#luca sito
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stadiumgods · 2 months ago
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luca sito
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boanerges20 · 1 year ago
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Reinhold Roth Luca Cadalora Sito Pons Jacques Cornu Photo: Malcolm Bryan [From Motocourse 1989/90]
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primepaginequotidiani · 1 month ago
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PRIMA PAGINA Corriere Umbria di Oggi martedì, 07 gennaio 2025
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marcogiovenale · 5 months ago
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nasce un nuovo spazio online per la ricerca letteraria: pdt - poème de terre, a cura di fabrizio pelli
https://poemedeterre.wordpress.com/ nasce, a cura di Fabrizio Pelli, Poème de terre, un nuovo spazio online di ricerca letteraria, saggi, sperimentazione, arte, scritture complesse, materiali inediti, eslege, oggetti verbali non identificati, nuovi, vicini oppure remoti nel tempo: tutto all’indirizzo https://poemedeterre.wordpress.com/ i primi due post consistono in una presentazione del…
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filorunsultra · 24 days ago
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Ancora su Translagorai, dopo Pionieri
Nel 1991, Fred Vance chiese al suo amico Jim Nolan quante cime dei Colorado Fourteeners si potessero concatenare in 100 miglia. Qualche giorno dopo, Nolan tornò da Vance con una risposta: quattordici. Il progetto cadde nel dimenticatoio fino al 1998, quando Fred Vance propose ai suoi amici Blake Wood e Charlie Thorn di provare la traversata disegnata da Jim Nolan otto anni prima. I tre partirono una mattina di agosto dal Fish Hatchery Campground di Leadville, Colorado, registrando il primo tentativo di concatenamento su quello che da lì in avanti avrebbe preso il nome di Nolan’s 14. Nessuno dei tre riuscì a finirlo quel giorno, ma partire dall’anno successivo iniziarono a organizzare una partenza ristretta a pochi partecipanti con poche e semplici regole: niente pacer, senso di percorrenza alternato ogni anno, cutoff finale di 60 ore. Si trattava di un evento informale e privo di autorizzazioni, così, quando nel 2003 il Forest Service Department scoprì l’esistenza della gara, Vance e gli altri furono costretti a cancellarlo. La traversata cadde un’altra volta nel dimenticatoio fino a quando Jared Campbell e Matt Hart provarono il percorso nel 2012 registrando il nuovo fastest known time. Il resto è storia.
Nel 2020, Francesco Gentilucci, per tutti Paco, raccontò questa storia, all’ora poco nota in Italia, in un blog italiano di running. Era il primo anno di pandemia, e senza più gare da correre e il costante rumore bianco dell’informazione sportiva (quello che produciamo noi, ogni giorno), Paco si accorse che era venuto il momento di organizzare anche nel nostro paese qualcosa che riportasse il trail a quella dimensione intima ed essenziale. Così pensò a Translagorai Classic.
Translagorai è un trekking di più giorni che attraversa da est a ovest la catena del Lagorai, in Trentino, nord Italia, dal Passo Rolle alla Panarotta. Paco ne parlò con Luca Forti, un amico comune che l’aveva corsa in solitaria l’anno prima, e insieme decisero di organizzare una partenza collettiva aperta a tutti per il luglio di quell’anno. Come per il Nolan’s, anche le regole scelte da Paco erano poche: devi essere indipendente, se decidi di mollare a metà percorso devi trovarti un mezzo, un autostop o tornare alla partenza a piedi, non esiste materiale obbligatorio, devi arrangiarti, i pacer sono ammessi, cambia direzione ogni anno (negli anni pari è Classic, Rolle-Panarotta, nei dispari è Reverse, Panarotta-Rolle) e se corri in meno di 24 ore ti spediamo un adesivo a casa. Non viverla come un’impresa personale, nessun eroismo, a nessuno interessa sul serio quello che fai, ma l’attitudine con cui lo fai.
