#mannaggia la morte
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mi sono buttata la zappa sui piedi il giorno in cui ho detto al direttore che mi andava bene fare solo qualche sostituzione nell'altro bar (l'importante era non mettermi fissa, per quello avrei preteso l'aumento), quindi indovinate domani chi si farà il fegato amaro? e perché proprio io?
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AHHHH LA CANZONE DI ELODIE E TIZIANO NAZIONALEEEE
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recuperata anche la seconda stagione di Doc, le mie considerazioni richieste da: nessuno
- devi sempre svenire o non sei malato
- ho chiesto di liberarci di alba MA MANCO A FA' COSÍ PERÒ 😳
- 🩷💖💘💝💕💞💓🩷 RICCARDO BONVEGNA X2 XSEMPRE 🩷💖💘💝💕💞💓💗
- nella vita siate resilienti come quella rimbambita della figlia di andrea che nonostante tutto si arrampicherebbe su spollon anche in punto di morte
- avete notato che ogni volta che torna gabriel schiatta qualcuno? io indagherei
- antiobiotico ad ampio spettro vale per tutto oppure c'e un'unica alternativa di diagnosi: il lupus
- la serie la reggono sulle loro spalle la caposala e enrico che spero non ci abbandonino mai perché sono i personaggi migliori del telefilm
- stupido sexy cesconi mannaggia a te
- giasau ci mancherà molto ma siamo quasi pronti a sostituirlo con jack george
- se qualcuno mi nomina il cane blu compio l'insano gesto
#ho molta paura della terza stagione la rai ormai mi triggera con le sue serie rovinate#vedremo💀💀#doc#se non date una gioia a ric sto giro ve lo giuro 🔪🔪🔪🔪🔪
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Stare in casa con un bodybuilder è la MORTE.
NON POSSO MANGIARE UN CAZZO MANNAGGIA AL CRISTO CHE TI SCLERA CONTRO.
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Beh in che contesto ed è un po too much.
E comunque mannaggia alla Madonna uno sano no eh?
Il giorno che lo trovo, mi sposo.
In ogni contesto è troppo augurare la morte
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Parlava lei un po' e io stavo a sentire poi parlavo io.
Il colloquio andava avanti senza sforzo.
Pareva che scoprissimo tanti segreti comuni a entrambi.
Quando ne scopriva uno grosso Cass scoppiava a ridere
— quella sua risata — solo lei era buona.
Era come la gioia sprizzata dal fuoco.
Sempre parlando ci abbracciavamo, ci baciavamo.
Così andammo su di giri e ci venne voglia di andare a letto.
Allora Cass si tolse quel vestito con il colletto alto e io la vidi:
la brutta cicatrice frastagliata, attraverso la gola.
Era larga e spessa.
"Mannaggia a te, donna," le dissi dal letto,
"mannaggia a te, che cosa ti sei fatta?"
"Ci ho provato con un coccio di bottiglia una sera.
Non ti piaccio più? Sono ancora bella?"
La tirai giù dal letto e la baciai. Essa si sciolse e rise.
"Certi sganciano la grana anticipata e poi,
quando mi spoglio, non gli va più di fàrmisi.
Io mi tengo il decione. È una cosa buffissima."
"Sì," dissi, "da morir dal ridere… Cass, sciagurata,
io ti amo… smettila di distruggere te stessa:
sei la donna più viva che io abbia mai conosciuto."
Ci baciammo ancora. Cass piangeva in silenzio.
Sentivo sulla pelle le sue lacrime.
I lunghi capelli neri erano sparsi intorno a me
come un vessillo di morte.
Ci congiungemmo e, piano, con dolcezza,
con mestizia, facemmo l'amore, meravigliosamente.
