#ma è sempre meglio di nulla alla fine
Explore tagged Tumblr posts
Text
jokes on me perché nessuno mi vuole dato che non so fare nulla
io comunque riflettevo che se seguo davvero solo un paio di lezioni posso tranquillamente lavorare
cioè avrei più tempo per farlo non so come dire
#me#cosa cazzo mettete “periodo di formazione” se poi volete già chi ha anni di esperienza#se va avanti così manco dopo la laurea verrò considerata lol#cioè sicuro perché la sostanza che interessa alle aziende è la pratica e all’università fai solo teoria lol#di pratica c’è solo il tirocinio di merda che alla fine vale poco e niente#ma è sempre meglio di nulla alla fine
5 notes
·
View notes
Text
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/cd211b64e49ab31b0a25b2b77bc96f7e/b6fa3c588380f15a-0b/s540x810/402bec8d3bb7fb8bac5a4b2fe3f080f051b538b2.jpg)
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/b4cde1cf90b46bc71e5eba9a67988f9d/b6fa3c588380f15a-21/s540x810/d7f7847cc94ab664f004c3ff52c03cb6df525517.jpg)
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/927a37ab9a6b55f23a9cacf132bc0431/b6fa3c588380f15a-44/s540x810/b9f05e186e1c4a0a1599a6873773ce85581f0590.jpg)
Alla fine di tutto penso che ci siano semplicemente giorni in cui si è "predisposti" a sentirsi belli.
Si, insomma, quei giorni in cui non noti tutte quelle cose che altri giorni invece ti pesano; ci sono invece quei giorni in cui sembra che nulla vada bene, le braccia un po' cicciottelle, le gambe un po' cicciottelle, la pancia che magari non è piatta se non quando sei distesa
E stesso in questi giorni guardacaso neanche i capelli che tanto ami vengono bene, in nessuna maniera eh, e il viso?
Oddio però non ho un viso così brutto, eppure se non mi trucco almeno un po' non mi sento tanto a mio agio.. dovrei uscire con questo cerchio nero sotto agli occhi? Ma perché sembra sempre che ho i baffi pure dopo averli fatti? Mettiamo un po' di correttore qua e là e magari si toglie tutto
Vabbè però il correttore mica ti toglie l'insicurezza
Eppure guardandomi, eccomi qua, mica so così brutta? In fondo no, ma ho bisogno di essere "predisposta"
E nei giorni in cui sono predisposta semplicemente tutto quello che vedo scompare, e penso: ma forse sono solo io a vedere tutte queste cose? Queste piccolezze, ma chi è che le va a guardare? Eppure alcuni giorni pesano così tanto che dopo aver messo l'armadio sottosopra passa anche la voglia di prepararsi per bene per uscire
Eh ma poi tu già ti senti brutta, poi non ti vuoi manco preparare?
Chiaro, dopo mi sento ancora peggio
Ma quando mi sento bella invece mi preparo ancora meglio e mi sento ancora più bella
Allora come funziona?
In teoria dovrei semplicemente accettarmi e basta, certo mangiare sano, ma accettare questa corporatura
Ultimamente sono ingrassata di due kili e vabbè magari leggendo, se state ancora leggendo, penserete "e che sarà mai?" E in effetti è vero, non è tanto il numero sulla bilancia il problema, ma è il fatto che a vederli su di me dopo averne persi 10 pesa così tanto che non sembrano solo 2
A volte penso che la gente se sapesse quello che penso realmente di me penserebbe che sono solo stupida e che magari "c'è gente che vorrebbe averlo il corpo come il tuo"
Ma come si fa quando vorresti essere più magra, semplicemente più piccola in generale
Allora mi auguro in futuro di sentirmi più predisposta a sentirmi bella per un periodo di tempo abbastanza lungo da superare il tempo in cui non lo sono
415 notes
·
View notes
Text
dicono tutti che fuori si sta meglio. dicono tutti che in italia non ci sia lavoro e che fuori sia tutto perfetto. la verità è che chi non lo ha mai provato non ha la minima idea di come cazzo sia vivere all'estero. e non parlo dei sei mesi di erasmus di cui praticamente non ricordi un cazzo perché eri sbronzo cinque giorni su sette. parlo di provare a vivere veramente in uno stato che non sia il tuo, parlo di vivere veramente da "straniero". ci sono una serie infinita di meccanismi che si attivano che voi non avete neanche idea di che cazzo stia parlando. il problema più grosso rimane e rimarrà sempre il lato sociale.per chi non fa altro che sperare di andarsene dall'Italia perché non c'ha una lira e crede che fuori ti tirino i soldi li direi di fermarsi un po' a pensare che cosa sta facendo prima di partire veramente. forse il problema sta anche nel fatto che io non ho mai avuto problemi di soldi e non ho mai avuto problemi ad arrivare a fine mese, può essere. ma l'incompatibilità che provo quotidianamente da sette anni con il popolo con cui vivo non avete idea di cosa sia. la settimana scorsa sono stata mezza giornata a Verona e mi sono ritrovata per caso su una strada qualunque e stavo bene. io non sto mai bene. la gente attorno a me era sulla strada, stava fuori, all'aperto, era sulla strada e faceva chiasso. la gente parlava ad alta voce, le macchine andavano di qua e di la, i bus si fermavano alla fermata in cima alla strada. c'erano macchine, vespe, bus e tanta tanta gente fuori sulla strada che camminava e andava a passeggio. ed era tutto bello. la gente sembrava proprio felice. c'era quell'odore di estate che si sentiva a scuola verso fine maggio. quando alle nove c'era ancora il sole e la gente era felice. felice. cazzo che bella che era la vita. se solo avessi fatto qualcosa o tutto diversamente. se solo avessi capito quanto sarebbe stato poi difficile rivivere momenti come quelli.
con chiunque parli e dica che voglio tornare mi guarda malissimo e mi riempie di frasi senza fine per farmi capire di quanto si stia male qua. gli unici che mi capiscono sono quei poveri sfigati come me, che vivono incastrati in un posto che da fuori sembra incantato, invidiato da tutti ma che poi dall'interno è pieno di cose che non vanno. inutile quanto tu ci provi ma questa non è casa tua e mai lo sarà. e sinceramente, ti dirò, va anche bene. va anche bene perché io non ho più nessunissima intenzione di 'integrarmi', anche se questa parola alla fine non vuol dire un cazzo. sono pochissimi i tedeschi o gli austriaci con cui esco volentieri nel mio tempo libero, forse due, e uno di questi è il classico austriaco estremamente impacciato e timido che mi mette totalmente a disagio e con cui esco due volte all'anno perché è il mio massimo livello antidisagio. non è una brutta persona, ma semplicemente 'non funzioniamo', non c'è vibe come direbbe mio fratello da figo. e ripeto va bene perché lo ho capito da tipo due anni che per vivere da voi non devo necessariamente vivere con voi. ma già dietro questa frase si capisce il livello di solitudine estrema di una persona. vivo in austria e non ho nessun legame profondo/serio con nessun austriaco. condizione che, lo dico per sentirmi meglio, è condivisa da circa 2 su 3 degli stranieri residenti in austria. ovviamente non sono sola, ho conoscenti e amici. credo che però qualunque persona normale capisca che non sia proprio il massimo. la mia vita a 27 anni è totalmente differente rispetto a quello che mi ero immaginata. e quindi decidi di restare in un posto che non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con te, ma dove però funziona bene o male tutto e dove hai un lavoro. il mio lavoro in Italia neanche esiste o meglio si c'è, ma la maggior parte delle volte è su base volontaria o gestito da Onlus che ti pagano male e poco, se ti pagano. mesi fa ho conosciuto questa ragazza che ha fatto lo stesso mio lavoro ma in Calabria. le sono arrivati i soldi dello stipendio cinque mesi dopo. io con il mio lavoro arrivo a 2000/2100 mensili netti. questa prendeva si e no 1200 al mese.
