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Barbara Ehrenreich, Deirdre English - Le Streghe Siamo Noi - La Salamandra - 1975
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allecram-me · 2 months ago
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Oggi a Berlino è festa nazionale, sono tutti partiti per un weekend lungo. Io vedo questo giorno libero, grigio ma non troppo, come una piccola cattiveria del tempo, del mio tempo qui che non so benissimo come sfruttare, anche se ci provo. Ho comprato questa busta di tabacco il 19 Settembre e durerà ancora qualche giorno, il che significa che sto andando egregiamente bene sul versante nicotina, fumo di meno. Devo consegnare la tesi di dottorato il 15 Ottobre, il che significa che non sto messa proprio bene, dovrei usare questo giorno libero e non troppo luminoso per starmene a casa col nasino nel pc, non dico manco di voler fare un buon lavoro - che senso ha, adesso? - ma un lavoro qualunque, perché questa sigla di tre lettere vicino al mio nome io me la merito, anche se non so fare proprio proprio un cazzo, o così mi pare stando qui insieme a tutte queste fantastiche persone che evidentemente sanno quello che fanno, e mi sa pure che molti di loro siano sulla carta meno skillate di me. Che ipocrisia l’istituzione, ma stando qui ho ancora l’impressione che ci sia speranza - io, speranza. In questo momento.
Ho scritto a Linda un messaggio incoerente - io, comunicazione incoerente. Ma è pur sempre la fotografia di questo momento. Le ho comunicato che Valerio è morto e che io sono qui. Le ho detto “Ehi, non so se voglio parlarne, forse devo parlarne, ma forse parlarne mi farà crollare ed io mica adesso me lo posso permettere…”. Le ho detto che l’abbraccio perché so bene che dopo aver saputo di questa notizia avrà pianto per me. Il mio rapporto con la mia psicologa è piuttosto atipico, per quello che da psicologa so, ma il punto è anche che siamo colleghe. Questo mi fa venire in mente il fatto che ci sono nella mia vita tutte queste situazioni in cui le persone inquadrano la nostra relazione attribuendomi un ruolo di competenza, ma secondo me io questa roba qua non la so raccogliere molto bene. Tipo come qui a Berlino, dove parlo con tutti i gradini di questa gerarchia che mi è comunque oscura partendo dal presupposto che siano tutti intrinsecamente migliori di me, e si vede che lo faccio. Mi viene in mente che forse loro si aspettavano che questa esteemed foreign researcher sarebbe venuta a portare competenze, a mettere qualcosina sul piatto. Ed io che ho messo? Sorrisi gentili, mille “don’t worry about me”, il mio racconto da pazza detached di un lutto così recente ed enorme da essere francamente inappropriato. Qualcuno penserà che sono pazza. Io lo penso, forse mi ossessiona un po’. Sub-clinicamente, per ora. Una psicologa ha le competenze per dirle, certe cose.
Martedì ho presentato una vaga idea di quale sarà il mio lavoro di questo mese alla consueta riunione del team. Due slide mediamente colorate, un sacco di punti interrogativi. Sono una persona onesta, questo è innegabile. Mi hanno chiesto di fare cose che non so fare, ma se fossi in grado di impararle al volo sarebbe tutto ok. Nella mia esperienza è così che si fa questo lavoro. A breve però questo mese qui sarà finito, e che ne sarà di me? Dovrò dare un significato alla frase “Valerio è morto” che dico tanto spesso, dovrò tornare nell’unico posto dove so per certo di non voler essere, con una persona che esercita del potere su di me, e che io semplicemente odio. Da quando Valerio è morto ho scoperto una spinta a vivere che non credo mi appartenesse, deve essere stato una specie di contagio tipo quell’episodio di Buffy (o era Streghe? O forse tutt’e due?) in cui quando la persona impossessata moriva l’entità invisibile si rintanava nel corpo vivo più vicino. Quando Valerio è morto ero di sicuro il corpo più vicino. Mentre gli tenevo la mano deve avermi passato quel qualcosa che tanto non gli sarebbe servito più, quella testardaggine che lo ha tenuto aggrappato a questo mondo fin quando noi non abbiamo deciso che per lui era finita. Sarebbe così sensato. È così romantico. Valerio è morto. Io ancora no. Devo imparare delle nuove competenze per essere all’altezza dell’ossigeno che consumo.
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lunamagicablu · 24 days ago
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“Faërie contiene molte cose oltre agli elfi e alle fate, e oltre ai nani, alle streghe, ai troll, ai giganti o ai draghi; contiene i mari, il sole, la luna, il cielo; e la terra, e tutte le cose che sono in essa: alberi e uccelli, acqua e pietra, vino e pane, e noi stessi, uomini mortali, quando siamo incantati.” JRR Tolkien, Tolkien sulle fiabe art by_0buzz_ ******************** “Faërie contains many things besides elves and fairies, and besides dwarves, witches, trolls, giants, or dragons; it contains the seas, the sun, the moon, the sky; and the earth, and all the things that are in it: trees and birds, water and stone, wine and bread, and ourselves, mortal men, when we are enchanted.” JRR Tolkien, Tolkien on Fairy-Stories art by_0buzz_ 
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susieporta · 4 months ago
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La Ruota di Fortuna.
"Il coraggio di afferrare il Timone".
A volte, quando siamo troppo impegnati a combattere il Passato, non vediamo nulla di ciò che davvero ci cammina a fianco.
Quando il Senso di ingiustizia si impossessa della Vittima, gran parte delle Energie si disperdono nella "visione dei problemi" e non lasciano spazio alle possibili Soluzioni.
Si diventa impotenti. Incapaci di muovere Energia Maschile. Si bloccano le funzioni "generative" e ci si spegne dentro al movimento di Rabbia repressa.
Quando l'Emotivo non ha risolto ed è ancora ossessivamente proiettato dentro allo schema di disfunzione, le acque intorno a noi continuano a proiettarci ombre, sconfitte e ostacoli. Ci sentiamo esausti, sfiniti, privati di qualcosa che doveva essere nostro, ma che ci è stato ingiustamente tolto.