-Charles Buk🖤wski-
da “Storie di ordinaria follia”
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Il ministero dell'istruzione ci odia. Ma a morte proprio non è possibile! Tra tutte le cose filosofia mannaggia la mamma loro
Se sentite bestemmie e grida siamo noi studenti italiani è tutto normale. Rip per quelli del classico,
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26 nov 2023 21:00
“LA MORTE DI MOANA? HA RAGIONE LA MADRE QUANDO INDICA IN SCHICCHI IL RESPONSABILE" – DAGO SI CONFESSA CON FERRUCCI E RACCONTA DI QUANDO FECE DA GHOST WRITER DEL LIBRO IN CUI MOANA POZZI DAVA I VOTI AI SUOI AMANTI: “CRAXI RICEVETTE UN BEL 7 NONOSTANTE CI SIA STATA SOLO MASTURBAZIONE, MA CON I VOTI BASSI NON LO AVREBBE PUBBLICATO NESSUNO. UNA STORIA CON LEI? MAI, PER ME NON AVEVA UN GRAMMO DI SENSUALITÀ” - IL DOCU-FILM “ROMA SANTA E DANNATA”, LA STANZA DEI CAZZI ACCANTO ALLA CAPPELLA SISTINA, LA CAPITALE A CUI HA “SEMPRE PORTATO RISPETTO” E L’UNICA PAURA: “QUANDO VADO IN TV, HO PAURA DI DIRE CAZZATE, ESAGERARE E DELUDERE MIA MOGLIE E MIO FIGLIO…” - VIDEO
Alessandro Ferrucci per “il Fatto quotidiano”
“Mi hanno censurato!” è il grido di battaglia. Non c’è buongiorno, come va, mannaggia che vento, non c’è più la mezza stagione ad attenuare la verve di Roberto D’Agostino.
Chi è stato?
Piazzapulita.
Com’è possibile?
In un’intervista ho spiegato: “Come diceva è meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine...”. A quel punto la giornalista mi ha domandato “chi?”.E lei, D’Agostino...Ho risposto: “... ‘sto cazzo”.
(Roberto D’Agostino è un mix incredibile di alto e basso, di alto e magari bassissimo. Ma il punto è un altro: è lui a decidere cos’è alto e cosa è basso o bassissimo, e con l’autorevolezza di rendere credibile il basso e ridicolo l’alto. Questo è Roberto “Dago” D’Agostino e questo è il docufilm che ha presentato all’ultima Festa del CinemaRoma, Santa e Dannata– girato insieme a Marco Giusti, regia di Daniele Ciprì –, dove in un’ora e mezza riesce a dare un filo logico a Vaticano e pornostar; politica e localini equivoci; storici protagonisti della notte capitolina e la stanza accanto alla Cappella Sistina “dove c’è la più grossa collezione di piselli”).
ROMA SANTA E DANNATA - TRAILER
Per una battuta non si fanno prigionieri.
La migliore era quella di Elsa Morante a Natalia Ginzburg, durante un appuntamento allo Spazio Cultura: “Meglio un culo gelato che un gelato nel culo”; (pausa) lì era bello il contesto, tra capoccioni molto seri come Alberto Moravia, Ruggero Guarini, Angelo Guglielmi e Corrado Augias; ridevano come scemi.
È soddisfatto del suo documentario...
Sono stanco morto, sono pronto ad annamene a letto (sono le 11 del mattino); il problema è che ho girato di notte anche perché di giorno ho Dagospia, devo lavorare, così siamo usciti dalle nove di sera in poi.
Divertito?
Sì, però il divertimento è quello teorico; cambia tutto quando entri nel lato pratico.
Ma è soddisfatto?
Poteva venire meglio; il problema è che non sono mai soddisfatto di niente: mi capita da sempre e da sempre cerco di essere onesto con me stesso; (resta in silenzio) il primo libro l’ho pubblicato nel 1985 e se lo riprendo tra le mani e leggo, poi penso: “Questo va picchiato”.
Come è nato Roma, Santa e Dannata?
Avevo visto un documentario molto bello di Martin Scorsese su Fran Lebowitz e New York; allora Alessandra Mammì, moglie di Marco Giusti, disse “l’unico che può cucinare Roma è Dago”. Ne parliamo durante una cena a casa di Paolo Sorrentino, come il rovescio de La grande bellezza e pensiamo che il film di Paolo finisce sul Tevere e proprio dal Tevere dovevamo ripartire.
Con quali paletti?
Che fosse un documentario basato su racconti di alcuni protagonisti, evitando pippe sull’Impero Romano; alla fine la cultura occidentale si basa su due libri: Le mille e una notte e il Decamerone; tutta la formazione dell’essere umano è fondata sui racconti e Roma non è mai stata una metropoli, ma un paesone dove ognuno è pronto a pettegolare. Roma è una portineria.
DISCORSO DI DAGO ALLA PRIMA DI ROMA SANTA E DANNATA, ALLA FESTA DEL CINEMA
Il portiere è un collante.
Una sorta di bollettino del palazzo e non solo del palazzo.
Qual è lo spirito di Roma?
