#massimo wertmuller
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auxoubliettes · 2 years ago
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Ciao! Ne nomineresti un paio di quelli italiani che hai visto? 🌼
sì, certo!
47 morto che parla, carlo ludovico bragaglia casotto, sergio citti indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, elio petri la terrazza, ettore scola travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, lina wertmuller è stata la mano di dio, paolo sorrentino non ci resta che piangere, roberto benigni e massimo troisi mediterraneo, gabriele salvatores napoli milionaria, eduardo de filippo voci nel tempo, franco piavoli
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agrpress-blog · 1 year ago
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La Stazione Tiburtina, 80 anni dopo l'eroico atto di Michele Bolgia e di alcuni coraggiosi ferrovieri e finanzieri, si prepara a condividere questa straordinaria storia con i suoi visitatori attraverso un minidocumentario accessibile tramite il codice QR ( e visibile anche in fondo a questo articolo) de Il Civico Giusto, progetto ideato e coordinato da Paolo Masini. www.ilcivicogiusto.com Michele Bolgia, insieme a coraggiosi compagni, compì un gesto di estrema audacia aprendo le porte dei treni diretti ai campi di concentramento, permettendo a numerosi ebrei di sfuggire ai convogli della morte. La sua vita, tuttavia, si concluse tragicamente nell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Questo minidocumentario è l'ultimo tassello del prezioso percorso promosso da Il Civico Giusto, realizzato grazie al contributo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, del Municipio Roma II e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. La collaborazione con Fondazione FS, Istituto Luce e Rai Teche ha contribuito all'arricchimento del progetto con preziose immagini storiche. La ricerca storica è stata coordinata da Maria Grazia Lancellotti, i testi sono stati curati da Antonella Rossi, mentre il montaggio è stato realizzato da Mirko Bertarelli. Gli studenti del Liceo Artistico Bramante, con specializzazione audiovisiva, hanno partecipato attivamente al lavoro, sotto la guida dei docenti tutor Antonio Capocasale e Antonella Rossi. Il comitato scientifico è presieduto da Michele Di Sivo, Direttore dell’Archivio di Stato di Roma. Le narrazioni sono state affidate agli attori Marco Paolini e Massimo Wertmuller, mentre la sigla finale "Non tutti gli uomini" è stata composta da Luca Barbarossa. Il progetto è stato elogiato da Daniele Massimo Regard, Assessore alla Memoria della Comunità Ebraica di Roma, il quale ha sottolineato l'importanza di trasmettere la memoria in un modo nuovo, coinvolgendo le nuove generazioni e contrastando l'ignoranza e il negazionismo. La Rappresentanza in Italia della Commissione Europea ha ribadito la sua partnership con Il Civico Giusto, sottolineando l'importanza di conservare la memoria per evitare che gli orrori del passato si ripetano. Francesca Del Bello, Presidente del Municipio Roma II, ha elogiato l'iniziativa e ha espresso il desiderio di continuare a raccontare le storie eroiche del territorio. Durante l'inaugurazione della targa commemorativa, sono stati presenti il nipote di Michele Bolgia, che porta lo stesso nome in onore del nonno, e Sandro Ambroselli, figlio del finanziere Antonio, entrambi protagonisti di questa affascinante storia. Salvatore Pellone, Direttore Operations presso Grandi Stazioni Rail S.p.a., società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, ha preso parte all'evento, sottolineando l'importanza di questa iniziativa presso la stazione Tiburtina. https://youtu.be/q1kQ_TM0ryk
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noplaceforsanity · 4 years ago
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the two most important men in Bella's life
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veggiechannel · 4 years ago
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L’augurio più giusto è forse quello che ci arriva da Angelo e da tutti gli animali a cui è stata tolta ingiustamente la vita. Articolo e vignetta di Massimo Wertmuller.
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allinfoit · 6 years ago
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TEATRO VITTORIA | In scena La gente di Cerami con Massimo Wertmuller ed Anna Ferruzzo dal 7 al 17 marzo Racconti di Vincenzo Cerami adattati da Aisha Cerami con Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo.
