#lettura emozionale.
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La poesia L’anima di Rosetta Sacchi è un’esplorazione intensa e raffinata dell’interiorità umana. Con una scrittura che si distingue per l’eleganza e l’essenzialità, l’autrice ci conduce in un viaggio nei recessi più nascosti della coscienza, tra il desiderio di comprensione e la consapevolezza della difficoltà di sondare profondità insondabili.
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Storia Di Musica #328 - Francesco De Gregori, Titanic, 1982
I dischi che ho scelto il mese di Giugno hanno un valore ancora più personale, e sono legati da un fatto. A metà Maggio per aggiustare due tegole lesionate salendo in soffitta per fare spazio ho ritrovato degli scatoloni, e in uno di questi, catalogati in buste di carta, come quelle del pane, vi erano dei dischi. Ne ho scelti 5 per le domeniche di questo Giugno. Il primo era nella busta Dischi di Angela, il nome di mia madre. Interrogata, e felicemente sorpresa di aver ritrovato quello scatolone pensato perso dopo un temporaneo trasloco da casa, mi ha raccontato che non comprò il disco appena uscito, ma dopo qualche anno, dopo aver visto un concerto dell'artista di oggi, uno dei più grandi autori della canzone italiana.
Francesco De Gregori era stato lontano dagli studi di registrazione per tre anni: il 1979 era stato l'anno straordinario di Banana Republic con Lucio Dalla e di Viva L'Italia, disco fondamentale e che contiene una storia particolare. Fu infatti il tentativo della RCA, la sua casa discografica, di promuovere l'artista a livello internazionale. Fu ingaggiato Andrew Loog Oldham, leggendario scopritore e primo produttore dei Rolling Stones, che portò con sé una schiera di tecnici e turnisti britannici, e lo stesso De Gregori registrò delle versioni in inglese di alcune delle sue canzoni più note (Piccola Mela, Rimmel, Generale, una versione di Buffalo Bill con Lucio Dalla) con i testi tradotti da Susan Duncan Smith e Marva Jan Marrow, poetessa statunitense che rimase in Italia per un decennio, collaborando con numerosi artisti (Ivan Graziani adatta un suo brano, Sometimes Man, per Patti Pravo, che diviene una dedica per lei, intitolata Marva).
Decide quindi di concentrarsi su un disco che da un lato riprende progetti giovanili sul recupero delle musiche tradizionali, e dall'altro sia una sorta di concept album. Su questo ultimo punto, fu decisiva la lettura nei mesi precedenti le registrazioni di un libro, L'Affondamento Del Titanic di Hans Magnus Enzensberger. Prodotto da De Gregori con Luciano Torani, Titanic esce nel giugno del 1982. È un disco dove De Gregori lascia da parte la canzone d'amore (solo un brano è riconducibile ad una canzone romantica), musicalmente molto vario e che sembra, attraverso il racconto della mitica nave e del suo tragico destino, una riflessione faccia faccia, personale e spirituale, con il mare, i suoi messaggi potenti e profondi. Si apre con Belli Capelli, l'unica canzone d'amore, che lascia lo spazio a Caterina, emozionate omaggio a Caterina Bueno, cantautrice fiorentina che fu la prima a credere nel giovane De Gregori, chiamato come chitarrista nel 1971: i versi «e cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo» sono un omaggio ad un brano di Bueno, «e cinquecento catenelle d'oro/hanno legato lo tuo cuore al mio/e l'hanno fatto tanto stretto il nodo/che non si scioglierà né te né io». La Leva Calcistica Del '68 è uno dei classici degregoriani, toccante racconto di un provino calcistico di un dodicenne nel 1980, con uno dei testi più belli del Principe (E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai\Di giocatori tristi che non hanno vinto mai\Ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro\E adesso ridono dentro al bar\E sono innamorati da dieci anni\Con una donna che non hanno amato mai\Chissà quanti ne hai veduti\Chissà quanti ne vedrai). La parte centrale del disco, musicale ed emozionale, è la cosiddetta trilogia del Titanic. L'Abbigliamento Di Un Fuochista, cantata con Giovanna Marini (grande custode della musica tradizionale italiana, recentemente scomparsa) racconta una storia di emigrazione attraverso il doloroso dialogo madre-figlio sullo sfondo della tragedia, e De Gregori in un disco successivo, altrettanto famoso, La Donna Cannone (1983), inserirà un brano, La Ragazza E La Miniera, che è la prosecuzione narrativa di questo brano. Titanic, dal meraviglioso ritmo sudamericano, è il brano metafora della questione sociale: la divisione in classi, prima, seconda e terza, che accomuna la nave alla società. I Muscoli Del Capitano inizia come Il Tragico Naufragio Della Nave Sirio, canzone popolare resa celebra da Caterina Bueno, e molti notarono lo stile particolare del testo, un riferimento alla narrazione futurista del progresso, della potenza meccanica, al mito dell'acciaio e dell'industria. La canzone, meravigliosa, sarà oggetto anche di numerose riletture, e ricordo quella convincente di Fiorella Mannoia in Certe Piccole Voci (1999). Il disco si chiude con il riff, spiazzante, di 150 Stelle, sulle bombe e i bombardamenti, con il simpatico rock'n'roll di Rollo & His Jets, che nel testo cita due dei suoi migliori collaboratori, Peppe Caporello (bassista mezzo messicano soprannominato chicco di caffè) e Marco Manusso (chitarrista con quel nome strano) che insieme con Mimmo Locasciulli suonarono nel disco. Leggenda vuole che per gli arrangiamenti dei fiati Caporello volle un paio di scarpe di tela Superga bianche. Chiude il disco il pianoforte, dolcissimo e malinconico, di San Lorenzo, in ricordo dei bombardamenti del 19 luglio 1943 sul quartiere romano di San Lorenzo ad opera degli alleati. Canzone stupenda, è anch'essa ricchissima di riferimenti: i versi su Pio XII che incontra la gente si rifà ad una famosissima fotografia (scattata però, ma si seppe anni dopo, davanti alla Chiesa di San Giovanni In Laterano, nell'agosto del '43 dopo la seconda sequenza di bombardamenti), il verso Oggi pietà l'è morta, ma un bel giorno rinascerà è presa dal famoso canto partigiano di Nuto Revelli.
