#maschicidi
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urban-survival-academy · 1 month ago
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ilblogdellestorie · 1 year ago
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«Perché nessuno parla dei “maschicidi”»? La domanda che spunta in questi giorni su alcuni giornali, qualche dibattito tivù e vari social non è asettica e men che meno innocente. Ma parte dall’idea che nella scia dell’orrore per il feroce assassinio di Giulia Cecchettin ci sia una sorta di accanimento forzato e in qualche modo «politico» contro gli uomini nonostante in Italia, come titolò tre anni fa a tutta pagina Libero, ci siano «Più maschicidi che femminicidi». Anche se poi, recitava il sottotitolo, «non si assiste a mobilitazioni a favore del sesso forte che in realtà è debole». Ma è davvero così? Certo, nell’intero 2022 il ministero degli Interni ha contato 126 omicidi di donne e 196 di uomini. E anche nel 2023, fino a lunedì, i primi sono stati 106 e i secondi 189. Ed è sempre andata così. Ma nel calderone c’è di tutto: gli omicidi per vendetta mafiosa e per questioni ereditarie, per una lite condominiale o per un tamponamento stradale. Non c’è proprio paragone. Non solo in Italia ma in tutto il mondo: a livello planetario, dice l’ultimo rapporto sulle Uccisioni di donne legate al Genere dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo sulla droga e la criminalità di Vienna (dati 2022), su 100 morti ammazzati 80 sono maschi e solo 20 femmine. C’è anzi chi si consola: la media delle donne uccise, nella penisola, in rapporto agli abitanti, è inferiore a quella europea. Se si escludono tutti gli omicidi per i motivi più diversi e si vanno a contare solo quelli in famiglia, però, a livello globale, lo squilibrio si rovescia: sono le donne a essere più colpite. Ben il 66% contro il 34%. Ma più impressionante è la sproporzione tra gli omicidi all’interno della coppia, sposata o no che sia
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sarcasm-andotherstuff · 1 year ago
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1) Not all men, non tutti i maschi sono così, non potete generalizzare.
Non generalizzo, ma non vedo per quale ragione dovrei lodare qualcuno per non essere un assassino. Quando un uomo si sente in dovere di precisare di essere diverso da un tizio che controlla, rapisce, aggredisce, uccide una donna che cosa vuole esattamente, un applauso? Una medaglia? Riceviamo forse un premio per non essere criminali?
Non commettere violenza è il livello base di convivenza civile: non si dipinga il minimo della decenza come una prova di virtù.
Se poi la paura è legata alle relazioni (“le donne hanno paura degli uomini, resterò scapolo tutta la vita”), si sappia che per chiunque l’intimità è anche vulnerabilità. Il timore d’essere temuti credo possa almeno pareggiare con il timore di subire violenza, no?
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2) Cherry picking e benaltrismo (Non c’è un aumento di casi! E allora i maschicidi? Gli infanticidi? E allora i paesi islamici?)
Primo. Se si parla di violenza sulle donne il tema è la violenza sulle donne, se ritenete meritevoli di dibattito altri temi fatevi i post vostri.
Secondo. L’allarme sociale si crea di fronte a fenomeni statisticamente rilevanti, non necessariamente in numeri assoluti. Esibire il grafico che mostra che le vittime femminili di omicidio restano costanti negli anni, come se quel dato fosse una vittoria, mostra la mancata comprensione della tendenza, visto che, a fronte della generale diminuzione dei reati (e degli omicidi) la mancata flessione delle vittime femminili non può essere interpretata positivamente.
Terzo. Il fatto che le donne in Iran siano perseguitate e oppresse non rende sopportabile la violenza di genere altrove, né rende capricci o voluttà le rivendicazioni femministe.
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3) Volemosebene, basta guerra tra i sessi!
Denunciare la violenza di genere, riflettere sul patriarcato non significa, né ha mai significato, odiare i maschi, né ingaggiare un derby donne contro uomini, ma casomai criticare un certo tipo di maschi (ma pure di femmine, che ne adottano retorica). In altri termini, significa riconoscere l’egemonia culturale che il privilegio maschile ha imposto e impone. E far emergere questo conflitto, non tra maschi e femmine, ma tra patriarcato e parità, richiede anche argomentazioni forti e toni aspri: nella lotta contro disuguaglianze e discriminazioni, il bon ton non è un requisito essenziale.
