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Recensione di "Disincanto" di Matteo Zanini
Recensione di "Disincanto" di Matteo Zanini #disincanto #matteozanini #literaryromance #pubme
Buona domenica lettori e bentornati sulla mia pagina. Oggi voglio parlarvi del romanzo “Disincanto” di Matteo Zanini, pubblicato dalla PubMe nella collana Literary Romance. DI COSA PARLA DISINCANTO? Disincanto racconta la storia di Margaret, una giovane aspirante scrittrice alle prese con un trasferimento inatteso. La famiglia, infatti, si trasferisce nel Rebshire e la protagonista sarà…
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Ufficiale era l’8/10/12
Ogni tanto ripenso spesso a quei giorni, a quello che avrei potuto fare, dire, o essere per cambiare la situazione, volgerla a mio favore. Quando il giorno non è andato da schifo penso che alla fine non avrei potuto fare di meglio, ho dato il massimo e se non è andata è perché non era scritto. Quando, però, sto affrontando uno dei miei giorni brutti mi dico semplicemente che sono io ad essere sbagliata e che se fossi stata un’altra persona lui mi avrebbe voluta, sicuramente.
Rileggendo le chat con le mie ex-amiche, quando raccontavo quello che mi succedeva con lui, mi sale un po’ di nostalgia per quei giorni spensierati, quando era ancora tutto in divenire, avrei potuto seriamente fare qualsiasi cosa.
Mi pento di tutta quella che è stata la mia adolescenza? Si torna sempre al concetto di giornata positiva o meno, diciamo che la maggior parte delle volte sono contenta di quello che sono stata, forse avrei potuto studiare di più (molto di più) perché ho e avevo tutte le capacità.
Oggi ho 23 anni ho ancora difficoltà a relazionarmi con il sesso opposto e per quanto io continui a ripetere “se dovessi incontrarlo oggi sarei sicuramente diversa” non succede mai. Ogni volta che lo incontro torno ad essere quella ragazzina impacciata di 7 anni fa, che arrossiva ad ogni suo sguardo e io mi maledico per non riuscire ad impedire al mio corpo di subire questo suo effetto.
Anche con gli altri appartenenti al genere maschile non va meglio eh. Ho la capacità di diventare la migliore amica di tutti i ragazzi che mi piacciono anche provando strategie di approccio diverse. Che poi parlare di strategie di approccio mi fa sentire davvero a disagio: l’amore un sentimento così bello e naturale, altamente costruito per farlo nascere. A volte quando ci ripenso è sconcertante.
Sento tante coppie dire “eh ci siamo innamorati e non sappiamo come”, beh lo so io come: lei ha fatto capire a lui di essere interessata, lui si è stufato perché troppo facile, allora lei -consigliata dalle amiche, la maggior parte delle volte- ha fatto finta di non essere più interessata e così lui è tornato all’ attacco; ovviamente tutto ciò può succedere anche invertendo i ruoli o mettendo coppie dello stesso sesso, il risultato non cambia, è quasi matematico.
Non voglio essere fraintesa, non sto dicendo che tutto questo sia sbagliato, anzi, quando sento di queste persone capaci di rispettare simili copioni mi nasce dentro una leggera invidia, io in queste cose sono altamente incapace.
Forse, manipolata dalla mano di Jane Austen, per dirne una, la mia mente non riesce a concepire un amore così calcolato e freddo e si convince, sempre nei giorni migliori ricordate, che il vero amore esiste e non nasce così. Semplicemente la mia mente, così come fece Mendel con i piselli ibridi, decide di scartare dai quei libri romantici tutte le parti in cui il fantomatico innamorato sceglie la più ricca, la più bella, quella imposta dalla famiglia.
Non bisogna dimenticarsi del ruolo della famiglia, nella mia vita l’opinione di mia madre ha avuto un peso medio…normale…ok, eccessivo. Il suo giudizio era ed è legge. Riflettendo su questa cosa mi chiedo se la mia incapacità e assoluta inesperienza con gli uomini non sia dovuta proprio a questo: non sono stata mai con nessuno non perché faccio schifo a tutti ma perché tutti fanno schifo a mia madre.
Un trauma per cui Freud organizzerebbe una festa.
Quando conosco un ragazzo nuovo la prima cosa che mi chiedo non è se mi piace ma se può piacere a mia madre, sono praticamente un uomo al contrario (momento stereotipo mode on).
#teacher crush#tc italia#riflessioni#mamma#relazioni#incapacità#è troppo lungo#traumi che piacciono a Freud#l'amore esiste#o forse no#dipende#dal giorno#tumblr italia#teacher crush italia#teacher crush community#teacher
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. 𝐖𝐀𝐋𝐓𝐄𝐑 & 𝐋𝐀𝐔𝐑𝐄𝐋 ﹙Flash Role﹚⋆ #ravenfirehunters #𝐫𝐚𝐯𝐞𝐧𝐟𝐢𝐫𝐞𝐫𝐩𝐠 «Buonasera Signorina Laurel.» Con un inchino elegante saluta la giovane rossa, prima di rivolgerle un sorriso gentile. Si conoscono da parecchio tempo ormai, e sebbene le occasioni di frequentarsi siano poche per via dei numerosi impegni, allo specializzando fa sempre piacere poter fare quattro chiacchere con lei. «Sei qui perché ti interessa davvero la rappresentazione teatrale, per il rifugio o perché come me volevi una scusa per infilare un costume? Per altro stai davvero benissimo.»
Laurel Tempest A. Seered
Essere una Seered significava anche partecipare ad eventi quando l'unico desiderio era quello di rintanarsi sotto le coperte, come in quell'occasione. Aveva appreso della notizia della festa appena qualche giorno prima, e nonostante avesse dovuto buttare all'aria tutto il suo guardaroba per scegliere un abito da indossare, ora era lì, a guardarsi attorno con fare decisamente circospetto. Furono le parole dell'amico a farle sorgere un sorriso sincero, una rapida stretta di spalle prima di ridacchiare. « Ti prego, non dirmi che sembro un pesce fuor d'acqua... » Commentò la veggente dai crini scarlatti, nascondendo poi un lieve rossore che andò ad imporporare le di lei gote. Non era poi così abituata ai complimenti, ma da qualche parte doveva pur cominciare, no? « A dire il vero entrambe le cose, ma soprattutto cercavo un qualsiasi motivo per potermi allontanare da casa... E tu invece, non pensavo fossi un amante di Jane Austen. »
Walter Carpenter
«Guardaci. Siamo tutti dei ridicoli pesci fuor d’acqua, non hai nulla di cui preoccuparti.» È sinceramente convinto della sua affermazione, sono tutti piuttosto ridicoli nei loro abiti d'epoca in nylon e altre fibre sintetiche, per non parlare di chi non ha ben chiaro quali fossero gli abiti indossati nel libri di Jane Austen e si è presentato con qualcosa di più adatto per un rapido salto alla reggia di Versailles. Non c'è motivo per sentirsi in imbarazzo, non più di tutti gli altri ospiti, almeno. Walter ha affittato un costume piuttosto elegante, qualcosa che avrebbe indossato un medico dell'epoca, e si è recato alla festa con l'intenzione di passare una serata serena e priva di fumo, corse alle porte, folle impazzite, incendi e simili. Il genere di avvenimento che a Ravenfire sembra accadere sempre più spesso, insomma. «Diciamo che non avevo voglia di stare a casa da solo mentre il resto della città si divertiva. Pensa che perfino mia nonna e le sue amiche sono qui da qualche parte, e alcune di loro probabilmente hanno acquistato i libri direttamente alle prime edizioni all'inizio del 1800.»
Laurel Tempest A. Seered
Rimanere a casa non sarebbe mai stata un'opzione valutabile per la veggente, la quale cercava ogni singola scusa per allontanarsi da quella residenza che più di una volta era diventata quasi soffocante. Aveva lo sguardo curioso Laurel, lo stesso sguardo di chi cercava di memorizzare ogni dettaglio possibile ma era impossibile non ridere delle parole dell'amico. Tutti i presenti indossavano vestiti d'epoca, e nonostante lei fosse una delle più "normali" non era di certo abituata ad essere al centro dell'attenzione.
« Allora ben comprendi la mia decisione, eh? »
Replicò con un sorriso debole prima di ampliarlo sempre di più. Si portò poi una mano alle labbra come se dovesse nascondere quell'atto di fronte agli invitati e si voltò come una vera dama del passato.
« Ogni volta che c'è un evento a Ravenfire, soprattutto se riguarda il passato, anche i più anziani non sanno resistere... Non hai visto che al ballo dei Fondatori, ci sono persone che dovrebbero starsene a casa? Ormai Ravenfire sta diventato una città mondana. »
Walter Carpenter
«Secondo me lo è sempre stata.» Esclama senza pensarci troppo, convinto che la sua città natale ami vivere in un passato che non tornerà più, aiutata anche dalle sue dimensioni ridotte e dalle tante famiglie che da secoli la abitano, mantenendo così delle tradizioni che in luoghi più metropolitani si sarebbero perse nel tempo. Walter non sente di appartenere a quelle tradizioni e per molti anni ha pensato che una volta morta sua nonna avrebbe detto addio alla sua Ravenfire per cercare lavoro in qualche grande città, così da vivere la sua vita come ha sempre sognato... certo questo era prima di scoprire quanti segreti nasconde la piccola cittadina della Virginia. «Ma devo ammettere che l’opportunità di mettermi in costume non me la faccio scappare quasi mai. Insomma, quando ci ricapita di metterci abiti simili senza essere guardati come se ci mancasse qualche rotella?» Volge nuovamente lo sguardo sulla sala e i suoi ospiti, cercando nella folla la figura tutta imbellettata della nonna senza successo. La immagina con il suo gruppetto di amiche, intente a scattarsi selfie e a ridere di gusto... forse è un bene che si mantengano queste feste, specialmente per chi non può uscire dal confine. Si risveglia dai suoi pensieri e porge il braccio a Laurel con un lieve inchino, cercando di non uscire troppo dalla parte del gentiluomo, e si rivolge a lei con una richiesta che all’epoca avrebbe sicuramente portato a molte chiacchiere ma che per fortuna oggi è più che normale. «Posso accompagnarti fuori per due passi e un po’ d’aria fresca? Sembriamo entrambi bisognosi di tornare al nostro secolo almeno per una decina di minuti.»