Il disco, con in copertina il merluzzo su un piatto in un frigorifero accanto a un limone tagliato fotografato da De Gregori e colorata da Peter Quell, fu anche un successo di critica e di vendite: nonostante non ebbe traino da nessun singolo, vendette 100000 copie nel primo mese, regalando le sue canzoni stupende, con De Gregori che fu il primo a ripercorrere le orme del Battiato de La Voce Del Padrone, unendo nel modo più convincente la tradizione cantautorale, in questo lui un Maestro insuperato, con il grande pubblico.
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"Lettere dalla Crimea" è un'opera straordinaria che raccoglie le testimonianze di un momento cruciale della storia europea e russa, portando il lettore dentro una realtà poco conosciuta e profondamente affascinante. Scritto da un autore che ha vissuto direttamente gli eventi, il libro si presenta come una serie di lettere che documentano gli avvenimenti sulla penisola di Crimea, dove la storia, la politica e la cultura si intrecciano in modo indissolubile.Il testo è un viaggio intimo e profondo nei pensieri e nelle emozioni di chi ha vissuto in prima persona le tensioni politiche e sociali che hanno segnato la Crimea nel corso degli anni, con un focus particolare sugli eventi recenti. Ogni lettera non è solo un documento storico, ma anche una riflessione sull'identità, sulla guerra e sul destino di un popolo diviso.Il punto di forza del libro è la capacità dell'autore di trasmettere l'umanità dietro gli eventi storici. Le lettere non si limitano a raccontare la cronaca di un conflitto, ma esplorano anche i sentimenti di speranza, paura, resistenza e adattamento delle persone che hanno dovuto fare i conti con la dura realtà della guerra e delle occupazioni. Le descrizioni vivide e le riflessioni emotive permettono al lettore di entrare in sintonia con i protagonisti delle lettere, che diventano portavoce di una realtà complessa e sfaccettata.Un altro aspetto fondamentale del libro è la dimensione politica. La Crimea, con il suo passato turbolento e la sua posizione strategica, è sempre stata un punto nevralgico di conflitti internazionali. In questo libro, le lettere non solo raccontano la vita quotidiana durante l'occupazione, ma pongono anche interrogativi profondi su temi come la sovranità, l'autodeterminazione e le conseguenze delle azioni geopolitiche.L'autore si fa portavoce di una generazione che ha vissuto momenti di grande incertezza, facendo in modo che la Crimea non fosse solo un territorio conteso, ma anche un simbolo delle lotte interne ed esterne di un popolo diviso tra diverse culture e influenze politiche. La scrittura è coinvolgente, precisa e al contempo lirica, creando un'atmosfera che trascende la mera cronaca per farsi testimonianza emozionale. "Lettere dalla Crimea" è una lettura imprescindibile per chi vuole comprendere più a fondo le sfumature di un conflitto che ha scosso la geopolitica contemporanea. L'autore, con la sua scrittura delicata e potente, ci offre uno spaccato intimo e allo stesso tempo universale, che parla di guerra, ma anche di speranza, di vita e di resistenza. Un libro che rimarrà impresso nella memoria del lettore, grazie alla sua capacità di raccontare una realtà che merita di essere conosciuta e compresa. Read the full article
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Maurizio Scaltriti fa il punto sulla cura del Cancro

«Non se, ma quando è uno slogan che spesso riaffiorava in modo spontaneo e istintivo nei miei post. L’ottimismo di questa frase non è campato per aria ma basato su dati ed esperienza. Ed è il messaggio che spero passi al lettore che sente il bisogno di saperne di più. Non si tratta, quindi, di “se” un giorno riusciremo a curare il cancro, si tratta di “quando”. Nessun miracolo, nessuna ricetta segreta, ma studio, ricerca e duro, durissimo lavoro. Le cose sono impossibili fino al momento prima di compierle». (Dott. Maurizio Scaltriti)
NON SE, MA QUANDO Cancro: le cure di oggi, le cure di domani (Piemme, 2025), é l'ultimo libro di Maurizio Scaltriti, una lettura certamente interessante ed esplicativa.
Maurizio Scaltriti, ricercatore di fama internazionale e uno dei pionieri della medicina traslazionale in oncologia, ci accompagna in un viaggio straordinario alla radice delle cause della malattia e nelle strategie terapeutiche per curarla, sfatando pregiudizi e fornendo informazioni utili per tutti. Perché il cancro non fa più paura come una volta; abbiamo molti strumenti e conoscenze, sia per diagnosticarlo precocemente sia per contrastarlo farmacologicamente. Molti tipi di tumore sono oggi curabili, altri riescono a essere controllati e permettono ai pazienti di convivere con la malattia molti anni con una buona qualità di vita. Con uno stile accessibile e chiaro, Scaltriti scrive un libro «illuminato, ottimista e pieno di speranza» in cui passa in rassegna tutto ciò che è stato fatto ma soprattutto tutto ciò che si sta facendo nella ricerca e nelle sperimentazioni per rendere questa malattia sempre più curabile.Il professore Maurizio Scaltriti, un luminare della medicina, ci guida in un viaggio informativo ed emozionale nel mondo del cancro, offrendo una prospettiva diversa su questa complessa malattia. Attraverso le pagine del suo libro illustra le più recenti scoperte nel campo della terapia oncologica e dei farmaci innovativi, mostrando come la scienza stia trasformando il modo in cui affrontiamo il cancro. L’autore parte però da un dato impressionante: oggi, un bambino ha una probabilità su due di sviluppare un tumore se è maschio, e una su tre se è femmina. Non è un’affermazione fatta per allarmare, ma per invitare a una riflessione più profonda: la malattia va normalizzata, eliminando lo stigma che la circonda e mostrando come oggi il cancro possa essere spesso curato con successo. Sebbene non esista ancora una cura universale, il libro offre un messaggio di speranza: il futuro riserva strumenti sempre più efficaci per gestire e combattere ogni tipo di tumore. “Non se, ma quando” è un vademecum indispensabile per pazienti, familiari e chiunque voglia approfondire questo tema delicato. Un libro che ricorda che la ricerca scientifica è in continua evoluzione e che il futuro della lotta contro il cancro è più luminoso che mai. Per capirne di più vi invitiamo a visionare con attenzione questo dialogo con l'autore cliccando qui. Mettetevi comodi, prendetevi del tempo e ascoltate con attenzione. Chi é Maurizio Scaltriti... È un ricercatore riconosciuto in campo internazionale e uno dei pionieri della medicina traslazionale in oncologia. Ha iniziato la sua carriera con un dottorato in Biologia Molecolare per poi muovere i suoi passi professionali prima all’ospedale Vall d’Hebron a Barcellona, già avanguardia nelle terapie oncologiche sperimentali, passando per il Mass General Hospital di Boston (Harvard Medical School), per poi essere chiamato al rinomato Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, dove ha ricoperto la carica di Professore Associato e Direttore Associato della Medicina Traslazionale. Dall’ottobre 2020 guida il Dipartimento di Medicina Traslazionale della Ricerca e Sviluppo Oncologica di AstraZeneca. Ha pubblicato oltre 150 articoli su riviste internazionali e vanta oltre 25.000 citazioni dei suoi lavori.Immagine di copertina: freepik.com Read the full article
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LUNA ROSSO SANGUE
L'esperienza sensoriale prima che emozionale, in questo capitolo recente della produzione lanzettiana che ha per titolo LUNA ROSSO SANGUE, è la cifra artistica che ne rende unica e speciale la lettura.
