#laboriosità
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Small things
Mi piacciono le cose che gli altri nemmeno notano, quelle che appaiono come piccole, imperfette e spesso banali.
Le venature delle foglie, per esempio, che tracciano righe via via più sottili, mano a mano che si allontanano dal centro verso le estremità della foglia come tante minuscole vene che irrorano la pianta trasportando il nutrimento nel suo sangue verde di crolofilla al pari del lavoro svolto dal nostro sangue; mi piace come ogni pianta abbia le sue foglie, diverse da quelle altrui e persino difformi tra loro poiché non ve ne sarà mai una in tutto e per tutto identica ad un'altra.
I fiori ed il muschio che crescono tra i ricami di cemento spezzando il nero con i loro colori brillanti e festosi, svettando mossi dal vento a suggello della loro vittoria sul catrame dell'asfalto e della loro resilienza.
Le differenti tipologie di cinguettii emessi dagli uccellini, incasellati uno dietro all'altro per avvertire di un pericolo, per corteggiare, per ammaliare o semplicemente per cantare al mondo intero la loro esistenza mentre eleganti e leggeri prendono il volo librandosi nel cielo di frasca in frasca.
Le sfumature che la flora e la fauna acquatiche conferiscono all'acqua rendendola viva e pulsante e permettendole di cangiare a proprio piacimento dal blu, al verde, al celeste o al nero pece a seconda del mondo che va ad accogliere e delle stagioni che andranno a susseguirsi, creando specchi più o meno cristallini in cui riflettersi e dove riflettere.
Le "consistenze" difformi delle nuvole, più o meno dense, soffici, sfibrate che conferiscono alle stesse quel magico gioco di mutare forma e solleticare la nostra fantasia ad associarvene una per ciascuna o viceversa ad associarle alla panna, allo zucchero filato e via discorrendo mentre puntiamo in su i nostri nasi.
L'odore che permea la carta dei libri a seconda della cellulosa scelta per creare il foglio, dell'inchiostro che vi è stato intriso, delle mani delle persone che lo hanno stretto, assume quando aperto se ne respira la storia, la realizzazione nel frattempo che si leggono mirabolanti avventura, si studiano nuove informazioni, si notano i piccoli dettagli delle figure o le finiture che ne rilegano le pagine alla copertina stessa.
Il sapore dolce e zuccherino della frutta appena raccolta, leggermente calda per via della temperatura, ma così soddisfacente da addentare durante l'estate quando è accatastata nelle ceste in vimini costruite a mano da chissà che artigiano esperto e che profumano di frutta, d'estate, di sole e di terra; che vengono riportate nelle case per realizzare deliziose confetture e marmellate da conservare per l'inverno.
Il profumo persistente del legno che scricchiola nel camino e che riscalda la casa diffondendo la sensazione di coccola emanata dal cedro, dal pino, dal ciliegio e che ti si appiccica addosso come un profumato scudo contro il gelo.
La morbidezza della pelle dei neonati quando solamente gli sfiori e con la forza di quelle manine tanto piccole ti stringono il dito e tu senti tutta la vita e la sua forza in un piccolo esserino morbido e profumato, che seppur fragile all'esterno è spesso molto più forte di noi all'interno.
La laboriosità delle formiche che in fila indiana trasportano le briciole di pane e si muovono come un piccolo esercito minuscolo, ma compatto formando a volte anche curiosi "disegni" durante il tragitto.
Mi piacciono i nei, quelli piccoli o dalle forme particolari, quelli che se uniti creano quasi delle forme o delle costellazioni sulla pelle delle persone,come se seguissero il loro personale schema.
Le sfumature di colore, le pagliuzze più o meno dorate, le punte più accese di una sfumatura quando guardando una persona negli occhi sotto diverse luci, secondo diverse angolazioni o altresì a seconda dell'umore animano la persona da dentro, accendendo ora una sfumatura, ora un'altra permettendo di cogliere nel suo complesso quest'opera d'arte straordinaria.
Sono belle le rughe in un viso, in un punto preciso, le fossette, le voglie o le lentiggini, sono preziosi i riflessi tra le ciocche di capelli, i vari particolari che danno senso al tutto; come pennellate di colore su una tela che sigillano la composizione.
L'andatura di coloro che mi trovo ad osservare mentre passeggiano, il modo di adagiare il piede al suolo o viceversa di sollevarlo dal terreno per spostarsi, l'ampiezza della falcata, il punto esatto in cui si possono il tacco o la punta della scarpa, il movimento oscillatorio o assente delle mani, composte o sbarazzine.
