#manopolation
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Counterspells are a toxic game mechanic that manopolize interaction slots and force all control decks to play very similarly.
they also have the problem of being much easier to use than targeted discard and ""stax"" (the broadest possible term, and only 'harder' to an extent :/). I think the only times you should be able to effectively counter an effect on the stack/being played are to counter a literal spell, like instants and sorceries, since the only ways to have "spell removal" are hand interaction, which is obviously only ok when limited, and counterspells. I straight up think that no creature or artifact/enchantment counterspells should exist in a healthy card game, because those other mechanics should be inherently interactable-enough to not necessitate counterspells, and the shear dominance of counterspells as the vehicle of control decks in MTG is evidence enough that they aren't good for a game.
also the reason I care is because I'm making a card game, and effects like counterspells are something you have to choose to have at some point, since they MANOPOLIZE DESIGN SPACE >:()
if you want to see an example of counterspells used well, play the game "unstable unicorns" which is entirely Balanced around counterspells, exclusively. but even then, you have to entirely balance the game around counterspells, exclusively
Also this isn't to say "counterspells bad :(" they have a place, and that place is in games who have not balanced the power of "instantly accessible" effects (so that counterspells aren't necessary). like yeah, craterhoof behemoth and Ghalta often can't be interacted with outside of counterspells, cuz once they ETB you win the game
that is bad design and necessitates the creation, use, and frustration of counterspells. Also, designers only want to make cards like "that" if they can say "just counter it" its just an unhealthy system that necessitates itself existing the moment you let counterspells be anything more than the most simple and direct "spell removal" effects.
thats all
#rant post#text post#card games#card game design#mtg#game design#mtg commander#magic the gathering#counterspell#also give me more creative counterspells. like let me attach the targets to my creatures: steal and use later. or have instant speed discar
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La camera oblunga
È a digiuno che comincio le mie battaglie più feroci, lo stomaco vuoto mi rende più leggero e veloce, la fame mi rende ferino.
Ci sono altri come me, alcuni cercano coraggio in fondo ad un bicchiere, altri pregano, la realtà è che non abbiamo scampo.
Siamo vittime delle nostre stesse decisioni, possiamo solamente incolpare noi stessi per essere qui, ma molti, come spesso accade devono fare cadere le colpe su altri, ma questo non li salverà.
Io non giudico nessuno, la natura umana agisce così, facciamo quello che siamo programmati per eseguire.
Una angusta e traballante camionetta ci trasporta nel luogo della nostra punizione, la tensione comincia a salire ,qualcuno cede di schianto e scoppia in lacrime, qualcuno lo consola, i soliti meccanismi umani.
la mia anima avvolta dalle fiamme urla inferocita, ma trattengo la bestia. non perderò il controllo, oggi non darò spettacolo per nessuno.
Mi hanno legato saldamente ad una sedia, gli altri sono nella mia stessa situazione, sono seduto a circa metà di questa camera oblunga, posso scorgere un centinaio di teste rivolte nella mia stessa direzione, quanti altri siano alle mie spalle non mi è dato saperlo.
Al centro della parete che mi è dato vedere c'è la porta dietro la quale il nostro aguzzino sta già muovendo chi sa quali strane manopole, al centro della porta uno stilizzato simbolo in acciaio che sembra richiamare un timone.
Dei figuranti in maschera cominciano una strana liturgia, una specie di danza che dovrebbe darci coraggio, che dovrebbe aiutarci nei momenti peggiori, delle icone raffigurate davanti ai miei occhi riproducono i movimenti principali di quella strana danza.
La tortura comincia, la camera comincia a scuotersi violentemente, le luci lampeggiano, la stanza pare allungarsi, la porta del bastardo si allontana, la struttura in qualche modo si sta spaghettificando, le luci si abbassano, il peso della testa aumenta e sembra potermi fracassare le vertebre, vorrei urlare, ma la pressione mi toglie il respiro, la mente come impazzita cerca disperatamente una via di fuga...ma qui non esistono vie di fuga.