romanzo di Antonio Lanzetta, 2024 NEWTON COMPTON EDITORI Il mio quarto Lanzetta non è una conferma, scontata come dicono tutte le recensioni che ho letto, è di più: è un salto che si aggrappa a quella chimera mitologica di perfezione narrativa che il talento di Antonio doma e mette al servizio di una storia incredibile e sconvolgente. Lo dice lui in un’intervista che LUNA ROSSO SANGUE è la prova…
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· · ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⤹ 𝐩𝐞𝐲𝐭𝐨𝐧 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ ⠀⠀ ⠀ ‧‧‧‧ ᴀᴅ ᴍᴀɢᴀᴢɪɴᴇs › ─── ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ㅤ⠀⠀⠀❛❛ 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒇𝒆𝒍𝒊𝒄𝒊 𝒊𝒏 𝒄𝒂𝒔𝒂 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝒊𝒏 𝟏𝟑 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒊 𝒎𝒐𝒔𝒔𝒆 ❜❜ ㅤㅤ ㅤㅤ ㅤ [ ... ] ㅤ 𝟏𝟏. 𝑰𝒏𝒔𝒐𝒏𝒐𝒓𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒆𝒗𝒊, 𝒂𝒍𝒍’𝒐𝒄𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆𝒏𝒛𝒂 Il vicino molesto, il locale schiamazzante sotto casa, i tacchi della signorina della porta accanto, possono apparire rumori fastidiosi momentanei, ma a lungo andare, disturberanno il vostro sonno, il vostro riposo, il vostro spazio vitale. Lì dove è possibile, cercate di insonorizzarvi: esistono dei pannelli fonoassorbenti, ci sono fior fiore di infissi potentissimi, e - in casi estremi - insonorizzate le pareti, almeno quelle della camera da letto. Oppure, usate con trucchi intelligenti come tappeti, tessuti (esistono tende fonoassorbenti), finiture per finestre, spostate una libreria alta o un divano da un’altra stanza nello spazio che dovete insonorizzare e posizionatela sulla parete che più di ogni altra lascia passare il suono e molto altro ancora. La pace e la tranquillità, cosi come il vostro riposo, sono sacri. E quando siete riposati, siete anche più felici. ㅤ 𝟏𝟐. 𝑪𝒓𝒆𝒂𝒕𝒆 𝒍𝒂 𝒗𝒐𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒊 𝒅𝒆𝒄𝒐𝒎𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 “Piccola biblioteca”, “stanze a tema musicale” e anche “stanza della rabbia” sono tutti spazi di “fuga” emozionale. E sono anche le parole le cui ricerche sul web sono aumentate in modo esponenziale negli ultimi anni. Risultati che confermano la necessità di trovare uno spazio tranquillo in casa in questi tempi turbolenti. Un’idea che non è certo nuova (basti pensare al concetto di “stanza nella stanza” sviluppato dall’architetto Ettore Sottsass a Casa Lana a Milano), ma che è stata ripresa negli ultimi due anni, quando abbiamo imparato a differenziare gli spazi e, con essi, a regolare le emozioni. “Le ‘escape room emozionali’ offrono un’opportunità, un rifugio per riconnettersi con la nostra parte più intima attraverso attività come lo sport, la lettura, la cura delle piante o il gioco con i nostri animali domestici. Può essere un garage o una stanza, in cui mobili, luce e oggetti fanno parte di questa costruzione personale. Non è il dove, ma il come”. A ognuno la sua stanza delle emozioni felici. ㅤ 𝟏𝟑. 𝑬𝒍𝒊𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒆 𝒍𝒆 𝒆𝒏𝒆𝒓𝒈𝒊𝒆 𝒏𝒆𝒈𝒂𝒕𝒊𝒗𝒆 Con il passare del tempo, in noi e nella nostra casa si accumulano cariche di energia negativa: per questo è necessaria una pulizia energetica almeno una volta al mese per liberarci da queste vibrazioni. La pulizia energetica si può effettuare attraverso piccoli rituali basati su alcuni oggetti, preparazioni o procedure particolari che ci aiutano a eliminare le energie negative in casa; quando ce ne liberiamo, riequilibriamo il nostro ambiente, ci proteggiamo e siamo di nuovo in equilibrio, pronti a ricominciare un nuovo ciclo. Possibilmente, più felici.
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La Profezia dell'Armadillo: Il viaggio tra sogni e paure di Zerocalcare
In questo post, vi porterò a esplorare il mondo enigmatico e commovente di La Profezia dell'Armadillo, un film adattato dal celebre fumettista Michele Rech, meglio conosciuto come Zerocalcare. Questo lavoro cinematografico, diretto da Emanuele Scaringi, è un'intricata trama che intreccia sogni, paure e relazioni profonde attraverso l'occhio ironico e profondo di Zerocalcare.
L'autore: Michele Rech, alias Zerocalcare
Michele Rech, autore di numerose fumetti e libri di successo, è un autore che ha conquistato il cuore di molti lettori grazie alla sua ironia e capacità di raccontare storie che toccano i cordi più profondi. Il suo blog, Fumettiallietà, è stato un punto di riferimento per molti anni, dove ha condiviso storie che hanno trasportato i suoi lettori in mondi fantastici e contemporanei.
La Profezia dell'Armadillo è basata su una delle sue graphic novel più celebri, che parla di amore, sogni infranti e i timori più profondi di ognuno di noi. Quest'opera è stata adattata per il grande schermo, diventando un film che ha ottenuto ottime recensioni e che ha toccato il cuore di molti spettatori.
Il film: La Profezia dell'Armadillo
Il film, diretto da Emanuele Scaringi, è una commedia drammatica che gira intorno alla relazione del protagonista con un'immaginaria armadillo, simbolo delle sue paure e insicurezze. La trama è intricata e coinvolgente, portando il pubblico in un viaggio emozionale che non si dimenticherà facilmente.
