#lavoriamo
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primepaginequotidiani · 6 months ago
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PRIMA PAGINA La Nuova Sardegna di Oggi lunedì, 29 luglio 2024
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liesmyth · 1 year ago
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ATAC ti penso. Roma ti amo
what do you guys think when you hear Rome Italy
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men4de · 7 months ago
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ci lavoriamo su
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raccontidialiantis · 8 days ago
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La vendetta può essere dolcissima (1 di 2)
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Due anni fa è morto mio marito. Un matrimonio che pensavo fosse stato perfetto, il nostro. Almeno sino a quel momento, pensavo. Quanto ci amavamo. Due figlie oggi entrambe sposate e fuori da casa, in una domenica di routinaria solitudine di tre mesi fa ho deciso di mettere nei sacchi tutte le cose di Marco, per buttare via vestiti vecchi e cose non più utili a nessuno. Tra le varie carte e gli estratti conto bancari, ricevute eccetera, ho trovato prove della frequentazione regolare e mensile di un alberghetto in una vicina frazione. Ricostruendo, la cosa avveniva guarda caso sempre in quel giovedì in cui egli mi diceva di dover andare a Milano per lavoro. Gira che ti rigira, ho trovato anche alcuni bigliettini molto espliciti e infine delle foto stampate inequivocabili: lui e la sua amante abbracciati e teneri. Porca miseria, che sorpresa terribile: Rina la mia collega nello studio in cui lavoriamo entrambe! Lei ha dieci anni meno di me, un marito giovane anche lui e un bel fusto.
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Choc totale, rabbia. Lacrime e infine anche una immediata, fredda determinazione. Con Rina siamo sempre state molto amiche, oltre che colleghe. In breve: ho subito invitato Sebastiano a casa un pomeriggio, con la scusa di montare un mobiletto per le scarpe. Mi sono fatta trovare da lui truccata, profumata e con atteggiamento da coniglietta smarrita; gli ho anche gettato le braccia al collo, in modo finto innocente, non appena finito il montaggio. Poi, sfacciata, gli ho chiesto scherzando se un giovane bello come lui avrebbe mai gradito montare anche una vecchietta orribile come me. Tra il serio e il faceto però, lo guardavo fisso negli occhi... lui è arrossito, ma non è fuggito. Anzi: comprensivo, mi ha chiesto che cosa mi passasse per la mente. E lì ho compiuto il mio capolavoro di recitazione: "sai, una donna ha le sue esigenze. Sono molto sola. Certo: la morale e bla bla... . Ma vorrei tanto instaurare un rapporto di amicizia diciamo... ecco... spinta. Però vorrei farlo con una persona molto discreta, un uomo che mi piace, che stimo e capace di tenere il segreto più assoluto... insomma: un gentiluomo come te"
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Dopo quel momento di totale, bellissima intimità tra noi, Sebastiano è diventato un toro. M'ha scopata con una furia incredibile. Non so quante volte sono venuta, quella prima volta. Né ho idea di quanta sborra m'abbia scaricato in corpo. In breve, da tre mesi finalmente scopiamo. Spesso lui ha dei rimorsi e io allora regolarmente gli dico di non preoccuparsi, che quando lui volesse potrebbe terminare immediatamente questa nostra cosa bellissima. Un rapporto tra noi puro e semplice, che a me porta grandissimi benefici psicologici. Che m'arrangerei da sola. Certo: sicuramente piangerei, mi dispiacerebbe. Ma capirei. Sicuramente. Non sarei mai un problema, per loro due. Allora egli, tranquillizzato, mi bacia con foga e mi scopa con dolcezza assoluta. Penso sia innamorato cotto, ormai. Io voglio che sia innamorato di me. Ce la metto tutta, per spostare il suo desiderio sul mio corpo e sulla mia persona. Poi gli dico anche che lui deve stare assolutamente tranquillo, perché io rimango sempre la migliore amica e addirittura intima confidente di Rina. E quindi so per certo che lei non sospetta assolutamente nulla. Le devo rovinare il matrimonio, a 'sta grande testa di cazzo. Anche se usciamo spesso insieme per lo shopping e ridiamo, spettegoliamo, ci consigliamo.
