#macchinetta
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★ ☆ ★ なんだかバタバタと休日を過ごしてしまい 結果 写真のストックがなくなるという ていたらく この週末は ちゃんと写真撮ろう #snap #daily #tokyo #japan #macchinetta #leica #leicaq2 #leicaq #leicaportraits #ライカ #leicagram #写真のストックがない (南青山) https://www.instagram.com/p/ClWM4aWSkrr/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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oggi ci siamo evoluti non solo come individui ma anche come umanità (abbiamo comprato un bollitore elettrico da tenere in ufficio)
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Macchinetta Tatuaggi: Innovazione e Qualità da Tattoo Supply SAS
Il mondo del tatuaggio è in continua evoluzione, e chi lavora in questo settore sa quanto sia importante disporre degli strumenti migliori per ottenere risultati eccellenti. Tra questi, la macchinetta per tatuaggi rappresenta uno degli elementi fondamentali per ogni tatuatore professionista. Tattoo Supply sas, leader nella fornitura di attrezzature per tatuaggi, offre una vasta gamma di macchinette per tatuaggi di alta qualità, pensate per soddisfare le esigenze di ogni artista.
L'importanza della Macchinetta per Tatuaggi
La macchinetta per tatuaggi è lo strumento che permette di trasformare l'arte del tatuaggio in una realtà tangibile. Ogni tatuatore sa che la qualità della propria macchinetta può fare la differenza tra un tatuaggio mediocre e un'opera d'arte. Le macchinette per tatuaggi devono essere affidabili, precise e confortevoli, permettendo all'artista di lavorare per lunghe sessioni senza affaticarsi.
Tattoo Supply sas: Un Partner di Fiducia
Tattoo Supply sas si distingue nel panorama delle forniture per tatuaggi per la sua vasta selezione di prodotti di alta qualità. La nostra azienda ha costruito una solida reputazione grazie all'attenzione dedicata alla selezione delle migliori macchinette per tatuaggi sul mercato. Collaboriamo con i marchi più rinomati e innovativi, garantendo ai nostri clienti attrezzature all'avanguardia e sempre aggiornate.
Tipi di Macchinette per Tatuaggi
Esistono diversi tipi di macchinette per tatuaggi, ognuna con caratteristiche specifiche che la rendono adatta a determinate tecniche e stili. Tattoo Supply sas offre una vasta gamma di opzioni per soddisfare le esigenze di ogni artista.
Macchinette a Bobina
Le macchinette a bobina sono le più tradizionali e utilizzate nel mondo del tatuaggio. Queste macchinette funzionano attraverso un sistema di elettromagneti che muove l'ago su e giù. Sono particolarmente apprezzate per la loro potenza e precisione, rendendole ideali per lavori di lineatura e riempimento. Tattoo Supply sas offre una selezione di macchinette a bobina costruite con materiali di alta qualità e progettate per durare nel tempo.
Macchinette Rotative
Le macchinette rotative, invece, utilizzano un motore elettrico per muovere l'ago. Questo tipo di macchinetta è noto per la sua silenziosità e per il minor livello di vibrazioni rispetto alle macchinette a bobina. Le macchinette rotative sono versatili e possono essere utilizzate sia per linee sottili che per sfumature delicate. Tattoo Supply sas propone diverse macchinette rotative, selezionate per la loro affidabilità e performance.
La Scelta della Macchinetta Giusta
Scegliere la macchinetta per tatuaggi giusta è un passo cruciale per ogni tatuatore. Tattoo Supply sas offre consulenza specializzata per aiutarti a trovare lo strumento più adatto alle tue esigenze artistiche. Ogni macchinetta è testata e garantita per assicurare il massimo della qualità e della sicurezza.
Accessori e Ricambi
Oltre alle macchinette per tatuaggi, Tattoo Supply sas offre una vasta gamma di accessori e ricambi per mantenere le tue attrezzature sempre in perfetto stato. Dai tubi agli aghi, fino ai grip e alle guarnizioni, potrai trovare tutto il necessario per personalizzare e mantenere la tua macchinetta per tatuaggi.