Basterebbe distaccarsi qualche attimo dalla scena, osservarci da fuori per renderci conto di quanto siamo accecati dalla strisciante e sotterranea vendetta. Vogliamo giustizia per il Carnefice e risarcimento per la Vittima.
E non vediamo nient'altro.
Potremmo passare una Vita intera a reclamare le nostre ragioni e i "loro torti". Ma questo ci toglierebbe solo tempo ed energie e null'altro.
La Vittima non vuole responsabilità. E' dipendente dal Carnefice, al quale chiede di risolvergli tutti i fastidi, di colmare i propri spazi di immaturità e insicurezza, di sostituirsi completamente nella gestione della Materia.
Da piccoli questo era l'unico schema possibile. Non abbiamo avuto reale scelta. Siamo stati obbligati a fidarci delle scelte del genitore o di chi ne fa le veci, per sopravvivenza e per inesperienza.
Ma da Adulti è folle delegare all'Altro la nostra Vita.
Ci sono dei problemi? Vanno affrontati. Vanno prese delle scelte. Giuste o sbagliate che siano.
Dobbiamo iniziare a sperimentare la nostra capacità di autodeterminazione e autonomia.
A nessuno interessa se abbiamo subìto un'ingiustizia da piccoli.
Ma interessa a noi.
Siamo noi che dobbiamo "timonare la nostra nave" e portarla in un luogo sicuro e abbondante.
Le soluzioni ci sono. Ci sono sempre.
Ma se siamo assorbiti dentro al problema, non le vedremo mai.
E certe "decisioni" particolarmente forti e impattanti, costano fatica, impegno, concentrazione e determinazione. Oltre che una buona dose di Amor proprio.
Lasciare andare il Carnefice e la sua scia proiettiva, è disumano per una Vittima. Ma solo così ci riapproprieremo della nostra Libertà, del nostro Sogno, della nostra Integrità.
Non saremo più tanti piccoli bambini spaventati e arrabbiati, che si rotolano nel dolore e che sbattono i piedi per attirare l'attenzione dell'Altro.
Saremo finalmente degli Adulti che prendono in mano le situazioni, che non rimandano, che non fanno finta di non vedere, che non si perdono nell'attesa dell'ennesimo Salvatore.
Vogliamo vivere?
Affrontiamo.
Non vogliamo vivere?
Restiamo pure abbarbicati dentro ai nostri schemi disfunzionali, continuando ad evitare i problemi e negare le possibili soluzioni.
Il Fuoco dentro di noi arde. Brucia. Scotta.
Luglio ci vuole "vivi" e protagonisti del nostro Potere Interiore.
Si può abbandonarsi e accendersi al Fuoco dalla Passione o immolarsi tra le Fiamme dall'incendio. A noi la scelta.
Le Streghe e gli Eretici sono stati condannati al rogo centinaia di anni fa. Non serve più immolarsi.
C'è a tutto una soluzione. Sempre. Può costare estrema fatica e iniziale dolore. Ma c'è.
Anche alla Morte c'è soluzione: si può accoglierla. E amarla. Come puro atto di Sacra Trasformazione. Oppure respingerla e allontanarla, annichiliti dalla paura e dal giudizio.
Il Vento sta cambiando.
Afferrate il Timone e iniziate a governare la vostra barca.
Siate il coraggioso Capitano del vostro vascello, orgogliosi di guidare la vostra Vita in salvo, verso Terre nuove e rigogliose, verso sentieri mai battuti e opportunità straordinarie.
La Vita ci offre sempre soluzioni. Mai problemi.
Siamo noi che ci ostiniamo a "vedere nella soluzione il più insormontabile dei problemi".
Buon mercoledì. Di Fuoco. Di Passione. Di Rinascita.
Mirtilla Esmeralda
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persa-tra-i-miei-pensieri · 7 months ago
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🍄Gnomi in festa🍄
Prendi la strada che porta nel bosco
Seguila sempre di più
Cerca tra i rovi, i cespugli la strada
Che di sicuro vedrai
E se qualcuno smarrisce la via
Niente paura!
La ritroverà
Grazie agli gnomi, agli elfi e folletti
Voi canterete con noi
Col ditino
Sul nasino
Faccio un piccolo girino
Il ditino
Che prima era sul nasino
Ora oooo
Indica il giusto cammino
Gnomi
Elfi
E folletti
Venite a noi a piccoli passetti
Non temete per la nostra presenza
Perché siamo qui per farvi la riverenza
Monetina
Monetina
Fa che colui che cammina
Ritrovi
La giusta stradina
Il fiore
Sotto al pino!
La scritta
Sul taccuino!
Gira gira il pentolone
Apri su il coperchio
Fuoco fuoco (brucerà)
Le streghe fan così
Anche voi
Piccoli di ieri
Bimbi lunghi
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empreinte0 · 1 year ago
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“Riposa in potere” scrive Elena la sorella di Giulia Cecchettin. Noi lo sapevamo che sarebbe finita così. Queste sono morti di stato, quelle delle ragazze e delle donne, morte per mano di un uomo, un amico, un fidanzato, un marito.
Riposa in potere Giulia, che frase potente, perchè tutte le volte che riproviamo a riprenderci il diritto al No, non ti desidero più, non ti amo più, veniamo uccise a mani nude con crudeltà. Si dirà di lui che era un bravo ragazzo, no non lo era, era un prevaricatore ed ha potuto agire in nome di una società e di mille governi che non si occupano abbastanza della disuguaglianza di genere, di questo si tratta. Anzi la ampliano, rendendoci sempre più povere, impossibilitate a reagire. E se facciamo sentire la nostra voce ecco che siamo streghe o isteriche. E nessuna ragazza vuole esserlo. Siamo vittime dei governi che non fanno prevenzione a scuola, anzi le scuole le impoveriscono. Che non si parli di questo e di quello, di educazione sessuale e sentimentale, c’è la famiglia. Ma la famiglia a quanto pare non basta, non bastano i pochi fondi ai centri Antiviolenza, non bastano le pene severe- quando ci sono- il codice rosso, serve di più, serve che si riconosca lo stato patriarcale in cui le bambine, le ragazze e le donne vengono uccise.