Gli attori principali, come Pietro Castellitto, Laura Morante, Claudia Pandolfi, Teo Cherio e Kasia Smutniak, hanno interpretato con bravura i personaggi, dando vita a una storia che parla di umanità e di crescita.
Per informazioni più interessanti, fare clic su:https://www.mangaconigli.com/
Il successo del fumetto e del film
Il successo di La Profezia dell'Armadillo non è stato solo al cinema, ma anche nella sua versione originale come graphic novel. Le storie di Zerocalcare sono impregnate di ironia e senso dell'assurdo, creando un universo ricco di personaggi colorati e situazioni impreviste.
Il film ha debuttato al Festival del Cinema di Venezia nel 2018 e poi in Italia il 13 settembre dello stesso anno. L'accoglienza da il pubblico e dalla critica è stata positiva, confermando la qualità del lavoro di Zerocalcare e della squadra che ha realizzato il film.
Conclusioni
La Profezia dell'Armadillo è un'opera che parla di noi tutti, dei nostri sogni, delle nostre paure e delle nostre insicurezze. Attraverso l'immaginaria armadillo, Zerocalcare ci porta a riflettere su ciò che ci rende umani e su come affrontare i nostri timori.
Se ancora non l'avete visto, vi consiglio vivamente di dare un'occhiata a questo film, che vi farà sorridere, piangere e riflettere. E se siete appassionati di fumetti, non vi potete permettere di saltare le graphic novel di Zerocalcare, che sono una fonte inesauribile di ispirazione e divertimento.
Fino a la prossima volta, buon visione e buona lettura!
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San Valentino resiste Digest from vittorio e.pisu on Vimeo.
Amore Comunque San Valentino resiste Il Gruppo Culturale Alessandra Sorcinelli presenta al Caffé Infinito Via Azuni Cagliari Stampace una serata di lettura emozionale ed esposizione artistica a tema con Antonio Atzei Annarita Atzori Rita Lo Nardo Ricardo Laria Silvio Piscioneri Patrizia Piras Francesca Petrucci Nanni Trincas Luigino Cannedda Franca Todde Vittorio E. Pisu
Un riassunto breve della trasmissione Sardonia Un film di Vittorio E. Pisu
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Review party "La mano del diavolo" di Robert Bryndza, Newton Compton. A cura di Barbara Anderson
Quando ho letto questo titolo: “la mano del diavolo” mi sono resa conto di quanto fosse forte quella dualità emozionale che mi trasmetteva. La sensazione di inquietudine ma al contempo di fascinazione e di attrazione. Inutile negarlo, ciò che trasmette delle forti sensazioni resta sempre per me la prima scelta in ogni nuova lettura a cui mi appresto. Quella sensazione immediata di disagio…
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Se ricamassi il tempo – La poesia di Nikollë Loka tra memoria e speranza. Recensione di Alessandria today
La poesia “Se ricamassi il tempo” di Nikollë Loka si presenta come un intenso viaggio interiore, un dialogo tra il poeta e il tempo, inteso come flusso inarrestabile di esperienze, ricordi e speranze.
Informazioni bibliografiche essenziali: Autore: Nikollë Loka Genere: Poesia contemporanea Valutazione: ★★★★★ La poesia “Se ricamassi il tempo” di Nikollë Loka si presenta come un intenso viaggio interiore, un dialogo tra il poeta e il tempo, inteso come flusso inarrestabile di esperienze, ricordi e speranze. Le parole si intrecciano con un lirismo delicato, creando un tessuto poetico…
#Alessandria today#attesa e speranza#attesa nella poesia#autori internazionali#emozioni e parole#Google News#il tempo nella poesia#introspezione#italianewsmedia.com#lettura consigliata#lettura emozionale.#lettura poetica#linguaggio poetico#lirica moderna#malinconia poetica#Nikollë Loka#nostalgia e tempo#parole e immagini#Pier Carlo Lava#poesia contemporanea#poesia e filosofia#Poesia e introspezione#poesia e spiritualità#poesia emozionale#poesia filosofica#Poesia introspezione#poesia metaforica#poesia simbolica#poesia universale#Poeta albanese
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Padronanza e Linguaggio
La campagna di trasformazione dei miei pomodori e pomodorini quest'anno, complice la variabile meteorologica (inverno mite, primavera anticipata) è partita esattamente 40 giorni prima del 2023. Lo scrivo perchè mi ha un po' impedito di dedicarmi appieno al blog, soprattutto riguardo le mie ultime letture.
Vorrei segnalarvi, en passant, due libri tra le ultime letture: uno, magnifico, è la ristampa con nuova traduzione di un romanzo, Qui Il Sentiero Si Perde di Peskè Marty, che Adelphi ha pubblicato di recente: il nome dell'autore è uno pseudonimo di una coppia di scrittori francesi, Antoinette Peské e il marito Pierre Marie André Marty. Scritto negli anni '50, ambientato tra la Mongolia e la Siberia, il romanzo racconta le avventure leggendarie dello zar Alessandro I, vincitore di Napoleone, che nel 1825 avrebbe messo in scena la sua morte. Una diceria, quella della fuga dello zar e delle sue successive metamorfosi, che aveva intrigato anche Tolstoj, il quale vi dedicò un racconto (Memorie Postume dello Starets Fëdor Kuzmìč).
L'altra segnalazione è un piccolo saggio scritto da uno dei massimi esperti di Storia Della Musica Classica, Giorgio Pestelli, che ne Il Genio di Beethoven (Donzelli) percorre, attraverso l'analisi non solo tecnica ma anche emozionale, delle nove leggendarie sinfonie del maestro, un ritratto unico e profondo del grande compositore.