È nella domanda iniziale: perché Dio, con tutto quello che aveva da fare, si è inventato una Città Santa con il Diavolo accanto? Roma ha Gerusalemme e Babele, la città di Dio e quella degli uomini: Caput Mundie, come sosteneva Gioacchino Belli, chiavica der monno; (pausa) per chi non lo sapesse il Belli era un funzionario del Vaticano.
Roma non si domina.
Dai tempi di Cesare siamo sempre in attesa dell’arrivo dei Barbari, ma siamo pure tranquilli perché certi di un dato: una volta qui, si attovagliano in uno dei classici ristoranti del centro o vanno in qualche locale come il Jackie O’. E a quel punto non ci vorrà nulla per corromperli, non ci vorrà nulla a tramutarli in un’altra manica de stronzi romani.
Il celebre generone.
A Roma chi arriva e non si romanizza poco dopo è costretto a fare la valigia e tornare a casa, come è successo a Carlo De Benedetti, Gianni Agnelli o a Tronchetti Provera.
ROMA SANTA E DANNATA - PROIEZIONE A MILANO
A Berlusconi, no.
È l’unico. Nel primo governo, senza Gianni Letta, è crollato dopo pochi mesi; il secondo esecutivo, con dentro Gianni Letta e soprattutto con al fianco un’altra persona fondamentale, colui che collegava Palazzo Chigi con il potere invisibile, quello vero, composto da Corte dei Conti, Quirinale, Consulta, Servizi segreti, Ragioneria dello Stato. Ecco il secondo esecutivo è durato molto più a lungo.
Chi era questa persona?
Franco Frattini.
A Roma contano più il potere o i soldi?
Chi vuole uno sposalizio tra potere e soldi o potere e fica è destinato a finire nella pattumiera: il potere non accetta questo binomio. Berlusconi ha capito e ha metabolizzato il primo comandamento di Andreotti: il nemico non si combatte, ma si compra; perché i nemici, una volta coalizzati, poi ti fanno il culo.
I segreti sono potere?
No, il potere è una patata: quando vai nei campi e la sradichi scopri che quel tubero ha radici lunghissime; quei filamenti rappresentano la vera forza del potere. In Italia democristiani e comunisti hanno impiegato decenni per costruire i loro filamenti. Chi è arrivato dopo, da Renzi a Salvini a Conte, non aveva radici del genere. Il Pd le ha ed è questa la sua forza.
Nel documentario definisce i funerali come un momento fondamentale...
Non c’è niente di più vivo; a Roma davanti al caro estinto si riunisce quella sorta di filiera, di nomenclatura, di loggia massonica, di amici che rinsaldano il loro legame. Esattamente in quel momento si fissano appuntamenti o cene.
Il funerale di maggior impatto?
Sono tre: Giulio Andreotti, Mario D’Urso e Angelo Rizzoli. A me ha sempre colpito un aspetto: se nelle grandi città esistono due o tre circoli, a Roma ce ne sono venti. Ed è pure difficilissimo iscriversi; quando entri, sei parte di una sorta di loggia massonica dove il primo comandamento è sempre lo stesso: “È affidabile?”.
Nel documentario racconta di una collezione formidabile di peni. L’ha vista?
Negli anni 80 sono stato dei mesi appresso a Federico Zeri; un giorno mi chiama: “Vieni con me alla Cappella Sistina”. La Cappella era appena stata restaurata ed era tutta per noi e con noi c’erano anche Ernst Gombrich e Corrado Augias. Zevi la conosceva alla perfezione: era stato cinque anni chiuso in Vaticano per studiare il suo patrimonio artistico. Una volta dentro non ci indica il soffitto, Il giudizio universale, ma il pavimento. A quel punto si rivolge a Gombrich: “Sa perché la Cappella è stata edificata così lontano dal corpo delle altre chiese di San Pietro? E perché si entra da viale Vaticano?”
Risposta?
Resta in silenzio per alcuni secondi e poi con una voce grave risponde: “Perché qui c’è Satana”. Ancora zitto. E poi: “Venite con me”. Si alza, raggiunge il centro della Cappella e spiega: “Qui c’è un tombino e qui sotto c’è il Diavolo. Perché quando edificarono questo edificio, assegnato alla parte amministrativa, scoprirono il più grande tempio pagano, quello dedicato a Mitra”.
Insomma, ma questi peni?