dove vivo io fanno tutti sport. ho sempre trovato gli austriaci molto poco attraenti ma hanno tutti dei fisici quasi perfetti. la gente continua a fare sport. è l'unica cosa che puoi fare. vai al lavoro e dalle 5 in poi ti chiudi da solo con le tue cuffiette in mezzo ad altri 100 depressi per due ore in palestra. non c'è altro. il weekend esci per modo di dire... fai una passeggiata il sabato, se hai fortuna trovi qualcuno con cui mangiare insieme anche a cena. la domenica non ve la descrivo neanche. per chi non è mai uscito dall'Italia prima la domenica in una paese germanofono è un'esperienza surreale. la domenica qui è il giorno per la famiglia, nonostante io mi chieda che cazzo faccia una famiglia di cinque tutta la domenica chiusa in un appartamento da 60 mq dato che trovare qualcosa da fare è impensabile. è tutto chiuso. a Vienna la domenica ci sono 4 supermercati aperti in tutta la città. l'unica cosa che puoi fare la domenica è indovina cosa? sport. O andare magari al cinema due ore il pomeriggio.
chi vive in questi posti e ha origini mediterranee, africane o viene dal medio oriente vive una vita a metà. la cultura di questi posti non ha assolutamente nulla a che fare con la nostra essenza. la gente è di un piatto che non si può descrivere. esattamente come le loro domeniche.
secondo me l'unico modo di sopravvivere più o meno bene e quella di trovarvi un partner. se state pensando di andarvene non fatelo da soli. in questi sette anni ho visto tanta di quella gente venire qua e vivere i primi due anni in una sorta di trance psichedelica perché guadagnavano 3000 euro al mese e poi al terzo anno cadere in una depressione pesante a causa della solitudine che ti offrono questi posti. non è una solitudine che si può spiegare. passi la tua esistenza in maniera alienante in mezzo a persone da tutto il mondo che sai che prima o poi se ne andranno per non tornare più e poi ricominci a conoscere sempre nuova gente e così via in in ciclo infinito di cene e pomeriggi passati a parlare del più e del meno con gente che sai che non si fermerà mai nella tua vita e con cui appunto non puoi che parlare del tempo
i primi quattro anni che stavo qua pensavo sempre che più sarebbe passato il tempo più mi sarei abituata e avrei fatto meno fatica. sinceramente ho sempre pensato che l'integrazione andasse a pari passo con la lingua. che gran cazzata. ora so la lingua e bene o male so dire tutto ma faccio più fatica ogni giorno che passa. e ogni volta che parlo con qualcuno che vive qui da anni come me mi confermano la stessa cosa. dieci anni fa mai e poi mai mi sarei immaginata di fare questa vita qua.
nessun di noi sta male male. hai uno stipendio, se sei fortunato fai pure un lavoro che ti piace, hai le tue cinque settimane di ferie all'anno, hai il tuo appartamento, hai il tuo cerchio di amicizie, hai l'amico argentino che fa sempre figo tornare a casa a natale e parlare allo zio che non è mai andato oltre Trento dell'amico argentino eppure vivi sempre a metà e tutto ciò è impossibile da spiegare a chi non viva o abbia vissuto nella stessa situazione.
boh. come tutta la mia vita, boh
76 notes
·
View notes
Text
Scrivere queste parole mi costa un’enorme fatica, non solo perché sento un vuoto dentro che non riesco a spiegare, ma perché metterle nero su bianco mi obbliga ad affrontare una realtà che sto cercando di ignorare da troppo tempo. Mi sento smarrita, tradita, delusa, e soprattutto stanca. Stanca di credere nelle persone, stanca di dare il meglio di me per poi ritrovarmi sempre con un pugno di niente tra le mani.
È incredibile quanto dolore possa provocare un'amicizia che finisce, soprattutto quando quella persona non era solo un'amica, ma una parte di te, qualcuno che credevi sarebbe rimasto per sempre. La cosa peggiore, è restare, ma con la distanza emotiva di chi non ti capisce più, di chi non è più veramente lì per te. Credevo in te. Ti ho aperto ogni parte del mio mondo, anche quelle che avevo sempre nascosto agli altri. Ti ho mostrato le mie fragilità, le mie insicurezze, i miei sogni e i miei fallimenti. E tu eri lì, accanto a me, come se niente potesse mai separarci. Eppure, eccoci qui, quasi due estranee che si guardano da lontano, senza nemmeno il coraggio di parlarsi, senza nemmeno la forza di spiegarsi.
Non capisco come si possa cambiare così, da un giorno all’altro. Non capisco come tu abbia potuto guardarmi negli occhi, sapere cosa stavo passando, e comunque scegliere di allontanarti. Sai cosa mi stava passando per la testa, sai quanto fosse difficile per me anche solo alzarmi dal letto ogni giorno e non strapparmi la pelle. Eppure, hai scelto il silenzio, hai scelto l’indifferenza, hai scelto di lasciarmi andare senza una vera e propria spiegazione quando avevo più bisogno di te.
E sai qual è la cosa peggiore? Che tutto questo mi sta facendo dubitare di ogni singolo rapporto umano. Mi guardo intorno e vedo solo superficialità, persone che non sanno cosa significhi costruire qualcosa di vero, qualcosa che duri nel tempo. Tutti pronti a prendere ciò che possono, a succhiare via ogni briciolo di energia, ma nessuno disposto a restare, nessuno disposto a lottare per un legame. È come se il concetto di rispetto non esistesse più, come se l’empatia fosse diventata una qualità rara, quasi inesistente.
Non capisco come si possa essere così leggeri nel distruggere qualcosa di così prezioso. Non capisco come tu possa aver scelto di trattarmi come una persona qualunque, dopo tutto quello che abbiamo condiviso. Mi fa male, un male che non riesco nemmeno a descrivere. È un dolore che mi tiene sveglia la notte, che mi fa mettere in discussione ogni cosa di me stessa. Sono stata troppo? Non sono stata abbastanza? Ho fatto qualcosa di sbagliato? O semplicemente non valgo abbastanza per te, per nessuno?
Non voglio più credere a nessuno. Non voglio più aprirmi, più fidarmi, più sperare. Ogni volta che l’ho fatto, mi sono ritrovata a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non so nemmeno se valga la pena ricostruire. È come se fossi circondata da persone che non sanno cosa significhi amare davvero, rispettare davvero, rimanere davvero. Mi sento usata, vuota, come se tutto ciò che ho dato fosse stato preso e gettato via.
E adesso, qui, in questo periodo buio della mia vita, mi sento più sola che mai. Non c’è nessuno su cui possa davvero contare, nessuno che sappia cosa significhi esserci davvero. È come se stessi gridando sott’acqua, e il mondo continuasse a girare, ignaro del fatto che sto annegando. E tu, tu eri quella persona che pensavo mi avrebbe salvata, quella che non avrebbe mai permesso che mi sentissi così. E invece, sei stata proprio tu a spingermi più a fondo.
Non voglio più vivere con questa costante paura di essere abbandonata. Non voglio più costruire legami che alla fine si rivelano fatti di nulla. Ma allo stesso tempo, non so come fare a smettere. Perché nonostante tutto, nonostante il dolore, una parte di me continua a sperare che qualcuno, un giorno, sia diverso. Ma quella speranza si sta spegnendo, e con essa, anche una parte di me.
Non credo più alle persone. Non credo più ai “per sempre”, ai “ci sarò sempre per te”, alle promesse fatte sottovoce. Perché ogni volta che ci ho creduto, sono rimasta sola, a raccogliere i pezzi di un cuore che ormai non regge più. E tu eri l’ultima persona da cui mi sarei aspettata tutto questo.
Mi sento un guscio vuoto, una persona che non sa più come fidarsi, come amare, come vivere davvero. E tutto questo per cosa? Per credere di nuovo alle persone? Per aver sperato che tu fossi diversa?
Non mi rimane più nulla, se non il dolore di tutto ciò che abbiamo perso. E la tristezza di sapere che, probabilmente, a te non importa nemmeno più.
Ed è questo che fa più male, sai? Sapere che, mentre io passo le notti a chiedermi dove ho sbagliato, tu probabilmente non ci pensi nemmeno. Sapere che per me eri una sorella, un pezzo di vita irrinunciabile, mentre per te sono diventata una presenza superflua, qualcuno che è facile lasciare indietro.
Non riesco a capire come ci si possa spegnere così, come si possa scegliere di voltare pagina senza neanche provare a spiegarsi. Non riesco a capire come il rispetto che credevo avessimo l’una per l’altra possa essere diventato così fragile da frantumarsi senza un vero motivo. E il dolore cresce, giorno dopo giorno, perché continuo a cercare risposte, a dare un senso a questa fine, ma non trovo nulla. Solo vuoto.