Conclusione
La macchinetta per tatuaggi è uno strumento essenziale per ogni tatuatore, e scegliere la giusta attrezzatura può fare una grande differenza nel risultato finale del tuo lavoro. Tattoo Supply sas è il partner ideale per trovare le migliori macchinette per tatuaggi sul mercato. Con la nostra esperienza e passione, ti offriamo solo prodotti di qualità superiore per aiutarti a esprimere al meglio la tua arte. Visita il nostro sito, Tat-Shop.com, per scoprire tutte le nostre offerte e trovare la macchinetta per tatuaggi perfetta per te.
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Tema: “La macchinetta del caffè”
Svolgimento:
La macchinetta è stata fuori servizio per quattro giorni, durante i quali al numero verde dell’azienda che la rifornisce e ripara, sono giunte -in un crescendo gaussiano- prima le richieste d’intervento, poi le lamentele, quindi gli insulti e ieri mattina le minacce. L’azienda ha dunque pensato bene di mandare il tecnico, un ometto sudaticcio, dall’andatura goffa e dall’aspetto remissivo, tipico di chi viene mandato al fronte a prendere pallottole senza protestare. Infatti si è trovato di fronte le Armate dell’Utenza Inviperita che hanno preteso da lui:
A) I soldi, che la macchinetta si fotte ogni due per tre. B) Spiegazioni, del perché certe volte esce la bibita senza bicchiere e altre viceversa. C) Altre spiegazioni, del perché immancabilmente dopo due giorni che è venuto il tecnico stammerda va in blocco. D) Quando, vi scade l’appalto che alla prossima gara ci faccio concorrere mia moglie con la moka Bialetti.
Terminato di elargire il dovuto, balbettato di qualche inceppo tecnico e scusandosi a capo chino con tutti, ha avuto l’alzata d’ingegno di dire che l’Azienda farà quanto possibile per garantire il servizio, facendo esplodere un coro da stadio di sberleffi e vaffanculi. Al che l’omino, ancora più sudaticcio, è venuto a lamentarsi da me che questo non è il modo e che la macchinetta era stata anche in passato danneggiata da un colpo di qualcosa che. “Taekwondò”, gli ho risposto serio. “Takekosa?” Ha chiesto spalancando gli occhi. “Taekwondò, è un arte marziale. Nello specifico è stato un tipo di calcio in grado di sbriciolare lo sterno di un uomo di grossa corporatura.” Il tipo mi fissa deglutendo un paio di volte e aumentando la sudorazione. Per toglierlo dall’imbarazzo sorrido amabilmente, “Dopo il terzo bicchiere senza caffè e il quinto senza bicchiere è il minimo. Le pare?” “Eh!” Fa lui tirando un sorriso mesto. Smetto di sorridere e divento serissimo, “Chi le paga lo stipendio è un cane e un mafioso che ne sa più di intrufolarsi negli appalti che di erogazione bevande calde, ed io mi sarei anche rotto gli zebedei del vostro costante disservizio, ancor di più perché di questa menata non dovrei proprio occuparmene e invece come vede siamo qui a parlarne, giusto?” L’omino annuisce ripetutamente indietreggiando e mescolando scuse miste a saluti e a garanzie che non si ripeterà, quindi si volta e scompare oltre la porta.
Oggi la macchinetta funziona, ma non eroga il caffè, ed io ho qui accanto a me due cartucce nuove di poluretano espanso e un idea tanto creativa quanto cattiva.
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Peter Lupkin
Blackram Hall: whodunit, noir, murder mystery, pulp, hardboiled, italian giallo, crime, spy stories, serial killers, vintage, manor houses, life and death.
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Quando la gente imparerà a farsi i cazzi suoi?
#amo se sto prendendo i biglietti alla macchinetta ne stampa uno e io sto ancora ad aspetta#evidentemente è perché ne ho preso più di uno?#'è già uscito' grazie al cazzo amo l'ho visto#il nervoso che mi mette milano veramente poco altro al mondo
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Non la caposala che viene a ringraziarmi per l'idea dei posacenere perché le pazienti si sono divertite e mi dice "se ti vengono altre idee dimmelo pure!"
