#lettura veloce
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valentina-lauricella · 1 year ago
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"Passaro solitario entro la gabbia stava cantando"
Mio caro, di buon mattino ho fatto ricerche in internet su di te, perché mi piace conoscere le novità che ti riguardano. E ho scoperto una notizia interessante!
Una professoressa ha ravvisato delle similitudini tra alcune tue opere (e il tuo cosiddetto "pessimismo cosmico") e un libro del '600 intitolato "Scherzi d'ingegno", autore un medico e scrittore, tal de Virgiliis. Però non è provato che tu possedessi questo libro, che attualmente non si trova nella tua biblioteca, e del quale esistono solo due copie al mondo.
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Tu non ne parli mai nello Zibaldone, dove di solito annoti ciò che ti piace e che può esserti utile; inoltre, la tua biblioteca è andata arricchendosi di volumi, e non impoverendosi, quindi è veramente un mistero. Uno dei tanti della tua vita.
Questa professoressa che ha scritto il libro sulla tua presunta fonte d'ispirazione e i giornalisti che le hanno fatto pubblicità, hanno parlato, poco rispettosamente nei tuoi confronti, di "plagio". Qualcuno, per fare il simpatico, ha scritto persino "Leopardi copione". È una cosa che mi ha fatto arrabbiare. Dovresti dar loro una tiratina d'orecchi.
Sai cosa penso? Ho fatto due ipotesi: la prima è che il libro sia effettivamente passato dalla tua biblioteca, dove tu lo hai rapidamente sfogliato e ne hai letto quasi inconsciamente dei passi (tu hai l'abilità della lettura veloce, ti basta posare gli occhi su una pagina per recepire quel che vi è scritto, e hai anche il dono di una memoria prodigiosa); poi il volume è stato ceduto, ma parti del suo contenuto sono rimaste nel tuo subconscio, pronte a germogliare nella tua mente e a fiorire sotto la tua penna.
Un'altra ipotesi è che tu sia un medium inconsapevole, e che l'anima di quell'oscuro scrittore del '600 abbia sussurrato alla tua, per farsi luce.
Nella tua poesia e nei tuoi scritti in genere, si rinvengono molteplici tracce di autori giudaici, greci, latini, medievali, rinascimentali, illuministici...ma tu hai creato, con la tua vasta cultura e le tue reminiscenze, qualcosa di completamente nuovo, organico, stilisticamente perfetto. Parlare di plagio quando si parla di te, è quantomeno inappropriato.
Ho confrontato i passi di quel libro che sarebbero simili ai tuoi e, a mio avviso, non hai copiato proprio nulla: che l'uomo nasce a stento con gran pericolo proprio e della madre, e che la vita è faticosa, sono concetti di pubblico dominio, su cui non c'è copyright. Una cosa curiosa è che quell'autore scrive di un "passero solitario" mangiato da un gatto 😅, invece tu fai del passero solitario una metafora di te stesso.
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E poi, aggiunge la prof, Leopardi e de Virgiliis avevano un'altra cosa in comune: odiavano le donne. Io ti ho studiato con scrupolosità e interesse, e so che non odii affatto le donne, quindi anche questa presunta somiglianza è in realtà inconsistente.
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libriaco · 3 months ago
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Buona visione
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Il flusso lento del leggere sta diventando un atto fuori dai ritmi dei tempi. Un testo pretende il suo peculiare ritmo di lettura indugiante rispetto a quello veloce dell’atto del vedere. Lo straripante ed eccitante affollamento di messaggi che fluiscono in uno spettacolo visivo continuato, proposto quotidianamente da schermi, è come dicevo meno “faticoso” della lettura. Il leggere ha piú pretese. Pretende che ci si fermi sul dettaglio, che si restringa il fuoco dell’attenzione anche sul minimo, su una porzione delimitata della pagina, una parola, un sintagma, una frase, un segno di interpunzione addirittura.
G. L. Beccaria, In contrattempo, Torino, Einaudi, 2022
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mucillo · 9 months ago
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“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata".
Questo è lo scopo della lettura”....
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len-scrive · 3 months ago
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Rating: Mature
Fandom: Interview with the Vampire (tv show)
Relationships: Daniel/Armand
Characters: Daniel Molloy, Armand
Tags: Cosa succede quando Louis se ne va, Armand e Daniel parlano, Trasformazione di Daniel, Armand e Daniel lasciati da soli a casa
Lingua: Italiano
Sommario: Louis lascia soli Armand e Daniel. E questo è il racconto di quello che succede appena dopo. Almeno una delle tante versioni nella mia testa.
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Louis aveva appena lasciato la stanza.
Dal momento in cui aveva incendiato il suo laptop a quando era sparito dalla sua vista era trascorsa una frazione di secondo impercettibile.
CONTINUA A LEGGERE SU AO3
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Una veloce chiacchierata com’è d'uso dalle mie parti prima di augurarvi una (speriamo) buona lettura.
Il mondo creato dalla Rice non mi piace.
Chi mi conosce sa che per me è necessario sempre precisare certe cose, per la mia salute mentale.
In generale non mi piace il suo modo di scrivere, non mi piacciono molte delle cose che i personaggi da lei creati fanno e dicono e, nei libri, non mi riesce proprio di vederci quello che ci si dovrebbe vedere, che molti vedono. Le storie d’amore lì dentro ai miei occhi non sono storie d’amore e il racconto si concentra più su temi che per come vengono trattati sarebbe meglio non trattare affatto.
Non sto qui a precisare, ma ci sono scene all’interno dei libri della Rice che hanno risvolti e reazioni dei personaggi per me inqualificabili.
E partendo da quella base ho sempre fatto fatica a trovare interessanti sia dinamiche che personaggi delle Vampire Chronicles.
Quanto ho appena affermato cambia radicalmente quando andiamo a parlare della serie televisiva creata ispirandosi ai lavori della Rice.
Chi ha letto le mie impressioni sulla serie (se vi interessano le trovate su STIGAMES) sa che il discorso è molto più ampio di quello che posso fare qui, ma in sostanza la serie mi ha stregato.
La serie ha finalmente creato, per me, dei personaggi interessanti, pieni di sfaccettature e soprattutto NON DI GIOVANISSIMA ETÀ, cosa che in un vampiro io NON posso concepire.
La serie ha corretto certe cose, ne ha tolte altre, ha modificato al meglio altre ancora.
Come Hannibal nei confronti dei libri di Harris, anche la serie di Interview with the Vampire è una lunga fanfiction ispirata ai lavori della Rice.
E quello ha cambiato tutto, per me.
Continuo a ripeterlo perché il PER ME è importante.
Queste sono tutte opinioni personali.
Inoltre la serie mi ha dato anche la curiosità per andare a leggermi parte delle opere originali di cui ho elencato solo alcuni enormi difetti, ma che non avrei mai letto altrimenti.
Le varie versioni di Lestat e Louis conosciute finora non avevano mai destato il mio interesse.
La serie ha cambiato anche questo.
Veniamo ora a ciò che ho scritto io.
Riguarda Daniel e Armand che, al momento, trovo la coppia con le dinamiche più affascinanti.