Sai quanto è devastante perdere fiducia in qualcuno? È come se qualcosa dentro di te si spezzasse in modo irreparabile. Ogni volta che provo a ricordare i momenti belli, le risate, le confidenze, sento una stretta al petto. Ogni ricordo si trasforma in una ferita aperta, una prova di quanto mi sono sbagliata su di te, su noi.
Ero già in difficoltà. Lo sapevi. E nonostante tutto, hai scelto di andartene, di tirarti indietro proprio quando avevo più bisogno di te. Come si fa? Come si può essere così insensibili? Non riesco a capire se sono io il problema, se pretendo troppo, o se semplicemente sono stata sfortunata a credere ancora una volta nella persona sbagliata.
Sai cosa fa più paura? L’idea che ormai io non riesca più a fidarmi di nessuno. Che ogni volta che qualcuno si avvicina, sento solo la paura di essere ferita di nuovo. È come se stessi costruendo un muro intorno a me, un muro che mi protegge ma che allo stesso tempo mi isola. Perché se nemmeno tu, che consideravo una parte di me, sei rimasta, allora chi mai potrebbe farlo?
Non so più cosa aspettarmi dalle persone. Non so più se esista davvero qualcuno in grado di comprendere cosa significhi rimanere, lottare per un legame, rispettarlo, anche quando è difficile, anche quando richiede sforzo. Mi sembra che nessuno sappia più cosa sia il rispetto, cosa significhi tenere davvero a qualcuno. Tutto è diventato così effimero, così fragile, che a volte mi chiedo se valga ancora la pena provare.
Mi sento stanca. Non solo fisicamente, ma dentro, nel profondo dell’anima. È una stanchezza che non si riesce a spiegare, che ti spezza ogni giorno un po’ di più. Ogni delusione, ogni abbandono, ogni parola non detta aggiunge un peso che diventa insopportabile. E mi chiedo quanto ancora riuscirò a sopportare.
Forse sbaglio io, forse sono io che mi aggrappo troppo alle persone, che vedo cose che non ci sono. Forse sono io che mi illudo, che mi costruisco castelli in aria, che vedo legami dove gli altri vedono solo convenienza. Ma se è così, allora non so più chi sono. Non so più come fare a essere diversa, come fare a non dare tutta me stessa, anche quando non dovrei.
Quello che mi distrugge è che non posso smettere di volerti bene, nonostante tutto. Nonostante il dolore, nonostante la delusione, una parte di me spera ancora che un giorno ti renderai conto di quello che abbiamo perso, di quanto valeva il nostro legame. Ma forse è una speranza inutile, una speranza che mi farà solo più male.
E allora resto qui, con questo vuoto dentro, cercando di capire come andare avanti, come continuare a credere nella vita, nelle persone, quando tutto sembra crollarmi intorno. Forse non ci riuscirò mai del tutto. Forse questa delusione mi accompagnerà per sempre, come un’ombra che non riesco a scrollarmi di dosso.
Ma quello che so è che non dimenticherò mai il dolore che mi hai lasciato, il senso di perdita, di abbandono. Non dimenticherò mai quanto pensavo che fossi diversa, e quanto invece mi sbagliavo. E questo, forse, è ciò che mi farà più male di tutto.
20 notes
·
View notes
Text
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/04e6e14bf225485ecc932e6950a737fc/5262c220d993095e-6a/s540x810/5a9202a1d1af70fac8fd8cc6ca107c0bd2664d92.jpg)
[…]
presa da un atto di coraggio, recuperai carta e penna, iniziando a scrivere le ultime parole che ti concessi, prima di dirti definitivamente addio.
23 novembre 2023
Ciao amore,
sono passati un po’ di mesetti dall'ultima volta che ti scrissi una lettera, ormai ne ho scritte così tante che ne ho perso il conto, anche se a dire la verità non le ho mai contate.
come ben sai, scrivere è il mio unico modo per esprimere ciò che ho dentro e ciò che non riesco a dire a voce...
in alcune lettere menziono sempre il fatto di dove io avessi sbagliato, di come avrei potuto fare scelte diverse o semplicemente raccontare le mie giornate o quello che comunque faccio nel presente.
poche volte menziono i ricordi, molte volte ripeto quanto ti abbia amato, e soprattutto quanto ancora ti amo.
questa è l'ultima lettera che ti scriverò, ho deciso di mettere la parola fine e il punto a tutto ciò che c'è stato in passato, ma soprattutto alla nostra storia, consapevole che il sentimento che ho provato per te, non lo proverò con nessuno.
ho capito che ci sono un'infinità di amori, che ogni amore con una persona è diverso dall'amore con un'altra, questo l'ho capito con il passare del tempo, e mi dispiace se me ne sia accorta troppo tardi.
ho provato a fare del mio meglio, come tu hai provato a fare del tuo, lottando con anima e corpo.
ogni tanto la sera prima di andare a dormire, rileggo le tue lettere, ogni volta è sempre un'emozione diversa, ogni volta ricado nei ricordi ed è bellissimo riprovare certe emozioni, ma è alquanto bruttissimo invece leggere e rileggere le stesse righe, le stesse frasi, le stesse parole, senza essermi resa conto dei dettagli.
citavi sempre che io meritassi di meglio, che ti sentissi sbagliato per me, e l'ultima volta che le ho rilette, ho capito troppo tardi che tu non ti sentissi all'altezza, e ti chiedo scusa se non me ne sia accorta, ti chiedo scusa se ti ho fatto sentire così, ti chiedo scusa se non ho fatto nulla per far si che non pensassi più cose del genere.
tu mi meritavi, tu eri all'altezza, senza di te mi sarei sentita persa, senza di te sarei crollata ancora prima di rialzarmi, senza di te sarei annegata, per farti capire che tu per me eri importante.
eri tu tra i due il più forte, eri tu tra i due che non mollava, eri tu tra i due che lottava, eri tu e sei sempre stato tu a non mollare tutto. sei determinato, furbo, intelligente, forte, un po' testardo, ma hai un grandissimo cuore e tanto da offrire a mio parere, ora non so come tu sia, ovviamente grande vaccinato e maturo, ma quando ami dai il mondo.
ci siamo sempre detti che nonostante non ci fosse più un per sempre tra di noi, di non mettere al primo posto nessun altro, io l'ho fatto, ma ora ti chiedo di non farlo a te, metti al primo posto Lei, dalle il mondo, amala, rendila felice, voglio che tu sia felice, che tu stia bene in primis, anche se questo porta a lei al primo posto anziché me.
in futuro se mai avrai una famiglia, oltre ad essere un buon padre, che ci scommetto che lo sarai, non raccontare di me, del tuo amore che hai provato per me, non raccontarlo, significherebbe raccontare il dolore, e l'amore non dovrebbe essere dolore, dovrebbe essere felicità.
tienimi solo come un bel ricordo, come una lezione di vita non so, ma tienimi solo per te come la ragazza dagli occhi belli da dio che hai conosciuto al lago durante una banalissima e noiosissima gita scolastica. solo questo ti chiedo.
ama tanto e sii amato, te lo meriti. spero con tutto il cuore che Lei ti stia dando tutto ciò che io non sono riuscita o non ho potuto darti.
grazie per aver fatto parte della mia vita, ti devo molto, ho anche mantenuto la promessa di non farmi del male, ma ora è arrivato il momento di lasciarti andare del tutto e volevo dirti anche che quel giorno dopo le lezioni di recupero in estate, quando hai ammesso di aver sbagliato a fare quello che hai fatto, lo stesso giorno in cui mi hai accompagnata in autobus ascoltando la nostra canzone e canticchiandola labbra contro labbra, in quel esatto momento ti avevo già perdonato, non mi importava del male che mi avevi fatta, non mi importava del male che poi in futuro mi avresti fatto, non mi importava perchè il sentimento che provavo per te era così forte e bello che sovrapponeva il dolore.
però so che tu non mi hai mai perdonata per la scelta che ho fatto, e va bene così, questo ha portato a un te felice ora, e se tu lo sei la sono anche io.
grazie per tutto.
per sempre tua.