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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TOP TEN DOPPIA: i miei libri preferiti in assoluto!
I dieci libri (ok sono undici, ma non potevo escluderne nessuno!) di tutti i generi che amo di più e rileggo spesso:
Titolo: L’ONORE DEI VOR
Autore: Lois Bujold
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Cordelia Naismith e Lord Aral Vorkosigan sono acerrimi nemici, capitani di due vascelli spaziali provenienti da due pianeti molto diversi, uno pacifico e uno militarista, si incontrano e scontrano su un pianeta appena scoperto. Cordelia considera Vorkosigan alla stregua di un barbaro, mentre Aral guarda con sospetto quel capitano-donna, incapace di considerarla un soldato vero. Ma i due, che si fronteggeranno nella guerra scoppiata tra Beta e Barrayar, scoprono ben presto di avere in comune, oltre a una spiccata ironia, la stessa amarezza nei confronti di un mondo che sembra aver perduto ogni senso dell’onore.
Titolo: CODICE CINQUE
Autore: Nora Roberts
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New York, 2058. Eve Dallas, tenente del dipartimento di polizia e sicurezza, si trova ad affrontare un caso scottante. Una prostituta d'alto bordo, Sharon DeBlass, nipote di un senatore ultraconservatore, viene brutalmente uccisa all'interno di un elegante palazzo. Il delitto è accompagnato da un biglietto inquietante e minaccioso: "Una di sei." L'arma che ha ucciso la donna è una Smith & Wesson, un vero pezzo d'antiquariato che può appartenere solo a un facoltoso collezionista. Decisa, coraggiosa, sprezzante, Eve arriverà presto a una lista di indiziati, in cui il sospettato numero uno è il proprietario di una collezione di armi antiche nonché del palazzo in cui la vittima è stata uccisa, il miliardario irlandese Roarke. Un uomo ironico, sexy, brillante, che sembra non avere passato, capace di far breccia anche nel cuore ormai indurito di Eve. Proprio lei, che ha sempre potuto contare su un infallibile intuito, ora si trova a fare i conti con qualcosa di altrettanto istintivo, ma decisamente destabilizzante. Un'indagine serrata, una detective determinata, un sospettato affascinante ed enigmatico. La strada verso la verità nasconde la più pericolosa delle insidie: l'attrazione.
Titolo: PADIGLIONI LONTANI
Autore: M. M. Kaye
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E’ ambientato nell’ India (e Afghanistan) dell’Ottocento, durante la colonizzazione inglese (il regno della regina Vittoria). Protagonista è Ashton, nato da genitori inglesi nell’India coloniale, ma allevato come un’indù, dopo la morte del padre, da una domestica nel piccolo principato di Gulkote, che gli nasconde le sue vere origini e gli dice di essere sua madre, per proteggerlo. Quando Ashton scopre le proprie origini viene riportato in Inghilterra ed educato all’europea, ma non riesce a sentirsi del tutto a proprio agio in una civiltà e in un ambiente così diversi da quelli orientali, in cui ha vissuto da bambino. Si arruola nelle Guide, torna in Oriente e qui, anche grazie alla sua conoscenza delle lingue e degli usi locali, viene utilizzato in missioni pericolose e segrete, prima in India e poi in Afghanistan. Dopo qualche anno incontrerà una principessa conosciuta durante l’infanzia con cui intreccerà una lunga e dolorosa storia d’amore. L’ultima parte del romanzo è ambientata a Kabul e descrive la disfatta della guarnigione inglese assediata dai ribelli.
Titolo: LO SPECCHIO DEI SOGNI
Autore: Stephen R. Donaldson
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Terisa Morgan è una ragazza che vive sola in una casa piena di specchi., che usa per rassicurarsi di esistere, poichè a volte si sente talmente inutile da avere l’impressione di scomparire. Ma un giorno crede addirittura di essere impazzita quando da uno degli specchi esce un uomo. Questi la spinge a venire con lui attraverso lo specchio in un mondo che ha bisogno di lei. Terisa non gli crede ma sente di doverlo seguire…finendo così in un mondo pieno di magia ma sconvolto dalla guerra.
Titolo: FOCOLARI DI PIETRA
Autore: Jean Marie Auel
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Preistoria. Ayla, ancora bambina, è scampata a un terremoto ed è stata raccolta dal Clan dell’Orso delle Caverne. Tutto, in lei, indica che appartiene a quelli che i Testapiatta del Clan chiamano ‘Altri’: i capelli biondi, gli occhi azzurri, l’alta statura, la capacità di ridere, piangere e parlare… Eppure, nonostante queste diversità, la ragazzina trova affetto e protezione nei genitori adottivi e, a poco a poco, stringe un profondo legame coi membri del Clan, sebbene alcuni, infastiditi da quei comportamenti ‘strani’ in cui scorgono qualcosa di minaccioso, vorrebbero allontanarla. Ma sarà soprattutto il suo desiderio di conoscenza che la farà entrare in conflitto con il vecchio Clan, legato alle Memorie, cioè alla tradizione, e destinato a scomparire quanto prima. Nel sangue di Ayla, invece, scorre il futuro dell’umanità e lei, spinta da un impulso irresistibile a capire e a interpretare i segni del mondo circostante, si avventurerà in territori in cui nessun uomo del Clan ha mai osato spingersi… Accuratissimo nella ricostruzione di un universo complesso e affascinante, “Ayla figlia della terra” è una grande saga sul genere umano, sui legami e sui conflitti, sull’odio e sull’amore. E nel contempo è l’eccezionale odissea di una donna in quel cruciale momento dell’evoluzione in cui due razze, strette in una lotta mortale, si battono per sopravvivere…
Titolo: LE LUCI DI ATLANTIDE
Autore: Marion Zimmer Bradley
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Grandi sono i poteri che le forze del Male promettono a chi è disposto a rinunciare al benefico afflato della Luce, a chi non si appaga della vivificante energia positiva del Bene: il potere assoluto della Magia, il dominio delle forze della natura, l’asservimento totale della mente dell’uomo… Un richiamo cui la giovane Deoris - dagli occhi simili a violette e dalla limpida voce - non sa resistere, sedotta dal gelido sorriso e dalla mente fervida di Riveda, il Mago che non esita a infrangere ogni limite imposto dagli uomini e dagli dèi per soddisfare la propria smisurata sete di conoscenza. Per la conquista dello spirito ribelle di Deoris, le forze della Luce - incarnate in sua sorella Domaris e nel misterioso, tormentato, affascinante Micon di Atlantide - e quelle dell’Oscurità si scontrano in una battaglia disperata che rischia di sovvertire l’ordine della natura e del mondo intero, trascinando l’umanità verso l’apocalittica Notte del Caos. Allora solo l’eterno, ciclico riproporsi della ruota del karma, riuscirà a ricomporre ombre e luci in un perfetto, immateriale mosaico, dove ogni gesto e ogni palpito del cuore troveranno spiegazioni al di là delle semplici - troppo semplici? - categorie del Bene e del Male.
Titolo: UN'ESTATE DA RICORDARE
Autore: Mary Balogh
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Dopo essere stata lasciata sull’altare, Lauren Edgeworth è risoluta a non commettere mai più l’ingenuità di donare il proprio cuore a un uomo. Kit Butler, conte di Ravensberg, abbandonata la carriera militare passa le giornate dedicandosi alla sua attività preferita: scandalizzare i benpensanti. Quando però incontra Lauren, non gli sfugge che un fidanzamento allenterebbe le pressioni della famiglia affinché si sistemi. Lauren sta al gioco, decisa a troncare la relazione in autunno, e a lui non sembra vero. Ma alla fine, il ricordo di un’estate sarà davvero troppo poco…
Titolo: ORGOGLIO E PREGIUDIZIO
Autore: Jane Austen
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I Bennet vivono con le cinque figlie a Longbourne, nello Hertfordshire. Charles Bingley, ricco scapolo, va ad abitare vicino a loro con le due sorelle e un amico, Fitzwilliam Darcy. Bingley e Jane, la maggiore delle Bennet, si innamorano; Darcy, attratto dalla seconda, Elisabeth, la offende con il suo comportamento altezzoso. L’amore trionferà comunque?
Titolo: IL CAVALIERE D’INVERNO
Autore: Paullina Simons
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Leningrado, 1941. In una tranquilla sera d’estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia: è la guerra. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell’Armata Rossa che parla russo con un lieve accento, e tra loro scatta subito un’attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l’assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo, la dolce Tatiana dal cuore generoso e il valoroso soldato Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto, sempre più intenso e profondo, che li unisce… La storia di due indimenticabili protagonisti e di un sentimento puro e assoluto, sullo sfondo delle terribili sofferenze e dei quotidiani eroismi di un intero popolo travolto dal flusso della grande Storia.
Titolo: E INFINE LA BACIO’
Autore: Laura Lee Guhrke
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Harrison Robert, visconte di Marlowe, editore di successo e non meno fortunato dongiovanni, sfidando tutte le convenzioni sociali ha fatto di Emma Dove il proprio braccio destro. Ma per quanto Emma sia precisa, competente, efficiente, il suo sogno è diventare un’affermata scrittrice. Nel tempo ha proposto a Marlowe diversi suoi lavori. Rimasti tutti ignorati. Forse, per Emma è arrivato il momento di scegliere la propria strada. Senza Harrison, se necessario. E, forse, per Harrison è arrivato il momento di accorgersi non solo del talento di Emma ma anche della breccia che lei ha fatto nel suo cuore..
