Tumgik
#marcire
mostro-rotto · 3 months
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La mia psicologa mi ha detto: "Il motivo per cui sei a letto a marcire ogni giorno, non rispondi ai messaggi e non vuoi mai uscire di casa è perché sei bloccato nell "freezing" dopo aver vissuto con un livello di stress estremo, e adesso il tuo cervello si sente dissociato dal tuo corpo, quindi anche il più semplice dei compiti ora ti sembra opprimente"
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ross-nekochan · 3 months
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Un dollaro ha raggiunto di nuovo dopo 35 anni il valore di 164¥.
Che sono venuta a fare in Giappone? A fare la povera a casa mia.
I giapponesi piangono come bambini perché, poverini, ora non possono fare viaggi all'estero (quando non ne hanno mai fatto dato che 1. Giappone sempre the best 2. Non hanno manco le ferie per piangere, figuriamoci per fare le vacanze all'estero) e non possono comprare la roba importata (tanto segretamente made in Japan è comunque sempre il prodotto migliore). Poveri veramente.
Chi viene a fare viaggi o permanenza temporanea gioisce.
Noi stranieri che abitiamo qua in pianta stabile invece manco possiamo tornare a casa e goderci le vacanze, ma tanto a loro che cazzo gliene fotte.
Prima sono disperati come la merda perché non hanno forza lavoro per mantenersi e poi quando vedono gli scemi che vengono pure ad abitare qui e a farsi una vita, mica li prendono in considerazione, macchè. Tanto sti stronzi pure se un altro po' superano la stessa popolazione giapponese mica possono votare e toglierci la poltrona, eheh. A loro serve solo che paghiamo le tasse e che rispettiamo la loro "cultura" perché oh guai se non la rispetti, guai se rompi il nostro amato 和 (wa), l'armonia (di sto cazzo) che tutto il mondo ci invidia, perché pure se wa implica che ti devi ammazzare di lavoro, tu ti devi stare zitto e rispettare la nostra cultura sennò sei uno scostumato gaijin di merda.
Quindi, dicevamo, questi ci servono solo per lavorare internamente per farci sopravvivere quindi non l'alziamo st'inflazione altrimenti poi il settore turistico ne risente e la gente dall'estero non viene più a spendere i soldi da noi. Ah poi dici che il potere di acquisto dei nostri cittadini si abbassa troppo? Eeeeeeh oh che ci possiamo fa, non abbiamo proprio altra scelta, stringono i denti, tanto questi mica fanno una manifestazione per strada per lamentarsi un po' ma figurati!
35年ぶりに1ドルは160円。
何をここに来ていただろう。自分の国で貧しくなるため?
大変人材不足の日本は自分の国民だけではなく、ここに住む外国人の為になんことでもやってない。マジで乱暴して欲しいけど、そうすると日本の「和」がなくなるからありえないだもんね。
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zucch9 · 2 months
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MarsLogic-Jonalex-come c𝘢zzo si chiama😭😭
𝘱𝘰𝘴𝘵 𝘵𝘪𝘮𝘦𝘴𝘬𝘪𝘱
Alexander era ai fornelli, preparando la cena per se e il suo ragazzo, che, a giudicare dal rumore dell getto della doccia che veniva spento, aveva appena finito di lavarsi. Erano quasi tre anni che vivevano insieme, dopo aver passato tre ulteriori anni a lavorare part time per pagare spese universitarie e racimolare abbastanza soldi per trovare una casa e lasciare il vecchio e minuscolo appartamento che avevano trovato subito dopo il loro 𝘈𝘣𝘪𝘵𝘶𝘳.
Alexander aveva ormai abbandonato il mondo del calcio, a differenza di altri compagni come Peter, Theodore, o Jonas, che avevano intrapreso una carriera calcistica da professionisti, per poi proseguire su quel percorso. Nonostante fosse felice della sua scelta di studiare, ogni tanto si chiedeva comunque come sarebbe stato poter giocare come professionista, se solamente il mondo del calcio a livello agonistico non fosse ancora così chiuso e retrogrado.
I suoi pensieri vennero interrotti dallo scricchiolio delle scale, seguiti poi dai passi scalzi e ben conosciuti del compagno, che non esitò a posizionarsi dietro di lui, appoggiando il petto alla sua schiena e abbracciarlo mollemente dalla vita per non intralciare la mobilità del ragazzo ai fornelli.
