#lasciati guardare
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malincogatto portami via con quel tuo strano tipo di occhi con quello strano tuo tipo di verde dei tuoi occhi strani malincogatto portami via mostrami la strada e accompagnami tienimi per la zampa malincogatto portami via fammi riposare sulla tua pancia morbida fammi le fusa leccami il naso con quella lingua ruvida
sminami la strada ch’io possa danzare con le mie nuove scarpette da tip-tap senza saltare in aria
ossigenami di baci se cado afferrami sii il mio antidolorifico peloso insegnami la speranza spaventa i miei nemici offrimi da bere avvolgimi nei tuoi capelli raccontami le favole della buonissima notte vestiti leggera lasciati guardare fatti toccare toccami molto che ho paura di scomparire
malincogatto portami via
e facciamo che la nostra vita sia un pigiama party che dura per l’eternità
Guido Catalano
#vestiti leggera#lasciati guardare#fatti toccare#toccami molto#parlare al vento rende tutto molto leggero
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La verità è che
per quanto male faccia
chiudere certi capitoli,
è di gran lunga
più doloroso
restare aggrappati
a qualcosa
che non esiste più.
ci vuole coraggio
ad ammetterlo
ma è necessario,
quando tutto
smette di funzionare
l’unica cosa che
può salvarti
è
mettere un punto
e
andare a capo.
#coraggio#andare avanti#lasciare andare#andare via#andare oltre#non doveva andare così#lasciati andare#guardare oltre#oltre#coragio#necessità#necessary#funziona#salvarte#salvare#punto final#frasi mie#promesse#frasi lunghe#poesia#frasi e citazioni#citazione vita#vitality#frasi sulla vita#citazioni di vita#vita#la vita è bella#citazioni vita#pezzi di vita#lezioni di vita
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Brava così,
lasciati da me guardare mentre ti tocchi
Esplorati,
varca e allarga bene ogni tuo orifizio.
Spalancata,
impudica,
eccitata,
bagnata e aperta.
È esattamente così che ti voglio,
in favore del mio sguardo.
Adoro osservare ogni sfumatura di te,
la magistrale abilità delle tue esili dita
con cui ti procuri il piacere
da te tanto anelato.
Le vedo scorrere
a tratti lente
e in altri momenti più veloci,
laddove le tue esigenze si fanno più intense.
Bellissimo vederti contorcere e gemere per me.
Il tuo respiro si fa più forte.
Meravigliosa creatura dell'amore…
Sei mia!
È così che ti voglio!
Impudica meretrice,
maledettamente puttana in ogni tua voglia,
ma solo e unicamente per me!
Monia Monica Marina Morganti
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Il giorno in cui mio zio è morto (di nuovo)
Oggi la mia città ha subito il lutto di un personaggio che è stato amato, accolto e conosciuto da tutti. Questa persona si chiamava come si chiamava mio zio. Solo il nome, non stiamo nemmeno parlando di omonimia. Tra i vari post in cui mi imbatto su facebook uno in particolare desta la mia attenzione: riporta la foto della persona in questione, ma il messaggio inizia con "ci ha lasciati.." e prosegue con nome e cognome di mio zio che da quel che mi ricordavo è morto ormai da tempo e per di più poco aveva a che fare con quest'uomo: tutt'altra età, origini completamente diverse e nessuna somiglianza. Il post prosegue ricordando che mio zio è fratello di mia madre, di cui riporta nome e cognome e ricorda che anche lei ci ha lasciati tempo addietro. Sbalordita. Come è possibile che io legga una cosa simile? Da dove è uscito fuori questo errore? In che modo solo un nome uguale può causare una cosa simile? In più se conoscevi mio zio dovresti già essere al corrente della sua morte. Io fb lo uso solo per guardare: non metto like, non commento mai, men che meno posto qualcosa. E quindi? Intervengo? Chi più di me può avere la certezza di questa confusione? Nel mentre il post scompare.
Oggi ho imparato due cose: che si può morire più di una volta e che la smania di dover fare un post sulla notizia del giorno accantona il rispetto per i morti.
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ma dio ma lasciati guardare
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Credo faccia parte del processo di guarigione guardare a certe tue mediocrità del passato con tenerezza e distacco; quello con cui non riesco a far pace è che quando risiedono in qualcun altro io non riesco più a provare un certo tipo di empatia perché da certe cose penso di essere fuori. Ed è proprio l’empatia che vorrei conservare, non dimenticarmi mai l’inferno che ho passato. Céline scrive: “la peggior sconfitta, in ogni caso, è dimenticare, e specialmente ciò che ci ha fatto crepare”. Ecco, io vorrei che il mio processo di guarigione non mi porti a diventare una di quelle persone che si credono risolte, che guardano gli altri dall’alto del loro basso, privi di indulgenza ed empatia perché ormai, quelle cose, le hanno ampiamente superate. Soprattutto, vorrei riuscire a essere in grado di ricordarmi perfettamente come stavo nei periodi più atroci, le sensazioni fisiche che ho provato durante le più disparate esperienze traumatiche, cosicché quando una persona mi parlerà della sua, di situazione, io potrò guardarla con gli occhi di capisce, di chi sa; e spero di non doverla guardare con occhi commiserevoli e sprezzanti, come siamo sempre umanamente portati a fare quando ci siamo lasciati il nostro personale Inferno alle spalle.