Sentire il mare dentro una conchiglia, il ticchettio della pioggia, la neve posarsi sulle superfici ricoprendole, il suono del mare, del vento.
Il timbro di una voce, il suo tono, l'incriminazione di una parola, il sentimento in un'altra, l'accento utilizzato o la sua assenza, le vocali chiuse e quelle aperte, la scelta delle parole in un discorso o l'assenza del suono stesso; l'intensità del silenzio.
Contare i puntini sul dorso delle coccinelle o i cerchi nei tronchi degli alberi per calcolarne l'età; il cambio di "casa" di un paguro che lascia una conchiglia per sceglierne un'altra con chi adornarsi.
Le impronte lasciate dalla farina sui vestiti quando si prepara un dolce e che sembra di farci uscire dal forno del Mulino Bianco talmente abbiamo gli indumenti cosparsi.
Le filastrocche, i giochi e le ninnnananne di quando ero bambina e che ancora ricordo e canticchio di tanto in tanto come svagare la mente o per addormentarmi la notte.
Saltare nelle pozzanghere formate dopo i temporali, camminare nei cumuli di foglie secche in autunno e sentirle scricchiolare sotto le suole delle scarpe, stendersi sulla coltre bianca e fare gli angeli di neve rabbrividendo per via del freddo, ma ridendo per il divertimento dato dal gioco.
Potrei proseguire ancora, ma non mi basterebbe una vita intera, perché troppo belle e straordinarie sono le piccole cose ed io le amo tutte.
-umi-no-onnanoko ( @umi-no-onnanoko )
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ingegno fantasia passione laboriosità, queste (...) le caratteristiche degli italiani.
(mettere tra parentesi un verbo essere....)
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Il popolo dei movimenti populisti del terzo millennio è quello dei disoccupati, della borghesia minuta, dei disorientati, degli impauriti dalla globalizzazione. Ma con il M5s delle origini ci troviamo su un pianeta diverso: il popolo al quale si rivolge o, meglio, si rivolgeva non è il popolo “semplice e umile”, ma è il popolo sofisticato del web; non nasce dallo spaesamento di fronte alla modernità, ma dalla modernità stessa. Si trattava di un elemento determinante del suo profilo politico e culturale. Si trattava, perché nell’èra di Giuseppe Conte per un verso è entrato nella stanza dei bottoni con un’attitudine sfacciatamente trasformistica, per l’altro si è caratterizzato come rappresentante dei perdenti nella lotteria della vita: i poveri, gli ultimi, i sofferenti, non senza una spruzzata di ambientalismo di marca paleoindustriale. Cosa che, almeno in parte, spiega il crollo della capacità attrattiva del “Vaffa” in vasti settori del ceto medio.
In conclusione, forse occorrerebbe restituire al termine populismo la sua antica funzione descrittiva. Nel testo citato, Tarchi lo definisce così: “Una mentalità che individua il popolo come una totalità organica artificiosamente divisa da forze ostili, gli attribuisce naturali qualità etiche, ne contrappone il realismo, la laboriosità e l’integrità all’ipocrisia, all’inefficienza e alla corruzione delle oligarchie politiche, economiche, sociali e culturali e ne rivendica il primato come fonte di legittimazione del potere, al di sopra di ogni forma di rappresentanza e di mediazione”. Dal canto suo, il politologo inglese Paul Taggart lo ha definito “servitore di molti padroni”, perché “il populismo è stato uno strumento dei progressisti, dei reazionari, degli autocrati, della sinistra e della destra”. E gli attribuisce “un’essenziale capacità camaleontica, nel senso che acquisisce sempre il colore dell’ambiente in cui si manifesta” (“Il populismo”, Città aperta, 2002). In estrema sintesi, il populismo è al massimo una ideologia “debole”, nelle cui espressioni storiche sono tuttavia ricorrenti alcuni elementi distintivi: primo tra tutti l’appello diretto al popolo, senza mediazioni istituzionali, contro l’establishment.
