#lirica interiore
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pier-carlo-universe · 11 days ago
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Una poesia anonima che sussurra emozioni profonde, tra pelle e pensiero. Recensione e biografia immaginaria su Alessandria today. Scopri la forza delle parole non dette.
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escribirsiempre · 10 months ago
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Oficio - Punctum (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1448974722-oficio-punctum?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=NicolsGuglielmetti Versos que reflexionan sobre la existencia y el mismo proceso creativo en el mismo momento que este se desarrolla. El siguiente proyecto, sometido a constante revisión, nucléa poemas escritos en la última década. Su finalidad es compartirlo con los lectores y que sea un punto de partida que abra diálogos sobre diferentes estéticas junta el algoritmo en esta plataforma.
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uwmspeccoll · 19 days ago
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It’s Fine Press Friday!
Suite Lirica: En Homenaje a Wallace Stevens is built around a poem by Spanish writer José María Martín Triana. The book opens with Wallace Steven’s poem, “Final Soliloquy of the Interior Paramour,” which served as Martín Triana’s inspiration; his own poem is then presented in Spanish, after which follows a translation into English by Alastair Reid. American writer and children's book illustrator Leo Lionni illustrated the book with intaglio prints pulled by Gino Berardinelli. Gabriel Rummonds and Alessandro Zanella of Plain Wrapper Press printed the book in Verona, Italy, in 1982, in a limited edition of ninety copies, each signed by Triana and Lionni.
Handset monotype Dante was printed on Cartiere Enrico Magnani handmade paper. The top edge of the paper is gilded, and the sides and bottom finish in deckles. An author’s note before the colophon was translated by Rummonds. The Plain Wrapper press printer’s mark adorns the burgundy box. The spine is quarter bound in goatskin, with dyed vellum covering the boards.
In his note, Martín Triana explains his “devotion” to Stevens, an artist after “the true meaning of things.” He contrasts this impulse with what he disparaged as the “Carnavalesque falseness” of contemporary Spanish literary trends. He suggests that the book “could easily have been called Variations on the Final Soliloguy of the Interior Paramour, not only as an homage of devotion to Stevens, but also as an indication of my complete acceptance of the ideas of the most European of American poets” of the 20th century.
This book comes to us from the collection of Jerry Buff (1931-2025).
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See other books from Jerry Buff.
See other Fine Press Friday posts!
--Amanda, Special Collections Graduate Intern
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uniquetyphoonmiracle · 3 months ago
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Volviendo a que me encontré en el FARO DEL CABO DE FINISTERRE una cajita de puritos Monte_Cristo [a raíz de recordar la CAJA DE PUROS de MONTE_CRISTO=FOLLE_LUZ .. que me dieron en CANCUN como parte del pago de mi VIDEOCAMARA y que le vendi a un YANKEE con el que estaba refugiado del DILUVIO en CHICHEN ITZA el 8/8/09 que murio el Capitán del Espanyol DANI JARQUE con 26 años hablando con su mujer EMBARAZADA por Telefono estando en FLORENCIA donde esta el Baptisterio de San Juan con las PUERTAS DEL PARAISO Y EL JUICIO FINAL asi como ese dia chocaron 2 aeronaves en el Rio HUDSON de NEW YORK tras haber amerizado ahi un US AIRWAYS de lo que hicieron la pelicula SULLY] en FINISTERRE [FIN DE LA TIERRA] a donde llegue desde de SANTIAGO DE COMPOSTELA [patrón de ESPAÑA en cuya VISPERA de 2013 descarrilo un tren ALVIA en SANTIAGO de COMPOSTELA muriendo 79 y 200 heridas..siendo el presidente de Gobierno MARIANO RAJOY nacido en SANTIAGO DE COMPOSTELA que tuvo un grave accidente de coche de joven] en cuya ESTACION en un FOTO_MATON tenía la BOCCA DE LA VERITA que te adivinaba tu FUTURO o SUERTE en cosas como el AMOR, LA SALUD Y EL DINERO..según las líneas de tu MANO..apareciendo el número 53 [mi edad]..nada más llegar a FINISTERRE fui al CAFE "CASA AMELIA" donde ondeaba la bandera del REAL MADRID que también exhibían en el interior donde tenían un calendario de RENACER y donde echaban el MANCHESTER CITY vs BRIGHTON [desde donde fui a JERUSALEN por mi 40 cumpleaños] por lo que fotografie al argentino AGÜERO [=PRESAGIO] padre del nieto de MARADONA [=Autor de la MANO de DIOS a INGLATERRA en MEXICO'86] que se retiro del futbol por un ARRITMIA con FC BARCELONA el día del 1er aniversario de MARADONA fallecido y desde el CAFE AMELIA subí estúpidamente en CHANCLAS de PISCINA los 4 KM de ASCENSION al FARO del Cabo FINISTERRE donde me fotografie en la placa dedicada al FISICO y ASTRO_FISICO Stephen HAWKING con la caja de puritos MONTE_CRISTO que me encontré ahí [tenía 9 de 20] llevando la camiseta de MARILYN MONROE Satanica o haciendo los cuernos sobre un MURO y llegando hasta donde absurdamente han pintado la señal del FIN de la prolongación del CAMINO DE SANTIAGO al estar al borde del ACANTALIDO en un DESNIVEL o BAJADA por lo que una mujer AL BAJAR me dijo que NECESIDAD TENIA DE HACER ESO..que si me ESCURRIA con las CHANCLAS o venía una RAFAGA DE VIENTO me precipitaba al VACIO.