Perché per me Louis e Lestat sono risolti, la serie è stata perfetta in quel senso e non sento il bisogno di aggiungere nulla.
Su Daniel e Armand invece c’è ancora TANTO da dire. E non vedo l’ora che la serie lo faccia.
Nel frattempo però sono qui a chiedermi che cos’hanno combinato quei due che noi non abbiamo ancora visto.
Anche in questo caso mi riferisco al Daniel e all'Armand della serie e, non serve specificarlo ma lo faccio lo stesso, il Daniel non giovane, che io trovo un personaggio infinitamente più interessante e affascinante della sua versione giovane nella serie stessa.
Perciò per me sono questi due personaggi ad interagire sempre e comunque.
Io spero tantissimo di poter vedere una versione riveduta e corretta di Devil’s Minion fornita dal team di sceneggiatori della serie che fino ad ora ha fatto un lavoro egregio. E il mio desiderio è che il Devil’s Minion della serie cominci dal punto in cui siamo adesso, senza andare a toccare mai più il Daniel giovane.
Questa è la mia speranza, poi si vedrà.
Ma tutto quanto scriverò riguarda loro due, perciò chiaro che chi ha deleterie ed infantili idee sul fatto che quel Daniel è troppo vecchio per quell'Armand o cavolate tristi di questo tipo può astenersi subito dal leggere perché al mio Armand quel Daniel lì piace e piace pure tanto.
Anche perché, vorrei vedere, cosa c'è che può non piacere?
Stabilito ciò poi c'è da dire che per me il mondo delle fanfictions è creatività a tutto tondo e spesso mi prendo libertà per quanto riguarda regole e ambiente che circondano i personaggi; anche perché la serie è meravigliosa e chi vuole immergersi nel vero racconto può guardarsi quella, ciò che scrivo io è solo un minimo tentativo di mettere nero su bianco quello che mi gira per la testa e mi piacerebbe vedere su schermo.
Ma sono certə che questi sceneggiatori mi stupiranno immaginandosi le cose cento volte meglio.
Nell'attesa della terza stagione questo è il mio contributo al rapporto tra Armand e Daniel.
Ne ho altre nella mia testa di versioni possibili di quanto accaduto a Dubai dopo che Louis è uscito di scena, ma al momento ho messo giù solo questa, la più breve e la più "ragionata".
Mi piace dare la mia personale versione della vampirizzazione e dei poteri che hanno i vampiri e quindi troverete alcune capacità vampiresche di cui non ho assolutamente la certezza o che ho inventato di sana pianta perché mi facevano comodo.
Come mi piace sempre ricordare: qui non c’è nulla di vero tranne i sentimenti e le emozioni.
Buona lettura!
Len
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fridagentileschi · 10 months ago
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“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.
Buona lettura a tutti... 📖🙏
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danzameccanica · 5 years ago
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I Windir sono una delle prove che il black metal in Norvegia, alla fine degli anni ’90, aveva ancora delle novità assolute da presentare. Valfar, unica mente dietro questo progetto, ha deciso di mischiare epic, folk e black metal. E fin qui, niente di nuovo. La cosa particolare è che lo strumento principale, alla pari delle chitarre, è la fisarmonica. Non solo però… ci sono diverse cose per le quali i suoi prodotti, Arntor, ein Windir soprattutto, sono molto vicini a band come Taake, Gorgoroth, Enslaved e allo stesso tempo diametralmente opposti. Eppure, anche se andate a pescare i progetti folk-metal dell’epoca (tipo i Finntroll o i Sòlstafir, Moonsorrow o Heidevolk) li troverete davvero lontani dal mondo di Valfar. Valfar è da solo, nato e cresciuto (e morto purtroppo) nel Sogndal, un paesino isolato in maniera equidistante da Trondheim da Bergen e da Oslo. In questa lunga insenatura lungo il Sognefjord, il fiordo più lungo della Noregia, percorso continuamente dalle navi da crociera Valfar conosce il blackmetal e lo riadatta in un modo tutto suo, fatto di vita rurale, con forconi e trattori anziché corpse-paint e cartucciere.
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"The Beginning", intro esclusivamente eseguito in fisarmonica, vi farà subito capire che anche se non ci troviamo di fronte ad un album di Raoul Casadei, forse il liscio non è una chiave così sbagliata per leggere questo album (e gli altri dei Windir in generale). Subito con "Arntor, ein Windir" si capirà appieno l’interpretazione del mondo dei Windir; una lettura che era già parzialmente venuta fuori nel debut Sóknardalr ma che solo ora esplode in tutta la sua potenza. Blast-beat sì, chitarre distorte sì, e harsh-vocals in classico stile norvegese sì, uso della lingua-madre sì. Ma la cosa incredibile sono le scale armoniche. Valfar prende il mondo della musica folk norvegese e fa una sorta di sintesi fra le arie di fisarmonica e di violino per ricostruirle con la fisarmonica. Sceglie le melodie più epiche e malinconiche, che ben si adattano al background black-metal e a quel punto compie una seconda operazione: traduce tutto una seconda volta in chitarra solista. Ecco che la maggior parte dei riff principali dei Windir sono melodie completamente anomale, mai sentite in nessun bagaglio culturale rock-metal. Se a metà brano di "Arntor" ci sono dei richiami di polka o di valzer è esclusivamente per l’utilizzo di tali armonie, del rullante e del tempo in 3/4: le chitarre da una diventano due e poi tre, come un gioco di violini. A tutto questo dobbiamo aggiungere i cori in voci pulite e questa perenne aura malinconica che smorzano sempre i momenti più gagliardi (a volte quasi da rodeo). I synth sono un’ulteriore strumento che va ad arricchire a dare ulteriore voce a queste suggestioni già pazzesche di sé. "Kong Hydnes haug" è un brano più classico, dove la matrice dei Bathory più epici è forte e dove gli effetti scelti per la chitarra si mescolano con la fisarmonica creando una struggente e violenta ballata che va ad esplorare terre fantastiche e battaglie leggendarie. "Svartesmeden Og Lundamyrstrollet" è probabilmente il miglior brano composto dai Windir e si basa su un lunghissimo e perenne arpeggio, veloce, tagliente, che ricalca sempre scale folk anomale e che, a lungo andare, soprattutto mescolandosi al resto della composizione, acquisisce un’aura di violenta malinconia. "Kampen" è forse il brano più ballad-folk in stile taverna caciarona con elementi simili ai Troll o al primo album dei Finntroll mentre "Saknet" merita un discorso analogo a "Svartesmeden" perché è una sorta di suo lungo pendant da dieci minuti.