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“AI GENITORI DAVAMO DEL VOI”, ROMANZO PRESENTATO ALL’IC CAIATINO
Scritto dal già preside Pasquale Buonomo, scomparso due anni fa, in piena emergenza Covid
CAIAZZO - Un libro scritto in tempo di Covid per rafforzare l'identità e il senso di appartenenza, un modo per rifugiarsi nei ricordi quando tutto era fermo, e per ricomporre il mosaico di un mondo che non c’è più, fatto di rispetto, timidezza, pudore. “Ai genitori davamo del voi” di Pasquale Buonomo è stato presentato nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Caiatino di Caiazzo, alla presenza di studenti e docenti di alcune classi della Secondaria di I grado, della dirigente Silvana Santagata e dei familiari dello scrittore. Un libro che rappresenta il cassetto dei ricordi di Pasquale Buonomo, già preside originario di Alvignano trasferitosi a Bergamo dopo gli studi universitari; un romanzo che si sviluppa dai primi decenni del secolo scorso fino agli anni 50, pensato e scritto quando c’era il lockdown, in piena pandemia, quando tra l’altro Bergamo fu tra le città più colpite dall’emergenza. L’autore ricorda il suo passato, la sua famiglia e scrive di Domenico, uno dei personaggi principali, che non è altro che la storia di suo padre. Una testimonianza di un tempo che, diversamente, andava perduta; un libro che preserva il ricordo di un uomo, dei. suoi studi, del suo lavoro in una fabbrica di mattoni, del suo talento musicale come autodidatta, della sua curiosità e del suo interesse per i mestieri di un tempo. Un racconto incentrato in un contesto storico tragico, (siamo tra la prima e la seconda guerra mondiale), quando si viveva un bullismo classista, quando era difficile conquistare un’amicizia.
La partenza per il fronte, il matrimonio con Maria, le lettere scritte e ricevute tramite altri, le abitudini, le tradizioni (la scartocciatura delle pannocchie e il racconto di storie davanti al focolare), la famiglia patriarcale, la laboriosità e il senso del dovere, la condizione subalterna della donna, il lavoro nella ‘puteca’, del bar (punto di ristoro e di pettegolezzi), il contatto curativo e lenitivo con la natura e il paesaggio. Flashback di un romanzo riferiti alla platea dalla curatrice della prefazione Renata Montanari de Simone che aggiunge “un testo in cui si ricavano valori universali e l’attaccamento alle radici”. Renata Montanari è di origine romagnola. Ha vissuto a San Severo, dove ha completato gli studi classici. Si è laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Bologna ed in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Ateneo di Urbino.Risiede a Caserta dove è stata docente di Italiano e Latino al Liceo Classico “P. Giannone”.
Ha pubblicato saggi di carattere storico e traduzioni dal latino prima di dedicarsi alla poesia ed alla narrativa. Nel 2007 ha ottenuto il Premio speciale della critica al Concorso Nazionale “Mercedes Mundula” di Cagliari col saggio “La donna tra ragione e sentimento: testimonianze letterarie”. Collabora con varie associazioni culturali e dal 1999 ha istituito a Caiazzo un Laboratorio di cultura letteraria presso il Centro di Promozione Culturale “F. de Simone”.
“Leggete tanto e non concentratevi troppo sui cellulari – ha aggiunto Rita Buonomo, sorella dell’autore scomparso due anni fa, accompagnata dalla figlia avvocatessa e assessore del Comune di Alvignano Luisa De Matteo – io che non ho potuto studiare ho imparato tante cose dai libri di mio fratello”. “Un messaggio attuale – chiude la preside Santagata – sull’importanza della rievocazione e sulla riscoperta dei mestieri in un momento drammatico, ora come allora, se pensiamo alla guerra e alle tensioni internazionali in corso. Un libro che è una lezione di storia del nostro territorio”.
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Venezia. Il benvenuto del Presidente della regione a Papa Francesco: sarà in visita a Venezia nella giornata di domenica 28 aprile.