Il ragazzo sorrise, sentendo l'umidità dell'asciugamano sulla spalla. Si rigirò nell'abbraccio prendendo a coppa le guance dell'albino, e accarezzandole con i pollici.
Si prese un secondo per ammirare il fidanzato: da tempo ormai aveva smesso di nascondere l'occhio ci cieco quando si trovava insieme a lui o ai suoi amici più stretti, lasciando il viso molto più scoperto e accontentandosi di una semplice triangolare benda nera in pubblico.
"Ti ho detto almeno mille volte che voglio ti asciughi i capelli quando fai la doccia" disse il più basso, passando una mano tra le ciocche chiare del compagno "Non è che grondino d'acqua, su" "Lo vedo, ma comunque non è un buon motivo per girare coi capelli umidi per casa" lo rimbeccò. "Comunque, va ad apparecchiare, qua è quasi pronto".
Senza una parola il polacco ubbidì, non prima di aver rubato un bacio a fior di labbra al più basso. "Ai suoi ordini capitano." mormorò avvicinandosi alla credenza, non riuscendo a trattenere uno sbuffo divertito quando Alexander borbottò uno "Ti ho sentito eh!".
Jonas apparecchiò la tavola, e appena finì di mettere l'acqua in tavola Alexander arrivò con un tegame e un cucchiaio. Iniziarono a mangiare in un silenzio confortante prima che l'albino lo spezzasse con un "Sai chi mi ha chiamato appena entrato in università? Max". "Ah si? Che diceva?" chiese Alexander.
"Ha appena ristrutturato il locale di famiglia, e vorrebbe invitarci all'inaugurazione il mese prossimo. Ha detto anche che molti hanno già detto che verranno, addirittura Theo è riuscito a trovare un po' di spazio per venire".
"Anche lui? Beh, come biasimarlo, è da prima di carnevale che non torna a casa. Sarà comunque un'occasione per incontrarci ancora, è passato veramente del tempo dall'ultima volta che ci siamo visti tutti" dopo il FFI, quando la squadra ormai iniziava a sciogliersi, e nonostante tutti avessero preso strade diverse, erano comunque rimasti in contatto negli anni e cercavano comunque di riunirsi tutti insieme, per quanto fosse possibile per i vari impegni.
"Che ne dici?" chiese l'albino "Io in università non ho esami per il momento, e penso che agli allenamenti mi daranno un giorno di permesso per andare a Francoforte" "Nemmeno io. Quindi dopo lo chiamo per dirgli che ci saremo?" "Facciamo domani, conoscendolo, quante probabilità ci sono che risponda a quest'ora? " rifletté Alek "Giusta osservazione".
Dopo aver finito di sparecchiare si sistemarono sul divano e aprirono Netflix "Se ti addormenti anche stavolta a metà film ti giuro che ti lascio sul divano stanotte." ammonì Jonas, anche se erano parole al vento, tutti e due sapevano bene che non sarebbe riuscito a farlo dormire sul divano nemmeno sotto minaccia.
"Non mi addormento sta volta, e se fosse comunque non lo faresti, mi ami troppoo." canticchiò Alexander, aprendo una birra e prendendone un sorso, per poi appoggiarsi allo schienale del divano affianco al fidanzato.
"No, non mi addormento sta volta" Pensava Jonas, quando, un ora dopo il ragazzo accanto a lui era crollato sulla sua spalla nel bel mezzo di Harry Potter e la Camera dei Segreti.
Sospirò e baciò la testa del compagno, che si sciolse ancora di più al suo fianco. Spense la televisione e lo scosse dolcemente "Alek, andiamo a letto, su." il verde mormorò qualcosa per poi tornare a bearsi della foschia del sonno. "Ale, su, non ti lascio qua sul divano, andiamo." "No..." "Devo veramente portarti in braccio?" chiese retorico, non aspettando neanche di sentire una risposta.
"Dai, vieni qua" disse il polacco, allargando le braccia aspettando che il ragazzo si aggrappasse con braccia e gambe al proprio torso. Una volta che si assicurò il ragazzo fosse ben saldo si alzò e salì le scale verso la loro camera da letto.
Posò il fidanzato a letto, che senza esitare spostò le coperte per mettersi a letto "Ale, hai ancora il binder addosso, non voglio che ci dormi, è pericoloso. " disse Jonas, prendendo dal comò la roba che usavano per dormire.