Ascoltando le trame chitarristiche di Valfar è impossibile non rimanere affascinati dalla composizione di questa particolare colonna sonora fatta di contrasti fra le urla e i synth celestiali, fatta di cavalcate in mezzo a valli e cascate; melodie dannatamente epiche ed easy listening che però non sfociano mai nell’heavy metal di motociclette alla Judas Priest né a quell’accozzaglia homo-latex dei Manowar. La parte finale di "Saknet" è da lacrime, è un’accelerazione finale verso la morte in battaglia, in stile Hammerheart dei Bathory. "Ending" è un’improbabile fusione fra Burzum e i synth che assomigliano più all’euro-dance anni ’90 piuttosto che a qualsiasi band folk-metal. E, in maniera totalmente autonoma e folle, un’ancora più improbabile fusione fra la goa-trance e il black metal, fra dj Tiesto e gli Emperor, si sentirà nel successivo 1184. La particolarità dei Windir sta nel restare sempre in perfetto equilibrio fra folk, heavy e black metal; è davvero raro, quasi impossibile trovare delle fonti alle quali Valfar si è attinto, probabilmente Emperor, Bathory e Summoning, ma con un piglio chitarristico davvero unico. Perfino dopo l’esistenza dei Windir si contano sulle dita di una mano i progetti che hanno tentato di tenere viva l’eredità di Valfar: Cor Scorpii e gli ultimi Vreid sono fra questi, ma si avvicineranno pochissimo solo all’ultimo Likferd. Forse su coordinate analoghe si muovono gli Angantyr, capaci di evocare sensazioni simili, ma la scelta melodica davvero unica e impeccabile di Valfar fa dei Windir qualcosa di più facilmente assimilabile e di, ancora una volta straordinario perché fuori da ogni contesto.
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avereunsogno-62 · 4 months ago
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“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata.
Questo è lo scopo della lettura”.
(Anna Rita Montinaro)
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soldan56 · 2 years ago
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15000 libri diviso 12 mesi fa 1250 anni per leggerli tutti, ah l'ottimismo. “Ho fatto un corso di lettura veloce, ho imparato a leggere a piombo, trasversalmente la pagina, e ho potuto leggere "Guerra e pace" in venti minuti. Parlava della Russia.” W. Allen
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patriziapa · 2 years ago
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Storiella Zen
‘Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?’ domandò un allievo al suo Maestro. Il Maestro non gli rispose e gli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica. Tuttavia non poteva contraddire il proprio Maestro e prese il setaccio. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume non riusciva a fare nemmeno un passo verso il Maestro che non ne rimaneva neanche una goccia. Provò e riprovò decine di volte ma per quanto cercasse di correre più veloce l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: ‘Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito.’
‘No’, rispose il vecchio sorridendo, ‘tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi, lo ha ripulito.’
‘Quando leggi dei libri’, continuò il vecchio Maestro, ‘tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume. Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura’.
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fashionbooksmilano · 10 months ago
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Mario Schifano Gioie istantanee
a cura di Enrico Gusella
Biblos, Padova 2007, 80 pagine, 24x24cm, ISBN 978-88-88064-70-3
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Padova Aprile Fotografia 07 - 7 aprile 27 maggio 2007
La rassegna, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia e curata da Enrico Gusella e Brasilia Pellegrinelli, presenta una particolare antologia di immagini dell’artista italiano Mario Schifano (1934–1998), nella quale il mezzo fotografico diventa il pretesto per un’azione pittorica di appropriazione e comprensione del mondo. L’esposizione mette in luce un aspetto meno noto al pubblico della sua arte, aggiungendo un elemento prezioso di ulteriore lettura dell’immagine fotografica.
Nato con l’anima esclusiva di pittore, Schifano sceglie di contaminare la pittura con il flusso e le retoriche narrative del cinema, con l’asserzione e la corporeità ambigua della fotografia. Cattura, scatto dopo scatto, con meraviglia, immagini di un mondo televisivo da scoprire, dentro il quale ritrovare altri percorsi artistici. A seguire è l’intervento pittorico, brusco e veloce, provocatorio ed eccentrico.
Schifano non riceve le immagini, ma le “guarda”, “scava” dentro, padroneggia, anche quando è più appariscente il suo rapporto con la casualità. La superficie dell’immagine originale, sottratta al mondo televisivo, diventa il campo di apparizione iconografica su cui si intrecciano l'occhio meccanico dell'obiettivo fotografico e l’istintività della mano che segna la foto. Il suo sguardo si posa senza filtri né preconcetti sull’immagine, ed egli assume su se stesso il compito di ritrovarne il respiro, riaccende le riproduzioni, le rimette in movimento, le smonta e le manipola, consapevole del fatto che si tratta di un processo senza fine, perché l’immagine compiuta non può essere che morta, e dunque nessun processo deve prevedere il proprio compimento.
Le fotografie sono ritoccate a pennello, quasi a sottolineare alcuni atteggiamenti o rafforzare un’espressione attraverso l’uso di colori vistosi ed esagerati; una cornice nera che assume il significato di finestra di congiunzione tra due mondi in continuo dialogo: il tubo catodico e l’occhio fotografico di Mario Schifano.
16/03/24
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valentina-lauricella · 2 years ago
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Nuova fiction Rai su Leopardi, in due puntate, prevista nella programmazione autunno/inverno 2023/24, per la regia di Sergio Rubini, con Leonardo Maltese (Giacomo), Alessio Boni (Monaldo).
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lunamagicablu · 2 years ago
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I Deva canalizzati da Barbara Ziletti
Ben ritrovate anime care, sappiate che sulla Terra non accadono solo cose brutte ma anche tante belle, bellissime. Un’ondata di Bambini Nuovi, collegati alla Nuova Energia, si sta incarnando.
Questi bambini avranno caratteristiche speciali, come la bontà d’animo, l’amore verso la Creazione intera, ma a differenza dei precedenti avranno anche la capacità innata di essere dei leader, di governare, di ordinare e coordinare.
Non saranno semplicemente puri ma anche pratici, con delle doti legate sia alla spiritualità che alla materialità. Loro saranno i creatori del Nuovo Mondo, cambieranno (in meglio) le sorti della Terra. Non avranno soluzioni, saranno “La Soluzione”.
Mentre prima i bambini erano soggetti alle leggi terrestri in tutte le sue sfaccettature, debolezze comprese, questi saranno determinati, decisi, chiari e diretti. I genitori presso cui arriveranno, avranno il loro bel da fare perché non potranno gestirli, ma dovranno imparare da loro. Non verranno scelte famiglie specifiche ma arriveranno in luoghi specifici della Terra e saranno in grado di lasciare la loro impronta.
Si tratta di anime antiche che hanno deciso di incarnarsi per dare il cambio alle anime antiche che sono ora sulla Terra e che si sentono particolarmente stanche. Saranno chiamati “Bambini Oro” perché saranno preziosi come l’oro e avranno un’aura tutta dorata. Saranno i primi ad avere il settimo chakra modificato, che non sarà più viola ma interamente dorato. Questo perché le loro vibrazioni saranno di gran lunga superiori alla media terrestre.
Potrete riconoscerli facilmente non tanto dalla loro estetica ma dal loro carattere forte fin da piccolissimi. Sapranno imporsi da subito con i genitori costringendoli a mettersi in discussione, i genitori dovranno imparare da loro e non viceversa.
Non preoccupatevi perché sapranno adeguarsi a tutto, sia all’alimentazione scorretta, che ai farmaci che all’inquinamento, sapranno andare oltre ogni limite materiale. Il compito che vi spetta oltre che ad accoglierli sarà quello di proteggerli e amarli e soprattutto rendere loro onore rispettandoli.