Venezia. Il benvenuto del Presidente della regione a Papa Francesco: sarà in visita a Venezia nella giornata di domenica 28 aprile. "Sono certo di rappresentare i sentimenti di tutti i Veneti nel dare il benvenuto nella nostra regione, a Venezia, a Papa Francesco. La sua visita nel Veneto ci onora e ci riempie di gioia, assumendo un valore che va ben oltre l'aspetto religioso che pure rimane fondamentale perché chi vive in questa terra, anche se non credente o di altra fede, non può non cogliere il valore di una storia e di una cultura millenaria legata al Cristianesimo da cui derivano la nostra identità, il nostro senso di solidarietà e la nostra forza di comunità. Così come anche il laico riconosce la statura della personalità del Pontefice e trova spunti di profonda riflessione in ogni suo appello. Per questo lo accogliamo a braccia aperte". Così il Presidente della Regione del Veneto saluta l'arrivo di Papa Francesco che sarà a Venezia, domenica prossima 28 aprile. Prosegue il Presidente: "Quando Sua Santità sarà in Piazza San Marco avrà davanti a sé numerosissimi veneti accorsi per incontrarlo. Sono i rappresentanti degli oltre 4 milioni di persone che vivono in questa regione, diventata negli ultimi decenni uno dei primi distretti produttivi d'Europa e del Mondo. Una terra che ha conosciuto il dramma dell'emigrazione con la diaspora di intere famiglie ma che si è conquistata un benessere diffuso con il duro lavoro, la forza di volontà, in una visione di collaborazione e di progresso. Caratteristiche ereditate da una società rurale e povera ma che si contraddistingueva per carità, semplicità, laboriosità, impegno e attenzione verso il prossimo come hanno testimoniato universalmente i suoi predecessori, tutti di origine contadina, che nel secolo scorso sono usciti dal Patriarcato che si affaccia sulla piazza per essere eletti alla cattedra di San Pietro: Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I, tutti e tre saliti agli onori degli altari. Siamo figli di quella tradizione, quella del 'prendersi cura' come conferma l'alto numero di Veneti, almeno 1 ogni 5, impegnati nel sociale, svolgendo in prima persona attività di volontariato". "Dall'Evangelista Marco abbiamo ereditato il simbolo del Leone Alato che qui a Venezia ha la sua più alta espressione e di cui è disseminato tutto il Veneto – conclude il Presidente della Regione -. Quel simbolo contiene un messaggio: 'Pax Tibi'. Secondo la tradizione, è stato il saluto alle spoglie del Santo giunte in questa terra, ma da sempre è anche un auspicio di Pace. Quella pace che Papa Francesco, in questi anni, non ha mai smesso di difendere e invocare e di cui il mondo, oggi più che mai, dimostra di avere tanto bisogno. Un appello che sono certo farà suo anche domenica, sostenuto dalla volontà e dalle speranze di pace di noi Veneti".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Stella al merito 2023, consegnata l'onorificenza a 17 lavoratori umbri Sono diciassette i lavoratori umbri che questa mattina, nel “Salone Bruschi” della Prefettura di Perugia, sono stati insigniti della “Stella al merito...
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A Potenza consegnate sette 'Stelle al merito del lavoro'
Sono Carmela Rosaria Perla, Emilia Petruzzelli, Massimiliano Bollino, Raffaele Mondelli, Salvatore Dambrosio, Vincenzo Maria Viola e Giovanni Visceglia i sette lavoratori lucani insigniti della “Stella al merito del lavoro”, per essersi particolarmente distinti per perizia e laboriosità. La cerimonia di consegna si è svolta stamani, a Potenza, alla presenza del prefetto del capoluogo lucano,…
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Péga – La Freva del Sold
Péga – La Freva del Sold Péga La Freva del Sold è il gioco di contrattazione di chi vive a Reggio Emilia. Nati tra nebbia e zanzare e cresciuti a Lambrusco e Parmigiano Reggiano, mettete alla prova la vostra intraprendenza! Investite, contrattate e valorizzate le risorse del territorio. Una narrazione moderna e coinvolgente che celebra con ironia la bellezza e la laboriosità del Reggiano. Sarai…
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MAGGIO + SOLE + ORE DI LUCE
La carezza del sole si fa più intensa, le ore di luce aumentano, tutto predispone ad una maggiore laboriosità, il mese di maggio è iniziato, prepariamoci nel modo migliore possibile. Più sole, più ore di luce A maggio la primavera è al suo culmine. Il nome stesso, etimologicamente, deriva da major, maggiore, proprio perché lo si riteneva il mese più importante della stagione della fioritura.…
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Aiutanti altamente operativi nella redazione della mia tesi di laurea! 😆 #FabioScolari #scolarifabio #laurea #tesi #tesidilaurea #gatti #aiutanti #laboriosità #igatticonquisterannoilmondo #sforzo #chelosforzosiaconte #celafaremo https://www.instagram.com/p/BuLeG8PHpXT/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=j6qyy5wzscpv
#fabioscolari#scolarifabio#laurea#tesi#tesidilaurea#gatti#aiutanti#laboriosità#igatticonquisterannoilmondo#sforzo#chelosforzosiaconte#celafaremo
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Possa tu godere di calde parole
In una fredda serata di luna piena,
in una buia notte su una strada discesa
verso la porta di casa
Che le tue tasche siano pesanti e il cuore leggero.
Che la buona sorte ti segua dal mattino alla sera.