[…]
24 notes
·
View notes
Text
Amare per sempre
Questi giorni convulsi e ventosi hanno rischiato di mandare nuovamente in subbuglio i miei fragili equilibri faticosamente conquistati. "Non sei una donna da amare per sempre", sussurrò l'altro ieri una voce maligna e menzognera dalle ferite ancora fresche, inerpicandosi come un'edera velenosa e infestante sulle pareti della mia mente agitata. "È già la terza volta che un uomo, sia in amore che in amicizia, conquista la tua fiducia, dimostra di volerti bene e poi, dal nulla, senza spiegazioni logiche, cambia natura, ti umilia, ti allontana. Fossi in te, mi farei qualche domanda; tu spaventi: leggi le anime altrui con estrema naturalezza e facilità, mettendo in luce elementi che loro non avevano notato, o meglio, non volevano far emergere; sei terribilmente scomoda, una spina nel fianco, soprattutto perché quella instancabile attività di introspezione la metti in opera innanzitutto in te stessa, poi in ogni situazione che ti circonda, diventando praticamente insostenibile. Inoltre, non potendo fare affidamento su una bellezza estetica impattante, tu seduci con la mente e con l'anima, ma con un'intensità tale da atterrire e assopire ogni desiderio virile. Insomma, non sei una donna da amare per sempre: gli uomini ti stimano, ti ammirano, al massimo ti scelgono come amica fidata, ma alla fine ti lasciano sola e corrono sempre tra le braccia di un'altra, evidentemente più semplice da tollerare." Rimasi in silenzio, osservando il vento che strattonava la mia chioma e quelle dei tigli e delle betulle dinanzi a me: "È incredibile come il male riesca a mentire pur mostrandoti la verità", sussurrai flebilmente. Improvvisamente, scossi il capo, come se mi fossi destata da un sortilegio; osservai il cielo annuvolato e m'inondai d'avorio, gli occhi bacini di lacrime ricolme di gratitudine. "Sì, Dio mi ha creata insostenibile, come il peso delle montagne; eppure, anche se solo Lui è in grado di sollevarle e alleggerirle, tra gli uomini c'è sempre chi è capace di amarle e scalarle!" Esclamai, squarciando con la lama i rami soffocanti del funesto rampicante; poi mi misi a correre controvento, ridendo come una menade in preda alla follia, pensando ai miei affetti più cari, che ogni giorno scelgono di starmi accanto e condividono il cammino, rendendo speciale ogni passo, alla cagnolina della vicina disposta a prendersi la pioggia pur di coccolarmi appena giunta a casa, alle civette impavide ululanti sopra i tetti prima che sopraggiungano le tenebre, ma soprattutto al fatto che sono una donna che ama per sempre, e questo mi basta.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/f0cd5ddbb8e6a480694f76787a3f22ae/0f08a2f92e6c8c27-ed/s540x810/c47d4fe0edb9f14ea15c4ed70487109e53c41ae8.jpg)
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/e375025d85fe02f3be274c7b3659800d/0f08a2f92e6c8c27-2e/s540x810/54e86310101430f29d102ec8a719d5b71e113f2b.jpg)
#pensieri#amare per sempre#gratitudine#c'era lo zampino di berlicche#ma dio salva sempre#giorni ventosi#la prima foto è mia
22 notes
·
View notes
Text
"Siamo fatti per vivere. I lutti ci gettano nel vuoto, ma in quella disperazione c’è la luce del passato".
Da quello che alcuni suoi allievi raccontano, sarebbe stata questa l’ultima parola di Jacques Lacan.
Fine dei giochi, azzeramento, sparizione.
Non a caso l’ultimo dei suoi celebri Seminari porta come titolo premonitore Dissoluzione. Annuncio non solo della fine della sua Scuola
– che egli scioglierà, appunto, poco prima di morire.
–ma anche della fine della sua presenza in questo mondo. Annuncio, appunto, della sua imminente scomparsa.
Scomparire è una forma radicale della separazione.
Quando mancano le parole, quando c’è troppo dolore, quando tutto appare compromesso, quando tutto è divenuto impossibile da sopportare, quando si è alla fine delle nostre forze, quando è accaduto l’irrimediabile, quando muore qualcosa in cui abbiamo profondamente creduto, allora la separazione può assumere la forma netta e gelida della sparizione.
«Scompaio» significa interrompere per sempre i legami con il mondo così come l’ho conosciuto.
L’ascia del tempo ha tagliato d’un solo colpo la corda che ci legava alla vita.
Non resta che scomparire, farla finita, spegnere tutto.
Nel caso della morte questa scomparsa non è – fatta eccezione per i soggetti suicidari, che decidono di darsi la morte – l’esito di una scelta, ma quello di una condanna, di un’imposizione subita.
Non sono mai “io” che decido di scomparire, ma è la legge della morte che lo esige. Non c’è più tempo per me, non c’è più tempo per la mia vita.
La morte ci costringe a scomparire, a dissolverci, a ritornare, come direbbe ancora il Qoèlet biblico, alla polvere dalla quale proveniamo.
Il cerchio si chiude: l’essere, uscito dal nulla, ritorna nel nulla. Accade agli uomini, come ci ricorda sempre il Qoèlet, allo stesso modo in cui accade ai cavalli, ai cani, alle formiche, ai leoni, agli uccelli nel cielo.
Quante volte abbiamo sentito dire:
«È scomparsa», «È scomparso», come a sottolineare che chi se n’è andato ha sciolto ogni legame con noi, non è più reperibile, raggiungibile, non può più essere contattato.
E quante volte abbiamo avuto difficoltà a trovare le parole giuste per commentare questo
annuncio.
Impossibile, infatti, trovarle. Meglio tacere.
Non a caso Roland Barthes, in Frammenti di un discorso amoroso, ha descritto la separazione come l’allontanamento nello spazio di due navicelle che non possono più intercettare i messaggi dell’una verso l’altra.
Allontanamento siderale, distanza incolmabile, scomparsa dal radar.
Si scompare come l’aereo precipitato a Ustica o come l’inquietante colonnello Kurtz in Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. È vero:
la scomparsa, se vuole essere davvero tale, deve occultare la traccia, deve impedire il ritrovamento o il ritorno.
-Prova a scomparire seguendo questa modalità anche il protagonista di un noto romanzo di Georges Simenon dal titolo La fuga del signor Monde, che dall’oggi al domani decide di lasciare bruscamente l’ordine borghese e indifferente della sua famiglia. Ritira tutti i soldi che ha sul conto e prende il primo treno, senza dare spiegazioni a nessuno.
-Accade al protagonista di Dissipatio H.G. di Guido Morselli che, dopo aver tentato di suicidarsi, ritorna nella sua città pronto a ricominciare a vivere ma, beffardamente, non trova più nessuno: tutto il genere umano (H.G. sta per Humani Generis) si è nel frattempo dissolto, si è dissipato senza alcuna ragione, è sparito dalla faccia della terra.
La scomparsa è una separazione che viene spinta verso il suo fondo più oscuro. Non ci sono più tracce di chi se n’è andato, non ci saranno più contatti, non ci sarà più alcuna possibilità di ritrovamento.
Questo significa che chi scompare se n’è andato davvero senza lasciare nulla di sé, senza desiderio di ritornare né speranza di essere ritrovato, con la volontà determinata di non appartenere più al mondo cui apparteneva.
Tutto questo sembra risuonare nell’ultima parola attribuita a Lacan: «Scompaio». Trascinare via con sé tutto quello che si è stati, nessun resto, nessuna traccia, nessuna nostalgia.
--La vita come separazione--
La morte fisica del nostro corpo non è la sola esperienza che noi possiamo fare della morte.
Esistono infatti innumerevoli morti che costeggiano le nostre vite.
Questo significa che ciascuno di noi ha fatto molteplici esperienze di cadute, separazioni, scomparse, abbandoni, perdite.
La nostra vita appare circondata da tutte le perdite che l’hanno segnata, dalle ferite che le separazioni le hanno impresso, dai fantasmi dei nostri morti.
Per la psicoanalisi le esperienze che annunciano quella della morte sono associate all’angoscia di castrazione.
Non a caso Freud descriveva il divenire della vita umana come una serie successiva di tagli:
-dalla placenta
-dal cordone ombelicale
-dal seno
-dalle proprie feci
-dalla propria madre
-dal proprio corpo infantile, eccetera.