Anche il loro apprendimento scolastico sarà molto veloce e sapranno raggiungere risultati sorprendenti in brevissimo tempo. Da adulti sapranno prendere il mano le redini di ogni paese in cui nascono portando Luce e giustizia. Ad ogni anima particolarmente sensibile appariranno i loro volti, soprattutto nel cielo, se alzate gli occhi vedrete tantissime nuvole con piccoli visi.
Questo è un messaggio importante per tutta l’umanità, per farvi comprendere che la fine attuale altro non è che un buon inizio per una Nuova era.
I Deva canalizzati da Barbara Ziletti (Canalizzazioni personalizzate – Lettura energetica guidata dai Deva – [email protected])
Fonte: https://zilettibarbara.blogspot.com/ art by ivy2202 ********************** The Devas channeled by Barbara Ziletti
Welcome back dear souls, know that not only bad things happen on Earth but also many beautiful, beautiful things. A wave of New Children connected to the New Energy is incarnating.
These children will have special characteristics, such as goodness of mind, love for the whole of Creation, but unlike the previous ones they will also have the innate ability to be leaders, to govern, to order and coordinate.
They will not only be pure but also practical, with qualities related to both spirituality and materiality. They will be the creators of the New World, they will change the fate of the Earth (for the better). They will not have solutions, they will be "The Solution".
While before children were subject to terrestrial laws in all its facets, including weaknesses, these will be determined, decisive, clear and direct. The parents they will come to will have their work cut out for them because they will not be able to manage them, but they will have to learn from them. Specific families will not be chosen but they will arrive in specific places on Earth and will be able to leave their mark.
These are old souls who have decided to incarnate to take over from the old souls who are now on Earth and who are feeling particularly tired. They will be called "Gold Children" because they will be as precious as gold and will have an all-golden aura. They will be the first to have the seventh chakra modified, which will no longer be purple but entirely golden. This is because their vibrations will be far above the Earth average.
You can easily recognize them not so much by their aesthetics but by their strong character from a very young age. They will be able to impose themselves immediately with their parents forcing them to question themselves, parents will have to learn from them and not vice versa.
Don't worry because they will be able to adapt to everything, whether it be incorrect nutrition, drugs or pollution, they will be able to go beyond any material limit. In addition to welcoming them, your task is to protect and love them and above all honor them by respecting them.
Their scholastic learning will also be very fast and they will be able to achieve surprising results in a very short time. As adults they will be able to take over the reins of every country in which they are born, bringing Light and justice. Their faces will appear to every particularly sensitive soul, especially in the sky, if you raise your eyes you will see many clouds with small faces.
This is an important message for all humanity, to make you understand that the present end is nothing but a good start for a New Era.
The Devas channeled by Barbara Ziletti (Personalized channeling – Energy reading guided by the Devas – [email protected])
Source: https://zilettibarbara.blogspot.com/ art by ivy2202 
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alessiazeni · 10 months ago
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Capitolo Bonus La Corte Di Fiamme e Argento in italiano Azriel
Avviso: Partendo dal presupposto che non ho studiato per diventare traduttrice, quindi ci saranno SICURAMENTE dei possibili errori di traduzione, grammatica, punteggiatura e/o ortografia, questa è la mia versione tradotta in italiano dei capitoli bonus dei libri di Sarah J. Maas.
Detto ciò, buona lettura!
Finalmente la casa sul fiume era sprofondata nel silenzio dopo la movimentata festa per il solstizio d’inverno, le lucifatate attenuate che proiettavano piccole macchie d’oro in contrasto alle tenebre della notte più lunga dell’anno.
Amren, Mor e Varian erano finalmente andati a letto, ma Azriel si trovò a restare al piano di sotto.
Sapeva che avrebbe dovuto dormire un po’. Ne avrebbe avuto bisogno per l’alba, per la battaglia a palle di neve che si sarebbe tenuta alla cabina. Cassian quella sera aveva menzionato almeno sei volte che aveva un piano segreto riguardo la sua vittoria imminente. Az aveva lasciato che il fratello si vantasse. Soprattutto perché Azriel stava pianificando la propria vittoria da ormai un anno.
Cassian non poteva immaginare cosa lo aspettava. Ed Az aveva intenzione di trarre vantaggio dal fatto che Nesta non avrebbe fatto dormire molto Cassian quella notte.
Az ridacchiò tra sé e sé, le ombre attorno a lui in ascolto.
“Dormi”, sembravano sussurrargli all’orecchio. “Dormi.” 
“Vorrei poterlo fare” rispose silenziosamente. Ma il sonno lo trovava raramente in quei giorni.
Troppi pensieri affilati come rasoi lo ferivano ogni volta che si soffermava a pensarci troppo. Troppe voglie e bisogni gli lasciavano la pelle surriscaldata e gli facevano tendere le ossa. Quindi dormiva solo quando il suo corpo cedeva, e anche allora era solo per poche ore.
Azriel osservò la stanza vuota, regali e nastri che ricoprivano gli arredi. Cassian e Nesta non erano tornati, il che non aveva sorpreso nessuno. Era contento per suo fratello, ma comunque…
Azriel non riusciva a controllarla. L’invidia nel suo petto. Verso Cassian e Rhys.
Sapeva che ne sarebbe stato sopraffatto se fosse andato nella sua stanza, quindi rimase di sotto, alla luce morente del fuoco.
Ma anche il silenzio era un peso troppo oneroso ed anche se le ombre gli facevano compagnia, come avevano sempre fatto, come avrebbero sempre fatto, si trovò a lasciare la stanza. Entrando nell’atrio.
Passi leggeri si sentirono scendere dalle scale, ed eccola.
Le lucifatate facevano risplendere i capelli sciolti di Elain, facendola sembrare luminosa come il sole all’alba. Lei si fermò, il respiro le rimase in gola.
«Io…» La guardò deglutire. Strinse un pacchettino tra le mani. «Stavo venendo a lasciare questo sulla tua pila di regali. Mi sono scordata di dartelo, prima.»
Bugia. Beh, la seconda parte era una bugia. Non aveva bisogno delle sue ombre per comprendere il suo tono, la leggera contrazione del viso. Aveva atteso che tutti fossero andati a dormire prima di avventurarsi al piano di sotto, dove avrebbe lasciato il suo regalo tra tutti gli altri regali aperti, subdola e inosservata.
Elain si avvicinò ed il suo respiro divenne più veloce quando si fermò ad un piede scarso di distanza. Allungò verso di lui il regalo incartato, le mani tremanti. «Tieni.»
Az cercò di non guardare le proprie dita ricoperte di cicatrici mentre prese il regalo. Non aveva preso un regalo per il suo compagno. Ma ne aveva preso uno per Azriel l’anno precedente, una polvere per il mal di testa che teneva sul comodino alla Casa del Vento. Non da usare, ma solo da guardare. Cosa che faceva ogni notte che dormiva lì. O provava a dormire lì.
Azriel scartò il pacchetto, dando un’occhiata al biglietto che diceva solo “Potresti trovarli utili alla Casa in questi giorni” e poi aprì il coperchio.