Ciao Giulia, riposa in potere. Mai ci sono state parole più giuste. ♥️
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stomacoamore · 2 years ago
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(Dedica nel libro)
Dedica d’Amore
In Dedicazione e Amore a tutte quelle donne, a tutte quelle streghe, emarginate, reiette, folli, alle poetesse, alle scrittrici, alle malocchiate, portatrici di scompiglio e caos, a quelle che come Lilith hanno compiuto passi sopra e oltre l’uomo, a quelle che come Artemide hanno saputo dire No e hanno saputo punire, alle impunite, alle sofferenti, alle ardenti, a chi ha amato tanto e tantə ed è stata messa al rogo, a chi non ha voluto amare ed e’ stata costretta comunque a rinunciare al suo corpo e poi e’ stata messa al rogo, a chi non ama per niente, a chi ha altri interessi ed e’ stata messa al rogo, a chi ama tanto se stessa e non desidera generare, a chi non riesce ad amarsi, a chi desidera generare ma non ne ha la possibilità, a chi ha perso l’amore, a chi non lo ha mai trovato, a chi ha subito l’amore, a chi ha perso suoi figli, a chi ha scelto di perderli, a quelle donne intelligenti che non si sottomettono, che ragionano, che hanno personalità, a chi ha più di una personalità e che ne nasconde ogni lato inaccettabile, a chi ha ricevuto schiaffi e ha risposto, a chi non e’ riuscita a rispondere, a chi maledice gli uomini, a chi benedice e protegge le donne, a chi odia e combatte il patriarcato, a tutte quelle sagge donne che hanno appreso dalla sofferenza, alle sciamane prese per matte , alle matte, alle disturbate, alle sopravvissute dalla guerra di genere, alle donne transessuali, agli uomini transessuali, alle lesbiche, alle bisessuali, alle persone non binarie, alle persone intersessuali, ai de-generatə, a quelle lesbiche e omosessuali costrettə a violenza eterocispatriarcale, che recitano una falsa identità, costrettə allo stupro della normatività eterosessuale, alle prostitutə, a chi e’ fuggitə da casa per trovare nella strada un nido, a chi è per caso cadutə da un ponte, a chi è stato lanciatə dal balcone nella lontana steppa. A tuttə noi messi al rogo, a quel fuoco che la società ci ha imposto per purificarci dai nostri “peccati”, all’ olocausto fallito dei clerici e dei nazisti. No! Non ci hanno sterminato e non ci stermineranno mai. A quel fuoco che ci scotta ma che non sembra mai bruciarci, a quel fuoco che non ci ammazza perché siamo streghe, a quellə che invece sono mortə e poi risortə nelle nostre vite, nelle nostre urla e nelle nostre lacrime. Alle storie vissute. A noi, streghe di Libertà, dedico il mio libro, sorto in momenti di resistenza alla tortura e alla violenza maschile spietata; composto di senso ed editato nella rielaborazione, nell’Amore e nel Rispetto.
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gcorvetti · 1 year ago
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Presto che è tardi.
Oggi riporto velocemente qualche notizia che ho una marea di cose da fare. La prima è esilarante, un signore spacca un bancomat con un crocifisso :D gli aveva ritirato la carta, i passanti indifferenti o ridacchianti però sono un segnale della società che viviamo, va bene che le banche sono quel che sono, ma il senso civico dovrebbe almeno farti dire qualcosa. Passiamo avanti, questa è da prendere un pò con le pinze, la portavoce del ministro degli esteri russo dice che "alcune proposte di pace potrebbero funzionare", direi che dipende dalle proposte in primis e poi funzionare per chi? Sicuramente per i russi, per noi europei oramai non c'è nulla da fare siamo zerbini degli yankee e grazie a questo conflitto ci siamo tirati la zappa sui piedi per ordine di washington, perché nel libero mercato si può commerciare con chiunque lo dicano loro, quindi non con i russi, senza pensare a quanto danno ha creato al nostro export di agro-alimentare verso la russia, dal vino ai prodotti per la tavola, questo non l'ha mai detto nessuno. Comunque, a bloccare ogni tipo di proposta, che sia cinese o vaticana, c'è sempre lui zello che non vuole assolutamente negoziare, naturalmente sotto ordine degli USA, quindi si continua a ingolfare sempre di più in una guerra che non voleva nessuno ma che si sta combattendo solo per il volere dei nostri alleati tossici, si sa i rapporti tossici finiscono male. La cosa strana è che ho visto uno short di Trump, guarda cosa mi tocca scrivere, che naturalmente fa sempre il bastian contrario e dice che se sale lui la guerra finisce, non è tanto una cosa da prendere sul serio, sappiamo che a fare da padrone è il congresso con i suoi agganci alle lobby delle armi, ma questo fa capire che sono proprio loro a dettare i parametri di questo scontro, che come sempre si svolge lontano dal loro territorio, cosa da tenere sempre a mente; ma supponiamo che valdimiro nella sua stronzaggine invece di tirare le atomiche su kiev le tira in alaska, così per far partire una guerra diretta, come si comporterebbero gli yankee ad un attacco diretto in casa loro? E' un'ipotesi remota e con poche probabilità, di sicuro in entrambe i casi siamo tutti fritti.
Passando ad altro, ieri ho visto il video del prof Saudino sull'incidente del suv lamborghini che è costato la vita ad un bimbo di 5 anni, il video è un pò straziante perché la passione del professore nei temi d'attualità è enorme e traspare in video chiaramente. Sappiamo dalle notizie che i ragazzi ventenni a bordo stavano facendo una challenge per youtube, per accaparrarsi like, quindi un motivo molto futile, ma subito si additano i content creator; io non ho niente contro le persone perché possono fare quello che vogliono, ma l'importante è non dare fastidio al prossimo, in questo caso è più che fastidio, ma non additerei la categoria perché oltre ai bimbiminkia dei video ad cazzum, influencer o meno, online ci sono persone, come il professore, che fanno divulgazione, didattica, informazione, ci sono quelli che promuovono la loro arte e tanto altro, canali e argomenti interessanti di ogni tipo. Il professore naturalmente esorta al pensiero, da professore di filosofia, dice che bisogna fermarsi e riflettere e sono pienamente d'accordo, ma la velocità con cui la società odierna crea e distrugge è tale che spesso si eseguono azioni solo per un torna conto, per i soldi, e negli anni sono morte svariate persone solo per un selfie o un video estremo e solo per i numeri che gli danno notorietà e forse denaro. Il discorso è lungo e complesso perché non c'è da fare la caccia alle streghe ma da riflettere sulla società in cui viviamo, perché internet e i social sono oramai una realtà che non è possibile sradicare dalle nostre vite che piaccia o no.