"Ho sonnooo." sbuffò Alexander, ma nonostante ciò mettendosi seduto e togliendosi di malagrazia prima la felpa, rigorosamente condivisa (rubata a) con Jonas, che ormai si era ben abituato a veder sparire e riapparire vestiti dal suo guardaroba, e poi il binder.
Nonostante avesse iniziato la terapia ormonale oltre un anno prima, non aveva ancora voluto procedere con nessun intervento, preferendo prima finire il percorso di studi universitari. Jonas si avvicinò al letto e aiutò il fidanzato a mettere il pigiama, per poi rimboccargli le coperte e seguirlo a ruota sotto di esse.
Drappeggiò un braccio sopra il fianco dell'altro, avvicinandoselo al petto, e prima che potesse nuovamente cadere tra le braccia di Morfeo lasciandogli un dolce bacio sulle labbra e un "Ti amo" sussurrato all'orecchio. Nonostante fosse buio, sapeva bene che il compagno si era addormentato col sorriso.
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lonelysmile · 7 days
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la 3x16 di one tree hill devastante 💔
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mchiti · 7 months
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c'ho pensato un po' prima di dirlo, ma qualche tempo fa Karem Rohana, che immagino conosciate un po' tutti per il suo attivismo per la Palestina, ha fatto un video con un membro della sicurezza alla stazione di Milano che, vedendolo con la kefiah e una faccia chiaramente non (solo) "italiana", si è accanito verbalmente contro di lui elogiando isr*ele e facendo lo stronzo. Ecco io quella persona, di cui non farò qui il nome ma di cui sappiamo nome e cognome, la conosco di fama e anche incresciosamente l'ho vista operare dal video nei modi.
Questa persona fa lo stronzo con tutte le persone dalla faccia non italiana. Ha un odio profondo per i magrebini che a suo dire vengono in stazione a "rompere i coglioni alla gente" (non è vero e non ci sono casi di rotture di coglioni). Ci sono lavoratori stranieri / di origine straniera che sono pendolari a cui rompe verbalmente i coglioni. Ho amici che sono stati insultati da questa persona. L'ho visto (con i miei occhi) apostrofare mia cugina e due mie amiche con l'hijab (io non sono hijabi, ma chiaramente mi sono intromessa, chiaramente pure io non ho una faccia italiana e tanto è bastato). È uno stronzo che fa abuso d'ufficio letteralmente tutti i giorni, ed è ancora lì a lavorare bello tranquillo nonostante i reclami e nonostante tra di noi se ne parli spesso. Ovviamente il video di Karem ha fatto il giro. E ovviamente se ne parla. Mi ha fatto gelare il sangue nelle vene ve lo giuro. E mi spaventa molto anche scriverlo.
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C'è un girone dell'inferno per chi si lamenta del caldo da sotto l'ombrellone :)
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dreamauri · 1 year
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♪ — 𝗟𝗢𝗢𝗞 𝗔𝗧 𝗛𝗘𝗥 max verstappen x reader (fluff) “. . . while on a drive, lando's car breaks down and you're the best mechanic in town.”
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( my master list | more of lando norris ) ( requests | taglist )
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"Now my phone's dead too." Lando scoffed throwing his phone on the leather seat. He's been standing at the side of the blue carbon covered £380,00+ car for the past 20 minutes. He was in the middle of utterly no where, with no cars passing by ( the people that did stop, happen to not speak English nor Flemish Dutch for that matter yes lando tried speaking dutch to italians ).
What a lucky day.
And it was about to get a lot luckier when another car passing by stopped after Norris waved over. "I need help, with the car." He tried saying slowly, switching to Dutch to try his chances.
"I can . . . I can help push it? to uh . . . car doctor?" "Yes, car doctor, that would be great. Thank you." And so after about 2 hours of hard work, the two men ( well one man, one boy lando small ) arrived at a town where several other men came and helped Lando to the mechanics shop.
"Ask kiku. Uhhh . . . Kiku help with car. Very good."
Lando made sure to thank everyone before they left, going through the door. "Un momento per favore." [one moment please]. A female voice shouted through the garage, she was laying on a skateboard rolled under a car.