P.D. lo primero que me fotografie en FINISTERRE fue con la bandera PIRATA [me recordó a IVAN FERREIRO de LOS PIRATAS a al que acababa de ver en el FESTIVAL DEL NORTE de A CORUÑA como telonero de The JESUS AND MARY CHAIN que presentaba cd DAMAGE and JOY y que es autor del cd MENTIROSO MENTIROSO y cd CONFESIONES DE UN ARTISTA DE MIERDA y en cuyo SINGLE EN EL ALAMBRE sale de PERFIL como fotografio a VIRGINIA MAESTRO junto a Pablo NOVOA DE GOLPES BAJOS=MALOS TIEMPOS PARA LA LIRICA]
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bongianimuseum · 6 months ago
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Mostra antologica di Raffaele Boemio
“Arie sottili di natura sospesa”
 opere 1971 - 2024
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 “Arie sottili di natura quasi s/velata”
Presentazione di Sandro Bongiani,
Salerno, 8 ottobre 2024
L'arte per Raffaele Boemio è ricerca e ossessione. Un raccontare per arie sottili e per frammenti sottesi di materia lirica recuperati dalla memoria e rinati in uno spazio mentale carico di umori e essenze nascoste. Il percorso artistico e pittorico di Raffaele Boemio comprende un periodo di oltre 53 anni di lavoro sempre teso a ricercare un senso  concreto da assegnare alla vita. Un lungo e intenso lavoro svolto dal 1971 a oggi a partire dal ciclo iniziale “Biographico” e poi, dalle opere digitali di “Afona”, “Quasi svelato”  e “Semiosi”,  in cui la dimensione ambientale ha sempre avuto nella sua ricerca  un ruolo e un potere evocativo. L’attuale ciclo pittorico chiamato “Semiosi” accoglie i precedenti cicli e sintetizza appieno con un linguaggio maturo e coinvolgente tutta la sintesi assorta e visionaria dell’artista campano. Una pittura rinnovata e evanescente che nasce dai meandri oscuri della memoria per condensarsi in modo provvisorio e precario in un tempo sospeso della realtà e della vita.
Al chiasso assordante e caotico  di questa distratta società  di oggi preferisce il silenzio, l’attesa e la riflessione, lo stesso Raffaele Boemio ci racconta: “Ci sono giorni di silenzio, a volte mesi dove nulla nel mio studio accade, poi qualcosa succede. Questa pittura racconta, emette suoni, si dispone d’un tratto come in un equilibrio perfetto, inatteso, prendendo forma, e, a me svelando o quasi, sogni e visioni e il senso intimo delle cose”. Un linguaggio decisamente  visionario carico di umori e di incertezze dove l’apparire diviene presagio di  forme appena visibili di natura insolita e  primitiva che dal profondo delle ceneri germoglia in  totale libertà a nuova vita e in cui transitano esseri  anonimi come nelle opere del ciclo  “Biographico” del 1998, oppure, forme e presenze misteriose nate dalla memoria e presenti già nelle opere del 2017 fino a oggi, che  provvisorie si evolvono  assumendo sembianze alquanto imprevedibili.
Ogni opera  nell’essenzialità dell’agire  è sempre una nuova  improvvisa sorpresa  di un mondo  oscuro in cui il tempo, l’attesa, la sospensione, l’etereo sono i segni di un esistere invisibile che si colloca a mezz’aria tra cielo e terra in attesa di una possibile catarsi per poter  comprendere meglio il mondo. Non è un caso se in natura un seme di una pianta rimane nascosto per lunghi mesi sotto la terra, aspettando che passi l’inverno prima di germogliare. Si direbbe una sorta di stasi, di dormiveglia continuo e assorto in attesa di una nuova possibile rivelazione.   
Per certi versi il suo è un indagare per sospensione tra tangibilità e immaginazione sulla natura inquieta dell’esistenza che affiora spesso con la presenza di figure dai tratti oscuri, stabilizzandosi momentaneamente in una visione di un immaginario del tutto inaspettato. Quello che si avverte di certo è una tensione tra visibile e invisibile, un’essenza nascosta, che sembra emergere da una zona remota di un tempo insostanziale dove le figure appaiono frammenti di un linguaggio interiore che evocano suggestioni e silenzi  lungamente celati.
Le opere  in particolare dell’ultimo ciclo “Semiosi”  riflettono una dimensione che trascende il visibile, restituendo una visione inedita e in evoluzione del paesaggio  che si apre alla rivelazione con una forte energia nascosta. Una natura del tutto inaspettata  in cui la germinazione e la riemersione diviene presupposto sfuggente dell’apparire tra terra e cielo di presenze e forme indefinite che nella trascendenza e nella   immediatezza del vivere condividono generosamente l’attesa e l’incertezza del mondo.
Una realtà decisamente in equilibrio precario, tra sperimentazione  e apparizione attraverso  delicate variazioni cromatiche, - come afferma Michelangelo Giovinale -  in   “un crescendo che mostra il saper cogliere “nelle zone del proprio essere” la realtà e la forza intrinseca della forma, delle cose che il suo sguardo penetra, e che, come in un viaggio immaginario sono destinate ad abitare atmosfere di inediti”, di strani rizomi ri/trovati e divenuti paesaggi evocati e portati in superficie, tra ascensioni e  cadute, in un apparire di nature essenziali, che in questo attuale tempo di confusione e d’incertezza, cercano in qualche modo di dare un  segno e un senso concreto alla vita distratta e sfuggevole degli uomini.
(Per questo evento antologico vengono presentati 60 opere scelte di Raffaele Boemio, dal 1971 a oggi  cercando di fare una prima  sintesi sulla ricerca svolta dall’artista napoletano).