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" Ogni autore ci arriva carico di osservazioni, di opinioni, di passioni, di interpretazioni, che l'hanno modificato partendo da esperienze, abilità e conoscenze tecniche diverse: talora straniere affatto alla nostra storia. È impossibile estrarlo da questo impasto che lo ha attorniato e che cresce. Bisogna rassegnarsi a guardare i templi di Paestum nella loro nudità fatta dai secoli di abbandono, di piogge, di sole, di nebbie che li hanno prima privati delle loro coloriture originarie, e poi, a poco alla volta, in un processo irreversibile, li hanno lasciati mutilati in una nudità che avrebbe fatto piangere i loro autori. Così è dei classici di molte letterature. E non possiamo molto obiettare alla nostra mancanza di obiettività. Essi, come noi, hanno vissuto, e come noi hanno cambiato di peso, di colore, di grazie, di forza con il passar sopra di tutti noi degli anni. Possiamo ancora parlare con loro. Ma non dimenticatevi che la loro loquela non era quella d'un tempo. Credete che Dante parlasse come un professore d'oggi, e il suo accento toscano fosse quello del sindaco di Firenze? Più grave ancora: come si può recuperare oggi il valore d'una frase di Farinata degli Uberti, quando il sentimento della famiglia, della patria, della città, è tanto cambiato? "
Giuseppe Prezzolini, Storia tascabile della letteratura italiana; prima edizione: Milano, Pan, 1976.
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Avevo bisogno di fare ordine nella mia vita, allora ho tirato fuori dal fondo del mio armadio ricordi che non ho mai usato, ho buttato qualche sogno, illusioni, sorrisi che non ho mai dato, decisioni sbagliate, passioni nascoste, desideri inespressi, ferite, dolori, ricordi di giorni tristi.
Ho tirato via la rabbia e rancore da dentro scatoline colorate.
Ho lasciato andare persone e oggetti che non mi appartenevano più.
Ho guardato tutto e scelto con cura e delicatezza cosa mandare via.
Da quelle mensole ho tirato giù: l’amore ferito, le parole malinconiche rimaste tra la gola e la lingua, le carezze non date, i baci mancati e fogli scritti a metà.
Ho aperto, e sono rimasta a guardare, quel cassetto in cui si salvano le cose importanti per i momenti importanti, ho raccolto la tenerezza, l’amore ritrovato, ho raddoppiato i desideri, ho messo il profumo della speranza.
Ho passato un panno sullo scaffale dei miei obbiettivi e li ho lasciati in bella in vista, per non dimenticarli. Ho adornato la cassettiera con fotografie usurate, miei disegni colorati con alcuni ricordi dell’infanzia.
Sul bastone dei vestiti, ho appeso immagini della mia gioventù e lo stesso desiderio che esprimo per il mio compleanno da quando ero adolescente: gioia e leggerezza.
Ho sistemato le esperienze piacevoli che mi hanno insegnato a crescere; su una gruccia colorata ho posizionato la capacità di amare, di aiutare, di confortare; su un’altra l’amicizia lo stringere il cuore, proteggere chi amo e su una gruccia in particolare, ho appeso la voglia di ricominciare…
- Carla Babudri
ELISA ANFUSO art - Casa Bianca
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Uomo del '20, autoritratto.