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bravagente · 6 years ago
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persinsala · 8 years ago
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Orecchie
Opera seconda di Alessandro Aronadio, Orecchie è un film cinico, caustico, che disegna un mondo pervaso da follia e vizi difficilmente sopportabili. Tuttavia il regista apre a una possibile accettazione, mostrando con convinzione che la pazzia è la nuova normalità e, nonostante tutto, può andar bene così. (more…)
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senzabarcode · 8 years ago
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Iliade. Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo al Teatro Palladium
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Pesaro, la Capitale della Cultura brillerà a Los Angeles
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Pesaro, la Capitale della Cultura brillerà a Los Angeles   Per tre giorni Pesaro2024 brillerà, insieme al “suo” Maestro, a Los Angeles accompagnando l’amore che lega ancora oggi la città a Luciano Pavarotti a cui, il 24 agosto, sarà dedicata la stella nella Walk of fame. «Il Maestro era molto legato alla nostra città, è stata una figura ben presente nell’identità pesarese, protagonista in momenti salienti della storia recente, testimonial insieme a Rossini della Città Creativa della Musica UNESCO - ha detto il sindaco Matteo Ricci -. La stella di Pavarotti a Hollywood sarà un’occasione di visibilità incredibile, che permetterà a Pesaro di entrare da Capitale italiana della Cultura 2024 in un circuito internazionale. La città sta vivendo un momento magico, una bellissima estate dalla ricca vivacità culturale. L’appuntamento di Hollywood è un importante trampolino di lancio verso il 2024, un evento incredibile, di grande fascino e prospettiva». A fine agosto Pesaro sarà protagonista anche a New York, «nei giorni successivi - ha concluso Ricci - presenteremo la Capitale della Cultura 2024 anche nella Grande Mela. Vogliamo cogliere al massimo questa grande opportunità che abbiamo conquistato con tutte le nostre forze». Spinti dall’entusiasmo di Paolo Rossi Pisu, direttore di Genoma Film, a cui «Siamo molto grati per questa opportunità straordinaria che ha dato a Pesaro: non era scontato coinvolgere da subito in questo progetto anche la seconda città del Maestro» ha aggiunto Ricci. «La sua è stata un’idea geniale – ha aggiunto il vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini riferendosi a Pisu – che abbiamo concretizzato in questo progetto che ha messo insieme le volontà delle famiglie e coinvolto la Camere del Commercio di Los Angeles, le città di Modena e Pesaro e la Regione Emilia Romagna. Per Pavarotti la nostra città, e la sua casa a Baia Flaminia, sono stati un luogo di produzione ed elaborazione di grandi idee. I pesaresi hanno impressa, in maniera indelebile, la figura del maestro, che si è esibito diverse volte gratuitamente per la città». Dalla riapertura del Teatro Rossini, all’inaugurazione dell’allora BPA Palas. Poi negli Stati Uniti, con il Rossini Opera Festival nel 1986. «Ci sono tanti fili che legano la città al Maestro; fili che passano anche per la beneficenza e la vicinanza all’Ospedale di Pesaro e al professor Lucarelli». La stella rappresenta un tributo di gratitudine, ma anche «un grande elemento di promozione che Pavarotti farà per Pesaro. Sarà l’occasione per parlare di Rof e Capitale italiana della Cultura 2024». Tanti gli eventi collaterali legati all’evento, «Alessandro Del Piero, l’ex numero 10 bianconero, sarà presente all’iniziativa dando una risonanza mediatica e comunicativa mondiale per la nostra città». Anche i pesaresi potranno assistere alla cerimonia, che potranno seguire in diretta alle 20.30 (ora locale) in una delle piazze più grandi della città. «Quando più di un anno fa mi fu presentata l’idea – ha commentato Paolo Rossi Pisu, direttore Genoma Film - pensavo quasi fosse uno scherzo. Poi, grazie all’intervento e all’impegno di pesaresi illustri, quali Alberico e Marta Miniucchi, è diventato una splendida realtà. Eravamo a Los Angeles con Lina Wertmuller, quando ci siamo accorti che mancava una stella, quella del Maestro Luciano. Lì è scattato qualcosa. Abbiamo messo insieme molti partner, coinvolgendo tante personalità che si sono strette a questo progetto che porta un altro mattoncino a Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024. Lo abbiamo fatto lavorando bene, perché era l’idea stessa a essere valida». Pisu ha ricordato la «coda di eventi legati alla stella in programma a novembre», un mese «in cui - ha precisato