Che ogni lieta notizia ti venga incontro
E ogni cattiva notizia ti volti la schiena.
Che tu abbia tempo per la pazienza,
tempo per comprendere,
tempo per ricordare le cose buone fatte e da fare.
Tempo per credere nei tuoi compagni di viaggio,
tempo per capire quanto valga un amico.
Che le braccia del Signore ti cingano quando esci e quando torni.
Nel nome di Dio che ha fatto un sentiero sulle onde,
possa egli condurti sano e salvo a casa al termine di ogni giornata.
A te la dolce pace dello scorrere dell’onda.
A te la lieve pace del flusso dell’aria.
A te la profonda pace della terra silenziosa.
A te la chiara pace delle stelle lucenti.
A te la vera pace del Figlio della pace.
Possa l’eterno padre tenerti con sé nel suo generoso abbraccio.
Possa tu avere sempre cibo e vestito e un soffice cuscino per la testa.
E possa trovarti in cielo quarant’anni prima che il diavolo sappia che sei morto.
Possa la strada venirti incontro,
possa il sole riscaldare il tuo volto
e la pioggia bagnare soffice i tuoi campi
fino al giorno in cui ci ritroveremo.
Possa Iddio tenerti nel palmo della mano
fino al nostro prossimo incontro.
Possa tu non invecchiare mai:
che il tuo sguardo brilli e la primavera ti colori il cuore.
E mai vecchio diverrai se condividi il sorriso e la pena della gente,
se conservi la capacità di sognare e ridere della vita.
Possa la strada sollevarsi per venirti incontro.
Possa il vento soffiare sempre alle tue spalle.
Possa tu avere la forza dell’orso
La velocità dell’aquila
La laboriosità della formica.
Possa il sole brillare sul tuo viso.
Possa la pioggia bagnare dolcemente il tuo raccolto.
La pace dell’erba sia con te,
la pace della terra sia con te.
Tratto da "Note celtiche", Edizione Paoline
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Ho suonato alla porta, e il prato era indaffarato e il cielo contemplava le colline e le api volavano con laboriosità, e mi ha aperto una piccola viola dai colori così magnifici: “Quello che sognerai adesso sarà vero per sempre” mi ha detto.
.🦋.
🔸 Fabrizio Caramagna
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Modena, premiati in Municipio i maestri modenesi del lavoro 2022
Modena, premiati in Municipio i maestri modenesi del lavoro 2022. Un ringraziamento per “aver svolto il vostro lavoro per tanti anni con dedizione, grande serietà e impegno” è stato espresso dal sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli in occasione della premiazione, lunedì 5 dicembre a Palazzo comunale, dei nove nuovi Maestri del lavoro modenesi che sono stati insigniti della Stella al Merito nel 2022 da parte del Presidente della Repubblica. Nel corso dell’incontro, al quale ha partecipato anche l’assessora alle Politiche economiche e al Turismo e promozione della città Ludovica Carla Ferrari, il sindaco ha sottolineato come la crescita del territorio modenese, “terreno fertile per tante aziende, sia dovuta alla laboriosità e alla capacità dei modenesi, di cui voi siete un esempio, anche per le nuove generazioni”. Nove nuovi Maestri del lavoro modenesi I nuovi maestri del lavoro sono Romano Pio Albicini (Iveco Spa), Giuseppe Cassanelli e Marco Inoretti (Ferrari Spa), Gemma Ceniviva (Intima Modea Spa) Stefano Consoli (Omr-Fonderia San Felice), Carmelo Guglielmino (Ibm Italia Spa), Diego Maramotti (Argo Tractors), Paola Simonini (Cna Servizi), Massimo Zaccarelli (Gambro Dasco Spa). Ai sette uomini è stata consegnata una medaglia con lo stemma del Comune di Modena; alle due donne, invece, una medaglia della Bonissima in argento. Su tutte le medaglie sono incisi il nome e la dicitura “Maestri del lavoro 2022”. Alla cerimonia hanno partecipato anche i rappresentanti del Consiglio provinciale della Federazione maestri del lavoro. Stella al merito La decorazione è concessa a coloro che, superati i 50 anni e prestata un’attività lavorativa per almeno 25, si siano distinti per perizia, laboriosità e buona condotta morale. Read the full article
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Stella al merito 2023, consegnata l'onorificenza a 17 lavoratori umbri Sono diciassette i lavoratori umbri che questa mattina, nel “Salone Bruschi” della Prefettura di Perugia, sono stati insigniti della “Stella al merito...
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