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La giovane mamma mia vicina di casa
Ogni giorno ormai non ho altro pensiero in testa che rivederti. Vivi con tuo marito da quando vi siete sposati, un anno e mezzo circa, nell'appartamento vicino al mio. La notte vi ascolto sempre, mentre vi amate. Dall'altra parte del sottilissimo muro che divide la vostra camera da letto dalla mia mi arrivano dei mugugni indistinti ma inequivocabili. Immagino le vostre frasi sommesse e adoro in modo assoluto sentire quando venite, visto che le nostre teste sono comunque a forse meno di un metro di distanza. Meglio di qualsiasi film o racconto. Ho sempre sospettato che malgrado la tua aria educata, composta e molto discreta, tu fossi un vero vulcano di femminilità e sensualità. Infatti, un giorno qualsiasi di due mesi fa, in tarda mattinata hai suonato a casa mia e hai chiesto aiuto in lacrime. Io lavoro a turni e alle sette e un quarto avevo smontato dalla notte. Era circa l'una e sebbene fossi ancora rincoglionito dalle sole quattro ore di sonno fatte, t'ho chiesto immediatamente e preoccupato cosa ti fosse successo.
M'hai detto, un po�� rossa in viso e imbarazzata, che il tuo seno generava una enorme quantità di latte ma che il tuo piccolo, all’epoca nato da sole due settimane, ne beveva solo una parte e poi s'addormentava. Poi, che secondo il pediatra e le sue stime, il nutrimento era comunque momentaneamente sufficiente per lui, ma non avresti mai voluto che il latte smettesse di scendere, per questo suo scarso stimolare le tue ghiandole mammarie. Avevate quindi comperato un tiralatte per prendere tutto il latte rimanente nel tuo seno dopo la magra poppata, ma non riuscivi a usarlo in modo appropriato: ti scappava sempre, non riuscivi a farlo funzionare correttamente perché è un aggeggio di difficile gestione. E che il tiraggio va effettuato meglio se entro un’ora dalla poppata. Quindi era proprio necessario farlo in quel momento. A tuo marito avevi detto che conoscevi l’aggeggio, “che ci vuole, è una passeggiata” e poi non volevi fargli vedere che non eri riuscita a farcela. Ti seccava molto.
“Mi aiuti, per favore? Scusami se ti disturbo a quest’ora, Marco: forse stavi pranzando…”
”Guarda, non stavo pranzando: tranquilla. E comunque, Federica, per te e il tuo bambino lo sai: qualsiasi cosa… se riusciremo, mi basterà uno dei tuoi dolcissimi sorrisi…”
Sei diventata ancor più rossa, hai abbassato gli occhi e... hai sorriso! Dio, quant’eri sexy, con le spalle completamente nude. Stupenda ninfa, dea dell’amore.
Siamo quindi entrati in casa tua. Ci sarebbe mancato che non avessi voluto aiutarti! Tu, bellissima come solo una ragazza di ventitré anni può essere, avevi indosso solo un comodo e casalingo prendisole di cotone leggero arancione a fiorellini, che lasciava scoperta tutta la parte superiore del corpo al disopra delle areole.
Visione meravigliosa, per me che ero un maschio a digiuno di una femmina da tempo. Eri stupenda soprattutto se vista in controluce. Si delineava la silhouette perfetta e sensuale del tuo corpo sottile, malgrado il parto recente. Un vero sogno erotico. Cercavo di non pensarci. Ritrovati un minimo di dignità e un comportamento appena serio, da buon vicino e presa la necessaria confidenza con l'attrezzo, t’ho chiesto il permesso e t’ho sceso un po’ il bordo dell'abitino sul lato sinistro. Ho applicato il tiralatte al capezzolo del tuo seno sinistro. Con un po’ di buona volontà e qualche tentativo ripetuto, infine l'abbiamo fatto lavorare a dovere e abbiamo iniziato finalmente a riempire delle bottigliette da mettere in frigo.
Finito col seno sinistro, siamo passati a quello destro. Allora tu, visto che la cosa funzionava bene, ti sei finalmente calmata e abbiamo preso anche a chiacchierare in assoluto relax. Ci conosciamo, oramai: io sono un quarantacinquenne ben tenuto. Separato da qualche anno. Mia moglie è andata via portando con sé nostra figlia adolescente. Tuo marito invece ha una trentina d’anni, fa il rappresentante di commercio e spesso resta fuori per lavoro anche due o tre giorni. Intanto, verso la fine del tiraggio effettuato sul seno destro, mentre stavo finendo di riempire la bottiglietta, ho visto che dal seno sinistro, lasciato ancora scoperto a esclusivo beneficio dei miei occhi, ne ero certo e anche per una comprensibile tua civettuola voglia di donna di farti ammirare, scendeva ancora del latte. Infatti senza le coppe di protezione, colando t’aveva macchiato un po’ la stoffa del prendisole.
Visto che avevo il viso vicinissimo al tuo petto, m'è venuto spontaneo scherzare con te e dirti sorridendo che mi sarebbe piaciuto assaggiare quel ben di Dio, per non farlo andare sprecato e anche per pulirti. Tu m'hai detto ridendo: “ma che dici, scemo…” però mi guardavi fisso negli occhi e ormai mi carezzavi già teneramente la testa. Ho azzardato - o la va o la spacca - e sono sceso rapidamente sul seno sinistro. Ho dapprima dato una leccata rapida, guardandoti e aspettando magari un ceffone. Tu invece eri in estasi, a occhi chiusi. M'hai solo detto con un fil di voce ma stringendomi a te: “ma che fai, no… non farlo, smetti…” allora deciso, per l'evidente desiderio che provavi, ho incollato le mie labbra a quel capezzolo gocciolante e gonfio. Quindi con trasporto ho iniziato a succhiare, tirando forte. Era un nostro momento di assoluta comunione e il latte era buonissimo!
Ma la cosa sorprendente è stata la tua reazione. Con voce dal tono basso, calda, piena d'amore e passione, mentre ti succhiavo mi hai detto solo: “no… caro, caro…confesso che mi attrai, ma non dobbiamo… non possiamo fare questo, io e te… a mio marito, poi… nooo…” intanto mi tenevi la testa ben premuta contro di te. Ti sentivo mentre gemevi a occhi socchiusi. Piangevi calde lacrime, forse per un pizzico di rimorso, ma intanto godevi: mi era evidentissimo. E mi stringevi forte al tuo petto: mi allattavi letteralmente e io a momenti soffocavo! Mentre succhiavo ingoiavo e leccavo tutta quella grazia di Dio, t'ho infilato pian piano una mano sotto il prendisole: non me l'hai bloccata. Ho proseguito fino ad arrivare alla tua fica di giovane sposa e ho sentito chiaramente che era già completamente bagnata. Un paradiso di moglie.
Sotto il prendisole infatti non avevi nulla: neppure gli slip! Una macchina per il puro piacere, questo eri. Una giovane mamma desiderosa solo del godimento sessuale, pretendendolo in quel momento da me in qualsiasi modo. Questa cosa m'ha fatto ingrifare come un toro. Senza più alcun ritegno ormai, hai allargato le gambe e scendendo un po’ più sulla poltrona hai fatto entrare nella tua passera ben dilatata tutta la mia mano con le dita chiuse senza alcun problema o dolore. Pazzo di te, ti baciavo il collo, le spalle e il petto, leccandoti i capezzoli e ovunque potessi arrivare con la bocca per assaporarti, per gustare egoisticamente e appieno una femmina giovane, di gran classe. Un inaspettato dono del cielo solo per me. Leccavo e godevo della tua pelle profumata. Mordicchiavo i lobi delle tue belle orecchie e infine, massima conquista tra noi, ti baciavo la bocca, infilandovi la mia lingua e giocando con te nel modo più intimo possibile, tra un uomo e una donna.
Ti stimolavo, muovendo la mano totalmente immersa nella tua fica, facendole fare continuamente e rapidamente avanti e indietro. Ti dicevo parole oscene, ti chiamavo “troia, grande puttana, femmina vogliosa solo di cazzo”. Tu, solo un po’ arrossita e accaldata, mi sorridevi irresistibile. Gemevi roca, sussurrandomi all'orecchio dei tenerissimi: “si dai, siiii… ancora, fallo ancora… entra di più dentro di me… dimmelo ancora… e poi dammi il tuo cazzo… ora lo voglio proprio. Ne ho bisogno!“ Così, mentre il pupo dormiva sereno dopo aver bevuto, in un solo colpo ho sfilato la mia mano, t'ho tolto l'abitino tirandotelo su dalle spalle. Tu eri ancora seduta, ma ti sei sollevata quel tanto che bastava per farlo scivolar via e m'hai detto: “oh, caro, caro… succhia ancora un po’ dal seno e poi bevi dalla mia fica. Adesso sto producendo il mio liquore di donna. Lo sto facendo solo per te. Leccamela, lo voglio tanto.”
Ho eseguito alla lettera. Dapprima onorando il seno sinistro, poi il destro. Leccandoti al centro del tuo corpo nudo senza fermarmi sono sceso piano a baciarti a lungo la fica: la tua pelle sapeva di buono, di pulito. Ho leccato a lungo e per la prima volta anche il tuo ano. Fino a qualche ora prima, mai avrei immaginato che la mia lingua avrebbe potuto godere di tanto privilegio. Oh, il tuo ano: meraviglioso protagonista dei nostri giochi, ormai. A un certo punto proprio non ho resistito più. T'ho tirata a me sul bordo poltrona e ho infilato il mio cazzo già durissimo dentro di te con veemenza: erano molti mesi che non scopavo. E poi poter fottere una sposina, una mamma giovanissima, non capita tutti i giorni. T'ho detto che stavo per venire e tu m'hai dato il via libera, perché da dopo il parto avevi rimesso la spirale.
Volevi moltissimo che sborrassi dentro di te. E a lungo. Me l’hai chiesto esplicitamente: “sborra a lungo quanto ti pare dentro di me.” Quella prima volta t'ho fatta venire ben tre volte prima di riempirti col mio seme mentre ti baciavo le labbra teneramente. Mi ero completamente innamorato, ero ormai cotto di te; non c’è da scherzare con queste cose. Le tue labbra sapevano di miele puro. Mi hai confessato che da quando hai partorito, il tuo desiderio sessuale è inspiegabilmente aumentato a dismisura. Che obblighi tuo marito a scoparti a lungo al mattino presto prima di andare al lavoro, poi appena torna a casa la sera e infine di notte, se ti svegli con una grande voglia di essere amata, posseduta.
