#italia in miniatura 2017
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SAIL 2017 - Meteorsharing 2017 apre la stagione con un match race della festa del papà - 2017
VENEZIA, 16 marzo 2017 - Ritorna sabato 18 e domenica 19 marzo a Venezia il Match Race di Meteorsharing con un evento speciale dedicato alla festa del papà. Il format, sempre più collaudato ed organizzato da Meteorsharing, l'associazione sportiva presieduta da Alberto Tuchtan, prevede emozionanti sfide a bordo di 4 meteor all'interno del Marina Sant'Elena, il moderno porticciolo turistico situato a due passi dal centro storico di Venezia. Ad illustrare la kermesse è Alberto Tuchtan:"La concomitanza del nostro evento con la festa del papà ci stuzzicava parecchio, quindi abbiamo pensato di far salire in barca insieme papà e figli, in un evento speciale andando a creare quindi, al termine delle prove, una classifica speciale per gli equipaggi famigliari. La nostra idea è stata colta subito con grande entusiasmo, ed avremo complessivamente circa una ventina di equipaggi". I match race organizzati da Meteorsharing sono da sempre un momento di svago e divertimento, ma anche l'occasione di apprendere nozioni importanti grazie alla presenza del coach Enrico Zennaro, uno dei velisti più quotati a livello nazionale ed internazionale, vincitore di otto titoli mondiali, quattro titoli europei e nove titoli italiani, tornato in Italia di recente dopo l'esperienza alla Sailing Arabia the Tour pronto a mettere a disposizione dei partecipanti tutta la propria esperienza e dell'olimpionica Federica Salvà. "Sono un regatante in piena attività quindi non mi risulta facile rimanere a terra e vedere gli altri regatare ma in queste manifestazioni organizzate da Meteorsharing il clima è sempre molto piacevole quindi sono sicuro che nei prossimi giorni mi divertirò anche se non avrò delle cime o il timone in mano. Assieme a Federica Salva', la quale è appena tornata da una regata con il Melges 20 a Sydney sullo stesso campo di regata dove nel 2000 e' arrivata settima alle olimpiadi, saremo a disposizione dei regatanti per consigliarli su eventuali manovre, sulla messa a punto o sulle regole di regata." ha spiegato Enrico Zennaro "Mi ritengo molto soddisfatto del successo che stanno ottenendo i nostri eventi, e ciò è dimostrato dal numero sempre maggiore di partecipanti. Da sottolineare inoltre come i partecipanti arrivino a Venezia da tutto il Nord Italia. Parallelamente stiamo lavorando anche al calendario della stagione 2017, che ci vedrà impegnati in aprile nella regata dei Due Golfi a Lignano, a Bracciano per il Campionato Italiano Meteor, a Chioggia per la Coppa Italia Miniatura e a fine giugno nel Campionato Italiano ORC a Monfalcone" ha concluso Alberto Tuchtan.
FROM http://www.navigamus.info/2017/03/meteorsharing-apre-la-stagione-con-un.html
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Lezione del 3 aprile 2017
Proseguendo la ricostruzione della mostra Boîtes, durante la lezione abbiamo affrontato altri artisti presenti in quella rassegna con esemplari di “mise-en-boîte”. Per la Francia Robert Filliou, per l'Italia Giosetta Fioroni, per gli Stati Uniti Edward Kienholz.
Robert Filliou, Republics of Genius – Italy / Repubbliche Geniali – Italia (1972) Madre - Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli www.madrenapoli.it/collezione/robert-filliou
“...In questo spazio utopico e ideale, la gente comune entra in un territorio de-territorializzato, allestito con documenti e fotografie, in cui a varie scatola corrispondono diversi paesi del mondo...”
Di ognuno si è passata in rassegna quella parte della produzione collegabile al tema della miniatura, della ricostruzione simulata in scala, della raccolta di materiali disparati, con riferimenti al presepe, al teatro, al talismano. Di Giosetta Fioroni si è analizzata anche La spia ottica - realizzata per la rassegna romana Il teatro delle mostre del 1968, presso la Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis - mettendola in relazione con la tradizione del peep show (per approfondire cfr. il libro Devices of Wonder in bibliografia).
Giosetta Fioroni, La spia ottica (1968). L’artista con Ennio Flaiano; l’attrice Giuliana Calandra. ph. issuu.com
Valutando la cultura politica degli anni Sessanta, abbiamo fatto un collegamento con gli esperimenti di micro-nazioni utopiche: tra queste anche l'Isola delle Rose, costruita a largo della costa di Forlì dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa proprio nel 1968. Dotata di costituzione, bandiera, lingua (l’esperanto) e moneta proprie e proclamata stato indipendente, è stata inserita in un’opera dell’artista David Casini, nella serie di campane di vetro L’illogica abitudine (2011).
David Casini, L’illogica abitudine (2011) www.davidcasini.com
Nell’ultima parte della lezione, infine, abbiamo accennato alla ricerca di Piero Gilardi sui tappeti-natura, piccole porzioni di mondo ricreate in poliuretano.
#lezioni#miniaturizzazione#riduzione in scala#finzione#teatro#collezione#raccolta#scatola#campana di vetro
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SAN BENEDETTO – Si è conclusa la due giorni all’insegna del subbuteo-calcio tavolo che ha visto il Palasport Bernardo Speca di San Benedetto del Tronto ospitare la XXIII edizione della Coppa Italia 2019 di calcio tavolo-subbuteo, organizzata dalla Federazione Italiana Sportiva Calcio Tavolo, sabato 23 febbraio e domenica 24 febbraio.
29 squadre divise tra competizione master e cadetti, e 133 individuali, distribuiti tra open, cadetti, veteran, ladies, under 19, under 15 e under 12. Sabato è stato il momento delle competizioni individuali nelle varie categorie che hanno visto i seguenti vincitori: Simone Bertelli (Open), Alessandro Subazzoli (Cadetti), Maria Felice Merkouris (Ladies), Massimiliano Schiavone (Veteran), Luca Riccio (Under 19), Mattia Ferrante (Under 15), Francesco Borgo (Under 12).
Vincono la Coppa Italia FISCT 2019 di calcio da tavolo a squadre le Fiamme Azzurre Roma, che superano in finale i Napoli Fighters (2-2 il risultato finale e 4-3 i gol complessivi segnati). In semifinale i Fighters avevano eliminato F.lli Bari Reggio Emilia al sudden death (gol decisivo di Mato Ciccarelli), mentre Fiamme Azzurre aveva superato Black & Blue Pisa. Nella Coppa Italia Cadetti vince Livorno TS in finale contro SPQR MMIX, semifinalisti ASM Nola 1974 e AS Cosenza. Sessana vince il titolo nella Coppa Italia Juniores, in quanto unica iscritta.
Le Fiamme Azzurre Roma vincono anche la Supercoppa Italiana Master, superando in finale Reggio Emilia per 2-1. Supercoppa Cadetti 2018/2019 vinta da ASM Nola 1974, mentre la Supercoppa Cadetti 2017/2018 è stata vinta dalle Fiamme Roma su Foggia. Consolazione Master a squadre vinta dai Warriors Torino in finale sulla Lazio, mentre quella Cadetti da Samb su Palermo.
Il presidente della Fisct, Paolo Finardi, afferma: “Per i giocatori e per gli appassionati di subbuteo e calcio tavolo, San Benedetto del Tronto è oramai una consuetudine. Ringraziamo il Comune che da anni ci ospita, testimoniando la stretta collaborazione con la Federazione”.
Migliaia in tutta Italia, da nord a sud. Ad oggi stando ai numeri, gli appassionati del calcio in miniatura rappresentano molteplici fasce d’età e categorie: il gioco viene seguito non solo dai veterani, ma anche dalle nuove generazioni, come si evince dalle categorie under 19, under 15, under 12, e anche dalle donne.
La Fisct conta ben 80 associazioni affiliate, con circa 2000 tesserati e sono molte decine i tornei ufficiali Fisct per stagione, che assegnano punti per le classifiche regionali e nazionali, sia a squadre che individuali.
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La cartomancia es el método de adivinación más popular, frente a otros como los posos de té o los pulpos del acuario. Sin embargo, ha pasado de ser objeto de estudio (histórico o mágico) y una de las atracciones estrella de las ferias ambulantes a presidir los deprimentes programas nocturnos de televisión. Ahora es un bot de internet que te deja en la carpeta de spam tu lectura diaria de «Tarot del amor económico». Las razones de este desprecio de los sensitivos y el público, quienes prefieren consultar el tutorial de Windows para leer las tiradas del I Ching, reside en las modas y en el propio tarot y las confusiones sobre sus usos y origen.