"Matteo!" she shouted again startling Lando. "Matteo. Porta qui il tuo culo e aiuta quel dannato uomo." [Matteo. Get your ass over here and help the god damn man]. 'Matteo' seemed to have either passed out and taken a nap or walked out. "marcire All 'inferno . . . Cosa c'è che non va nella tua auto?" [rot in hell . . . what's wrong with your car] You asked giving up on finding your co worker.
"I'm sorry?" Lando asked again feeling nervous in this situation, making you pause your tweaking. You rolled from under the car, looking at the British driver. "There shouldn't be anything wrong with your car." You spoke in English, fluently, rolling back under and continuing with the wrench.
"You didn't even take a look at my car-" He was stuttering. Lando was surprised and shocked. It's not everyday you run into a hot Italian women, that can fix cars and speaks English like she's from Chicago or Milton.
"What did you do to it. Were you racing with it? Drifting? Rallying? Or did you completely destroyed it, cause I don't have any carbon fiber or fancy doors and steering wheels."
"No." He replied to all of your questions. "Then it's fine. There's a gas station two roads south from here-" "You don't even know what the model of the car is." He argued, not believing you.
"You're Lando Norris, aren't you? its a 765LT Spider, McLaren." You answered with no hesitation, making the boy zip his mouth. "What do you want, Mr. Norris?" You asked again getting annoyed.
"I was told to look for, uh, Kiku was it?" He said unsurely. You sighed, grumbling a few Italian cuss words under your breath as you finished your current task. Rolling out, you stood up, lifting your tank top and wiping your face dry from the sweat, which in turn smudged some grease on your face.
Fuck not being attracted to Italian female mechanics, you were hot. Very attractive in Lando's eyes.
"I'm Kiku." You told him, handing him the greasy wrench. It was a stupid nickname a few friends gave you as a joke, and it stuck. You looked out at his car hand on your hip as you examined it. "Can you turn it on?" You asked as you approached it, ready to open the back trunk and check the engine.
Lando looked grossed out at the wrench, setting it on a random surface as he unlocked the truck. You examined the car for the next 15 minutes. "I can give it back tomorrow. It's not a big problem. Like I said, you're just out of gas."
"But the measure doesn't say that. And If it's just out of gas, shouldn't you be able to give it back today?" "Yeah. That's the problem, your fuel sender is lying to you and I have to change it." You patted his back, moving back into your garage.
"But I can't stay here forever." "What's wrong with this place?" You asked frowning, looking him in the eye. Lando was going to open his mouth before he closed it quickly. "Nothing I just don't-" why was he rushing? He didn't have places to be at the moment. ". . . I don't have a place to stay?" He answered, more like asked from how unsure of himself he was.
You looked at him for a few seconds. "You can wait over there, just don't touch anything." You told him sighing, nodding towards a few chairs near your office.
★ ☆ ━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━
"I'm not getting in." Lando refused, looking at your green car. Well it wasn't any green car. It was a classic, a Ferrari 250 gte. Highlight Ferrari. "Yeah, I'm definitely not getting it."
"Suit yourself, the coyotes here would not pass on eating you alive." You joked, not even sure if there were coyotes. "It's not everyday you get to eat a formula one driver, especially a British McLaren driver named Norris." Yea that statement did it for Lando, quickly getting in the car and closing the door after him.
"Good boy." You humed, not really thinking about it as you pulled out the driveway and made your way home. Lando could feel his face redden, hearing your praise, crossing his arms and huffing.
When you arrived at your house, the McLaren diver was quick to jump out first. "Think fast." Lando turned around, quickly catching the keys you tossed. He dropped them once he saw the yellow and black logo with a yelp.
You were laughing at him, moving to his side and picking up the keys, moving towards the house. "casa mia è casa tua." you told him as soon as you unlocked the door. Landor entered after you, copying you as you took your shoes off. The first thing the British driver felt was warmth, your space was giving him solace. This place felt like home.
"You can look around, I'm not going to take long in the shower." You set your bag down on the floor near the couch, making your way to the bathroom. Land did look around, he felt curious. You clearly knew him but he knew so little about you. While scouting for information he found your collection of music discs.
When finally came out fresh, Lando was quick to ask you about a few pictures he found. You two were quickly becoming close with one another. Sharing stories and jokes.