Due pezzettini di tessuto a forma di fagiolo erano posati all’interno. Elain mormorò «Gli metti nelle orecchie e bloccano ogni suono. Con Nesta e Cassian che vivono lì con te…»
Lui emise una risatina, incapace di trattenersi. «Non c’è da stupirsi che non abbia voluto che lo aprissi di fronte a tutti.»
La bocca di Elain formò un sorriso. «Nesta non apprezzerebbe la battuta.»
Le offrì un sorriso in risposta. «Non ero sicuro se darti il tuo regalo.»
Lasciò il resto non detto. Perché il suo compagno era lì, che dormiva al piano di sopra. Perché il suo compagno era nel salotto ed Azriel dovette stare tutto il tempo sulla porta perché non riusciva a sopportare di vederlo, di sentire il loro legame di compagni ed aveva bisogno di una via di fuga se fosse stato troppo.
I grandi occhi di Elain vacillarono, ben consapevole di ciò. Proprio come lui sapeva che lei era a conoscenza del motivo per cui Azriel andava raramente alle cene di famiglia, nell’ultimo periodo.
Ma quella sera, nel buio e nel silenzio, senza qualcuno che potesse vedere… Tirò fuori una scatolina in velluto dalle ombre attorno a lui. La aprì per lei.
Elain emise un debole respiro che gli sfiorò la pelle. Le sue ombre si dileguarono al suono. Erano sempre state prone a svanire quando lei era in giro.
La collana d’oro sembrava ordinaria, la catenina insignificante, l’amuleto abbastanza piccolo che avrebbe potuto essere scambiato per un gioiellino mondano. Era una piccola rosa appiattita fatta in vetro colorato, disegnata per far sì che quando la luce la colpiva, la vera profondità dei colori diventasse visibile.
Un qualcosa di una splendida bellezza segreta.
«È bellissima» sussurrò lei, sollevandola dalla scatolina. Le lucifatate dorate splendevano attraverso i piccoli vetri, facendo risplendere il gioiello con sfumature rosse, rosa e bianche. Azriel fece portare via la scatola dalle sue ombre, mentre lei mormorò «Mi aiuti ad indossarla?»
La sua mente divenne silenziosa. Ma prese la collana, aprendo il gancetto mentre lei gli diede le spalle, tirando su i capelli con una mano per scoprire il suo lungo collo morbido.
Lui sapeva che era sbagliato, ma eccolo lì, a metterle la collana al collo. Lasciando che le sue dita cicatrizzate toccassero la pelle immacolata di lei. Lasciandole accarezzare il lato della sua gola, assaporandone la consistenza vellutata. Elain tremò e lui si prese molto tempo per agganciare le due estremità.
Le dita di Azriel rimasero sulla sua nuca, appena sopra la prima vertebra. Lentamente, Elain si appoggiò sempre di più al suo tocco. Finché il suo palmo non fu premuto contro il collo di lei.
Non si era mai arrivati a quel punto. Si erano scambiati delle occhiate, gli occasionali sfioramenti delle dita, ma mai quello. Mai un tocco palese, senza restrizioni.
Sbagliato, era così sbagliato.
Non gli importava.
Aveva bisogno di sapere quale fosse il sapore della pelle del suo collo. Di cosa sapevano quelle labbra perfette. I suoi seni. Il suo sesso. Aveva bisogno che gli venisse sulla lingua…
Il membro di Azriel era dolorante dentro i pantaloni, faceva così male che a malapena riusciva a pensare. Pregò che lei non guardasse in basso. Pregò che non percepisse il cambiamento nel suo odore.
Si era concesso quei pensieri solo nel mezzo della notte. Allora permetteva alla sua mano di impugnare il suo pene e pensare a lei, quando anche le sue ombre erano andate a dormire. Come sarebbe stato il suo volto mentre la penetrava, i suoni che avrebbe emesso.
Elain si morse il labbro inferiore e servì ogni oncia di moderazione di Azriel per non affondare i propri denti lì.
«Dovrei andare» disse Elain, ma non si mosse.
«Sì» disse lui, il pollice che le accarezzava il lato della gola.
L’eccitazione di lei lo raggiunse ed i suoi occhi quasi si girarono all’interno della testa a quel dolce profumo. Avrebbe implorato in ginocchio per avere la possibilità di assaporarla. Ma Azriel si limitò ad accarezzarle il collo.
Elain rabbrividì, avvicinandosi. Era così vicina che con un respiro profondo i suoi seni gli avrebbero sfiorato il petto. Lo guardò, il viso così fiducioso, speranzoso ed aperto che lui sapeva che lei non aveva idea delle indicibili cose che gli avevano insudiciato le mani molto oltre quelle cicatrici.
Cose così terribili che era un sacrilegio che le sue dita toccassero la sua pelle, contaminandola con la sua presenza.
Ma poteva avere quello. Quel momento e magari un assaggio e sarebbe finita lì.
«Sì» mormorò Elain, come se avesse letto la decisione. Solo quell’assaggio nel cuore della notte più lunga dell’anno, dove solo la Madre gli sarebbe stata testimone.
La mano di Azriel scivolò lungo il suo collo, infilandosi tra i suoi voluminosi capelli. Muovendole la testa nel modo in cui voleva. La bocca di Elain si aprì leggermente, gli occhi puntati sui suoi prima di chiuderli.
Offerta e permesso.
Quasi gemette dal sollievo e dal bisogno mentre abbassava la propria testa verso quella di lei.
“Azriel.”
La voce di Rhys tuonò in lui, fermandolo a pochi pollici dalla dolce bocca di Elain.
“Azriel.”
Un inesorabile comando riempiva il suo nome ed Azriel alzò lo sguardo.
Rhysand era in cima alle scale. Guardandoli torvo dall’alto.
“Nel mio ufficio. Ora.”
Rhys sparì ed Azriel rimase di fronte ad Elain, ancora in attesa del suo bacio. Lo stomaco gli si torse mentre ritirava la mano dai suoi capelli, facendo un passo indietro. Costringendosi a dire «È stato uno sbaglio.»
Lei aprì gli occhi, dolore e confusione li annebbiarono prima che mormorasse «Mi dispiace.»
«Non devi… Non scusarti.» Riuscì a dire. «Non farlo affatto. Sono io quello che dovrebbe…» Scosse la testa, incapace di sopportare la desolazione che aveva fatto calare sulla sua espressione. «Buonanotte.»
Azriel trasmutò nelle ombre prima di poter dire qualcosa, apparendo alle porte dello studio di Rhys un attimo dopo. Le sue ombre gli bisbigliarono all’orecchio che Elain era andata al piano di sopra.
Rhys era seduto alla scrivania, la furia di una notte senza luna era dipinta sul suo viso. Gli chiese piano «Sei fuori di testa?»
Azriel indossò la maschera di gelo che aveva perfezionato mentre stava nella cella di suo padre. «Non so di cosa tu stia parlando.»
Il potere di Rhys si espanse nella stanza come una nube oscura. «Sto parlando di te, che stavi per baciare Elain, nel mezzo dell’atrio dove chiunque avrebbe potuto vedervi.» Abbaiò. «Incluso il suo compagno.»