Gli scossoni mi tolgono di senno, le icone raffigurate di fronte a me prendono vita e mi urlano "scappa!", ma dove? Il mio destino è già segnato.
Il tizio ai comandi ci regala un po' di tregua, ma noi guerrieri siamo già stremati, ma non cederemo, siamo già pronti alla prossima scarica "fai del tuo peggio bastardo".
C'è una cosa che mi sorprende, come fanno gli altri a rimanere così calmi? Come fanno a leggere e ad ascoltare musica? Non si rendono conto che rischiamo la vita? Ma non ho tempo per questo. il volo durerà altre 2 ore e siamo solamente alla partenza.
Normalmente per calmarmi comincerei a camminare in su e giù per il corridoio ripetendo forsennatamente "moriremo tutti", ma oggi no, oggi la popa dorme attaccata al mio braccio, ritraggo gli artigli, oggi è bello volare.
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TESTED - Nuove manopole WTB: il grip per ogni esigenza
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Voglio costruire una solid body #70 - END
Montate le manopole, chiusa l'elettronica con la schermatura e S/N, accordata.
Il socio è felice.
#guitar#chitarra elettrica#musica#music#liuteria#solidbody#electric guitar#lutherie#chitarra#custom guitar
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Operatore socio sanitario. Anche specializzato, 900 euro di corso di formazione supplementare, prego. Lavori (anzi, lavoravi) in una struttura dove a fronte di 28 pazienti registrati, ce ne sono dentro 45. Assiepati come in una stalla, con spazi strettissimi dove maneggiare carrozzine e pazienti emiplegici e non collaboranti diventa un incubo. O ti fai male tu o si fanno male loro. Sollevatori (che vengono forniti gratuitamente dalla Asl) che non vengono mai forniti, nemmeno nei casi dei pazienti allettati e ben oltre i 100 kg di peso. Materiali essenziali (pannoloni, manopole presaponate, lenzuola e traverse, saponi) molto spesso mancanti e comunque sempre razionati all'estremo. Il tutto con i parenti convinti che i loro cari siano ricoverati in lussuose e spaziose camere singole o al massimo doppie, pagando cifre esorbitanti, e tu che tremi ogni volta che uno dei parenti si avvicina ad una delle porte di ingresso, perché se entrano dentro e vedono lo stato delle camere, parte di sicuro una denuncia. Grida, insulti e minacce di licenziamento (a volte velate, altre molto meno) contro il personale. In più ti passano dai turni classici di tre giornate da sette ore con poi il turno di notte, lo smonto e il riposo, ai turni di sei giorni su sette, dove il giorno di riposo ti sembra talmente breve da non essere mai esistito, oppure a lavorare solo nei turni notturni, un giorno sì e l'altro... anche. Ovvero smonti alle 7:00 del lunedì per riattaccare alle 21:00 del martedì, per poi smontare alle 7:00 del mercoledì e riattaccare alle 21:00 del giovedì. A ciclo continuo senza interruzioni. Lavori con il 90% di pazienti con demenze gravi o gravissime accompagnate dalle più svariate patologie e traumi: bacino, costole, femori, vertebre varie rotti, tumori, SLA, epatiti, HIV, diabete, venghino venghino siore e siori! Ti viene impedito anche di tenere il cellulare in tasca, perché nelle ore di lavoro non ti devi distrarre (bisognerebbe vedere dove trovare il tempo, visto che non riesci neanche ad andare in bagno, cosa per la quale ti becchi svariate cistiti.) A fronte di tutto ciò...vai in burnout. Inizi a svegliarti la mattina con gli attacchi di panico, che continuano a intervalli durante tutta la giornata. Quando dormi, perché, se casualmente non sei stremato, il sonno diventa un miraggio. Ma comunque quando dormi ti sogni il lavoro/i pazienti/i dirigenti che ti cazziano. Scoppi a piangere dal nulla non solo al lavoro, ma anche per strada, al supermercato, in macchina, ovunque. Ti senti come se ti avessero appena bastonato mentre attraversavi a nuoto la Manica. Hai dei vuoti di memoria spaventosi, roba da non riuscire a ricostruire cosa puoi aver fatto durante intere ore, figuriamoci chiudere la macchina, accendere lo scaldabagno o chiudere il gas. Alla fine ti decidi, sai che perderai il lavoro ma sentendoti intrappolato in un vicolo cieco, prendi appuntamento dal neuropsichiatra che ti certifica il burnout completo, ti prescrive farmaci, psicoterapia e minimo due mesi di malattia. In trance vai dal medico curante che ti scambia per uno zombie e si sbriga a prescriverti tutto, senza fiatare.