È un giorno fra tanti, una sigaretta si lascia consumare fra gesti quotidiani, Marcello è seduto nel suo camerino, il suo riflesso che lo osserva. Cerca il prismatico esempio di un uomo da rispettare, un tipo d'uomo, che sente un po' lontano. Lo osserva, lo invita ad accomodarsi, tra tutti quei perché. Ma è solo un attimo. Uno smarrimento necessario di coscienza. Marcello, nel suo specchio ci scruta un uomo, capace di leggere attraverso un prisma di fragilità, intelligenza cinica e aspra ironia, ci vede un uomo delicato e gentile, un'anima che gioca e ha le ginocchia un po' sbucciate, a cui avrà detto, stai attenta, non correre! ma che a volte, avrà fatto orecchie da mercante. Il suo riflesso gli parla attraverso, anche sotto quel trucco di scena che aspetta il suo ciak e che non esita a farsi riconoscere, a lasciare che sia speculare esempio di un autoritratto, trasposto, trasfigurato, rimesso in immagine, esito di un un qualcosa da rivedere, rimescolare, rigenerare per poi migliorare. Marcello è un uomo del '20, antico e moderno, che ha conquistato il suo posto, il giusto centro, con quella fatica che comporta l'insegure un sogno, il cercar se stessi e l'identità anacronistica di quell'uomo del '20, che cammina nel suo oggi. Nel suo riflesso il rumore e il silenzio, il vanesio e il modesto, il superficiale e l'onesto e di fianco una cartolina, messa lì per ricordare che, tra tutti quei perché, non ci si debba sentire soli, sebbene nel suo camerino venga sempre qualcuno. Uno sguardo al telefono, un tiro alla sigaretta per sbuffare via un po' di fumo e preoccupazioni e l'uomo del '20 va in scena per essere medico, marito, professore, barone, casanova, per provare ad essere chiunque e tenersi un po' da parte, per non scrutarsi, per accendersi in colori vivacissimi, istrionici, malinconici, complessi e mai uguali lasciati lì apposta per essere visti, letti, notati. Marcello è un uomo del '20, determinato ad essere vivo, vitale e sognatore, un uomo da guardare nel suo vero riflesso, una vetrina di semplicità e meraviglia. Un'identità distaccata, complessa, rivelata, bellissima, proiettata come ieri "nell'oggi, domani e dopodomani", anche tra quelli più consumati.
#marcello mastroianni#best actor#movies#original photographers#federico fellini#biografy#biografia#otto e mezzo#film photography#cinemaitaliano#cinemalover#telefonamitra20anni#latin lover#la dolce vita#mastroianni#attore#old films#autoritratto#1960s#1920s#Spotify
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Giornata impegnativa, ci sono attimi dove mi costringo a guardare in alto, mandare giù fino alla pancia quel magone. Un compleanno di un 80 enne con tutta una famiglia riunita ,le nipoti, i figli , la moglie accanto. Al momento della torta ho scattato una foto a quella famiglia... 3 ci ho rivisti tutti li , il sorriso di mia mamma con quegli occhi azzurri , tale è quali agli occhi di mia figlia. Il nonno con quell'aria dell'uomo tutto d'un pezzo ma che alla sera faceva la voce dell'orso cattivo per farmi ridere . Una piccola me , un maschiaccio con i capelli mossi che d'estate si tingevano di rosso ramato con le ciocche in fondo sempre più bionde. Quella polo a maniche corte rosse e i pantaloncini di cotone a scacchi rossi e bianchi e le superga rosse. La pelle bianca con le lentiggini di nonna. E poi tu papà...
Non vedrò gli 80 anni di nonno mai..nemmeno quelli di mamma o di papà ...la nonna non era mentalmente presente ai suoi. Rimane quella bambina con i sogni urlati al mare e quei pensieri lasciati a fare la stella a largo in mare....a sentire il rumore dell'acqua che ti riempie le orecchie. E il cielo....quel chiedersi che ora sono e guardare dov'era posizionato il sole
Una marea di ricordi.
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Brava così,
lasciati da me guardare mentre ti tocchi
Esplorati,
varca e allarga bene ogni tuo orifizio.
Spalancata,
impudica,
eccitata,
bagnata e aperta.
È esattamente così che ti voglio,
in favore del mio sguardo.
Adoro osservare ogni sfumatura di te,
la magistrale abilità delle tue esili dita
con cui ti procuri il piacere
da te tanto anelato.
Le vedo scorrere
a tratti lente
e in altri momenti più veloci,
laddove le tue esigenze si fanno più intense.
Bellissimo vederti contorcere e gemere per me.
Il tuo respiro si fa più forte.
Meravigliosa creatura dell'amore…
Sei mia!
È così che ti voglio!
Impudica meretrice,
maledettamente puttana in ogni tua voglia,
ma solo e unicamente per me!
Monia Monica Marina Morganti
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Allora: ci vogliono terrorizzati. Perché il terrore vende libri, perché il terrore inibisce, il terrore funziona.
"La paura uccide la mente..."
I toni sono sempre più apocalittici e millenaristi perché la storia insegna che le grandi inculate si danno così, non con la vasella.
