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PRIMA PAGINA La Nuova Sardegna di Oggi lunedì, 29 luglio 2024
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ATAC ti penso. Roma ti amo
what do you guys think when you hear Rome Italy
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La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.
Albert Einstein
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I LOVE YOU, THANK U. 😭
WE ARE SLEEP DEPRIVED HERE AND THIS WILL BE THE SITUATION UNTIL SUNDAY 2AM ECT.
I come back to Tumblr expecting to see a bunch of non-book readers to be crying about Luke’s betrayal but instead I’m greeted with Italian women going crazy over whatever the hell is going on over there
@heirofs1ytherin
#this is#sanremo#and we crazy we party#we do memes#that’s it#and we have to shitpost no end so we can be the n.1 in the trending chart#l’Italia ci chiama alla corte e noi lavoriamo per la vittoria#IM LOSING FOLLOWERS BECAUSE PF THIS#LOST 3 (BORING ASSES) TODAY#thank u pookie#my blog stuff
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Una settimana è passata dal mio primo giorno nel nuovo lavoro, e posso dire di essere circondato da quelle che sembrano brave persone, provenienti da ogni parte del mondo. Finalmente si può parlare in inglese tutto il giorno, sentirlo anche nei corridoi, alla pausa caffè, alla mensa. Certo, non è napoletano, ma ci sono diversi livelli, e alcuni possono andar bene.
Ma il punto è che, ed è stata una sorpresa per me, nessuno ha fatto alcuna battuta di merda razzista, ma nemmeno una uscita per fare gli spiritosi, nulla. Non che pensassi che una roba del genere non fosse possibile, ma una cosa è la teoria, una cosa è vederla dal vivo, e sulla propria pelle. La prima settimana in SAP di 6 anni fa fu drammatica, era un continuo, sembrava un raduno dei peggiori stronzi che questo paese fosse in grado di mettere al mondo, e posso garantire che, su questo punto, non c'è limite al peggio. Mi hanno fatto schifare questo paese al punto tale che non penso di tornare mai più indietro su questi sentimenti, mi hanno portato al punto da fare del mio odio verso di loro una forma di equilibrio mentale necessario.
Chissà, forse perché qui la parte tedesca è in minoranza, e non si è mai creata quella massa critica tale per cui un gruppo di persone diventa inconsapevolmente un gruppo di bulli di merda, sembra funzionare. Persone che ti dicono "lavoriamo insieme", anziché lasciarti indietro perché "cazzi suoi che ha cambiato paese ed è venuto qui, ci mancavano pure gli italiani", non ho visto coltelli puntati, gente con la scopa al culo perché devono dimostrare di essere stressati per essere considerati come "performanti", gente che non si riduce a dire "italiani = mafia" per far ridere gli altri, persone che ti salutano!, insomma mi sembra di essere tornato al 2006 in Siemens, dove eravamo provenienti da ogni posto d'Italia e si creò una famiglia più che un team. Non siamo ancora a quel livello lì, ma, oh, la differenza si sente e come.
Anche se ufficialmente tra 6 mesi mi toccherà lasciarli, proverò a farlo funzionare, chissà, magari mi chiedono di restare, e già solo per il fatto di essere seduto affianco a persone così, vale la pena firmare, e forse, se proprio mi andrà di culo, dopo un po' se ne andrà il mio odio perenne verso una terra e un popolo che non mi ha mai, non dico accolto, perché in quello nessuno è capace, ma almeno fatto sentire benvenuto.
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“Tu non vuoi davvero morire,
vuoi vivere, anche se non sai come si fa.
Hai sofferto tanto e ti sei abituata al dolore pensando di meritartelo ma quello che ti hanno fatto non è colpa tua.
Dobbiamo elaborarlo, ci lavoriamo insieme”
-la mia psi
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Dialogo con un (nemmen tanto) piccolo imprenditore delle costruzioni:
"Non troviamo più gente che lavora. Gli italiani, sempre più rari, chiedono quanti giorni di smartworking gli dai, a noi che lavoriamo in cantiere.
I migranti? I nuovi arrivati si licenziano entro pochi mesi per non dover dichiarare redditi: meglio lavoretti in nero, 780 euri a gratis a testa più pronti soccorsi e pensione sociale per i loro vecchi ricongiunti; senza oneri di tasse, contributi e manco d'affitto se non gli va: quando mai puoi mandar via, dopo minimo quattro anni, una famiglia numerosa e disoccupata?".
Stiamo facendo selezione all'incontrario. Stato CRIMINOGENO.
Speriamo nella resipiscienza, sia pur tardiva ma non è mai troppo tardi, degli im-prenditori del decotto arretrato - ci vuole pure quello - e degli affitta ruderi, quei miopi che fino a ieri: "i migranti fanno i lavori che i nostri non vogliono più fare e ci pagheranno le pensioni".