Vimini - si allacciano i rapporti tra le ambasciate e che vivremo raccontando il lato gourmand di Pavarotti – ad esempio presentando il libro di ricette del Maestro curato da Nicoletta Mantovani e quello in prossima uscita che racconta dell’amore di Rossini per il tartufo. Un “Rossini gourmet”, che è elemento dell’internalizzazione di Pesaro2024». La Capitale italiana della Cultura 2024 sarà al centro della tre-giorni americana della “delegazione pesarese” che sarà a Los Angeles dal 23 agosto, data in cui è prevista la presentazione del programma al Consolato Generale d’Italia a Los Angeles (a cui parteciperà anche Cristina Pavarotti e durante il quale sarà proiettato l’intervento di Stefano Bonaccini, presidente Emilia-Romagna). La mattina seguente, alle 11:30 locali, si terrà la “Star ceremony”, cerimonia di posa della stella al Maestro Pavarotti (che sarà collocata 7065 di Hollywood Boulevard) che sarà trasmessa in diretta a Pesaro (alle 20:30); la sera, l’Aero Theatre di Santa Monica, accoglierà, la delegazione per l’appuntamento promosso in collaborazione con American Cinematheque durante il quale saranno proiettati tre pellicole sul Maestro. Giovedì 25 agosto, in programma la visita all’esposizione di oggetti personali di Pavarotti, aperta fino a novembre al The Grammy Museum. Il pomeriggio, la Warner Theatre di San Pedro, accoglierà la Proclamation Ceremony a cura della municipalità di Los Angeles, in collaborazione con la Little Italy of Los Angeles Association che vedrà protagonista Pesaro2024 ospite poi dell’Italy-America Chamber of Commerce West (Camera di Commercio italiana a Los Angeles) al “N10”, il ristorante dell’ex capitano della Juventus, Alessandro Del Piero. «Subito dopo la chiusura del Festival partiremo per questa straordinaria avventura a Los Angeles dove riannoderemo dei fili che in realtà non si sono mai interrotti, quelli tra il Maestro e il Rof, che accompagna il Comune in questa iniziativa» sottolinea Cristian Della Chiara, direttore generale. «Pavarotti è stato protagonista al Festival nel 1986 con un concerto in una piazza incredibilmente gremita da oltre 7 mila persone per il quale era stato allestito quello che la stampa dell’epoca definì il più grande teatro all’aperto del territorio. Inaugurò il Teatro Rossini e, qualche anno più tardi, l’attuale VitriFrigo Arena. Nel segno di un «legame mai interrotto con Pesaro che, con questa iniziativa, abbiamo intenzione di rinsaldare» riportando fisicamente il Rof negli Stati Uniti «dove risiede una delle più importanti comunità di sostenitori del Festival e l’associazione, Friends of the Rof, che vogliamo riabbracciare dopo due anni “a distanza” dovuti alla pandemia. Abbiamo portato spesso il Festival nella costa orientale degli States, questa sarà l’occasione per farlo in quella occidentale».  ... Read the full article
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noplaceforsanity · 7 years ago
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10 reasons to ship Léon/Bella → 10. Everyone around ships them :) 
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veggiechannel · 4 years ago
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Sono giorni di Santa Pasqua, giornate in cui si celebra la resurrezione. E verrebbe da pensare che questo virus avrebbe potuto significare davvero una resurrezione. Resurrezione dell’essere umano, per esempio, da certe abitudini che l’hanno degradato a barbaro, a rozza creatura. Articolo di Massimo Wertmuller.
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supersergiofabi · 3 years ago
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Oggi  8 ottobre   omaggio a Nino Manfredi al Lucca Film Festival - L’omaggio a Nino Manfredi, a 100 anni dalla sua nascita, entrerà nel vivo nell’ottava giornata del Lucca Film Festival e Europa Cinema 2021, venerdì 8 ottobre, con proiezioni, inaugurazione mostra e incontri. Alle 21, presso il cinema Astra, il figlio e regista Luca Manfredi riceverà il premio alla carriera, realizzato da Martinelli Luce, e presenterà alcune clip del documentario “Uno, Nessuno e Cento Nino” sulla vita di Nino Manfredi. Nella sala d’ingresso del cinema sarà allestita una speciale mostra curata dal lucchese Alessandro Orsucci dedicata al grande attore con 30 locandine della collezione privata. Un ritratto intimo e affettuoso, impreziosito da aneddoti divertenti raccontati da Nino stesso, dalla moglie, dai figli e dai nipoti. Un documentario scritto e diretto dal figlio Luca e arricchito dalle testimonianze di amici, registi e colleghi, come Elio Germano, Edoardo Leo, Massimo Ghini, Nancy Brilli, Enrico Brignano, Johnny Dorelli, Walter