Nel 2020, da Passo Rolle, partirono in nove. L’anno dopo in 45, l’anno dopo ancora in 65. Paco creò un sito in cui registrare tutti i tentativi, riusciti e non riusciti, e svolti sia durante la partenza collettiva che in qualunque altro momento dell’anno, perché la traversata è sempre esistita ed è sempre lì, basta andare a provarla. Dal 2022 la gestione è passata al Trento Running Club, un gruppo informale di amici con cui dal 2023 abbiamo iniziato a organizzare anche delle attività di trail work obbligatorie per poter partecipare alla traversata collettiva.
Oggi Translagorai Classic è l’FKT più ripetuto in Italia, e il record maschile è detenuto da Nadir Maguet. La traversata è lunga 50 miglia e si svolge su un terreno molto tecnico, le persone non capiscono davvero quanto lento sia finché non ci si trovano in mezzo. Per due terzi la traversata è composta da sterminate distese di porfido prive di un sentiero definito, in cui oltre a sapersi muovere bisogna anche sapersi orientare. Non è pericolosa, non è estrema, è solo lenta e logorante. Non solo, è anche isolata. Sebbene il Lagorai sia una catena montuosa circondata dalle Dolomiti – che sono tra le montagne più antropizzate al mondo – per la sua conformazione e apparente anonimia è rimasto fuori dai principali marker turistici. Questo fatto, però, se era vero nel 2020 quando la traversata nacque, lo è molto meno oggi: come spesso accade in casi come questo, proprio per il fatto che non ne parlava nessuno, del Lagorai hanno poi iniziato a parlarne tutti. Per evitare che la traversata diventasse l’ennesimo marker turistico, con il Board di Translagorai Classic, negli anni abbiamo cercato di introdurre dei sistemi di scrematura naturali, basati non tanto sulla fortuna (come le lottery) ma sul merito. Abbiamo così iniziato a richiedere di svolgere ore di trail work obbligatorie, invitando i partecipanti a tornare anno dopo anno, non solo per correre, ma anche per fare assistenza, per fare volontariato o semplicemente per assistere. Così in pochi anni si è creata una famiglia attorno alla gara, fatta di gente con nomi e cognomi e che si conosce e reincontra anno dopo anno. Non solo: in questi anni, proprio per preservare la dimensione della traversata, abbiamo cercato di mantenere una comunicazione low-key, comunicando tutto attraverso una pagina Facebook e scegliendo di non aprire una pagina Instagram. Abbiamo rifiutato sponsorizzazioni da parte di aziende di materiale da corsa perché questo avrebbe annacquato lo spirito dell’evento, che appartiene prima di tutto alle persone che lo alimentano anno dopo anno, e per questo non può essere venduto. Abbiamo prodotto un libro fotografico in tiratura limitatissima, rifiutando alcune offerte di pubblicazione da parte di un paio di case editrici. Alcune persone che non sono mai venute all’evento potrebbero pensare che sia un modo per apparire esclusivi: non è così, è semplicemente l’unico modo per preservare un piccolo evento dagli effetti della crescita dello sport. Per il resto, come scrivevo sopra, la traversata è sempre lì, se uno vuole farla, basta che vada a provarla.
Nonostante i nostri sforzi di mantenere la Translagorai per ciò che è, limitando così anche i possibili guadagni che ne sarebbero potuti derivare, il lavoro che abbiamo fatto in questi anni è sembrato un boccone troppo pregiato per lasciarselo scappare, e così non sono mancati tentativi di appropriazione, mascherati da amore per questa catena di montagne, che avevano come unico scopo far parlare di sé, prendendo da queste montagne senza ridare niente indietro.