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Noi lavoriamo nelle tenebre - facciamo quel che possiamo - diamo quello che abbiamo. Il nostro dubbio è la nostra passione e la nostra passione, il nostro lavoro. Il resto è la follia dell’arte.
Henry James
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Buon Primo Maggio a Noi che lavoriamo (ancora), buon Primo Maggio a chi ha lavorato, buon Primo Maggio a chi vorrebbe lavorare, buon Primo Maggio a chi vorrebbe non morire di lavoro, ma soprattutto buon Primo Maggio a chi è morto di lavoro.
“Non usciremo mai da questa trincea con uno straccio di bandiera bianca” (Wladimiri Majakovsij)
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Chissà se riusciremo mai a pubblicare il romanzo che io e G. abbiamo tradotto per il progetto di tesi... ormai è da marzo che lavoriamo alla revisione ma stiamo ai tempi e alle richieste della nostra ex relatrice, che ci sta facendo un favore ad aiutarci. Proprio perché è un favore, lo fa nel tempo libero, e quindi aspettiamo e aspettiamo e aspettiamo. Chissà. Sarebbe bello trovare il proprio nome su un libro. Magari pubblicato da una buona casa editrice.
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Tipiche conversazioni al negozio:
Signora: " Madonna che fa caldo qui dentro, perché non mettete un condizionatore".
Io: " signora sarebbe inutile lavoriamo con un bollitore a 90 gradi, il condizionatore non riuscirebbe comunque a rinfrescare il negozio".
Signora: " così si muore".
Io: " lei signora ci sta 5 minuti qui, il tempo di preparare l'ordine, pensi a noi che ci stiamo tutto il giorno ahahahah".
Signora: " vabbè ma tu sei giovane, che vuoi ?!".
Io: " che vuol dí signó? Che me rimbalza il caldo perché so giovane?".
Basita.
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"La fonte...dove ha letto questa cosa?"
Per fortuna dei mie passati meccanismi di dissociazione, ho tenuto l'aspetto positivo "visualizzo, vado avanti e non rispondo".
Ma qualcosa la vorrei dire.
Per fortuna ricevo pochi commenti del genere, ma li leggo spesso nelle pagine di colleghi e professionisti seri.
Ma se andate da un avvocato, commercialista, architetto, medico...
Vi verrebbe mai in mente di chiedere...mi dica dove ha letto questa cosa?
Allora perché farlo sulle pagine di noi psicoterapeuti?
Lavoriamo soprattutto con le parole, ma non solo...
Prima di parlare ci connettiamo con noi stessi, con la persona difronte a noi...
Lavoriamo su percezioni, sensazioni, immagini, archetipi, intuizioni.
Prima di parlare lavoriamo su noi stessi, ci rivolgiamo come calzini e paghiamo altri professionisti per aiutarci a vedere ciò che non possiamo vedere perché ci siamo troppo dentro.
Parliamo dopo aver studiato una vita intera e continuiamo a farlo nonostante la stanchezza e la voglia di riposo.
La psicoterapia è un ARTE che si impara agendo, si affina con gli anni, si manifesta nelle interazioni.
Un mio didatta diceva solo alcuni sono POSSEDUTI DAL DEMONE DELLA PSICOTERAPIA, molti restano legati a libri, teorie e rassicuranti comodità.
Il nostro ruolo è al confine tra scienza, neuroscienze e l'essenza dell'anima che non può rientrare in nessuna categoria mentale limitante.
Bisogna fidarsi del processo, non c'è altra strada.
Altra frase che leggo spesso " Io ho fatto anni di terapia e non è servita a nulla"
E io rispondo "chi ti ha costretto a restare?"
Credo che ogni esperienza porti un insegnamento, ma soprattutto che a volte di vada avanti anni in percorsi più superficiali per prepararsi ad accogliere la verità.
Inoltre la psicoterapia non è magia, la psicoterapia è PRENDERSI LE PROPRIE RESPONSABILITÀ, AGIRE, CAMBIARE, SCEGLIERE, ANDARE OLTRE, RESPIRARE, FARE ESERCIZI PRATICI, INVII AD ALTRI PROFESSIONISTI ESPERTI IN ALTRO...
Questo nessuno lo può fare al tuo posto!
Hai fatto tutto questo prima criticare la psicoterapia?
Io mi riferisco ai colleghi seri che lavorano come me. Poi non siamo tutti uguali e so che qualcuno di voi non ha avuto esperienza positive e mi dispiace.
Ma dovete saper dividere il grano dalla zizzania per non perdere tutto il raccolto...
Annarita Bavaro
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“Come stai?” mi chiedi.
“Stanca” rispondo. Rispondiamo spesso così. Mi sento, ci sento: siamo adulti, siamo tanti e siamo stanchi tutti quanti.
“Come mai?” mi chiedi. Ma non è la domanda corretta. Non siamo stanchi perché lavoriamo troppo o dormiamo poco o mangiamo male o per carenza di ferro o magnesio. Non è una stanchezza chimica, è esistenziale. Non siamo stanchi per qualcosa. Siamo stanchi di qualcosa.