E poi mi hai detto piangendo e mordendoti le deliziose labbra, che quando lui sta via due o tre giorni, per te la mancanza del sesso con lui è un problema anche serio. Mi hai chiesto se sarei stato disposto ad aiutarti, con la massima discrezione, ovviamente. Cara: sei un tesoro di mammina e la vicina più dolce che abbia mai avuto! Ormai scopiamo con regolarità, Almeno una volta nel mezzo della settimana, quando lui è di sicuro lontano da casa almeno cento chilometri o per i soliti due-tre giorni di seguito. Mi allatti sempre ed è una cosa che mi piace da morire, un tuo vezzo dolcissimo per me. Poi mi accogli in culo senza lamentarti o in bocca con gran gioia. Quando vengo mi ingoi che è un vero piacere. Ti chiedo: “la vuoi la mia sborra?” E tu, staccandoti un attimo rispondi: “si… fammene bere tanta!” Non penso di aver mai prodotto tanto seme come da quando ti conosco.
In queste poche settimane penso di aver sborrato più di quanto abbia mai fatto in undici anni di matrimonio. Ci si aiuta a vicenda, quindi. Se posso, quando sono libero dal lavoro ti reggo il bambino mentre esci per la spesa o magari per distrarti un attimo. In compenso, tu a volte mi prepari deliziosi manicaretti. Con tuo marito siamo sempre grandi amici, ovviamente. Adoro vedervi la domenica mattina andare in chiesa: tu rilassata, soddisfatta e vestita in modo molto castigato. Lui felice, col bimbo in carrozzina e la donna più onesta, pura e fedele del mondo al suo braccio. Farebbe di tutto per te, difenderebbe il tuo onore da chiunque osasse mancarti di rispetto o solo pensare a toccarti. Vi adoro! Quando si dice avere rapporti di buon vicinato!
RDA
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Tutta la storia sembra sgorgare direttamente dalla penna di Tom Wolfe, il giornalista e scrittore americano inventore dell'espressione «Radical chic». I luoghi comuni sono più concreti che mai, nel condominio (occupato) di Alleanza Verdi e Sinistra. C'è il papà ingegnere di idee piuttosto liberali. Non può mancare la figlia scapestrata e di estrema sinistra. Poi abbiamo il politico equo e solidale con la casa al mare, ma senza frigo, per non consumare. E che dire del suo alleato. Parlamentare da più di 100mila euro di reddito e due case in Umbria. Lo stesso che dice che occupare le case degli altri non dovrebbe essere un reato.
Fin troppo facile smascherare il cortocircuito. Gli interpreti di questa sit-com rossoverde sono Roberto Salis e la figlia Ilaria. Con loro la coppia d'attacco più glam della nuova sinistra-sinistra: Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. I due, presi dalla foga di difendere a tutti i costi la loro beniamina, si sono lanciati in un elogio degli occupanti abusivi. Ilaria Salis è accusata di occupazione abusiva e deve 90mila euro all'Aler, l'Ente che gestisce le case popolari in Lombardia. Fratoianni fa da scudo umano alla neo eurodeputata: «Mi ritrovo nelle battaglie per il diritto alla casa, anche nelle occupazioni». Segue il socio Bonelli, secondo cui «in questo paese il tema del diritto alla casa è un tema che è stato trascurato da tutti i governi». Nella saga rossoverde spunta il padre della Salis, che due anni fa vergava questo tweet in risposta al senatore renziano Ivan Scalfarotto: «Quando vedete una proprietà privata siete spinti da un irrefrenabile desiderio di invaderla! Sempre della serie quello che è tuo è mio, quello che è mio è mio!» Adesso è il primo testimonial della figlia europarlamentare.
Il solito copione da «Radical chic». Ed ecco la recente intervista rilasciata da Bonelli all'edizione romana di La Repubblica. Una beffa. Una settimana fa il leader dei Verdi apre le porte della sua dimora con «affaccio sul mare» al quotidiano del gruppo Gedi. Siamo a Ostia, in una palazzina del 1908. La vera chicca è il frigo fantasma. L'elettrodomestico c'è. Ma è staccato. «Compro del pesce e lo preparo subito. Il freezer non lo uso mai. Per il risparmio energetico ho collocato dei riduttori di volume e di flusso», racconta il politico ecologista, angosciato dall'emergenza abitativa. L'oscura intervista, relegata nelle pagine locali, brilla sul web. «Urge indirizzo per occupargli casa», ironizza su X il giornalista Pierluigi Battista.
Fioccano le prese in giro. Eccone una: «Casomai vi venisse voglia di occupare la casa di Bonelli venite già mangiati». Troppo facile sfottere Fratoianni. Più di 100mila euro di reddito e consorte collega in Parlamento. Proprietario di un fabbricato a Foligno, con un altro in comproprietà. Al netto dell'ironia, bisogna segnalare il duro commento di Marco Bentivogli, ex leader dei metalmeccanici Cisl. «Quando i figli dei ricchi dicono che è lecito occupare le case degli operai non c'entra nulla né la sinistra, né il comunismo», scrive Bentivogli.
Che infierisce: «È solo uno dei giochini con cui chi ha tutto disprezza chi fatica dalla mattina alla sera e si è guadagnato tutto ciò che ha col lavoro». Infine smaschera i finti Robin Hood delle occupazioni: «Le occupazioni avvengono solo nei quartieri dove abita la classe lavoratrice». Tutto così scontato. Radical chic, senza fantasia.
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Raga in che senso Marco Mengoni che ruba dal frigo in accappatoio e sembra anche piuttosto in imbarazzo e si tocca le palle quando dicono che è primo
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The provisional top 10 riders on today's stage: 1. Filippo Zana (JAY) 4:25:12 2. Thibaut Pinot (GFC) 4:25:12 3. Warren Barguil (ARK) +0:50 4. Derek Gee (IPT) +1:03 5. Aurélien Paret-peintre (ACT) +1:24 6. Marco Frigo (IPT) +1:24 7. Primož Roglič (TJV) +1:56 8. Geraint Thomas (IGD) +1:56 9. João Almeida (UAD) +2:17 10. Edward Dunbar (JAY) +2:32
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As “Ostras de Floripa”, reconhecidas nacionalmente, estão prestes a receber o selo de Indicação Geográfica. Trata-se de um registro concedido pelo Instituto Nacional de Propriedade Industrial (INPI) a uma região que possui produtos únicos e exclusivos; agregando valor, vendendo mais, gerando novos empregos, atraindo turistas e aumentando as exportações. A criação do documento, solicitando o selo de IG, foi possível a partir da união do Governo do Estado, Sebrae/SC e de outras instituições que apresentaram um estudo completo, contemplando todas as áreas necessárias. O documento oficial foi entregue ao INPI pela FEAQ (Federação de Empresas de Aquicultura). Segundo o secretário de Estado da Aquicultura e Pesca, Tiago Frigo, neste ano, além da ostra, também foi protocolado junto ao INPI o documento solicitando o selo de Indicação Geográfica para o camarão Laguna. “A criação, neste ano, da Secretaria de Aquicultura e Pesca, pelo governador Jorginho Mello, veio para agregar e dar maior protagonismo a esse setor tão importante para Santa Catarina. Estamos na expectativa para, em breve, conseguirmos os primeiros selos de IG do setor da Aquicultura e Pesca. O selo fortalece toda a cadeia produtiva e valoriza ainda mais a nossa ostra, que já é um produto reconhecido em todo o país”, ressalta o secretário Tiago Frigo. Além das secretarias de Aquicultura e Pesca, Agricultura, do Sebrae/SC e do FEAq, a iniciativa envolve os municípios de Florianópolis, Governador Celso Ramos, Biguaçu, São José e Palhoça, UFSC, IFSC, AMASI, FEAQ, Cooperostra, Cidasc, Mapa, Senac, GT-Unesco Gastronomia, Abrasel e Associação dos Maricultores do Sul da Ilha (Amasi). Sobre o pedido do selo A criação do documento que solicita o selo ao INPI foi possível a partir da união de diversas instituições, cada uma com sua expertise, para apresentar um estudo completo, contemplando todas as áreas necessárias. O representante do INPI, Araken Lima, diz que o reconhecimento é um momento importante para os produtores se consolidarem no mercado. “Recebemos aqui um dossiê com todos os estudos de delimitação geográfica. Agora, vamos analisar o direito de usar o signo de indicação geográfica. Pode levar até 2 anos para conferência, mas é um importante sinal que é dado ao mercado. Para o consumidor, isso significa que se alguém quiser consumir o produto, só vai encontrar aqui em Santa Catarina”, diz. O gerente regional da Grande Florianópolis no Sebrae/SC, Roberto Tavares, agradeceu o trabalho da equipe e disse que não tem dúvidas que o resultado final será a geração de mais mercado e turismo para a região da Grande Florianópolis. “As estatísticas demonstram que depois da certificação a valorização aumenta cerca de 20% a 50%. Vale destacar também que tão importante quanto o processo de certificação, é a gestão do selo após a indicação geográfica, e para isso continuem contando com o Sebrae/SC. É um marco para nós, que desde 2003 temos trabalhado com a cadeia produtiva da maricultura, com várias ações de capacitação, oficinas e palestras. Foi um processo de muito trabalho e investimento para chegar aqui hoje, muito bem construído por todas as instituições envolvidas”, destaca Roberto Tavares. Foto: Ricardo Wolffenbüttel / Secom Importância nacional As “Ostras de Floripa” são reconhecidas nacionalmente, graças a um trabalho que já dura mais de 40 anos. Atualmente, a região da Grande Florianópolis é responsável por 90% do abastecimento do mercado de ostras no Brasil, sendo considerada a Capital Nacional da Ostra. As ostras passam por observações sensoriais, verificação de indicadores de frescor e exames em laboratório, que verificam a qualidade da água e das ostras. O procedimento é necessário para que elas recebam os selos de inspeção municipal, estadual e federal. Um levantamento realizado pelo Sebrae/SC indicou que para 44,7% da população da região, as ostras são o principal produto da pesca ou da maricultura, e que a sua importância para o desenvolvimento na área econômica da região representa 84%.
Quais são os selos de Indicação Geográfica de SC Atualmente, Santa Catarina soma sete selos de IG, o dos Vinhos e Espumantes de Uva Goethe – dos Vales da Uva Goethe, a Banana da Região de Corupá, Queijo Artesanal Serrano – dos Campos de Cima da Serra, Mel de Melato de Bracatinga do Planalto Sul Brasileiro, a Maçã Fuji da Região de São Joaquim, os Vinhos de Altitude de Santa Catarina e a Erva-mate do Planalto Norte Catarinense. Fonte: Governo SC
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Jazzaldia 2024: El Festival de Jazz de San Sebastián
El Jazzaldia 2024, también conocido como el Festival de Jazz de San Sebastián, se celebrará del 23 al 28 de julio en la hermosa ciudad de Donostia. Este evento, que llega a su 59ª edición, promete ser un espectáculo inolvidable con 76 conciertos repartidos en 12 escenarios espectaculares por toda la ciudad. San Sebastián se llenará de música y ambiente festivo, ofreciendo tanto a los residentes como a los visitantes una experiencia única.