Nell’ultimo anno, ho lavorato a un podcast che racconta la storia del trail running in Italia dagli anni Ottanta a oggi (si chiama Pionieri, ma è in italiano, quindi non vi interessa come si chiama). Per realizzarlo ho parlato con tante persone, tra cui atleti, organizzatori di gare, vecchie glorie, psicologi, skyrunner e ultrarunner di età molto diverse; ho parlato coi primi italiani ad aver corso delle 100 miglia in America e coi primi skyrunner ad aver registrato dei record di ascesa sui 4000 sulle Alpi. Parlando con tutte queste persone sono naturalmente emerse anche tante opinioni diverse, talvolta completamente opposte l’una all’altra, e modi diversi di concepire lo sport. Ne è emerso un panorama complicato, pieno di contraddizioni e sfaccettature, all’interno del quale ognuno trova il proprio spazio, il proprio angolo, la propria nicchia da seguire, insomma il proprio stile. Io ho sempre avuto un’idea molto chiara di cosa volevo da questo sport, e forse ancora di più di cosa non volevo. Ho sempre avuto un’idea molto precisa di come dovesse essere organizzato un evento, di cosa fosse giusto e di cosa fosse sbagliato. Ciononostante, negli anni ho corso gare molto diverse tra loro, skyrace e cross country, mezze maratone e 100 miglia nel deserto, ho partecipato a gare molto grandi e commerciali e ad altre molto piccole, ma non mi sono mai trovato a disagio o fuori luogo, che fosse in mezzo a una folla in Place de l’Amitié a Chamonix o sulla 6th Street di Leadville sono sempre stato bene e mi sono sempre sentito a casa. Così, facendo quelle interviste, mi è capitato di essere d’accordo un po' con tutti loro: con l’organizzatore della grande gara internazionale e col montanaro solitario, con lo skyrunner e con l’ultramaratoneta amatore.
Mi sono chiesto se fosse dovuto a una mancanza di un’opinione personale, ma chi mi conosce sa bene che non è così (ho le mie idee e le dichiaro senza reticenze), così sono arrivato alla conclusione che, se sono affascinato da tutte queste anime così diverse del nostro sport, è forse proprio perché posso coesistere tutte insieme.
Per questo Translagorai è probabilmente la cosa che almeno per me si avvicina di più all’essenza del nostro sport. Perché è allo stesso tempo logica ed estetica, può essere affrontata insieme o da soli, con assistenza o in totale autonomia, può essere affrontata scoprendola un pezzo alla volta o preparandola minuziosamente, pezzo per pezzo, e poi correrla trattenendo il respiro, il più velocemente possibile. Penso che ogni gara abbia un suo preciso stile, con cui va affrontata: non vorrei mai un pacer all’UTMB perché non appartiene alla sua storia, correrei Western States solo con due borracce a mano e la Lavaredo in totale autosufficienza, perché l’una e l’altra sono le caratteristiche con cui sono nate. Translagorai è una tela bianca, aperta allo stile di ogni corridore, alla libera iniziativa. Per questo pubblichiamo soltanto le foto dell’arrivo e della partenza, e degli unici due ristori, e niente di quello che ci sta in mezzo. Perché mostrarla, parlarne, e raccontarla la priverebbero di quel fascino anche un po’ misterioso che la rende ciò che è. Per questo siamo particolarmente duri quando un’azienda o un grande media cercano di raccontarla, perché parlandone e appropriandosene tolgono a chi verrà domani il diritto di poterla scoprire come abbiamo fatto tutti noi. E questo lo trovo imperdonabile.
Translagorai è una linea dritta e logica, ed è bella soprattutto, è davvero bella. Ho corso la 100 miglia più importante al mondo, ho corso la più alta, e la più divertente, ho corso anche la più vecchia ultramaratona americana, questo per dire che ho corso diverse gare che a buon titolo potrei considerare la gara per eccellenza - ma alla fine ogni anno ci troviamo in quel parcheggio sotto a un arco di legno, con qualche amico e una birra, a fare una cosa molto sovversiva, come correre questa traversata in 24 ore. L’ultrarunning è tante cose, ma per me inizia e finisce qua.
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buscandoelparaiso · 6 months ago
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la liz caporale colpisce ancora dicendo al povero luca sito che fa schifo rispetto a questi che hanno appena corso
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leparoledelmondo · 1 year ago
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Comunità energetiche, finalmente.
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Il 23 gennaio scorso sul sito del MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica) è stato pubblicato il decreto per le comunità energetiche rinnovabili (su cosa sono le comunità energetiche vedi il mio post https://bit.ly/496Txdo) ed ora è in vigore. E’ stato un percorso molto, molto lungo, si è partiti dalla direttiva europea del 2018, ora siamo pronti a farle operative, finalmente. Si punta a sviluppare 7 gigawatt di capacità energetica, certo non saranno questi a cambiare il destino energetico dell’Italia ma sono fondamentali per migliorare l’accettazione degli impianti, per favorire l’autoconsumo e sono fondamentali anche dal punto di vista culturale. L’energia dovremmo produrla sempre di più in maniera condivisa e decentrata.