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E, quanto a retorica, anche in buonafede, sappiate che non abbiamo bisogno di sentirci dire che doniamo la vita o che siamo esseri angelicati: siamo tutte diverse, con idee, temperamenti, caratteristiche differenti, così come i maschi, così come chiunque. Abbiamo bisogno, e abbiamo diritto, tuttə, di avere potere sul nostro corpo, sul nostro spazio, fisico, psicologico e sociale. Abbiamo bisogno di elaborare e rivendicare, di vivere e di convivere, di legarci restando persone, individualità che esistono non solo in funzione di qualcuno o di qualcosa.
E tra i maschi non cerchiamo, né dovremmo cercare, eroi, salvatori, giustizieri o principi azzurri. Se davvero, sinceramente, autenticamente, non per provocazione o polemica, temete il femminismo e non cogliete problemi nel modello patriarcale, ma vorreste non essere parte del problema, siateci alleati. Riconoscete il privilegio di cui godete (che non è una colpa, è un vantaggio), iniziando da quello della parola: per una volta, lasciate il palco, il microfono, il megafono, l'editoriale, l’ospitata in tv. E chiedete, leggete, ascoltate, cercate di capire e non convincetevi subito di esserci riusciti. Imparate a condividere e rilanciare le parole altrui: ci sono persone che parlano veloci per l’abitudine di essere interrotte, ci sono discorsi che meriterebbero ascolto invece che lezioni, ci sono voci che andrebbero amplificate.
E quando si ha un privilegio il miglior servizio è farsi cassa di risonanza.
Roberta Covelli
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shadyqueeneagle · 1 month ago
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" Mi danno della bimbaminkia ". Si, Elly Schlein, perché lo sei. Oltre il 60% dei reati sessuali è commesso da donne italiane, l'81% degli stupri è opera di donne italiane, il 73% dei maschicidi è commesso da donne italiane. E non comprendi che importare donne tossiche dal terzo mondo è un crimine.
[Per chi proviene da un Paese dove la vita di un uomo vale meno di zero, passare i confini italiani non cambia la mentalità e a rimetterci siamo sempre e solo noi uomini]
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corallorosso · 5 years ago
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Non è vero che i ‘maschicidi’ sono superiori ai femminicidi, come invece titola Libero di ENZO BOLDI Dicesi femminicidio: «Uccisione diretta o provocata, eliminazione fisica o annientamento morale della donna e del suo ruolo sociale» (da Vocabolario dell’Enciclopedia Treccani). Si tratta di un neologismo di grande attualità negli ultimi anni nel nostro Paese e indica gli omicidi in base al sesso (in questo caso femminile) per motivi perlopiù passionali, ma non solo. Estendendo questo discorso agli uomini, dunque, si può parlare di maschicidi solamente se il delitto è commesso da una donna, per gli stessi motivi elencati. Libero Quotidiano, però, fa di tutta l’erba un fascio e crea una grande confusione. Il titolo a nove colonne del quotidiano diretto da Vittorio Feltri e Pietro Senaldi recita: «Sorprendente verità nelle statistiche. Più maschicidi che femminicidi». Nell’articolo che accompagna il titolone – con tanto di sommario ‘Eppure non si assiste a mobilitazioni in favore del sesso forte che in realtà è debole’ -, si fa riferimento ai dati pubblicati nel report ‘Violenza domestica e di prossimità: i numeri oltre il genere’. Si parla di 133 uomini uccisi all’anno, contro le 128 donne (dati relativi al 2017). Numeri reali che, però, non considerano il vero punto fondante di quel termine, ‘femminicidio’, che da gergo giornalistico si è trasformato in neologismo per rappresentare tutte quelle donne che vengono uccise dagli uomini. Nel report citato da Libero, infatti, si citano omicidi random: dai tentativi di rapina finiti male, o camminando in strada, fino alle uccisioni ‘fuori dal bar’. Tutti gravi fatti di cronaca che hanno tolto la vita a uomini (e anche donne), ma che non possono rientrare in quella categoria linguistica. Insomma, un’estensione che poco concerne con il significato più pregnante di femminicidio che, per definizione e traslazione di genere, dovrebbe rispettare gli stessi canoni dei maschicidi. Insomma, quando si parla di questo tema, non si può essere superficiali: sommare i delitti ‘fuori dal bar’ alle uccisioni per gelosia e possessione è un sillogismo talmente facile da essere sbagliato. Sottovalutare il problema non è la soluzione, così come negarlo.