"What about this one?" Lando pointed to one on the grand piano. "Oh yea, I can totally see the picture, Mr. Norris." You chuckled. You were busy with your hands, making dinner for both of you ( you usually ordered out but it world be rude to do that with a guest around so you were putting your heart out in the spaghetti you wee making from scratch, something you knew would impress the McLaren driver ).
Lando picked up the photo frame walking over to you. "Why do you keep calling me by my last name? I have a first name, or did you forget." He chuckled looking at you. "Cause your first name sounds like London." You teased joking. It was out of respect, you did not want to get on his bad side, and it did sound like London just a bit.
Lando smiled laughing. "Well, I'd rather you call me by my first name." "Of course, Mr. Norris." You teased, leaning your forearms on the counter, flicking some flower on his face. He only held up the photo in return. "Oh, I remember this." You hummed, wiping your hand in a towel, taking the photo.
"It was before the last race for the European karting championship. I think I was . . . eleven in that picture?" Lando moved beside you looking down at it. You were in your kart, with your helmet on holding a thumbs up.
You took a moment looking at the photo, your father was sitting beside you on the floor, delivering the kart it's last few tweaks before the race. "You karted?" Lando asked, ruining the moment.
"No." You sarcastically replied, pushing the picture on his chest. "I flew planes at the age of two." You rolled your eyes. "Did you win?" "Hell yeah, I did. Do I look like some weak ass sissy?" You replied laughing. "That championship was mine. I Literally beat up Albon and Leclerc. "
"Really?" He was interested, leaning forward to listen closely. "What else did you race in?" "Just that really." You shrugged smiling. "Other than the karting track a few blocks down." "There's a karting track a few blocks down?" You looked at him blinking quietly. "I think answered your question before you answered it."
The boy looked away chuckling nervously. "Right." "I can drop you off tomorrow morning while I fix your car." You offered as you gently cooked the chicken alfredo. "Really?" You looked back at him deadpanning. "I mean, I'd enjoy that. Thank you."
★ ☆ ━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━
"Hey, I never got to ask, why didn't you continue with racing? You won the championship after all. We could've been competing in f1 together." The sun had already risen again and Lando was unwillingly sitting in your car as you drove through the town. "Not everyone is high born, Norris." You sighed, shrugging. "It's my cannon event. Besides, I'm happy like this."
After finally fixing the lying fuel measure, you drove the McLaren to the karting track, honking the horn to get the attention of the race car driver.
Turning back from the fence, Lando smiled upon seeing you lean on the blue carbon in the car park. "You fixed her!" "Of course I did." You chuckled, tossing him his keys once he was close enough. "You're free to go Mr. Norris." You chuckled getting off the McLaren and patting his back. "I don't need to leave just yet . . . by the way do you have plans next week?" "Why what are you up to."
lando.jpg
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lando.jpg lesson learned, always carry a portable car mechanic with you
alex_albon ease my heart and tell me thats not who i think it is ↳ youruser long time no see alex ↳ alex_albon THE POWER OF CHRIST COMPLES YOU ↳ user 💀
charles_leclerc omg ew, kart theif ↳ youruser you're ew, you took my kart first! ↳ charles_leclerc it was a good kart ↳ alex_albon your only win ↳ charles_leclerc THATS MEAN
user who's that ↳ maxverstappen1 a nightmare ↳ youruser hey max ↳ maxverstappen1 BEGONE DEMON
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amamiofacciouncasinoo · 11 months
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sei contento adesso che non si è laureata?
sei contento che adesso le hai tolto la parola? sei contento che l'hai strappata dalla sua famiglia?
che tu possa marcire nel tuo egoismo per sempre Filippo, solo come un cane, solo come un assassino di merda.