Photo by Luca Nardone on pexels
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morelin · 5 months ago
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Volo acrobatico in aliante con Luca Bertossio
Sì, avete letto bene il titolo... volo acrobatico in aliante con Luca Bertossio... e pensare che non ho mai voluto provare le montagne russe per paura. Per spiegarvi da dove viene questa idea devo tornare un po' indietro nel tempo, più o meno al 2021 quando un giorno, navigando un po' tra i post di Facebook per cercare qualche nuovo spunto di viaggio o gita da fare non appena fosse stato possibile uscire, mi imbatto in un adv di un tour operator che propone esperienze come escursioni a cavallo, picnic in vigna e gite in barca e tra queste c'era anche un volo in aliante. Sulla mia travel list erano già presenti volo in mongolfiera, elicottero ed idrovolante e questo mancava, quindi ritenendo la proposta interessante mi appunto il nome. Trascorre un po' di tempo e grazie agli algoritmi di Facebook mi compare un nuovo adv: un ragazzo giovane, un certo Luca Bertossio, un pilota di aliante, che invita a volare con lui. Il nome non mi suonava nuovo ma in quel momento non riuscivo a spiegarmi il motivo (ma poi lo scoprirò) e molto incuriosita clicco il link che riporta al suo sito web. Qui trovo le esperienze che è possibile fare con lui in aliante: non è un “semplice” volo, si tratta di volo acrobatico. Voglio saperne di più, quindi vado alla sua biografia dove leggo che ha conseguito l'abilitazione a più di 25 velivoli diversi ma soprattutto trovo elencati tutti i premi FAI (Federazione Aeronautica Internazionale) vinti per la disciplina dell'acrobazia aerea: 9 medaglie d'oro, 8 d'argento e 4 di bronzo. Inoltre ha raggiunto il miglior piazzamento di sempre per l'Italia nei Campionati del Mondo di Acrobazia aerea in aliante ed è stato il più giovane vincitore dei FAI World Air Games che si sono tenuti a Dubai nel 2015. A questo punto mi si accende la lampadina e capisco dove avevo sentito il suo nome: nel 2015 avevo visto un breve servizio del TG che celebrava la sua epica vittoria a Dubai! Da quel momento decido che prima o poi avrei volato con lui ed inizio a seguirlo su diversi social. Tra i molti video che potete trovare vi propongo la visione di questi due che a mio parere riassumono la sua abilità e bravura oltre alla bellezza ed alla magia delle evoluzioni da lui create durante un'esibizione:
youtube
instagram
Il mio sogno deve attendere: prima la pandemia, poi per un lungo periodo Luca decide di sospendere i voli in aliante per dare priorità alla sua carriera da pilota di linea (ora lavora per una nota compagnia aerea low cost), poi i miei impegni personali finché qualche settimana fa riesco a prenotare il mio volo con lui. Raggiungo l'aeroporto e dopo pochi minuti Luca mi accoglie calorosamente prima di decollare con il cliente del turno precedente, così nell'attesa ammiro le loro evoluzioni. E' giunto il mio momento: mi siedo all'interno dell'aliante, poi entra anche Luca e l'aereo di traino si posiziona davanti a noi pronto a decollare.
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L'adrenalina aumenta e nel giro di pochi istanti siamo già in volo. Dobbiamo raggiungere la quota prestabilita così continuiamo a salire con un volo tranquillo che permette di ammirare il panorama circostante.
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Ormai ci siamo, l'aereo di traino sgancia il cavo e parte la caccia alle correnti che ci permetteranno di rimanere in volo (l'aliante non possiede il motore) e di eseguire le manovre acrobatiche. Mi affido a Luca.