Veltroni, Massimo Wertmuller e Lino Banfi. Un affresco di vita, composto da moltissime sfumature. Nino Manfredi non solo come artista, ma anche come marito, padre e nonno, in eterno conflitto con le sue fragilità e i suoi difetti. Il documentario è stato prodotto, in questo anno, da Rai Documentari, Istituto Luce e Ravido Produzioni. “Ho voluto rendere omaggio a Manfred – dice Orsucci, in occasione dell’esposizione – esponendo una serie di locandine originali dei film che hanno contribuito a fare la storia del cinema italiano. Una trentina i pezzi in mostra, i più importanti del mio archivio che ha oltre centocinquanta tra locandine, fotobuste e manifesti originali riguardanti la filmografia Nino Manfredi. Probabilmente la più importante collezione privata a livello italiano sul gigantesco attore, composta da oltre 5.000 pezzi dal 1942 a fine anni 70”. @luccafilmfestival #ninomanfredi https://www.instagram.com/p/CUwhvbOsItv/?utm_medium=tumblr
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giancarlonicoli · 6 years ago
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Per essere felici bisogna innanzitutto volerlo
14 ago 2018 10:40
“LA MIA CARRIERA? PIU’ CULO CHE TIGNA” - I PRIMI 90 ANNI DI LINA WERTMULLER: “I MIEI OCCHIALI BIANCHI? FANNO PARTE DEL MIO ARREDAMENTO PERSONALE. LI INCONTRAI ANNI FA IN VACANZA. ANDAI IN UNA FABBRICA. L' ORDINE MINIMO ERA DI 5 MILA PEZZI. LI PAGAI A RATE - LA VECCHIAIA ARRIVA QUANDO NON HAI PIÙ LA CAPACITÀ D'INNAMORARTI DI UN PROGETTO E DI AFFASCINARTI DI TUTTO QUELLO CHE TI CIRCONDA”
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Paola Pellai per “Libero quotidiano”
La voce roca per le inseparabili sigarette (la prima del giorno fumata metodicamente dopo pranzo) e gli occhi vispi. La televisione sempre accesa nel salotto e un' inesauribile curiosità che la tiene sveglia per buona parte della notte («Dormo 3 o 4 ore al massimo, i film migliori li passano ad orari improbabili»). Lina Wertmuller oggi festeggia i suoi primi 90 anni con lo stesso spirito di quel Gian Burrasca da lei girato in otto puntate per la Rai negli anni '60 con Rita Pavone protagonista. Una carriera infinita alle spalle, nata da talento e passione ma - come dice lei - aiutata da «tigna e culo. Più culo che tigna».
A Roma nel suo attico affacciato su piazza del Popolo non smette di sorridere alla vita, prende appunti, dà consigli e doma il tempo con il suo entusiasmo. «Non fa parte della mia natura lamentarmi», mi raccontò, «ho attraversato in maniera positiva i miei anni, divertendomi tanto. Per essere felici bisogna innanzitutto volerlo».
E non fai fatica a crederle. Basta infilare i tuoi occhi nei suoi, esaltati da quegli occhiali bianchi che ormai «fanno parte del mio arredamento personale. Li incontrai anni fa in vacanza. Andai in una fabbrica. L' ordine minimo era di 5 mila pezzi. Li pagai a rate». Lina l' ho conosciuta 5 anni fa, un pomeriggio d' agosto sulle Dolomiti dell' Alta Badia, davanti a due generosi calici di Riesling.
Capii subito che, tra le due, la più giovane era lei. «La vecchiaia», m'istruì, «arriva quando non hai più la capacità d' innamorarti di un progetto e di affascinarti di tutto quello che ti circonda. Per fortuna non è ancora un mio problema».
Ride divertita se le ricordi che già 30 anni fa si prendeva gioco della «morticchia» (come ironicamente la chiama lei), affermando che «se mi piglia un coccolone me ne vado come un commensale sazio». In quel pomeriggio di sole ed esuberanza, parlammo di tutto, in un alternarsi di pensieri tra il sacro e il profano.
Come richiede la follia della vita, del resto. Spudoratamente le domandai come facesse ad attraversare gli intoppi del tempo senza avere la certezza di un Dio in cui credere e lei serenamente mi disse che al cielo rivolgeva lo sguardo «solo nelle sere d' estate per cercare le stelle». E aggiunse: «Non credo in Dio, temo l' infinito. Per questo non mi aggrappo a lassù. Tra i miei dogmi c' è di non pensare all' eternità, di non pensare al passato, ma vagamente solo al presente e al prossimo futuro.
E se devo posare lo sguardo su qualcosa lo faccio sull' arte, che è la parte divina dell' uomo». Un concetto bellissimo. L' ironia e la curiosità restano i capisaldi delle sue giornate e quando ne capita una storta è facile raddrizzarla con un bicchiere di Franciacorta, un piatto di pasta al pomodoro e un gelato al cioccolato, di cui è golosa. Lina non si perde in sentieri bui, lei fa in fretta a riportarsi sul «lato assolato della strada. È lì che mi piace camminare, sono una che non si lagna. Ho vissuto divertendomi e voglio continuare a farlo... Almeno fino a quando avrò 120 anni».