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fiorile-arte · 23 years ago
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Domenico Piccolo Hiatu a cura di Edoardo Di Mauro
(...)Piccolo ha da sempre impostato la sua pittura lungo un versante di poetico simbolismo, evocante il recupero della dimensione interiore. Come un Goya postmoderno, se il paragone non risulta troppo ardito, Piccolo ha cavalcato i fantasmi del suo inconscio proiettandoli fuori da sé, verso quel mondo contemporaneo fatto non solo di luci patinate, di effimeri simulacri, di vera o presunta qualità della vita, assunto valido se riferito al mondo occidentale, ma anche di stridenti contraddizioni, di rovine e conflitti bellici che si presentano con modalità diverse rispetto al passato, decentrate e parcellizzate, ma non per questo meno in grado di seminare lutti ed angosce. Questo dualismo tra la dimensione individuale e quella collettiva, efficacemente sintetizzata da Piccolo nelle sue opere, si è sempre avvalsa, come detto, di una precisa dimensione allegorica, tipica di buona parte della migliore pittura italiana dell’ultimo decennio. Il rapporto con il reale, con la quotidianità, si è stabilito con una comunicazione a distanza, realizzata con il tramite di una immagine simbolica, in grado di stabilire un livello di trascendenza in una iconografia narrativamente concettuale. Pur nel mantenimento di una rigorosa coerenza, non si può non notare uno spartiacque nella produzione dell’artista. Nella prima, lunga fase del suo lavoro, Piccolo si è affidato ad una pittura improntata ad un diffuso atmosferismo, alla sostanziale fusione della figura umana con il paesaggio circostante, spesso ai limiti di un’aniconicità lirica ed evocativa, caratterizzata da pennellate ad olio ampie e distese lungo lo spazio della tela, non di rado di grandi dimensioni, al fine di contenere la complessità della composizione, tale da richiedere una attenta fruizione per cogliere particolari spesso celati e non immediatamente percepibili. Nella produzione recente, salutata da un repentino e, si spera, continuativo consenso, Piccolo ha maggiormente delimitato i propri confini. Volendo usare termini propri della teoria delle forme si può dire sia passato da una fase in cui queste si manifestavano come “aperte” ad una di relativamente “chiuse”. Le figure umane non sono più indistinte e sfumate come in passato, ma balzano decisamente alla ribalta, sebbene sempre schematizzate ed umbratili, in omaggio allo spirito “dark” dell’autore. Gli sfondi sono, al contrario, di complessa impostazione, impostati con una miscellanea di striature di colore, dalle tonalità più squillanti rispetto al passato, e da inediti inserti extrapittorici, immagini estrapolate da repertori iconografici sintonici al senso complessivo della composizione. Che adesso pare decisamente privilegiare l’ambito del degrado e della marginalità delle periferie urbane occidentali, con una vena sempre contraddistinta da una notevole originalità compositiva, tale da rifuggire dai rischi del già noto, ponendosi viceversa tra le prove più efficaci dell’ultima generazione pittorica.
Edoardo Di Mauro, aprile 2002.
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carmenvicinanza · 11 months ago
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Marisa Merz, l’unica donna dell’arte povera
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Ci vuole pochissimo per arrivare a uno stato di concentrazione molto prolungato nel tempo.
In questo lungo intervallo si scoprono varie cose sul proprio sistema nervoso, e si finisce per trascendere il tempo. E finalmente ci si sente felici.
Sono riuscita a sperimentare questo stato per brevi momenti. Era come arrivare alla struttura portante della vita.
Marisa Merz, tra le più importanti artiste concettuali italiane, è stata l’unica donna dell’arte povera.
La sua ricerca si è avvalsa di soluzioni formali sempre diverse che vanno dal disegno alla scultura, dalla pittura all’installazione. Ha recuperato tecniche artigianali come il cucito e l’intreccio, insistendo sull’importanza della manualità del fare artistico.
Una costante della sua opera è l’esplorazione delle interazioni fra spazio interiore, identità, vita privata e spazio sociale.
Nata Maria Luisa Truccato, il 23 maggio 1926 a Torino, ha firmato i suoi lavori col cognome del marito, Mario Merz, sposato nel 1950.
La sua prima mostra, nel 1966, si è tenuta nella sua casa studio, rendendo indistinte le frontiere fra spazio intimo e luogo pubblico.
A partire dal 1967, l’uso di materiali come la lana e il rame, conduttore di energia, hanno prefigurato il suo percorso nella corrente dell’arte povera che rifiutava i classici supporti dell’arte tradizionale a favore dell’impiego di materiali ‘poveri’ come scarti, stracci, plastica, ferro, legno e terra.
Con il gruppo, composto da artisti come Boetti, Fabro, Kounellis, Pistoletto, ha partecipato a varie mostre, tra cui Arte povera più azioni povere ad Amalfi nel 1968, in cui ha presentato sulla spiaggia coperte arrotolate e imballate con filo di rame o scotch (Senza Titolo, 1966) e opere legate all’infanzia della figlia Beatrice realizzate con filo di nylon, rame o lana, tra cui Scarpette (1966) e Bea (1968).
L’utilizzo di materiali di recupero è stato funzionale a tracciare la sua storia personale, lasciando spazio all’elaborazione poetica di brani della propria biografia, dove la ricerca di nuovi mezzi espressivi nell’arte incontra gli accadimenti della vita quotidiana.
Negli anni settanta, nelle sue installazioni, ha riutilizzato parte degli oggetti appartenenti alle opere precedenti e creato teste di legno o di terra, adornate con foglie in contrasto a fili d’oro o rame.
