente non va oltre i titoli o due righe scritte,( oltre diventa impegnativo ) però il tempo per commentare a cazzo lo trovano e Quest' ultimo aspetto forse è quello che mi lascia più basito.
Il caro Pasolini ci aveva visto lungo sul "declino di questa società" , tanto quanto un "semplice" comico per la massa italica come Paolo Villaggio, che in più di un intervista in tempi remoti non sospetti profetizzava per bene quello che sarebbe accaduto alla cultura italica.
Lo so, in pochi saranno arrivati qui in fondo.
Dovrei anch'io usare lo stratagemma di qualche tetta o culo sparsi qua e là per tenere la soglia dell'attenzione e curiosità più alta 😁.
Amen, e come al solito, per staccare da discorsi "troppo impegnati" , sfighe varie, malanni e lavoro... Parliamo di "figa" và 😅...
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Non riesco più a descrivere la sensazione, ma se dovessi cercare un paragone per la mia vita di questi ultimi mesi, è come quando vuoi affrontare il mare agitato, un po' per gioco e un po' per sfida, e l'onda prima ti lascia avvicinare e poi ti abbatte come un birillo. E quando stai per rialzarti, convinto che tutto sia finito, ecco che la risacca ti dà la mazzata finale, ti impedisce di alzarti e tu vai sotto. È un attimo: avvolto dal vortice, col mondo che va sottosopra e tu non sai più dove sia l'alto e dove il basso, l'avanti e il dietro, gira tutto, come in una lavatrice. Ma è un attimo, fortunatamente un attimo. Si sa che il tempo è relativo e quell'attimo può durare anche mesi se non anni, e poi passa. Ne esci fuori malconcio, hai bevuto, ti è sembrato per quell'attimo che tutto fosse finito ma poi, in ogni caso, ne sei fuori. Ecco, se dovessi dirti dove sono io ora, sono tra l'onda che ti abbatte e la risacca che sta arrivando. Tengo duro, ma il vortice non è ancora passato.
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un saluto alla società sportiva di badminton a cui andavo che era tipo dopolavoro/post scuola e per una ragazzina che dopo Londra 2012 sognava Rio 2016 è stata una mazzata essere "allenata" a cazzo e non seriamente.
avrei potuto esserci, magari non subito a Rio ma a Tokyo o a Parigi, o a Los Angeles (2028) o a Brisbane(2032) invece sto andando in un bar del cazzo a lavorare perché distruggiamo i sogni dei bambini poi diciamogli quando crescono che sono giovani che non hanno voglia di lavorare.
#pensieri#checolorehaunanimabruciata#me#artists on tumblr#tumblr girl#badminton#olympics#olimpiadi#olympic games
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Sono la prima a buttarsi giù sempre, a non avere una buona autostima ma a cercare sempre di tenere tutto sotto controllo.
E quando poi mi prendo un po' di tempo per essere felice, è come se la vita me lo sbattesse proprio in faccia che non non mi spetta, che ho dato tanto ma poitevo dare ancora di più
Che non è stato abbastanza
È come se non fosse mai abbastanza
Mi ero goduta questa settimana di vita lenta, di testa leggera ed è come se questa sia la mazzata che mi spetta
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mi sento come se fossi venuto a conoscenza di più o meno tutti i generi musicali, cinematografici, letterari, tutte le estetiche, tutti i modi di interagire, i comportamenti, le attitudini, come se fosse tutto etichettabile, che poi non è sempre così, ma è un sentore generico di prevedibilità, di potenziale deduzione logica e soprattutto mancato entusiasmo, ripetitività delle giornate, che mi fanno sentire come se fossi arrivato, che le emozioni nella mia vita saranno più o meno queste, che non succederà mai nient'altro, che il mio aspetto fisico continuerà ad essere lo stesso che ho da anni, che dopotutto potremmo anche affermare che se la mia vita finisse qui e oggi o fra quarant'anni non cambierebbe poi così tanto. questa cosa, oltre a dare una doverosa mazzata alla mia creatività (nulla che faccio mi prende, sorprende o entusiasma, perché farlo?) è da ritenersi come una delle cause (ce ne sono altre: tra queste, l'idea che il mondo andrà sempre peggio) di una depressione latente e intermittente di cui parlo poco perché non potrei comunque permettermi uno psicologo senza dover rinunciare alle poche cose che mi permetto di fare (dischi, musica)
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Ci sono stati e ci sono piccoli periodi nella mia vita, nell'ultimo anno diciamo, durante i quali le situazioni intorno a me mi permettono di vagare un po' con la mente e farmi dei programmi, dei sogni. In famiglia le acque sono calme, a volte esco senza troppi problemi, a lavoro tutto bene e insomma che mi faccio trascinare da tutto ciò e penso a quanto mi piacerebbe avere una mia famiglia, diventare madre, a quanto vorrei fare un viaggio da sola, o con un'amica dato che è un'esperienza che non ho mai vissuto. Poi la vera realtà torna. È sempre una mazzata, come quando ti svegliano i muratori del palazzo accanto da un giorno all'altro con trapano e martello e ti chiedi: "Ma perché a me?". Io non lo so perché a me, sicuramente in parte per colpa mia, in parte per l'ambiente che mi circonda. Torna la realtà, in famiglia vengo trattata come una pezza di poco valore, usata solo durante le esigenze, non posso uscire quando voglio come pensavo, ogni singolo euro speso mi viene rinfacciato, il lavoro è la mia unica distrazione e quando torno a casa, durante il tragitto in macchina, piango perché quel luogo è tutt'altro che casa. Torna la realtà e capisco che la possibilità di diventare madre è impossibile per me, non sarei in grado di fornire tutto l'amore necessario, nemmeno ad un eventuale compagno/a, perché in primis io faccio fatica a sostenermi da sola. Tra pochi giorni compirò 25 anni, vissuti in trappola, in agonia, cercando di sopravvivere a tutti i dolori peggiori da sola. Sono molto stanca, davvero tanto stanca e spero finirà tutto il prima possibile, a volte la vita non è per tutti.
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