Posto il video del prof
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klimt7 · 1 year ago
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Alle venti di una calda serata d’agosto accade quel che neanche i più pessimisti sullo stato del servizio pubblico avrebbero potuto immaginare. Accade cioè che il generale Roberto Vannacci, vittima a suo dire del politically correct, della cancel culture, della dittatura delle minoranze e di chissà che altro, appaia nell’edizione principale del Tg1. Senza che gli sia mossa alcuna contestazione, senza una reale domanda, senza un servizio che faccia capire di cosa si stia parlando.
Sgombriamo il campo da bugie e post verità. C’è un principio che non c’entra nulla con quel che sta accadendo intorno al caso Vannacci. Quel principio è la libertà di opinione.
Nessuno di coloro che lo criticano la mette in discussione. Chi lo difende, la tira in ballo come ormai è d’uso a destra: per giustificare qualsiasi dichiarazione abbia a che fare con odio, violenza, discriminazione, razzismo. “Che c’è di male, io la penso così, sono libero di dirlo”.
Non siamo qui a invocare roghi di libri, si tranquillizzi il vicepremier Matteo Salvini. Non siamo qui ad armare cacce alle streghe. Secondo il saggio di Vannacci, del resto, le “fattucchiere” siamo noi: persone secondo cui il ruolo delle donne non è quello di stare a casa per dare figli alla patria e prendersene cura senza gravare lo Stato con i costi di servizi inutili come gli asili nido. E per le quali l’”emancipazione femminile” non è una pericolosa fissazione, ma un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione che parla di eguale dignità. Così come parla di accoglienza dello straniero e del profugo, non accetta distinzioni di sesso, razza o religione, vieta la discriminazione per orientamento sessuale. E in nessuna sua parte mai giustifica la violenza che Vannacci invoca in caso di quella che lui definisce “legittima difesa”, né sancisce il “diritto all’odio e al disprezzo” che il generale rivendica contro la dittatura dell’inclusività.
Non si tratta quindi di libertà di pensiero, ma di etica della responsabilità di un rappresentante dell’esercito chiamato a difendere la Costituzione, non a sovvertirla con i suoi vagheggiamenti di mondi al contrario.
Per questo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha fatto quel che doveva fare e per questo chi oggi lo attacca o anche solo ne prende le distanze nella maggioranza, fa qualcosa di molto pericoloso: perché vorrebbe consentire che un simile pensiero, violento, sessista, machista, razzista, possa albergare e cercare proseliti – è il chiaro intento del libro – all’interno delle Forze armate.
Che sono – lo prescrive l’articolo 52 della Carta – informate allo “spirito democratico della Repubblica”. E che quello spirito devono difendere “con disciplina e onore”.
Ora, se le farneticazioni di Vannacci – che è certo libero di esprimerle da privato cittadino, ma non da generale di un qualsiasi settore dell’esercito italiano – si fossero limitate a un libro autoprodotto, ma perfettamente e velocemente editato come ha fatto notare su queste pagine Gianluca Nicoletti, e a qualche apparizione su tv semiclandestine e No vax come Byoblu, potremmo anche non essere preoccupati. Certo, ci sono già i siti che vendono le magliette. E sì, i nerissimi come Gianni Alemanno si sono ringalluzziti. Ma insomma, tutto questo resterebbe nell’ombra che compete ai pensieri eversivi.
Ieri sera però il Tg1 delle 20 – il principale telegiornale del servizio pubblico nell’ora di punta – ha pensato bene di intervistare Vannacci senza in alcun modo chiedergli conto di quanto scritto, né evidenziando nei servizi che hanno preceduto il colloquio il contenuto osceno del suo libro. Quello che hanno visto i cittadini è stato un mite generale che dice di aver servito la patria per 37 anni, di non escludere nulla, in merito a una sua discesa in politica, e di essere certo di non aver leso la dignità di alcuno. Quindi non delle persone omosessuali: “Fatevene una ragione: non siete normali!”. Non di Paola Egonu che non può essere considerata a tutti gli effetti italiana per via dei suoi tratti somatici. E potremmo continuare.
Il tg sovranista per eccellenza ha così fatto il giro completo. Non solo non racconta adeguatamente quel che accade nel Paese per evitare di disturbare la narrazione estiva del governo in vacanza.
Non solo non spiega in alcun modo come questa vicenda stia scuotendo – dividendola – la maggioranza. Per non parlare delle migliaia di minori non accompagnati che arrivano sulle nostre coste senza che un piano adeguato sia stato approntato per loro e per gli oltre 100mila migranti sbarcati.
Ma fa torto perfino alla premier: una donna che lavora, con una figlia, non sposata. Quella che Vannacci definirebbe “una fattucchiera” del mondo al contrario.
Qui non si tratta di denunciare la lottizzazione della Rai e la presa asfissiante della politica e del Parlamento che ne è di fatto l’editore (modello Bbc, dove sei?).
Tutti i governi, a partire da quelli che dicevano di voler cambiare le cose, si sono spartiti direzioni, vicedirezioni, aree di influenza, e i pochi che lo hanno denunciato sono stati messi a tacere.
Questa volta però c’è di più: c’è un totale, pervicace, sorprendente e prepotente sovvertimento della realtà. Senza che questo Paese stia mostrando gli anticorpi che servono a smascherarlo.
Meloni per prima ha molto da temere dai rigurgiti neri che pure il suo partito non riesce ad abbandonare. Potrebbe – se volesse - lasciare il buen retiro pugliese, mettere da parte le interviste soft-pop al settimanale Chi e schierarsi senza se e senza ma con Guido Crosetto.