El programa del Jazzaldia incluye 41 conciertos gratuitos, 26 presentaciones de grupos locales, y 5 conciertos destinados a familias dentro de la duodécima edición de Txikijazz. Además, la décima edición de JazzEñe presentará 8 conciertos dedicados al jazz español. Otros destacados incluyen 8 conciertos en la playa de Zurriola (Keler Gunea) y 23 en las terrazas del Kursaal (Frigo Gunea y Fnac Gunea), además de actuaciones en Chillida Leku, la Plazoleta Juncal de Irún y el Hotel María Cristina. Los 12 escenarios del festival son: Trinitate Plaza, Keler Gunea, Kutxabank Kursaal Auditorioa, FCC Victoria Eugenia Antzokia, Škoda San Telmo Museoa, Frigo Gunea, Fnac Gunea, Chillida Leku, Kutxa Fundazioa Plaza (Tabakalera), Nauticool, Irún y el Hotel María Cristina. El cartel de este año incluye grandes figuras del jazz como Diana Krall, John Zorn, Gregory Porter, William Parker, Potter-Mehldau-Patitucci-Blake, Scofield-Holland Duo, Lakecia Benjamin, Marco Mezquida, Eddie Henderson & Steve Davis, Youn Sun Nah, Julio Resende, Iñaki Salvador, BIGYUKI Band with Tomoaki Baba, Rosario Giuliani, Carole Alston y Marcin Masecki. Además de las estrellas del jazz, el festival ofrece música de otros géneros con artistas como Marisa Monte, Rufus Wainwright y Sílvia Pérez Cruz en el Kutxabank Kursaal Auditorioa. En el escenario gratuito de la playa, Keler Gunea, se presentarán bandas de rock, blues, pop y hip hop como Larkin Poe, North Mississippi Allstars, IZARO, Shinova, El Columpio Asesino, Les Amazones d’Afrique, Merina Gris y Chill Mafia. El Jazzaldia también sirve como plataforma para promover el talento local, con 24 grupos vascos brillando en esta edición. Diez de estos grupos fueron seleccionados a través del proceso de selección de Grupos Locales de 2024, incluyendo a Iñar Sastre, Nacho Soto Trío, Oscar Garrido Quintet, Gregario de Luxe, Nhil, Les 4 Saxes & Co, Alex Haro’s Freedom, Fran Serrano 4tet 0202, Euskal Hot Club y Motelas. Otros artistas vascos destacados son Iñaki Salvador, Elkano Browning Cream, Noa & The HellDrinkers, The Fake Cousins, Itziar Yagüe y R.S. Basque Faktor, FEMM & Band y la Big Band de la Escuela de Música y Danza de Donostia. El Premio Donostiako Jazzaldia de este año será otorgado a William Parker en reconocimiento a su trayectoria musical y su influencia en el jazz contemporáneo. Parker ofrecerá tres conciertos en diferentes escenarios y con distintas formaciones, incluyendo dúo, trío y cuarteto. Las entradas para estos conciertos están disponibles individualmente o como abono con un descuento del 15%. El festival también ofrecerá streaming de los 8 conciertos de JazzEñe desde el FCC Victoria Eugenia Antzokia, accesible a través de la página web del Jazzaldia y su canal de YouTube. Además, del 3 de julio en adelante, se celebrará la octava edición del ciclo Jazzinema, organizado por la Filmoteca Vasca, que explora la relación entre el cine y el jazz. Por último, la duodécima edición de Txikijazz proporcionará un espacio para que las familias disfruten de la música y el arte en Chillida Leku, Kutxa Fundazioa Plaza y FNAC Gunea, con conciertos de artistas como Itziar Yagüe, Noa & The HellDrinkers, Swingtronics, Carole Alston y Elkano Browning Cream, además de talleres para niños. El Jazzaldia 2024 promete ser una celebración inolvidable de la música y la cultura en el corazón de San Sebastián. ¡No te lo pierdas! Escenarios y Conciertos del Jazzaldia 2024 Escenario: Chillida Leku - Iñaki Salvador: Txoria nuen maite - Día: 21 de julio, 19:30 - 15€ - Noa & The HellDrinkers (Txikijazz) - Día: 25 de julio, 12:30 - 14€ / 7€ / Gratis - Federica Michisanti Quartet - Día: 26 de julio, 19:30 - 15€ - Carole Alston (Txikijazz) - Día: 27 de julio, 12:30 - 14€ / 7€ / Gratis - MAC Saxophone Quartet-Rosario Giulliani - Día: 28 de julio, 19:30 - 15€ Escenario: Kutxabank Kursaal Auditorioa - Sílvia Pérez Cruz: Toda la vida, un día - Día: 23 de julio, 20:00 - 50€ - Rufus Wainwright - Día: 24 de julio, 18:30 - 50€ - Marisa Monte - Día: 25 de julio, 18:30 - 50€ - John Zorn at Jazzaldia 1 (Quatrain, Suite for Piano) - Día: 26 de julio, 18:30 - 30€ - Diana Krall - Día: 28 de julio, 17:30 - 60€ Escenario: Trinitate Plaza - Potter, Mehldau, Patituchi, Blake, Youn Sun Nah - Día: 25 de julio, 21:00 - 50€ - Marco Mezquida: Tornado, Gregory Porter - Día: 26 de julio, 21:00 - 50€ - Scofield - Holland Duo, William Parker Quartet - Día: 27 de julio, 21:00 - 40€ - John Zorn at Jazzaldia 3 (Chaos Magick, New Masada Quartet) - Día: 28 de julio, 20:00 - 40€ Escenario: FCC Victoria Eugenia Antzokia - Trinidad Jiménez & Roberto Nieva 4tet (X JazzEñe) - Día: 24 de julio, 12:30 - 8€ - Mariola Membrives Duo & R.S. Basque Faktor (X JazzEñe) - Día: 25 de julio, 12:30 - 8€ - David Sancho & Juan Saiz (X JazzEñe) - Día: 26 de julio, 12:30 - 8€ - Marcelo Escrich Silent Quartet & Martín Leiton Quartet (X JazzEñe) - Día: 27 de julio, 12:30 - 8€ - William Parker Trio - Día: 28 de julio, 12:30 - 20€ Escenario: Škoda San Telmo Museoa - William Parker Duo - Día: 25 de julio, 11:00 - 15€ - Júlio Resende Duo - Día: 26 de julio, 11:00 - 15€ - Júlio Resende Solo - Día: 27 de julio, 11:00 - 15€ - Marta Sánchez - Día: 28 de julio, 11:00 - 15€ Escenario: Keler Gunea (Playa Zurriola) - IZARO - Día: 24 de julio, 20:45 - Gratis - Larkin Poe - Día: 24 de julio, 23:30 - Gratis - Merina Gris - Día: 25 de julio, 21:00 - Gratis - Shinova - Día: 25 de julio, 23:30 - Gratis - Les Amazones d’Afrique - Día: 26 de julio, 21:00 - Gratis - El Columpio Asesino - Día: 26 de julio, 23:30 - Gratis - North Mississippi Allstars - Día: 27 de julio, 21:00 - Gratis - Chill Mafia - Día: 27 de julio, 23:30 - Gratis Escenario: Frigo Gunea (Terrazas del Kursaal) - Lakecia Benjamin - Día: 24 de julio, 19:30 - Gratis - Eddie Henderson & Steve Davis Quintet - Día: 24 de julio, 22:15 - Gratis - Carolina Katún - Día: 25 de julio, 18:30 - Gratis - BIGYUKI Band with Tomoaki Baba - Día: 25 de julio, 20:00 - Gratis - Elkano Browning Cream - Día: 25 de julio, 22:30 - Gratis - Donostiako Musika eta Dantza Eskola Big Band - Día: 26 de julio, 18:30 - Gratis - Iñar Sastre - Día: 26 de julio, 20:00 - Gratis - Nacho Soto Trío - Día: 26 de julio, 22:30 - Gratis - FEMMM & Band - Día: 27 de julio, 18:30 - Gratis - Gregario de Luxe - Día: 27 de julio, 20:00 - Gratis - Nhil - Día: 27 de julio, 22:30 - Gratis - Alex Haro’s Freedom - Día: 28 de julio, 17:00 - Gratis - Fran Serrano 4tet 0202 - Día: 28 de julio, 19:30 - Gratis Escenario: Fnac Gunea (Terrazas del Kursaal) - Marcin Masecki Trio - Día: 24 de julio, 19:30 - Gratis - BIGYUKI Band with Tomoaki Baba - Día: 24 de julio, 22:15 - Gratis - Marcin Masecki Trio - Día: 25 de julio, 20:00 - Gratis - Marcin Masecki Trio - Día: 26 de julio, 18:30 - Gratis - North Mississippi Allstars - Día: 26 de julio, 20:00 - Gratis - Óscar Garrido Quintet - Día: 26 de julio, 22:30 - Gratis - Les 4 Saxes & Co - Día: 27 de julio, 20:00 - Gratis - Pere Bujosa Trio - Día: 27 de julio, 22:30 - Gratis - Elkano Browning Cream (Txikijazz) - Día: 28 de julio, 12:00 - Gratis - Motelas - Día: 28 de julio, 20:00 - Gratis - Pere Bujosa Trio - Día: 28 de julio, 21:30 - Gratis Escenario: Kutxa Fundazioa Plaza (Tabakalera) - Itziar Yagüe (Txikijazz) - Día: 24 de julio, 12:00 - Gratis - Swingtronics (Txikijazz) - Día: 26 de julio, 12:00 - Gratis Escenario: Nauticool - Carolina Katún - Día: 24 de julio, 19:30 - Gratis - The Fake Cousins - Día: 25 de julio, 19:30 - Gratis - The Fake Cousins - Día: 26 de julio, 19:30 - Gratis Escenario: Irun - Carole Alston - Día: 26 de julio, 21:00 - Gratis Escenario: Hotel María Cristina - Carole Alston - Día: 25 de julio, 20:00 - 85€ Txikijazz - Diversos artistas para el público infantil en Chillida Leku, Kutxa Fundazioa Plaza y FNAC Gunea - Días: 23 al 28 de julio Artistas y Grupos del Jazzaldia 2024 Iñaki Salvador Iñaki Salvador es un pianista y compositor vasco reconocido por su versatilidad y habilidad para fusionar el jazz con la música clásica y popular. Ha trabajado con numerosos artistas destacados y ha participado en proyectos de jazz, flamenco y música contemporánea. Su estilo distintivo se caracteriza por una sensibilidad melódica y una capacidad para la improvisación que lo sitúan como uno de los referentes del jazz en España. Sílvia Pérez Cruz Sílvia Pérez Cruz es una cantante y compositora catalana cuya música abarca una amplia gama de géneros, incluyendo jazz, flamenco y música tradicional catalana. Con una voz única y emotiva, Pérez Cruz ha colaborado con diversos artistas y ha desarrollado una carrera solista exitosa. Sus interpretaciones están impregnadas de una profunda sensibilidad y una técnica vocal impecable, lo que la convierte en una de las voces más respetadas y admiradas del panorama musical español. Rufus Wainwright Rufus Wainwright es un cantante, compositor y pianista canadiense-estadounidense conocido por su estilo operístico y su habilidad para fusionar pop, rock y música clásica. Hijo de los músicos folk Loudon Wainwright III y Kate McGarrigle, Rufus ha lanzado varios álbumes aclamados y ha trabajado en proyectos de ópera y teatro. Su música se caracteriza por letras poéticas, melodías complejas y una voz distintiva que le han ganado un seguimiento devoto en todo el mundo. Marisa Monte Marisa Monte es una cantante, compositora y productora brasileña, reconocida por su contribución a la música popular brasileña. Con una carrera que abarca más de tres décadas, Monte ha lanzado numerosos álbumes exitosos y ha colaborado con destacados músicos internacionales. Su estilo fusiona samba, pop, jazz y bossa nova, y su voz melodiosa y emotiva la ha convertido en una de las artistas más queridas y respetadas de Brasil. John