Negli anni Ottanta ha deciso di partecipare soltanto a manifestazioni collettive internazionali, come Documenta 9 a Kassel e, nella sua produzione, si è dedicata alla realizzazione di disegni e dipinti che vedono la centralità del volto, in particolare quello femminile, reso con un tratto veloce che richiama la forza e la resistenza del filo di rame, restituendo l’intensità dello sguardo. Ritratti (forse autoritratti) in cui l’immagine emerge da un groviglio intricato di segni e in cui le forme assorbono continuamente altre forme.
La consacrazione sulla scena artistica globale è arrivata negli anni novanta, quando è tornata alle esposizioni personali, come quelle del Centre Pompidou di Parigi, dello Stedelijk Museum di Amsterdam e del Metropolitan Museum di New York.
Nel 2005 è nata la Fondazione Merz, all’interno di una centrale elettrica in uso negli anni trenta a Torino, dove sono raccolte le opere di Marisa Merz e Mario Merz e vengono ospitate anche delle mostre temporanee.
Celebrata in una grande esposizione alla Serpentine Gallery di Londra nel 2013, nello stesso anno è stata insignita del Leone d’Oro alla carriera, in occasione della 55° Biennale di Venezia.
È morta all’età di 93 anni il 19 luglio 2019.
L’arte di Marisa Merz è lirica, sottile e privata. Le sue sculture, installazioni e disegni sono poetici, suggeriscono qualcosa di segreto e di prezioso nascosto nella loro trama.
Le sue opere sono materiali e immateriali al tempo stesso, coglie ed espande istanti poetici, momenti di delicato equilibrio in cui tutto sembra perfetto.
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sounds-right · 1 year ago
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"Catene" (Kimura) è il nuovo singolo di stillpani
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Dal 5 aprile 2024 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica "Catene" (Kimura), il nuovo singolo di stillpani che anticipa l'uscita del nuovo album "Panic Room".
"Catene"  è l'ultimo singolo di stillpani prima della pubblicazione del nuovo album, scritto con Lorenzo Di Pasquale e prodotto da Phonez e Etrusko.
Il testo autentico e attuale porta l'ascoltatore a una lunga riflessione sul proprio approccio alla vita.
Le catene sono il simbolo di ciò che ci tiene imprigionati: possono essere circostanze, pensieri, situazioni di ogni genere. Nella canzone le catene sono tutto ciò che toglie la libertà ad un ragazzo incapace di esprimere liberamente sé stesso.
Nella società del successo è proprio la ricerca di quest'ultimo che diventa una forma di prigionia: la canzone è l'inno di una generazione obbligata a dimostrare qualcosa. Bisogna lasciare il segno, bisogna vivere in un certo modo, secondo determinate costruzioni sociali e brillare, più degli altri, se vuoi veramente essere felice; ma in realtà non c'è menzogna più grande: l'unico modo per difendersi e cercare un appiglio di salvezza è guardarsi dentro.
La frase "sei tu il tuo bene perché sei il solo che non ti mette le catene" risolve il dilemma e sancisce una volta per tutto l'idea che per essere felici bisogna rispettarsi, prendersi il proprio tempo e vivere secondo i propri ritmi vitali.
Commenta l'artista a proposito del brano: "Quando mi è stato proposto questo brano da Lorenzo ho subito detto sì alla realizzazione, il testo nella sua crudeltà, nelle sue immagini e nelle sue parole rispecchia a pieno quello che provo, quello che sento e quello che poi effettivamente gran parte della mia generazione vive ogni giorno. La produzione punk-rock, curata nei minimi dettagli da Etrusko e Phonez, da un boost in più a tutta la canzone e alla sua potenza lirica. È un brano politicamente scorretto, che affronta temi difficili ed era stato proposto per le selezioni di Sanremo giovani ad ottobre, abbiamo osato a livello musicale, a livello di testo ed è venuto fuori un brano che in questo momento sento più mio che mai."
Presalva il brano: https://kimura.lnk.to/catene 
Il videoclip di ''Catene'', diretto, prodotto e scritto da Valerio Giuliani è stato realizzato a ottobre 2023, girato e realizzato a L'Aquila. I cambi di location, di outfit e di colore che si susseguono, esprimono a pieni polmoni il contrasto presente nel testo, la quasi rassegnazione e allo stesso tempo la voglia di liberarsi dalle catene che la società troppo spesso ci impone. Le catene che avvolgono l'artista nelle immagini rappresentano l'omologazione alla massa, che ci avvolge, ci culla e ci fa stare buoni al proprio posto. Anche la cravatta indossata, così come le catene, resta un particolare fondamentale che svolge la funzione di ''nodo'' al collo, da cui non riusciamo a liberarci, una rassegnazione ad una vita che effettivamente non ci appartiene. Durante tutto il videoclip il protagonista prova a liberarsi e a ribellarsi a questi oggetti che in senso metaforico bloccano la sua crescita personale per deviarlo verso un mondo che non gli appartiene. Nelle clip realizzate in bianco e nero troviamo un quasi senso di rassegnazione nello sguardo, nelle parole e nei gesti, mentre, nelle scene a colori vediamo una lotta interiore più marcata contro il mondo che lo circonda. Il video termina con stillpani che riesce finalmente a togliersi questo peso enorme che porta con sé e con la voglia di urlare al mondo quello che non ha mai accettato, quello che non sarà mai e tutto quello che ha portato dentro fino a quel momento.
Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/Fv2QgUnee4w
Biografia
Alessandro Paniccia in arte "stillpani" è un cantautore nato a L'Aquila il 12 aprile 1999. Inizia la sua carriera nel 2019 con il singolo "Immortale" che riscuote un buon successo in città. Seguono altri due singoli e la pubblicazione dell'EP "4912" nel 2020. Con questi brani riesce a fare buone esperienze nell'ambito live e attira su di sé attenzioni di case discografiche. Nel periodo 2021/2022 pubblica quattro singoli: "Pagine Vuote", "Schiaffi", "Sto Bene/Sto Male e "Vertigine" che alternano varie sonorità l'una dall'altra. Nel 2023, dopo un piccolo periodo di inattività, pubblica nel 2023 "A Galla", "Contromano" e la cover "La descrizione di un attimo", singoli prodotti da Etrusko e Phonez (Alti Records), come tutti gli altri lavori precedentemente citati, e pubblicati da Kimura.
Dopo aver inaugurato il 2024 con "Ego", "Catene" è il nuovo singolo di stillpani disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 5 aprile 2024 e anticipa il nuovo album in uscita il 19 aprile.
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djs-party-edm-italia · 1 year ago
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"Catene" (Kimura) è il nuovo singolo di stillpani
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Dal 5 aprile 2024 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica "Catene" (Kimura), il nuovo singolo di stillpani che anticipa l'uscita del nuovo album "Panic Room".
"Catene"  è l'ultimo singolo di stillpani prima della pubblicazione del nuovo album, scritto con Lorenzo Di Pasquale e prodotto da Phonez e Etrusko.
Il testo autentico e attuale porta l'ascoltatore a una lunga riflessione sul proprio approccio alla vita.
Le catene sono il simbolo di ciò che ci tiene imprigionati: possono essere circostanze, pensieri, situazioni di ogni genere. Nella canzone le catene sono tutto ciò che toglie la libertà ad un ragazzo incapace di esprimere liberamente sé stesso.
Nella società del successo è proprio la ricerca di quest'ultimo che diventa una forma di prigionia: la canzone è l'inno di una generazione obbligata a dimostrare qualcosa. Bisogna lasciare il segno, bisogna vivere in un certo modo, secondo determinate costruzioni sociali e brillare, più degli altri, se vuoi veramente essere felice; ma in realtà non c'è menzogna più grande: l'unico modo per difendersi e cercare un appiglio di salvezza è guardarsi dentro.
La frase "sei tu il tuo bene perché sei il solo che non ti mette le catene" risolve il dilemma e sancisce una volta per tutto l'idea che per essere felici bisogna rispettarsi, prendersi il proprio tempo e vivere secondo i propri ritmi vitali.
Commenta l'artista a proposito del brano: "Quando mi è stato proposto questo brano da Lorenzo ho subito detto sì alla realizzazione, il testo nella sua crudeltà, nelle sue immagini e nelle sue parole rispecchia a pieno quello che provo, quello che sento e quello che poi effettivamente gran parte della mia generazione vive ogni giorno. La produzione punk-rock, curata nei minimi dettagli da Etrusko e Phonez, da un boost in più a tutta la canzone e alla sua potenza lirica. È un brano politicamente scorretto, che affronta temi difficili ed era stato proposto per le selezioni di Sanremo giovani ad ottobre, abbiamo osato a livello musicale, a livello di testo ed è venuto fuori un brano che in questo momento sento più mio che mai."
Presalva il brano: https://kimura.lnk.to/catene 
Il videoclip di ''Catene'', diretto, prodotto e scritto da Valerio Giuliani è stato realizzato a ottobre 2023, girato e realizzato a L'Aquila. I cambi di location, di outfit e di colore che si susseguono, esprimono a pieni polmoni il contrasto presente nel testo, la quasi rassegnazione e allo stesso tempo la voglia di liberarsi dalle catene che la società troppo spesso ci impone. Le catene che avvolgono l'artista nelle immagini rappresentano l'omologazione alla massa, che ci avvolge, ci culla e ci fa stare buoni al proprio posto. Anche la cravatta indossata, così come le catene, resta un particolare fondamentale che svolge la funzione di ''nodo'' al collo, da cui non riusciamo a liberarci, una rassegnazione ad una vita che effettivamente non ci appartiene. Durante tutto il videoclip il protagonista prova a liberarsi e a ribellarsi a questi oggetti che in senso metaforico bloccano la sua crescita personale per deviarlo verso un mondo che non gli appartiene. Nelle clip realizzate in bianco e nero troviamo un quasi senso di rassegnazione nello sguardo, nelle parole e nei gesti, mentre, nelle scene a colori vediamo una lotta interiore più marcata contro il mondo che lo circonda. Il video termina con stillpani che riesce finalmente a togliersi questo peso enorme che porta con sé e con la voglia di urlare al mondo quello che non ha mai accettato, quello che non sarà mai e tutto quello che ha portato dentro fino a quel momento.
Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/Fv2QgUnee4w
Biografia
Alessandro Paniccia in arte "stillpani" è un cantautore nato a L'Aquila il 12 aprile 1999. Inizia la sua carriera nel 2019 con il singolo "Immortale" che riscuote un buon successo in città. Seguono altri due singoli e la pubblicazione dell'EP "4912" nel 2020. Con questi brani riesce a fare buone esperienze nell'ambito live e attira su di sé attenzioni di case discografiche. Nel periodo 2021/2022 pubblica quattro singoli: "Pagine Vuote", "Schiaffi", "Sto Bene/Sto Male e "Vertigine" che alternano varie sonorità l'una dall'altra. Nel 2023, dopo un piccolo periodo di inattività, pubblica nel 2023 "A Galla", "Contromano" e la cover "La descrizione di un attimo", singoli prodotti da Etrusko e Phonez (Alti Records), come tutti gli altri lavori precedentemente citati, e pubblicati da Kimura.
Dopo aver inaugurato il 2024 con "Ego", "Catene" è il nuovo singolo di stillpani disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 5 aprile 2024 e anticipa il nuovo album in uscita il 19 aprile.