Ah, ciliegina sulla torta, ti telefona il tuo datore di lavoro dicendoti che non crede affatto che tu stia male, che hai inventato tutto e progettato tutto a tavolino. Ma che sarà una buona opportunità per fare pulizia tra il personale. E i colleghi sono arrabbiati con te, perché te ne sei andato così e nessuno era organizzato per sostituirti.
#thatslife
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Piano cottura in acciaio inox 2 fuochi Dimensioni piano 30 x 52cm - Dimensioni Incasso: 48 x 26,2cm AccensionElettrica Integrata nelle Manopole SicurezzaIl Sistema di blocco fiamma in caso di spegnimento accidentale bloccher? la fuoriuscita di gas TIPI DI GAS: Il piano cottura PremierTech ? compatibile con Gpl e Gas Metano -Gli ugelli per GPL gas liquido sono inclusi ed ? gi? pedisposto per gas metano BRUCIATORI Utilizziamo bruciatori Sabaf di altissima qualit? e Made in Italy - Il piano cottura ? composto da 1 Bruciatore rapido da 3.00 kW e 1 Bruciatore ausiliario da 1.0 kW
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50 ANNI FA OGGI 26 10 2024 TANGERINE DREAM Concert…
… Eravamo qui a Finsbury Park, al Rainbow Theatre… Buio completo… religioso silenzio… si vedevano solo delle lucine colorate e ogni tanto qualche faretto illuminava alcuni quasi sconosciuti musicisti… che giravano delle strane manopole…. sopra di loro decine di cavi entravano e uscivano da mille prese jack…La Kosmic Electronic Music era arrivata a Londra, prima tappa di un lungo tour dei…
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Basso Elettrico 4 Corde Con Amplificatore 15W, Borsa, Tracolla E Plettri, Colore
KIT COMPLETO: Il nostro basso elettrico è fornito completo di amplificatore, borsa di trasporto, tracolla, 3 plettri, chiave e cavo da 3 metri. Tutto quello che ti serve senza dover acquistare altri accessori.
LEGNO SOLIDO: Il corpo del basso 4 corde è realizzato con legno di acero, mentre paletta, manico e tastiera sono in legno di platano. La superficie del corpo è verniciata con finitura lucida.
AMPLIFICATORE 15W CON CAVO: Con speaker integrato, controllo del volume e del tono, attacco jack e AUX, l'amplificatore è adatto anche per chitarre elettriche o come normale amplificatore.
REGOLAZIONE DEL TONO: Regola l'effetto sonoro in base alle tue esigenze con le manopole di controllo del volume e del tono sul corpo. Puoi anche preparare effetti per pedali ed effetti sonori in autonomia.
PER PRINCIPIANTI: Questo basso elettrico è adatto per chi vuole iniziare a suonare, per esercitarsi o esibirsi.