Titolo: THE NOTHING GIRL
Autore: Jodi Taylor
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Conosciuta come “The Nothing Girl” a causa della sua severa balbuzie e del fatto che i parenti che la crescono non la amano né la stimano, Jenny Dove ancora bambina si rende conto che non mancherebbe a nessuno se morisse, anzi… ed è tentata di lasciarsi andare e smettere di sforzarsi di vivere, quando all’improvviso ad impedirglielo appare Thomas, un mistico cavallo dorato sicurò di sé e anche piuttosto vanitoso che solo lei può vedere. Lui diventerà il suo migliore amico e per anni sarà anche l’unico, finché una volta adulta Thomas le dice che deve imparare a farcela da sola senza di lui, perché non potrà restare per sempre al suo fianco. Jenny ne resta sconvolta, ma lui non intende certo lasciarla da sola, perciò escogita un piano per trovarle un marito e inaspettatamente riesce a farle sposare l'affascinante e caotico Russell Checkland…
Mentre all’interno del genere paranormal romance i miei dodici libri preferiti sono:
Titolo: Moon called
Autori: Patricia Briggs
Serie Mercy Thompson
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Mercedes, è una camminatrice, il che significa che può trasformarsi in coyote, non grazie al virus della licantropia, ma grazie alla magia che le scorre nel sangue e che ha ereditato dal padre indiano. Padre che è morto prima della sua nascita. Perciò lei, per quanto ne sa, è l’unica rimasta con questi poteri. E’ stata cresciuta in un clan di licantropi fino a sedici anni e poi ha finito gli studi e ha cominciato a farsi strada da sola. Ora, è una meccanica, il cui ex capo è un fae, una creatura fatata, tra i suoi clienti c’è un vampiro, e il suo vicino di casa è Adam, l’alpha del clan di licantropi della città. Insomma, si può dire che ha una vita interessante, che si complica ulteriormente quando Adam viene ferito e lei sceglie di aiutarlo…
Titolo: Dime Store Magic. Il destino di una strega
Autori: Kelley Armstrong
Serie Women of the Otherworld
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Paige, amica del licantropo Elena con la quale è fuggita dalle mani di alcuni scienziati pazzi, è una strega, ma ahimè una strega molto giovane, con per di più un’adolescente a carico. Quando il padre della ragazza, un potente stregone le farà causa per l’affidamento, si ritroverà sola a lottare contro stregoni, zombie e demoni. Almeno finchè non arriverà ad aiutarla uno stregone che afferma diessere buono e onesto. Ma tutte le streghe sanno che non ci si può fidare di uno stregone, o no?
Titolo: Porpora
Autori: J. R. Ward
Serie The Black dagger Brotherhood
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Zsadist è un guerriero vampiro temuto persino dai suoi compagni, che nonostante lo rispettino come guerriero, ne hanno paura poichè sanno che mentalmente è molto instabile. Cosa dovuta al fatto che ancora in fasce, fu rapito e reso schiavo. Ora che il suo gemello, Phury, lo ha salvato è libero, ma gli anni di maltrattamenti lo hanno segnato per sempre. La rabbia è la sua sola compagna e il terrore la sua unica passione finchè non deve salvare una vampira…..
Titolo: Il ballo della morte
Autori: Laurell K. Hamilton
Serie Anita Blake
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In questi giorni Anita è alle prese non con un problema vampiresco, ma femminile: potrebbe essere incinta. La paura l’attanaglia non c’è posto per un bambino nella sua vita violenta e poi, chi ne è il padre? Tutti i possibili candidati non sono propriamente umani.
Titolo: Vieni da me
Autori: Christine Feehan
Serie Ghostwalkers
https://amzn.to/3wBNfQ2
Stati Uniti, oggi. Il capitano Ryland Miller e la sua unità speciale si offrono volontari per partecipare a un esperimento top secret, mirato ad aumentare le loro capacità psichiche e a trasformarli in invincibili “armi umane”. Dopo i primi successi, però, accade qualcosa d’inspiegabile e alcuni uomini muoiono tra sofferenze atroci. Ben presto, Ryland si convince che l’unica speranza di sopravvivere per lui e i suoi compagni sia evadere da quella sorta di prigione, ma i suoi piani sono sconvolti dall’arrivo di Lily, una scienziata che, sin dall’infanzia, ha dimostrato notevoli capacità telepatiche e che potrebbe far luce sul mistero. Tra Ryland e la giovane donna si scatena infatti un’attrazione fisica e mentale irresistibile, che tuttavia nessuno coglie e che sfugge soprattutto al padre di Lily, responsabile dell’esperimento, cui però non sfugge l’enorme rischio che stanno correndo quegli uomini. Prima di poter agire, tuttavia, lo scienziato viene brutalmente ucciso. La sola traccia che lascia dietro di sé è un ultimo, disperato messaggio telepatico a Lily…
Titolo: Scelti dalle tenebre
Autori: Anne Rice
Serie: Cronache dei Vampiri
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“Sono il vampiro Lestat. Sono immortale. Più o meno. La luce del sole, il calore continuo d’un incendio violento, queste cose potrebbero distruggermi. Ma, forse, no. Sono alto sei piedi, altezza che era notevole nel 1780 quando ero un giovane uomo mortale. Ora è un’altezza più normale. Ho grossi capelli biondi, i miei occhi sono grigi, ma assorbono facilmente i colori blu o viola dalle superfici intorno loro. Ho un naso stretto e abbastanza corto, una bocca ben modellata ma lievemente grande per la mia faccia. Può risultare molto esosa, o estremamente pericolosa, la mia bocca. E’ sempre sensuale. Le emozioni e i sentimenti trapelano sempre sul mio volto. Ho un’espressione sempre vivace.” Il libro racconta la storia del vampiro Lestat, da aristocratico raffinato nella Francia prerivoluzionaria allo stile rock di New Orleans degli anni ‘80, scavando attraverso le sue molte differenti esistenze e indagando il mistero della sua persona unica e infinita.
Titolo: Caressed By Ice
Autori: Nalini Singh
Serie: Psy /Changelings
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Il mondo è abitato da tre razze : gli psy umani con poteri psichici, i changeling mutaforma e gli umani senza alcun potere. Le tre razze spesso sono in conflitto. Gli psy sono freddi e privi di sentimenti a causa del protocollo, una legge, nata per impedire che tra loro nascessero troppi serial killler, che ordina che fin da neonati venga loro fatto un lavaggio del cervello che elimini ogni sentimento. Ma i serial killer esistono ancora. Brenna, una changeling, in grado di trasformarsi in lupa, è stata catturata e torturata da uno psy pazzo. E’ stata liberata, ma quel mostro ha fatto qualcosa al suo cervello e ora lei teme di essere diventata lei stessa un mostro. Ad aiutarla c’è Judd, uno psy fuggitivo…..
Titolo: Shadow touch
Autore: Marjorie Liu
Serie: Dirk&Steele
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Elena ha la capacità di guarire con le sue mani. Per anni ha girato per l’America, negli ospedali, in segreto, attenta a che nessuno scoprisse il suo dono, guarendo molti malati terminali, ma purtroppo qualcuno l’ha scoperta ed Elena viene rapita. Viene rapito anche Artur Loginov, potente sensitivo, ex membro della mafia russa e ora membro della squadra di Dirk and Steel, agenzia internazionale formata da persone speciali con un unico fine: aiutare che ne bisogno. Artur ed Elena si ritroveranno prigionieri di un misterioso laboratorio e insieme cercheranno di sfuggire.
Titolo: La luna dell’oracolo
Autore: Thea Harrison
Serie Elder races
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Petra, che abbiamo intravisto nel terzo libro, è il nuovo oracolo ora che sua sorella e il marito di lei sono morti. Oltre alla respionsabilità del optere di famiglia si rirtova anche a dover badare ai due piccoli nipotini ora orfani. Max di pochi mesi e Chloe di 4 anni. Pagare le bollette è difficile così come ogni piccola cosa visto che l’incidevte che ha coinvolto sua sorella ha ferito anche lei sia nel corpo che nello spirito. Per fortuna in suo aiuto appare Khalil, un Djiin o genio come lo chiameremmo noi. Khalil non è nemmeno lontanamente umano, eppure prova sentimenti come gli umani, avendo quasi perso una figlia ha un debole per i bambini bisognosi e decide di rimanere nei paraggi di Petra per badare ai bambini. Ma piano piano rimarrà affascinato anche da Petra.
Titolo: La stirpe
Autore: Meljean Brook
Serie Iron Seas
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Immaginate l’Europa di fine 800. Non c’è stato l’imperialismo inglese nè Napoleone, ma è L’impero cinese, qui chiamato Horde, che grazie ad una tecnologia avanzatissima, nanotech addirittura, che ha conquistato asia ed Europa e anche parte dell’africa. Le popolazioni europee sono fuggite in America e l’inghilterra grazie al fatto di essere un’isola ha resistito a lungo, ma poi è stata sottomessa. L’Europa ormai è una landa selvaggia e desolato dove l’horde estrae beni e materie prime e distrugge tutto il resto, inoltre è popolata da zombie, coloro che non sono fuggiti e sono stati infettati da naniti geneticamente creati dall’Horde. Agli inglesi è andata meglio sono rimasti vivi anche se infettati da naniti e sono solo stati leggermente modificati con arti sintetici e ed erano controllati (niente emozioni) grazie ad onde radio dall’Horde. Li usavano come robot anche se ai nobili andava meglio che ai poveri nessuno era libero. Infatti quando I cinesi volevano che i lavoratori si riproducessero davano un comando radio e tutti si sarebbero accoppiati col primo o i primi che incontravano, come animali. E’ durante uno di questi momenti fuori controllo che una nobile inglese viene violentata da dei cinesi e nove mesi dopo da alla luce una figlia con gli occhi a mandorla. Mina la protagonista del libro. Il pirata, il duca di ferro per fortuna riuscì a distruggere la torre radio degli Horde in Inghilterra e ne scaturì una rivoluzione che liberò la nazione. Ora L’Inghilterra è povera, ma libera, alcuni inglesi emigrati in America stanno tornando su suolo inglese ma due secoli di schiavitù hanno modificato molto la società…..Mina da esempio fa una professione che in passato era preclusa alle donne, è un ispettore di polizia. E un caso le fa incontrare proprio il Duca di ferro. Con il quale dovrà indagare su un omicidio che farà scoprire l’esistenza di un arma micidiale e di una cospirazione internazionale…..