Zorn John Zorn es un compositor, saxofonista y productor estadounidense, conocido por su versatilidad y su capacidad para fusionar diversos géneros musicales, desde el jazz y la música clásica hasta el rock y el hardcore punk. A lo largo de su carrera, Zorn ha sido una figura central en la escena de música experimental y ha lanzado una vasta discografía que abarca numerosos proyectos y colaboraciones. Su enfoque innovador y su habilidad para la improvisación lo han consolidado como una de las figuras más influyentes en la música contemporánea. Diana Krall Diana Krall es una cantante y pianista de jazz canadiense, reconocida por su voz suave y su habilidad excepcional al piano. Con varios álbumes exitosos y premios Grammy en su haber, Krall ha sido una figura prominente en la escena del jazz desde la década de 1990. Su estilo combina estándares de jazz con interpretaciones modernas y ha colaborado con numerosos artistas de renombre. Krall es especialmente conocida por su capacidad para transmitir emociones a través de su música, lo que la ha convertido en una de las artistas de jazz más queridas y respetadas del mundo. Potter, Mehldau, Patitucci, Blake Este supergrupo de jazz está compuesto por Chris Potter (saxofón), Brad Mehldau (piano), John Patitucci (contrabajo) y Brian Blade (batería). Cada uno de estos músicos es un destacado solista en su propio derecho, y juntos forman una formación de jazz moderna que destaca por su virtuosismo y capacidad para la improvisación. Su música abarca desde composiciones originales hasta interpretaciones innovadoras de estándares de jazz, ofreciendo siempre una experiencia sonora rica y dinámica. Marco Mezquida Marco Mezquida es un pianista, compositor y arreglista español, conocido por su versatilidad y su enfoque innovador al piano. Ha colaborado con numerosos artistas y ha lanzado varios álbumes aclamados que abarcan una amplia gama de géneros, incluyendo jazz, música clásica y flamenco. Mezquida es reconocido por su habilidad para la improvisación y su capacidad para fusionar diferentes estilos musicales, creando una experiencia única y emotiva en cada una de sus actuaciones. Gregory Porter Gregory Porter es un cantante y compositor de jazz estadounidense, conocido por su voz cálida y su estilo que combina jazz, soul y gospel. Porter ha lanzado varios álbumes exitosos y ha ganado múltiples premios Grammy por su música. Sus letras a menudo abordan temas de amor, vida y sociedad, y su capacidad para conectar con el público a través de su interpretación emocional lo ha convertido en una de las figuras más prominentes del jazz contemporáneo. Scofield - Holland Duo John Scofield (guitarra) y Dave Holland (contrabajo) forman un dúo dinámico que combina la creatividad y la maestría técnica de dos de los músicos más respetados en la escena del jazz. Scofield es conocido por su estilo distintivo que fusiona jazz, funk y rock, mientras que Holland es un contrabajista legendario con una carrera que abarca más de cinco décadas. Juntos, crean una música rica en improvisación y exploración melódica, ofreciendo una experiencia sonora única y cautivadora. William Parker William Parker es un contrabajista, compositor y líder de banda estadounidense, considerado uno de los músicos más influyentes en la vanguardia del jazz. Con una carrera que abarca varias décadas, Parker ha trabajado con numerosos artistas prominentes y ha lanzado una extensa discografía que incluye trabajos como solista y colaboraciones. Su música se caracteriza por una profunda espiritualidad y una constante búsqueda de innovación, lo que lo ha consolidado como una figura central en la escena del jazz contemporáneo. Lakecia Benjamin Lakecia Benjamin es una saxofonista y compositora estadounidense, conocida por su energía vibrante y su habilidad para fusionar jazz, funk y soul. Ha trabajado con destacados artistas como Stevie Wonder, Alicia Keys y The Roots, y ha lanzado varios álbumes como líder de banda. Benjamin es reconocida por su capacidad para la improvisación y su estilo distintivo que combina la tradición del jazz con elementos modernos, creando una experiencia musical dinámica y emocionante. Eddie Henderson & Steve Davis Quintet Eddie Henderson (trompeta) y Steve Davis (trombón) lideran este quinteto de jazz que destaca por su virtuosismo y su enfoque creativo. Henderson es conocido por su trabajo en el jazz fusion y el post-bop, mientras que Davis es un trombonista respetado en la escena del hard bop. Juntos, ofrecen una música rica en interacción y exploración melódica, con un repertorio que abarca desde composiciones originales hasta interpretaciones de estándares de jazz. Youn Sun Nah Youn Sun Nah es una cantante de jazz surcoreana, conocida por su voz versátil y su habilidad para fusionar diversos géneros musicales. Ha lanzado varios álbumes exitosos y ha ganado reconocimiento internacional por sus interpretaciones emotivas y su técnica vocal impecable. Nah es especialmente admirada por su capacidad para transformar canciones conocidas en experiencias únicas y personales, lo que la convierte en una de las vocalistas más interesantes en la escena del jazz actual. Julio Resende Julio Resende es un pianista y compositor portugués, conocido por su habilidad para fusionar jazz con música tradicional portuguesa, incluyendo fado. Ha lanzado varios álbumes aclamados y ha colaborado con numerosos artistas. Resende es reconocido por su sensibilidad melódica y su capacidad para la improvisación, creando una música que es a la vez innovadora y profundamente emotiva. BIGYUKI Band with Tomoaki Baba BIGYUKI es un tecladista y productor japonés conocido por su enfoque innovador que fusiona jazz, funk, hip-hop y música electrónica. Ha trabajado con artistas destacados como A Tribe Called Quest y J. Cole, y ha lanzado varios proyectos como solista. Tomoaki Baba es un saxofonista talentoso que complementa el estilo de BIGYUKI con su habilidad para la improvisación y su sonido distintivo. Juntos, crean una música dinámica y moderna que desafía las convenciones del jazz tradicional. Rosario Giuliani Rosario Giuliani es un saxofonista y compositor italiano, reconocido por su virtuosismo y su estilo que combina jazz contemporáneo con influencias de la música clásica y el cine. Ha lanzado varios álbumes como líder de banda y ha colaborado con numerosos músicos de renombre. Giuliani es admirado por su capacidad para la improvisación y su enfoque melódico, creando una música que es tanto técnicamente impresionante como emocionalmente resonante. Carole Alston Carole Alston es una cantante de jazz y actriz estadounidense, conocida por su poderosa voz y su presencia escénica. Ha trabajado en teatro musical y ha lanzado varios álbumes de jazz que destacan por su capacidad para interpretar una amplia gama de estilos, desde el jazz clásico hasta el blues y el gospel. Alston es especialmente conocida por su habilidad para conectar con el público a través de su interpretación emotiva y su talento vocal. Marcin Masecki Marcin Masecki es un pianista y compositor polaco, conocido por su enfoque experimental y su habilidad para fusionar jazz con música clásica y contemporánea. Ha lanzado varios álbumes aclamados y ha trabajado en proyectos que abarcan una amplia gama de géneros musicales. Masecki es reconocido por su creatividad y su capacidad para la improvisación, creando una música que es tanto innovadora como accesible. IZARO IZARO es una cantante y compositora vasca cuya música abarca una variedad de géneros, incluyendo pop, folk y jazz. Con una voz cálida y emotiva, IZARO ha ganado popularidad en la escena musical española por sus letras sinceras y sus melodías pegajosas. Su capacidad para conectar con el público a través de sus interpretaciones personales la ha convertido en una de las artistas emergentes más destacadas del panorama musical actual. Merina Gris Merina Gris es una banda vasca conocida por su estilo que fusiona pop, electrónica y rock. Con letras en euskera y un enfoque experimental, el grupo ha ganado reconocimiento en la escena musical por su sonido distintivo y sus energéticas actuaciones en vivo. Read the full article
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Giro d'Italia 2023, il video della splendida volata vincente di Brandon McNulty
Giro d’Italia 2023, il video della splendida volata vincente di Brandon McNulty Edizione 106 Lo statunitense che corre per l’UAE Team Emirates s’impone nella Seregno-Bergamo bruciando allo sprint i due compagni di fuga Ben Healy e Marco Frigo source
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Je finis de lire le journal de Marco Decorpeliada publié après sa mort dans un livre - pas des mieux édité hélas - que W m’a prêté. La lecture est renversante : manières de faire et de penser drôles, antisociales autant qu’ultra-lucides d’un homme psychiatrisé une grande partie de sa vie. Brillant et (obsessionnellement) systématique, il élabore une grille de correspondance entre les codes des diagnostiques qu’on lui colle (qu’il repère dans le DSM de l’époque) et ceux des plats cuisinés qu’il commande chez Picard, roi du surgelé. 20.8 pour troubles schizophrènes correspond à « 2 dos de Cabillaud, Norvège, en sachets individuels », ce qu’il s’astreint à manger jusqu’au changement d’étiquette. Il récupère des portes de frigo pour visualiser son système à l’aide de magnets retaillés.
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Canzone d’autore | IL ‘PREMIO DEI PREMI’ IL 5 OTTOBRE AL MEI DI FAENZA Manca poco alla nuova edizione del “Premio dei Premi”, il contest che riunisce i vincitori dei concorsi italiani di canzone d'autore intitolati ad artisti scomparsi.