In difesa del buon senso e della dignità delle Forze Armate. Della Costituzione e del Paese che è stata chiamata a guidare. Potrebbe, se volesse. Ma questo è ancora da capire.
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sohtaq · 2 years ago
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diavolo di destino decide le vicende ho i crampi all’intestino il mio corpo si difende che poi noi tra la gente siamo sempre fuori luogo in mezzo a quelle amiche streghe che io brucerei sul rogo puoi chiamarle conoscenze o puoi trovare un altro modo se resto zitto esplodo scusatemi lo sfogo
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unapinetaamare718 · 1 year ago
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Siamo nati a Genova, e quando abbiamo visto la luce era quella della Lanterna.
La vita di noi Genovesi è scandita da certezze minime, ma in compenso indiscutibili.
A Genova la gente si lamenta sempre.
A Genova la gente non è cordiale con il turista.
A Genova non ci sappiamo fare con l’ospitalità.
A Genova siamo musoni, schivi, diffidenti, intolleranti, non sorridiamo mai e bla bla bla.
Le altre città sono larghe.
Genova è lunga.
A Genova siamo incastrati gli uni sugli altri.
A Genova non abbiamo spazio.
A Genova siamo schiacciati tra le colline e il mare.
Sì. Perché a noi Genovesi piace vivere così. Tutti vicini. Tutti abbracciati.
Genova ha una sola linea metropolitana, che chiude alle nove di sera.
A Genova i mezzi pubblici sono sempre in ritardo e sono sempre strapieni.
A Genova le strade sono strette, ci sono salite e discese, curve e gallerie, e noi siamo sempre in troppi a guidare e ci innervosiamo facilmente.
A Genova quando devi imprecare preferisci farlo in dialetto, perché rende meglio l’idea.
A Genova se hai la fortuna di essere sulla Sopraelevata durante l’ora del tramonto puoi vedere il cielo rosa e il mare viola.
A Genova abbiamo le tegole fatte di ardesia nera.
Così quando piove i tetti diventano lucidi, riflettono il cielo e le case sembrano fatte di specchi.
A Genova il Centro Storico è un labirinto di botteghe e carruggi, se non la conosci ti perdi.
Questo serviva nell’antichità a difenderci dai predoni che approdavano dal mare e dai briganti che irrompevano dalle colline.
Genova è stata una Repubblica Marinara.
Genova è stata uno snodo fondamentale per il commercio, per via della sua posizione strategica, tra la terra e il mare.
Genova è patria di esploratori, inventori, inquisitori, ladri, tagliagole, pirati, nobildonne, streghe, sante e prostitute.
Genova ha i gatti sui tetti e i topi per le strade del porto.
Genova è la focaccia, il pesto, i pansoti al sugo di noci e la torta Pasqualina.
Genova sono gli ulivi sulla riviera.
Genova sono i Parchi di Nervi e i suoi scoiattoli.
Genova è la pizza d’asporto mangiata sugli scogli di Boccadasse.
Genova è il gelato in Corso Italia con gli amici il sabato sera.
Genova è l’aperitivo in Piazza delle Erbe.
Genova è lo shopping con gli amici in via Venti Settembre.
Genova sono i bonghi in Piazza De Ferrari.
Genova è le sue scritte anarchiche sui portoni, i palazzi e le saracinesche dei vicoli.
Genova è le sue biblioteche e i suoi musei.
A Genova, quando siamo innamorate, la sera andiamo sulle alture di Righi, in macchine scomode dai vetri appannati.
Genova è la grigliata sui prati in Primavera.
Genova è la festa in spiaggia nelle serate d’Estate.
Genova sono le piogge e i fiumi esondati ogni anno in Autunno.
Genova è la città che si ferma incapace di gestire la neve d’Inverno.
Genova è le sue alluvioni e i suoi morti ogni anno.
A Genova non si trova lavoro. Per questo prima o poi di qua ce ne dobbiamo andare.
A Genova quando ci vivi non la sopporti e te ne lamenti.
Quando però vai a vivere in un'altra città ti manca e parli a tutti di Lei.
Perché Genova ha mille disagi e difetti, e io sono pronto a riconoscerli tutti.
Ma è la mia città, Casa mia, e l’avrò dentro per sempre.
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weirdesplinder · 29 days ago
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SAGGI STORICI DA SCOPRIRE E RISCOPRIRE
In una società che è sempre meno dotata di spirito critico, che non vuole analizzare i fatti o i contesti, ma si accontenta di ricevere dati come fossero caramelle e  se li mette in bocca senza neppure controllare che non siano avvelenate, e in cui si è convinti che le notizie siano solo dei flesh di immagini estrapolate da chissà dove e chissà perchè, che probabilmente all'inizio avevano un loro significato ma ora vengono riutilizzate per Dio solo sa cosa, credo sia importante insegnare alle nuove generazioni, o meglio reinsegnargli l'importanza del ragionamento critico e del farsi delle opinioni basandosi su ricerche approfondite.
Occorrerebbe che la scuola tornasse a cercare di far loro capire l'importanza di analizzare i fatti, di allargare il proprio punto di vista, e secondo me il miglior modo per farlo sarebbe spingerli a leggere dei saggi storici, dove degli studiosi appunto analizzano la storia da diversi punti di vista dopo aver raccolto dati, messo a punto teorie e averle poi testate raccogliendo ancora più dati.
 Detta così potrebbe sembrare una sterile ricerca accademica, ma non è affatto così, la storia siamo noi, noi siamo il frutto della storia e conoscerla significa conoscere noi stessi e il mondo in cui viviamo, perché la storia tende a ripetersi ciclicamente. Le guerre stesse oggi come ieri non sono solo frutto di un problema politico, ma di problemi economici e sociali globali, ogni tot di decenni 'accade' una guerra per diversi scopi e motivi per riequilibrare il potere economico e varie crisi macroscopiche è endemico ed è un fenomeno ampiamente studiato dagli storici.