Ma non dovrebbe essere tipo compito vostro trovarci delle attività da fare qui dentro? No dico
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Prima sono andata a casa di mia madre per prendere in prestito un trapano visto che il mio è in negozio (nb. Scopro che mia madre non ha più il trapano perché ho anche il suo in negozio. Perché? Che cazzo ne so).
Sono scesa al piano interrato e ho cominciato a cercare, cerca di qua, cerca di là, mi sono imbattuta nella scatola con i miei progetti dell'Università, la riapro sempre quando la vedo, sfoglio le prime cose, guardo i vari pezzi di poliplat, ma non arrivo mai al fondo, non voglio rovinarmi la sorpresa perché so che un giorno arriverò al fondo della scatola e penserò "seee vabbè e questo chi se lo ricorda?" oppure "ma quando mai ho fatto sta cosa" o probabilmente "che cacata" ma anche "geniale, che talento sprecato". Poi ho intravisto su un mobile una scatola con scritto "Camera vecchia C'houncazzodicasino". L'ho aperta e ho adorato tutto. I pochi cd originali che avevo, insieme alle varie compilation, la macchinetta portatile con cui facevo le foto in ogni momento ai miei amici, sempre, sempre, ad ogni occasione avevo quella macchinetta in borsa, un soprammobile in resina che raffigura un fungo del mondo degli gnomi con occhi e naso, un vecchio pass per maison et object, i quadernini e le moleskine dove prendevo appunti all'università di storia dell'Architettura (conservati gelosamente), il vecchio lettore mp3 e una scatolina con alcuni ricordi del nonno. Anche qui non sono arrivata al fondo della scatola. Volontariamente.
Quanto mi piacciono quelle cinque sei scatole piene di ricordi e cose che ho sparse per casa mia e casa di mia madre. Mi passano di mente o forse ci penso ogni giorno. Mi passano di mente e ci penso ogni giorno.
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Buongiorno pandorini…
Avete già preparato il cappuccino fatto con la vostra macchinetta da sfigati ?
Adoro !!!
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Severa, ma comprensibile
Per le istituzioni la voce del verbo innovare significa imporre cambiamenti a chi non può fare altro che accettarli passivamente. Nella mia città, tanto per dirne una, hanno cambiato il biglietto dell'autobus. Al posto di quello consueto, adesso c'è questo coso con il QR code.
Va passato sotto una macchinetta apposita. Ma la lettura del codice non è così immediata. Specie se il mezzo è in movimento. Mia mamma l'ha guardato. Poi ha detto che non salirà mai più su un autobus. Severa, ma comprensibile.
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mi sto viziando troppo con il porridge a colazione ogni mattina e un americano sorseggiato con calma che è una cosa che a palermo non potevo fare visto che avevo tipo sette lezioni solo al primo semestre dalle 8 di mattina alle 8 di sera tutti i giorni. qui non si inizia mai prima delle 9 e non si finisce mai dopo le 17 (anzi scusate: 5pm) e per fortuna appena torno dovrei essere quasi a posto con le materie e poi mai più uni perché chi li rivuole quei ritmi? certamente non io. tuttavia ho degli assignment due che incombono su di me e ciò significa che non posso rilassarmi troppo anche se tutto ciò mi fa quasi pensare di sì. l'unica cosa che mi manca di unipa, ma che definirei il minimo indispensabile, anche se in italia abbiamo priorità diverse a quanto pare, è la pausa macchinetta del caffè fra una lezione e l'altra per sopravvivere: per noi sì macchinetta del caffè ovunque e assolutamente troppo high standard la carta igienica nei bagni
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Ieri sera verso le 23 alla stazione di Osaka la macchina cambia-valute si è inceppata coi miei 50 euro. Che fare? A fianco della macchinetta c'era un minuscolo telefono d'emergenza (funzionante!) e ho chiamato. Risponde un ragazzo che parla solo giapponese ma trova un collega che parla inglese e questo mi dice che mi farà da interprete col loro ingegnere... Comincia un conciliabolo che pare che stiamo facendo partire lo Shuttle con i due che ripetono in continuazione "Ferrari San" e l'ingegnere che urla ogni due per tre "Hai". Alla fine la macchina non ha funzionato ma mi hanno inviato un fattorino in hotel coi soldi. Devo dire che in Giappone finora ho trovato solo persone estremamente gentili e una correttezza assoluta. Senza parlare della sicurezza totale (in Europa solo in Ungheria ci si avvicina). L'assenza delle risorse della sinistra e delle loro culture "arricchenti" fa la differenza.