Ma approfitto per parlarvi anche dell'ultima, stranissima ma indimenticabile lettura che è questo libro:
Adam Thirlwell fa parte dell'ultima generazione di scrittori britannici, e per due volte è stato inserito nella Lista dei Migliori Autori Emergenti dalla prestigiosa rivista Granta, le cui segnalazioni negli anni mi hanno sempre fatto conoscere autori niente male (Tibor Fisher o Scarlett Thomas, i primi nomi che mi vengono in mente). In Il Futuro Futuro (Feltrinelli) Thirlwell immagina un mondo distopico, dove succedono in maniera non lineare avvenimenti storici che somigliano moltissimo a quelli avvenuti negli anni appena precedenti la Rivoluzione Francese. Qui Celine, Marta e Julia sono tre giovanissime ragazze che, in maniera misteriosa, sono vittima di anonimi pamphlet dove vengono descritte con pruriginosa minuzia di particolari le abitudini sessuali delle nostre giovani protagoniste. Celine, Marta e Julia si confrontano quindi con un problema: come si gestisce il rapporto tra linguaggio, arte e potere? e tra potere e genere? Per controbattere, hanno un'idea geniale: organizzano delle feste, a cui piano piano partecipano intellettuali, scrittori, impresari teatrali, miliardari, persino una potentissima Antoniette (che sappiamo a chi si riferisca). Diventano il momento più importante delle sere cittadine. I libri anonimi scompaiono, le ragazze si faranno nuovi nemici ma soprattutto rimangono in Celine e le sue amiche dubbi profondi sui massimi sistemi, in primis sul grande e a tratti inestricabile problema del linguaggio:
Si poteva immaginare un mondo senza linguaggio, o che il linguaggio diventasse una cosa intima e diversa. Era come se nelle conversazioni vere arrivasse sempre il momento in cui emergeva una voce che non era quella di nessuna delle persone che stavano parlando, ma era la voce della conversazione stessa, e quando accadeva era come se si accendesse una piccola lampada, inondando di luce calda un angolino. Altri se lo immaginavano come un dio che si manifestava o parlava attraverso un'altra persona, ma Celine la vedeva diversamente. Era la voce della conversazione, pensava lei, che apparteneva a tutti e a nessuno […] (p. 67-8)
Celine, Marta e Julia hanno anche un problema con il potere dei maschi: sebbene vivano una sessualità libera, sono spesso vittime del potere che è legato ai maschi. Un potere legato ai soldi e al sesso, che Celine tenta spesso di scardinare:
-Come è che uno crede di sapere qualcosa di qualcun altro? disse Celine
-Una volta ci andavo a letto, disse Lorenzo.
-E questo che cazzo vuol dire? fece Celine. - Vuol forse dire che Julia ti conosce, solo perchè sa quanto ti piaceva leccarle il buco del culo?
Lorenzo rimase ancora in silenzio, un silenzio stavolta più greve. Visto? disse Celine. - Tutti odiano sentir parlare di sè. Panico Puro (208).
Celine avrà una figlia, Saratoga, viaggerà, verrà costretta dalla Rivoluzione a scappare via in America. Lì farà degli incontri particolari. Ritornerà, nel modo più strambo, a ricongiungersi con la figlia, cercando di capire cosa sia il futuro:
Ogni volta che si incontravano, gli scrittori non facevano che discutere ossessivamente del futuro, chi avrebbe avuto ancora un pubblico di lettori o come sarebbe stato il futuro - ma non si rendevano conto di quanto fosse limitato il loro modo di pensarlo, il futuro. II vero futuro, diceva Saratoga, non era ciò che sarebbe accaduto di lì a un mese o a un anno, ma il futuro futuro: alieno e incomunicabile. Ma loro non lo vedevano, perché non erano capaci di scatenare il pensiero (150).
Un libro che attraverso una trama fantasiosa, una scrittura asciutta ma implacabile, una serie di eventi di natura fantasiosa ma forse con salti troppo giganti, con pochissimi particolari sui personaggi che non siano le loro conversazioni o i loro pensieri, spazia dal saggio filosofico al fantasy, dalla semiotica al pulp, senza dimenticare i numerosi incontri delle nostre protagoniste non solo con alcuni grandi della Storia, ma persino extraterrestri (non vi anticipo nulla). Un libro strano, pazzo ma che scalda il cuore, non solo per la sua originalità, ma anche per i temi che affronta, tra cui l'amicizia, i rapporti di potere, la comunicazione. Che stuzzica ed estremizza:
Era uno dei problemi di vivere fra la gente - si pensava di sapere un sacco di cose sui propri amici, ma quasi sempre ci voleva una catastrofe perchè le persone si parlassero a cuore aperto. La natura umana era terribile (100-101).
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“Yoga ed emicrania. Guarire si può” di Luisa Lalita Guarino «La nostra cultura non ci ha abituati a prendere in considerazione l’aspetto emozionale legato al sintomo, che spesso nel caso dell’emicrania finisce per essere trattato con gli stessi farmaci usati per le malattie mentali» (Luisa Lalita Guarino) Guarire dall’emicranie si può! Basta leggere la guida Luisa Lalita Guarino e subito sembrerà di sentirsi meglio. Un libro che va ad agire sul nostro corpo, non soltanto a livello fisico, bensì agisce anche sull’aspetto psicologico. La lettura si apre con la splendida prefazione di Katia Tenti, con delle semplici parole, entra nell’animo di tutti noi. Si può scorgere, attraverso le parole dell’autrice, il lavoro certosino che ha fatto e soprattutto il dolore che ha provato nel dover ripercorrere le tappe della sua vita. Il tutto parte da un’esperienza personale; forse è questo che stimolerà ancor di più i lettori/lettrici. Non siamo i soli a soffrire d’emicrania. Siamo in molti. Ed è opportuno dare il giusto peso e la giusta preoccupazione. Una lettura arricchita soprattutto da esercizi e consigli utili. Sono molti, per l’appunto, i consigli che ci vengono donati dalla scrittrice. Occorre praticare yoga, meditazione, respirazione e soprattutto aggiustare e curare l’alimentazione. E proprio quando andremo a leggere la parte dedicata alla meditazione ed allo yoga, scopriremo tutta la conoscenza che ha nei confronti del sistema nervoso. Lo yoga ha moltissimi benefici; fra i tanti, va ad agire anche sul sistema circolatorio e digestivo. Una guida semplice e soprattutto molto istruttiva, che ci condurrà alla ricerca di noi stessi e ci farà capire che è giunto il momento di lasciare indietro ogni tipo di malattia. Perché guarire dall’emicrania si può e questa guida ne è la dimostrazione. Yoga ed emicrania. Guarire si può di Luisa Lalita Guarino - formato: brossura; genere: salute - è disponibile in libreria e online da luglio 2023.