Hasta hace no tanto tiempo, el tarot había sido considerado una herramienta muy valiosa dentro de los círculos contraculturales, y no solo por sus poderes de predicción. Estas cartas han sido utilizadas como medio narrativo, estructura argumental que se desenvuelve a sí misma. Así lo han hecho en sus obras personajes como Carl Jung, Italo Calvino o Alan Moore. Este último desarrolla la narración de su comic Promethea, un viaje fabuloso al mundo de la magia, bajo los símbolos de los arcanos mayores, inspirados en el Tarot de Aleister Crowley y en la figura del pintor y ocultista Austin Osman Spare, que dedicó parte de su vida y obra a leer y jugar con las cartas. El descubrimiento, hace apenas un año, de una baraja completa, diseñada y pintada por Spare, tarot que se creía perdido, es una noticia que a sus fans nos ha hecho muy felices. En este caso, y relativo a AOS, nunca la denominación de contracultura ha sido más elocuente. A pesar del abuso de los aspectos más coloristas del revival mágicko, hay determinadas ideas que siempre permanecerán ocultas. No porque el Tarot de Spare se encontrara custodiado en una peculiar colección privada, sino porque, como decían Psychic TV, «La magia(k) se defiende a sí misma».
A ciencia cierta, no se sabe si las cartas de tarot nacieron con el propósito de ofrecer una iluminación sobre la vida de quien las consultaba o como un simple juego para pasar el rato. El azar y las visiones se intercambian con facilidad. Las cartas, sean de baraja española, japonesa, francesa, etc., se han utilizado tanto para jugar en el presente como para leer los acontecimientos en el tiempo. Tampoco se conoce su lugar de origen (quizá Turquía, el norte de África, incluso se habla de una ciudad castellana en la Edad Media donde hubiese un núcleo de lingüistas árabes, judíos y cristianos), pero los primeros mazos de tarot sí están localizados: en la Italia del siglo XV. Mejor dicho, en la suntuosa corte de Milán, para cuya familia dirigente, los duques de Visconti y Sforza, se fabricaron unas cartas especiales. Eran mucho más grandes de lo normal, aproximadamente de 17.15 por 8.9 cm, y estaban bellamente decoradas con adornos en oro. El dibujante añadió a la serie habitual de números y personajes de la corte (el rey, la reina, el caballero, el sirviente…), un grupo de veintidós naipes denominados «Triunfos», que simbolizaban objetos y figuras del ámbito confesional: las virtudes teologales, el mundo, la muerte… Con ellos, los cortesanos simulaban una sofisticada batalla por el control del territorio, trasladando a las cartas el poder del ducado. Este juego se extendió por Europa hasta el siglo XVIII (Suiza, Alemania, Francia), con muchas variantes (por ejemplo, el «tarrochino»).
Su forma definitiva fue realizada hacia 1760, cuando los impresores franceses, como por ejemplo, el grabador Nicolás Conver, diseñaron y pintaron a mano el Tarot de Marsella, el más conocido. Una obra maestra del simbolismo en formas y ejecución, con claras influencias de las miniaturas medievales y los colores de las vidrieras góticas, que dividía el mazo de naipes en dos grupos: los arcanos «menores», cincuenta y seis cartas que seguían las cuatro suertes o palos de la baraja italiana (bastos, copas, oros y espadas), y los arcanos «mayores», las veintidós cartas tituladas con un nombre y numeradas según el sistema romano, menos dos: la del loco, que viene sin numerar, y el arcano XIII, que no lleva nombre. En ellas se despliega una panoplia completa del mundo y los principales rasgos de la vida humana, no importa la época ni la situación, gracias a la disposición de los símbolos y la combinación de unos naipes con otros.
Sin embargo, el tarot seguía siendo un simple mazo de cartas para jugar en los salones europeos. El suizo Antoine Court de Gébelin, un pastor protestante y escritor de la Ilustración, lo encontró en uno de estos lugares encopetados de la capital y quedó maravillado ante el poder que tenían sus imágenes. En su afán por descubrir al mundo el legado del conocimiento antiguo, dentro de su enciclopedia Le Monde Primitif (1781), primer compendio de saberes ocultistas de la historia moderna, dedicó un tomo entero a este tarot. En él no solo divulgaba, sino que se inventaba directamente que las figuras de las cartas procedían de un misterioso libro de la sabiduría que había pasado miles de años encerrado en una pirámide egipcia, el Libro de Thoth, de ahí que los sacerdotes, además de conocer el horóscopo, ya leyeran el tarot a los faraones. Este conocimiento fue comunicado a los papas cristianos y así habría llegado a la actualidad del siglo XVIII. Gébelin, además, se permite dibujar él mismo un tarot alternativo al de Marsella, que dice ser más fiel a aquel primitivo egipcio, cambiando personajes, encuadres y quitando el color original. Esta imaginativa teoría no solo fue creída, sino que el tarot del enciclopedista pasó a ser el «bueno» y el revival ocultista francés dio por sentado la idea de que el tarot provenía de los egipcios, aunque luego cada autor mostrase sus desacuerdos en determinados puntos de la confección de los símbolos.
En 1997, el cartómago Alejandro Jodorowsky ayudó a restaurar el Tarot de Marsella con el descendiente de la familia Conver, Philippe Camoin. En su obra, La vía del tarot (Siruela, 2004, escrito con Marianne Costa) nos cuenta la fascinante biografía del impresor y la suya propia, donde las cartas han jugado un papel crucial. Sobre la historia del tarot desgrana la lista de errores y malentendidos esotéricos que se desarrollaron a partir de la obra del enciclopedista Gébelin. Su famoso tomo sobre el tarot tuvo tanto éxito que enseguida un peluquero de moda y vidente, Alliette, tras años de estudio y buena voluntad, lanzó su propio tarot bajo el seudónimo de Etteilla (1783). Esta era una baraja que afirmaba haber sido creada bajo la influencia de la cábala hebrea y la astrología egipcia, aunque no pasaba de ser un compendio de imágenes pop que se vendió muchísimo y comercializó el tarot como oráculo entre las clases pudientes. Resulta increíble, pero autores de la talla intelectual de Éliphas Levi, en su Dogma y Ritual de la Alta Magia, y poco después, Papus, con su Tarot de los Bohemios, también dieron por buena esta hipótesis del supuesto origen antiguo de las cartas, en plena moda del arte y conocimientos egipcios, aunque le añaden elementos cabalísticos que no estaban en el Tarot de Etteilla. Lo mismo hicieron Stanislas de Guaita y Oswald Wirth en su Tarot de la Edad Media (1889), aplicando los principios rosacruces a los arcanos y la lectura de la baraja. Desde entonces, cada autor ajusta el tarot a su filosofía y concepción del mundo. Como ellos, y hasta nuestros días, hay un rosario de cartas reinventadas según las creencias y estados de ánimo de aquellos que lo han estudiado y pintado, siempre atribuyéndole un origen divino, o como poco, misterioso. Lo mismo están detrás del tarot los masones, los illuminati, que los extraterrestres o Cthulhu.
Como muchas aficionadas a la cartomancia y antes de leer el tratado de Jodorowsky, yo también estaba convencida de este origen mitológico del tarot, porque Aleister Crowley tituló también al suyo El Tarot de Thoth. Lady Frieda Harris lo dibujó y pintó tras varios años de investigaciones del ocultista en este terreno, y fue publicado originalmente en 1944, en su revista-fanzine, The Equinox. No saldría como baraja, con los colores de la acuarela original, hasta finales de los años sesenta, y por su estilo parecía haber sido creado en esos años de la psicodelia, convirtiéndose en una de las barajas más vendidas y populares del siglo XX, a pesar de ser con toda seguridad el tarot más complejo de leer. Es un potente grupo de imágenes pensadas según la numerología, la religión egipcia, el hinduismo y los principios de la magic(k). Igualmente conservo un ejemplar de la fabulosa editorial Kier titulado El tarot del antiguo Egipto, escrito por Doris Chase Doane y King Reyes (sic), en edición argentina de 1974, donde se asegura que el afiche adjunto contiene las cartas que se extrajeron de los jeroglíficos del famoso libro de la sabiduría egipcia de Hermes y que ellos, los miembros de la californiana Iglesia de la Luz, custodian sus secretos (por el módico precio de 4.90 dólares te podían hacer llegar una baraja «en impresión de mayor solidez»). Jodorowsky, de nuevo, afirma que este tarot no es otra cosa que una teosófica reapropiación de «Las veintidós láminas herméticas» que en 1896 crearon Robert Falconnier y Otto Wegener.