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Prendiamo un caffè, ci aiutiamo a vicenda quando serve. Semplicemente io le scopo il coniuge. Di continuo, ormai almeno una volta a settimana. Oh: che soddisfazione ogni volta che sento quel bel cazzo giovane di maritino amoroso entrare nel mio corpo di donna matura e oggettivamente molto puttana! Gli faccio fare cose che lei neppure si sognerebbe mai di consentirgli. Lui me l'ha confessato da subito. Sono diventata ormai il suo sfogo sessuale completo. Ah, l'ultima cosa: quando mi faccio sfondare, di dritto e di rovescio, mi assicuro prima che ci sia in giro la foto di quel cornuto a posteriori di mio marito. Con il suo sguardo ben rivolto verso il letto. E vengo alla faccia sua, mugolando come una vera troia professionista. Soprattutto, quando ingoio tutto quel seme che viene da quell'uccello giovane, prepotente e turgido ben ficcato nella mia gola, ingoio golosa; poi gli faccio l'occhietto e il gesto delle corna, con la mano poggiata sulla natica soda e nuda di Sebastiano. Poi con la lingua al mio stallone pulisco la sborra residua sull'asta e sui coglioni. Oh, quanto mi piace questo giovane, ingenuo, ignaro amante.
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RDA
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scritti-di-aliantis · 3 days ago
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(Foto: thebangkokian)
Sono pazza di lei. L'ho conosciuta per caso in un ristorante di Bangkok. Parlava un discreto italiano, perché era stata a servizio in Italia per un paio di anni, prima di essere costretta a tornare in Thailandia a causa della morte del padre, per dare una mano alla madre.
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(Foto: thebangkokian)
Di fatto, lei gestiva il piccolissimo ristorante. Mi piaceva: era giovane, fresca, senza tabù. Mi disse subito che era diventata immediatamente l'amante della signora presso cui prestava servizio. E già lì mi ero bagnata. Poi mi disse che se avessi voluto la sua compagnia in albergo per la notte ne sarebbe stata lieta.
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(Foto: thebangkokian)
A prezzo tutto sommato ridicolo, per me. E quindi aspettai che chiudesse. A mezzanotte arrivò. A letto era espertissima. Mi fece delle cose che io neppure immaginavo possibili. Mi venne spontaneo dirle che se si fosse liberata del problema ristorante, io l'avrei accolta a casa.
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(Foto: thebangkokian)
In effetti, io e mio marito abbiamo bisogno: due figli adolescenti e una casa da mandare avanti comunque, malgrado sia io che Alberto lavoriamo un sacco di ore al giorno. E da una settimana finalmente è con noi, a casa. Del ristorante e di mamma si occupa la sorellina, che ha quindici anni ed è molto sveglia.
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(Foto: thebangkokian)
Io già non so come farei, se se ne andasse. Per fare sesso con lei, trovo e mi invento dei ritagli di tempo anche minimi, pur di leccarla. Spesso, improvvisamente la osservo mentre pulisce o fa i servizi e allora mi prende una voglia matta. Di lei ho sempre un desiderio irrazionale e voglia di baciarla.
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(Foto: thebangkokian)
E poi amo da matti la sua piccola fica. Adoro quando mi si mette addosso col suo corpo e mi blocca. Divento sua. Sono cotta persa del suo odore e della sua totale perversione. Se siamo sole, magari da dietro le scendo gli shorts elastici mentre sta lavando il pavimento! Lei sorride, la puttanella.
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(Foto: thebangkokian)
Poi la porto sul divano e la lecco. Lei geme e s'apre tutta. Subito mi ordina di farle delle cose. Adora farsi leccare il buco del culo a lungo e il piccolo seno. La masturbo per farla venire e lei in cambio mi chiama con le peggiori parolacce. Penso sinceramente di amarla. Mi piace, m'ha preso la mente.
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(Foto: thebangkokian)
Devo fare attenzione: ho perso la testa. A letto mi comanda, mi tratta come fossi la sua schiava. Mi rivolta tutta, come un calzino. M'è entrata nel sangue. Sono la sua puttana. Una troiona sposata di quasi cinquant'anni con una ragazzina tailandese di venticinque anni. Devo tenerla a distanza dai miei figli.
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(Foto: thebangkokian)
Ho visto che guarda entrambi con un certo sguardo, la zoccoletta: sia il maschio che la femmina. L'ho avvertita che se succedesse qualcosa la rispedirei subito a casa sua. Si: sono gelosa. Mio marito non sospetterebbe mai, anche perché per tenerlo tranquillo, da quando lei è qui me lo pompo ogni sera, glielo prendo in culo e lui vive felice.
Aliantis
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(Foto: thebangkokian)
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machiavelli · 1 year ago
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I LOVE YOU, THANK U. 😭
WE ARE SLEEP DEPRIVED HERE AND THIS WILL BE THE SITUATION UNTIL SUNDAY 2AM ECT.