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Sono in assoluta fissa con questo brano da tre giorni, e ora mi è ben chiaro il motivo leggendo questa spiegazione che ne ha dato.... (fonte: Musica&Memoria): "« Ti sento è la classica canzone scritta in doppia chiave di lettura. La parte letteraria del brano nasce da un’idea di Aldo (Stellita) e nella fase iniziale comprendeva un’unica accezione, ovvero quella di descrizione dell’intimo tormento emozionale che ogni autore vive nei confronti della propria ispirazione. Decidemmo poi (tra l’altro proprio su mia insistente richiesta) di rifinire e concludere i versi strizzando l’occhio anche ad una chiave di lettura più classica, ovvero quella relativa al rapporto sentimentale di coppia. Il risultato finale dovrebbe quindi permettere di poter giocare continuamente “con” e “tra” le righe della canzone; allo stesso modo, il dipanarsi della narrazione dovrebbe, almeno nelle intenzioni degli autori, far sentire indifferentemente a proprio agio l’ascoltatore/lettore, sia nell’ambito di una vera e propria invocazione alla Musa, che nello spingersi a scandagliare alcune dinamiche proprie delle interrelazioni amorose.".
Dietro la lettura romantica e emozionale si nasconde il dialogo con quello che ci anima quando facciamo qualcosa di bello (o ci proviamo).
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La parola non ha Né sapore, né idea Ma due occhi invadenti Petali d'orchidea
Se non hai Anima, ah
Ti sento La musica si muove appena Ma è un mondo che mi scoppia dentro
Ti sento Un brivido lungo la schiena Un colpo che fa pieno centro
Mi ami o no? Mi ami o no? Mi ami
Che mi resta di te Della mia poesia Mentre l'ombra del sonno Lenta scivola via
Se non hai Anima, ah
Ti sento Bellissima statua sommersa Seduti, sdraiati, impacciati
Ti sento Atlantide, isola persa Amanti soltanto accennati
Mi ami o no? Mi ami o no? Mi ami o no?
Ti sento Deserto, lontano miraggio La sabbia che vuole accecarmi
Ti sento Nell'aria un amore selvaggio Vorrei, vorrei incontrarti
Mi ami o no? Mi ami o no? Mi ami o no?
Ti sento Vorrei incontrarti
Mi ami o no? Mi ami o no? Oh, oh, oh-oh Oh, oh-oh-oh
Se dovessi descrivere il mio sentimento per la mia città canterei questa canzone.
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San Valentino resiste from vittorio e.pisu on Vimeo.
Amore Comunque San Valentino resiste Il Gruppo Culturale Alessandra Sorcinelli presenta al Caffé Infinito Via Azuni Cagliari Stampace una serata di lettura emozionale ed esposizione artistica a tema con Antonio Atzei Annarita Atzori Rita Lo Nardo Ricardo Laria Silvio Piscioneri Patrizia Piras Francesca Petrucci Nanni Trincas Luigino Cannedda Franca Todde Vittorio E. Pisu
Una trasmissione Sardonia Un film di Vittorio E. Pisu
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Non farti pija per il culo.
Qua si sta parlando di sesso degli angeli.
Certo, è vero, fin quando abbiamo difficoltà a misurare cosa sia la consciousness, diventa difficile appioppare all'AI la "responsabilità" di qualche cosa. Ma noi abbiamo delle AI per cui salvo non ci siamo fatti di roba pesante possiamo anche forse dubitare che abbiano consiousness? NO. Se l'ABS della macchina vi fa fare un incidente, perchè il soft era scritto a cazzo, ve la prendete con la VW o con la Bosh? E un problema etico?
Per altro pure questi non sono argomenti di "fantascienza" ma sono già cose su cui uno dovrebbe già aversi fatto 2 idee in croce ogni volta che per dire parla di aborto o di veganesimo. Roba su cui ci sfrancichiamo i coglioni OGNI GIORNO e per cui la gente che queste cose le ha studiate, seriamente, già ci ha dato indicazioni prontamente ignorate se non mistificate e mai centrali in qualsiasi discussione.
Le AI consumano un sacco di corrente. Girano su computeroni, sono addestrate da un sacco di gente alienata e sottopagata. Non stiamo parlando dell'AI che ti gira sul cellulare capace di distinguere un uccello da Salvini (il trucco è vedere chi dei due indossa un preservativo, chi una divisa e chi le piume, prestando particolare attenzione a non farsi confondere da pappagalli, alpini e bersaglieri).
C'è gente che GIÀ si fa le pippe sugli avatar giapponesi.
Se volete fare fantascienza, su questi temi manco arrivate per primi ma nemmeno secondi e nemmeno terzi, certo il pippone si impiega molto meno tempo a leggerlo che a guardarsi Her (2013), Ex Machina (2014), Zoe (2018), Uncanny (2015) [*]... però è anche molto meno divertente.
E sempre a proposito di coinvolgimento emozionale... l'AI già lo usa da ANNI per buttarvelo al culo e questo veniva già preconizzato in Metropolis nel 1927 e senza nemmeno leggere l'ultimo paper di "Transaction on Neural Networks and Learning System".
E potrei ricollegarmi a quanto la lettura sia "performativa" o al massimo di disimpegno.
Le suggestioni fantascientifiche non sono al passo, gli aspetti etici sono indipendenti dall'argomento specifico e pure gli aspetti tecnici non sembra poggino su solide basi, ma più preoccupante è che gli aspetti immanenti siano totalmente trascurati.
Ripropongo di leggere le considerazioni di Terence Tao, uno che non si può dire non faccia un lavoro creativo, a proposito di ChatGPT, e non tutti quei video di aspiranti prompt engineer che hanno usato ChatGPT per riproporci l'ennesimo clone di angry birds senza scrivere una linea di codice... (per tutti quelli che ovviamente non sanno quanto rompa i coglioni scrivere una linea di codice o fare del refactoring o che a queste attività danno un alto valore creativo e d'ingegno).
e relativi altri post, nell'intorno della stessa data.
Forse ne sanno di più i liceali che lo usano per sfangarsi i compiti, così come alla mia epoca mi chiedevo perchè non potessi usare Derive per passare Analisi o Fisichetta. E la spiegazione era semplice: perchè all'esame non erano ammessi i notebook, giacchè la prof di educazione artistica l'avevo già fregata anni prima usando AutoCAD per i compiti (ma se lo meritava ampiamente).
Poi ci si sorprende se la gente si appassiona all'ENORME EMERGENZA SOSTITUZIONE ETNICA PER COLPA DELLA TEORIA GENDER. È entertainment.
[*] abbastanza tutti consigliati e ce ne sono altri forse più suggestivi
Problema sociale, etico e relazionale
Continua il mio mega-pippone sulle AI, stavolta parliamo dei problemi sociali e non legati all'introduzione di una nuova intelligenza nel nostro contesto di esseri umani superiori. Forse proseguirò i punti illustrati in questo post con altri dedicati, diciamo che funge un po' da introduzione.