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Alla prima evoluzione rimango quasi senza fiato perché è la prima volta che subisco la forza G e a seconda delle manovre è possibile raggiungere anche i 5G. Tra looping, Fieseler, mezzo otto, tonneau e voli rovesci mi ritrovo diverse volte a testa in giù e perdo la cognizione del tempo.
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Il programma di volo è terminato e Luca prepara l'aliante per un atterraggio morbidissimo. Quasi quasi ancora non ci credo di averlo fatto, io che non ho mai voluto salire sulle montagne russe!
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Un immenso grazie a Luca che ha reso possibile questa adrenalinica esperienza, esaudendo un mio desiderio. E' stato un onore aver volato con te, campione!
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curiositasmundi · 1 year ago
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L'associazione Meglio Legale ha appena concluso un flash mob in Piazza Montecitorio per il lancio della Proposta di Legge di iniziativa popolare sulla coltivazione personale di cannabis. Insieme a Meglio Legale, la proposta è sostenuta da una rete di oltre 30 partner, tra cui l'Ass. Luca Coscioni rappresentata in Piazza da Marco Cappato, Marco Perduca e Matteo Mainardi. L’obiettivo è quello di raccogliere 50.000 sottoscrizioni così come previsto dalla legge italiana; sarà possibile firmare online con Identità Digitale (SPID) al sito https://www.iocoltivo.org/ La Proposta di Legge vuole consentire la coltivazione domestica fino a 4 piante di cannabis, esclusivamente per uso personale. Allo stesso tempo, prevede la creazione delle Associazioni di Coltivatori (Cannabis Social Club) con lo scopo della coltivazione della cannabis e della sua distribuzione solamente ai membri. Inoltre, la proposta prevede la decriminalizzazione dell’uso personale. Ciò vuol dire che sarà consentito il trasporto fino a 30 grammi e le sanzioni amministrative oggi previste, come il ritiro della patente e del passaporto, verranno abolite. Resta naturalmente punibile la guida in stato di alterazione. La futura legge punta così alla creazione di un sistema con regole precise affinché ciò avvenga in maniera legale, ma soprattutto sicura per tutti. La manifestazione è stata inizialmente fermata dalle forze dell'ordine perché, nonostante la richiesta della piazza avanzata dall'Associazione, la questura di Roma non ne aveva autorizzato lo svolgimento. Dato l'arbitrario divieto, l'Associazione, coordinata da Antonella Soldo, ha deciso tenere ugualmente il presidio. Grazie all'interlocuzione dell'Onorevole Riccardo Magi (+Europa) con il gabinetto del questore, gli attivisti sono riusciti ad entrare nella piazza, scortati anche da altri parlamentari tra cui Giulia Pastorella (Azione) e Rachele Scarpa (PD).
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mishimamiravenecia · 9 months ago
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The 16th century and firearms.
It is 1526, Mastro Bartolomeo Beretta da Gardone delivers 185 blunderbuss barrels to the Venice Arsenal, receiving 296 ducats in payment.
Beretta had therefore already been chosen by the Serenissima in the 16th century as a testimony to their excellence.
It didn't take long for fame to cross the borders of the country and the Beretta name became synonymous with uncompromising quality, evident in design, materials, construction and performance.
- Photo: payment document dated 1526
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(English / Español / Italiano)
El siglo XVI y las armas de fuego.
Estamos en 1526, Mastro Bartolomeo Beretta da Gardone entrega al Arsenal de Venecia 185 cañas de arcabucio, recibiendo en pago 296 ducados.
Beretta había sido elegida ya en el siglo XVI por la Serenísima, como testimonio de su excelencia.
No tardó mucho y la fama traspasó las fronteras del país y el nombre Beretta se convirtió en sinónimo de calidad sin compromisos, evidente en el diseño, los materiales, la construcción y el rendimiento.
• En Fotos el documento de pago fechado 1526
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Il XVI secolo e le armi da fuoco.
Siamo nel 1526, Mastro Bartolomeo Beretta da Gardone consegna all’Arsenale di Venezia 185 canne d’archibugio, ricevendo in pagamento 296 ducati.
Beretta era dunque stata scelta già nel XVI secolo dalla Serenissima, a testimonianza della loro eccellenza.