En este proceso de secularización y sacralización del tarot, y dejando aparte los ejemplos más estrafalarios de la Nueva Era, hay que detenerse en el tarot encargado por la Orden Hermética de la Aurora Dorada (Golden Dawn) que vio la luz en 1909. Los aplicados estudiantes británicos de magia seguían las directrices de la cábala, los antiguos rituales egipcios y renovaron las prácticas y el enfoque del hermetismo según el sistema rosacruz. Uno de sus miembros, Arthur Edward Waite, cambió de forma sustancial los arcanos mayores del Tarot de Marsella, borrando de ellos los elementos cristianos y tomando como referencia las correcciones de Éliphas Levi y una baraja del Renacimiento. La pintora Pamela Colman Smith, también componente de la orden, fue quien dibujó este detallado e interesante tarot, que era una de las materias que la Orden estudiaba a fondo, como entrenamiento mental y guía para el autoconocimiento. Con la Aurora Dorada, el tarot toma un nuevo camino: ya no es un juego de cartas ni un recurso para echar la buenaventura. Ahora es un lenguaje visual que ilumina a quien pregunta. Un médium que responde con imágenes, que aunque hayan sido metamorfoseadas una y otra vez, son entendidas a la primera, porque se encuentran en el inconsciente colectivo desde épocas muy primitivas. Pero necesitan un estudio y trabajo en profundidad si queremos ser capaces de conocer todos los detalles del mensaje que se nos revela.
Extraño tarot hallado en una vitrina
Los estudiosos del pintor y ocultista Austin Osman Spare (1888-1956) sabían de su interés por el tarot. En su obra alude con frecuencia a las tiradas de cartas, las que hacía para sí mismo y para los demás. En algunos artículos invoca a los lectores, no solo con consejos sobre cómo interpretar las combinaciones de naipes, sino también a fabricar ellos mismos su propio tarot. El heredero de AOS, Kenneth Grant, y otros discípulos, conservaban unas pocas láminas realizadas con este propósito, la baraja «Arena de Anon» y los escasos fragmentos de un mazo originario conocido como las «Cartas Obeah», recuperado entre las ruinas de su piso poco tiempo después del fallecimiento del pintor, unas cartas que según se dice utilizaba para adivinar los resultados de las carreras de caballos. Pero no había rastro de una baraja completa, por lo que durante un siglo se había pensado que las investigaciones de Spare con el tarot pertenecían a su época de juventud y le habrían servido como paso inicial en el desarrollo de su sinuoso y complejo pensamiento, diferente del de otros ocultistas inmediatamente anteriores o contemporáneos. El sistema de Spare no es académico ni responde a una filosofía concreta, pero en ello radica su originalidad. Mezcla en la misma corriente la cultura popular británica con las ideas artísticas del momento (el surrealismo y el psicoanálisis) más la tradición esotérica (el hipnotismo, el yoga y su propio aporte personal, el sigilo mágico). Al contrario que los ocultistas de su generación, más inclinados por el lado más conservador, por no decir totalitario, Spare mantuvo una posición política muy beligerante, efecto de su paso por el frente de la Primera Guerra Mundial y conectada con el anarquismo. Desde muy joven, AOS conocía la práctica de leer las cartas, una moda en el Londres de principios de siglo que se cumplimentaba con manuales de instrucción al alcance de todos los bolsillos. Además, está la leyenda de la bruja local que le «inició» en determinados misterios; entre ellos, los de la adivinación. En esta historia, la de la Bruja Paterson, aquella figura a quien visitaba para que le leyera la buenaventura, se refleja la que cuenta el propio Jodoroswky, cuando al llegar de adolescente a Santiago de Chile, conoció a una mujer francesa que también leía su propio tarot.
Las cartas de tarot eran un capricho muy caro para gente como Spare en aquel momento. En Inglaterra no las debía tener mucha gente. Lo más lógico es que el pintor llegara a conocerlas a través de los miembros de la Orden de la Golden Dawn, por el propio Edward Waite y la pintora Pamela Colman, compañera en el Atelier Sufragista de Sylvia Pankhurst, dibujante y amiga íntima de Spare, influencia decisiva en el dibujo de estas cartas. Es evidente la influencia de los cambios que habían llevado cabo Papus y Eliphas Lévi sobre el Tarot de Marsella. Estos últimos matices sabemos que los aprendió gracias a Aleister Crowley, cuyo tarot es posterior al de Spare, que se calcula lo dibujó hacia 1905 o 1906.
En 1944, el pintor entregó su baraja original de tarot a Herbert J. Collings, un mago (de los otros) conocido por sus trucos de cartas y sus disfraces de oriental, para que lo guardase en la sede del Círculo Mágico, organización fundada y presidida por este último a comienzos de siglo para reunir a los profesionales de la magia. En su sede de Londres existe un museo con recuerdos y objetos de los magos británicos más populares. Pues bien, entre esas vitrinas han permanecido expuestas las cartas pintadas a mano del Tarot de Austin Osman Spare. El propio Collings no explicó las razones de por qué Spare le hubiera cedido su tarot, pero ya en los años cincuenta, Arthur Ivey, otro de los componentes de esta sociedad, ya había escrito sobre las peculiaridades de semejante baraja, mencionando a su autor, un «excéntrico» y «extraño» artista. Hasta 2016 y motivado por el interés en revisitar la figura del autor, que había sido olvidado desde los años sesenta, no se descubrió por fin esta pequeña maravilla. La editorial especializada en temas raros, Strange Attractor Press, publicó Lost Envoy: The Tarot Deck of Austin Osman Spare (Ed. Jonathan Allen), una edición con textos de varios especialistas, incluido Phil Baker, su biógrafo, además de la reproducción de los naipes y una detallada explicación de sus dibujos. Destaca un espléndido texto de Alan Moore, que transcribe su consulta al Tarot de Crowley-Harris sobre AOS y su tarot («A cartomantic mirror»).
Este tarot es verdaderamente inclasificable. No sabemos en este punto qué pensará sobre él el creador de la psicomagia, Jodoroswky, si es que ha tenido acceso a sus imágenes. Pero se trata del reflejo fiel de la personalidad de Austin Osman Spare, el estilo caótico y desmedido del autor en sus años de juventud. Un feliz cruce entre el pop art y el surrealismo, años antes de que ambas corrientes eclosionaran. En estos naipes se cruzan de forma libre y completamente desprejuiciada toda clase de dibujos, anotaciones y frases. Spare, con sus trazos de gran maestro, atiende a la forma ya establecida de los arcanos mayores y se basa principalmente en el Rider-Waite, pero al mismo tiempo compone un tarot sin precedentes, híbrido entre lo popular y lo esotérico, a medio camino entre la filosofía hermética y la práctica diaria de los no iniciados. Por ejemplo, para los palos de la baraja, en lugar de utilizar la italiana, echa mano de aquella que él maneja con familiaridad, la francesa (que es de donde procede la británica), y pinta diamantes, tréboles, corazones y picas. Pero las cartas tienen en su parte de atrás los colores que dicta la teosofía (morado, verde y rosa), y sobre fondos que siguen un aumento cromático según los números, rellena los espacios con los temas habituales de sus dibujos (símbolos de la astrología, antorchas, lenguas de fuego, bolsas de dinero, animales y seres mitológicos, bustos, faunos y desnudos en perspectivas inusuales…). Los meticulosos estudios de otros magos no existen (aparentemente) para este tarot, solo están el automatismo y la fluctuación de sus experiencias mentales y vitales en las cartas (relaciones sociales, sexo, arte, política, dinero…). Por ejemplo, el arcano de los Amantes está dibujado al revés de forma deliberada, y la palabra «egoísmo» escrita en el Colgado, es la imagen de AOS como filósofo del Uno, pero también pone sobre la mesa su dolorosa vertiente de artista olvidado.
El Tarot de AOS añade, además, una novedad que hasta el momento no tiene ninguna baraja de esta clase: los significados de las cartas se extienden más allá de sus límites. Spare no respeta el margen del naipe y dibuja en los bordes de cada uno distintos motivos y palabras que, al juntarse aleatoriamente en las tiradas, dan lugar a nuevas frases, números y objetos, consiguiendo que las respuestas y las visiones se obtengan en varios niveles y se expresen de forma cinemática. El Tarot de Spare, realizado con material humilde, los bordes gastados por el uso que le dio el propio artista y sus colores en círculos concéntricos que se extienden por las cartas, son la expresión más rotunda de la disidencia y la plenitud.