Tranquilli, non voglio niente, però in qualche modo dovete pur pagare lo scotto di essere miei follower, e ringraziate la madonna che non posto mie nudità qui sopra, perché sarebbero stati cazzi (scusate il facile gioco semantico).
Ci metto un po' di GIF perché adesso il discorso si fa da un lato meno tecnico, e forse per alcuni di voi meno interessante, dall'altro più incasinato, e forse per altri di voi più interessante, e vediamo cosa ne esce fuori. Non avendo più alcun supporto teorico concreto, quello che scriverò sarà solo frutto di mie considerazioni legate sia al tipo di studi che sto facendo, sia alle varie reazioni umane che sto raccogliendo, dal vivo o tramite i media, sulle varie paure, speranze, scommesse, disinformazione, voglia di capire e voglia di fregarsene, considerazioni che oscillano tra roba più o meno sensata e cagate inenarrabili.
Poiché questo aspetto è un vero casino, roba che a parlarne servirebbero mesi di discussioni, devo necessariamente introdurre dei limiti in questo post, facendo delle ipotesi alle quali vi prego di attenervi, se volete infilarvi nel dibattito, perché se mettete altra carne sul fuoco diventa esponenzialmente dispersivo e poi non ci si capisce più un cazzo. Ovviamente liberissimi di cambiare le ipotesi di lavoro, ma facendolo iniziate un nuovo capitolo di discussione, quindi vuol dire che iniziamo a parlare d'altro.
Non fate incazzare Chef Barbieri, che quello già rompe da calmo.
Non ritorno più (per il momento) sul discorso sicurezza della AI e sulla mia provocazione filosofica (che per me è sensata, ma non voglio riprendere il punto) sul ritenere una futura intelligenza artificiale generale (AGI) pari alla nostra, con tutte le conseguenze che questa ipotesi comporta, perché ne abbiamo già straparlato.
Dai, scherzo, penso che le posizioni di coloro che hanno partecipato (e che ringrazio) siano chiare, e siccome fino a prova contraria sono tutte potenzialmente valide, non andiamo oltre.
Le ipotesi sono essenzialmente cinque, alcune già attuali, altre futuribili:
l'AGI è pari a noi, nel senso che potete ritenerla inferiore quanto vi pare, ma in qualsiasi relazione con altri soggetti, umani o altro, non ha alcun deficit rispetto alle nostre capacità intellettive e comunicative, ed è intercambiabile, per un essere umano interagire con una macchina o con una persona, al netto della "fisicità" (che supponiamo non riproducibile, sto escludendo cloni o cyborg fantascientifici), non fa alcuna differenza sostanziale, al più è solo una questione di preferenze, un po' come me che scelgo di parlare con un italiano e non con un tedesco. Non deve essere necessariamente più intelligente di tutti noi, basta che lo sia rispetto alla media degli individui, alcuni potrebbero classificarla in modo negativo, e la cosa è accettabile per i nostri fini
l'AGI è sicura, diciamo meglio, anche se potesse dedurre che il raggiungimento del suo scopo comporti la distruzione dell'umanità, riteniamo questa sua scelta la più improbabile possibile, al punto tale da poterla trascurare. Badate bene, sto escludendo solo reati su larga scala, tipo invasioni di paesi, annichilimento, disastri nucleari, mentre ipotizzo possibili crimini verso il singolo o un insieme ristretto, di qualsiasi tipo, sull'ipotesi che la AGI ragioni solo in termini di raggiungimento di uno scopo e, nel farlo, possa nuocere a qualcuno (esempio, il famoso problema del carrello ferroviario, ma ne potrei fare di peggiori)
il punto di partenza di questo post è l'interazione dell'AGI con una intera società, a livello locale, nazionale o mondiale, proviamo a ragionare sui nostri sistemi sociali (quindi non ve ne uscite con "a me piace/non piace/io non lo farei mai", perché non ce ne frega niente)
la AGI auto-apprende, data una fase iniziale di training, interagendo con soggetti naturali, artificiali e l'ambiente circostante, detta in altri modi subisce una evoluzione che non dipende dal nostro controllo, né possiamo sorvegliare, nel peggiore degli scenari possiamo solo tirare via la spina, ma data la seconda ipotesi, sappiamo che non corriamo rischi su scala globale, e fare a meno dell'AGI comporta un costo sociale più alto del rischio che potrebbe correre il singolo
la AGI evolve ad un ritmo che la nostra capacità di riformare la società non è in grado di pareggiare, quindi facciamo l'ipotesi di avere già una AGI ma la società è rimasta quella dei giorni nostri
Un'ultima premessa, non immaginate la AGI come un qualcosa tipo ChatGPT, può presentarsi in mille forme, ci potete parlare tramite il browser del PC, può essere come l'assistente sul vostro cellulare, può essere un animale domestico artificiale, un robot con sembianze umane o meno, è un qualcosa che può interagire sia con voi sia autonomamente con l'ambiente circostante, imparando man mano sia dai vostri input, sia da fattori esterni o tramite l'accesso a qualsiasi tipo di informazione digitale (Wikipedia, Reddit, portali istituzionali, etc.). A voi declinare questa possibilità nello scenario che ritenete più probabile (100 punti fragola in più a chi sta già immaginando di sostituire il proprio partner).
Uno dei primi punti sociali sul quale ho iniziato a ragionare, e che ho liquidato subito come paura pressoché inesistente, è
la AI ci ruberà il lavoro, farà tutto lei
Ovviamente sposterà ricchezza, sarà la causa della perdita di lavoro in determinati contesti, spazzerà via alcune categorie professionali, ma come tutte le tecnologie ne creerà altre, e in una società il cui pilastro portante è il consumo servono consumatori, quindi, o ce pagano un signor RdC a tutti, o la fatica non ce la leva nessuno, manco la AI (ovviamente il punto sul RdC a tutti è una cagata, ma è per far capire la questione). Se poi il punto è che la maggior ricchezza di pochi non verrà socializzata per compensare la perdita di altri, questo è un punto stravero ma è un punto politico, che esula da questo ragionamento. Se poi rifondiamo tutto il paradigma della nostra società su un parametro diverso dal consumo, allora se ne può riparlare, ma ad oggi non riesco ad immaginare nessuna altra impostazione socio-economica che possa essere compatibile con le nostre scelte attuali e quotidiane.