In ognuno di questi passaggi evolutivi qualcosa è destinato a perdersi irreversibilmente.
Per questa ragione nel mito biblico l’umano (Adam), per poter entrare in un legame con l’Altro (Eva), deve essere in primo luogo tratto fuori da se stesso, deve poter perdere una parte di sé (la famosa “costola”), deve esporsi alla propria mancanza e alla dinamica del desiderio che lo conduce verso l’altro da sé.
Ma come accade, per esempio, nello svezzamento, non è solo l’oggetto (il seno) che si stacca dal soggetto, ma è anche un pezzo del soggetto che in questo tempo
di separazione si perde a causa della perdita dell’oggetto.
Ogni taglio ha topologicamente due bordi:
+la separazione non si limita a dividere il soggetto dall’oggetto perduto, ma lo divide altresì da una parte di se stesso. Precisamente quella parte che aveva aderito di più all’oggetto confondendosi con esso. Ecco perché quando finisce un amore ci si sente perduti.
Non si perde, infatti, solo l’oggetto amato, ma si perde, insieme a quell’oggetto, il senso del mondo e, di conseguenza, una parte significativa di noi stessi.
Qualcosa muore, si spegne, si stacca, non esiste più.
-Sicché la perdita dell’oggetto trascina con sé anche il soggetto, spogliandolo di una porzione del suo essere.
Di qui lo sguardo smarrito, vuoto e angosciato che vediamo sul volto di chi sta vivendo il lutto di una separazione. Al vuoto lasciato dalla perdita dell’oggetto che si è aperto nel mondo corrisponde il vuoto che si è aperto simultaneamente nel soggetto.
8 notes
·
View notes
Text
Gambe e fascino applicato
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/e52e17c2e3bf396ba2a32d604d49fa8a/31560a32522db8e9-09/s540x810/aaba750926353c3d4c2ae7f1ab98472fd3d1d55b.jpg)
Se lei l�� seduta davanti a te ti guarda negli occhi, non li abbassa e accavalla le gambe così: sfrontata, spavalda e sicura del suo fascino, vuol dire che non ti teme, che potrebbe anche mangiarti a colazione se solo lo volesse. Perché è una Dea. E una Dea sa farlo, quando lo desidera. Sta a te farla ricredere, domarla, dominarla. Far sì che ti desideri. In sostanza, devi saperti infilare nel suo cervello, prima che tra le sue natiche.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/f3a914b15ae3601927d11f6808f2d76e/31560a32522db8e9-ba/s500x750/2d5878847205dd501d62b6db5260f18b0f681200.jpg)
Perché lei deciderà che ti vuole solo e soltanto se tu saprai essere alla sua altezza e un centimetro in più. Non sarà facile: amarla vorrà dire applicare tattiche e strategie di guerra in tempo di pace. Ma non c’è mai una vera pace, tra un uomo e una donna. Perché la Dea ti provoca, ti stimola, ti stuzzica e risveglia i tuoi desideri. Poi ti si nega, ti frustra. Ti mente, ti inganna. Ti viene voglia di lasciar perdere, ma solo per un’ora o due. Poi il cervello torna lì, sempre lì: tra le sue gambe.
Lei sa giocare con la tua psiche con grande e disinvolta maestria. Ogni donna nasce con installato di fabbrica l’istinto naturale della seduzione. E ti manda un messaggio proprio quando avevi perso tutte le speranze. Ti lancia un ennesimo amo. Allora tu inizi daccapo a rammendare la rete, da bravo pescatore. Vedrai che pian piano lei si disvelerà a te, ma solo se saprai fare la cosa più elementare e difficile del mondo: essere te stesso, senza infingimenti. Non aver paura che sia troppo poco. Offrile lo spaccato della tua anima, dei tuoi gusti e delle tue paure.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/1657bd6acc48078ffdf5d619c49d2e0b/31560a32522db8e9-a8/s540x810/543478a2168a6ce8ec7f2e76dbd000f6834f452a.jpg)
Metti sul bancone la tua mercanzia, quale che sia. Non dire tutto subito, però. Non avere timori. Sii sempre pulito e presentabile. Con piacere scoprirai che un fisico tonico e allenato, dei bei glutei e una barba di tre giorni ma ben curata non guastano. E poi prima di incontrarla lavati sempre accuratamente e profumati: alle donne piace tanto. Piacerà anche a te, vedrai. Sarà poi più facile che decida di comperare, se toglierai i nastrini e le paillettes dagli articoli in esposizione. Lei saprà perfettamente distinguere le luci riflesse da ciò che invece brilla di suo, magari nascosto sotto un velo di tenerissimo e attraente pudore maschile.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/ce6016909dbe4c3105a8868181d39ba9/31560a32522db8e9-94/s500x750/f182baa2b0f498959cdb22bd6077023c33037c58.jpg)
Sii dolce e molto virile allo stesso tempo. Non pensare mai di poterla abbagliare con una macchina ultimo modello o con beni materiali di qualsiasi genere. Si, per carità: son cose utili o gradevoli, certo. Ma lei cerca l’anima. Una donna vera, questo fa. Ai beni, ai soldi e alle fortune, in fin dei conti è più interessata solo una persona irrisolta, immatura. Che magari potrà andarti bene per qualche sera. Poi presto vorrà di più o comunque vi verrete a noia. E saranno sofferenze per entrambi.
Ognuno scelga l’anima compagna al suo livello. Qual è il tuo? La tua vita, se scegli una persona superficiale, potrebbe presto assomigliare a quella di un criceto che gira nella ruota. Senza soluzione di continuità. La più bella delle modelle, con tutto il rispetto per la categoria, non ha il fascino di un’umile segretaria che però sappia apprezzare pensieri e riflessioni profonde.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/7e7965de8d0faf2e463b307bb8378f95/31560a32522db8e9-3d/s540x810/2b2c5d222fbf8ba2d62752704ff1cf288828f9cc.jpg)
Che abbia o ti stimoli il senso dell’umorismo e infine che ami assaporare e valutare assieme a te, col necessario distacco serale, le cose che ci affliggono di giorno. I sapori intellettuali con lei si trasformeranno naturalmente e senza alcuno sforzo nel gusto vero della vita. Quello che sgorgherà dalla sua testa e dai suoi seni in una combinazione indissolubile. Sarà una pozione magica che ti stregherà ogni sera di più. Non ci sarà nulla di meglio che desiderare ogni minuto il ritorno da lei.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/d9922723cdab8abc8858a967047b1bf1/31560a32522db8e9-bb/s500x750/0ee0288708f5f1e907e11f871d6dcd3bb76debf9.jpg)
Penserai solo a volerla accarezzare, a preparare le menti al contatto fisico e a farle sentire intimamente che sei tu quello giusto e nessun altro. Quello che le provocherà le voglie più inconfessabili. Perché saper cogliere la verginità del fisico alla fine è un fatto meccanico. Domare, anzi: cavalcare il corpo di una donna nell'atto carnale è bellissimo, ma è una cosa naturale, come bere un bicchier d’acqua. Tutti sanno farlo.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/b3348cf575a0c073b021fbc5ae1be29c/31560a32522db8e9-fa/s540x810/2456d5dd129888e3499311010623c41e29936614.jpg)
Deflorarle la mente è invece un piacere raffinato, sottile. Un sacrificio e il frutto saporito di un duro, costante impegno e tempo impiegato che solo un vero intenditore sa mettere in pratica. Con passione, dedizione, pazienza, intelligenza, rispetto. In breve: con amore. Perché egli sa che la ricompensa finale è il dono di un mondo femminile interiore completamente aperto e finalmente a sua disposizione.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/24f0e4b5f69ae88ab1ae016afe6c388e/31560a32522db8e9-77/s540x810/2dfbad7c32ce272561769d25ac2eeeb2e956d1e4.jpg)
Il suo corpo adorato e bramato verrà a te naturalmente a corredo. L’amore tra due personalità profonde è una cosa complicata e stupenda. E dà vita a conversazioni alte, ma poi immediatamente dopo stupidissime. Partorisce bestiali scemenze. Pianti, liti colossali e meravigliosi capolavori di erotismo. Da godere fino in fondo. Da vivere, in fin dei conti.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/00fb39334511551044e93b215ce5bccd/31560a32522db8e9-90/s540x810/5fb1b020bda2487a994098ef9c4c6c3c6e64e0ca.jpg)
RDA
18 notes
·
View notes
Text
Sono settimane se non mesi che non aggiorno piu questa pagina. Cosa posso dire? Finalmente penso di aver trovato casa, sono state settimane difficili e lo sono ancora. Di notte dormo malissimo o meglio non dormo poi mi ritrovo ad addormentarmi sulla scrivania, capite anche voi che è una cosa rischiosa. Spero di riprendere un po' di sonno in questo week end, visto che la cosa più complessa l'ho scelta e decisa, in modo tale da non rischiare più nessun sonno improvviso al lavoro. Per il resto io sono uno zombie che cammina, piena di pensieri. Mangio moltissimi dolci e sono ingrassata ancora e mi faccio veramente schifo. Non mi entra più nulla e tutte le volte in ufficio mi sento ancora di più una zingara, devo fare shopping ma con la faccenda del mutuo che mi terrorizza non voglio spendere troppo ma ho bisogno di alcune cose per andare almeno in ufficio ma non voglio spendere quindi è un cane che si morde la coda in continuazione. Mi sento sempre più sola, alla fine davvero non so cosa sia cambiato rispetto a prima, spero solo che una volta che entro nella nuova casa mi senta più libera e tranquilla rispetto ad adesso che vivo ancora in casa sua. Oggi andrò a fare un giro all'Ikea giusto per capire a livello estetico cosa voglio poi una volta che avrò la casa penserò alle misure, almeno ho scelto i mobili che mi piacciono. Alla fine anche lo stare da sola non è come me lo immaginavo. Il mio cuore è sempre più a minuscoli pezzettini, avrei bisogno di un week end i follia che non avverrà mai e resterà l'ennesimo sogno nel cassetto.