I come back to Tumblr expecting to see a bunch of non-book readers to be crying about Luke’s betrayal but instead I’m greeted with Italian women going crazy over whatever the hell is going on over there
@heirofs1ytherin
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der-papero · 1 year ago
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Una settimana è passata dal mio primo giorno nel nuovo lavoro, e posso dire di essere circondato da quelle che sembrano brave persone, provenienti da ogni parte del mondo. Finalmente si può parlare in inglese tutto il giorno, sentirlo anche nei corridoi, alla pausa caffè, alla mensa. Certo, non è napoletano, ma ci sono diversi livelli, e alcuni possono andar bene.
Ma il punto è che, ed è stata una sorpresa per me, nessuno ha fatto alcuna battuta di merda razzista, ma nemmeno una uscita per fare gli spiritosi, nulla. Non che pensassi che una roba del genere non fosse possibile, ma una cosa è la teoria, una cosa è vederla dal vivo, e sulla propria pelle. La prima settimana in SAP di 6 anni fa fu drammatica, era un continuo, sembrava un raduno dei peggiori stronzi che questo paese fosse in grado di mettere al mondo, e posso garantire che, su questo punto, non c'è limite al peggio. Mi hanno fatto schifare questo paese al punto tale che non penso di tornare mai più indietro su questi sentimenti, mi hanno portato al punto da fare del mio odio verso di loro una forma di equilibrio mentale necessario.
Chissà, forse perché qui la parte tedesca è in minoranza, e non si è mai creata quella massa critica tale per cui un gruppo di persone diventa inconsapevolmente un gruppo di bulli di merda, sembra funzionare. Persone che ti dicono "lavoriamo insieme", anziché lasciarti indietro perché "cazzi suoi che ha cambiato paese ed è venuto qui, ci mancavano pure gli italiani", non ho visto coltelli puntati, gente con la scopa al culo perché devono dimostrare di essere stressati per essere considerati come "performanti", gente che non si riduce a dire "italiani = mafia" per far ridere gli altri, persone che ti salutano!, insomma mi sembra di essere tornato al 2006 in Siemens, dove eravamo provenienti da ogni posto d'Italia e si creò una famiglia più che un team. Non siamo ancora a quel livello lì, ma, oh, la differenza si sente e come.
Anche se ufficialmente tra 6 mesi mi toccherà lasciarli, proverò a farlo funzionare, chissà, magari mi chiedono di restare, e già solo per il fatto di essere seduto affianco a persone così, vale la pena firmare, e forse, se proprio mi andrà di culo, dopo un po' se ne andrà il mio odio perenne verso una terra e un popolo che non mi ha mai, non dico accolto, perché in quello nessuno è capace, ma almeno fatto sentire benvenuto.
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ilfildiarianna · 1 year ago
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E lavoriamo
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“Tu non vuoi davvero morire,
vuoi vivere, anche se non sai come si fa.
Hai sofferto tanto e ti sei abituata al dolore pensando di meritartelo ma quello che ti hanno fatto non è colpa tua.
Dobbiamo elaborarlo, ci lavoriamo insieme”
-la mia psi
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abr · 4 months ago
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Dialogo con un (nemmen tanto) piccolo imprenditore delle costruzioni:
"Non troviamo più gente che lavora. Gli italiani, sempre più rari, chiedono quanti giorni di smartworking gli dai, a noi che lavoriamo in cantiere.
I migranti? I nuovi arrivati si licenziano entro pochi mesi per non dover dichiarare redditi: meglio lavoretti in nero, 780 euri a gratis a testa più pronti soccorsi e pensione sociale per i loro vecchi ricongiunti; senza oneri di tasse, contributi e manco d'affitto se non gli va: quando mai puoi mandar via, dopo minimo quattro anni, una famiglia numerosa e disoccupata?".
Stiamo facendo selezione all'incontrario. Stato CRIMINOGENO.
Speriamo nella resipiscienza, sia pur tardiva ma non è mai troppo tardi, degli im-prenditori del decotto arretrato - ci vuole pure quello - e degli affitta ruderi, quei miopi che fino a ieri: "i migranti fanno i lavori che i nostri non vogliono più fare e ci pagheranno le pensioni".
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susieporta · 1 month ago
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Siamo adulti, siamo tanti e
siamo stanchi tutti quanti.
Non siamo stanchi perché lavoriamo troppo o dormiamo poco o mangiamo male o per carenza di ferro o magnesio. Non è una stanchezza chimica, è esistenziale. Non siamo stanchi per qualcosa. Siamo stanchi di qualcosa.