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In questo articolo presentiamo il box CrossFit Bellaria di Bellaria Igea Marina (RN)! Tutte le informazioni principali sul box, come raggiungerlo, dove alloggiare e molto altro… Benvenuti nella community The SunWod!
Non siamo una palestra come le altre, siamo un “box” CrossFit, non facciamo corsi alla moda e non abbiamo venditori per farti iscrivere, facciamo solo CrossFit e lo facciamo solo con istruttori qualificati per garantirti la migliore esperienza di allenamento e di vita!
CrossFit Bellaria, è il primo Box ufficiale nella provincia di Rimini, siamo ad un passo dalle principali spiagge dell riviera romagnola, ci puoi raggiungere facilmente da Rimini, Cesenatico, Gatteo Mare, Savignano a Mare, San Mauro Mare, Pinarella, Cervia e da tutte le località dell’entroterra romagnolo, Cesena, Savignano, Gatteo,San Mauro, Gambettola… ecc ecc.
Treno: la stazione di Bellaria si trova a circa 2 km dal box ☛ Trova un TRENO
Aereo: l’aeroporto più vicino è quello di Aeroporto internazionale Federico Fellini di Rimini a circa 20 km; segue Bologna a circa 115 km ☛ Confronta tratte, orari e prezzi su Skyscanner oppure su VolaGratis.
Trasferimento dall’aeroporto: una volta arrivati a destinazione è possibile cercare un trasferimento (Trova un TRASFERIMENTO dall’aeroporto) oppure optare per il noleggio di una macchina, sicuramente la soluzione più pratica (Trova un’auto a NOLEGGIO).
Nei pressi del box ci sono diverse soluzioni di alloggio. Tra le più vicine segnaliamo:
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IFA 2017: da Sony nuovi smartphone, auricolari wireless e uno smart speaker
All'IFA 2017 di Berlino Sony ha presentato una vasta serie di novità. In primo luogo troviamo gli smartphone Xperia XZ1 e XZ1 Compact che vanno ad aggiornare i modelli XZ rilasciati lo scorso anno. Tra le novità più importanti di questi terminali sono da segnalare il processore Snapdragon 835 ed un design rinnovato con scocca completamente in metallo. Inoltre questi saranno i primi terminali ad includere Android 8.0 Oreo sin dal lancio, come sistema operativo preinstallato. I due device ereditano dal modello XZ Premium la fotocamera Motion Eye con sensore da 19MPx e possibilità di girare video slow motion a 960fps. Manca tuttavia la stabilizzazione ottica dell'obiettivo.
Tra le novità assolute troviamo invece una modalità di scansione 3D, presente solo nel modello XZ1. Si tratta di una speciale funzionalità che permette alla fotocamera di raccogliere immagini 3D di un oggetto, che potranno poi essere condivise o inviate a una stampante 3D. Entrambi i dispositivi sono dotati di protezione IP68 agli agenti atmosferici e montano uno vetro Gorilla Glass 5 sui display, 5,2" HDR 1080p per XZ1 e 4,6" 720p per il modello più compatto. Nonostante il design degli smartphone Xperia sia riconoscibile e apprezzabile, Sony ha preferito per ora non andare nella direzione in cui sta andando il mercato, ovvero display dal rapporto di forma molto allungato e cornici ridotte al minimo indispensabile. Lo stesso discorso si può applicare anche riguardo i sistemi dual-camera. I dettagli commerciali seguiranno nel corso delle prossime settimane.
Ci sono novità anche per la fascia media, con l'arrivo dello smartphone XA1 Plus. Si colloca come via di mezzo tra i due modelli già usciti della serie, XA1 e XA1 Ultra, grazie al display da 5,5" Full HD. Il resto delle caratteristiche è sostanzialmente immutato. XA1 Plus è pilotato da una CPU MediaTek Helio P20, 3GB di RAM e 32GB di memoria interna. La fotocamera principale è da 23MPx con apertura f/2.0, la stessa che equipaggiava i "vecchi" top di gamma Xperia X; il sensore anteriore si ferma invece a 8MPx. Curiosamente, è presente una funzionalità di cui invece non dispongono i due prodotti cugini, ossia il riconoscimento delle impronte digitali. Anche in questo caso per i dettagli commerciali si dovrà attendere qualche settimana.
Un'altro prodotto lanciato dall'azienda giapponese consiste in un paio di auricolari in ear wireless e senza cavo ad unirli, in stile AirPods. La differenza sostanziale rispetto ai modelli di questo tipo che arrivano ogni giorno sul mercato è nella cancellazione attiva del rumore di cui questi WF-1000X sono dotati. Secondo Sony, possono garantire circa tre ore di ascolto musicale, che diventano nove grazie alle due ricariche complete che può fornire il case. Gli auricolari WF-1000X sono anche dotati di microfono per poter effettuare telefonate e debutteranno a settembre al prezzo – per il mercato USA – di $199,99.
A lato di questi auricolari "full-wireless", Sony ha presentato altri due modelli: WI-1000X e WH-1000XM2, anch'essi con cancellazione attiva del rumore. Il modello WI è dotato di un archetto da posizionare sul collo, dal quale fuoriescono gli auricolari. Il vantaggio sostanziale rispetto il modello WF è nell'autonomia, che qui tocca le 10 ore continuative; tuttavia, il prezzo sale a $299,99. Infine, le WH-1000XM2 sono la rinnovata versione delle cuffie MDR-1000X. Troviamo una cancellazione del rumore migliorata, non solo più performante ma anche più adattabile rispetto all'ambiente circostante, grazie al nuovo Sense Engine. In pratica, grazie a differenti impostazioni si potrà decidere quale tipo di rumori bloccare e quali far filtrare, come per esempio le voci. In aggiunta, Sony ha introdotto un'app che funge da equalizzatore per le nuove cuffie – funziona su tutti i modelli qui annunciati – adattabile a diversi scenari, simulando per esempio il riverbero di una stanza o una sala concerti. Le nuove WH-1000XM2 sono proposte ad un prezzo di $350, inferiore rispetto ai $400 (erano 430€ in Italia) di listino delle MDR-1000.
Sempre in ambito audio, non possiamo non citare il nuovo speaker Sony LF-S50G. A discapito del curioso nome, questo speaker è già stato ribattezzato come HomePod clone. Ed in effetti la somiglianza con l'HomePod – presentato ma non ancora rilasciato da Apple – sembra decisamente più che marginale. Il device presenta nella sua struttura cilindrica uno speaker full-range, un subwoofer e due diffusori omnidirezionali. Può essere accoppiato tramite Bluetooth, NFC e Wi-Fi. Ovviamente a differenza di HomePod qui non è presente Siri, col ruolo di assistente virtuale che sarà assunto da Google. LF-S50G sarà rilasciato ad ottobre a prezzo $199,99 e sicuramente non mancheranno di spuntare ovunque confronti non appena entrambi i device saranno sul mercato.
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from IFA 2017: da Sony nuovi smartphone, auricolari wireless e uno smart speaker
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Divagaciones sobre bosques y músicas
Las ninfas, hijas de Zeus, son casi infinitas, pero no eternas. Se manifiestan como divinidades menores en todos los fenómenos de la naturaleza y, aunque tratan de eludir las miradas indiscretas, están en realidad por doquier: allí donde hay un bosque, una fuente, un arroyo, una gruta, un sendero, las ninfas se reúnen para cantar y danzar. Algunas, a veces, son alcanzadas por una flecha del niño dios alado, y cuando eso ocurre es normal que acaben lamentando su suerte.
Así imaginó a una de ellas Ottavio Rinuccini en una de sus Rimas publicadas póstumamente en Florencia en 1622, perdida en un claro del bosque, abstraída, confusa en busca del amante que creyó tener, compadecida por quienes la contemplan sin atreverse a intervenir. Sobre ese poema Claudio Monteverdi compuso años después uno de los madrigales más intensos y hermosos que se hayan escrito nunca (más célebres también, a veces coinciden juicio crítico y popular), una especie de escena dramática en miniatura, un haikus operístico, apenas seis minutos de una belleza intemporal que el compositor diseñó con una flexibilidad en el pulso que ponía a prueba las nuevas formas de la monodia alumbradas con el cambio de paradigma musical que se estaba produciendo en Italia desde finales del siglo XVI.
Con su estilo inconfundible, en el que la erudición se pone al servicio de cada pequeño detalle, Ramón Andrés divaga en círculos con este breve y hermoso libro en torno al universo mitológico y etéreo de las ninfas y su representación pictórica y literaria, alrededor del mundo de las ideas estéticas y de las transformaciones musicales de las que Monteverdi fue no sólo testigo privilegiado sino factor decisivo. En el 450 aniversario del nacimiento del gran compositor cremonés, esta pequeña joya bibliográfica se alza como uno de los homenajes más bellos y emotivos que se le ofrecen desde España.