26 notes
·
View notes
Note
La terza cliente è più grande di me di sei anni. Single e in odore di cambiamenti. Ridimensiona la sua casa riducendo le superfici e strutturandola sulle sue attuali esigenze. Mi coinvolge e pian piano entriamo in sintonia. Sono rapporti belli quelli che si instaurano spesso con in clienti soprattutto se c’è sintonia caratteriale. Non li ritengo più clienti in senso stretto, inizialmente ci uniscono motivi professionali ma spesso si trasformano in legami veri e sinceri.
Le sono vicina, gentile premuroso ed educato ma senza mai uscire dal rapporto professionale. Lei mi riserva piccole attenzioni ma nulla di più. E’ giusto creare un cuscinetto di protezione al cliente che spesso, sopratutto quando non ha il supporto di un compagno e di un’altra figura vicina, si trova ad affrontare difficolta e sconforto durante il percorso dei lavori. Finalmente arriviamo alla fine e tutto termina bene. Ora ci si può rilassare ed una sera andiamo a cena ma ancora resta solo un rapporto piacevole ed amichevole. Un giorno mi chiede di aiutarla a coordinare sulla parete un ventina di piccoli quadretti. Una composizione da comporre alla parete del letto a cui tiene molto e che le piacerebbe rendessero al meglio.
Con entusiasmo e pazienza ci impegnano a sceglierli, ad accostarli e ad appenderli. Mezzo pomeriggio di piacevole lavoro. L’ultimo atto con cui si concluderà il lavoro. Ormai siamo in sintonia, ultimo quadro da appendere, Fatto.
Siamo in camera da letto, come concludere un lavoro lungo mesi se non abbracciandoci orgogliosi sopratutto dell’ultimo atto conclusivo? Ci abbracciamo con un pò di imbarazzo, non lo avevamo mai fatto; Il nostro modo di relazionarci è sempre stato molto sobrio. Il suo seno mi si appoggia al corpo, ne sento la morbidezza, affondo il mio viso sull’incavo del collo e assaporo per la prima volta il suo calore i suoi odori da così vicino . La stringo a me, lascio scivolare le mani prima sulla schiena poi sul suo culo, lo stringo, lei non mi respinge. Mi allontano e le guardo il viso, la bacio. Il letto e lì al nostro fianco, ci lasciamo scivolare abbracciati. Da quel pomeriggio di amore, delicatezza e sesso ci siamo visti tante altre volte ma poi ci siamo allontanati. Forse lei avrebbe voluto molto di più da me ma io sono un fuggito deludendola.
...
7 notes
·
View notes
Text
Per favore, è un post sfogo, non voglio i vostri pareri ma solo rispetto.
Pensavo peggio oggi, al funerale. Con le altre non ho parlato praticamente di nulla, già tanto se ci siamo salutate ma comunque stavo già mezza influenzata ed ero molto tesa e giù di morale, qualcuna mi ha chiesto come stavo e l'unica con cui non ho mai legato si è avvicinata un po' per consolarmi, mentre quelle due a cui ero più legata non mi hanno detto nulla. Me lo aspettavo. Forse per chat sono state più "confortanti" ma vabbè, so che posso contare solo su Riccardo ormai. (il giorno dopo, oggi, mi hanno scritto entrambe, apprezzo molto).
Mi ha fatto piacere che ci siamo state per lei, anche se troppo tardi, praticamente eravamo solo noi, non ho visto altri suoi coetanei, vorrei pensare che per molti fosse colpa della distanza, visto che ci abbiamo messo un'ora per andare al funerale. Le sue amiche di un tempo c'erano e spero che ovunque sia abbia apprezzato e che ci abbia perdonato per averla lasciata sola a se stessa. Forse quella con più rimorsi sono io, come ho già detto ho lasciato vincere il rancore e purtroppo questa cosa non la cambia nemmeno la sua morte, ma lei aveva una scusa per avermi spesso trattata di merda, aveva un disturbo, le altre che scusa hanno per avermi abbandonata? Forse la faccio tragica, non so. Pensavo che questa cosa ci avrebbe riavvicinate ma loro credo che stiano meglio senza me.
La mente è difficile recuperarla quando parte, io la capisco, la capivo, certo non ho mai provato al 100% quello che provava lei, ma io capisco bene la sensazione di sentirsi talmente a terra da non riuscire a fare niente e niente ti può aiutare a tirarti su, so bene quanto la mente giochi brutti scherzi e i pensieri brutti che ti fa fare. Io almeno ce l'ho sempre fatta a farmi passare quei momenti ma credo che a lei non passavano mai. Avrei voluta farla sentire compresa ma evidentemente quello che provava era un milione più grande di quello che provavo io. Si era data da fare, lavorava, prendeva medicine ma era comunque insoddisfatta della sua vita, non si sentiva realizzata e quel disturbo è stato alimentato al punto di volerla fare finita. Ho avuto paura che un giono anche io potrei peggiorare, ma se non è successo in questi anni non credo che accadrà più, fortunatamente ho smesso di dire di voler morire e fortunatamente non ci ho mai provato, forse devo iniziare a dosare bene le parole che dico.
Sua madre l'ho vista bene, è stata molto carina con noi, era contenta di averci visto, peccato che sapevo soffrisse di schizofrenia, quindi magari è la sua testa a reggerla in piedi ancora. Suo padre l'ho visto molto provato e il suo ragazzo o ex, era visibilmente sfinito, sappiamo tutti che ce l'ha messa tutta per farla sopravvivere ma non è bastato. Mi chiedo quanto coraggio ci voglia a lanciarsi e buttarsi tra le braccia della morte.
Voleva farla finita da tempo ma non ci era mai riuscita. Ha scelto una fine bruttissima. Ma la capisco, se tanto era peggiorata che altro poteva fare? Nulla le è stato d'aiuto e io sono certa che abbia fatto del suo meglio per uscirne, ma ripeto, quando la testa parte non c'è nulla che regga. Capisco quella sensazione di vuoto che nulla lo colma, la solitudine, tutto. Non trovava pace, non l'avrebbe più trovata. Penso sia come per chi sceglie l'eutanasia per malattie incurabili, la sua testa non era più guaribile. Nessuno merita di soffrire così tanto in vita e sti cazzi di chi dice "c'è chi vuole vivere e questa si ammazza", lo volete capire che i disturbi mentali sono alla pari di un tumore?? Nessuno sceglie di ammalarsi, nessuno vorrebbe morire ma tornare a vivere e lei non ci stava riuscendo più.
Le auguro che abbia trovato pace, ce lo siamo augurati tutti oggi.