Description: Inizia a sentirti una rock star con il nostro basso elettrico! Perfetto per musicisti alle prime armi e intermedi, il basso 4 corde è completo di tutti gli accessori, come amplificatore, borsa, tracolla e plettri. L'amplificatore da 15W è dotato di volume regolabile e le manopole su corpo ti permettono di regolare il tono. È ora di suonare i tuoi brani preferiti! Features: ● Include 3 plettri, amplificatore, borsa, tracolla e 3 metri di cavo ● Amplificatore da 15W con speaker integrato, controllo volume e tono, attacco jack e AUX ● Corpo con finitura lucida per un aspetto elegante ● Meccaniche per accordare Specifications: ● Materiale paletta: Acero ● Materiale manico: Acero ● Materiale tastiera: Acero ● Materiale corpo: Platano ● Materiale corde: Acciaio ● Orientamento mano: Destra ● Colore: Blu scuro, Bianco ● Dimensioni generali: 115L x 33A x 6P cm ● Dimensioni amplificatore: 27L x 10P x 27A cm ● Potenza amplificatore: 15W ● Lunghezza cavo di alimentazione: 1 m ● Lunghezza cavo di collegamento: 3 m ● Codice prodotto: F20-006V90BU Package Includes: - 1 x Basso elettrico - 1 x Borsa - 1 x Amplificatore - 1 x Borsa - 1 x Tracolla - 3 x Plettri - 2 x Chiavi - 1 x Cavo di collegamento - 1 x Manuale
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trepitosaggini e manopole magiche al servizio del presobenismo. Grazie a tutti!
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Nella piazza del mercato
stanno ammucchiando le fascine.
Un folto d’ombra è un misero mantello.
Io abito l’immagine di cera di me stessa,
Un corpo di bambola.
Comincia qui la malattia:
Sono un bersaglio per streghe.
Solo il diavolo può divorare il diavolo.
Nel mese delle foglie rosse salgo su un letto di fuoco.
È facile dare la colpa al buio:
La bocca di una porta,
Il ventre di una cantina.
Hanno spento la mia stellina filante.
Una signora dalle elitre nere mi tiene in una gabbia di pappagallo.
[…]
Volute di fumo escono dal becco di questa brocca vuota.
Se sono piccina, non posso fare alcun male.
Se non mi muovo, non farò cadere niente.
Così ho detto, seduta sotto il coperchio di una pentola,
Minima e inerte come un chicco di riso.
Ora girano le manopole, un fornello dopo l’altro.
Siamo pieni di amido, piccoli amici bianchi.
All’inizio fa male.
Le rosse lingue mi insegneranno la verità.
Madre degli scarabei,
disserra solo un poco la tua mano:
Volerò attraverso la bocca della candela
come falena illesa.
Ridammi la mia forma.
Sono pronta a interpretare i giorni
In cui mi accoppiavo con la polvere
All’ombra di una pietra.
Le mie caviglie si accendono.
Il fulgore sale lungo le cosce.
Sono perduta,
Perduta,
Nelle vesti di tutta questa luce.
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81. (La zuppa)
vecchio
a rimestare
certe mattine
stanca mestola
aperti gli occhi appena
sul fondo sul ferro
raccogli dividi complicare
gira mestolo gira
come vanno dicendo
forse è la saggezza
forse la follia.
con malavoglia
lascio e guardo
la mescola continua,
il fuoco le manopole adusate,
i conti già saldati.
di questo strano oliare
grumi
piccoli cocci d’ossa
filiformi fibrosi
liquido e bolle il resto.
sembra non abbia fatto altro,
da sveglio,
nato ch’ero,
rabbioso, sonnambulo,
sembra non abbia fatto altro,
come una mania.
chi non ha ci ha messo grano,
in questa zuppa chi?
quale pretesto
mai non ha saputo?
pure ci ha piovuto,
peccabile anche il tetto,
e goccia dopo goccia
io specchiavo.
e tutto d’un giorno
seduto accanto,
il braccio astenico
che posa, quasi,
tra l'ombre del chiuso lumeggiare
il gufo mormora
come il sapore mormora
quel che ci metti
quello ti ritrovi,
d’ogni dose
e cura e rivoltare,
quando è la saggezza,
quando è la follia.
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Villa del Bono, un autentico gioiello
Questa volta, noi di Vortici.it vi portiamo in Brianza più precisamente a Cremella(Lecco) dove sorge una dimora unica nello stile sul nostro amato territorio: Villa del Bono.