In una stanza vicina alla Cappella sono stati piazzati i cazzi asportati nei secoli da tutte le statue, sostituiti dalle foglie di fico; parcheggiati lì, dentro a contenitori in legno con sopra tanto di targhetta.
Nel doc rivela di essere l’autore del celebre libro di Moana Pozzi dove lei dà i voti ai suoi amati celebri...
Quel libro in origine assegnava giudizi completamente diversi, come nel caso di Bettino Craxi: lui ricevette un bel 7 e nonostante ci sia stata solo masturbazione...
LA PRIMA A MILANO DI ROMA SANTA E DANNATA DI DAGO E MARCO GIUSTI
In realtà?
Con i voti bassi non lo avrebbe pubblicato nessuno, per questo li abbiamo gonfiati; (sorride) all’epoca lavoravo all’Espresso e scrivevo i primi pezzi sui locali scambisti, i locali di Schicchi, su Cicciolina in Parlamento, caso unico...
E...?
L’Italia ha anticipato di vent’anni il resto del mondo; (sorride) il primo locale per le feste del Muccassassina era della Chiesa.
Casualmente?
Quel posto era pieno di preti e poliziotti, tutti sapevano tutto, ma era come L’abbraccio del Bernini: la Chiesa accoglie e perdona chiunque .
Ha avuto una storia con Moana?
Mai e l’ho conosciuta prima della sua carriera nell’hard, quando era la fidanzata di Luciano De Crescenzo, quando ancora non si era rifatta il culo, il naso, la mascella e pure i gomiti.
Rifatta, ma bella.
Per me non aveva un grammo di sensualità; stava spesso a casa mia, per ore, era perspicace, leggeva, ma per lei il sesso era una questione meccanica; (pausa) secondo me ha ragione la madre di Moana quando indica in Schicchi il responsabile della sua morte.
In che modo?
C’è una questione di tempi: alla fine degli anni 80 lo stallone per eccellenza, John Holmes (morto nel 1988), diventa sieropositivo e ovviamente crollano le sue quotazioni nel mondo dell’hard statunitense; Schicchi che fa? Lo porta a Roma, costava poco, e lo ingaggia per dei film, pure con Moana...
Di tutto quello che ha raccontato nel documentario, cosa le manca maggiormente?
Dado Ruspoli, uomo con una vita grandiosa.
Ce la racconti.
A Roma c’erano due rockstar: una era lui, l’altra era Mario Schifano. Venivano da New York o da Londra per incontrarli, e mi riferisco a big come Mick Jagger o Keith Richards. (pausa) La Dolce Vita nasce dai rampolli dell’aristocrazia capitolina, erano gli unici nel dopoguerra ad avere dei mezzi: loro hanno portato coca, oppio, qualsiasi sostanza. Dopo di loro si è accodato il cinema. E tra di loro Dado è stato il protagonista. Con i suoi segreti, il suo potere, le sue stanze.
Roma le ha mai suscitato paura?
(Si ripete la domanda) No, ma l’ho sempre rispettata; anzi le ho portato rispetto.
Sembra una logica mafiosa.
Se dico che passiamo ore e ore attovagliati, lì siamo alle prese con il lavoro più importante: tessere rapporti; sono i “ponti” che quando arriva il momento della caduta, e arriva per tutti, trovi una rete per salvarti. Questo è fondamentale, e se ripeto il concetto di “portare rispetto”, intendo non tradire, non comportarsi da arrivista, da paraculo, da chi se ne approfitta.
Comunque non ha mai avuto paura...
(Cambia tono della voce) Solo di mia moglie e di mio figlio quando vado in televisione: ho paura di dire cazzate, di esagerare e di deluderli.
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mannaggia a jess mariano che mi fa sempre piangere mannaggia la morte
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6 domande / 6 questions
(Regole: Rispondi alle domande e poi tagga altra gente! / Rules: Answer the qestions and then tag someone else!)
Tag da / Tag from @evadingreallife
1. Ultima canzone? / Last song?
Him - James Marriott
2. Ultima serie tv? / Last tv series?
Il giovane Ispettore Morse - Endeavour (what is this translation)
3. Stai guardando? / Now watching?
Il Trono del Muori su youtube. Fa parodie di diverse serie (da Harry Potter a Berserk), consiglio vivamente. Se non vale e si intende solo media tradizionali allora Ispettore Morse. - Il Trono del Muori on youtube. Sorry but this man is strictly italian, specifically with a roman accent. He's amazing and I love him very much. He does parodies (from Harry Potter to Berserk), if you can understand italian check him out. If it doesn't count and the question regards only traditional media I'll go with Inspector Morse.