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tarditardi · 1 year ago
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"Catene" (Kimura) è il nuovo singolo di stillpani
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Dal 5 aprile 2024 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica "Catene" (Kimura), il nuovo singolo di stillpani che anticipa l'uscita del nuovo album "Panic Room".
"Catene"  è l'ultimo singolo di stillpani prima della pubblicazione del nuovo album, scritto con Lorenzo Di Pasquale e prodotto da Phonez e Etrusko.
Il testo autentico e attuale porta l'ascoltatore a una lunga riflessione sul proprio approccio alla vita.
Le catene sono il simbolo di ciò che ci tiene imprigionati: possono essere circostanze, pensieri, situazioni di ogni genere. Nella canzone le catene sono tutto ciò che toglie la libertà ad un ragazzo incapace di esprimere liberamente sé stesso.
Nella società del successo è proprio la ricerca di quest'ultimo che diventa una forma di prigionia: la canzone è l'inno di una generazione obbligata a dimostrare qualcosa. Bisogna lasciare il segno, bisogna vivere in un certo modo, secondo determinate costruzioni sociali e brillare, più degli altri, se vuoi veramente essere felice; ma in realtà non c'è menzogna più grande: l'unico modo per difendersi e cercare un appiglio di salvezza è guardarsi dentro.
La frase "sei tu il tuo bene perché sei il solo che non ti mette le catene" risolve il dilemma e sancisce una volta per tutto l'idea che per essere felici bisogna rispettarsi, prendersi il proprio tempo e vivere secondo i propri ritmi vitali.
Commenta l'artista a proposito del brano: "Quando mi è stato proposto questo brano da Lorenzo ho subito detto sì alla realizzazione, il testo nella sua crudeltà, nelle sue immagini e nelle sue parole rispecchia a pieno quello che provo, quello che sento e quello che poi effettivamente gran parte della mia generazione vive ogni giorno. La produzione punk-rock, curata nei minimi dettagli da Etrusko e Phonez, da un boost in più a tutta la canzone e alla sua potenza lirica. È un brano politicamente scorretto, che affronta temi difficili ed era stato proposto per le selezioni di Sanremo giovani ad ottobre, abbiamo osato a livello musicale, a livello di testo ed è venuto fuori un brano che in questo momento sento più mio che mai."
Presalva il brano: https://kimura.lnk.to/catene 
Il videoclip di ''Catene'', diretto, prodotto e scritto da Valerio Giuliani è stato realizzato a ottobre 2023, girato e realizzato a L'Aquila. I cambi di location, di outfit e di colore che si susseguono, esprimono a pieni polmoni il contrasto presente nel testo, la quasi rassegnazione e allo stesso tempo la voglia di liberarsi dalle catene che la società troppo spesso ci impone. Le catene che avvolgono l'artista nelle immagini rappresentano l'omologazione alla massa, che ci avvolge, ci culla e ci fa stare buoni al proprio posto. Anche la cravatta indossata, così come le catene, resta un particolare fondamentale che svolge la funzione di ''nodo'' al collo, da cui non riusciamo a liberarci, una rassegnazione ad una vita che effettivamente non ci appartiene. Durante tutto il videoclip il protagonista prova a liberarsi e a ribellarsi a questi oggetti che in senso metaforico bloccano la sua crescita personale per deviarlo verso un mondo che non gli appartiene. Nelle clip realizzate in bianco e nero troviamo un quasi senso di rassegnazione nello sguardo, nelle parole e nei gesti, mentre, nelle scene a colori vediamo una lotta interiore più marcata contro il mondo che lo circonda. Il video termina con stillpani che riesce finalmente a togliersi questo peso enorme che porta con sé e con la voglia di urlare al mondo quello che non ha mai accettato, quello che non sarà mai e tutto quello che ha portato dentro fino a quel momento.
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Biografia
Alessandro Paniccia in arte "stillpani" è un cantautore nato a L'Aquila il 12 aprile 1999. Inizia la sua carriera nel 2019 con il singolo "Immortale" che riscuote un buon successo in città. Seguono altri due singoli e la pubblicazione dell'EP "4912" nel 2020. Con questi brani riesce a fare buone esperienze nell'ambito live e attira su di sé attenzioni di case discografiche. Nel periodo 2021/2022 pubblica quattro singoli: "Pagine Vuote", "Schiaffi", "Sto Bene/Sto Male e "Vertigine" che alternano varie sonorità l'una dall'altra. Nel 2023, dopo un piccolo periodo di inattività, pubblica nel 2023 "A Galla", "Contromano" e la cover "La descrizione di un attimo", singoli prodotti da Etrusko e Phonez (Alti Records), come tutti gli altri lavori precedentemente citati, e pubblicati da Kimura.
Dopo aver inaugurato il 2024 con "Ego", "Catene" è il nuovo singolo di stillpani disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 5 aprile 2024 e anticipa il nuovo album in uscita il 19 aprile.
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pier-carlo-universe · 17 days ago
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Se mi appari di Nikollë Loka: un incontro sfumato tra luce, desiderio e perdita. Recensione di Alessandria today
Una poesia sospesa tra visione e dissolvenza, in cui l’amore diventa riflesso lontano e ardente. Se mi appari di Nikollë Loka è una poesia breve ma intensissima, un’opera che racchiude in poche righe un tumulto di emozioni: desiderio, spaesamento, struggimento e solitudine. Il poeta costruisce un paesaggio interiore attraversato da immagini luminose e crepuscolari, in cui la figura dell’altro –…
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escribirsiempre · 11 months ago
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Oficio - Dogma (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1451676792-oficio-dogma?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=NicolsGuglielmetti Versos que reflexionan sobre la existencia y el mismo proceso creativo en el mismo momento que este se desarrolla. El siguiente proyecto, sometido a constante revisión, nucléa poemas escritos en la última década. Su finalidad es compartirlo con los lectores y que sea un punto de partida que abra diálogos sobre diferentes estéticas junta el algoritmo en esta plataforma.