Vogliamo illustrarvi Villa del Bono, questo autentico gioiello artistico residenziale che ci ricorda la ricchezza del nostro patrimonio culturale che non ha eguali al mondo.
Villa del Bono si trova su una collina all’interno di un parco secolare di circa sei ettari, raggiungibile lungo un viale di tigli di oltre duecento metri. Il panorama gode di una vista sulle Grigne e il monte Resegone. In una zona strategica, la villa si trova a 15 km da Como e da Lecco, e a 35 km da Milano. Progettata dall’architetto Cecilio Arpesani, che s’ispirò alle forme del Rinascimento fiorentino. Le sale interne sono ricche di raffinate decorazioni con pavimenti marmorei a mosaico. Il grande parco all’inglese è dotato di stupendi esemplari arborei. Dal 1934 la villa è proprietà dei Conti del Bono. Ci sono anche le antiche scuderie ristrutturate. È una dimora eclettica circondata da un magnifico parco con terrazzo panoramico da cui si gode una vista mirabile sulle Prealpi comasche e bergamasche e sui laghetti dell’alta Brianza. Ideale per organizzare ricevimenti, matrimoni, sfilate e riprese fotografiche e cinematografiche nell’arco dell’intero anno è anche una dimora per tutta la famiglia: può ospitare fino a 24 persone in camere doppie, per una vacanza da sogno o un weekend fuori porta. E per un’azienda, un “Buen Retiro” ove accogliere i propri collaboratori per momenti di immersione e relax. Scopriamone la storia… LA VILLA: DAI SESSA AI DEL BONO Lo stile neorinascimentale lo si può riconoscere a prima vista. Rodolfo Sessa la costruì tra la fine dell’Ottocento e la prima decade del Novecento. La famiglia dei Sessa era divenuta importante grazie all’attività propria di un setificio dalla metà del Diciannovesimo secolo, acquistando tutta la collina su cui oggi sorge la chiesa di San Sisino, Martirio e Alessandro. Lo stesso convento in cui oggi è stata ricavata questa chiesa era in origine la villa di Francesco Sessa, fratello di Rodolfo; sull’altra riva della collina, simmetricamente a villa Del Bono rispetto a via Luigi Cadorna, si può trovare l’originaria casa di famiglia, divenuta di proprietà del terzo fratello dei Sessa, Giuseppe, dopo la morte del padre comune. Il motivo per cui Rodolfo costruì questa villa fu per distaccarsi dal resto della famiglia; infatti, dopo essersi sposato con Anna Fumagalli, era rimasto a vivere nella casa paterna sino a quando decise di costruire una villa dove vivere con lei, non andando via da Cremella. Per l’edificazione della struttura fu necessario sbancare la collina su cui oggi trova posto da cui si può godere di una meravigliosa vista sulla vicina vallata ma, nelle giornate più limpide, anche delle vette del Cervino e del Monte Rosa. Rodolfo acquistò anche i terreni circostanti con l’opzione di inedificabilità, creando una zona franca che dividesse la propria villa dal futuro sviluppo urbanistico che probabilmente si aspettava. Il pensiero con cui fu costruita questa villa era diretto in due direzioni opposte: all’indietro, verso il rinascimento fiorentino, per quanto riguarda il gusto architettonico, ma guardando avanti per quanto riguarda la tecnologia presente nell’edificio: questo era l’unico edificio con l’impianto elettrico di tutta la zona perché i Sessa avevano trovato il modo per connettere la villa di Rodolfo con la rete elettrica di Merate, a circa tredici chilometri di distanza. Ma l’avanguardia tecnica la si può osservare nella presenza di un riscaldamento centralizzato, oppure in alcune manopole poste a fianco di ogni finestra della casa: con queste ultime è possibile aprire e chiudere le imposte dall'interno, senza che sia necessario aprire la finestra. È comunque da sottolineare che questa, come tante altre analoghe