9 notes
·
View notes
Text
Spero che un giorno avrai la forza di lasciarmi e rifarti una vita senza di me, io continuo a provarci ma al solo pensiero di non averti più nella mia esistenza, mi sembra di morire.
Il punto è che sono una di quelle persone che è meglio tenere lontane perché sono velenose per se stesse e per chi le circonda.
Avrei voluto capirlo prima che ci conoscessimo.
Non deve essere facile stare con una che ogni due per tre cerca di lasciarti, è da stronza, lo so ma non lo faccio per cattiveria.
Il mio dovrebbe essere un ultimo atto d'amore: liberarti da me in modo che tu possa finalmente sorridere, ed un giorno avere magari una relazione sana con un'altra in cui poter fare progetti per il futuro e pian piano realizzarli davvero.
Con me non avrai mai nulla di tutto ciò, non ce la faccio.
Ma il mio egoismo ha sempre la meglio e alla fine non taglio mai tutti i nostri ponti definitivamente.
Ti chiedo scusa davvero, non sai quanto questo mi faccia sentire orribile.
So quanto è dura per te e ti sarò per sempre grata per essermi rimasto vicino tutto questo tempo nonostante tutto ma continuo a credere che questa sia una pessima decisione per te e non capisco come tu non te ne renda conto.
È talmente palese che a causa mia siamo finiti in un limbo senza via d'uscita...
E per quanto odi me stessa ed ami te, non riesco comunque a mettere il tuo benessere davanti al mio.
Ti rendi conto di quanto fa schifo la persona con cui stai amore mio? Dovresti lasciarmi anche solo per questo.
Mi sono chiesta perché rimani e la risposta non ha nulla a che vedere con l'amore.
Bensì con la paura.
È altamente probabile che tu abbia paura di staccarti da me e ricominciare tutto daccapo, da solo, e se un giorno ti innamorassi di nuovo ma non fossi ricambiato?
Hai paura che se io me ne vado, non troverai più nessuno che ti ami come ho fatto io.
Però sono certa che troveresti una persona che ti ami anche di più e meglio di quanto sia riuscita a fare io.
Sono pessima sotto qualunque punto di vista amore mio.
Spero che un giorno smetterai di accontentarti di me.
Non sarò mai in grado di diventare la donna che meriti perché è una lotta contro me stessa che non vincerò mai, tu non c'entri, io non sono adeguata per niente e per nessuno.
Dovrei stare sola fin quando non sopraggiungerà la morte, è questa la fine che merito.
Non è più autocommiserazione ma consapevolezza.
Lasciami perché io non ci riesco.
7 notes
·
View notes
Text
Non succede nulla di nuovo, cioè succede, ma sono cose già viste, già vissute. Un giorno farò una storia su IG in cui scriverò "AAA cercasi persona con cui andare a eventi mondani l'inverno, morire sul divano sotto le coperte, parlare male di qualunque cosa, bersi la bottiglia di vino a random, fumare spesso alla finestra, andare a vedere i Post Nebbia, giocare a geoguesser e perdersi nel magico mondo di internet tra twitch, live di tiktok e YouTube. Ricambio con dolci, cene e boh, non mi sono mai saputo valorizzare", tipo in preda alla disperazione. Tipello sarà l'unico a rispondere e conterrà tre lettere precise "gay" che nella sua testa di cazzo vale come un insulto, poi lo bloccherò per qualche giorno come al solito e la vita continuerà come sempre. Vivo questo magico momento di solidarietà verso me stesso (pare brutto chiamarlo solitudine) da 2 anni almeno, non mi dispiace, c'è di meglio come c'è di peggio, questo mezzo ha un buon calore al momento.
Qualche giorno fa mi sono annoiato a una serata, la tipa aveva organizzato un evento e mi aveva invitato, pensavo a una cosa con gente, musica, vino e cibo, invece era una cena (aperitivo con buffet e tanto vino) tra me e lei. Spero di averla annoiata terribilmente. Settimana scorsa invece c'era un concerto, in macchina accanto c'era una tizia, parliamo, fa il medico, le dico che è cancro di fine giugno, urla, mi chiede come abbia fatto, si fa mille complessi perché è risultata prevedibile, mi sono messo a giocare a pokemon pocket, ho sbustate un garyados full art, bello.
7 notes
·
View notes
Text
"A chi gli ricordava che secondo Sartre Camus era di destra, pare che Sciascia una volta abbia risposto: “e allora vuol dire che è meglio la destra”. Credo si possa affermare che su certi temi Sartre ha scritto pagine di sottile intelligenza psicologica, e Camus pagine un po’ retoriche; che su altri temi, invece, Camus ha scritto pagine limpide e coraggiose, mentre Sartre, credendo di fare surf sull’onda più alta della Storia, ne ha giustificato grevemente e inutilmente la crudeltà. Ma il punto qui non è il giudizio sui due intellettuali francesi. Quello che importa, nell’aneddoto sciasciano, è l’alzata di spalle da parte di uno scrittore che certo con la destra non aveva nulla da spartire, dato che era nato alla coscienza civile difendendo i poveri dai soprusi dei “galantuomini”, e aveva speso la vita a riabilitare le vittime inermi del carcere, della tortura, dell’inquisizione. Ma ecco che siamo al cuore del problema: l’inquisizione, di cui purtroppo una parte della sinistra è stata l’erede. E dove non ha potuto adottarne le pratiche totalitarie, si è servita del loro surrogato più tipico: il ricatto. Fuori dalla trama del “Contesto”, innumerevoli Galano e innumerevoli Nocio hanno continuato ad affollare lo spazio pubblico del nostro Paese; e la loro frase preferita, quando si trattava e si tratta di squalificare i ragionamenti onesti ma sgraditi, è rimasta sempre la stessa: “guarda che così ti dimostri reazionario, guarda che così fai il gioco di…” (la destra, il capitale, i fascisti, i colonialisti, eccetera). Storditi da questa accusa viscida, quanti intellettuali della vecchia, della nuova o della declinante sinistra non si sono rassegnati subito alla posizione dell’interrogato che deve discolparsi, mettere le mani avanti, escogitare cavilli dialettici? Ma se si comincia così, al ricatto e all’umiliazione del pensiero non c’è mai fine: lo dimostra, a livello alto, la storia di un Fortini, la prigione in cui è rimasto chiuso suo malgrado. Invece Sciascia rifiuta di essere ricattato. “E allora vuol dire che è meglio la destra”, ribatte con la sua ironia di siciliano. Ovvero: ma che, credete di farmi paura, col vostro babau da preti? E’ un istinto, il suo: l’istinto della libertà. E nel caso lo esprime in poche parole - senza nemmeno bisogno di avvertire, come farà citando il suo Savinio durante le polemiche antimafia, che le proteste degli imbecilli “cadranno ai piedi della mia gelida indifferenza”. Purtroppo non abbiamo ancora imparato granché da questo Sciascia."
Matteo Marchesini
13 notes
·
View notes
Text
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/745bc7abc66d81fc858798de5a9edcd2/6b213a30103da96e-32/s540x810/1dae66173270f222ad0826b62b01ba8cc014221f.webp)
C'è un momento in cui tutto cambia, quando la delusione si trasforma in una costante e il dolore di vedere persone entrare e uscire dalla mia vita diventa insopportabile. All’inizio, ogni legame sembrava sincero, ogni incontro aveva il potenziale di essere qualcosa di vero, profondo. Eppure, con il tempo, tutto si è sempre incrinato. Quelle persone che una volta credevo sincere, che pensavo fossero lì per restare, hanno finito per mostrarsi diverse. Le loro parole vuote, i loro gesti che prima interpretavo come affetto, ora mi appaiono come falsità mascherate da affetto.
Il problema è che non dico nulla. Non riesco a parlare, non riesco a rompere quel legame, anche quando capisco che la verità non è più lì. Non lo faccio perché, nonostante tutto, provo ancora qualcosa per loro. Anche se so che mi stanno deludendo, non riesco a lasciarli andare. E così mi chiudo nel silenzio, sopportando questo tormento interiore, incapace di affrontare la realtà di un legame che ormai è solo un'ombra di ciò che era.