Non ci volle molto e la fama valicò i confini del Paese e il nome Beretta divenne sinonimo di qualità senza compromessi, evidente nel progetto, nei materiali, nella costruzione e nelle prestazioni.
• In Foto il documento di pagamento datato 1526
• Fonte: sito Beretta -- http://www.beretta.com/it-it/eretta#b-of-beretta/since-1526/
Posted: Marco de Luca in Facebook
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stadiumgods · 4 months ago
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luca sito
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daniela--anna · 9 months ago
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Dove inizia il nulla?
Nell'avidità.
©D.C.
“Guardatevi bene da ogni avidità poiché per nessun uomo la vita dipende dall’abbondanza, dai beni che possiede”.
(Luca 12:15)
📚📌
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discotecheversilia · 2 days ago
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Veglioni Carnevale di Viareggio in Capannina
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Veglioni Carnevale di Viareggio in Capannina
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Eventi MOVE a La Capannina di Viareggio
Sabato 15 e Sabato 22 Febbraio appuntamento con i Veglioni del Carnevale di Viareggio, eventi ufficiali patrocinati dalla Fondazione del Carnevale di Viareggio. La location scelta è la storica Capannina del Marco Polo, punto di riferimento per la movida viareggina e per chi vuole vivere il Carnevale fino all’alba. Acquista online il tuo ingresso per Veglioni del Carnevale di Viareggio 2025 Grazie a DiscotecheVersilia.it e alla piattaforma TicketSMS, puoi acquistare il tuo biglietto in prevendita in modo facile e sicuro. Sabato 15 Febbraio
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Sabato 22 Febbraio
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La storia dei Veglioni del Carnevale di Viareggio
Dal passato ai giorni nostri Il Carnevale di Viareggio non è solo un’esplosione di colori e allegria nelle sfilate giornaliere, ma anche un evento che continua a far festa dopo il tramonto. I Veglioni sono parte integrante di questa tradizione, offrendo a cittadini e turisti l’opportunità di ballare e divertirsi in un’atmosfera unica. I Veglioni del Carnevale 2025 alla Capannina di Viareggio Fra i locali storici che mantengono viva questa tradizione, spicca La Capannina di Viareggio. Situata nel cuore del quartiere Marco Polo, questa discoteca è diventata negli anni il punto di riferimento per gli eventi carnevaleschi. Dotata di quattro piste da ballo, offre un’esperienza senza paragoni. Il mix perfetto tra balli caraibici, musica commerciale e hit di successo la rende una meta imperdibile per il Carnevale di Viareggio. Per il Carnevale di Viareggio 2025, La Capannina di Viareggio ospiterà due Veglioni imperdibili: - Sabato 15 Febbraio 2025 - Sabato 22 Febbraio 2025 Prenota il tuo Veglione di Carnevale alla Capannina di Viareggio Partecipa a uno dei Veglioni in discoteca più attesi della stagione. Le serate del 15 e 22 Febbraio 2025 alla Capannina di Viareggio ti aspettano con un’atmosfera unica, perfetta per festeggiare il Carnevale nel migliore dei modi. Prenota subito il tuo tavolo o il tuo ingresso con i contatti offerti da DiscotecheVersilia.it.
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Prevendite Veglioni Carnevale di Viareggio 2025 Acquista subito il tuo ingresso online tramite TicketSMS. Sabato 15 Febbraio
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Sabato 22 Febbraio
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Questo sito e la sua ottimizzazione sui motori di ricerca sono frutto del lavoro del freelance copywriter Luca Bartoli   Read the full article
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djs-party-edm-italia · 11 days ago
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Zanzibar Café Vol 14 (Lofi Music), la compilation perfetta per chi vuole rilassarsi 
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La serie di compilation Zanzibar Café, pubblicata da Lofi Music, una delle tante label del gruppo Jaywork Music Group, rappresenta un viaggio sonoro attraverso atmosfere esotiche, lounge e chill-out, creando un perfetto equilibrio tra relax e ottima musica. La serie è arrivata ormai al vol.14. E' un viaggio musicale in ben 14 canzoni. Da "Drift Away" di Lacla fino a "Nippi Nippi" (Daniele Soriani Mix) dei The Black Cat Project... il viaggio è emozionante. I brani evocano tutti ambientazioni suggestive, spesso ispirate ai caffè e ai locali più raffinati delle località tropicali e delle metropoli cosmopolite.