Lei vive con la stessa allegra irriverenza di quando, 49enne, nel 1977 si presentò prima regista donna («Questa considerazione non m' interessa, puzza di vecchio femminismo», s' irrita ogni volta) con 3 nomination all' Oscar per Pasqualino Settebellezze, all' elegante cerimonia di premiazione con un' enorme cintura di ottone, ricavata da un calamaio. Non vinse, ma quella cintura la conserva ancora.
Non riuscirete ad oscurarle il sorriso neppure facendole notare che nel 2016, stavolta favorita all' Oscar alla carriera, la statuetta gliela strappò dalle mani con un colpo di Kung fu (Panda) il Karate Kid cinese Jackie Chan. Lei se ne fregò per la seconda volta specificando che per lei«i veri premi sono tutti i lavori portati in scena».
Questa è la forza della Wertmuller che entrò nel cinema come aiuto regista di Federico Fellini, bruciando in fretta le tappe dell' apprendistato e dirigendo il suo primo film, I Basilischi, nel 1963.
Tutti i suoi attori li ha fatti lavorare duro, li ha costretti ad imparare il dialetto, li ha fatti cantare e ballare, attraversando il tempo e andando persino più in là.  Perché nei suoi film ci sono i risvolti della politica, i contrasti della lotta sociale, l' anarchia e il potere operaio, ma ci sono soprattutto uomini e donne tratteggiati in maniera talmente nitida e moderna da restare attuali.
Così è facile ritrovarsi con il telecomando in mano a rivedersi Pasqualino Settebellezze, ma anche Mimì Metallurgico ferito nell' onore, Travolti da un insolito destino nell' azzurro mare d' agosto, Film d' amore e d' anarchia... Il merito probabilmente va al geniale intuito di non aver affiancato i suoi film al genere della commedia all' italiana ma al grottesco. Lei stessa lo spiega ogni volta: «Ho sempre amato deformare la realtà perché solo così riesco a raccontarla. Il grottesco è pieno di eccessi, ha linee ingrossate.
Rappresenta meglio la mia esistenza ed esalta i miei ingredienti preferiti, spesso intrecciati tra loro: il sesso e la politica, fatta soprattutto di stereotipi. Proprio deformandoli sono sempre uscite le caratterizzazioni migliori».
RICORDI SPECIALI
Giancarlo Giannini e Mariangela Melato se li è legati stretti stretti, ma anche Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio... Molti non ci sono più, ma Lina ha ricordi speciali per ognuno di loro. Perché lei era severa sul lavoro, ma sapeva instaurare legami («l' amicizia è l' energia che più mi nutre») senza fine: Federico Fellini, Giulietta Masina, Mariangela Melato, Nino Rota, Francesco Rosi e Alberto Moravia, per citarne qualcuno.
Un giorno a Roma mi raccontò che si annoia a stare sola con se stessa, ma ci sta volentieri perché questo le permette di guardare gli altri e di cercare tutto il bello che c' è nell' altro. Avere ancora voglia di osservare, ascoltare, curiosare. E d' inseguire il bello. E chissà che stasera non ci sia anche uno splendido cielo stellato a cantarle gli auguri con l' inconfondibile voce del suo adorato Louis Armstrong in "What a wonderful world. Buon compleanno, Lina!
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persinsala · 8 years ago
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Che vuoi che sia
Che vuoi che sia
Commedia diretta dall’astro nascente Edoardo Leo (e da lui stessa interpretata con Anna Foglietta), Che vuoi che sia dimostra di possedere un ottimo incipit, per poi però perdersi con il passare dei minuti in scelte ridondanti e poco incisive. Una pellicola contraddistinta da una regia solida, ma alla costante ricerca della soluzione più accomodante possibile, mentre la denuncia nei confronti del…
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senzabarcode · 8 years ago
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(via Iliade. Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo al Teatro Palladium) L’ #Iliade di Omero con Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo. Accompagnamento con musiche originali dal vivo di Domenico Ascione. Il 4 e 5 febbraio al Teatro Palladium di #Roma.http://www.senzabarcode.it/2017/02/massimo-wertmuller-e-anna-ferruzzo/
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allinfoit · 8 years ago
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Massimo Wertmuller torna con Il Pellegrino al Teatro 7
Massimo Wertmuller torna con Il Pellegrino al Teatro 7
(@TeatroSette) Dopo il successo di due stagioni fa, ritorna sul palco del Teatro 7 questo capolavoro di scrittura, interpretazione e regia. (more…)
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