Il silenzio è diventato il mio modo di sopravvivere, di evitare il confronto, ma anche di proteggermi. Ogni volta che sento la spinta a dire la verità, a spiegare come mi sento, qualcosa mi ferma. Non voglio perdere quelle persone, anche se so che non sono più le stesse. Sono stanca di cercare di aggiustare relazioni che ormai sono rotte. È troppo faticoso, troppo doloroso. E, alla fine, mi ritrovo sempre sola, con il peso della delusione che cresce dentro di me.
Sono arrivata a un punto in cui non riesco più a fidarmi. Ho aperto il mio cuore troppe volte, solo per vedere le persone andarsene, una dopo l’altra. Ogni volta che ho provato a esprimere ciò che provavo, ogni volta che ho cercato di raccontare i miei tormenti, sono stata delusa. Le persone ascoltano per un po', ma poi si stancano. Non vogliono farsi carico delle tue paure, delle tue insicurezze. È come se non riuscissero a gestire la profondità delle mie emozioni, e così, alla fine, preferiscono andarsene.
La verità è che ormai non mi interessa più cercare qualcuno a cui raccontare tutto questo. Sono troppo stanca per aprirmi di nuovo, per fidarmi di nuovo. Ho imparato che alla fine le persone non restano. Non importa quanto tu voglia loro bene, non importa quanto pensi che il legame sia sincero. Prima o poi, se ne andranno, o peggio, resteranno, ma con la distanza emotiva di chi non ti capisce più, di chi non è più veramente lì per te.
Ho smesso di sperare che qualcuno possa ascoltarmi senza stancarsi, perché ho visto troppe volte il contrario. Ho visto persone allontanarsi appena iniziavo a parlare dei miei veri tormenti, come se il mio dolore fosse troppo pesante per essere accolto. E così, alla fine, ho scelto il silenzio. Non perché sia meno doloroso, ma perché è più sicuro. Almeno in questo silenzio, non devo affrontare la delusione di vedere l’ennesima persona andarsene.
Non ho più voglia di aprirmi, di raccontare a qualcuno ciò che provo. Non voglio più rischiare di essere ferita, non voglio più sentire il vuoto che rimane quando qualcuno, che credevo importante, si allontana. Forse è meglio così. Forse è meglio rimanere nel mio mondo interiore, dove almeno posso proteggermi. Dove almeno il dolore è mio e solo mio, senza doverlo condividere con nessuno che, alla fine, non sarebbe davvero capace di capirlo o di portarlo con me.
Ho accettato che la fiducia è qualcosa che non posso più permettermi di concedere con leggerezza. Non perché non ci siano persone valide là fuori, ma perché io non ho più la forza di cercarle. Sono troppo stanca di tentare, troppo esausta di dare parti di me stessa a persone che non sanno cosa farne, o peggio, che le prendono e poi le lasciano cadere senza pensarci.
Ora, preferisco il silenzio. Preferisco la solitudine che so gestire, che posso controllare, piuttosto che il rischio di aprirmi e vedere, ancora una volta, qualcuno allontanarsi o restare senza esserci davvero. Non voglio più cercare chi mi ascolti. Non voglio più dare a qualcuno la possibilità di deludermi. Sono stanca, e questo peso che porto dentro è diventato il mio compagno più affidabile. Non se ne va, non mi abbandona. È sempre lì, ma almeno è un peso che conosco, che posso affrontare da sola.
Non voglio più credere nella speranza che qualcuno possa restare. Non voglio più illudermi che ci sia qualcuno in grado di capire veramente ciò che provo. Le persone passano, sempre. Entrano nella tua vita, fanno promesse, ti fanno sentire speciale, ma poi, alla fine, se ne vanno. E io non ho più la forza di affrontare questa realtà. Non ho più la voglia di aprirmi, di mostrarmi vulnerabile, di concedere quella parte di me che, troppe volte, è stata ignorata o ferita.
Forse è meglio così. Forse è meglio chiudere la porta e rimanere con ciò che conosco. Almeno in questo modo, non rischio più di essere delusa. Non rischio più di vedere le persone allontanarsi. Non rischio più di sentire quel vuoto che mi ha accompagnato troppe volte.
E così, scelgo il silenzio.
-Anonimo🖤
8 notes
·
View notes
Text
È l’ultima lettera d’amore che ti scrivo.
È stato un lungo cammino, da quel primo giorno che sono entrata nello studio della psicologa.
Ero arrabbiata, delusa, incazzata con il Mondo e con me stessa, ho preso un sacco di decisioni di merda e la serenità sembrava così lontana, da diventare impossibile da raggiungere.
Eppure oggi, mi ha dato un foglio, una penna e mi ha detto “ora, sei pronta a dirle addio”.
Sai, in fondo ho sempre saputo che sarebbe finita così… ed è per questo e per altri mille motivi, che non sono mai riuscita a dirti “ti amo”.
Te lo dico ora, perché ti amavo.
Ti amavo perché eri come uno di quei giorni di fine marzo, che è Estate sotto i raggi del Sole ed è ancora Inverno, quando ti ritrovi all’ombra.
Ti amavo, perché ti guardavo quando eri distratta. Quando lavoravi, guardavi il telefonino, rullavi una sigaretta o ti perdevi nella collezioni dei tuoi mostri e mi rendevo conto, che per averti accanto, qualcosa di buono nella vita, l’aveva fatta.
Ti amavo, perché sentivo il bisogno di coniugare i verbi al futuro ed i sogni al plurale.
Che di notte, mentre dormivi, alzavo le coperte per vedere se respiravi e mi rendevo conto, che da soli si diventa forti, ma in due si diventa un po’ più felici.
Avrei potuto cancellarti, mandarti a quel paese, non risponderti al telefono, voltarti le spalle, dimenticarti, non pensarti, non prendere treni in piena notte, ricordarmi i dettagli, ma non l’ho potuto fare, perché non ci capivo più niente. Ti amavo e basta.
Amavo le tue battaglie perse, l’inchiostro che usavi meglio di me, la voce che era sabbia rotta dalle onde del mare, il modo in cui ti facevano male i sogni, le cazzate che dicevi pur di non dire delle stupide verità.
Allora, ti auguro di circondarti di “persone medicina”
L’ho letto in una stupida poesia, che fa così
“ Nonna diceva che esistono persone che hanno le tisane dentro gli occhi
Camomilla nello sguardo
Che tu le vedi e ti si tranquillizza il respiro, i pensieri.
Diceva che esistono persone che non si spaventano dei tuoi dolori
Che non hanno paura di abbracciarti i traumi
Che sanno dove metterti dentro le parole giuste
Persone che hanno imparato a frequentare così bene il Sole
Che sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramonto “
Lascio a te la rabbia, ascoltare chi voleva solo distruggerci, i punti e le virgole che mancano nelle mie parole, il dolore che ti ha coperto gli occhi e le labbra, rendermi sostituibile, perché io non lascio più sporcare i ricordi e la memoria, a nessuno.
Neanche da me stessa.
E racconterò di noi, alla gente che incontrerò, alla persona che amerò dopo di te, ti ritroverò nei miei progetti per aiutare gli altri, nei film che ti scavano dentro, nei tramonti visti dal finestrino della macchina, nei viaggi dove scoprirò qualcosa di nuovo e negli sguardi dei bambini che non sanno chiedere aiuto.
Tu, porta rancore anche al posto mio.
E ti diranno che è tutto prestabilito, che fa parte di quel rapporto tossico che ti hanno messo in testa, che di buono non ho nulla, che io sono il lupo e tu Cappuccetto Rosso, che sono un fake, che ho rubato, mentito, ma sai, queste parole non sono per riaverti, ma per rendere libera me.
Da tutto questo.
Fatti ancor più carina, un filo di trucco, lascia i capelli sciolti, spruzza il profumo, mettiti quei jeans che ti fanno il culo da paura, sali in macchina, accendi la radio, ma che sia la tua voce la canzone più bella e vatti a prendere tutto il buono di questo Mondo.
Questa è l’ultima lettera d’amore che ti scrivo, se senti un cigolio, è la porta del mio cuore, che si chiude e ti dice addio.
![Tumblr media](https://64.media.tumblr.com/26fa2da30c21c85390780de72d47c7f7/46a58c2687063e88-60/s540x810/2fbe55b34277b04a3b5c64240611fdb3712f06ba.jpg)
#Ale
Tuttodunfiato
21 notes
·
View notes