Ogni volume di Zanzibar Café propone una selezione accurata di brani che spaziano dalla musica elettronica downtempo al nu-jazz, passando per sonorità deep house e world music e Zanzibar Café Vol 14 non fa certo eccezione. Ogni brano è curato in ogni dettaglio e rilassa, eccome.  Grazie alla sua identità musicale ed alla qualità delle selezioni proposte, Zanzibar Cafè è diventata un punto di riferimento per gli appassionati di sonorità chill-out e lounge, consolidando il suo posto tra le raccolte più apprezzate del genere.
Mentre scriviamo, il link sul sito Jaywork non è ancora disponibile, ma è un'ottima idea procurarsi anche Zanzibar Café Vol 13. La label che pubblica il CD, Lofi Music è poi specializzata in produzioni di qualità. Tra le produzioni più recenti di questa label, ecco San Valentino Best Love Songs, un sogno da ascoltare, ovviamente un mix di canzoni soprattutto chill out... 
Zanzibar Café Vol 13 sul sito Jaywork
Lofi music sul sito Jaywork 
COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e  scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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tarditardi · 11 days ago
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Zanzibar Café Vol 14 (Lofi Music), la compilation perfetta per chi vuole rilassarsi 
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La serie di compilation Zanzibar Café, pubblicata da Lofi Music, una delle tante label del gruppo Jaywork Music Group, rappresenta un viaggio sonoro attraverso atmosfere esotiche, lounge e chill-out, creando un perfetto equilibrio tra relax e ottima musica. La serie è arrivata ormai al vol.14. E' un viaggio musicale in ben 14 canzoni. Da "Drift Away" di Lacla fino a "Nippi Nippi" (Daniele Soriani Mix) dei The Black Cat Project... il viaggio è emozionante. I brani evocano tutti ambientazioni suggestive, spesso ispirate ai caffè e ai locali più raffinati delle località tropicali e delle metropoli cosmopolite.
Ogni volume di Zanzibar Café propone una selezione accurata di brani che spaziano dalla musica elettronica downtempo al nu-jazz, passando per sonorità deep house e world music e Zanzibar Café Vol 14 non fa certo eccezione. Ogni brano è curato in ogni dettaglio e rilassa, eccome.  Grazie alla sua identità musicale ed alla qualità delle selezioni proposte, Zanzibar Cafè è diventata un punto di riferimento per gli appassionati di sonorità chill-out e lounge, consolidando il suo posto tra le raccolte più apprezzate del genere.
Mentre scriviamo, il link sul sito Jaywork non è ancora disponibile, ma è un'ottima idea procurarsi anche Zanzibar Café Vol 13. La label che pubblica il CD, Lofi Music è poi specializzata in produzioni di qualità. Tra le produzioni più recenti di questa label, ecco San Valentino Best Love Songs, un sogno da ascoltare, ovviamente un mix di canzoni soprattutto chill out... 
Zanzibar Café Vol 13 sul sito Jaywork
Lofi music sul sito Jaywork 
COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e  scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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pollicinor · 19 days ago
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Mentre Trump non apprezza le auto elettriche, avendo chiaro in testa che gli conviene sostenere il potere dei petrolieri, Musk governa la Tesla e ha bisogno che la sua idea di mobilità sia sostenuta dall’amministrazione. D’altra parte, Musk possiede un sito produttivo gigantesco in Cina e tiene ottimi rapporti con quel paese, mentre Trump coltiva una relazione di forte competizione con il gigante asiatico. In fin dei conti, poi, Musk è di fatto un immigrato e conosce il valore che gli immigrati portano al mondo dell’innovazione americano, mentre nell’entourage tradizionale di Trump si pensa piuttosto che gli immigrati siano un problema, per usare un understatement.
Dall'articolo "Trump e Musk, amici-nemici" di Luca De Biase
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