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claudiotrezzani · 1 year ago
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In "Non solo quarantacinque gradi" m'occupavo d'orientamenti frontali inclinati, se vogliamo ridurre l'istanza alla geometria.
Ovali di volti con una angolazione di 45° rispetto all'asse longitudinale del fotogramma, intendo.
Intendiamo proseguire con la geometria?
Possiamo farlo qui, se V'aggrada.
Ancora quei 45°, ma i visi sono di profilo.
Ma qui l'ingrediente è il vento.
Percepito, o simulato. 
Con Dmytro Petryna, percepito.
Con Hamidreza  Sheikhmorteza, simulato.
In Dmytro percepito perché se ne coglie l'azione tra i capelli.
In Hamidreza simulato perché quel viso è comunque soggetto a forze.
Già, soggetto.
Oggetto di forze - l'immaginario vento cui si protende la modella - e soggetto.
Perché vittoriosa ne esce, su quella forza, la modella.
Se Dmytro esprime suadente, lirica poesia con quel soffio che avvolge ed intride - soffio vitale, tra metafora e reale insufflazione - Hamidreza compone una azione in cui la posa si pone virtuosamente in bilico tra rappresentazione ed astrazione.
Qui - a differenza del summentovato brano  "Non solo quarantacinque gradi" - le modelle paiono ignare del ritrattore, per cavalcar lor onirico percorso.
Occhi chiusi, le modelle hanno bisogno di stringersi al pensiero, oltre che alla situazione.
Occhi aperti, noi.
Perché  la Fotografia, quando l'esito è alto, coglie sia il moto esterno che quello interiore.
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Claudio Trezzani
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vgventural · 1 year ago
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Al interior #poema #poesiaentiktok #fyp #arte #artista #lirica #kenemas #2024 #kenventura #kenesia #keniatico #poetry #writer #escritos #trending #tt #poesia #poet #poemas #poets #reflexion #victorventura #booktoker #booktok #booktubers ##trending #literatura
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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Note di poesia: le canzoni italiane più poetiche di sempre
Oggi vogliamo ricordare le canzoni italiane più poetiche di sempre. Il panorama della musica italiana, nella sua ricchezza, offre canzoni per tutti i gusti. Canzoni d'amore, d'impegno politico e sociale, capaci di farci divagare ma anche di riflettere. Alcune canzoni si ergono come vere e proprie opere poetiche, capaci di toccare le corde dell'anima. Immergiamoci, allora, nella bellezza della lingua e delle emozioni che solo la musica può suscitare. Il Cielo in Una Stanza Con "Il Cielo in Una Stanza", Gino Paoli cattura l'essenza dell'amore in un modo delicato e suggestivo. La canzone è un dipinto poetico che esplora la profondità delle emozioni amorose, utilizzando metafore evocative. La dolcezza della melodia completa l'atmosfera romantica e malinconica che caratterizza questo classico senza tempo. Quando Pino Daniele, maestro del blues partenopeo, ci offre una canzone intrisa di poesia e vitalità con "Quando". Il testo riflette sulla vita e sull'amore in un modo fresco e appassionato, mentre la melodia, arricchita dalla maestria chitarristica di Daniele, trasporta l'ascoltatore in un viaggio emozionale intenso e coinvolgente. La canzone, in ultimo, è la colonna sonora di uno dei film più iconici di Massimo Troisi: "Credevo fosse amore invece era una calesse". Rimmel Francesco De Gregori, noto per la sua abilità nelle tessere racconti, ha dato al mondo "Rimmel". La canzone è un dialogo intimo e poetico tra il cantautore e la vita stessa. Le parole, dense di significato, sono accompagnate da una melodia che cattura l'essenza delle esperienze umane. La Canzone del Sole "La Canzone del Sole" è una delle canzoni più rappresentative cantate da Lucio Battisti. La melodia soave e lirica si intreccia con versi che descrivono il ciclo della vita, trasportando l'ascoltatore in un viaggio tra le stagioni e gli stati d'animo. La magia di questa canzone risiede nella sua capacità di dipingere immagini poetiche che si fondono con le note, creando un sole luminoso di emozioni. Chi, da ragazzo non l'ha strimpellata almeno una volta con la chitarra? La Canzone di Marinella Fabrizio De André, maestro della canzone d'autore, crea un capolavoro poetico con "La Canzone di Marinella". La canzone narra, rigorosamente in rima, la storia di Marinella, una donna dal destino difficile. La prosa di De André offre un'immersione profonda nella vita di Marinella, con una combinazione di empatia e delicatezza che trasforma la canzone in una poesia cantata. L'Anima Vola Con la sua voce eterea e il testo evocativo, Elisa ci porta in un viaggio emozionale con "L'Anima Vola". Le parole affrontano temi di libertà interiore e di espansione dell'anima, rendendo la canzone un inno all'essenza umana. La melodia, delicata ma potente, si fonde perfettamente con il contenuto poetico del brano. Canzoni poetiche italiane: emozioni che arrivano a tutti noi Con questi esempi non possiamo esaurire il panorama delle canzoni poetiche della musica italiana; ne abbiamo dato solo un piccolo assaggio. Perché le consideriamo così poetiche? I testi trattano temi universali come l'amore, la libertà e la vita, toccando corde emotive con le quali chiunque può identificarsi. Inoltre, la scelta accurata delle parole e delle immagini crea dipinti vividi nella mente dell'ascoltatore, trasportandolo in un viaggio emotivo. Infine, la combinazione di melodia e testo crea un'esperienza completa, in cui la poesia della lingua si fonde armoniosamente con la bellezza della musica. In copertina foto di Ri Butov da Pixabay Read the full article
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enekabe · 2 years ago
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Necrofriggian.