4. Stai leggendo? / Now reading?
Peter Pan nei giardini di Kensington (è il meglio di Peter Pan, difenderò questa opinione fino alla morte). - Peter Pan in Kensington Gardens (It's the best Peter Pan, I will die on this hill).
5. Ossessione attuale? / Newest obsession?
Come è ovvio dalle serie, Morse mi ha monopolizzato le ultime settimane dopo aver visto una scena del secondo episodio (su Giallo. Perchè lo stavano guardando i miei): c'è Morse che rincorre un serial killer; ad un certo punto si scontrano, per poi tornare subito a correre. Ovviamente lo perde di vista - siamo solo a metà episodio dopotutto - ma trova i rinforzi dove c'è anche un suo amico, che dice "ma sanguini, stai bene amico?" e allora, solo in quel momento, questo tizio che ha la fobia del sangue e della morte si accascia a terra. Questa scena mi ha fatto salire una rabbia isterica tale che due mesi dopo ho guardato tutta questa serie in inglese, ho quasi finito la serie originale (di cui questa è il prequel) e di cui guarderò il sequel. Per poi recuperare i libri da cui è tratto questo personaggio molto poco stabile. Perchè questo deficiente si è accasciato. Mannaggia a me.
/As is clear from the tv series, Morse monopolized my last weeks after seeing a scene from the secon episode (on an italian channel. Because my parents were watching it): there's Morse running after a serial killer; at some point they fight/grapple briefly to then goback to running. He loses him, of course - we're only half episode in after all - but he finds the backup among which there's also a friend of Morse, who says "you're bleeding, are you alright mate?" and then, just then, this guy who has a phobia of blood and death collapses to the ground. This scene got me so hysterically angry and worked up that here I am, two months later, having seen the entirety of the series in english, almost done with the original series (of which this is the prequel) and of which I'll watch the sequel. And then I'll go and read the novels upon which this very stable character is based. Fuck me.
6. Un'altra ossessione? / Another obsession?
Ne do tre al prezzo di uno.
1- Visto che a fine mese vado a Londra per un concerto (se qualcuno avesse dei biglietti per Lovejoy complimenti a voi, il bagno di sangue per prenderli è stato orribile) sto rileggendo/cercando cosa fare lì visto che resto un paio di giorni. Per ora la lista prevede Kensington (ma va) e la National Gallery. Inoltre mi è salita l'ansia per il locale dove ci sarà il concerto, perchè non danno certe informazioni da nessuna parte. Ho passato due giorni a guardare le foto degli eventi passati cercando risposte.
2- Ho costantemente non meno di 40 pagine di ao3 aperte, di una miriade di fandom, che scelgo in una seduta per poi leggere nei giorni seguenti. Al momento la selezione prevede Detective Conan, Yu-Gi-Oh Zexal, Inception, Endeavour, FMA, IT, Broadchurch, VLD, Sandman, Gravity Falls, Kingdom Hearts, Ritorno al futuro, Dragon trainer e altri.
3- Sto preparando un cosplay per il Lucca Comics a novembre nei minimi dettagli ma solo nella mia testa. Di pronto ho circa un 20%.
/I'll give three at the price of one.
1- Since I'm going to London at the end of the month for a concert (if anyone has Lovejoy tickets I salute you, the bloodbath to get them was horrible) I'm rereading/looking for things to do there since I'll be staying for a couple of days. For now the plan consists of Kensington (duh) and the National Gallery. Moreover I'm getting anxiety for the venue of the concert because there are no informations about certain things anywhere. I spent two days looking for answers in photos of past events.
2- I've constantly at least 40 ao3 tabs open from a multitude of fandoms that I choose in one sitting and then read the following days. At the moment the selection has Detective Conan, Yu-Gi-Oh Zexal, Inception, Endeavour, FMA, IT, Broadchurch, VLD, Sandman, Gravity Falls, Kingdom Hearts, Back to the future, HTTYD and more.
3- I'm preparing a cosplay for Lucca Comics (the biggest italian con) this November to the last detail but only in my head. I've actually got ready about 20% of it.