Azriel si irrigidì. Lasciò la sua gelida rabbia salire in superficie, la rabbia che lasciava vedere solo a Rhysand, perché sapeva che il fratello poteva uguagliarla.
«E se il Calderone si fosse sbagliato?»
Rhysand batté le palpebre. «Che mi dici di Mor, Az?»
Azriel ignorò la domanda. «Il Calderone ha scelto tre sorelle. Dimmi come è possibile che i miei due fratelli siano con due di quelle sorelle, ma la terza sia stata data a qualcun altro.» Non aveva mai osato dire quelle parole ad alta voce.
Il viso di Rhys perse colore. «Credi di meritartela come compagna?»
Azriel sbuffò. «Credo che Lucien non sarà mai abbastanza per lei, e comunque lei non ha interesse verso di lui.»
«Quindi cosa farai?» La voce di Rhys era ghiaccio puro. «La sedurrai via da lui?»
Azriel non disse nulla. Non aveva mai pianificato di arrivare a quel punto, sicuramente non oltre le fantasie da cui traeva piacere.
Rhys ringhiò «Lascia che metta in chiaro una cosa. Tu le devi stare lontano.»
«Non puoi ordinarmi questo.»
«Oh, posso e lo farò. Se Lucien scopre che le stai dietro, avrà tutto il diritto di difendere il loro legame come preferisce. Incluso l’invocare il Duello di Sangue.»
«È una tradizione della Corte d’Autunno.» La battaglia fino alla morte era così brutale che veniva messa in atto in rari casi. Nonostante ne fosse estraneo, Azriel aveva voluto invocarlo quando aveva trovato Mor tutti quegli anni prima. Era stato pronto a sfidare sia Beron che Eris al Duello di Sangue, uccidendoli entrambi. Solo il diritto che aveva la mano di Mor di reclamare le loro teste per vendetta lo aveva frenato dal farlo.
«Lucien, come figlio di Beron, ha il diritto di richiederlo.»
«Lo sconfiggerò senza tanto sforzo.» Pura arroganza rivestiva ogni parola, ma era vero.
«Lo so.» Gli occhi di Rhys si mossero. «E se lo facessi, distruggeresti ogni fragile pace ed alleanza che abbiamo, non solo con la Corte d’Autunno, ma anche con la Corte di Primavera e Jurian e Vassa.» Rhys scoprì i denti. «Quindi lascerai stare Elain. Se ti devi scopare qualcuno, va in una casa di piacere e paga per farlo, ma le starai lontano.»
Azriel ringhiò leggermente.
«Ringhia quanto ti pare.» Rhys si appoggiò alla sedia. «Ma se ti vedo di nuovo a sbavarle dietro, te ne farò pentire.»
Rhys minacciava o si imponeva raramente. Colpì Azriel abbastanza forte da farlo rinsavire dalla sua rabbia.
Rhys indicò con il mento la porta. «Esci.»
Azriel richiuse le ali e se ne andò senza ulteriore parola, attraversando la casa e uscendo in giardino, sedendosi alla fredda luce stellare. Facendo combaciare il gelo nelle sue vene con l’aria attorno a sé.
Finché non sentì più nulla. Di nuovo non era più nulla.
Poi volò verso la Casa del Vento, sapendo che se avesse dormito nella tenuta sul fiume, avrebbe fatto qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. Aveva fatto così attenzione a tenere Elain il più lontano possibile, era rimasto in piedi per evitarla, e quella notte… quella notte aveva avuto la conferma di aver fatto bene.
Puntò verso il campo d’allenamento, cedendo al bisogno di buttare fuori la tentazione, la rabbia e la frustrazione ed il bisogno impellente.
Lo trovò già occupato. Le sue ombre non lo avevano avvertito.
Era troppo tardi per atterrare senza sembrare che stesse correndo. Azriel atterrò nel quadrato a pochi piedi da dove Gwyn si stava allenando nel freddo della notte, la sua spada che brillava come ghiaccio nella luce lunare.
Si fermò a metà di un fendente, girandosi verso di lui. «Mi dispiace. Sapevo che foste tutti alla casa sul fiume, quindi credevo che a nessuno sarebbe importato se fossi salita quassù e…»
«Non c’è problema. Sono venuto a recuperare una cosa che mi sono scordato.» La bugia era piatta e fredda, come sapeva essere il suo volto. Le sue ombre la guardarono da dietro le ali.
La giovane sacerdotessa sorrise, ed Azriel sapeva che poteva essere diretto alle sue ombre curiose. Ma si infilò una ciocca di capelli castano ramato dietro l’orecchio a punta. «Stavo provando a tagliare il nastro.» Con la spada indicò il nastro bianco, che sembrava brillare d’argento.
«Non hai freddo?» Il respiro formò una nuvoletta davanti a sé.
Gwyn scosse le spalle. «Una volta che ti muovi, non te ne accorgi più.»
Lui annuì, il silenzio cadde. Per un istante, i loro sguardi si incrociarono. Bloccò la terribile memoria che gli passò davanti agli occhi, così in contrasto con la Gwyn che vedeva davanti a sé in quel momento.
Lei abbassò il capo, come se stesse ricordando anche lei. Che era stato lui a trovarla quel giorno a Sangravah. «Buon solstizio» disse lei, tanto un congedo quanto un augurio per le feste.
Sbuffò. «Mi stai cacciando?»
Gli occhi verde acqua di Gwyn ebbero un baluginio d’allarme. «No! Voglio dire, non mi disturba condividere il quadrato. È solo che… so che ti piace stare da solo.» La sua bocca si spostò di lato, schiacciando le lentiggini sul suo naso. «È per questo che sei venuto quassù?»
Circa. «Mi sono scordato una cosa.» le ricordò.
«Alle due di mattina?»
Puro divertimento le brillava negli occhi. Meglio del dolore che aveva notato un momento prima. Quindi le offrì un sorriso sghembo. «Non riesco a dormire senza la mia daga preferita.»
«Un conforto per ogni bambino che cresce.»
Le labbra di Azriel si contrassero. Si trattenne dal dire che dormiva eccome con una daga. Molte daghe. Inclusa una sotto il cuscino.
«Come è andata la festa?» Il suo respiro formò una nuvoletta davanti alla bocca ed una delle ombre scattò per danzarci insieme prima di tornare da lui. Come se avesse sentito una musica silenziosa.
«Bene» disse, realizzando un attimo dopo che non era una risposta socialmente accettabile. «È andata bene.»
Non che fosse molto meglio. Quindi chiese «Tu e le sacerdotesse avete celebrato?»
«Sì, anche se la cerimonia è stata il momento saliente.»
«Capisco.»
Lei inclinò la testa, i capelli luccicarono come metallo fuso. «Tu canti?»
Batté le palpebre. Non succedeva tutti i giorni che qualcuno lo coglieva di sorpresa, ma… «Perché lo chiedi?»
«Ti chiamano cantaombre. È perché canti?»
«Io sono un cantaombre, non è un titolo che si è inventato qualcuno.»
Lei scosse nuovamente le spalle, irriverente. Az socchiuse leggermente gli occhi, studiandola. «Comunque, lo fai?» continuò. «Canti?»
Azriel non riuscì a trattenere una debole risata. «Sì.»