Titolo: Il dardo e la rosa
Autore: Jacqueline Carey
Serie Kushiel’s legacy
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Terre D’Ange: un regno fondato dagli angeli e popolato da individui in cui una bellezza mirabile si accompagna a un’incondizionata libertà fisica e mentale. Un unico precetto guida infatti le Tredici Case che lo dominano: Ama a tuo piacimento. Destinata sin dalla tenera età a servire in una delle Case, Phèdre è nata con una piccola macchia scarlatta nell’occhio sinistro. Per molti, un difetto irrimediabile. Per altri, un segno rarissimo e sconvolgente: il Dardo di Kushiel, il marchio che contraddistingue le “anguissette”, coloro che possono mescolare la sofferenza e il piacere per natura e non per costrizione. Ma quando il nobile Delaunay la riscatta, il futuro di Phèdre si apre verso l’ignoto: non consumerà i suoi giorni come perfetta cortigiana, diventerà una spia. Il regno di Terre d’Ange, infatti, è inquieto e agitato, e Delaunay vuole scoprire chi sta tramando nell’ombra… Un’eroina conturbante, una saga animata da poeti e cortigiani, regine e sacerdoti guerrieri, principi e vagabondi; un’epopea immersa in un’atmosfera che ricorda “Le mille e una notte” e che si snoda fra intrighi di corte e relazioni pericolose, viaggi e rivelazioni.
Titolo: Fuoco Cammina con me
Autore: Ilona Andrews
Serie Hidden Legacy
https://amzn.to/3fpISS6
Nevada Baylor è alle prese con il caso più rischioso della sua carriera di detective privato e questa volta non è affatto sicura di uscirne viva. Il suo bersaglio è Adam Pierce, un pirocinetico capace di sciogliere un metro cubo di acciaio in meno di un minuto. A complicare la situazione, nella vita di Nevada compare Connor “Mad” Rogan, un altro mago di primo livello, noto per i suoi straordinari poteri di telecinesi. Entrambi sospettano che Pierce sia responsabile di alcuni incendi dolosi divampati in città ed entrambi sanno di aver bisogno dell'aiuto l'uno dell'altra per catturarlo. Quello che ancora ignorano è che l'amore può essere più pericoloso della morte quando si tratta di magia.
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Mario Baudino è un giornalista, saggista, scrittore e poeta italiano. Segue la rubrica “Cartesio” sul quotidiano di Torino “La Stampa”. Vincitore del Premio Montale nel 1988 e, nell’anno successivo, del Premio Brancati, Baudino ha inoltre scritto i romanzi “In Volo per Affari” (Rizzoli, 1994), “Il Sorriso del Druida” (Sperling and Krupfer, 1998; vincitore del Premio Scalea) e ���Per Amore o per Ridere” (Guanda, 2008).
Tra i suoi ultimi libri, riportiamo:
-“Ne uccide più la penna: Storia di crimini, librari e detective” (Rizzoli, 2011) –“Lo Sguardo della Farfalla” (Bompiani, 2016): un romanzo ambientato tra le montagne del Piemonte e ricco di colpi di scena. Mario Baudino costringe i protagonisti, bibliofili incalliti, all’avventura: riporteranno alla luce un segreto sugli anni di Piombo, che si rivelerà particolarmente beffardo.
Ultima Voce ha deciso di intervistarlo in vista dell’uscita ( prevista per settembre 2017) del suo libro “Lei non sa chi sono io” con Bompiani. Mario Baudino ci fa qui compiere un viaggio nelle tortuose e svariate motivazioni che hanno portato scrittori e poeti, nel corso della storia, a firmarsi con uno pseudonimo. Analizzando anche i nickname della nostra attuale quotidianità.
Ci parlerebbe del Suo libro in uscita, “Lei non sa chi sono io”? Da come è nata la necessità di questa ricerca?
Dal caso, come sempre. Diciamo che mi sono sempre interessato molto ai casi editoriali ed alle storie intorno ai libri. Mi ero già occupato precedentemente del caso Ferrante * e sono poi rimasto affascinato da Romain Gary, che ovviamente conoscevo, ma che non avevo mai letto con la dovuta attenzione e l’ho trovato straordinario. Sono due stupendi casi di pseudonimìa e mi hanno invogliato a scrivere questo libro, ricercando i casi simili che sono accaduti e si sono ripetuti nella letteratura, diciamo, “moderna”.
Quando mi sono poi presentato dall’editore credevo d’aver tutto il materiale necessario, invece mi sbagliavo. Per far capire quanti esempi vi sono al riguardo.
Tra i mille motivi che Lei riporta, quale potrebbe essere quello più originale o inaspettato ai più?
Alcuni casi proprio non si conoscono, ad esempio Walter Scott, che fino ad una certa età non pubblicò nulla sotto suo nome. Anche “Ivanhoe”, che tutti conosciamo, uscì sotto il nome di Laurence Templeton. Scott credeva che nessuno sapesse si trattasse di lui, ma nel giro tutti ne erano a conoscenza. Persino Jane Austen, in una lettera alla sorella di Scott, le chiese come mai un grande scrittore di poemi come lui, già pieno di gloria, avesse bisogno d’andare a rubare il pane agli scrittori. I motivi per cui scelse uno pseudonimo furono molteplici… certamente v’era anche una motivazione letteraria: stava inventando il romanzo storico e non si fidava delle reazioni che avrebbe potuto ricevere; temeva di sporcare il suo nome e così svolgeva i suoi esperimenti in parziale segreto.
Altro caso interessante è quello di Karen Blixen, molto conosciuta in America, da noi meno. Anche in tal caso le motivazioni dei suoi molti pseudonimi sono svariate e complesse. Già col primo lavoro che la portò al successo, “Sette storie gotiche”, fu scoperta dalla stampa danese, ma continuò comunque ad utilizzare pseudonimi per le sue opere.
Quello più curioso e divertente rimane comunque il caso di Gary, che grazie al suo alter ego Émile Ajar è stato l’unico scrittore a ricevere per due volte il Premio Goncourt, il più importante riconoscimento letterario francese che da regolamento non può essere assegnato più volte alla stessa persona. Originale anche che “Ajar” al contrario diventi “Raja”, il nome che ormai per tutti si cela dietro allo pseudonimo della scrittrice Ferrante. Anche se non l’ha mai ammesso, il Sole 24 Ore l’ha chiaramente smascherata.
Tratta anche di nickname: intende anche i social, da cogliere sempre sotto la stessa chiave di lettura degli pseudonimi?
Sì, naturalmente e ne faccio riferimento già nel primo capitolo.
Il fake, lo pseudonimo, hanno dietro una storia infinita. Pensiamo solo agli attori e ai personaggi dello spettacolo: Sophia Lauren, gli agenti segreti come 007… Gli scrittori si sono appropriati di questa modalità già presente da secoli: vi erano già riflessioni sull’appropriatezza degli pseudonimi nel ‘600. Venivano usati per difendersi dalla legge, evitare l’inquisizione o per regole interne alla struttura di appartenenza: nelle accademie, i letterati si rinominavano, così come gli arruolati negli eserciti; un tempo, questi dovevano cambiare nome non appena entrati. Ogni accademia aveva regole stringenti e diverse.
Gli pseudonimi sono ovunque, seppur con modalità diverse. Pensiamo ai paesi: si acquisiva il nome dei bisnonni e così ci si ritrovava tutti con gli stessi nomi e cognomi. Nasceva la necessità dei soprannomi. Ovvio che parliamo di modifiche funzionali, però.
I social invece non lo sono: è una nuova estetica di massa, legata alle motivazioni più svariate. Non sono le stesse che guidano la scelta di uno pseudonimo da parte di uno scrittore, ma questo boom di nickname somiglia moltissimo all’esplosione letteraria iniziata nel ‘600.
Una Sua opinione sui tempi. Esistono ancora giovani bibliofili, lettori incalliti e risucchiati nel vortice della lettura, come i suoi protagonisti di “Lo sguardo della Farfalla”, oppure secondo Lei siamo costretti nei tempi della lettura veloce e superficiale, come lamentano in molti?
No, affatto, non credo sia così. Lunedì mattina ho giusto incontrato un ragazzo che legge di tutto e tanto. Certo, in Italia i grandi lettori restano tradizionalmente una minoranza, per vari motivi che non possiamo stare ad analizzare ora.
Pochi, vero, ma grandi lettori: d’altra parte, sono quelli che tengono in piedi l’editoria. Basti pensare che il fatturato editoriale italiano è paragonabile a quello degli altri paesi europei, nei quali di media si legge di più. Ciò significa che i bibliofili esistono e suppliscono ai non-lettori.
Scherzo spesso, alle presentazioni, sul fatto che io conosca nella realtà tutti i personaggi di quel libro. Solo uno, il capo, credevo fosse pura finzione. Invece, un giorno mi telefona un amico e lo collega ad una sua conoscenza, con una grande collezione di copertine Einaudi ed una confraternita in un paese del Monferrato…quindi, alla fine, esiste anche lui.
Baudino – Lei non sa chi sono io – Bompiani
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* La verità su Elena Ferrante – Il Sole 24 Ore
Isabella Rosa Pivot
Intervista a #MarioBaudino sul suo libro in uscita #Leinonsachisonoio : i motivi dietro agli #pseudonimi degli scrittori. Mario Baudino è un giornalista, saggista, scrittore e poeta italiano. Segue la rubrica “Cartesio” sul quotidiano di Torino “La Stampa”.