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yomersapiens · 8 days
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Avevo tante storie da parte. Quelle brevi che scrivo quando magari sono in sala d'attesa in ospedale (io passo davvero tanto tempo ad aspettare in ospedale). Le tenevo da parte perché mi sono sempre detto che un giorno le avrei pubblicate. Poi però una vecchia amica che lavora nell'editoria e che non sento più mi disse "Ma no, nessuno ti pubblicherà mai dei racconti brevi" e io le diedi ascolto e accantonai il progetto. Poi arrivò il romanzo. Mi dispiaceva lasciarle lì a marcire. Ho pensato a tutte quelle storie e a come raccoglierle. Che aspetto dargli. Così le ho messe in ordine, suddivise per categorie e ho capito che mancava qualcosa. Delle illustrazioni. Ho chiesto a un'illustratrice professionista se avesse voglia di imbarcarsi in questo progetto insieme a me e disegnare le mie storie e ha detto "No". Ma se c'è una cosa che io ho imparato nella vita e andare sempre avanti anche quando tutti ti consigliano di non farlo. Avendo pure ragione, la maggior parte delle volte. Ho preso in mano matita e penna e mi sono messo a disegnare. Io che da una ventina d'anni mi nascondevo dietro i programmi di grafica e il computer, di nuovo a disegnare sulla carta. Ho provato con un iPad ma mi è sembrato freddo e sterile e troppo preciso, le cose venivano bene subito. Io non posso accettare le linee dritte e che le cose vadano bene. Mi da fastidio. Perché i miei racconti non sono dritti. Sono come i miei pensieri. Arzigogolati e stagnanti. Pagina dopo pagina la prima raccolta ha preso forma. Ho trovato un caro vecchio amico specializzato in fumetti che si è offerto di pubblicarla e ora sono felicissimo. È un libretto leggero ma prezioso, secondo me. Ci sono tanti errori di battitura e l'impaginazione lascia a desiderare ma è tutto frutto delle mie mani appiccicaticce. Si chiama "Mi annoiavo molto" ed è la prima parte di quella che sarà una collana (spero).
In caso vogliate una copia basta scrivermi, grazie grazie!
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perpassareiltempo · 5 months
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Nella vita, capite, non c’è gran scelta. O marcire o ardere.
Joseph Conrad
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angelap3 · 6 months
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Questa giovane ragazza che vedete in foto ha passato molto tempo rinchiusa in ospedale, rintontita da dosi eccessive e spropositate di Serenase, un potente antipsicotico, somministratole per anni e anni. Valium, in endovena, in dosi massicce, anche fino a sei iniezioni al giorno, elettroshock. Legata mani e piedi al letto di un un' ospedale, lasciata per giorni tra feci e urina a marcire tra le lenzuola di una stanza, dimenticata da tutti.
Ha amato solo un uomo, più della scrittura, Dino Campana. È stata la più grande Poetessa del Novecento.
Il suo nome era Alda.
Il suo cognome, Merini...❤️
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sophie-blanceur · 28 days
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Il verme non sceglie mai
di vivere in una mela marcia.
Sceglie sempre
di far marcire una mela buona.
Alda Merini
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isteric4 · 6 months
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ciao carissimi, in ordine ecco tutte le cosine sul quale non vi ho aggiornati:
-mi sono laureata con 106 su 110
-ho trovato casa e mi ci trasferisco il primo di aprile
-lavoro mega stancante ma in compenso bellissimo ambiente, persone stupende e posso mangiare torte e cupcake fino a scoppiare
detto questo vado a marcire nel mio letto
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viendiletto · 8 months
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Nino Benvenuti: «Senza ricordi non c’è futuro»
Campione olimpico nel 1960, campione mondiale dei Pesi superwelter tra il 1965 e il 1966 e dei pesi medi dal 1967 al 1970, Giovanni (Nino) Benvenuti è stato uno dei migliori pugili italiani di tutti i tempi e il suo nome troneggia tra i grandi del pugilato internazionale. È entrato nell’immaginario collettivo in una notte di aprile nel 1967 quando 18 milioni di italiani seguirono la diretta del suo incontro con Emile Griffith al Madison Square Garden di New York. Di quel match che gli portò il titolo di campione mondiale dei pesi medi, ma anche dell’infanzia a Isola, dei primi passi nella boxe, del significato dell’essere pugili, del rapporto con gli avversari sul ring e di tanto altro Nino Benvenuti – insignito nel 2018 dalla Can comunale del premio Isola d’Istria –, parla in un’intervista esclusiva di Massimo Cutò pubblicata di recente sulla Voce di New York, che riproponiamo.
[...]
Chi è un pugile?
“Uno che cerca sé stesso sul ring. Uno che vuole superare i propri limiti come faceva Maiorca in fondo al mare o Messner in cima alla montagna. La sfida è quella: fai a pugni con un altro da te e guardi in fondo alla tua anima”.
Lei cosa ci ha visto?