 Detto questo, leggere dei saggi storici non è solo utile ed educativo può anche essere molto piacevole e può permetterci di scoprire ed esplorare molte curiosità interessanti e appassionanti. E la cosa più bella di questo genere di letteratura è che si possono trovare saggi storici praticamente su ogni argomento: il make up ai tempi di Luigi XV, i cibi all'epoca di Lorenzo De' Medici, i servizi igienici nel medioevo, le streghe di Salem, ecc.....
 Quindi potete cercare i saggi storici sui vostri argomenti preferiti e leggere quelli. Io oggi vi propongo alcuni dei miei saggi storici preferiti, ma la scelta come vi dicevo, è infinita.
 I benandanti, di Carlo Ginzburg
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 Trama: Nel leggere le testimonianze di questi contadini friulani, uomini e donne, vissuti tra '500 e '600, si è afferrati, come lo furono gli inquisitori, dallo stupore che si prova di fronte a qualcosa di assolutamente inaspettato. «Di notte, in casa mia, et poteva essere quattro hore di notte sul primo somno» racconta il benandante Paolo Gasparutto «mi apparse un angelo tutto tutto d'oro, come quelli delli altari, et mi chiamò, et lo spirito andò fuori ... Egli mi chiamò per nome dicendo: “Paulo, ti mandarò un benandante, et ti bisogna andare a combattere per le biade” ... Io gli resposi: “Io andarò et son obediente”». Spinti dal destino perché nati con la camicia – cioè involti nel cencio amniotico – i benandanti combattevano in spirito, tre o quattro volte all'anno, armati di mazze di finocchio, contro gli stregoni armati di canne di sorgo, per assicurare l'abbondanza dei raccolti. Gli inquisitori si convinsero che dietro questi racconti si nascondeva il sabba diabolico: i benandanti non erano nemici di streghe e stregoni, come affermavano, bensì streghe e stregoni essi stessi.
 Il formaggio e i vermi Il cosmo di un mugnaio del '500, di  Carlo Ginzburg
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 Trama: Pubblicato per la prima volta nel 1976, racconta la vicenda del mugnaio friulano Domenico Scandella detto Menocchio, messo a morte dall'Inquisizione alla fine del Cinquecento, ha fatto il giro del mondo, mostrando come sia possibile, attraverso gli archivi inquisitoriali, cogliere le voci di individui che spesso non compaiono, o compaiono solo in maniera indiretta, nella documentazione storica: dai contadini alle donne. Il mugnaio Menocchio era senza dubbio una figura straordinaria, percepita come anomala anche dai suoi compaesani; l'ampiezza delle sue letture, la ricchezza delle sue reazioni ai libri, l'audacia delle sue idee non finiscono di stupire.
 Eretici ed eresie medievali di Grado Giovanni Merlo
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 Trama: Fra il XII e il XIII secolo, al moltiplicarsi delle esperienze religiose fa riscontro l'intolleranza ecclesiastica verso ogni forma di autonomia quale espressione di una volontà di inquadramento tesa a dirigere ogni aspetto della vita degli uomini. La sintesi non fu sempre possibile. Ne derivarono esclusioni, anche violente, e integrazioni proficue. Una parte prevalse, l'altra soccombette: storicamente vinti furono gli eretici, vincitori gli uomini di chiesa. Poiché il conflitto fu tra singoli e gruppi, il libro ruota intorno a figure-cardine individuali e collettive: da Pietro di Bruis a Dolcino di Novara attraverso valdesi, umiliati, catari, amalriciani, apostolici e «santi» eretici.
 Conquistadores, pirati, mercatanti. La saga dell'argento spagnuolo, di Carlo M. Cipolla
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 Trama: A partire dalla metà del Cinquecento, una marea di argento proveniente dalle colonie americane, soprattutto Messico e Perù, prese a riversarsi sulla Spagna e poi sull'Europa. Il metallo prezioso viaggiò incessantemente da Occidente verso Oriente in pagamento delle merci orientali appetite dagli europei, le quali compivano l'itinerario inverso. Dalla Turchia alla Persia, all'India, alla lontana Cina, fu una rozza e pesante moneta d'argento, il "real de a ocho", a far funzionare il sistema di questo commercio su scala mondiale.
 Le tre rivoluzioni e altri saggi di storia economica e sociale di Carlo M. Cipolla
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 Trama:  Questo volume raccoglie i saggi che Carlo M. Cipolla ha via via pubblicato tra il 1945 e il 1985, e trae il suo titolo dal saggio che - come è chiarito dallo stesso autore - meglio rappresenta il suo modo di intendere e vedere lo sviluppo dell'Europa occidentale dal X al XIX secolo (con riferimento alla rivoluzione comunale, a quella industriale e a quella industriale). I tanti temi affrontati - tra i quali il declino dell'Italia e degli imperi, le professioni, le epidemie, la moneta, lo sviluppo demografico, le fluttuazioni economiche - inducono il lettore a riflettere sul processo che portò l'Europa al centro del mondo. Comune a tutti questi lavori è il gusto della chiarezza dell'esposizione e il rigore del ragionamento oltre alla sensibilità per il lato umano della storia economica.
 Istruzione e sviluppo. Il declino dell'analfabetismo nel mondo occidentale di Carlo M. Cipolla
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 Trama: Nella sua opera Cipolla si è spesso interrogato sul ruolo della cultura nello sviluppo delle società. Con questo scritto pionieristico ha aperto la strada agli studi sull'alfabetizzazione, sulla scuola popolare, sull'istruzione tecnica, sul contributo dell'istruzione alla crescita economica. Una ricostruzione che ci fa vedere meglio come ancora oggi, in ampie realtà del mondo in via di sviluppo, il problema dell'istruzione resti uno dei fattori chiave del decollo economico.
 Il meraviglioso e il quotidiano nell'Occidente medievale
 di Jacques Le Goff
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 Trama: Aspetti tanto avvincenti quanto poco trattati del Medioevo, che ne forniscono un quadro particolarmente vicino alle sensibilità contemporanee. Le fate, i draghi e gli altri esseri inquietanti che affollavano la fantasia popolare. I modi quotidiani in cui l'uomo si comportava: l'alimentazione, l'abbigliamento, le paure, l'emarginazione dei "diversi". Jacques Le Goff (1924) è tra i massimi storici del Medioevo.