#Ferrante#intervista#JaneAusten#leinonsachisonoio#letteratura#libro#MarioBaudino#pseudonimìa#pseudonimo#scrittori#Sole24Ore#WalterScott
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Libro 8. Jane Austen, “Ragione e Sentimento” (BUR Rizzoli)
“[…] ai primi dell’Ottocento una famiglia di classe media possedeva soltanto una stanza di soggiorno […]. Se una donna scriveva, doveva scrivere nel soggiorno comune. […] A ogni modo, in quella stanza era più facile scrivere una prosa, o un romanzo, di quanto non fosse scrivere una poesia o un dramma. Non ci voleva tanta concentrazione. Così scrisse Jane Austen fino alla fine dei suoi giorni. <<Come potesse fare tutto questo>> scriveva sua nipote nella sua Memoir <<non si capisce, poiché non aveva uno studio proprio in cui isolarsi, e gran parte della sua opera è stata scritta nella stanza di soggiorno della famiglia, dove era soggetta a ogni sorta di interruzione. Ella aveva cura che né le persone di servizio né i visitatori si accorgessero della sua occupazione, della quale soltanto la famiglia era a conoscenza. Jane Austen nascondeva i suoi manoscritti o li copriva con un pezzo di carta assorbente. D’altronde tutta l’educazione letteraria che poteva avere una donna agli inizi dell’Ottocento era un’esercitazione nello studio dei caratteri, nell’analisi delle emozioni. Per secoli la sua sensibilità si era educata sotto l’influenza di quella stanza da soggiorno comune. Di essa le erano rimasti impressi i sentimenti; aveva sempre davanti agli occhi lo spettacolo delle relazioni umane”.
I soggiorni di Ragione e Sentimento, pensai allora: Il soggiorno del Signor Dashwood e i litigi sottaciuti tra parenti; il soggiorno della nuova casa nel Devonshire delle Signorine Dashwood e Signora e l’amore per un uomo sbagliato; il soggiorno del Signor Middleton e gli incontri dell’alta società di campagna; il soggiorno della Signora Jennings a Londra e le cortesi visite contraccambiate. Una camera-mondo nella vita di Jane Austen (perfettamente descritta da Virginia Woolf) che diviene camera-mondo in ogni suo romanzo. Gli esterni sono soltanto protagonisti di un paesaggismo neanche così ben descritto, neanche tanto a lungo, neanche nel dettaglio; le cucine sono nascoste; i pranzi sorvolati; le camere da letto, forse, un’attenzione più viva nella condivisione con il lettore del dramma interiore sempre taciuto nell’unico palcoscenico della vita di allora: il soggiorno. Ben arredato, poco arredato, vistosamente arredato. Cornici e disegni mediocri, complimenti per i disegni mediocri, giustificazioni per disegni che forse mediocri non sono. Ninnoli. Ventagli. Poltroncine. Se ne sente persino il rumore di stoffe di vestiti nel momento della seduta sui sofà. Una gamba che si sposta. Lo sguardo che dal libro passa al bucolico e non ne torna indietro.
Ciò che è veramente incredibile in Jane Austen, anche per un lettore come me che non ama affatto il genere al quale i suoi romanzi appartengono, è lo smarrimento immaginifico conseguente alla lettura di ogni suo testo. Si rimane totalmente spiazzati in quella consapevolezza - che sovviene appena si inizia la lettura – nel “vedere proprio tutto”. Nei libri di Jane Austen le descrizioni fisiche sono ridotte al minimo, così come le descrizioni dei luoghi. Eppure ogni capriccio, ogni dettaglio emotivo è definito così bene e con parole così chiare, semplici e difficilmente fraintendibili che i nasi, le braccia, le sopracciglia, la corporatura e le movenze di tutti i personaggi si vanno delineando in una composizione perfetta della scena. Chiudendo il libro, questi stessi personaggi - denigrati tanto spesso da un carattere e un gusto come il mio – ti accompagnano in quella che è la tua quotidianità. Te li ritrovi a tavola a bere il brodo. Li ritrovi svenuti sulle poltrone che richiedono i sali profumati per riprendersi subito dopo. Li ritrovi che piangono in posizioni quantomeno scomode, affacciati alla finestra.
Per molto tempo mi sono chiesta il perché i miei gusti mi abbiano spinto a preferire una donna e scrittrice come Charlotte Bronte a Jane Austen. Ma è davvero un problema di gusti? Un problema caratteriale? In fondo, ambedue parlano di storie d’amore. Ambedue parlano attraverso delle donne eroine. Ambedue parlano di lieto fine, di matrimonio come apice della felicità. Eppure continuavo a preferire Jane Eyre a Ragione e Sentimento o ad Orgoglio e Pregiudizio. Perché? La risposta arrivò un giorno, sfogliando Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, da cui trassi la citazione iniziale e da cui traggo questa citazione: “Questo forse era il più grande miracolo di tutti. Una donna [Jane Austen], agli inizi dell’Ottocento, che scriveva senza odio, senza amarezza, senza paura, senza protestare, senza predicare […] ed è per questo che la personalità di Jane Austen pervade ogni sua parola; e […] se qualcosa fece soffrire Jane Austen, questo qualcosa fu soltanto la limitatezza della vita che le era stata imposta. Ella non viaggiò mai; non attraversò mai Londra su un autobus, né fece colazione da sola in un ristorante. Ma forse la stessa natura di Jane Austen non le faceva desiderare ciò che non aveva. Il suo talento e il suo ambiente si accordavano alla perfezione. Dubito però che si possa affermare lo stesso di Charlotte Bronte […]. Il libro [Jane Eyre] si era aperto al dodicesimo capitolo, e una frase richiamò la mia attenzione: <<chiunque mi può biasimare, se vuole>>. Perché biasimavamo Charlotte Bronte? mi domandavo. E mi misi a leggere: diceva che Jane Eyre soleva salire sul tetto […] per guardare il paesaggio lontano, al di là dei campi. E allora desiderava – ed è per questo che la biasimavano – <<allora desideravo il potere di una visione capace di varcare quei confini; […] desideravo di possedere assai più esperienza pratica di quanta ne possedevo; più contatto con i miei simili, più conoscenza dei diversi caratteri di quanto la mia cerchia mi poteva offrire […] credevo nell’esistenza di altre forme più vivaci di bontà e volevo vedere quello in cui credevo. Chi mi biasima? Molti, senza dubbio, che mi chiameranno scontenta. Non posso farci nulla, l’irrequietezza è nella mia natura; a volte si agita in me fino a diventare dolorosa... È inutile dire che gli esseri umani dovrebbero accontentarsi della tranquillità […]. Di solito si crede che le donne siano molto calme: ma le donne sentono tutto quanto sentono gli uomini; hanno bisogno di esercitare le loro facoltà e di trovare un campo per i loro sforzi […]; soffrono di costrizioni troppo rigide […] ed è meschino da parte dei loro prossimi più privilegiati dire che esse dovrebbero limitarsi alla confezione di budini e di calze, a suonare il piano e a ricamare borsette. È una frivolezza condannarle, o ridere di loro, quando cercano di fare o di imparare più di quanto la tradizione considera opportuno per il loro sesso. In quel momento di solitudine, spesso sentivo le risate di Grace Pole…>>. Questa è una spiacevole interruzione, pensai. Sconvolge, imbattersi così in Grace Pole. La continuità del testo viene turbata. Si potrebbe dire […] che la donna la quale scrisse queste pagine aveva in sé più genio di quanto ne avesse Jane Austen; ma basta rileggerle e osservare in essere quel gesto di fastidio, quell’indignazione, per capire che non riuscirà mai a esprimere interamente il suo genio. I suoi libri saranno deformati e contorti. Ella scriverà con rabbia, quando dovrebbe scrivere tranquillamente. Scriverà con scioccamente, quando dovrebbe scrivere saggiamente. Parlerà di se stessa quando dovrebbe parlare dei suoi personaggi. È in conflitto con il suo destino”.
Charlotte Bronte, interrotta continuamente nel suo soggiorno e infastidita per ogni richiamo, ogni rumore. Ma non Jane Austen, così calma nella sua sedia, così calma anche nella descrizione del dolore e del dramma, mai enfatico seppur fortissimo, trattato come ciò che di più comune esista in vita, come ciò che è appunto la vita e su cui non si deve andar contro, ma che bisogna accettare con tutta la forza di cui (non) siamo capaci. Leggere Ragione e Sentimento è imbattersi nelle avventure emotive di due sorelle, l’una riflessiva e razionale, l’altra passionale e irragionevole, che vivono amicizia, amore filiale, amore per se stesse e amore per il proprio uomo in modo diverso, in cui il primo modo di sentire non ne esclude l’altro, in cui non vi è un giusto modo di provare l’emozione, come non vi è giustificazione a forzare il proprio destino, chè se qualcosa dovrà accadere accadrà naturalmente e non sarà la forzatura per mano propria a cambiare in meglio una sorte che bisogna accettare come condizione unica per essere liberi in quella che è la necessità della vita.
M.