Lei aprì la bocca per chiedere altro, ma lui non se la sentiva di spiegare. O di fare dimostrazioni, dato che di sicuro era quello che gli avrebbe chiesto subito dopo. Quindi Az indicò con il mento la spada nella mano di lei. «Riprova a tagliare il nastro.»
«Cosa… con te che guardi?»
Annuì.
Lei ci pensò e lui si chiese se avrebbe detto di no, ma Gwyn esalò un respiro, si bilanciò con i piedi e tirò un fendente. Un preciso colpo eseguito molto bene, ma non abbastanza da tagliare il nastro.
«Ancora» ordinò lui, sfregandosi le mani per contrastare il freddo, ringraziando per il suo morso frizzante e la distrazione da quella lezione improvvisata.
Gwyn fendette di nuovo, ma il nastro non cedette.
«Giri la lama di una frazione rendendola parallela al terreno.» Spiegò Azriel, sfoderando la sua spada Illyrian da dietro la schiena. «Guarda.» Fece una lenta dimostrazione, ruotando il polso come lei. «Vedi come apri qui?» Corresse la sua posizione. «Tieni il polso così. La spada è un’estensione del tuo braccio.»
Gwyn provò il movimento lentamente, come lui, mentre la osservò correggersi da sola, lottando contro l’impulso di aprire il polso e di ruotare la lama. Lo fece tre volte prima di smettere di cadere in quella brutta abitudine. «Incolpo Cassian per questo. È troppo impegnato a fare gli occhi dolci a Nesta invece di notare certi errori in questi giorni.»
Azriel rise. «Te lo concedo.»
Gwyn fece un ampio sorriso. «Grazie.»
Azriel abbassò il capo accennando un inchino, qualcosa di inquieto si insediò in lui. Anche le sue ombre si erano calmate. Come se fossero contente di rimanere sulle sue spalle a guardare.
Ma… dormire. Aveva bisogno di provare a dormire un po’.
«Buon solstizio» disse Azriel prima di puntare verso l’arcata nella Casa. «Non restare troppo a lungo. Ti congelerai.»
Gwyn annuì i suoi saluti, voltandosi di nuovo verso il nastro. Una guerriera che giudicava il suo avversario, ogni traccia di quell’affascinante irriverenza completamente sparita.
Azriel entrò nel calore della scalinata e mentre scendeva, avrebbe potuto giurare che un bellissimo, debole canto lo seguisse. Avrebbe potuto giurare che le sue ombre cantassero in risposta.
Dormì proprio come si sarebbe aspettato, ma quando Azriel tornò alla casa sul fiume per raccattare i suoi regali prima dell’alba, trovò la collana di Elain posata sulla pila. La mise in tasca. Passò il resto della giornata, anche la dannata battaglia a palle di neve, con l’intenzione di riportarla al negozio nel Palazzo del Filo e dei Gioielli.
Ma quando ritornò dalla cabina nelle montagne, non andò alla piazza del mercato.
Invece, si trovò nella biblioteca sotto la Casa del Vento, in piedi di fronte a Clotho, mentre l’orologio suonava le sette di sera.
Fece scivolare la scatolina sulla scrivania. «Se vede Gwyn, potrebbe darglielo?»
Clotho inclinò la testa incappucciata e la sua penna incantata scrisse su un pezzo di carta. Un regalo per il solstizio da parte sua?
Azriel scosse le spalle. «Non ditele che è da parte mia.»
Perché?
«Ha bisogno di saperlo? Ditele solo che è un regalo da parte di Rhys.»
Sarebbe una bugia.
Evitò l’impulso di incrociare le braccia, non volendo sembrare intimidatorio. Bloccò fuori dalla mente la memoria che gli si presentò, sua madre farsi piccola di fronte a suo padre, il maschio in piedi con le braccia incrociate in un modo che faceva capire il suo disappunto prima ancora che aprisse la sua odiosa bocca.
«Ascolti, io…» Az cercò le parole giuste, la voce che si attenuò.
«Se c’è un’altra sacerdotessa qui che potrebbe apprezzarla, la dia a lei. Ma quando me ne andrò non avrò con me quella collana.»
Aspettò che la penna di Clotho finisse di scrivere. I vostri occhi sono tristi, Cantaombre.
Le offrì un sorriso triste. «Oggi ho perso la battaglia a palle di neve.»
Clotho era abbastanza intelligente da vedere attraverso la sua deflessione. Scrisse La darò a Gwyneth. Le dirò che un amico l’ha lasciata per lei.
Non avrebbe esattamente chiamato Gwyn un’amica, ma… «Va bene. Grazie.»
La penna di Clotho si mosse nuovamente. Si merita qualcosa di bello come questo. Vi ringrazio per la gioia che le porterà.
Qualcosa si accese nel petto di Azriel, ma si limitò ad annuire i suoi ringraziamenti e se andò. Poteva immaginarselo, comunque, mentre saliva le scale verso la vera Casa. Come gli occhi verde acqua di Gwyn si sarebbero illuminati a vedere la collana. Per qualche motivo… Riusciva a vederlo.
Ma Azriel mise da parte il pensiero, cancellando consciamente il sorriso che si era dipinto sul suo viso. Mise l’immagine nel profondo di sé, dove brillava piano.
Un qualcosa di una splendida bellezza segreta.
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tecnowiz · 11 months ago
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Come analizzare un sito e vedere se è sicuro
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Scopri come analizzare un sito per garantire la tua sicurezza online. Verifica la connessione sicura, la reputazione del sito e la presenza di certificati SSL
Per analizzare un sito e valutare la sua sicurezza, è importante prendere in considerazione diversi aspetti. Innanzitutto, è consigliabile verificare se il sito utilizza una connessione sicura. Questo può essere fatto osservando se l'URL del sito inizia con "https" anziché con "http". La "s" aggiuntiva indica che la connessione è criptata e che i dati trasmessi tra il tuo browser e il sito sono protetti. Ma senza perdere altro tempo se questo articolo ti interessa prosegui nella lettura dei prossimi paragrafi.