 Lo sterco del diavolo. Il denaro nel Medioevo
 di Jacques Le Goff
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 Trama: Il denaro nel senso in cui lo intendiamo oggi è un prodotto della modernità. Non è un protagonista di primo piano del Medioevo, né dal punto di vista economico e politico né da quello psicologico ed etico; è meno importante e meno presente di quanto non lo fosse nell'Impero romano, e soprattutto assai meno centrale di quanto non diventerà nei secoli successivi. Dai pulpiti medievali risuona la condanna dell'avarizia come peccato capitale e le parole dei monaci e dei frati elogiano la carità ed esaltano la povertà come ideale incarnato da Cristo. Non l'accumulo, non la ricchezza garantiscono il buon vivere. La salvezza è nel dono e nel sostegno ai deboli. La pecunia è maledetta e sospetta, perché né il denaro né il potere economico sono arrivati a emanciparsi dal sistema globale di valori proprio della religione e della società cristiana. La moneta sonante tornerà a girare con i rifornimenti di metallo prezioso, con lo sviluppo dell'economia cittadina, con la fondazione alla fine del XV secolo di istituti di credito per la sussistenza di molti poveri e con la nascita di una sorta di mercato unico. Sarà una rivoluzione lenta e silenziosa a modificare i pensieri delle donne e degli uomini del Medioevo e della stessa Chiesa, una rivoluzione che ha nome "capitalismo".
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susieporta · 1 year ago
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Siamo donne.
Siamo donne sacre, valorizzando il nostro sacro femminile, rispettando ogni cosa che c'è nella nostra vita, dandogli un senso e il posto che meritano.
Siamo donne guerriere, donne che prendiamo le nostre scelte, che viviamo in completa libertà, capaci di godere e sfruttare il nostro tempo, di essere noi pienamente, di dire no quando vogliamo farlo.
Siamo donne sorelle, capaci di sostenerci.
Siamo donne, quelle che possiedono il potere della voce, ma anche del silenzio, il controllo sui nostri corpi belli e sacri, che danziamo, che corriamo, che ci nutriamo con amore, che riposiamo quando è necessario.
Siamo donne potenti, ci onoriamo, siamo creative e presenti. Siamo donne d'amore, che rispettiamo l'altro e che un accordo reciproco, ci aiutiamo a crescere.
Siamo donne streghe, quelle che amano la natura, che accarezzano le foglie delle piante, che sono radicate alla terra; siamo anche quelle che amano gli animali, le stesse che impariamo dalle loro medicine, e che siamo libere di trasformarci come farfalle, di volare come uccelli, di mantenerci calde e amorevoli come le grandi orse.
Siamo le donne apprendiste, che non importa quante conoscenze risiedono nel nostro corpo e nella nostra anima, continuiamo a nutrire la nostra mente. Siamo le donne medicina, benedette da tutti i nostri antenati, onorando le loro memorie e le loro vite. Siamo quelle donne sacre che conoscono la loro mitologia, che sanno chi sono veramente.
Siamo donne.
- La donna della luna
-Arte: Vianney Lopez
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aki1975 · 6 months ago
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Treviso - Porta Santi Quaranta - 1516
Mentre in Italia il Rinascimento stava vivendo il suo tramonto, questa moda entra nel mondo anglosassone ed influenza, con intellettuali italiani che vi si trasferiscono come John Florio, la cultura inglese.
William Shakespeare - che del resto scrive sonetti come Petrarca - si ispira dunque non solo a storie e luoghi totalmente di fantasia (Amleto e la Danimarca, l’isola inventata de La Tempesta), ma, grazie al contatto con John Florio, all’Italia di Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, a Roma ed in particolare a Venezia nella cui natura mercantile Londra non può non raffigurarsi.
Fra i personaggi più celebri delle opere di Shakespeare vi sono:
- Amleto: principe di Danimarca, tormentato dal dubbio e dal desiderio di vendetta dopo l'assassinio di suo padre da parte dello zio Claudio, antesignano dei nodi messi in evidenza dalla psicanalisi, precursore delle incertezze degli inetti dei romanzi del Novecento, vera testimonianza dell’uomo moderno messo all’angolo dal dilemma fra volontà e nichilismo, dal conflitto fra il vecchio mondo medioevale basato sulla vendetta e la nuova sensibilità critica rinascimentale (“c’è del marcio in Danimarca”).
"["Essere, o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile per l'animo soffrire i colpi di fionda e i dardi di una fortuna oltraggiosa, o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, finirli. Morire: dormire; nient'altro; e con un sonno dire che poniamo fine al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali di cui è erede la carne"
- Ofelia: giovane nobile, innamorata di Amleto, che impazzisce e si suicida come le eroine del Novecento (es. Anna Karenina, Tosca);
- Macbeth: un valoroso generale scozzese che, spinto dall'ambizione propria e della moglie, e dalle profezie delle streghe, diventa re tramite l'assassinio e la tirannia;
"La vita è solo un'ombra che cammina; un povero attore che si dimena e si agita per un'ora sul palcoscenico, e poi non se ne parla più"
- Lady Macbeth: moglie di Macbeth, che lo incita al regicidio e alla violenza, ma alla fine è consumata dal senso di colpa;
- Romeo Montecchi: giovane amante di Verona, innamorato di Giulietta, con la quale vive un tragico amore proibito.
"Ma, ecco, sorge a levante una luce: è l'oriente, e Giulietta è il sole"
- Giulietta Capuleti: giovane innamorata di Romeo, la cui relazione con lui è ostacolata dalla faida tra le loro famiglie;
"Ma cos'è un nome? Quella che noi chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso dolce profumo"
- Otello: generale moresco al servizio di Venezia e pronto a combattere a Cipro contro i Turchi, che è ingannato da Iago e uccide la moglie Desdemona per gelosia;
- Puck (Robin Goodfellow): spirito birichino e servitore di Oberon, famoso per i suoi scherzi nel metateatro del Sogno di mezza estate;
- Re Lear: nonostante gli avvisi del giullare di corte ("The Fool"), re anziano che divide il suo regno tra le figlie, innescando una tragica catena di eventi;
"Ripeness is all"
- Falstaff: presente in più opere (es. Enrico V), cavaliere gaudente e spaccone;
- Prospero: ne La Tempesra, Duca deposto di Milano, mago e signore dell'isola su cui è naufragato;
[Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni]
- Enrico V vincitore ad Azincourt
"Una volta di più nella breccia, cari amici"
- Giulio Cesare: generale romano il cui assassinio innesca il conflitto civile;
- Bruto: congiurato che vive il suo dilemma fra il senso di colpa derivante dal suo amore filiale per Cesare e l’aspirazione stoica alla libertà;
- Marco Antonio: Alleato di Cesare, che cerca vendetta contro i cospiratori. Il suo monologo è in realtà quello di un inglese che teme l’anarchia nel caso in cui il sovrano - come un’Elisabetta senza eredi - sia deposto.