#1 : la famiglia
#2 : "donde forse non ti"
#3 : accalappiare
#4 : il decoro
#5 : il pittoresco
#6 : "per quanto possibile diversi da me"
#7 : denti
#8 : ipocrisia borghese
#9 : spropositi
#10 : "niente da dire"
#11 : "e poi"
#12 : "lei non ha idea"
#matilde#matildelegge#12motiviperleggere#jane austen#ragione e sentimento#bur#biblioteca universale rizzoli#rizzoli#editore#libro#citazione#citazione libro#frasi libro#fotografia#recensione#lettura condivisa#lettura consigliata#martaacciaro
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Come scegliere un romanzo
Se siete lettori seriali, vi potrebbe capitare di finire un libro e non sapere cosa leggere. Scegliere un romanzo non è una cosa difficile in quanto ampia è la proposta editoriale. Ma, è vero che, grazie anche a questa importante offerta, ci si trova a volte spaesati. Scegliere un romanzo: da dove cominciare Non importa se online o in libreria, dobbiamo acquistare nuovi romanzi. Abbiamo finito la nostra lista di libri oppure siamo in un mood per cui, nella nostra lista di libri già comprati, non troviamo nulla che ci invogli a leggere. Vaghiamo in libreria (o scartabelliamo il nostro e-reader): è tassativo: non si può uscire dalla libreria senza almeno un romanzo (specie se non abbiamo libri nuovi da leggere)! Cerchiamo tra i nostri generi preferiti: se siamo in libreria guardiamo i titoli e leggiamo la sinossi del libro; se siamo online, leggiamo tutte le recensioni. In questo caso dice Pennac in “Come un romanzo”: "Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere". Quindi non possiamo uscire dalla libreria senza avere comprato qualche libro. Scegliere un romanzo poliziesco o thriller
Ci sono autori straordinari, di cui avremo sicuramente letto qualche libro, ma non certo tutte le loro opere. Se amiamo il filone thriller/poliziesco un’autrice imprescindibile è Fred Vargas (potete trovare qui un approfondimento): ogni romanzo un successo, ogni romanzo un incanto. Se non si è ancora letto alcun suo libro, è tempo di rimediare, la bibliografia è vasta: dai romanzi su Adamsberg a quelli sul ciclo degli Evangelisti. Nel 2000 la Vargas ha prodotto anche una Graphic Novel: “Les Quatre Fleuves” (I Quattro fiumi). Non da meno, anche se di stile completamente diverso è Jo Nesbø, autore norvegese: tra i suoi titoli più celebri “Il pipistrello” o “Lo Spettro”. Tra i thriller polizieschi non può mancare proprio il citato Pennac: il ciclo di Malaussène, il famoso capro espiatorio. Romanzi geniali che tengono incollati i lettori. Comprare un romanzo di intrattenimento: il cosiddetto Romance
Se siamo appassionati o appassionate dei romanzi leggeri e di intrattenimento, quelli che fanno sognare e scordare per uno spazio di tempo la realtà, davvero grande è la scelta. Un tempo la regina incontrastata dei romanzi rosa era Liala. Per coloro che amano il genere è sicuramente un must. Più recenti abbiamo la scrittrice Susanna Tamaro o Sveva Casati Modignani. Tra i romance anche la scrittrice Susan Elisabeth Philips o la nostra Amabile Giusti con “Tentare di non amarti”. Scegliere un Romanzo Fantasy
Anche per quanto riguarda i romanzi Fantasy c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Gli amanti del Fantasy non possono prescindere da “Il Signore degli Anelli” di J. R. R. Tolkien: probabilmente il capostipite del genere. Il Re del Fantasy. “Non t’impicciare degli affari degli Stregoni, perché sono astuti e suscettibili.” (da “Il Signore degli Anelli”) Cos’è il Fantasy? Il regno dove lo scrittore può liberare la sua fantasia e il lettore immergersi in scenari fantastici e meravigliosi. Come in qualsiasi romanzo, anche nel fantasy ci deve essere la coerenza spazio temporale, parafrasando la fisica aristoteliana. Il Signore degli Anelli ha tutto: una storia coerente, una grandissima fantasia dell’autore, e, immancabile nel Fantasy, la lotta tra il Bene e il Male. Altro libro di livello per quanto concerne il Fantasy è la Saga di Harry Potter di J. K. Rowling. Una storia che nasce in maniera “normale” con i problemi di un adolescente che sembra un disadattato e che, in realtà è un grande mago. In questo periodo il Fantasy si ispira liberamente alle tematiche dei romanzi cortesi del ciclo arturiano o si ispira a mitologia greco-romana, come a quelle vichinghe. Un libro Fantasy che si distanzia molto dagli altri è il Ciclo del demone Bartimeus, la tetralogia di Strout. Bartimeus è un jinn piuttosto permaloso. Il libro è scanzonato e divertente e difficile, in questo caso, distinguere il Bene dal Male. Scegliere un romanzo di Fantascienza
E dal Fantasy alla Fantascienza il passo è breve. Anche in questo caso segnalo solo pochi e fondamentali libri di questo genere. Uno su tutti, Asimov con tutta la serie sui Robot. Ma anche i libri di Dick. La Fantascienza ci porta in altri mondi. Diverso come genere dal Fantasy perché prende spunto da ciò che ci insegna la scienza e ne amplifica i contenuti. Diciamo che il Fantasy si rifà alla storia come la Fantascienza alla scienza. Scoperta di mondi lontani, di alieni, ma anche robotica e guerre fra mondi o guerre fra uomini e Robot. Se poi si arriva a mondi simili ai nostri con dittatori che prendono il sopravvento controllando con mezzi avanzati anche i nostri pensieri, si arriva alla fantapolitica di Orwell in “1984” o Bradbury con “Farheneit451”: il lieto fine non è assicurato. Il romanzo storico
Il genere storico è, ça va sans dire, quello dei romanzi che trattano temi del passato. Tutto il passato: un romanzo storico può rifarsi alla storia contemporanea, come a quella recente, come a quella medioevale. Nel romanzo storico, non essendo un saggio, si può inserire un po’ di fantasia, un po’ di pensiero dell’autore. Ma ovviamente cercando di essere il più possibili attinenti ai fatti storici. Cosa non semplicissima: ottimi romanzi storici vantano errori clamorosi nei racconti. Lo stesso “Il nome della Rosa” così noto e amato, ambientato intorno ai primi anni del 1300, riporta errori importanti sull’Inquisizione nel 1300, sulla disposizione delle biblioteche, sulla vita dei monaci o sulla caccia alle streghe. A tal proposito per chi volesse approfondire il tema molto interessante l’articolo di Annalina Grasso. In ogni caso, se pur non attinenti davvero alla realtà, questi libri storici hanno comunque un grande fascino e diverse chiavi di lettura. Forse gli storici storceranno un po’ la bocca su alcuni romanzi di Bernard Cornwell o di Falcones, ma restano pur sempre ottimi romanzi in cui l’appassionato di storia potrà trovare spunti di riflessione per approfondire. In Italia il capostipite è certamente “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Importa a qualcuno che possano trovarsi errori storici in quel libro (e non sto dicendo che ci siano errori in questo romanzo)? Io ritengo di no, anche perché lo stesso libro del Manzoni è un libro di denuncia sul suo tempo, ambientato in un passato non troppo lontano dal suo. Acquistare i romanzi classici
Ho lasciato i classici per ultimi: perché, a parer mio, per essere un buon lettore bisogna necessariamente cominciare con i classici. Ovvero i romanzi che sono e saranno sempreverdi (per usare una metafora botanica): possono essere stati scritti 300 anni fa, ma sono e saranno sempre attuali. Coi classici non si sbaglia perché possono piacere e non piacere (ci mancherebbe, esiste il libero pensiero), ma di sicuro un romanzo classico ha qualcosa da dirci: contenuto, forma, pensiero che sia. Sui classici quindi consiglio di leggere davvero tutto il possibile (lo so, non basta una vita), o quanto meno cercare di leggere più autori possibili. Classici francesi (Balzac, Zola, Maupassant, Proust, Flaubert ecc.); classici russi (Dostoevskji, Tolstoj, Bulgakov, Čechov…); classici tedeschi (Goethe, Thomas Mann, Hermann Hesse…); classici inglesi (Laurence Sterne, Joyce, Orwell, Jane Austen, le Brontë e via di seguito) e, naturalmente, i classici italiani per poi spaziare in tutta la letteratura classica mondiale. Conclusioni Il mio consiglio spassionato è comunque quello di leggere, leggere e leggere. Non ha controindicazioni. Se, però, vi capita un libro che proprio non riuscite a leggere e procede a passo di lumaca, cambiatelo! Quel libro non fa per voi! N.d.r. Questi sono solo piccoli consigli nel mare magnum dei libri da leggere: una goccia nell’Oceano per iniziare la vostra ricerca personalissima. Roberta Jannetti Read the full article
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Il tè nella letteratura
Il tè nella letteratura – le origini Pensate al tè e immaginate le porcellane di Dresda, i pasticcini imburrati e le chiacchiere da salotto di un'aristocrazia più snob che reale? Pure io. Le origini però sono, come quasi sempre, altrove. L'Oriente, lontano e misterioso Oriente, fumerie di oppio, geishe lussuriose, samurai dediti alla morte persino auto inflitta e lo zen, servito insieme al tè. Anche il tè nella letteratura inizia da qui. Nel 780, il venerabile Lu Yu scriveva Cha Ching – una guida per servire il tè –, eppure il tè orientale nulla ha a che vedere con quello occidentale. Avete mai visto una piantagione di tè a terrazze? Il verde asfissiante, l'infinita ripetizione di linee sinuose che delimitano i gradini ricoperti di tè, la sensazione che il mondo inizi e termini lì, l'assenza di orizzonti che non siano altre montagne ricoperte di tè... Forse è da questo che deriva la meditazione, l'elevazione dell'io oppure dello spirito – appurato che ci sia una differenza –, o la “riconquista del gioiello della vita”. Tutte cose a noi lontanissime. Infatti la citazione non è mia, ma di Okakura Kakuzō, che, nel suo libro, The book of tea, scritto in inglese nel 1906, continua persino meglio: “Beviamo, nel frattempo, un sorso di tè. Lo splendore del pomeriggio illumina i bambù, le sorgenti gorgogliano lievemente, e nella nostra teiera risuona il mormorio dei pini. Abbandoniamoci al sogno dell’effimero, lasciandoci trasportare dalla meravigliosa insensatezza delle cose.” Se nella vostra teiera risuona o no il mormorio dei pini, non lo so. Ma, la prossima volta sarebbe bello ascoltarlo, mentre “Oriente e Occidente, come due draghi scagliati in un mare agitato, lottano invano per riconquistare il gioiello della vita”.