Max Ferreri
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Il buddismo e lo shintoismo insegnano a lasciare andare ma io sono ateo e bestemmio
[Questo post doveva aprirsi con una foto della lavanderia a gettoni h24 ma ahimè..]
Bisogna viaggiare leggeri, less is more, questi magnano seduti per terra e per terra dormono etc. etc. etc.
Causa malanni abbiamo dovuto optare per meno bagagli e meno peso da trasportare il che si è tradotto in meno vestiario e nella necessità di dover lavare e asciugare di tutto per non finire a girare in pigiama.
Riempiamo un trolley e vengo mandato in missione omino bianco.
Laundromat deserto. Leggo le istruzioni. Carico la biancheria. Conto le monete. Insufficienti.
Poco male, cambierò la banconota - penso.
Ho 10mila yen. La macchinetta cambia quelle da 1000.
Lascio la roba nella lavatrice ed esco col trolley. Chiedo a un venditore di biciclette se ha da cambiare.
Mi fa capire che no. Non gli credo.
Entro in un bar. Deserto. C'è scritto halloween night.
Mi siedo e chiedo una birra. L'oste vuole chiacchierare con me.
Convenevoli, poi appena ricevo il resto pago e scappo via tracannando senza gustarla una birra ghiacciata.
Ritorno al laundromat e due donne giapponesi guardano perplesse la mia biancheria di famiglia chiusa in una lavatrice ma senza credito.
Faccio capire che sono andato a cambiare moneta (un gaigin sudato, in camicia da spiaggia che arriva trafelato con un trolley quando in giro è halloween night..)
Carico anche l'altro oblò e faccio partire i programmi.
Ho 80 minuti.
Che fare? Leggo in santa pace il libro di @yomersapiens e sono contento. Sono solo coi miei pensieri e la prosa di yomer mentre il ronzio delle lavasciuga riempie la stanza.
Entrano una donna e una anziana e si mettono in totale silenzio ad aspettare anche loro la fine di un ciclo di lavaggio. Sembrano due personaggi usciti dal libro che sto leggendo.
Con calma finito tutto recupero e piego i capi.
Torno in appartamento, futuro erede mi tira per i pantaloni e il telefono cade a terra.
Andato.
Ho scritto questi post sul tablet. Mancano giorni alla fine della vacanza e sono senza telefono. Per fortuna ho le prenotazioni stampate ma resta il disagio per ciò che era nel tel e non c'è più, la spesa imprevista domani per un muletto e la trafila per recuperare/re impostare app e messaggistica.
Perché non importa se si è cristiani, buddisti o vegani.
Dio cane è e cane rimane.
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Sto in un'azienda che è un gigante, un colosso mondiale. Sono quasi certa che i dipendenti prendono un pacco di soldi ogni mese e (dato che si dimettono) molto probabilmente pure si lamentano e manco pensano di essere chissà quanto ricchi o sopra la media. Eppure siamo circondati nella stessa azienda da gente umilissima: la signora anziana che pulisce i bagni ogni mattina; quella che si occupa che nella macchinetta del caffè e del cappuccino ci sia sempre latte e caffè all'interno; le ragazze del bar interno all'azienda (sì qua dentro esiste pure una lounge gigante col bar); il signore che ogni mattina passa l'aspirapolvere...
Spesso, quando vedo i titoli di sti dipendenti, penso: ma che cazzo di percorso hanno fatto? Che cazzo hanno studiato? I soliti corsi o lauree di "business", "data analyst" ecc ecc? Certi sembrano talmente giovani che non mi capacito. Non possono aver fatto chissà quale percorso e gavetta quindi, suppongo, il percorso sia stato: famiglia ricca - università d'eccellenza - lavori normali - multinazionale. Non solo, ci sono persone che sono solo "secretary of blablabla" e chissà pure quanto prendono. Per fare che? La segretaria di X VIP aziendale. Magari prima avevano un altro ruolo per cui hanno studiato/fatto gavetta, ma dubito se poi tengono 700 pagine di email aperte e poi vengono a piangere da noi per stronzate riguardanti Outlook, wifi, caratteri con un font indesiderato ecc.