Stiamo parlando di architetture informative ed operative che sono state costruire con gli anni da persone totalmente iniziate allo studio della cosiddetta "scienza sacra" esoterica. Lo zampino della massoneria è evidente, senza essere complottardi ritardati. Ma prima di mettere il copricapo di stagnola e vedere simboli occulti, andiamo a guardare di cosa si occupano certi culti iniziatici e misterici come appunto la massoneria. Lungi da me fare una storia di questa setta pseudoreligiosa, o di circolo LARP per anziani che giocano con spade e grembiuli, ma vorrei soffermarmi sugli strumenti che la masson"imbacuccare", detto in soldoni, le masse di creduloni (i cosiddetti "profani", cioè quelli che restano fuori dal tempio). Attraverso lo studio della simbologia ma soprattutto delle tradizioni ritualistiche e religiose, il massone è in grado di capire come l'individuo possa essere assoggettato a quello che, in altri tempi, avremmo potuto chiamare "magia". La magia dei simboli, dei rituali, della storia - in altre parole, dell'affabulazione che, almeno in superficie, riesce a convincere e nascondere sistemi di potere e agende operative ben precise. Proprio per questo motivo la massoneria parla coi simboli e nelle officine massoniche si lavora con riti quantomeno grotteschi o strambi, agli occhi dei più. Affabulazioni per nascondere gli intenti dei fratelli di loggia, che sono un'unità di lavoro autonoma. Adesso, se capite il mio ragionamento, potete capire come mai ho accennato alla massoneria guardando a quanto le istituzioni come il WEF stanno cercando di imporre. La loro affabulazione simbolica, creata con strumenti e cognizione dei meccanismi esoterici, tende a spingere la volontà di un gruppo purché ristretto di persone. Le informazioni disseminate dal WEF (ricordatevi: non si tratta solo di PR e lanci ripresi dai media di massa - l'architettura informativa attorno al WEF è complessa e sofisticatissima) tendono a creare i presupposti per la nascita di una religione senza Dio, dove la salvezza è eminentemente umana e la gerarchia sacerdotale è apparentemente scientifica. Pertanto inconfutabile. Questa affabulazione apocalittica, questa "religione" fasulla, serve per piegare le masse ad un livello ben più profondo di schiavitù mentale. Gli iniziati assoggettano i profani: gli uni padroni degli strumenti "magici" di affabulazione, gli altri meri ricettori passivi lasciati in balia dell'emotività animalesca che gli strumenti di tradizioni iniziatiche (come la massoneria) sanno come controllare.
@gas_lerner
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Con la poesia di https://www.tumblr.com/maripersempre-21 e mia libera improvvisazione
Fermati ogni tanto,
lascia quello
che stavi facendo,
e fermati a guardare l'alba,
oppure un tramonto...
fermati e cerca
di diventare un tutt'uno...
immergiti nei suoi colori...
lasciati assorbire
da quel cielo che ti offre
uno degli spettacoli
più belli che esistano,
siediti e ammira...
perché bisogna
fermarsi ogni tanto...
e godere di quello
che ci offre la vita...
solo questa abbiamo,
nulla torna indietro...
M.C.©
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«Dai, avvicinati
ti devo parlare.
Voglio dirti quanto ti desidero abbracciare.
Non restare lì
non aver paura
so bene quanto per te è stata dura.
Ma ora ci sono io quì
che ti guardo, che ti amo,
ed amare è la mia natura.
Non ti farò del male.
Dai fatti coccolare
dammi la mano e lasciatela guardare
io non la so leggere
ma so che non la vorrei mai lasciare
Dai avvicinati amami e lasciati amare.
Che quando due si amano
nessun male li può fermare»
(Mehdi Walter Diciotti)
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Tutti gli innamorati sono poeti... Sono gli amori mai davvero vissuti, che diventano poesie, o canzoni. Sono quegli amori di cui qualcuno non ha voluto prendersi cura, quelli che sembrava ed invece no, o quelli che erano fortissimi, ma da una parte sola. Quelli, sono quelli che, non trovando spazio nel Mondo del reale, non riuscendo a diventare serate noiose passate a guardare la televisione insieme, o pizze ordinate e “tu, amore come la vuoi, io quattro stagioni” o non facendocela a trasformarsi in litigate sul come vada schiacciato il tubetto del dentifricio, prendono la via dello struggimento in versi, della frase ad effetto, delle note e degli accordi per chitarra. Sono gli amori che, non riuscendo a far sospirare ed intenerire il solo ed unico oggetto del loro stesso esistere, allora provano a fare battere i cuori di tutti, allora provano a trovare un po’ di ragione e di vita in belle parole, belle ordinate e belle sanguinanti. Perché tutti gli innamorati sono poeti, e tutti i poeti sono innamorati, ma quelli ricambiati baciano labbra e stringono mani, quelli lasciati soli, invece, scrivono versi.
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Lasciati guardare,
mentre non vedi....
Lasciati ascoltare,
mentre non puoi parlare...
Lasciati accarezzare la pelle,
mentre sei stretta tra le mie corde....
Lasciami gridare che sei mia,
mentre sussurro ordini gelidi...
Lasciati colpire dalle mie mani,
mentre mi doni piacere....
Lasciami osservare le tue labbra,
Mentre dici che mi ami....
OscuroIo ©️
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