Il tè nella letteratura – l’epoca vittoriana e il romanticismo Ebbene, il rigore mentale, l’abdicazione dell’io e la visione zen del mondo non sono sopravvissuti all’attraversata oceanica, attraversata conclusasi banalmente con un poco interessante scarico merci sulle luride banchine dei porti d’Inghilterra. L'avvento delle colonie ha portato non solo altra gloria a Sua Maestà la Regina, ma anche le foglie di tè. E, da buoni occidentali che siamo, abbiamo immediatamente provveduto a trasformare il rito del tè nel rito del... perdere tempo. Come dite? Che ne è del suo grazioso fascino romantico? Cosa ne ho fatto del suo aristocratico seppur lezioso girare intorno alle parole? Dov’è andata a finire la raffinata seduzione che traspare appena nella traslucena di una tazza di bone china, o nelle porcellane di Meissen o di Limoge (qui una breve storia della porcellana)?! Ci arriviamo. “Dalle cinque alle otto corre talvolta una piccola eternità che, nel nostro caso, non poteva essere che un’eternità di piacere.” Queste le parole di Henry James in Ritratto di Signora, questo il mio incipit per addentrarmi nella mia poco ortodossa teoria dell’importanza del tè nella letteratura inglese. D’accordo, Henry James era americano e siamo agli sgoccioli dell‘800, ma questo rafforza ancor di più il mio pensiero sull’anglosassone rito del tè.
Il tè nella letteratura inglese – la vacuità perfetta Dalle cinque alle otto... Ripeto il lasso di tempo indicato da James come eternità di piacere solamente per imprimere meglio nella mente (mia per prima) il preciso arco temporale in cui si svolgeva il rito del tè. Del 5 o’clock tea ne abbiamo sentito tutti parlare, che inizi alle cinque lo sappiamo, ma che duri più o meno tre ore ve lo aspettavate? Neanch’io. Ovviamente capitano anche tè più brevi, ma il momento (chiamalo momento) del tè pomeridiano si può prolungare fino all’ora di cena, sostituendosi direttamente a essa. Abitudine nata nei palazzi reali frequentati dall’alta aristocrazia, la moda di servire il tè pomeridiano si propaga velocemente fra tutte le classi sociali inglesi. Donne strizzate nell’abito migliore, tintinnio di porcellane, uomini con bastone e cilindro, chiacchiere a tempo perso, teiere bollenti, tempo perso in chiacchiere, piccoli tramezzini, sguardi galanti, dolcetti imburrati, parole sussurrate, confetture, educazione, latte, attesa. Jane Austen fa prendere il tè ai suoi personaggi in Orgoglio e Pregiudizio, Ragione e Sentimento, Emma, e cos’altro può fare, d’altronde? Le mamme devono tastare il terreno per trovare il miglior partito alle figlie, le figlie devono sorridere e nascondere sguardi lunghi, i rivali in amore devono poter rivaleggiare con eleganza... Dove farlo, dunque, se non dietro a una tazza da tè? Kim Wilson né ha fatto addirittura un libro: Un tè con Jane Austen. Charles Dickens è costretto a far incontrare Pip e la sua amata Estella di Grandi Speranze in un ristorante dove servono il tè e non poteva essere altrimenti: lei è talmente snob che non lo avrebbe incontrato altrove e lui, dopotutto, ha grandi speranze. Sorseggiano il tè nei libri delle sorelle Brontë e in quelli di Oscar Wilde – divertentissimi i quiproquo a suon di zollette di zucchero ne L’importanza di chiamarsi Ernest –, organizza sfarzosi tè uno dietro l’altro Mrs. Dalloway nell’omonimo romanzo di Virgina Woolf – e cos’altro potrebbe mai fare la viziata protagonista di questa storia che scava nelle profondità del suo essere, senza però scoprire di possedere un essere vuoto, annoiato e che ha rinunciato all’amore vero? Una società con tanto tempo libero e il terrore di dover affrontare i propri sentimenti, una società di apparenza e noia dove quelli che devono costruirsi una vita camminano sulle uova per timore che la vita lo venga a sapere e quelli che invece una vita ce l’hanno già, ma capiscono che non è quella che volevano, sono troppo codardi per constatarlo con loro stessi. Entrambe le categorie affogano nel tè la loro disperazione.
Nel tè, certo. Non possono farlo mica nell’assenzio, come i dissoluti francesi (qui una bellissima panoramica sull’argomento) o nella vodka, come i nostalagici russi. Loro hanno bisogno di una bevanda accomodante, senza carattere e slanci improvvisi. Il tè è una bevanda così anonima, scialba quanto i loro anemici caratteri: semplicemente acqua bollita versata su foglie secche, non per niente Monsieur Hercule Poirot, il famoso detective nato dalla penna di Agatha Christie, aborriva ogni qualvolta glielo propinavano: il tè non era una bevanda degna di questo nome, il cioccolato caldo lo era, oppure il sirop, o qualche liquorosa bevanda alcolica. Infatti Poirot è belga. Tornando alle origini, il tè è una bevanda semplicemente pura, specchiandosi nella sua raffinata trasparenza si può vedere l’anima, ci si può interrogare sul superfluo e meditare sull’universo. Non sia mai. La trasparenza viene subito annullata da un goccio di latte – raccapricciante abitudine nata a quanto pare per evitare di macchiare la lucentezza della porcellana (altro lampante esempio di forma che viene prima di qualsiasi contenuto) – che trasforma completamente la natura stessa del tè. Nato da un miracolo geologico e uno vegetale, liquido limpidissimo e dal raffinato sapore di leggerezza, il tè viene abominevolmente contaminato da un grasso animale che muta completamente la sua anima, trasformandolo in un miscuglio di dubbio colore, consistenza e sapore. Il peggio è che tutto avviene come se niente fosse, la nuova sostanza non ha anche un nuovo nome, non ha una nuova vita, continua a essere semplicemente tè, quando tutto è, tranne che quello. Il latte nel caffè diventa caffellatte, se il latte è poco, caffè macchiato, se è poco il caffè è un latte macchiato, tutto ha un nome diverso, perché diversa è la bevanda, tutto tranne che il tè. Non basta il latte nel tè, affoghiamolo pure di panna, dolcetti al burro, tartine al salmone, scones variegati, tramezzini all’uovo, purifichiamoci con il tè dimenticando i problemi su un vassoio di pasticcini, anzi, no: non affrontiamoli proprio, i problemi, si sta bene seduti su sedie foderate di seta a servire elegantemente tè colorato di latte e sguardi colorati di forse, disquisendo con grazia del più e del meno. Generalmente del meno.
Il tè nella letteratura - oltre il romanticismo e oltre la Manica Anche se, appena si nomina il tè, il primo pensiero rimanda alla cara, vecchia Inghilterra e ai suoi romantici romanzi, sarebbe riduttivo confinare il tè al genere romantico. Nei polizieschi di Agatha Christie si beve continuamente il tè, vuoi per riprendersi dall’aver trovato un cadavere, vuoi per elencare gli indizi, ma Miss Marple in fondo in fondo un po’ romantica lo è. C’è molto meno tè in Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle: l’intrepido detective di Baker Street predilige bistecche e oppio a cena, roba da uomini, altro che romanticismo! Uno dei miei tè letterari preferito è quello della divertentissima gita organizzata da Jerome K. Jerome in Tre uomini in barca. Molto meno cerimonioso rispetto a tutti i suoi simili – date le ovvie difficoltà del servirlo sulla barca – il tè di Jerome è come il suo libro: un capolavoro di humor inglese servito insieme a piccole perle di saggezza. Ed eccovi un infallibile sistema per far bollire l’acqua velocemente: “Mettemmo l'acqua per il tè a bollire sulla prua e ce ne andammo a poppa con la decisione di non occuparci più del bricco e pensare alle altre cose necessarie. Questo è l'unico sistema perché un bollitore serva al suo scopo sul fiume. Se si accorge che state aspettando con impazienza l'acqua bollente, non comincerà mai più a cantare. Il meglio da fare è di andarsene e cominciare a mangiare come se non voleste prendere il tè. Meglio non voltarsi nemmeno a guardarlo; vedrete che allora comincia subito a schizzar acqua bollente, matta per la voglia di diventare tè. Quando poi vi capita di avere molta fretta potete fare anche meglio: vi mettete a parlare ad alta voce l'uno con l'altro dicendo che non volete il tè, che non lo prenderete. Vi avvicinate al bricco, in modo che possa sentire, e gridate: – Io il tè non lo prendo; e tu, George? – al che George urla: – No, il tè non mi piace, berremo invece una limonata... il tè è indigeribile. State sicuri che il bricco mette a buttar fuori tanta acqua bollente che spegne il fornello. Adottammo questo trucco innocuo e il risultato fu che, prima che tutto il resto fosse pronto, il tè già aspettava.” Celebre invece il tè servito in Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, anche se, ai tempi di #metoo, l’interrogativo su di lui si pone più che mai e il fascino dell’autore cala in modo direttamente proporzionale alla veridicità dei sospetti. Concentrandoci solamente sull’opera (non stiamo forse sfuggendo anche noi alla realtà affogando di panna la verità?), interessantissima la chiave interpretativa di questo estratto: “C'era un tavolo apparecchiato sotto un albero davanti alla casa, e la Lepre Marzolina e il Cappellaio vi prendevano il tè: tra loro c'era un Ghiro profondamente addormentato, e se ne servivano come di un cuscino appoggiandovi i gomiti e parlando sopra il suo capo. "Molto scomodo per il Ghiro", pensò Alice; però, visto che tanto dorme, non gli dà fastidio". Il tavolo era grande, ma i tre stavano pigiati in un angolo. "Non c'è posto! Non c'è posto!" si misero a gridare quando videro Alice farsi avanti. "Ce n'è moltissimo invece!" disse Alice indignata, e si sedette in una grande poltrona a capotavola. "Prendi un po' di vino", disse la Lepre Marzolina in tono incoraggiante. Alice si guardò intorno dappertutto, ma non vide altro che tè.” L’imperialismo inglese impersonato dalla Lepre Marzolina e dal Cappellaio, i popoli sottomessi nella figura del Ghiro che dorme, le conquiste colonialiste – il tè, appunto –: la società cresciuta dunque sulle debolezze dei popoli addormentati. E poi l’egoistica sete di potere, la paura di dover dividere i frutti: “non c’è posto, non c’è