Mi sale la foga e la rabbia: pure io vorrei salire a sti piani alti, ma non posso vendere niente oltre ad essere talmente genuina da non riuscire a studiare per anni cose che (almeno al momento), apparentemente, non mi appassionano.
Ma la verità è che, a vedere tutta questa gente di classe, mi sale soprattutto una cosa: la voglia di comunismo. Quello serio.
#pensieri diurni#pensieri#comunismo#capitalismo#lavoro#ps: poi mi ricordo che una mia collega della triennale ha fatto un master a Milano in Business e ora lavora per Fendi#è evidente che la scema sono io
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stanchezza. sono talmente stanca che non riesco a dormire. a casa non ci voglio tornare. cretina io che compro le cialde sbagliate per la mia macchinetta.
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L'ora solare che mi ha tolto il sonno
Questa mattina Leo si è palesato. Ero ancora mezzo addormentato, avvolto nelle calde coperte, quando ho sentito il suo miagolio acuto. Ho cercato di fingere un sonno profondo, io che il sonno l'ho perso da tempo, non riuscendo nel mio intento di dissuadere il micio rosso. Così Leo è passato alle maniere spicce, usando la zampetta, mi ha ripetuto con dolcezza sulla nuca. Un "toc toc c'è qualcuno" gattesco.
Stropiccio gli occhi e metto a fuoco Alexa, è mattina. Intendo mattina presto, mi ero dimenticato dell'ora solare.
Mi trascino fuori dal letto, barcollando come un robot senza batteria. Apro le imposte della cucina, rivolte dove il sole sorge la mattina. Credo che in quel momento mi sia sentito come un vampiro costretto a uscire dal suo rifugio. Temendo i raggi del sole.
Mentre preparo il cibo al peluche rosso il mio cervello ripensa alla sera precedente. Una serata a base di jazz, swing e balli di Charleston.
Di giacche imbottite, bretelle e cappelli fedora; ma anche di vestiti sfrangiati a vita bassa, di modelli “maschili” alla garçonee e i capi che ricalcavano la moda orientale. Che belli i vestiti morbidi e leggeri con tessuti come lo chiffon, il tulle, l'organza e la seta; le gonne plissè o a pieghe.
Lo Champagne, le sigarette col beccuccio e i sigari accompagnati da Whisky.
Il gatto mangia, anche Milly l'altro micio di casa, ieri ha compito 14 anni, approfitta per fare colazione. A questo punto non mi resta che un caffè, per cercare di svegliare anche l'ultima porzione di cervello; quella che si rifiuta il risveglio questa mattina.
Ho un pensiero: "la vita è una tortura e il risveglio la mattina ne è la prova".
Penso ironicamente con quale delusione inizierò la giornata, ma c'è tempo... sono un'ora in anticipo e posso attendere.
Mentre attendo il caffè, continuo a imprecare contro l'ora solare. "Ma che senso ha anticipare l'ora? È come svegliarsi un'ora prima e non aver dormito lo stesso!", esclamo rivolgendomi alla macchinetta del caffè, che mi guarda impassibile e per tutta risposta inizia a borbottare. Credo che abbia ragione lei nel suo borbottare.
Il risveglio un'ora prima mi fa sentire stranamente giovane, anche se consapevole che al primo affanno comincerò ad ansimare come nelle televendite asmatiche del baffo Roberto da Crema.
La tecnologia non necessità più della correzione degli orologi, oggi tutto si aggiorna automaticamente. Ogni volta penso al potere che avevo di portare indietro le lancette degli orologi analogici, potessi tornare indietro io. Tirerei indietro le lancette di trent'anni.
Oggi è domenica i gatti sono soddisfatti, manca la chihuahua che necessità della passeggiatina per lasciare i suoi ricordini, che ovviamente raccoglierò con dovizia. A lunedì ci penserò più tardi, per ora vivrò ancora al tempo della Belle Époque.
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