#APICE#Chiara Effe#Cristina Donà#Folk n’ Roll#Francesca Incudine#FRIGO#Giacomo Rossetti#GINEVRA DI MARCO#Giovanni Truppi#gli Estro#Micaela Tempesta#PREMIO DEI PREMI#Riccardo Sinigallia#Valentina Balistreri
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Racconti di Aliantis/WordPress
La giovane mamma mia vicina di casa
Ogni giorno ormai non ho altro pensiero in testa che rivederti. Vivi con tuo marito da quando vi siete sposati, un anno e mezzo circa, nell’appartamento vicino al mio. La notte vi ascolto sempre, mentre vi amate. Dall’altra parte del sottilissimo muro che divide la vostra camera da letto dalla mia mi arrivano dei mugugni indistinti ma inequivocabili. Immagino le vostre frasi sommesse e adoro in modo assoluto sentire quando venite, visto che le nostre teste sono comunque a forse meno di un metro di distanza. Meglio di qualsiasi film o racconto. Ho sempre sospettato che malgrado la tua aria educata, composta e molto discreta, tu fossi un vero vulcano di femminilità e sensualità. Infatti un giorno qualsiasi di due mesi fa, in tarda mattinata hai suonato a casa mia e hai chiesto aiuto in lacrime. Io lavoro a turni e alle sette e un quarto avevo smontato dalla notte. Era circa l’una e sebbene fossi ancora rincoglionito dalle sole quattro ore di sonno fatte, t’ho chiesto immediatamente e preoccupato cosa ti fosse successo.
M’hai detto, un po’ rossa in viso e imbarazzata, che il tuo seno generava una enorme quantità di latte ma che il tuo piccolo, all’epoca nato da sole due settimane, ne beveva solo una parte e poi s’addormentava. Poi che secondo il pediatra e le sue stime, il nutrimento era comunque momentaneamente sufficiente per lui, ma non avresti mai voluto che il latte smettesse di scendere, per questo suo scarso stimolare le tue ghiandole mammarie. Avevate quindi comperato un tiralatte per prendere tutto il latte rimanente nel tuo seno dopo la magra poppata, ma non riuscivi a usarlo in modo appropriato: ti scappava sempre, non riuscivi a farlo funzionare correttamente perché è un aggeggio di difficile gestione. E che il tiraggio va effettuato meglio se entro un’ora dalla poppata. Quindi era proprio necessario farlo in quel momento. A tuo marito avevi detto che conoscevi l’aggeggio, “che ci vuole, è una passeggiata” e poi non volevi fargli vedere che non eri riuscita a farcela. Ti seccava molto.
“Mi aiuti, per favore? Scusami se ti disturbo a quest’ora, Marco: forse stavi pranzando…”
”Guarda, non stavo pranzando: tranquilla. E comunque Federica: per te e il tuo bambino lo sai, qualsiasi cosa… se riusciremo, mi basterà uno dei tuoi dolcissimi sorrisi…”
Sei diventata ancor più rossa, hai abbassato gli occhi e hai sorriso. Dio quant’eri sexy, con le spalle completamente nude. Stupenda ninfa, dea dell’amore.
Siamo quindi entrati in casa tua. Ci sarebbe mancato che non avessi voluto aiutarti! Tu, bellissima come solo una ragazza di ventitré anni può essere, avevi indosso solo un comodo e casalingo prendisole di cotone leggero arancione a fiorellini, che lasciava scoperta tutta la parte superiore del corpo al disopra delle areole. Visione meravigliosa per me che ero un maschio a digiuno di una femmina da tempo. Eri stupenda soprattutto se vista in controluce. Si delineava la silhouette perfetta e sensuale del tuo corpo sottile, malgrado il parto recente. Un vero sogno erotico. Cercavo di non pensarci. Ritrovati un minimo di dignità e un comportamento appena serio, da buon vicino e presa la necessaria confidenza con l’attrezzo, t’ho chiesto il permesso e t’ho sceso un po’ il bordo dell’abitino sul lato sinistro. Ho applicato il tiralatte al capezzolo del tuo seno sinistro. Con un po’ di buona volontà e qualche tentativo ripetuto, infine l’abbiamo fatto lavorare a dovere e abbiamo iniziato finalmente a riempire delle bottigliette da mettere in frigo.
Finito col seno sinistro, siamo passati a quello destro. Allora tu, visto che la cosa funzionava bene, ti sei finalmente rilassata e abbiamo preso anche a chiacchierare in relax. Ci conosciamo, oramai: io sono un quarantacinquenne ben tenuto. Separato da qualche anno. Mia moglie è andata via portando con sé nostra figlia adolescente. Tuo marito invece ha una trentina d’anni, fa il rappresentante di commercio e spesso resta fuori per lavoro anche due o tre giorni. Intanto, verso la fine del tiraggio effettuato sul seno destro, mentre stavo finendo di riempire la bottiglietta, ho visto che dal seno sinistro, lasciato ancora scoperto a esclusivo beneficio dei miei occhi, ne ero certo e anche per una comprensibile tua civettuola voglia di donna di farti ammirare, scendeva ancora del latte. Infatti senza le coppe di protezione, colando t’aveva macchiato un po’ la stoffa del prendisole.
Visto che avevo il viso vicinissimo al tuo petto, m’è venuto spontaneo scherzare con te e dirti sorridendo che mi sarebbe piaciuto assaggiare quel ben di Dio, per non farlo andare sprecato e anche per pulirti. Tu m’hai detto ridendo: “ma che dici, scemo…” però mi guardavi fisso negli occhi e ormai mi carezzavi già teneramente la testa. Ho azzardato – o la va o la spacca – e sono sceso rapidamente sul seno sinistro. Ho dapprima dato una leccata rapida, guardandoti e aspettando magari un ceffone. Tu invece eri in estasi, a occhi chiusi. M’hai solo detto con un fil di voce ma stringendomi a te: “ma che fai, no… non farlo, smetti…” allora deciso, per l’evidente desiderio che provavi, ho incollato le mie labbra a quel capezzolo gocciolante e gonfio. Quindi con trasporto ho iniziato a succhiare, tirando forte. Era un nostro momento di assoluta comunione e il latte era buonissimo!
Ma la cosa sorprendente è stata la tua reazione. Con voce dal tono basso, calda, piena d’amore e passione, mentre ti succhiavo mi hai detto solo: “no… caro, caro…confesso che mi attrai, ma non dobbiamo… non possiamo fare questo, io e te… a mio marito, poi… nooo…” intanto mi tenevi la testa ben premuta contro di te. Ti sentivo mentre gemevi a occhi socchiusi. Piangevi calde lacrime, forse per un pizzico di rimorso, ma intanto godevi: mi era evidentissimo. E mi stringevi forte al tuo petto: mi allattavi letteralmente e io a momenti soffocavo! Mentre succhiavo ingoiavo e leccavo tutta quella grazia di Dio, t’ho infilato pian piano una mano sotto il prendisole: non me l’hai bloccata. Ho proseguito fino ad arrivare alla tua fica di giovane sposa e ho sentito chiaramente che era già completamente bagnata. Un paradiso di moglie.
Sotto il prendisole infatti non avevi nulla: neppure gli slip! Una macchina per il puro piacere, questo eri. Una giovane mamma desiderosa solo del godimento sessuale, pretendendolo in quel momento da me in qualsiasi modo. Questa cosa m’ha fatto ingrifare come un toro. Senza più alcun ritegno ormai, hai allargato le gambe e scendendo un po’ più sulla poltrona hai fatto entrare nella tua passera ben dilatata tutta la mia mano con le dita chiuse senza alcun problema o dolore. Pazzo di te, ti baciavo il collo, le spalle e il petto, leccandoti i capezzoli e ovunque potessi arrivare con la bocca per assaporarti, per gustare egoisticamente e appieno una femmina giovane, di gran classe. Un inaspettato dono del cielo solo per me. Leccavo e godevo della tua pelle profumata. Mordicchiavo i lobi delle tue belle orecchie e infine, massima conquista tra noi, ti baciavo la bocca, infilandovi la mia lingua e giocando con te nel modo più intimo possibile, tra un uomo e una donna.
Ti stimolavo, muovendo la mano totalmente immersa nella tua fica, facendole fare continuamente e rapidamente avanti e indietro. Ti dicevo parole oscene, ti chiamavo “troia, grande puttana, femmina vogliosa solo di cazzo”. Tu, solo un po’ arrossita e accaldata, mi sorridevi irresistibile. Gemevi roca, sussurrandomi all’orecchio dei tenerissimi: “si dai, siiii… ancora, fallo ancora… entra di più dentro di me… dimmelo ancora… e poi dammi il tuo cazzo… ora lo voglio proprio. Ne ho bisogno!“ Così, mentre il pupo dormiva sereno dopo aver bevuto, in un solo colpo ho sfilato la mia mano, t’ho tolto l’abitino tirandotelo su dalle spalle. Tu eri ancora seduta, ma ti sei sollevata quel tanto che bastava per farlo scivolar via e m’hai detto: “oh, caro, caro… succhia ancora un po’ dal seno e poi bevi dalla mia fica. Adesso sto producendo il mio liquore di donna. Lo sto facendo solo per te. Leccamela, lo voglio tanto.”
Ho eseguito alla lettera. Dapprima onorando il seno sinistro, poi il destro. Leccandoti al centro del tuo corpo nudo senza fermarmi sono sceso piano a baciarti a lungo la fica: la tua pelle sapeva di buono, di pulito. Ho leccato a lungo e per la prima volta anche il tuo ano. Fino a qualche ora prima, mai avrei immaginato che la mia lingua avrebbe potuto godere di tanto privilegio. Oh, il tuo ano: meraviglioso protagonista dei nostri giochi, ormai. A un certo punto proprio non ho resistito più. T’ho tirata a me sul bordo poltrona e ho infilato il mio cazzo già durissimo dentro di te con veemenza: erano molti mesi che non scopavo. E poi poter fottere una sposina, una mamma giovanissima, non capita tutti i giorni. T’ho detto che stavo per venire e tu m’hai dato il via libera, perché da dopo il parto avevi rimesso la spirale. Volevi moltissimo che sborrassi dentro di te. E a lungo. Me l’hai chiesto esplicitamente: “sborra a lungo quanto ti pare dentro di me.” Quella prima volta t’ho fatta venire ben tre volte prima di riempirti col mio seme mentre ti baciavo le labbra teneramente. Mi ero completamente innamorato, ero ormai cotto di te; non c’è da scherzare con queste cose. Le tue labbra sapevano di miele puro. Mi hai confessato che da quando hai partorito, il tuo desiderio sessuale è inspiegabilmente aumentato a dismisura. Che obblighi tuo marito a scoparti a lungo al mattino presto prima di andare al lavoro, poi appena torna a casa la sera e infine di notte, se ti svegli con una grande voglia di essere amata, posseduta.