strutture, erano dimore che venivano vissute nel periodo di villeggiatura, quindi solo nei mesi più caldi dell’anno. Nel 1912 Rodolfo muore in villa, ma la moglie continua a vivere la villeggiatura a Cremella sino alla sua dipartita nel 1932. La villa passa in eredità alle nipoti femmine di Rodolfo sino all’attuale proprietario. Il titolo di conti è riconosciuto alla famiglia cremellese nel 1720, ma in realtà l’appartenenza alla nobiltà cittadina risale al 1300. “Lo stemma di famiglia conferma questo fatto: con il trascorrere dei secoli l’araldica divenne molto complessa e ricca per potersi distinguere da tutti gli altri. Sul nostro si può riconoscere una montagna al cui culmine si trova la luna. Con questi due simboli di vuole indicare il desiderio di puntare alla luna, ovvero alla perfezione” afferma il proprietario, il Conte Pietro del Bono. Durante gli anni della guerra la villa divenne un luogo sicuro per tutta la famiglia, permettendo anche di nascondere il padre di Pietro del Bono dalla leva militare nella Decima Mas a cui era destinato: “Si rifiutò perché non gli piaceva, quindi si nascose qui e si accorse che il fatto che tutta la casa fosse affrescata la rendeva davvero pesante, quindi decise di imbiancarla. Oggi si possono ancora trovare alcuni affreschi vicino alle finestre, ma l’unica camera rimasta completamente affrescata è quella che poi divenne sua e di mia madre quando si sposarono” afferma Pietro del Bono. GLI SPAZI DI VILLA DEL BONO L’ingresso è molto importante, addirittura imponente. Gli elementi neorinascimentali sono ovunque: dal soffitto a cassettoni, alle porte di legno, sino alle sovrapporte in marmo: “Nella casa sono sparse tante iscrizioni, alcune serie altre delle vere e proprie prese per i fondelli: ‘non vanitate sed studio’, ovvero ‘Non per vanità ma per passione’ sopra la porta della biblioteca; di fronte ad essa ‘frons prima decipit multos’, ‘la prima porta ingannò molti’, perché si pensa che ci sia il salotto, invece cela il bagno”. LA BIBLIOTECA I mobili che si possono trovare in villa sono in parte originali, in parte provenienti dalle altre residenze di famiglia, ma i lampadari sono originali, elettrici e oggi ancora funzionanti. Questa biblioteca chiusa è una caratteristica rinascimentale, con le porte che riprendono le ante degli scaffali, creando nella sala con le porte chiuse, una grande uniformità di stile. Nella biblioteca si può trovare un camino finto su cui è posto lo stemma della famiglia. IL SALOTTINO ROSSO Questa piccola camera ospita il soffitto a cassettoni più bello di tutta la casa. Originariamente era tappezzata di rosso ma oggi di questa decorazione rimane solo una fascia più alta. Sul resto delle pareti il rivestimento si era logorato, quindi il proprietario ha deciso di sostituirla con una nuova che ne riprende il disegno originale con vasi di rose. SALA MUSICA Il nome di questa sala non deriva dal fatto che si suonasse della musica qui, ma dalle decorazioni sul soffitto ovvero due angeli che cantano e un pentagramma. Questa sala ospita busto che assomiglia al bisnonno di Pietro, ammiraglio che rivestì il ruolo di ministro della marina alla fine della Prima Guerra mondiale: venne acquistato dal padre di Pietro proprio perché assomigliava al bisnonno. SALA DELLE COLONNE Il salone principale della villa è arredato finemente e con un grande camino finto sopra al quale si può riconoscere lo stemma dei Sessa scolpito nella pietra serena. Rodolfo era erede di una famiglia di setaioli che vollero riportare nel loro emblema gli elementi del filo e del fuso, ma è uno stemma inventato dato che non avevano alcuna nobile origine. La stessa invenzione venne fatta anche per la moglie di Rodolfo, Anna Fumagalli, il cui