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klimt7 · 5 years ago
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FEMMINICIDIO?
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Come negare l'evidenza di un problema drammatico.
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Le vogliamo sputtanare una volta per tutte, le FAKE NEWS con le quali ci sommerge la "libera" stampa della Destra ?
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Volete leggere l'ultima stronzata del quotidiano "Libero" ?
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No, i maschicidi non sono più dei femminicidi. È del tutto falso e fuorviante.
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Sono numeri reali che, però, non considerano il vero punto fondante di quel termine, ‘femminicidio’, che da gergo giornalistico si è trasformato in neologismo per rappresentare tutte quelle donne che vengono uccise dagli uomini.
Nel report citato da Libero, infatti, si citano omicidi random: dai tentativi di rapina finiti male, o camminando in strada, fino alle uccisioni ‘fuori dal bar’. Tutti gravi fatti di cronaca che hanno tolto la vita a uomini (e anche donne), ma che non possono rientrare in quella categoria linguistica. Come al solito si usa la mistificazione per distorcere la verità dei fatti.
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La negazione della realtà
Come è evidente è una libera interpretazione messa ad arte in prima pagina, per sminuire e minimizzare il significato di "femminicidio" che, per definizione e traslazione di genere, dovrebbe rispettare gli stessi canoni dei maschicidi. 
Insomma, quando si parla di questo tema, non si può essere superficiali: sommare i delitti ‘fuori dal bar’ alle uccisioni per gelosia e possessione è un sillogismo talmente facile da essere sbagliato.
Sottovalutare il problema non è la soluzione, così come negarlo.
 Mercoledì Libero ha titolato “Più maschicidi che femminicidi”, evocando la presunta evidenza dei fatti nelle statistiche.
Quali statistiche? I dati sono presenti nello studio Violenza domestica e di prossimità, i numeri oltre il genere a cura dell’Osservatorio Nazionale Sostegno delle Vittime, curato da Barbara Benedettelli, ex candidata di Fratelli d’Italia e tra i coniatori della parola “maschicidio”.
Il punto focale riportato sul quotidiano riguarderebbe il numero annuale di uccisioni di uomini e donne, in famiglia, fra amici, sul luogo di lavoro (ecco il significato di “prossimità”). Ci sarebbe una sostanziale parità: 120 a 120, palla al centro. Anzi, balla al centro.
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Per svelare la balla in questione non serve andare lontano, ci basta un dizionario. Femminicidio, “uccisione o violenza compiuta nei confronti di una donna , spec. quando il fatto di essere donna costituisce l’elemento scatenante dell’azione criminosa” (Zingarelli, 2016). Capite? Non è la rissa dopo il calcetto, non è nemmeno la coltellata del parente a cui non è andata una fetta di eredità e neanche la battuta di caccia tra amici finita male (certo, non per il cinghiale).
Il Femminicidio riguarda donne uccise per motivi passionali, per gelosia, per non aver adempiuto ai cosiddetti “doveri coniugali”, per non aver taciuto all’ennesimo schiaffo.
È vero sì che gli uomini muoiono di più, ma non si tratta assolutamente di “maschicidi”. Non sono di certo stati assassinati dalla ex o dalla convivente. Anche secondo i dati Eures del rapporto Femminicidio e violenza di genere in Italia dello scorso novembre, nel 2018 sono morte 142 donne per femminicidio, e l’85% dei casi sono registrati in famiglia ad opera di mariti, conviventi, fidanzati o ex. Perciò abbiamo avuto bisogno di una parola nuova, per denotare un abuso con radici più profonde, quelle che fanno credere a un uomo che la donna sia di sua proprietà. Femminicidio non è banalmente “omicidio di donna”. Fare informazione sorvolando su questo concetto, è grave. 
Le parole sono importanti, direbbe Nanni Moretti. Soprattutto se ci servono per battaglie giuste, aggiungo io.