"Amici, Romani, concittadini, prestatemi orecchio; / vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. / Il male che gli uomini fanno vive dopo di loro, / il bene è spesso sepolto con le loro ossa"
"Ci rivedremo a Filippi"
- Cleopatra: regina d’Egitto che suicida dopo la sconfitta di Azio
"la poppa era di oro battuto, le vele di porpora e così profumate che i venti languivano d’amore per esse, i remi erano d’argento e mantenevano i colpi al ritmo del flauto"
- Shylock: l’ebreo astuto, il villain, ne Il mercante di Venezia, costretto successivamente alla conversione per via del conflitto con il debitore Antonio.
“Egli m’ha vilipeso in tutti i modi, e una volta m’ha impedito di concludere un affare per un milione.
"Ha goduto per le mie perdite e ha dileggiato i miei guadagni, ha disprezzato la mia razza, ha intralciato i miei buoni affari, ha allontanato da me i miei buoni amici e mi ha aizzato contro i nemici!
E tutto questo per quale ragione? Perché sono ebreo! E dunque? Non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni? Non si nutre egli forse dello stesso cibo di cui si nutre un cristiano? Non viene ferito forse dalle stesse armi? Non è soggetto alle sue stesse malattie? Non è curato e guarito dagli stessi rimedi? E non è infine scaldato e raggelato dallo stesso inverno e dalla stessa estate che un cristiano? Se ci pungete non versiamo sangue, forse? E se ci fate il solletico non ci mettiamo forse a ridere? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci usate torto non cercheremo di rifarci con la vendetta? Se siamo uguali a voi in tutto il resto, dovremo rassomigliarvi anche in questo. Se un ebreo fa un torto a un cristiano, a che si riduce la mansuetudine di costui? Nella vendetta. E se un cristiano fa un torto a un ebreo quale esempio di sopportazione gli offre il cristiano? La vendetta. La stessa malvagità che voi ci insegnate sarà da me praticata, e non sarà certo difficile che io riesca persino ad andare oltre l’insegnamento.”
La letteratura inglese - con l’epica del ciclo arturiano e la raccolta di storie di Chaucer - influenza l’opera di Shakespeare il cui sguardo sull’uomo e sul potere darà poi i suoi frutti nell’epoca romantica di Yeats ("Cammina dolcemente perché cammini sui miei sogni"), Keats, Woodsworth, Shelley, Coleridge e Byron.
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ambrenoir · 6 months ago
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SIAMO TUTTI VITTIME E CARNEFICI
Le frasi "se lo è meritato" o "il suo karma lo ha punito" dimostrano non solo la nostra ignoranza delle Leggi spirituali ma quanto siamo condizionati profondamente da una cultura di stampo cattolico fondata sulle emozioni della "vergogna" e del "senso di colpa".
Mi diverte leggere commenti come: "...in fondo anche Gesù si infuriò nel Tempio" citati a sproposito per giustificare la propria rabbia mettendo da parte il resto della vita del Cristo fondata sull'esempio della carità, della compassione e del perdono.
L'imitatio Christi è diventata un altro slogan, una meme, da pseudo rivoluzionari pronti a mettere alla gogna gli altri "peccatori" almeno quanto noi. Nell'inconscio collettivo degli italiani risiedono un "prete" e una "suora" moralisti pronti ad accendere il fuoco del rogo. La "caccia alle streghe" non è mai terminata ma ha cambiato solamente forma nel tempo e nello spazio.
Tanti pensano che il karma equivalga al "castigo" divino. In realtà Karma significa "azione". La legge del Karma è una legge prima di tutto psicologica perché mostra come ogni nostra azione è condizionata dalla nostra esperienza e di come il nostro presente sia il risultato del nostro passato. Ripetendo gli errori del passato anche il nostro futuro è già scritto perché solo intervenendo nel presente possiamo cambiare il futuro. Non a caso il Buddha viene definito il "non condizionato" che si è sottratto dai condizionamenti del passato.
Per iniziare a costruire la nostra serenità interiore cerchiamo di evitare di condannare il comportamento degli altri, di cui non conosciamo i "condizionamenti", ma applichiamo l'esercizio della compassione, del "retto sforzo", in primis verso noi stessi. Pensieri, emozioni e reazioni "distruttive" influiscono sul nostro karma e non su quello dell'altro. Il giudizio serve per discernere ciò che è "giusto" o "sbagliato" per noi.
E' necessario stanare il nostro "giudice interiore" dando più spazio al Cristo o al Buddha interiore diventando compassionevoli in primis verso noi stessi e liberandoci dei sensi di colpa e della vergogna.
Come scrive Marina Borruso: "La maggior parte di noi non può neppure immaginare un mondo innocente. Vi è sempre qualcuno che non possiamo considerare innocente. Vi è sempre qualche cattivo da lasciare fuori. Perché alla fin fine è più rassicurante un mondo colpevole fino a che io sono dalla parte del giusto, del buono o della vittima. Come se la liberazione di tutti ci facesse perdere qualcosa."
TIZIANO CERULLI
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oubliettederien · 1 year ago
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Ci siamo quasi! Oggi vi propongo alcune citazioni molto particolari ed originali da condividere con i vostri amici!
Intanto ve ne lascio una che mi è piaciuta molto... qual è, invece, la vostra preferita?
“Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle.” - Voltaire
Per leggere tutte le citazioni clicca qui:
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