E poi mi hai detto piangendo e mordendoti le deliziose labbra, che quando lui sta via due o tre giorni, per te la mancanza del sesso con lui è un problema anche serio. Mi hai chiesto se sarei stato disposto ad aiutarti, con la massima discrezione, ovviamente. Cara: sei un tesoro di mammina e la vicina più dolce che abbia mai avuto! Ormai scopiamo con regolarità, Almeno una volta nel mezzo della settimana, quando lui è di sicuro lontano da casa almeno cento chilometri o per i soliti due-tre giorni di seguito. Mi allatti sempre ed è una cosa che mi piace da morire, un tuo vezzo dolcissimo per me. Poi mi accogli in culo senza lamentarti o in bocca con gran gioia. Quando vengo mi ingoi che è un vero piacere. Ti chiedo: “la vuoi la mia sborra?” E tu, staccandoti un attimo rispondi: “si… fammene bere tanta!” Non penso di aver mai prodotto tanto seme come da quando ti conosco. In queste poche settimane penso di aver sborrato più di quanto abbia mai fatto in undici anni di matrimonio. Ci si aiuta a vicenda, quindi. Se posso, quando sono libero dal lavoro ti reggo il bambino mentre esci per la spesa o magari per distrarti un attimo. In compenso, tu a volte mi prepari deliziosi manicaretti. Con tuo marito siamo sempre grandi amici, ovviamente. Adoro vedervi la domenica mattina andare in chiesa: tu rilassata, soddisfatta e vestita in modo molto castigato. Lui felice, col bimbo in carrozzina e la donna più onesta, pura e fedele del mondo al suo braccio. Farebbe di tutto per te, difenderebbe il tuo onore da chiunque osasse mancarti di rispetto o solo pensare a toccarti. Vi adoro! Quando si dice avere rapporti di buon vicinato!
RDA
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Marco era nella sua camera quando ricevette la chiamata.
Era pomeriggio e quegli idioti dei suoi amici si erano autoinvitati nel suo appartamento con la scusa di voler studiare tutti insieme per l’esame di Astrofisica Stellare. Nel momento in cui Andrea e Lorenzo si erano presentati alla sua porta con dodici bottiglie di Ichnusa, Marco aveva capito che un pomeriggio di studio sui processi di cattura neutronica non era mai stato nei piani di quegli imbecilli dei suoi compagni di corso.
Aveva provato a sbattergli la porta in faccia, eccome se lo aveva fatto, ma Tamara era stata più svelta ed era sgattaiolata all’interno dell’appartamento stringendo tra le braccia due pacchi di patatine alla paprika. Marco si era distratto solo due secondi per cercare di bloccarla mentre correva verso la cucina, ma Azzurra ne aveva approfittato per spalancare la porta d’ingresso ed entrare con Andrea e Lorenzo al seguito.
“Levatevi dalle palle, devo studiare”.
“Suona come un tuo problema” gli aveva risposto Andrea mentre toglieva dal frigo le bottiglie d’acqua per fare posto alla birra.
“È sabato” Tamara gli si era parata davanti, le mani premute sui fianchi e i grandi occhi neri intenti a fissarlo con decisione. “Ti proibisco di studiare”.
E Marco aveva ceduto. Cedeva sempre quando si trattava di Tamara.
Stava giocando alla PlayStation, impegnato in una partita di Smash Bros contro Andrea che gli sedeva a fianco sul pavimento della camera. Alle sue spalle Tamara parlava entusiasta di qualcosa e Azzurra la incitava a continuare offrendo qualche commento sporadico. Erano sedute sul letto. Marco le aveva detto di non farlo.
Era così concentrato sullo schermo della televisione che non aveva nemmeno sentito il suo telefono squillare la prima volta.
“Marco, ti stanno chiamando” gli disse Tamara.
“Lascialo suonare”.
“Sicuro? È tuo padre”.
“Se è urgente richiamerà”.
Il padre di Marco lo chiamò altre due volte prima di ricevere risposta.
“Pronto” rispose, ma dall’altra parte della linea sentì solo un rumore di respiri profondi e controllati. “Oh pa’, ci sei? Mi chiami tre volte per non dire un cazzo?”
“Marco” la voce di suo padre era solo un sussurro. Marco sentì lo stomaco chiudersi, le sue interiora strisciare a disagio all’interno della pancia.
“Cos’è successo?”
Davanti a lui, alla sedia della scrivania, Lorenzo alzò lo sguardo dal telefono e fece cenno ad Andrea di spegnere la Play. La musica del gioco smise di suonare e il resto della stanza cadde nel silenzio. Anche Tamara aveva smesso di parlare.
“Tua madre...” cominciò suo padre, ma la voce gli si ruppe e tutto ciò che Marco sentì dopo non furono altro che parole sconnesse strozzate dal pianto.
La forza di gravità perse la presa intorno alle sue caviglie.
“Stava tornando a casa”.
Marco cadde; cadde in caduta libera.
“Un camion”.
Stava volando. In alto, sopra l’atmosfera.
“I soccorsi sono arrivati subito, ma non...”
Era nell’ozonosfera e stava bruciando. Si stava disintegrando, pronto a scomparire. Ogni prova della sua esistenza sulla Terra stava svanendo nel nulla.
“Marco,” un respiro profondo, un’eternità di silenzio: “non ce l’ha fatta”.
La voce di suo padre cedette a un pianto incontrollato. Marco non potè fare altro che restare in linea, ascoltare gli orribili suoni di suo padre e fissare il poster appeso alla parete azzurra sul fondo alla camera: un anello di luce rossa immerso nel buio nero, l’ombra del buco nero supermassiccio al centro della galassia Messier 87.
Un fenomeno assurdo, i buchi neri. Nascono soltanto dalle stelle più grandi, da quelle che hanno bruciato più intensamente, fino a dieci volte più del Sole. Quando una super stella muore, implode su se stessa, tutta la sua massa viene risucchiata al centro. Non esiste alcuna forza in grado di contrastare la gravità di un buco nero: qualunque cosa viene attirata al suo interno, persino la luce.
“Ok” disse Marco. Con la coda dell’occhio vide Andrea spegnere la televisione, Lorenzo si era spostato sul letto e stava sussurrando qualcosa all’orecchio di Azzurra. Tamara si avvicinò a Marco con il passo muto delle calze sul parquet.
“Puoi tornare a casa?” gli chiese suo padre.
“Ok”.
Quando riattaccò, Marco non si mosse. L’iride incandescente del buco nero continuava a fissarlo dal fondo della stanza.
"Marco?"
Tamara gli mise una mano sulla spalla. In un’altra occasione, con qualunque altra persona, Marco si sarebbe liberato di quel tocco scuotendo malamente il braccio. In quel momento, però, non riusciva a sentire il tocco di Tamara sopra la maglietta. Non riusciva a sentire niente.
"Cosa dice tuo padre?"
Distolse lo sguardo dal poster e lo puntò su Tamara, occhi neri lo fissarono attenti sotto all’ordinata frangia rossa. Gli erano sempre piaciuti i capelli di Tamara: lisci, morbidi e rossi. Gli ricordavano l’ombra del buco nero.
Scostò la mano di Tamara e uscì dalla stanza. Attraversò il corridoio ed entrò in cucina. Aprì la credenza, prese un bicchiere e si versò dell’acqua.
"Oi, bro’".
Andrea prese dei bicchieri dall'armadietto vicino al frigo, oltre a Marco era l’unico abbastanza alto da arrivarci senza doversi alzare in punta di piedi. Gli lanciava delle occhiate veloci distogliendo lo sguardo appena incrociava quello immobile di Marco.
Una presa intorno al polso attirò la sua attenzione. Una mano pallida con le unghie dipinte di nero lo stringeva delicatamente. Di solito era Azzurra quella con le unghie nere.
"Marco, è successo qualcosa?"
Sì, era Azzurra quella davanti a lui. Un liscio caschetto nero, eyeliner e ombretto nero, un corpo minuto stretto in vita da un braccio muscoloso ricoperto di tatuaggi.
"Bro', mi stai preoccupando" gli disse Lorenzo che posò il mento sulla nuca della sua ragazza. Azzurra odiava quel vizio del suo fidanzato, ripeteva sempre che la faceva sentire bassa, eppure non si scostò.
Tamara era silenziosa di fianco ad Azzurra. Un miracolo dato che, da quando l’aveva conosciuta, Marco l’aveva sentita tacere solamente le volte in cui si era addormentata durante le lezioni di Fisica Generale.
“Marco, perchè hai preso una tazza?”
Fra le mani, Marco stringeva una tazza chiaramente fatta a mano. Aveva una forma per nulla omogenea, piena di curve e rigonfiamenti che nessun negozio degno di tale nome avrebbe mai pensato di mettere in vendita. Lo smalto blu era venuto via nella parte in cui il manico si attaccava alla tazza, scoprendo la ceramica marrone sotto allo strato di colore. Disegnate con il bianco c’erano due figure, puntini collegati tra di loro con delle linee sottili: la costellazione del toro e quella del leone, il segno zodiacale di sua madre insieme a quello di Marco e suo padre.
La madre di Marco aveva avuto un periodo di fissazione per la ceramica qualche anno prima. Per il suo sessantesimo compleanno aveva chiesto in regalo tutti gli strumenti necessari: aghi di ogni forma, formine di tutti i tipi e persino un tornio, perchè: “senza tornio qual è il bello della ceramica?”. Il padre di Marco le aveva regalato tutto, incapace di dirle di no anche una singola volta. Anche quando gli aveva chiesto di imitare la famosa scena di Ghost, il padre di Marco aveva assecondato la moglie alzando gli occhi al cielo e nascondendo a stento un sorriso sotto ai baffi grigi.
La tazza con le costellazioni era stato uno dei primi esperimenti di sua madre. Gliel’aveva regalata quando Marco era stato ammesso al corso di Astronomia dicendo che, anche se non era perfetta, quello era un giorno troppo importante per non essere commemorato da un regalo. Era l’unico ricordo di sua madre che Marco si era portato nella nuova casa.
“Marco”.
La voce di Tamara lo riportò al presente all’improvviso, facendolo sussultare per la sorpresa. Lo smalto liscio scivolò contro i polpastrelli di Marco e la tazza cadde, atterrando sulle piastrelle bianche del pavimento con l’inconfondibile suono di qualcosa che si rompe e si frammenta in mille pezzi.
Tamara imprecò sottovoce e si chinò per raccogliere i cocci più grandi.
“Mia madre è morta”.
Per un secondo non riconobbe nemmeno la sua stessa voce. Per un minuscolo secondo, si chiese se si fosse immaginato di aver parlato. Perchè, se lo aveva solo immaginato, allora aveva solo sognato di essere entrato in cucina, di essere stato in camera con i suoi amici, di aver parlato al telefono con suo padre…
Ma no. La tazza, quello che ne rimaneva, se ne stava a pezzi sul pavimento. Cocci blu erano volati fino a sotto al tavolo, infilandosi tra le fughe delle piastrelle. Non aveva immaginato nulla.