[Diario de Sevilla. 18-06-2017]
Claudio Monteverdi. “Lamento della Ninfa”. Ramón Andrés. Acantilado, Barcelona, 2017. 140 páginas. 12 euros
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Il 15 giugno 2017 si celebrerà la Giornata Mondiale delle Tapas: un giorno dedicato a questa famosa delizia della “cucina in miniatura” tipica della tradizione spagnola.
Valencia celebra questa importante giornata sia in Italia partecipando, il 15 giugno, a un grande evento a Roma, sia in città organizzando: la Ruta del Tardeo una kermesse che, dall’1 al 18 giugno, vedrà coinvolti oltre 35 ristoranti, bar e pub valenciani che proporranno, da giovedì a domenica, gustose tapas.
Valencia oltre duemila anni di storia magnificamente portati e splendidamente raccontati
Città incastonata da una cornice mista tra l’antico e il moderno, influenzata da culture sia Orientali che Occidentali. Affacciata su un mare azzurro come il cielo (il Mar Mediterraneo), segno della mediterraneità per eccellenza e (per secoli) storicamente solcato dalle più grandi civiltà antiche. Benvenuti oggi in Andalusia (Spagna) alla scoperta di Valencia.
Città millenaria, affacciata sul mare, divertente, dinamica e caratterizzata da uno stile di vita mediterraneo. Valencia è tutto questo
La storia di Valencia comincia nel 138 a.C. quando venne fondata da Romani. L’allora Foro aveva sede nell’attuale Plaza de la Almonia. Dopo il dominio romano, fu terra dei Visigoti, ma dal 714 al 1238 fu terra di dominio arabo. Successivamente fu riconquistata dai cristiani dal Re Jaime I. L’influenza araba ha lasciato grandi influenze nella cittadina, rendendola un incrocio tra le due culture che l’hanno attraversata nel corso dei secoli. L’influenza araba tocca la cucina, l’arte e i tipici sistemi di irrigazione locali. Dell’epoca araba rimane ancora oggi il Tribunale delle Acque, la più antica istituzione giuridica in Europa, dichiarata Patrimonio dell’Umanità (da più di un millennio, ogni giovedì, sotto il Portale degli Apostoli della Cattedrale, si riunisce una giuria composta da addetti all’irrigazione degli otto canali principali di Valencia per risolvere i conflitti provocati nei campi della città dall’acqua del fiume Turia). La città sino a qualche tempo fa era circoscritta a quello che è oggi il centro storico di Valencia. Solo a partire dalla fine del XIX secolo la città ha cominciato ad aumentare la sua superficie e contare ben 19 distretti.
Un dei simboli della città, è la Cappella del Graal della Cattedrale di Valencia. La Cappella dal 1916 custodisce meticolosamente il Santo Graal, incastonato dietro l’altare, è protetto da una trasparentissima e lucente vetrata. La cattedrale, rappresenta anche uno dei simboli architettonici della città, ma non è il solo. Valencia è una città le cui architetture rispecchiano epoche diverse, tutte ben definite dai vari stili architettonici. Tra le varie strutture ricordiamo anche la Lonja de la Seda, dal 1996 Patrimonio dell’Umanità, che deve il suo nome agli scambi commerciali che in passato avvenivano al suo interno. Altre imponenti opere sono le due porte delle antiche mura ancora esistenti, la Torres de Serranos e la Torres de Quart. Ma non finisce qui, accanto a queste opere antiche, si collocano numerose opere in stile moderno (Valencia è una delle città spagnole ad avere il maggior numero di opere moderniste). Tra queste ultime opere citiamo: il Mercado Central, di Francisco Guardia, Alejandro Soler e Enrique Viedma che risulta essere il più grande mercato coperto d’Europa con la sua imponente struttura di vetro e metallo; il Mercado de Colón, disegnato da Francisco Mora che rappresenta uno spazio culturale per il tempo libero e infine la Stazione del Nord, disegnata da Demetrio Ribes.
Non ci si ferma al modernismo, ma si continua per le avanguardie fino a giungere al XXI secolo
Il Palau de la Música, opera di José María Paredes ad esempio, è diventato il centro musicale della città con un’importante risonanza anche a livello internazionale. Altro teatro molto caratteristico, è il Palau de les Arts Reina Sofia, che si trova nell’affascinante Città delle Arti e delle Scienze, progettata da Santiago Calatrava. Il Museo delle Scienze Principe Felipe, L’Hemisfèric, el Ágora, L’Umbracle o L’Oceanogràfic, progettato da Felix Candela, completano questo immenso parco architettonico. L’IVAM, Istituto Valenciano di Arte Moderna, progettato da Giménez e Salvadores, è diventato il secondo museo di arte contemporanea più importante dopo il Reina Sofia di Madrid, mentre il MUVIM, Museo Valenciano dell’Illustrazione e la Modernità, opera di Guillermo Vázquez Consuegra, è stato realizzato nel 2001.
Altre imponenti strutture sono il Palazzo dei Congressi di Valencia, progettato dal britannico Norman Foster; il Centro Eventi di Feria Valencia, opera di José María Tomás Llavador, e il Veles e Vents del britannico David Chipperfield e dello spagnolo Fermín Vázquez, situato presso la Marina Reale Juan Carlos I.
Una città con il volto rivolto verso il mare
Punto forte di attrazione a Valencia, sono la Marina Reale Juan Carlos I e le pluripremiate spiagge valenciane. La Marina Reale Juan Carlos I (diventato punto di approdo e di riferimento per navi come MSC, Iberocruceros, Pullmantur e Costa Crociere) è uno dei porti turistici più sfavillanti d’Europa con una capacità di ormeggi di ben 800 imbarcazioni di dimensioni comprese tra i 10 e i 150 metri. Le spiagge invece, sono da anni premiate con le Bandiere Blu grazie allo splendore delle acque. Marina e spiagge, sono tutte ben collegate dai mezzi di trasporto e sono inoltre sede di numerosi ristoranti, bar e discoteche. Un luogo ideale per godersi un ambiente spettacolare con varie attività durante tutto l’arco dell’anno. Molte zone della vita notturna si animano verso mezzanotte e molti pub rimangono aperti sino a notte fonda. Barrio del Carmen è tra le zone più conosciute. La Plaza de Cánovas e le vie adiacenti, dove si trova il pub Las Animas, e la zona dell’ Avenida de Aragón, sono gli altri luoghi di maggiore concentrazione della movida. Nella continuazione del Paseo de la Alameda e nella Alameda stessa si trova l’anima notturna di Valencia. Nel periodo estivo invece, i locali più interessanti si trovano presso la Città delle Arti e delle Scienze.
Il gusto di Valencia; una città dai sapori mediterranei
Valencia ha più di 2.000 tra bar, caffetterie e ristoranti che offrono una varietà gastronomica eccellente e variegata. Cinque ristoranti di Valencia sono stati premiati con una Stella Michelin: Riff, La Sucursal, Ricard Camarena, Vertical e El Poblet. A questi si aggiungono altre proposte quali la Quintana, Duna, La Salita, Saiti, Macel·lum, Panorama, Samsha, Q de Barella, Askua o Kaymus, senza dimenticare i tradizionali El Canyar, El Timonel, La Marcelina, Les Graelles e Bodega Casa Montaña. Va inoltre citata la Barraca de Toni Montoliu, in mezzo alla campagna di Valencia (soli 15 minuti dalla città,) dove si può assaporare la cucina locale direttamente dal campo alla tavola. Al fine di stare al passo con i tempi che passano, Valencia offre dei Menù VLC che permettono ai visitatori di assaporare la gastronomia locale a prezzi molto economici (15€ gli adulti e 12€ i bambini fino a 12 anni). I Menù VLC comprendono un antipasto, un piatto principale di cucina valenciana e un dessert. Evento che fa la gioia dei buon gustai, è il Valencia Cucina Oberta. Evento gastronomico nato nel 2009, il Valencia Cucina Oberta è un programma gastronomico che coinvolge circa 60 ristoranti sul territorio, che propongono i loro menu a prezzi fissi (lo scopo è quello di proporre ad un pubblico, il più ampio possibile, le creazioni gastronomiche di chef di alto livello).