Taggo / I'm tagging @protesliaus @risingsunresistance
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se tu mi chiedi due cornetti a cioccolato come posso intendere due brioche a nutella (so che da altre parti si usa dire brioche per intendere cornetto, ma lei ha usato proprio la seconda)? che cazzo di problema avete? soprattutto alle 7 e 45 del mattino?
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[...] Poi a volte ci capita pure di piangere per persone lontane e sconosciute: vittime di catastrofi, incidenti memorabili, guerre, stermini e genocidi, e, nel farlo, seguiamo più o meno gli stessi meccanismi delle proprietà transitive e delle assimilazioni che finiscono immancabilmente per ritorcersi su noi stessi, sulla nostra fragile caduca e mortalissima persona (poteva capitare anche al mio amico Jules, a Pierre o a Juliette, oppure a Fulano, a Mengano o a Zutano che vivono da quelle parti e, se poteva capitare a loro, poteva capitare anche a me; e puoi scommetterci che capiterà, capiterà prima o poi, pure a te, a me e a tutti noi. Mannaggia ‘a miseria, mannaggia ‘a morte e mannaggia ‘a vita va c’è tene ‘nterra!).
Detto ciò, mi pare che si pianga anche a comando o per contagio. Se piangi tu, piango anch’io, che di certo la mia sofferenza non è minore della tua e neanche a me mancano le buone ragioni e le giuste dosi di dolore per versare fiotti e fiumi di lacrime su questa valle lacrimosa in cui risiede la nostra vita reale e virtuale. Oltre al fatto che in quei momenti ci viene da riflettere sull’impatto che quella vita sfumata ha avuto ed ha sulle nostre vite ancora pulsanti.
E qui la rete esercita un meccanismo di amplificazione in cui il lutto viene anche rappresentato, teatralizzato, finto così completamente che si arriva a fingere che è dolore il dolore (esistenziale e consustanziale alla finità dell’uomo) che davvero si sente. [...]
___________
Da aitanblog.wordpress.com/2023/02/24/pianti-funebri-e-funerali-pubblici/
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Misà che odia a morte lucia deve averla incontrata e sarà stata sopraffatta dalla gelosia.
Mannaggia brutta arrampicatrice sociale 😂😂
No ti prego, ho letto la risposta 'prima di stare con Fede non era nessuno' 😭 quindi Elite model ha messo il portfolio online e i vari brand le sue foto online quando si è messa con Chiesa? Io a gennaio cercai Lucia Bramani e vidi tutte le foto, non so lei...
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“ Nei giochi, per la strada, quando le situazioni diventavano arroventate e pesanti si passava alle bestemmie. L'offesa piú grave era bestemmiare la madre. Poi si passava ai morti. Poi alle offese personali. Vinceva chi colpiva il segno giusto e il vinto scoppiava in pianto e se la filava a casa scornato. Vinceva chi colpiva con la bestemmia piú duramente, nel vivo, a sangue. La madre era sempre una zoccola: "La zocch'n d' mamm't" (La zoccola di tua madre); "La cularott' d' mamm't" (La cularotta di tua madre); "Mamm't fesc' l' b'cchin' " (Tua madre fa i bocchini); "Mamm't è 'na culapert" (Tua madre è una aperta di culo); "Mamm't è 'na mbratta't" (Tua madre è una sporcacciona). Dopo aver crocifisso la madre seppellita in un mare di offese e di sberleffi si passava ai morti: "L' muert' d' mamm't" (I morti di tua madre); "L' muert' d'attant" (I morti di tuo padre); "Mannaggia a chi t'è muert" (Maledetto a chi ti è morto); "Mocch' a chi t'è muert" (In bocca a chi ti è morto); "Mannaggia a chi t'è stramurt" (Maledetto a chi ti è stramorto). Quando un morto o due non erano sufficienti si passava alle altre generazioni: "L' muert' ca tin' fin'alla quart' generazion" (I morti che tieni fino alla quarta generazione); poi fino alla settima, poi si bestemmiavano i "500.000 vagoni d' muert' ca tin" (I 500.000 mila vagoni di morti che tieni). Dopo la madre ed i morti finalmente si passava alle offese individuali. Quella piú usata era l'offesa a sfondo sessuale: "Tu si nu ricchionazz" (Tu sei un ricchionaccio); "A te non