Un braccio gli cinse la vita e Tamara lo abbracciò premendo il viso contro il suo petto, capelli rossi gli sfiorarono la barba che non aveva avuto il tempo di rasare quella mattina.
“Mi dispiace” gli disse piano. “Mi dispiace tantissimo”.
Gli altri gli si avvicinarono con cura e lo strinsero delicatamente nello stesso abbraccio. Andrea gli circondò le spalle, Lorenzo gli accarezzò la schiena e Azzurra premette la fronte contro il suo braccio.
“Tam,” lei gli strinse le braccia intorno alla vita: “perchè non riesco a piangere?”
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2020 Olympics Italy Roster
Diving
Lorenzo Marsaglia (Rome)
Giovanni Tocci (Cosenza)
Noemi Batki (Trieste)
Sarah Jodoin-Di Maria (Rome)
Elena Bertocchi (Rome)
Chiara Pellacani (Rome)
Gymnastics
Ludovico Edalli (Busto Arsizio)
Marco Lodadio (Frascati)
Alice D’Amato (Genoa)
Asia D’Amato (Genoa)
Vanessa Ferrari (Genivolta)
Martina Maggio (Villasanta)
Lara Mori (Montevarchi)
Alexandra Agiurgiuculese (Udine)
Milie Baldassarri (Ravena)
Alessia Maurelli (Rivoli)
Martina Centofanti (Rome)
Martina Santandrea (Bentivoglio)
Agnese Duranti (Spoleto)
Daniela Mogurean (Padua)
Karate
Angelo Crescenzo (Sarno)
Luigi Busà (Avola)
Mattia Busato (Mirano)
Viviana Bottaro (Rome)
Silvia Semeraro (Faggiano)
Pentathlon
Elena Micheli (Rome)
Alice Sotero (Asti)
Sailing
Giulio Calabrò (Rome)
Giacomo Ferrari (Rome)
Mattia Camboni (Rome)
Ruggero Tita (Rovereto)
Bianca Caruso (Rome)
Caterina Banti (Rome)
Silvia Zennaro (Chioggia)
Elena Berta (Rome)
Marta Maggetti (Cagliari)
Shooting
Tammaro Cassandro (Capua)
Gabriele Rossetti (Florence)
Lorenzo Bacci (Firenze)
Tommaso Chelli (Livorno)
Mauro De Filippis (Taranto)
Marco De Nicolo (Legnano)
Ricardo Mazzetti (Busto Arsizio)
Paolo Monna (Fasano)
Marco Suppini (Porretta Terme)
Diana Bacosi (Città Della Pieve)
Chiara Cainero (Udine)
Sofia Ceccarello (Lugo)
Jessica Rossi (Cento)
Silvana Stanco (Winterthur, Switzerland)
Softball
Alexia Lacatena (Byram Township, New Jersey)
Ilaria Cacciamani (Macerta)
Greta Cecchetti (Bollate)
Elisa Cecchetti (Bollate)
Marta Gasparotto (Monfalcone)
Erika Piancastelli (Carlsbad, California)
Andrea Filler (Ft. Wayne, Indiana)
Amanda Fama (Anaheim, California)
Giulia Longhi (Bussolengo)
Andrea Howard (Albuquerque, New Mexico)
Emily Carosone (Orlando, Florida)
Giulia Koutsoyanopoulos (Mission Viejo, California)
Fabrizia Marrone (Bussolengo)
Laura Vigna (Chieri)
Beatrice Ricchi (Rimini)
Climbing
Ludovico Fossali (Vignola)
Michael Piccolruaz (Bolzano)
Laura Rogora (Rome)
Swimming
Alberto Razzetti (Lavagna)
Federico Burdisso (Pavia)
Thomas Ceccon (Thiene)
Marco De Tullio (Bari)
Gabriele Detti (Livorno)
Nicolò Martinenghi (Varese)
Gregorio Paltrinieri (Carpi)
Mario Sanzullo (Massa Di Somma)
Domenico Acerenza (Potenza)
Stefano Ballo (Bolzano)
Giacomo Carini (Piacenza)
Santo Condorelli (Lake Oswego, Oregon)
Stefano Di Cola (San Benedetto Del Tronto)
Pier Matteazzi (Veneto)
Alessandro Miressi (Turin)
Federico Poggio (Voghera)
Matteo Restivo (Udine)
Simon Sabbioni (Rimini)
Lorenzo Zazzeri (Florence)
Manuel Frigo (Cittadella)
Matteo Ciampi (Rome)
Filippo Megli (Florence)
Rachele Bruni (Florence)
Martina Caramignoli (Rieti)
Martina Carraro (Genoa)
Sara Franceschi (Livorno)
Margherita Panziera (Montebelluna)
Federica Pellegrini (Mirano)
Benedetta Pilato (Taranto)
Simona Quadarella (Rome)
Ilaria Bianchi (Castel San Pietro Terme)
Ilaria Cusinato (Cittadella)
Elena Di Liddo (Bisceglie)
Francesca Fangio (Livorno)
Anna Mascolo (Florence)
Stefania Pirozzi (Benevento)
Giulia Vetrano (Turin)
Arianna Castiglioni (Busto Arsizio)
Linda Cerruti (Savona)
Costanza Ferro (Genoa)
Beatrice Callegari (Castelfranco Veneto)
Domiziana Cavanna (Pietra Ligure)
Francesca Deidda (Cagliari)
Costanza Di Camillo (Rome)
Gemma Galli (Melzo)
Enrica Piccoli (Castelfranco Veneto)
Taekwondo
Vito Dell’Aquila (Mesagne)
Simon Alessio (Livorno)
Wrestling
Frank Chamizo (Rome)
Abraham Conyedo (Rome)
Archery
Mauro Nespoli (Voghera)
Tatiana Andreoli (Venaria Reale)
Lucilla Boari (Mantua)
Chiara Rebagliati (Savona)
Athletics
Lamont Jacobs; Jr. (Rome)
Filippo Tortu (Milan)
Eseosa Desalu (Casalmaggiore)
Antonio Infantino (London, U.K.)
Davide Re (Milan)
Edoardo Scotti (Lodi)
Yeman Crippa (Trento)
Paolo Dal Molin (Belluno)
Hassane Fofana (Gavardo)
Alessandro Sibilio (Naples)
Amed Abdelwahed (Rome)
Ala Zoghlami (Palermo)
Osama Zoghlami (Palermo)
Lorenzo Patta (Oristano)
Vladimir Aceti (Giussano)
Yassine El Fathaouli (Belfaa, Morocco)
Eyob Faniel (Bassano Del Grappa)
Yassine Rachik (Casablanca, Morocco)
Francesco Fortunato (Andria)
Massimo Stano (Palo Del Colle)
Federico Tontodonati (Turin)
Andrea Agrusti (Sassari)
Teodorico Caporaso (Benevento)
Marco De Luca (Rome)
Filippo Randazzo (Cattagirone)
Tobia Bocchi (Parma)
Andrea Dallavalle (Piacenza)
Chiebuke Ihemeje (Verdellino)
Stefano Sottile (Borgosesia)
Gianmarco Tamberi (Civitanova Marche)
Claudio Stecchi (Bagno A Ripoli)
Leonardo Fabbri (Bagno A Ripoli)
Nick Ponzio (San Diego, California)
Zane Weir (Westville, South Africa)
Giovanni Faloci (Umbertide)
Anna Bongiorni (Pisa)
Vittoria Fontana (Gallarate)
Gloria Hooper (Villafranca Di Verona)
Dalia Kaddari (Cagliari)
Elena Bellò (Schio)
Federica Del Buono (Vicenza)
Gaia Sabbatini (Teramo)
Nadia Battocletti (Cles)
Luminosa Bogliolo (Albenga)
Elisa Di Lazzaro (Trieste)
Eleonara Marchiando (Aosta)
Linda Olivieri (Turin)
Yadis Matrone (Sicignano Degli Alburni)
Zaynab Dosso (Rome)
Johanelis Herrera (Vicenza)
Irene Siragusa (Poggibonsi)
Rebecca Borga (Treviso)
Maria Chigbolu (Rome)
Ayomide Folorunso (Fidenza)
Raphaela Lukudo (Modena)
Alice Mangione (Niscemi)
Petra Nardelli (Bolzano)
Anna Polinari (Verona)
Gia Butler (Los Angeles, California)
Giovanna Epis (Venice)
Eleonora Giorgi (Milan)
Antonella Palmisano (Mottola)
Valentina Trapletti (Magenta)
Dariya Derkach (Pagani)
Alessia Trost (Pordenone)
Elena Vallortigara (Schio)
Roberta Bruni (Rome)
Elisa Molinarolo (Soave)
Daisy Osakue (Turin)
Sara Fantini (Fidenza)
Basketball
Marco Spissu (Sassari)
Nicco Mannion (Phoenix, Arizona)
Stefano Tonut (Cantù)
Danilo Gallinari (Sant’Angelo Lodigiano)
Nicolò Melli (Reggio Emilia)
Simon Fontecchio (Pescara)
Amedeo Tessitori (Pisa)
Giampaolo Ricci (Rome)
Riccardo Moraschini (Cento)
Michel Vitali (Bologna)
Achille Polonara (Ancona)
Alessandro Pajola (Ancona)
Chiara Consolini (Peschiara Del Garda)
Rae D’Alie (Waterford, Wisconsin)
Marcella Filippi (Bergamo)
Giulia Rulli (Rome)
Boxing
Giordana Sorrentino (Rome)
Irma Testa (Torre Annunziata)
Rebecca Nicoli (Nicoli)
Angela Carini (Naples)
Canoeing
Giovanni De Gennaro (Brescia)
Manfredi Rizza (Pavia)
Luca Beccaro (Monsélice)
Samuele Burgo (Siracusa)
Marta Bertoncelli (Ferrara)
Stefi De Gennaro (Brescia)
Francesca Genzo (Trieste)
Cycling
Alberto Bettiol (Castelfiorentino)
Damiano Caruso (Ragusa)
Giulio Ciccone (Chieti)
Filippo Ganna (Verbania)
Gianni Moscon (Trento)
Vincenzo Nibali (Messina)
Simon Consonni (Ponte San Pietro)
Francesco Lamon (Mirano)
Jonathan Milan (Tolmezzo)
Elia Viviani (Isola Della Scala)
Luca Braidot (Gorizia)
Nadir Colledani (San Daniele Del Friuli)
Gerhard Kerschbaumer (Bressanone)
Giacomo Fantoni (Zevio)
Marta Bastianelli (Velletri)
Marta Cavalli (Cremona)
Elisa Longo-Borghini (Ornavasso)
Soraya Paladin (Treviso)
Martina Alzini (Legnano)
Rachele Barbieri (Pavullo Nel Frignano)
Martina Fidanza (Ponte San Pietro)
Vittoria Guazzini (Pontedera)
Letizia Paternoster (Cles)
Elisa Balsamo (Cuneo)
Eva Lechner (Bolzano)
Equestrian
Francesco Zaza (Monza)
Emmanuele Guadiano (Matera)
Susanna Bordone (Milan)
Vittoria Panizzon (Rome)
Arianna Schivo (Turin)
Fencing
Marco Fichera (Acireale)
Enrico Garozzo (Catannia)
Andrea Santarelli (Foligno)
Gabriele Cimini (Pisa)
Andrea Cassarà (Passirano)
Alessio Foconi (Rome)
Daniel Garozzo (Acireale)
Giorgio Avola (Modica)
Enrico Berrè (Rome)
Luca Curatoli (Naples)
Luigi Samele (Foggia)
Aldo Montano (Livorno)
Rossella Fiamingo (Catania)
Federica Isola (Milan)
Mara Navarria (Carlino)
Alberta Santuccio (Catania)
Martina Batini (Pisa)
Arianna Errigo (Monza)
Alice Volpi (Siena)
Erica Cipressa (Mirano)
Martina Criscio (Foggia)