Valencia offre anche un lato excellence, l’ideale per i turisti più esigenti
Diverse le Spa in città, tra cui il il Balneario la Alameda: il primo centro benessere urbano in Spagna con sede nella vecchia Casa de la Lactancia, un edificio in stile moderno restaurato. Altri centri di esperienza nel settore del lusso e del relax sono: il The Westin Valencia, Las Arenas, Hotel Hospes Palau de la Mar, il Barceló, il SH Valencia Palace e Hotel Caro (classificato dall’editoriale Taschen come uno tra i più belli al mondo). Non meno ricchi di fascino sono la Mozaira, il Parador de El Saler e Mas de Canicatí. Il lusso è anche shopping, che in città ha molte zone ad esso dedicate. La calle Colón e le strade limitrofe sono le più visitate, ma il tratto più chic, è la zona Poeta Querol e la Plaza del Patriarca, dove si trovano le più celebri griffe mondiali tra cui Bulgari, Hermes, Louis Vuitton, Loewe, Salvatore Ferragamo e Carolina Herrera. Qui si trova anche Lladró, un’azienda valenciana molto rinomata, creatrice di splendide statuette in porcellana.
Valencia è anche tanta natura. Un tappeto verde di oltre due milioni di metri quadri
La città ha uno sviluppo attento e consapevole anche dal punto di vista ambientale. Il Parque de Cabecera, il più grande d’Europa, è situato nell’antico letto del fiume Turia. Qui poi cominciano i Jardines del Turia, una grande area verde di ben 10 km, chiusa al traffico, che consente di attraversare la città a piedi o in bicicletta. A sud di Valencia invece, a soli 10 km c’è il Parco Naturale La Albufera, un piacevole paesaggio di risaie che circondano uno dei laghi più grandi d’Europa. Qui si può ammirare la migrazione degli uccelli durante l’inverno a bordo delle albuferencs, piccole imbarcazioni usate dagli abitanti di un piccolo villaggio di pescatori (El Palmar) per la pesca nel lago. La Dehesa de El Saler fa parte del Parco Naturale La Albufera, ed è costituita da un bosco mediterraneo e dalla spiaggia de El Saler, le cui dune sono protette da una direttiva europea. Non può mancare poi una visita presso il Bioparc Valencia. Il parco è molto più di uno zoo: è casa di oltre 4.000 animali appartenenti a più di 250 specie diverse. Bioparc Valencia, permette di viaggiare nel cuore dell’Africa, ricreando alla perfezione i diversi ambienti del territorio africano.
Un anno ricco di eventi
Valencia è una città dinamica in cui si svolgono diversi eventi per tutti i tipi di pubblico, cominciando da feste tradizionali come le Fallas. La storia delle Fallas, vuole che per alimentare i falò che servivano da illuminazione, gli artigiani accumulavano trucioli e listoni di legno insieme a cose vecchie. Con l’allungarsi delle giornate, non era più necessario lavorare con il buio e si bruciava all’entrata di ogni bottega il rustico Parot (oggetto di legno che serviva per illuminare). In seguito, a questo accumulo di scarti di legno, si cerco di conferire una parvenza umana addobbandoli con stracci e un cappello al posto della testa: così è nato il Ninot, pupazzo tipico delle Fallas. Questi fantocci in seguito, sono diventati via via i protagonisti di ogni farsa di quartiere e vengono posti su piedistalli al fine di essere ammirati. Al termine ‘’dell’esposizione’’, tutti i pupazzi confluiscono nella Fallas Major e vengono bruciati in un grande falò. La Fallas più bella invece, viene salvata ed esposta nel museo delle Museo Fallero. Da non perdere poi la Settimana Santa Marinara o il Corpus, fino ad arrivare a eventi gastronomici come Cuina Oberta. Inoltre ci sono numerosi eventi sportivi, come il calcio con due squadre nel campionato spagnolo di Serie A, il Valencia CF e il Levante UD; la pallacanestro con il Valencia Basket; il tennis con il torneo Valencia Open 500; le moto con il Gran Premio di Motociclismo e la Valencia Città del Running, un progetto che ingloba le tre corse più rilevanti dell’anno che si svolgono in città, compresa la Maratona di 42Km. Infine, nel corso dell’anno, Valencia ospita anche numerosi appuntamenti di atletica che richiamano sempre più un maggior numero di appassionati.
Comunque decidiate di arrivare, avrete tante possibilità per farlo
L’Aeroporto di Manises si trova a soli 8 km dal centro della città ed è direttamente collegato alla rete metropolitana. La città è collegata a 14 città spagnole, a 40 europee e 2 intercontinentali comprese Istanbul e Mosca. Una lunghissima rete di autostrade collega la città con le principali destinazioni di Spagna e d’Europa. Per quanto riguarda le ferrovie, l’AVE copre i 391 km che separano Valencia da Madrid in 1 ora e 35 minuti, collega Valencia a Siviglia, Valencia a Malaga in 4 ore e Valencia a Cordoba in 3 ore. La Stazione Joaquin Sorolla, il nuovo terminal dei treni lunga distanza, ha una frequenza di 15 treni ad alta velocità. La nuova stazione è ben collegata sia con la Estación del Norte, terminal dei treni locali, sia con il porto e l’aeroporto. L’Euromed (con direzione Barcellona) e l’Alvia, si fermano anche nella nuova stazione. Il Mediterraneo è un altro ingresso per i turisti che visitano la città, con le numerose navi da crociera che attraccano e partono dalla Marina Real Juan Carlos I. Acquistare la Valencia Cruise Card è il modo migliore di accedere al centro, poiché permette di beneficiare di molteplici comodità e vantaggi. Migliore alleata del turista è la Valencia Tourist Card, una tessera che offre ai viaggiatori innumerevoli vantaggi. Disponibile da 24h (15€), 48h (20€) e 72h (25€) c’è anche nelle versioni VTC 7 days (10€) e Family Card, con interessanti sconti per le famiglie. Con ogni card il turista riceve in regalo una tapa e una birra o bibita gratis, oltre ad ingressi gratuiti presso musei e monumenti maggiormente visitati.
Ancora un posto da visitare, ancora un posto che ha da offrire tanto, ancora un viaggio da fare…
Luca Ferri
Maggiori Info sui servizi, offerte e luoghi d’interesse: http://www.visitvalencia.com/it/home
Valencia, celebra la Giornata Mondiale delle Tapas Il 15 giugno 2017 si celebrerà la Giornata Mondiale delle Tapas: un giorno dedicato a questa famosa delizia della "cucina in miniatura" tipica della tradizione spagnola.
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Lezione del 30 marzo 2017
Nella prima parte della lezione abbiamo terminato l’analisi di alcune opere Fluxus - da quelle di George Brecht a quelle di Shigeko Kubota, fino a Ben Vautier - tornando sulle parole-chiave kit, gioco, scatola.
George Brecht, Games and Puzzles (Bead and Swim Puzzles), dalla Flux Year Box 2 (1968 ca.) The Gilbert and Lila Silverman Fluxus Collection Gift www.moma.org/fluxus_editions
La seconda parte della lezione è stata dedicata alla lettura di due testi pubblicati negli stessi anni in Italia e in Francia.
In Fantasia (Laterza, 1977), l’artista Bruno Munari - che abbiamo già citato in una lezione precedente a proposito delle Sculture da viaggio degli anni Cinquanta - elenca alcuni aspetti che caratterizzano questa nostra facoltà: la fantasia si raggiunge con il rovesciamento fisico e di senso, con relazioni per affinità visive, con la variazione di colore, di materia, di peso e soprattutto con il cambio di dimensione. Questo viene inteso sia nella vasta scala (le grandi dimensioni della cartellonistica e poi della Pop Art) sia nella miniatura (le navi costruite all'interno delle bottiglie e i bonsai giapponesi).
Il secondo testo affrontato a lezione è Boîtes, il catalogo dell’omonima mostra curata da Susanne Pagé e Françoise Chatel al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris nel dicembre 1976 (poi trasferita nel febbraio 1977 alla Maison de la Culture di Rennes). L’esposizione intendeva fare il punto sulla crescente presenza di “scatole” nell’arte degli anni Sessanta; tuttavia nelle pagine introduttive i prodromi di questa tendenza venivano rintracciati, tra gli altri, in Duchamp, Schwitters, Dalì, Giacometti e Cornell.
“Una scatola è un sistema chiuso con un fuori e un dentro nel quale si può sistemare, impilare, isolare, nascondere”.
Un elenco completo dei tanti artisti in mostra e degli autori dei testi in catalogo è disponibile a questo link. Boîtes e Fantasia sono stati aggiunti in bibliografia tra le letture d’approfondimento a disposizione degli studenti.