“La mia terra d’origine, una verità che molti continuano a negare. La storia di un bambino nato nel 1938 a Isola d’Istria e costretto all’esilio con la famiglia. Addio alla casa, la vigna, l’adolescenza: tutto spazzato via con violenza, fra la rabbia muta e la disperazione di un popolo. Gente deportata, gettata viva nelle foibe, fucilata, lasciata marcire nei campi di concentramento jugoslavi”.
Una memoria sempre viva?
“Ho cercato di non smarrirla, per quanto doloroso fosse. Riaffiora in certe sere. Ti ritrovi solo e sale una paura irrazionale”.
Riesce a spiegare questo sentimento?
“Il passato non passa, resta lì nella testa e nel cuore. A volte mi sembra che stiano arrivando: Nino scappa, sono quelli dell’Ozna, la polizia politica di Tito viene a prenderti. Un incubo che mi tengo stretto perché senza ricordi non c’è futuro”.
Che cosa accadde in quei giorni?
“Isola d’Istria odora di acqua salata. È il sole sulla pelle. La nostra era una famiglia benestante, avevamo terra e barche, il vino e il pesce. Vivevamo in una palazzina di fronte al mare: papà Fernando, mamma Dora, i nonni, io, i tre fratelli e mia sorella. Siamo stati costretti a scappare da quel paradiso”.
Come andò?
“Mio fratello Eliano fu rapito e imprigionato dai poliziotti titini, colpevole di essere italiano. È tornato sette mesi dopo, un’ombra smagrita, restò in silenzio per giorni. Mia madre si ammalò per l’angoscia. È morta nel ‘56 di crepacuore: aveva 46 anni. Attorno si respirava il terrore delle persecuzioni. Un giorno vidi dalla finestra della cameretta un uomo in divisa sparare alla nostra cagnetta, così, per puro divertimento”.
Finché fuggiste?
“Riparammo a Trieste dove c’era la pescheria dei nonni. Fu uno strappo lacerante, fisico. Così la mia è diventata in un attimo l’Isola che non c’è. Non potevamo più vivere lì dove eravamo nati”.
[...]
Quant’è difficile invecchiare?
“Dentro mi sento trent’anni, non ho paura della morte. Sono allenato. Sul ring risolvevo i problemi con il mio sinistro, la vita è stata più complicata però ho poco da rimproverarmi. E ho ancora un desiderio”.
Quale?
“Vorrei che un giorno, quando sarà, le mie ceneri fossero sparse da soscojo. È lo scoglio di Isola d’Istria dove ho imparato a nuotare da bambino”.
Intervista di Massimo Cutò a Nino Benvenuti per La Voce di New York, 23 luglio 2022
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canesenzafissadimora · 2 months
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Non farti mai prendere dal tempo degli altri,
non essere mai le lancette
dell'orologio
di un polso che non è il tuo,
dedica sempre i tuoi attimi
ma resta distante dagli istanti
che non rispettano i tuoi momenti
sii minuto ma non essere il minuto di nessuno,
asseconda solo se il tuo secondo
non è secondo al secondo dell'altro,
sii qui, ora
ma non essere mai un'ora,
l'eternità o niente,
infinito oppure vattene
non farti mai prendere dal tempo degli altri,
non lasciarti marcire
da una tabella di marcia
che non prende in considerazione
nemmeno il tuo ritmo
non sei in ritardo
non sei indietro
non arriverai mai dopo
non sei lento,
sei semplicemente
in orario con il tuo tempo.
gio evan
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In realtà mente perché avverte in sé tutta l'esilità delle proprie motivazioni. Sa solamente che deve mettersi in viaggio. Non sa più cosa fare di se stesso. Vorrebbe dormire anni, mille anni, sdraiato in un bosco, su di un letto di foglie gialle abbaglianti, o rosse come la vite a ottobre, o arancioni come gli aceri canadesi, o carnosamente violacee. E ridestarsi cambiato. Vorrebbe camminare in silenzio attraverso i monti seguendo solamente il fruscio dei propri passi e del proprio respiro. Vorrebbe sentire dentro di sé l'odore della terra che si risveglia all'alba e che continua a dissolversi e marcire. Vorrebbe scomparire assorbito dai vapori di una torbiera fumante. Vorrebbe non tornare mai più dal suo viaggio, perdersi su un binario morto scomparire senza lasciare dietro alcuna traccia.
Pier Vittorio Tondelli - Camere separate
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