araldo si può trovare sopra la porta del refettorio: uno stemma con un castello sopra cui è posto un gallo che canta. SALA DA PRANZO O DEGLI ANTENATI Questa sala è posta a fianco delle cucine, ma viene anche chiamata degli antenati perché si hanno vari ritratti di probabili antenati. Sulla decorazione in legno posta su tutte le pareti della sala, si trova una decorazione che riporta un’ode al cibo in latino scritta da Orazio. Questo scritto è stato analizzato da uno degli avi dell’attuale proprietario, il quale ha posto una bruciante critica a colui che decise di redarla in quel modo: “Questa iscrizione non è troppo felice, né chiara. Il latino non è ottimo giacché è tolto dalla seconda satira di Orazio Flacco, ma a pezzettini presi un pò qua un pò là Talché nell’iscrizione perdono in parte il significato che hanno nella satira. Latino assai difficile”. Nella sala da pranzo, aguzzando la vista si può trovare una porta nascosta che conduce alla scala di servizio, che permette di raggiungere tutti i piani della villa e che, al piano rialzato, permette di giungere alla cucina. Quest’ultima è stata realizzata negli anni Sessanta dal padre di Pietro del Bono poiché quelle originali si trovano nel seminterrato: “Ai tempi dei Sessa, in quella che oggi è la cucina, giungevano solo i piatti con un montacarichi e, attraverso un passa piatti, le pietanze raggiungevano la sala da pranzo ed i commensali grazie all’opera di eleganti camerieri in livrea” ci ha spiegato il proprietario. Ovviamente tutto questo nel dopoguerra non era più necessario. “Da sottolineare è il fatto che gli arredi che si hanno in questa cucina anni Sessanta e nei bagni degli anni Trenta, sono di pregevole fattura, cosa che si può riconoscere dalle piastrelle di ceramica Bisazza, oppure le lampade nei bagni di Venini: quindi gli ammodernamenti che si sono fatti hanno comunque uno stile comunque ricercato, come è sempre stato per la storia di questa villa” secondo le precisazioni del dottor Lorenzo Colombo, giovane storico dell’arte che ha svolto degli approfonditi studi sull’edificio residenziale cremellese. LO SCALONE Lo scalone è il fulcro della casa che vuole richiamare lo stile rinascimentale fiorentino, motivo per cui questa dimora è soprannominata “La Fiorentina”. “Da fuori la villa richiama palazzo Strozzi, un grande esempio di architettura rinascimentale fiorentina; mentre lo scalone vuole si ispira chiaramente allo scalone del Bargello: questo di evince dai tanti stemmi murati sulle pareti e dalla fontana che si trova alla base delle scale, elemento immancabile nei cortili fiorentini del rinascimento. Sulle pareti dello scalone di hanno elementi veri e finti, che vanno dagli stemmi di varie famiglie, ad elementi portati per richiamare infelicemente gli stilemi fiorentini, ma incastonando un leone di San Marco oppure un sovrapporta della biblioteca di Sant’Agostino di Bergamo” sottolinea il dottor Colombo. Giungendo al primo piano si trova una finta balaustra che riprende lo stile del rinascimentale. Poco sopra, poggiata sui merli, si poggiava un tempo, la vetrata che oggi si trova due piani più in alto su cui si riconosce lo stemma dei Sessa che si alterna ai Gigli di Firenze. Il motivo per cui venne spostata lo spiega il conte stesso: “Negli anni '60 mio padre volle ricavare varie camere da letto con bagno in cui dormivano i figli e gli ospiti e lui voleva in un certo senso poterli controllare dal piano nobile, per evitare scorribande notturne”. LA CAMERA PADRONALE Si può comprendere che si tratta della camera padronale sia dalle dimensioni del letto, sia dell’affresco posto dietro di esso. Letto in stile rinascimentale sulla cui testiera si riprende uno dei due soggetti dell’affresco