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Conheça 10 museus divertidos para crianças na Itália
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Conheça 10 museus divertidos para crianças na Itália
O estereótipo criado pelas crianças de que museu é algo “chato” ficou no passado. Há anos, diversos deles têm se dedicado ao aprendizado e a atividades lúdicas para os pequenos. Na Itália isso não é diferente – o país, conhecido por sua riqueza histórica e arqueológica, também abriga museus voltados para a diversão e o conhecimento. Confira alguns deles: Cidade da Ciência – Nápoles É o lugar perfeito para aprender enquanto se diverte: na antiga área industrial de Bagnoli, em Nápoles, renasceu a Cidade da Ciência, que abriga dois novos museus, o Corporea e o Dome. Os cinco mil metros quadrados de salas com exposições do Corporea, inteiramente dedicadas ao corpo humano, à prevenção da saúde e ao bem estar, promovem uma viagem dentro de um corpo, caminhando nas veias e artérias e passando por diversos órgãos vitais. Já o Science Center abriga o Dome, um planetário tridimensional avançado, com uma cúpula de 20 metros de diâmetro, e tecnologias de última geração. Graças aos efeitos de áudio, filme e projeção, é possível percorrer a história da astronomia e das primeiras naves espaciais, além de desvendar os mistérios do Universo. No museu, há também um espaço dedicado ao mundo da infância, a Officina dei Piccoli, onde as crianças podem brincar, aprender e se divertir. A cada fim de semana, o museu propõe diversos programas de atividade para toda a família. Museu da Ciência e da Técnica Leonardo da Vinci – Milão O histórico museu tecnológico de Milão é perfeito para adultos e crianças: dividido em 28 seções, que vão desde informática à astronomia, o local oferece atividades educativas, workshops e projetos didáticos para estimular o aprendizado, a experiência e a curiosidade até dos mais pequenos. Apesar de ter tantas atrações, o Museu da Ciência se destaca por duas, em particular: o submarico Enrico Totti e o simulador de voo de um helicóptero.
Galata Museu do Mar – Gênova O museu do mar no porto de Gênova oferece a possibilidade de se aprofundar na vida e na história das navegações em 17 salas. É uma viagem fascinante na descoberta de aventuras do homem no mar, graças às salas interativas que explicam a história das travessias e do comércio marítimo. Há uma seção dedicada apenas à imigração, onde é possível reviver a travessia dos italianos pelos Estados Unidos, Brasil e Argentina. Museu Imaginário Científico – Trieste É um museu interativo para brincar, entender e se atualizar sobre a pesquisa científica e tecnológica. É embasado na concepção da aprendizagem por meio do jogo, e tem diversos percursos temáticos – Fenomena, Kaleido, Cosmo e Demolab. Na área Fenomena, por exemplo, há muitas máquinas que revelam os principais fatos científicos e demonstrações. Explora – O Museu das Crianças de Roma É uma cidade em miniatura onde crianças de até 12 anos podem brincar de ser gente grande. No primeiro andar, há instalações permanentes como um supermercado, uma banca de jornal e a área “Pequenos Exploradores”; no segundo, um espaço dedicado a laboratórios criativos, científicos e construtivos. Museu das Crianças (Muba) – Milão Trata-se de um centro cultural e artístico que promove a curiosidade e a imaginação dos pequenos visitantes por meio de mostras interativas. “Aprender jogando, se divertir aprendendo” – este é o lema do museu, que está inserido no complexo que abriga a antiga igreja de San Michele. Dentro do local, há também laboratórios didáticos e criativos permanentes. Museu Esapolis – Pádua É o lugar ideal para descobrir e explorar o mundo dos insetos.
Os visitantes têm a possibilidade de percorrer um dos caminhos mais entusiasmantes da ciência, além de visualizar diversas espécies desses pequenos animais. No museu, também é possível testar uma tecnologias mais inovadoras para entrar em contato com o mundo dos insetos. Museu A Cidade das Crianças e dos Jovens – Gênova O museu estimula a descoberta, o jogo e a socialização por meio de uma série de atividades e experiências, em 90 salas interativas. Os menores têm à disposição um bosque para explorar com árvores, grama, grutas e um rio para observar e estimular atividades psicomotoras e sensoriais. Os mais velhos também podem aprender, interagindo com a tecnologia.
Coleção Peggy Guggenheim – Veneza Todos os domingos no prestigioso museu Guggenheim de Veneza, os laboratórios Kids Day são abertos. Eles fazem parte de um programa voltado a crianças de 4 a 10 anos e ajudam a introduzir os pequeninos ao mundo da arte moderna. Além disso, as crianças podem ser acompanhadas em uma breve visita guiada pelo mundo das obras de arte.
Bambinus – Museu de Arte para Crianças – Siena Na praça do Duomo de Siena, bem em frente à catedral, fica Santa Maria della Scala, complexo de museus que abriga uma série de coleções que vão desde a antiguidade, no Museu Arqueológico Nacional, até a época moderna, no Centro de Arte Contemporânea e no Museu de Arte para Crianças. Por meio de exposições, jogos e laboratórios interativos, o objetivo do local é aproximar as crianças de 4 a 11 anos da arte.
ansa
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Personal Relations è in pieno svolgimento nella sede di Pulchri Studio, a L’Aia in Olanda, fino al 25 marzo.
E poi niente paura, che giungerà qui in Italia e potremo gustarla anche noi!
Oggi incontriamo le illustrazioni di Veronica Merlo che parlano direttamente alla parte più nascosta di noi, la più vera, non filtrata, puramente emozionale e non controllabile (o forse sì).
Veronica Merlo Personal Relations
Veronica Merlo nasce a Bassano del Grappa (VI) nel 1992. Si diploma presso l’ISA di Nove e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia dal 2011. Pittrice e illustratrice, i suoi soggetti partono da una riflessione sull’inconscio e sull’intima connessione tra uomo e natura.
Ce la siamo raccontata un po’.
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Veronica Merlo – credit Ste Boccuzzi
Alice Traforti
3 + 2 domande
Alice Traforti: Veronica: raccontaci chi sei e cosa fai con parole tue.
Veronica Merlo: Mi definiscono una pittrice ed illustratrice e spero di diventare sempre più all’altezza di questo compito. Il mio lavoro attuale è nato da un tremendo bisogno di esprimere le figure che avevo in testa e non avrei mai pensato di avere la fortuna di partecipare a tante mostre come negli ultimi tre anni. Quello che faccio mi piace sempre di più, l’arte mi accresce e finora ho conosciuto persone veramente in gamba.
AT: Guardando le tue opere io vedo tante maschere e tanta acqua, il che mi porta irrimediabilmente a pensare a Venezia in tutte le sue forme. Come si abbinano questi due elementi all’interno del tuo discorso sull’inconscio e sulla natura, sul dentro e sul fuori?
VM: In realtà non ci avevo mai fatto caso. Le maschere mi hanno sempre affascinato e considero l’acqua il mio elemento. Credo sia per questo che ho sentito fin da bambina un certo legame con Venezia, e l’ho poi consolidato trasferendomici per studiare. E in questa città colpita dalle maree vedo la metafora dell’uomo: siamo un luogo di maschere circondato da quel mare che è l’inconscio, e per quanto possiamo essere forti o provare a controllarla è l’acqua che ci cambia, che ci influenza.
AT: Quali aspettative e progetti hai per il futuro?
VM: Prima di tutto la laurea! Per quanto riguarda il futuro, invece, ho già qualche progetto in mente. Di certo so che porterò avanti il lavoro che sto già facendo, cercando di migliorare e conoscere tutto ciò che posso. Voglio dimostrare che la passione porta sempre ad un risultato.
focus Personal Relations
AT: Vuoi svelarci qualcosa di ciò che hai realizzato per Personal Relations?
VM: Come miniatura volevo qualcosa di semplice, ma che continuasse la mia visione. L’inconscio, una figura senza limiti, cerca di nascondersi dietro lo stelo secco di un fiore. E’ il mio modo per dire che trattenere ciò che siamo è inutile, alla fine tutto emerge.
Altum, 2016 – particolare
AT: Personal Relations è un progetto che non solo vuole creare una mostra itinerante internazionale, ma vorrebbe incentivare lo scambio di esperienze reali tra artisti internazionali. Cosa ne pensi?
VM: Credo che l’arte debba sottintendere sempre lo scambio reale fra persone: ognuno di noi ha qualcosa da dire e conoscere nuove realtà attraverso le opere di ciascuno è qualcosa che può solo accrescere. Sono felice di aver partecipato a quest’iniziativa e spero di avere presto l’occasione di incontrare anche gli altri artisti: quando si conosce un’opera la parte migliore è parlarne direttamente con chi l’ha creata, capire da cosa ne nasce il pensiero.