posto!”, una politica internazionale menzognera e ingannevole: “Prendi un po’ di vino”, questa la denuncia di Carroll camuffata dal quadro giocoso e quasi bucolico. Molto più secco e decisamente più diretto il quesito di Arthur Dent nella Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams: “Arthur sbatté le palpebre fissando i monitor accesi e sentì che mancava qualcosa di importante. Improvvisamente si rese conto di quello che mancava. “C’è un tè su questa astronave?” chiese.” Inverosimile infatti che una macchinetta costruita per poter produrre qualsiasi cosa non sappia fare il tè. Anche i francesi bevono tè nei libri, lo fa Proust in Un amore di Swann (e qui lo trovate abbinato alle sue madeleines) e lo fa Verlaine, il genere cambia ancora, sempre nel romanticismo, ma con la sofisticatezza francese: “L’ora del tè fumante e dei libri chiusi, la dolcezza di sentire la fine della sera, la stanchezza incantevole e l’adorata attesa dell’ombra nuziale e della dolce notte.” Ne beve sensualmente D’Annunzio nel Il piacere, offrendo al lettore una panoramica sul ruolo femminile e la posizione di predatore dell’uomo – panoramica più o meno piacevole, dipende dalla prospettiva interpretativa, immagino. Bevono tè nero con pane nero i russi, altro genere ancora: il tè serve per fortificare lo spirito e temprare l’anima, ne bevono I Demoni di Dostoevskij, così come tutti gli altri personaggi dei grandi romanzi russi, è un tè forte però, servito da un samovar grosso come la Grande Madre Russia, fornisce quell’energia rapidamente immalinconita da un bicchiere di vodka e dall’animo russo. E non può essere altrimenti. “L’estasi è una tazza di tè e un dolce di zucchero in bocca.” Alexander Puskin Per concludere Non esiste altra bevanda che più si associa alla letteratura come il tè e non esiste altra bevanda che meglio si associa alla lettura. Tirate dunque le vostre conclusioni, spirituali, romantiche o amene che siano. Importante è riflettere. Con una tazza di tè. Annabelle Lee Read the full article
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Come scegliere un romanzo
Se siete lettori seriali, vi potrebbe capitare di finire un libro e non sapere cosa leggere. Scegliere un romanzo non è una cosa difficile in quanto ampia è la proposta editoriale. Ma, è vero che, grazie anche a questa importante offerta, ci si trova a volte spaesati. Scegliere un romanzo: da dove cominciare Non importa se online o in libreria, dobbiamo acquistare nuovi romanzi. Abbiamo finito la nostra lista di libri oppure siamo in un mood per cui, nella nostra lista di libri già comprati, non troviamo nulla che ci invogli a leggere. Vaghiamo in libreria (o scartabelliamo il nostro e-reader): è tassativo: non si può uscire dalla libreria senza almeno un romanzo (specie se non abbiamo libri nuovi da leggere)! Cerchiamo tra i nostri generi preferiti: se siamo in libreria guardiamo i titoli e leggiamo la sinossi del libro; se siamo online, leggiamo tutte le recensioni. In questo caso dice Pennac in “Come un romanzo”: "Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere". Quindi non possiamo uscire dalla libreria senza avere comprato qualche libro. Scegliere un romanzo poliziesco o thriller
Ci sono autori straordinari, di cui avremo sicuramente letto qualche libro, ma non certo tutte le loro opere. Se amiamo il filone thriller/poliziesco un’autrice imprescindibile è Fred Vargas (potete trovare qui un approfondimento): ogni romanzo un successo, ogni romanzo un incanto. Se non si è ancora letto alcun suo libro, è tempo di rimediare, la bibliografia è vasta: dai romanzi su Adamsberg a quelli sul ciclo degli Evangelisti. Nel 2000 la Vargas ha prodotto anche una Graphic Novel: “Les Quatre Fleuves” (I Quattro fiumi). Non da meno, anche se di stile completamente diverso è Jo Nesbø, autore norvegese: tra i suoi titoli più celebri “Il pipistrello” o “Lo Spettro”. Tra i thriller polizieschi non può mancare proprio il citato Pennac: il ciclo di Malaussène, il famoso capro espiatorio. Romanzi geniali che tengono incollati i lettori. Comprare un romanzo di intrattenimento: il cosiddetto Romance
Se siamo appassionati o appassionate dei romanzi leggeri e di intrattenimento, quelli che fanno sognare e scordare per uno spazio di tempo la realtà, davvero grande è la scelta. Un tempo la regina incontrastata dei romanzi rosa era Liala. Per coloro che amano il genere è sicuramente un must. Più recenti abbiamo la scrittrice Susanna Tamaro o Sveva Casati Modignani. Tra i romance anche la scrittrice Susan Elisabeth Philips o la nostra Amabile Giusti con “Tentare di non amarti”. Scegliere un Romanzo Fantasy
Anche per quanto riguarda i romanzi Fantasy c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Gli amanti del Fantasy non possono prescindere da “Il Signore degli Anelli” di J. R. R. Tolkien: probabilmente il capostipite del genere. Il Re del Fantasy. “Non t’impicciare degli affari degli Stregoni, perché sono astuti e suscettibili.” (da “Il Signore degli Anelli”) Cos’è il Fantasy? Il regno dove lo scrittore può liberare la sua fantasia e il lettore immergersi in scenari fantastici e meravigliosi. Come in qualsiasi romanzo, anche nel fantasy ci deve essere la coerenza spazio temporale, parafrasando la fisica aristoteliana. Il Signore degli Anelli ha tutto: una storia coerente, una grandissima fantasia dell’autore, e, immancabile nel Fantasy, la lotta tra il Bene e il Male. Altro libro di livello per quanto concerne il Fantasy è la Saga di Harry Potter di J. K. Rowling. Una storia che nasce in maniera “normale” con i problemi di un adolescente che sembra un disadattato e che, in realtà è un grande mago. In questo periodo il Fantasy si ispira liberamente alle tematiche dei romanzi cortesi del ciclo arturiano o si ispira a mitologia greco-romana, come a quelle vichinghe. Un libro Fantasy che si distanzia molto dagli altri è il Ciclo del demone Bartimeus, la tetralogia di Strout. Bartimeus è un jinn piuttosto permaloso. Il libro è scanzonato e divertente e difficile, in questo caso, distinguere il Bene dal Male. Scegliere un romanzo di Fantascienza
E dal Fantasy alla Fantascienza il passo è breve. Anche in questo caso segnalo solo pochi e fondamentali libri di questo genere. Uno su tutti, Asimov con tutta la serie sui Robot. Ma anche i libri di Dick. La Fantascienza ci porta in altri mondi. Diverso come genere dal Fantasy perché prende spunto da ciò che ci insegna la scienza e ne amplifica i contenuti. Diciamo che il Fantasy si rifà alla storia come la Fantascienza alla scienza. Scoperta di mondi lontani, di alieni, ma anche robotica e guerre fra mondi o guerre fra uomini e Robot. Se poi si arriva a mondi simili ai nostri con dittatori che prendono il sopravvento controllando con mezzi avanzati anche i nostri pensieri, si arriva alla fantapolitica di Orwell in “1984” o Bradbury con “Farheneit451”: il lieto fine non è assicurato. Il romanzo storico
Il genere storico è, ça va sans dire, quello dei romanzi che trattano temi del passato. Tutto il passato: un romanzo storico può rifarsi alla storia contemporanea, come a quella recente, come a quella medioevale. Nel romanzo storico, non essendo un saggio, si può inserire un po’ di fantasia, un po’ di pensiero dell’autore. Ma ovviamente cercando di essere il più possibili attinenti ai fatti storici. Cosa non semplicissima: ottimi romanzi storici vantano errori clamorosi nei racconti. Lo stesso “Il nome della Rosa” così noto e amato, ambientato intorno ai primi anni del 1300, riporta errori importanti sull’Inquisizione nel 1300, sulla disposizione delle biblioteche, sulla vita dei monaci o sulla caccia alle streghe. A tal proposito per chi volesse approfondire il tema molto interessante l’articolo di Annalina Grasso. In ogni caso, se pur non attinenti davvero alla realtà, questi libri storici hanno comunque un grande fascino e diverse chiavi di lettura. Forse gli storici storceranno un po’ la bocca su alcuni romanzi di Bernard Cornwell o di Falcones, ma restano pur sempre ottimi romanzi in cui l’appassionato di storia potrà trovare spunti di riflessione per approfondire. In Italia il capostipite è certamente “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Importa a qualcuno che possano trovarsi errori storici in quel libro (e non sto dicendo che ci siano errori in questo romanzo)? Io ritengo di no, anche perché lo stesso libro del Manzoni è un libro di denuncia sul suo tempo, ambientato in un passato non troppo lontano dal suo. Acquistare i romanzi classici
Ho lasciato i classici per ultimi: perché, a parer mio, per essere un buon lettore bisogna necessariamente cominciare con i classici. Ovvero i romanzi che sono e saranno sempreverdi (per usare una metafora botanica): possono essere stati scritti 300 anni fa, ma sono e saranno sempre attuali. Coi classici non si sbaglia perché possono piacere e non piacere (ci mancherebbe, esiste il libero pensiero), ma di sicuro un romanzo classico ha qualcosa da dirci: contenuto, forma, pensiero che sia. Sui classici quindi consiglio di leggere davvero tutto il possibile (lo so, non basta una vita), o quanto meno cercare di leggere più autori possibili. Classici francesi (Balzac, Zola, Maupassant, Proust, Flaubert ecc.); classici russi (Dostoevskji, Tolstoj, Bulgakov, Čechov…); classici tedeschi (Goethe, Thomas Mann, Hermann Hesse…); classici inglesi (Laurence Sterne, Joyce, Orwell, Jane Austen, le Brontë e via di seguito) e, naturalmente, i classici italiani per poi spaziare in tutta la letteratura classica mondiale. Conclusioni Il mio consiglio spassionato è comunque quello di leggere, leggere e leggere. Non ha controindicazioni. Se, però, vi capita un libro che proprio non riuscite a leggere e procede a passo di lumaca, cambiatelo! Quel libro non fa per voi! N.d.r. Questi sono solo piccoli consigli nel mare magnum dei libri da leggere: una goccia nell’Oceano per iniziare la vostra ricerca personalissima. Roberta Jannetti Read the full article
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