t'alz" (A te non ti alza); "Tu si nu ricchion e ma da fè nu b'cchin" (Tu sei un ricchione e mi devi fare un bocchino). Quando tornavi a casa, specie quando facevi molto tardi, avevi il resto dai genitori. Quando non erano botte (magari perché si facevano male alle mani e non c'erano mazze e nervi di bue in circolazione) erano le maledizioni. Specie la madre era la depositaria delle maledizioni. Secondo lei le maledizioni si avveravano immancabilmente perché lei che ci aveva messo al mondo e dato la vita, ci poteva dare anche la morte. Allora si sprecavano le maledizioni: "Ha da ies' accis" (Tu devi essere ucciso); "Mej t' port'n accis" (Mai ti portano ucciso); "Mej t' port'n sp'zzet' d' jamm' allecch allecch" (Mai ti portano spezzato di gambe a pezzi a pezzi); "T’ veng' na gocc" (Ti venga una goccia, un accidenti); "Mej scitt' u' sang" (Mai butti il sangue); "Maledett' a tè e ci t' dè a mangè" (Maledetto a te e chi ti dà a mangiare); "Maledett' a tè e du cornut' d'attant" (Maledetto a te e quel cornuto di tuo padre). Tutte queste bestemmie si imparavano naturalmente da maestri all'altezza della situazione: da genitori, zii, nonni. Piú erano vecchi e stanchi, piú erano colorate le bestemmie. “
Tommaso Di Ciaula, Prima l'amaro e poi il dolce. Amore e altri mestieri, Feltrinelli (collana Franchi Narratori, n° 33), 1981¹; pp. 55-57.
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Parlava lei un po' e io stavo a sentire poi parlavo io.
Il colloquio andava avanti senza sforzo.
Pareva che scoprissimo tanti segreti comuni a entrambi.
Quando ne scopriva uno grosso Cass scoppiava a ridere
— quella sua risata — solo lei era buona.
Era come la gioia sprizzata dal fuoco.
Sempre parlando ci abbracciavamo, ci baciavamo.
Così andammo su di giri e ci venne voglia di andare a letto.
Allora Cass si tolse quel vestito con il colletto alto e io la vidi:
la brutta cicatrice frastagliata, attraverso la gola.
Era larga e spessa.
"Mannaggia a te, donna," le dissi dal letto,
"mannaggia a te, che cosa ti sei fatta?"
"Ci ho provato con un coccio di bottiglia una sera.
Non ti piaccio più? Sono ancora bella?"
La tirai giù dal letto e la baciai. Essa si sciolse e rise.
"Certi sganciano la grana anticipata e poi,
quando mi spoglio, non gli va più di fàrmisi.
Io mi tengo il decione. È una cosa buffissima."
"Sì," dissi, "da morir dal ridere… Cass, sciagurata,
io ti amo… smettila di distruggere te stessa:
sei la donna più viva che io abbia mai conosciuto."
Ci baciammo ancora. Cass piangeva in silenzio.
Sentivo sulla pelle le sue lacrime.
I lunghi capelli neri erano sparsi intorno a me
come un vessillo di morte.
Ci congiungemmo e, piano, con dolcezza,
con mestizia, facemmo l'amore, meravigliosamente.
-Charles Buk🖤wski-
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Oggi sono 30 anni ❤️
Quest’anno, per il mio compleanno scrivo a me, e ci metto lo stesso impegno che userei per scrivere una lettera alla persona che sento più vicina al mio cuore. Lo stesso affetto, amore, calore. Allungo la mia stessa mano in una abbraccio che possa circondarmi d’affetto e ricordarmi che, se non mi voglio bene io, il circolo dell’amore fatica ad ingranare! Qualcuno penserà che sia una cosa stupida, ma non mi interessa, mi va.
A te, che oggi sono 29 e senza rendertene conto domani saranno già 30.
A te, che stai imparando “l’arte della leggerezza” ma, ammettilo, non è semplice per una “pesante” di natura.
A te, che ti scatti una foto anche quando non riesci a sorridere, per ricordarti che i giorni tristi sono come i tasti neri di un pianoforte, senza i quali non ci sarebbe la stessa armonia.
A te che non ammetti di sbagliare e quando ti irrigidisci col mondo è solo perché ce l’hai a morte con te stessa.
A te che ci pensi sempre troppo prima di agire e nel frattempo perdi ogni genere di mezzo, mannaggia a quel blocco mentale del “sarà la cosa giusta”!
A te, che hai amato tanto, poche volte, ma non dimentichi di farlo un poco ogni giorno, perché confidi nella forza della costanza.