lombardo di fine Quattrocento appeso sopra di esso: l’Annunciazione; tra l’Arcangelo Gabriele e la Madonna, posti agli estremi della rappresentazione, si trova una Maestà. La presenza ripetuta della figura dell’Annunciazione probabilmente sottolinea la ricerca di una progenie da parte di Rodolfo e Anna che ebbero una unica figlia che morì prima dei genitori nel 1902. Questo segnò molto la coppia. La tecnologia ritorna in questa camera nel letto matrimoniale che permette di dividere in due singoli il grande letto, per rendere più semplice rifarlo alle cameriere. IL BAGNO PADRONALE In stile anni Trenta ha un meraviglioso arredo in marmo con una vasca da bagno. Tutto è ancora funzionante. IL GIARDINO Il giardino si estende su sessanta mila metri quadrati in cui vige la più grande quiete. Sono ospitati svariati esemplari secolari che contrappongono la loro grande storia alla più recente piscina costruita negli anni Sessanta dall’architetto Antonio Clerici. Un trucco che venne utilizzato dai Sessa fu quello di piantumare svariati alberi sui confini della proprietà, facendo quindi confondere il giardino con il resto della vegetazione intorno, dando l’impressione che fosse più grande. Dal giardino si possono osservare anche un'iscrizione sul lato ovest: “FAMILIAE AMICISQUE DICATA ET LUDIS IVCVNDIS”. In questo modo la villa viene dedicata alla famiglia agli amici e agli svaghi:, riconoscendo nella Brianza il luogo dell’otium e Milano è il luogo del negotium. “Le dimore storiche sono vive, cambiano con il trascorrere del tempo. Quindi come si fecero e rifecero i bagni, come si realizzò la cucina negli anni Sessanta, tale è in tutte le case dell’epoca. Fissarle in un momento significa ucciderle: mantenerle immobili non avrebbe senso....le renderebbe difficili da vivere” sostiene Pietro del Bono, Presidente della sezione lombarda dell’Associazione Dimore Storiche Italiane. Vi abbiamo fatto vivere un’esperienza a tutto campo in quello che si può considerare un grandioso esempio di architettura rinascimentale fiorentina, unico nel suo genere. Scopri la nostra rubrica Arte Immagine di copertina: https://ledimoredelquartetto.eu/ Read the full article
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Scultura ‘monumentale’ in vetroresina dello scarafaggio per ‘La Metamorfosi’ (facente parte della messa in scena "Il Silenzio delle Sirene" di Franz Kafka) con un’attore-acrobata all’interno (Memo Dini) e trasmissione twin-cam per la propulsione, le antenne movibili indipendentemente con 2 manopole dall’interno, le coppie di zampe anteriori ‘camminavano’, i posteriori ‘scalciavano’, la ‘bestia’ si spostava a scatti spasmodici accompagnato da colonna sonora ‘horror’ di grida-urla animaleschi…immersa in una luce ‘allucinante’
... la prima prova meccanica ->
“IL SILENZIO DELLE SIRENE”, inseguendo Kafka (1988) debutto al Teatro Trianon, Roma & tournée in Italia (1988/89)
produzione: teatroinaria
regia: Alessandro Berdini
scenografia & costumi: Edwin Alexander Francis
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Piano cottura in acciaio inox 2 fuochi
Piano cottura in acciaio inox 2 fuochi Dimensioni piano 30 x 52cm - Dimensioni Incasso: 48 x 26,2cm AccensionElettrica Integrata nelle Manopole SicurezzaIl Sistema di blocco fiamma in caso di spegnimento accidentale bloccher? la fuoriuscita di gas TIPI DI GAS: Il piano cottura PremierTech ? compatibile con Gpl e Gas Metano -Gli ugelli per GPL gas liquido sono inclusi ed ? gi? pedisposto per gas metano BRUCIATORI Utilizziamo bruciatori Sabaf di altissima qualit? e Made in Italy - Il piano cottura ? composto da 1 Bruciatore rapido da 3.00 kW e 1 Bruciatore ausiliario da 1.0 kW
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