Attenzione! Non si vuol negare che ci siano situazioni di abuso e manipolazione anche ai danni di uomini.
Ma se un uomo viene ucciso al bar in una rissa, questo non può essere calcolato nei "maschicidio". Se viene accoltellato, mentre spaccia non è un "maschicidio".
È un assassinio. punto.
Eccola l'informazione fuorviante di "Libero", che così facendo, finisce per negare che siamo di fronte ad una vera emergenza nazionale legata alla strage di donne abusate e uccise. Un'operazione di metodica disinformazione non estranea ad un altro giornalista notoriamente dalla parte delle donne: Vittorio Feltri.
Signore e signori, diciamolo chiaramente: questo è maschilismo. Lo stesso che ti fa pensare che la tua compagna non possa avere amici uomini, lo stesso che ti fa credere di avere potere sulle sue scelte riproduttive, o di poter controllare il suo conto in banca. Fa male a tutti. Sbarazziamocene una volta e per sempre. Insieme.
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ninocom5786 · 5 years ago
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Più del 15% degli italiani nega l'Olocausto, il 48% vuole l'uomo forte, il 94% afferma che le donne sono responsabili di femminicidi e violenze di genere, maggior parte dei medici ginecologi è obiettore sull'aborto, i media mainstream affermano che sono gli americani a liberare Auschwitz (non i sovietici come diceva la realtà); le istituzioni e la politica equiparano il comunismo con il fascismo e il nazismo, affermano che i partigiani erano carnefici e i nazifascisti erano vittime; il calcio femminile è un covo di lesbiche, i cinesi e gli africani sono portatori di virus e di altre malattie, criticare i crimini di Israele contro i palestinesi è sinonimo di antisemitismo, i francesi che protestano contro la riforma delle pensioni sono delle "bestie", coloro che combattono realmente i jihadisti dell'ISIS e Al Nusra (Iran, Siria, curdi, Russia) sono dei terroristi, i separatisti anticinesi di Hong Kong sono degli 'oppositori pacifici', i gangster venezuelani contro il legittimo governo socialista del Presidente Maduro sono 'persone disperate contro il regime', i figli degli operai e dei proletari devono essere separati nelle scuole e non devono studiare, i vaccini provocano l'autismo, la terra è piatta, il posto di lavoro fisso è una monotonia, il razzismo e l'antisemitismo sono una goliardata, gli immigrati sfruttati sono una risorsa; lo straniero ruba, spaccia e uccide, i trentenni di oggi sono pigri, ci sono più maschicidi che femminicidi, Bettino Craxi vittima del golpe, su Bibbiano "i bambini non si toccano" (ma se sono stranieri sì invece) ecc.
È veramente aberrante sentire tutto ciò sui social, sui media e sui giornali. È la dimostrazione di come il passare dei tempi può causare questi fenomeni e questi effetti molto negativi. Qui non si parla di "si stava meglio quando si stava peggio" o "ai tempi era meglio così" e via dicendo, ma di come la gente sia chiusa, corrotta, depravata, troglodita, moralista e bigotta.
Se siamo finiti così, è perché personaggi politici, giornalisti e altre notorietà, più sentiti e visti, abbiano portato a creare questo clima. D'altra parte, abbiamo a che fare pure con i soliti spontanei che, col pretesto di combattere il riemergere dei fascisti e dei razzisti, si immergono in contesti ridicoli. Ma nessuno fa da tragedia l'imminente chiusura della Whirlpool a Napoli, il licenziamento di più di 800 lavoratori dell'Auchan acquistato dalla Conad, il taglio della sanità e dell'istruzione pubblica per finanziare quella privata, le continue morti sul lavoro, la delocalizzazione di molte aziende, lo sfruttamento degli immigrati nell'agricoltura, l'elevata disoccupazione giovanile.
In Francia e in Cile, ci sono proteste e rabbie sociali contro le politiche antisociali e antipopolari; in Italia, invece, si pensa solo all'uomo forte, all'immigrazione e ai fantomatici treni che passavano in orario.
La mancanza di cultura generale, d'istruzione e di formazione è la vera causa del degrado sociale e culturale del paese. La cultura è l'arma più potente contro l'ignoranza e la negazione.
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vadaviaaiciap · 7 years ago
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