Io sono stanca dei miei pensieri che escono dal gregge, di non essere un buon cane pastore capace di girargli intorno, arginare, compattare. Perché spesso sono il lupo che minaccia di sbranare le certezze.
Sono stanca dei sospesi: la lampadina che devo cambiare da un anno e tre mesi. Devo imbiancare, ho ancora mezzo armadio pieno di vecchi vestiti dovrei disfare. È sempre stato più facile gettar via che sistemare.
Ma ci sono anche gli oggetti che non so buttare. L’oggetto del mio rancore, l’oggetto del desiderio, l’oggetto delle mie angosce, l’oggetto della mia malinconia, l’oggetto dell’invidia, sono un’accumulatrice seriale di piccole ossessioni.
Sono stanca di aver bisogno di questa stanchezza per sentirmi viva, perché se non sei stanca non hai fatto abbastanza.
Sono stanca perché il vero riposo per me è la soddisfazione del darmi da fare, anzi di fare fatica.
Sono stanca e un po’ suonata, ogni tanto ripenso a quando ero più giovane e innamorata, così innamorata da potermi concedere il tormento che costruivamo noi, con dubbi inesistenti. Ancora mi sorprende quanta resistenza si possa fare ad accettare la felicità.
Oggi sono stanca della precarietà. Sono stanca del “per ora”, delle mani avanti che sono sempre le mie, della mia incapacità di pensare per assoluti, del senso di allerta che mi abita. Io peroro, tu perori, egli perora… voce del verbo “del doman non c’è certezza”. Ci diciamo che stiamo attraversando un periodo complicato. Una fase. La vita è una fase complicata dell’esistenza. È che la complicazione non è circoscritta e il periodo di cui sopra non si attraversa e via, quando trovi le strisce.
Se tocchi il fondo, immagini di scendere giù, verso un abisso di tristezza, ma poi di picchiare la pianta del piede e risalire rapido. E invece no, ti aspetta la merdosissima maratona nei fondali, anfibi disperati che non siamo altro, con le branchie che fanno contatto coi condotti lacrimali.
“Sei stanca” mi chiedi? Sì, ma per ora il gregge dei pensieri è in salvo, anche stasera il lupo non si è visto arrivare. Sono stanca, siamo stanchi, ma via e pedalare.
Enrica Tesio
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schizografia · 8 months ago
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Noi lavoriamo nelle tenebre - facciamo quel che possiamo - diamo quello che abbiamo. Il nostro dubbio è la nostra passione e la nostra passione, il nostro lavoro. Il resto è la follia dell’arte.
Henry James
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condividiamolavita · 2 months ago
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G della galleria mi ha appena mandato un messaggio per chiedermi se possono pubblicare nella newsletter una foto di Cesare e me di spalle mentre lavoriamo assieme + didascalia con i nostri nomi
io così
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chez-mimich · 9 months ago
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Buon Primo Maggio a Noi che lavoriamo (ancora), buon Primo Maggio a chi ha lavorato, buon Primo Maggio a chi vorrebbe lavorare, buon Primo Maggio a chi vorrebbe non morire di lavoro, ma soprattutto buon Primo Maggio a chi è morto di lavoro.
“Non usciremo mai da questa trincea con uno straccio di bandiera bianca” (Wladimiri Majakovsij)
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raccontidialiantis · 29 days ago
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Ma come hai fatto? (La mia prima volta)
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Sono una donna che nella vita non ha mai avuto troppe incertezze. Cresciuta ed educata secondo sani princìpi. La serietà, la coerenza, il non lasciarsi andare, l'impegno e l'evitare frivolezze sono sempre stati gli elementi base del mio carattere. Distacco, sobrietà e contegno. L'amore io lo immaginavo in fondo come un rapido passatempo, probabilmente addirittura quasi una seccatura, uno spreco di tempo ed energie che potrebbero essere utilizzati meglio, un ostacolo alla produzione lavorativa e alla realizzazione di sé. E invece sei arrivato tu. All'improvviso. Ti ho conosciuto durante uno stage settimanale in Francia per motivi di lavoro. Lavoriamo in aziende italiane concorrenti dello stesso settore.
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Hai sconvolto tutte le mie priorità. Dopo un evidente tuo corteggiamento iniziale in albergo la sera stessa del primo giorno, mi sono detta: “in fondo è un bell'uomo. Ma sì, proviamo anche questa. Non è che di sera ci sia molto da fare, qui. Rapidamente, però.” Invece siamo saliti in camera, hai iniziato subito a spogliarmi. Io lo volevo e quindi già sentivo dentro un rimescolamento incontrollabile. Poi hai preso a baciarmi il collo, la bocca, i seni e pian piano sei sceso a valle: con la lingua hai aperto le mie grandi labbra e hai iniziato a mordicchiarmi, a leccarmi a lungo. Ma come si permette? E quanto mi piace! Non ce l'ho fatta più e sono venuta una prima volta!