Perché è importante analizzare un sito
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Analizzare un sito significa esaminare le sue caratteristiche tecniche, il suo contenuto, la sua reputazione e il suo livello di sicurezza. Questo può essere utile per diversi motivi: - Per evitare di cadere in trappole online, come phishing, malware, spam, truffe, ecc. - Per proteggere i propri dati personali e finanziari da possibili furti o violazioni - Per garantire una navigazione sicura e privata, senza rischiare di compromettere il proprio dispositivo o la propria rete - Per valutare la qualità e l’autorevolezza di un sito, in termini di contenuto, design, funzionalità, ecc. - Per ottimizzare le proprie strategie di marketing digitale, analizzando i siti dei propri concorrenti o potenziali partner
Come verificare un sito
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Esistono diversi metodi e strumenti per verificare un sito e controllare la sua sicurezza. Alcuni dei più comuni sono: Controllare il protocollo HTTPS Il protocollo HTTPS (Hyper Text Transfer Protocol Secure) indica che il sito utilizza una connessione crittografata e certificata, che garantisce la protezione dei dati scambiati tra il sito e l’utente. Per verificare se un sito usa HTTPS, basta controllare se nella barra degli indirizzi compare un lucchetto verde e la sigla HTTPS prima dell’URL. Se invece compare un lucchetto rosso, una X o un triangolo giallo, significa che il sito non è sicuro o presenta problemi di certificato. Controllare il dominio Il dominio è il nome che identifica un sito web, come ad esempio www.google.com. Per verificare se un sito ha un dominio affidabile, bisogna controllare se corrisponde al nome del sito, se è registrato da un’entità legittima e se non presenta errori ortografici o caratteri sospetti. Inoltre, bisogna prestare attenzione all’estensione del dominio, che può indicare il paese o la categoria di appartenenza del sito. Ad esempio, .it indica l’Italia, .com indica il commercio, .org indica le organizzazioni, ecc. Alcune estensioni, come .biz, .info, .cc, .tk, ecc., possono essere associate a siti poco affidabili o fraudolenti. Controllare il contenuto Il contenuto di un sito web è un altro elemento importante da analizzare, in quanto può fornire informazioni sulla qualità, l’autorevolezza e la credibilità del sito. Per verificare il contenuto di un sito, bisogna controllare se è aggiornato, originale, pertinente, accurato, verificabile e ben scritto. Inoltre, bisogna verificare se il sito presenta informazioni chiare e trasparenti su chi lo gestisce, quali sono i suoi obiettivi, come contattarlo, quali sono le sue fonti, quali sono le sue politiche di privacy e di sicurezza, ecc. Utilizzare strumenti online Esistono diversi strumenti online che permettono di analizzare un sito e controllare la sua sicurezza in modo semplice e veloce. Alcuni dei più popolari sono: - Google Safe Browsing: è un servizio gratuito di Google che verifica se un sito è sicuro o se contiene elementi dannosi, come malware, phishing, ecc. Basta inserire l’URL del sito da analizzare nella barra di ricerca e cliccare su “Verifica sito”. - VirusTotal: è un servizio gratuito che analizza i file e gli URL sospetti, utilizzando diversi antivirus e strumenti di sicurezza. Basta inserire l’URL del sito da analizzare nella barra di ricerca e cliccare su “Analizza URL” o premi il pulsante Invio sulla tastiera. - SiteAdvisor: è un servizio gratuito di McAfee che valuta la sicurezza e la reputazione di un sito, basandosi su vari fattori, come il protocollo HTTPS, il dominio, il contenuto, le recensioni degli utenti, ecc. Basta inserire l’URL del sito da analizzare nella barra di ricerca e cliccare su “Check URL”. - WOT (Web of Trust): è un servizio gratuito che valuta la sicurezza e la reputazione di un sito, basandosi sulle valutazioni e i commenti degli utenti. Basta inserire l’URL del sito da analizzare nella barra di ricerca e cliccare su “Check Site Safety”.
Conclusione
Analizzare un sito e vedere se è sicuro è un’operazione importante e utile, sia per proteggere la propria sicurezza online, sia per valutare la qualità e l’affidabilità di un sito. Per farlo, bisogna tenere in considerazione diversi aspetti, come il protocollo HTTPS, il dominio, il contenuto, ecc., e utilizzare strumenti online appositi, che facilitano e velocizzano l’analisi.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Come analizzare un sito e vedere se è sicuro. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest, Tumblr e Instagram per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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solobrividiecoraggio · 1 year ago
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Oggi ho finito di leggere questo libro. È stata una lettura molto veloce rispetto ai miei standard, circa 300 pagine in massimo una settimana. Indico questo limite massimo perché prima di passare l'orale di BDSI non l'avevo ancora iniziato. Deve essere detto che l'impaginazione è particolare: spesso frasi che sintetizzano i paragrafi vengono ripetute e affiancate al testo vero e proprio per attirare l'attenzione di chi sfoglia il libro pensando di comprarlo, immagino, oppure semplicemente per sottolineare ciò che viene detto.
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Guardando l'indice avevo il timore che questo libro risultasse ridondante per me che seguo Dario da tempo, sui social e attraverso i suoi libri. Di fatto molti degli argomenti toccati li avevo già sentiti. Nonostante questo il libro è risultato utile, come al solito. Ero particolarmente interessato ai capitoli sull'iodio e sull'acqua del rubinetto, per approfondire e trovare informazioni con cui smuovere/aiutare la mia famiglia. Lo consiglio volendo leggere un libro utile riguardo la salute in generale, l'autore cerca di insegnare a valutare da soli l'attendibilità delle varie informazioni con cui veniamo in contatto.
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gcorvetti · 2 years ago
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Tanto per.
Dopo una lettura veloce e direi anche senza interesse, le notizie sono più o meno sempre quelle, tranne per il fatto che la guardia di finanza dice che gli evasori fiscali totali salgono in maniera esponenziale, allora quando i governi vogliono fare qualcosa di concreto ci riescono, perché non lo fanno al contrario? Biden da del dittatore a Xi, questo l'ho letto, lo insulta praticamente e come al solito parte all'attacco con l'arroganza che lo contraddistingue, dice che la Cina ha l'economia a pezzi, sicuro? Dice che Xi si è arrabbiato per i palloni spia, è successo quando un anno fa?, perché i dittatori lo fanno quando non sanno cosa sta accadendo, ma veramente sto magna hamburger crede che il dragone li spia con un pallone aerostatico? Almeno questo è quello che vuol fare intendere alla gente, poi dice che le sue alleanze nella zona del pacifico sono più forti, ma nell'articolo c'è scritto che con l'ambasciatore yankee sono arrivati a diversi accordi sull'economia e altre cose, ma allora sta minchiata di Biden è perché è rincoglionito? Bah.
Poi c'è la notizia del sommergibile disperso nei fondali dell'oceano per una gita a vedere il relitto del Titanic, roba che il biglietto costa quanto un'automobile e ci sono solo pochi posti; io dico, avete la testa piena di merda se andate nel fondo dell'oceano per il semplice fatto che là giù non sappiamo che pericoli ci siano, io anche gratis non ci andrei, poi in una notizia di oggi c'è che l'ex direttore della compagnia del sommergibile aveva sollevato preoccupazioni per la sicurezza prima di essere licenziato, della serie "stai zitto coglione che è l'affare del secolo", infatti mi sa che il tizio l'ha scampata bella, se quelli 'in fondo al mar' muoiono siccome sono miliardari penso che la compagnia avrà un pò di problemi legali. Sti ricchi non sanno più cosa farci dei soldi, che li dessero alla povera gente che sa cosa farci o che magari li investissero in maniera intelligente, non sia mai, tutto il futile possibile è sempre la cosa migliore per tutto; quando si pensa alle piramidi egiziane, alle grandi opere dei romani la cosa che ci si chiede è "come hanno fatto?", si ok avevano gli schiavi e tanti, ma quello che avevano era il tempo, non lo sprecavano e lo utilizzavano al meglio; c'è la leggenda dello Zed, questo manufatto enorme che fletteva il tempo, ma penso che è una cosa irreale e ha attinenza con la realtà solo come metafora. Va bè, divagare è inutile, parto con la routine giornaliera e buona immersione :D
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