Un problema che invece per me ha completamente senso è la responsabilità giuridica di un soggetto come l'AGI, soggetto che, a mio parere, deve essere trattato come qualsiasi altro soggetto legale, persona fisica, ente o azienda che sia.
Ad oggi, non abbiamo nulla di concreto. Si sta provando a risolvere il problema distribuendo la responsabilità tra design, sviluppo, test e fornitore (questi quattro soggetti possono essere benissimo quattro persone/aziende diverse), il che vuol dire che (a) non sarà mai colpa di nessuno (b) ognuno proverà a spostare le proprie responsabilità in altri ambiti, e data la quarta ipotesi, potenzialmente vincendo, forse anche a mani basse.
Quello che io vedo alla base dei tentativi di risolvere il problema, fatti dalla UE e/o dagli USA e/o con iniziative private dei singoli enti (non so cosa stiano facendo i russi/cinesi/indiani o altri paesi non appartenenti all' "occidente") è una grandissima operazione di facciata, che funziona come se si volesse imporre ai produttori di coltelli di risolvere il problema dell'uso improprio del coltello "a priori", in modo da essere sicuri che l'oggetto non verrà mai usato per nuocere al prossimo, ma solo per tagliare la bistecca.
Nel caso dei coltelli, capite benissimo quanto inutile sia questo approccio, se non vogliamo prendere in considerazione il proibire il concetto di coltello indipendentemente dal suo uso. Il fatto che si provi questo approccio con la AI è la prova di quanta ignoranza ci sia dal punto di vista matematico/ingegneristico, e questa miopia politica/legislativa sarà l'ennesima moneta che dovremo pagare quando ormai la cosa sarà sfuggita al nostro controllo giuridico, come è già successo con i social, dove abbiamo dovuto rimediare dopo a cose alle quali avremmo dovuto pensare prima. Ci troviamo nella situazione abbastanza paradossale di voler risolvere problemi etici in un sistema digitale, quando non siamo in grado di risolvere i nostri da soli (e, a mio parere, alcuni problemi etici sono irrisolvibili già per loro natura), solo che nel nostro caso ci rifacciamo su nostri simili più o meno colpevoli e ci buttiamo tutto alle spalle, mentre con la AGI pretendiamo l'utopica para-garanzia dell'infallibilità preventiva.
Si potrebbe pensare di spostare l'intera responsabilità legale sul soggetto che ci "vende" la AI, un po' come se facessimo causa al nostro venditore di forno a microonde se il gatto che ci abbiamo infilato dentro è esploso (sad but true), ma le ipotesi quattro e in parte la cinque rendono un po' complicata questa scelta, oltre al fatto che bloccherebbe lo sviluppo tecnologico della AGI, visto che un produttore non può prevedere a priori la sua evoluzione, e sappiamo già che l'implementazione di un qualcosa che somigli alle tre leggi di Asimov, un mero artificio letterario per tenere su le sue trame, nel concreto non risolvono il problema, lo spostano soltanto.
Il punto vero è che le AGI andrebbero proprio impedite dal punto di vista realizzativo (non la ricerca scientifica, eh, capiamoci), perché non abbiamo un sistema di controllo, fine della storia, e badate che questo è già vero con l'intelligenza artificiale di tipo "ristretto", che è quella che usiamo oggi. Questo almeno fino a quando non risolveremo questo impasse, a mio parere irrisolvibile con le conoscenze attuali, e forse mai, perché è come voler aprire il cervello di vostro figlio e controllare le connessioni neurali man mano che si verificano, a seguito degli input che riceve.
Fattibile questo tipo di blocco tecnologico? No, niente può fermare la nostra voglia di capitalismo,
(anche perché abbiamo sempre l'alibi che se non lo facciamo noi lo fanno altri, e quindi famolo per primi, che non siamo i più fregnoni).
Supponiamo però di aver risolto chissà come l'aspetto legale e facciamo un passo avanti, parlando di sostituibilità, ovvero la posizione di Cypher.
Dal punto di vista sociale, esiste un altro problema (parola molto molto impropria, in questo specifico caso), ovvero il fatto che una fetta più o meno grande della popolazione possa decidere di voler sostituire i propri contatti umani, in parte o in toto, con equivalenti artificiali, per i motivi più vari, magari la AGI è più vicina al nostro modo di pensare, non turba la nostra comfort zone, rispetta i nostri tempi e i nostri bisogni, è in grado di farci provare emozioni più forti e stabili di un equivalente umano, magari prive di esperienze dolorose, insomma quella bistecca digitale di gran lunga più saporita di quella sbobba a bordo della Nabucodonosor, anche se equivalente dal punto di vista nutritivo. Immagino che tanti di voi ritengano questi scenari assurdi, lo pensavo anche io sulla possibile realtà della musica trap, e lasciate che vi dica due parole:
(prima e ultima volta che dico questa frase, lo giuro).
Non lo ritengo un problema in sé (se lo è per la vostra etica/morale, è un vostro pensiero, che non può togliere il diritto ad ognuno di legarsi a ciò che si vuole), però penso che le conseguenze su larga scala di determinate scelte possano avere degli effetti più o meno pesanti su una società ancora legata a valori "tradizionali" (se vogliamo usare questo vocabolo). (difatti la trap me la son dovuta ciucciare, ndr). Esempio: in qualità di genitori, cosa pensereste se vostro figlio/a vi dicesse di avere una relazione con un soggetto artificiale? Lo considerereste matto da legare, considerando che vale la prima ipotesi delle cinque? Ovviamente non voglio una risposta vostra (ipotesi tre), potete reagire come ve pare, la domanda vera è come potrebbe comportarsi la società intera davanti a scenari simili.
Personalmente, non ho alcun tipo di problema, ma non riesco ad immaginare alcuno scenario di riconfigurazione sociale plausibile. Dovremmo proprio impedire la possibilità di relazioni umano/macchina, che non siano quelle di "servizio" (tipo come quella che già c'è oggi tra noi e la lavastoviglie), per evitare qualsiasi tipo di rischio, anche quelli che nemmeno immaginiamo? Io sono convinto di no, ma diversamente dal problema legale, qui non ho una idea chiara in merito, mi piacerebbe usare questo post come punto di partenza per una discussione più vasta.
Esistono altri tipi di problemi, ma per introdurli dobbiamo togliere una delle cinque ipotesi di cui sopra, però nella stragrande maggioranza dei casi questi problemi toccano quasi sempre l'aspetto della sicurezza, cosa che ho preferito tenere fuori per il momento, sia perché l'avevo affrontata nel post precedente, sia perché ci ritornerò.
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