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Per me, ventiquattrenne di provincia tutta casa, studio e lavoro, era la prima volta! Hai puntato il tuo cazzo e inesorabile hai iniziato a entrare in me. Ero terrorizzata ma eccitatissima. Era un'esperienza che volevo fare, pensando di sbrigarla come una qualsiasi pratica standard. Stupida! Ho raggiunto di nuovo e in breve l'orgasmo. Tu, incurante delle mie richieste di rallentamento, sapendo di stare sverginandomi, continuavi come una bestia a possedermi. Ed era una sensazione meravigliosa: finalmente desiderata, presa con forza e resa un semplice oggetto di piacere. Ero diventata una donna, ero finalmente soltanto la femmina usata per far sfogare il maschio.
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E infine mi sei venuto dentro: dentro questa femmina oggetto di piacere che era stata ormai sverginata, sfondata e resa dolorante. Ma appagata e felice. Non ho voluto farti uscire io! Ti ho messo le gambe incrociate sulla schiena mentre venivi. Speravo solo di non essere rimasta incinta. Tutti gli anni di studio, la posizione sociale, il prestigio, la rispettabilità: ogni cosa a puttane! O meglio, tutto nella figa della puttana che stavo diventando rapidamente per te. E poi tutto in una notte! Ero curiosissima: ormai volevo sperimentare qualsiasi cosa sapesse di sesso, con te. Dopo un po’ di pausa, ho voluto prendere il tuo benedetto e adorato cazzo in bocca: oddio che senso di totale sottomissione e nello stesso tempo di appagamento!
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Ti ho fatto venire la seconda volta, malgrado la mia totale inesperienza: mi ero limitata infatti a prenderlo e tenerlo fermo nella mia bocca, succhiando e tirando sino a sentirti gemere e sborrare in me. Ti ho assaporato e ingoiato senza fare un fiato. L'uomo è un meraviglioso prodigio della natura. Quando ti sei calmato, sei tornato gentile e mi hai spiegato come deve essere sbocchinato per bene un uomo. Ridendo, ti ho promesso che avrei studiato e la sera seguente avresti potuto darmi quante ripetizioni volessi. Passata la giornata lavorativa, cena rapida insieme e poi di corsa su in camera. Ero pronta a mettermi in ginocchio, invece mi hai spogliata, gettata sul letto e girata. Ero un po’ spaventata, ma curiosa.
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E comunque mi fidavo di te. Mi hai leccata a lungo tra le natiche e insalivato per bene l'ano. Poi vi hai spalmato un ulteriore lubrificante e hai puntato il tuo grosso glande sul mio buchino: piccolissimo al confronto! Ero terrorizzata. Ma resistetti: sei entrato piano in me. Ho serrato i denti, cercando di rilassare l'ano. Come hai sentito il mio corpo ammorbidirsi tutto, hai iniziato a incularmi e io ad accoglierti sempre più. Ti ho sentito mentre mi sussurravi: “ora sborro” e sono venuta con te. Se possibile, è stato ancora più bello della prima volta. Inutile dire che abbiamo scopato tutta la settimana. Ora ci teniamo comunque in contatto , anche se siamo entrambi sposati.
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Ma essendo nello stesso giro professionale, quando ci ritroviamo insieme a un corso in comune, regolarmente godiamo di noi. E per nostra intima, dolcissima “tradizione”, oramai inizio sempre prendendotelo a lungo in bocca, facendoti sborrare copiosamente nella mia gola, gustando il tuo nettare e chiedendoti il voto alla fine. Ma tu vuoi sempre farmi un… supplemento di interrogazione! Per me tu sarai sempre la prima, bellissima volta. Ma come hai fatto a conquistarmi così?
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RDA
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t4merici · 4 months ago
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Chissà se riusciremo mai a pubblicare il romanzo che io e G. abbiamo tradotto per il progetto di tesi... ormai è da marzo che lavoriamo alla revisione ma stiamo ai tempi e alle richieste della nostra ex relatrice, che ci sta facendo un favore ad aiutarci. Proprio perché è un favore, lo fa nel tempo libero, e quindi aspettiamo e aspettiamo e aspettiamo. Chissà. Sarebbe bello trovare il proprio nome su un libro. Magari pubblicato da una buona casa editrice.
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