Io sono stanca dei miei pensieri che escono dal gregge, di non essere un buon cane pastore capace di girargli intorno, arginare, compattare. Perché spesso sono il lupo che minaccia di sbranare le certezze. Sono stanca dei sospesi: la lampadina che devo cambiare da un anno e tre mesi. Devo imbiancare, togliere gli adesivi di Cars dal mobile del salotto, dalle scale, ho ancora mezzo armadio pieno di vecchi vestiti, me ne dovrei disfare. È sempre stato più facile gettar via che sistemare.
Ma ci sono anche gli oggetti che non so buttare. L’oggetto del mio rancore, l’oggetto del desiderio, l’oggetto delle mie angosce, l’oggetto della mia malinconia, l’oggetto dell’invidia, sono un’accumulatrice seriale di piccole ossessioni. Sono stanca degli appelli mancati, quelli che manco io più di tutto, quando non ci sono nel modo giusto, sono stanca di mancare. Sono stanca di aver bisogno di questa stanchezza per sentirmi viva, perché se non sei stanca non hai fatto abbastanza.
Sono stanca perché il vero riposo per me è la soddisfazione del darmi da fare, anzi di fare fatica. Sono stanca e un po’ suonata, ogni tanto ripenso a quando ero più giovane e innamorata, così innamorata da potermi concedere il tormento con dubbi inesistenti. Ancora mi sorprende quanta resistenza si possa fare ad accettare la felicità. Oggi sono stanca della precarietà. Sono stanca del “per ora”, delle mani avanti che sono sempre le mie, della mia incapacità di pensare per assoluti, del senso di allerta che mi abita. Io peroro, tu perori, egli perora… voce del verbo “del doman non c’è certezza”. Ci diciamo che stiamo attraversando un periodo complicato. Una fase. Ma per quanto mi riguarda questo periodo complicato è iniziato quando mia sorella mi rivelò che Nicca Costa era molto più bella di me e non si è mai esaurito. La vita è una fase complicata dell’esistenza. È che la complicazione non è circoscritta e il periodo di cui sopra non si attraversa e via, quando trovi le strisce.
Se tocchi il fondo, immagini di scendere giù, verso un abisso di tristezza, ma poi di picchiare la pianta del piede e risalire rapido. E invece no, ti aspetta la merdosissima maratona nei fondali, anfibi disperati che non siamo altro, con le branchie che fanno contatto coi condotti lacrimali.
“Sei stanca” mi chiedi? Sì, ma per ora il gregge dei pensieri è in salvo, anche stasera il lupo non si è visto arrivare. Sono stanca, siamo stanchi, ma via e pedalare.
Enrica Tesio
🍀
#smokingago
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i cccp salgono sul palco e mi chiedo se sono ancora fedeli alla linea quella linea a cui mi piacque pensare d’esser fedele anche io ma che non seppi davvero mai tracciare o spiegare o spiegarmi e forse come tanti convenuti come me a questa gigantesca festa di classe operaia di chi era vivo negli anni ottanta non mi frega poi troppo della risposta perché giovanni lindo ferretti di adesso fa di tutto per interpretare al meglio il giovanni lindo ferretti di allora ed in fondo è questo quello che volevo quello che volevamo e queste le aspettative che abbiamo prodotto e questo che vogliamo consumare in attesa di crepare e certo non che il magone non sia presente e che sia dovuto al pensare invece alle aspettative che avevamo in quegli anni distanti di mondo da cambiare e di mondo poi in cambiamento quando crollò il muro ed una linea almeno ed intendo quella che separava l’est dall’ovest venne cancellata e dicevo il mondo in cambiamento ed adesso che innegabilmente è cambiato ma non come avremmo voluto cambiarlo noi e lo vediamo cambiato e ce lo diciamo come sei cambiato quando incontriamo qualcuno di quei vecchi amici e lui lo dice a noi ed allora se non altro consapevoli che è un carnevale una festa in maschera una interpretazione alziamo i pugni chiusi al cielo quando compare una bandiera del pci e balliamo e non studiamo non lavoriamo non guardiamo la tv non andiamo al cinema non facciamo sport e chiediamo di essere curati e ammettiamo la paranoia emiliana mentre invitiamo yuri a sparare e se ne vanno due ore e con loro tanto lo strato di polvere che avevamo su certi ricordi quanto l’illusione d’aver contato qualcosa di aver fatto qualcosa ed invece forte sale un gusto amaro di chi ha fallito come uomo e come generazione e del fatto che non ne frega nulla a nessuno noi compresi però tu amami ancora e fallo dolcemente un giorno un mese un’ora che la vita la mia non è ancora finita e ci sarà forse tempo per dare un senso a tutto quanto o se non altro a farsene una ragione che il senso manchi come qui manca la punteggiatura
#la verità ed altri disastri#cccp fedeli alla linea#concerto#senza punteggiatura#senza maiuscole#senza senso#amami ancora
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