Aniñado niño agotado de la tempestad tan cansado de sentir tanta soledad al mundo le estás pidiendo piedad pero el se caga en tu bondad tu ausencia es tan triste pensarte me embiste viste que en el pecho me diste histeriqueo forma quiste y yo no sé que quisiste ´ni que fue lo que me hiciste sistema donde ella finge e infringe que me quiere y no rinde. mi lirica no está en venta aunque otro lo intenta Y ni siquiera lo inventa quiere mi frescura de menta mentalizado en sanar de una vez por todas exporto mis sabores aunque incomoda Cómo da tan poco hacia este lado? La dominación me dejó acabado a todos los dejo en bodybag fucking sensible heart and mind bad Seguir en la espera me da lag la grandeza espera conseguir tu flag valia mas que un milki me rompio la psiquis Me siento un friki jugando a ser un riki Skill to kill a mil for dream En mi stream soy solo un sim Se me desvirtuó un poco la malaria Te buscaría hasta en tierras canarias can are you my soul mate can't stop thinking you for months eight la quiero en mi vida ya no mas en mi mente no veo la salida algo tan intermitente si hasta me tente a tirarme del parapente para dejar de pensarte Soy Fuego tengo Cuatro Brazos para darte Me vuelvo Acuatico para buscarte Si no te encuentro me siento un Insectoide A la velocidad de Xlr8 decime donde Que un Diamante en tu cora se esconde Me olvidas como Fantasma en el atico y yo que no puedo sacarte de mi materia gris Ultra Tecnologia buscaria si me decis Que solo pensas en mi Ella con cara de doncella Su don sella la mia al ver las estrellas Entre llantos perdí a mi princesa incesante el recuerdo bajo la mesa Se apaga el calcifer que llevo por dentro No soy lucifer pero mi llama en el centro millas de espera donde no te encuentro me desespera quererte entre cientos en trescientos pares rompió mis ligamentos Me mandó hacia el sobre drogado solo pienso en tu nombre sigo creyendo que seré tu hombre valgo más que unas monedas de cobre aunque ya nada me sobre Me siento tan pobre El pochita de mi interior dañado aun siendo superior tengo un monstruo que me aterra a extrañarte se aferra Soy un peace maker me alejo de esa guerra Aunque siga pisando la misma tierra Yo te amaba y hay tantos testigos ya no sé para donde iba conmigo Con mi goce tan perdido perdi docenas de estar contigo En el infierno de corbata acorde a llevar una bata va tambaleando cada pata atado a la madera de su estaca esta canción no me la saca Del espacio me llegó algo muy especial Era ella me llevó a un viaje astral de nuevo viajamos y no salio tan mal pero no sabemos bien donde parar niño egolatrico dibujo tétrico no deja de jadear por lo estético midiendolo con cinto metrico sin prime no puedo darle estoy en mi mejor momento Pero estoy lleno de lamentos porque un mensaje no puedo enviarle ni chatgpt me soluciona esto me siento solo parte del resto ni un saludo manifiesto parece que a todos les resto Ella una anodita Pura magia infinita yo frio como estalagtita Quiero explotar mi dinamita resaca de pensarte re sacado de angustiarme re cansado de esperarte ni el humo puede calmarme quiero que quieran amarme el reloj me pesa pero no mi palabra jamás rompí una promesa que otro mundo se abra me transformaría en Alien x para cumplir sus fantasias corazón caliente y mente tan fría es como me veia o eso creía hasta que apareciste y me perdí en la guia Cleptomana de mi corazon automata de mi razón drop dealer best seller querias que fuera un Rockefeller charuto del dedo whisky que espere yo que por tenerte tanto me esmeré se pasa el tiempo al admirarte veo una estrella al mirarte antes estaba para inspirarme hoy del mundo solo quiero pirarme Que me quiere que me hiere que le espere que me queme mientras puede no me bebe Me sentía una bestia cuando veia que se vestia y en mi mente la desvestia ves tía? Me mentía Cuando creí que me quería Me sobra la escencia Me falta paciencia No es un ciencia Es que hay diferencia Ya no quiero estar en el banco Van cometas hacia ese blanco Ya no quiere ser de mi bando Porque perdí el mando Te pensaba hasta cuando dormía y nada de ella me inhibia porque sos mía sos mi atajo de canciones un tajo de emociones demostración de  intenciones donde ya no hay clones llano el gusto de verte en mi mente to de verde una meseta que no tiene explicaciones notificada mis expulsiones Escuchando una de Billie, queriendo los poderes de Millie Riendo hasta la billis, se viene el harakiri de tanto pensarla con mi vaso de vino ella vino con su vestido divino de cara divina la mina que adivina mi vida y que explota esa mina porque mi naturaleza es pensarte Hasta los  tiempos aztecas Hazte cargo de lo que provocas en mi cabeza Me fui a la vinoteca de pensamientos y me quede sin teca de ser la meca vi entre tantos lugares para besarte el vientre y no hay precio de ser necio hacia lo regio Se veia tan casta me dejo tan custom Me tiro al cesto se elevo  su coste Me fui al oeste con su lacoste A recordarla donde la acosté Fue desde ese día, o alguna vez Que no de nuevo pensé y tomé otra salida por donde ve que a mi cabeza llegó el ya fue entierrame con mi track, lleno de racks back to back.
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