Buon compleanno a te che sei la stessa me. Ho auguri e consigli da darti. Lo sai che sono brava con le parole ma conto su di te per renderle reali.
Prima di tutto sappi che credo molto in te e sono fiera per come in questi anni hai affrontato le sfide della vita e, quando era necessario, hai saputo cadere con la grazia di chi è consapevole che avrà lividi marcati, che qualcosa non tornerà com’era in principio e che va bene così. Perché solo i soprammobili hanno più probabilità di restare intatti. Ma tu sei viva, ami la vita, anche quando ti vorrebbe un pò meno forte e un pò più arrabbiata. Ma non ti scomponi mai, neanche quando dovresti. Se devi cedere lo fai con te stessa, perchè non darai mai agli altri il piacere di vederti così.
Cara me, vivi, sempre, continuamente, con la consapevolezza che coltivare bene porta sempre da qualche parte, anche se ti può sembrare tutto un caso. Pure se a volte la strada si allunga e la meta cambia. Mica puoi sapere tutto in anticipo!
Fidati e affidati a chi ti ispira fiducia, che il tuo sesto senso è ancora un aiuto infallibile. E impara a lasciare andare qualche pezzo se è necessario, capirai solo dopo il valore di quello spazio vuoto.
Quando sei stanca riposati, ma non far passare mai troppo tempo prima di rimetterti in cammino, che l’abitudine arriva in fretta ed è una cattiva bestia da cacciare.
Quando hai paura di voltare l’angolo perchè non sai cosa ti aspetta, aguzza la vista e accelera il passo e se ne hai bisogno allunga la mano. Togliti questo vizio che devi affrontare per forza tutto da sola!
Accontentati, ma non troppo. Regalati quel giusto tanto di soddisfazione che può essere la molla per desiderare e ottenere di più. Puoi e devi sempre migliorare qualcosa nella tua vita.
Lasciati stupire anche dalle cose più semplici, fin quanto ci riuscirai sarà come avere con te un pezzo della bimba che eri.
Smettila di lamentarti, che non è di certo la soluzione ai problemi!
Ridi e piangi ogni volta che ti va, lascia che gli altri ti giudichino o delle volte non ti comprendano. Ma se sono persone care, non lasciare che questo le allontani. Farsi capire è importante, anche quando un dolore ti fa chiudere al mondo.
Impara a prendere da tutti quel pizzico prezioso che possono darti e non aspettarti che d’improvviso cambino: sai quante delusioni ti risparmi!
Guarda al futuro, so che fai fatica a chiudere le porte del passato, ma te lo voglio dire con franchezza: perdi tempo!
Prega e non vergognarti di farlo. Io lo so che ogni giorno, appena sveglia, subito dopo il primo “uff mattutino”, è “grazie” la parola che ti viene in mente.
Scrivi, l’hai capito anche tu che non c’è cosa che ti faccia sentire meglio e riesca a farti dimenticare ogni problema. Allora scrivi ancora, pure fino a tarda notte come facevi una volta, ed emozionati delle tue stesse parole.
Sogna con ragion di causa e impegnati se ci tieni davvero. Realizzare un sogno può essere semplice, come molto complicato, dipende tutto da te. Ricordi cosa ti disse quell’amica? “Ci vuole metodo”. Trova il tuo.
Ama te stessa prima di tutto, non venderti mai per poche lire. E non aver paura di ascoltare quel che dice il tuo cuore, è già troppo tempo che lo ignori!
A te, che sei la stessa me, auguri di vero cuore, che tu non smetta mai di credere alla bellezza della vita e alla fortuna degli incontri. Che scelga sempre la strada più sicura e onesta per realizzare ogni cosa. Che riesca ad addolcire certi spigoli di te, altrimenti finirai per farti male da sola. Che ogni tanto sappia abbandonare la tua compostezza e possa lasciarti andare ad un gesto d’affetto. Che l’ironia sia la tua arma, assieme ai sorrisi accoglienti e al tuo briciolo di follia inaspettato. E ogni tanto ricorda anche di essere meravigliosamente imprevedibile, ma conserva questo tuo lato solo per chi dimostra di volerlo vedere davvero.
Cara me, ti auguro di cambiare ancora tante volte, che “restare così” non è mai la cosa giusta mentre le stagioni si alternano. Per il resto, non avere paura, non sei sola, hai me, che sono la stessa te.
Con leggerezza, ricordalo, il segreto è affrontare tutto con un pò più di leggerezza!
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