Rossella Gregorio (Salerno)
Irene Vecchi (Livorno)
Michela Battiston (Palmanova)
Golf
Guido Migliozzi (Vicenza)
Renato Paratore (Rome)
Giulia Molinaro (Camposampiero)
Lucrezia Colombotto-Rosso (Monte Carlo, Monaco)
Judo
Manuel Lombardo (Turin)
Fabio Basile (Rivoli)
Christian Parlati (Naples)
Nicholas Mungai (Pistoia)
Francesca Milani (Rome)
Odette Giuffrida (Rome)
Maria Centracchio (Castel Di Sangro)
Alice Bellandi (Brescia)
Rowing
Gennaro Di Mauro (Massa Di Somma)
Giovanni Abagnale (Gragnano)
Marco Di Costanzo (Naples)
Stefano Oppo (Oristano)
Pietro Ruta (Gravedona)
Matteo Castaldo (Naples)
Matteo Lodo (Terracina)
Bruno Rosetti (Ravenna)
Giuseppe Vicino (Naples)
Giacomo Gentili (Cremona)
Andrea Panizza (Lecco)
Luca Rambaldi (Ferrara)
Simon Venier (Latina)
Aisha Rocek (Erba)
Kiri Tontodonati (Genoa)
Chiara Ondoli (Cittiglio)
Alessandra Patelli (Conegliano)
Federica Cesarini (Cittiglio)
Valentina Rodini (Cremona)
Stefania Gobbi (Padua)
Valentina Iseppi (Gavardo)
Veronica Lisi (Padua)
Alessandra Montesano (Cassalmaggiore)
Skateboarding
Ivan Federico (Cirié)
Alessandro Mazzara (Erice)
Asia Lanzi (Bologna)
Surfing
Leonardo Fioravanti (Rome)
Table Tennis
Debora Vivarelli (Bolzano)
Tennis
Fabio Fognini (Arma Di Taggia)
Lorenzo Sonego (Turin)
Lorenzo Musetti (Monte Carlo, Monaco)
Camila Giorgi (Tirrenia)
Jasmine Paolini (Bagni Di Lucca)
Sara Errani (Bologna)
Triathlon
Gianluca Pozzatti (Trento)
Delian Stateff (Rome)
Alice Betto (Cavaria)
Angelica Olmo (Pavia)
Verena Steinhauser (Brixen)
Volleyball
Daniel Lupo (Rome)
Paolo Nicolai (Ortona)
Adrian Carambula (Rome)
Enrico Rossi (Cesenatico)
Jiří Kovář (Civitanova Marche)
Luca Vettori (Parma)
Osmany Juantorena (Trento)
Simon Giannelli (Bolzano)
Ivan Zaytsev (Spoleto)
Matteo Piano (Asti)
Massimo Colaci (Gagliano Del Capo)
Gianluca Galassi (Trento)
Riccardo Sbertoli (Milan)
Simon Anzani (Como)
Alessandro Michieletto (Desenzano Del Garda)
Daniel Lavia (Cariati)
Marta Menegatti (Rovigo)
Viktoria Orsi-Toth (Santeramo In Colle)
Indre Sorokaite (Kariya, Japan)
Ofelia Malinov (Bergamo)
Monica De Gennaro (Piano Di Sorrento)
Raphaela Folie (Bolzano)
Alessia Orro (Oristano)
Caterina Bosetti (Busto Arsizio)
Cristina Chirichella (Naples)
Anna Danesi (Brescia)
Sarah Fahr (Piombino)
Elena Pietrini (Imola)
Miriam Sylla (Palermo)
Paola Egonu (Cittadella)
Water Polo
Marco Del Lungo (Tarquinia)
Francesco Di Fulvio (Pescara)
Stefano Luongo (Chiavari)
Pietro Figlioli (Albany Creek, Australia)
Nicholas Presciutti (Rome)
Alessandro Velotto (Naples)
Vincenzo Renzuto-Iodice (Naples)
Gonzalo Echenique (Rosario, Argentina)
Niccolò Figari (Genoa)
Michaël Bodegas (La-Seyne-Sur-Mer, France)
Matteo Aicardi (Finale Ligure)
Vincenzo Dulce (Brescia)
Gianmarco Nicosia (Busto Arisizio)
Weightlifting
Davide Ruiu (Sassari)
Mirko Zanni (Podenone)
Antonino Pizzolato (Castelvetrano)
Maria Alemanno (Galatina)
Giorgia Bordignon (Gallarate)
#Sports#National Teams#Italy#Fights#Races#Boats#Pennsylvania#Florida#New Mexico#Switzerland#New Jersey#Indiana#Oregon#U.K.#Morocco#South Africa#Basketball#Arizona#Wisconsin#Boxing#Animals#Golf#Monaco#Tennis#Japan#Australia#Argentina#France
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Fiaba del frigo.
Marco Cazzato
Illustrazione.
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Alcuni fatti poco conosciuti sull'estate
- fino al 1423 l'estate iniziava il 24 novembre e finiva il secondo mercoledì di febbraio; fu Papa Martino V, con la sua bolla "Aestas cum nobis", a spostarla al periodo attuale;
- sotto l'imperatore Marco Aurelio Antonino Augusto, meglio noto come Maaa... niente, d'estate era proibito sudare; chiunque venisse colto a farlo era condannato a una pena di frustate XXX (spettacolo non adatto ai minori);
- per via dell'assonanza col famoso Estathé, durante un comizio elettorale per le regionali in Abruzzo del 1985 Achille Occhetto confuse la stagione con la bevanda, provocando l'indignazione dei circoli del PCI di Scurcola Marsicana, Corcumello e Tagliacozzo;
- l'estate confina a est con la primavera, a ovest con l'autunno, a nord col polo nord e a sud col polo Ralph Lauren;
- l'estate più calda è stata quella del 239455 a.C., in cui a Asgltejvmhhhk (attuale Budrio) si registrò una temperatura massima di 916 gradi Celsius; il dato però non è considerato attendibile per via della strumentazione preistorica dell'epoca;
- d'estate i pinguini reali migrano dallo scomparto frigo allo scomparto freezer;
- uno degli incidenti più diffusi nel periodo estivo è la caduta nei frigoriferi a pozzetto;
- Renato Pozzetto è un famoso amante dell'estate;
- se si ascolta al contrario "E la chiamano estate" di Bruno Martino inizia subito l'inverno, senza passare per la primavera (è successo nel 1956);
- Donna Summer è stata in causa con l'estate per oltre vent'anni per violazione del copyright;
- grazie alla prolungata esposizione solare, d'estate si verifica spesso il fenomeno delle repliche dei film di Totò su Rete4;
- quando nell'emisfero boreale è estate, nell'emisfero australe sono le cinque e venti; quando nell'emisfero australe è estate, nell'emisfero boreale pensano tutti "Che culo che da loro è estate";
- in Sri Lanka d'estate sulle autostrade si abbandonano i varani giganti;
- i Testimoni di Geova d'estate non possono scambiarsi bevande fresche, d'inverno non ne hanno bisogno;
- a San Giacomo del Coricato (RS) nel 2003 è stata eretta una statua a forma di insalata di riso per omaggiare l'estate; la statua è stata abbattuta da una folla indignata pochi giorni fa.
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Marco e Giada hanno la giungla
“Se non fosse che ci siamo dentro dalla testa ai piedi, ci proverei quasi gusto” le diceva Marco tutto stretto e attorcigliato su di lei.
I due stavano sprofondando nelle sabbie mobili, con la bocca ancora sporca delle briciole del dolce. Sono cose che fanno riflettere queste, perché nessuno realizza davvero che fuori di casa il mondo è affamato. Persino la terra lo è.
Costruire una casa nel fitto di una foresta tropicale afosa è un’assurdità. Ma non è esattamente quel tipo di delirio che penseresti di poter realizzare per amore?
I due erano partiti una mattina presto da un paesino in provincia di Bologna che si chiama Medicina. Lui si era appena fatto la barba, lei aveva lo smalto rosa. Avevano detto addio al mondo con un bigliettino appiccicato sul frigo di casa.
Il problema dei sogni troppo grandi è che basta un minimo soffio per farli gonfiare come paracaduti. Poi è impossibile tornare a terra e si è costretti ad aspettare l’urto.
Ci avevano messo due anni, i due, prima di capire che cosa volessero dal mondo. Fu lei a decidere che era la giungla il posto loro. Si era tagliata i capelli con le forbici e gli aveva chiesto di chiamarla Giada.
Lui non sapeva nulla di quel tarlo che le abitava la testa. Era stato l’unico dono sbagliato di un corredo genetico di tutto rispetto.
Per trovare i soldi Marco aveva iniziato a prostituirsi. Si metteva all’angolo delle strade di un paese paese di periferia. Stringeva quel che rimaneva del suo culo muscoloso da calciatore in un paio di pantaloni strettissimi e aspettava.
Poche volte gli era capitato di incontrare donne e, nella maggior parte dei casi, gli erano sembrate membri di qualche organizzazione di recupero. Ma lui non voleva essere salvato, voleva la giungla.
Allora aspettava che arrivassero gli anziani. Quindi si leccava le labbra e si passava una mano sulle cosce, come per lucidarle. Ogni sera si trovava ad affondare la testa nel pube di un uomo che poteva essere suo padre.
Quel giorno i due erano sporchi, pieni di pulci ma finalmente felici. Si abbracciavano perché era il loro anniversario, che avevano deciso di far coincidere con le date di entrambi i compleanni.
Un piede nel posto sbagliato e la crostata di mele prendeva il volo, lanciata dalle braccia impaurite di Giada. Mentre lui affondava nella fanghiglia, lei si spogliava.
Nuda come una bambina si tuffava nella trappola e lo baciava appassionata come mai. E a lui andava bene così perché almeno avevano avuto la giungla.
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