Grazie cara Veronica Merlo per queste rivelazioni!
E ora per tutti una gustosa gallery!
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L’albero foglia, 2015 – olio su tela, 40x50cm
Autoritratto con pesce guida, 2015 – olio su tela, 20x30cm
L’Onda, 2014 – tecnica mista su carta, 70x50cm
L’Eterno brulicare, 2014 – incisione a puntasecca, 40x20cm
Puoi saperne di più visitando il sito dell’artista.
Le tappe di Personal Relations
The Cello Factory, London (Inghilterra): 06-16 dicembre 2016
Pulchri Studios, L’Aia (Olanda): 25 febbraio – 25 marzo 2017
Galleria Mirror, Vicenza (Italia): 29 aprile – 04 giugno 2017
La maschera dell’inconscio di Veronica Merlo Personal Relations è in pieno svolgimento nella sede di Pulchri Studio, a L'Aia in Olanda, fino al 25 marzo.
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Libreria in miniatura... #santorso2017 #igersvalledaosta #aostasera #fmtech #fiera #foire #vda2017 #immaginasantorso2017 #ig_valdosta#italia #igworldclub #igfriends #igfriends_valledaosta #igersitalia #vivovalledaosta #aostaimmagina #volgovalledaosta #volgoaosta #loves_valledaosta #fmtechfoire2k17 #foire2017 #tweegram #photooftheday #first Se ti piace questa foto visita anche il sito web: http://www.fmtech.it - Blog: http://www.fmtech.it/diario - Twitter: https://twitter.com/ _FMtech_ -Telegram: https://telegram.me/fmtech_it - Troverai un album dedicato alle foto della fiera edizione 2017, le fiere precedenti e i filmati realizzati per l'occasione! Buona fiera a tutte/i! Grazie e buona prosecuzione!
http://dlvr.it/NFc4P3
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I BeatsX saranno acquistabili dal 10 febbraio, nuovi colori in arrivo
Meno di 48h fa si discuteva del possibile imminente lancio dei nuovi auricolari BeatsX, ora abbiamo una data ufficiale, quella del 10 febbraio, che proviene proprio dall'account Twitter del brand fondato da Dr. Dre e Jimmy Iovine, ormai a pieno titolo sotto il controllo di Apple. Come ha annunciato il portale CNET, il 10 febbraio prossimo potremo acquistare gli auricolari BeatsX in due varianti di colore: bianco o nero. Tuttavia più avanti verranno distribuiti in altre due vesti, ovvero blu e grigio. Ricordiamo che gli auricolari BeatsX fanno parte di quella ristretta cerchia di prodotti dotati del nuovo chip Apple W1, che equipaggia allo stesso modo gli auricolari da runnning PowerBeats3 , le cuffie Beats Solo3 Wireless e ovviamente gli AirPods (recensione).
AVAILABLE FEB. 10. #BeatsX @TrvisXX http://pic.twitter.com/5LBNajwoK9
— Beats By Dre (@beatsbydre) 7 febbraio 2017
È da notare che gli AirPods sono venduti negli USA al prezzo di $159 tasse escluse, mentre qui Italia a quello di 179€ che, considerando l'aggiunta dell'IVA, risulta essere un costo grossomodo allineato con quello proposto oltreoceano. I BeatsX si pongono negli USA come un'alternativa appena più economica degli AirPods, con un prezzo di listino di $149 ($10 in meno, sempre tasse escluse). Qui in Italia, invece, i BeatsX acquistano uno scarto decisamente maggiore dai cugini AirPods, essendo venduti – stando al sito ufficiale Apple – a 149,95€. Un gap di ben 29€ contro uno di soli $10, differenza che potrebbe denotare un margine di guadagno inferiore sulle AirPods – magari dovuto agli alti costi ricerca e sviluppo – rispetto ai prodotti Beats, oppure, chi lo sa, solo una politica di prezzi diversa tra i prodotti a marchio Apple e quelli a marchio Beats.Se siete interessati all'acquisto dei nuovi BeatsX (per ora in veste bianca o nera), il 10 febbraio non dimenticatevi di andare a controllare questa pagina dell'Apple Store Online.
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Anno nuovo, vita nuova, stesso entusiasmante progetto: Personal Relations!
Prosegue l’itinerario tra le ricerche artistiche dei partecipanti alla mostra internazionale sui ritratti in miniatura. Mi soffermo oggi sulla proposta di Fabio Pigato: un parallelismo tra musica e azione creativa che sfocia nell’astrazione.
Fabio Pigato Personal Relations
Fabio Pigato, appassionato di musica sperimentale, elettronica e grafica, si avvicina da autodidatta alla pittura, circa una decina di anni fa. Lo fa inizialmente attraverso la pratica gestuale dell’action painting e del drifting, per poi spostarsi verso il fare più figurativo e concettuale, a volte anche sociale, del décollage su grandi e piccole dimensioni. Il passaggio non è però così netto. La sua ricerca più recente si propone infatti di unire le due pratiche in una sorta di décollage astratto.
Ecco cosa mi ha raccontato.
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Alice Traforti
Fabio Pigato: autoritratto, 2016
Alice Traforti: Fabio: raccontaci chi sei e cosa fai con parole tue. Fabio Pigato: Mi sono avvicinato alla pittura perché la considero una forma economica di psicanalisi :-) Cerco di riunire in un unico foglio le cose che mi stimolano. Ho sviluppato una sorta di passione per le linee parallele e i pois, che spesso fanno da base ai miei lavori, perché penso che siano delle forme essenziali che stimolano la creatività. Durante il giorno ho un normale lavoro d’ufficio, che però mi permette di dedicarmi all’arte nel resto del tempo.
AT: Io immagino un forte legame tra la musica e l’action painting con cui ti sei avvicinato alla pittura, o comunque una connessione decisiva tra le due discipline, l’una trasposizione dell’altra. Cosa ti ha fatto optare, a un certo punto della tua ricerca, verso un fare arte così diverso come il décollage? Questo ha cambiato anche il tuo rapporto con la musica?
FP: Mi è sempre piaciuto creare dissonanze ed utilizzare la tecnica del cut-up, in musica. Da questo punto di vista l’action painting e il décollage sono il corrispettivo di queste due tecniche. La musica e la pittura sono sicuramente collegate, ma credo che tra tutti i tipi di arte (musica, pittura, fotografia cinema ecc.) ci sia una connessione, una sorta di filo rosso che li unisce.
AT: Quali aspettative e progetti hai per il futuro? FP: Cercare di eliminare le mie indecisioni, ed arrivare ad una sorta di minimalismo, concentrandomi nelle forme essenziali.
AT: Vuoi svelarci qualcosa di ciò che hai realizzato per Personal Relations? FP: Certamente. Pensando ai canoni di bellezza che vengono diffusi dalle riviste patinate, ho cercato di destrutturarli e creare un cut-up casuale, per riappropriarci di un’idea di bellezza che non ci venga imposta da chi vuole venderci merci.
Beauty lies in a cut-up, 2016 – particolare
AT: Personal Relations è un progetto che non solo vuole creare una mostra itinerante internazionale, ma vorrebbe incentivare lo scambio di esperienze reali tra artisti internazionali. Cosa ne pensi?
FP: Gli scambi e le contaminazioni sono sempre costruttivi e stimolanti. Creare un network di artisti è un’ottima idea. Le persone che lavorano per questo sono bravissime e credo che Personal Relations meriti il massimo della diffusione. Grazie per quello che state facendo.
E soprattutto grazie a te, Fabio Pigato!
Ora vi presento una selezione esemplificativa dei suoi ultimi lavori.
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Vampira, 2016 – tecnica mista su cartoncino, 21x15cm
My Cat is dreaming invisible Rats, 2013 – tecnica astratta su carta, 100x50cm
Pete Doherty, 2015 – tecnica mista su carta, 40x29cm
Michelangelo Antonioni, 2016 – tecnica mista su cartoncino telato, 80x50cm
Puoi saperne di più visitando la pagina dell’artista.
Le tappe di Personal Relations
The Cello Factory, London (Inghilterra): 06-16 dicembre 2016
Pulchri Studios, L’Aia (Olanda): 25 febbraio – 25 marzo 2017
Galleria Mirror, Vicenza (Italia): 29 aprile – 04 giugno 2017
Fabio Pigato: musica, azione, astrazione e pois! Anno nuovo, vita nuova, stesso entusiasmante progetto: Personal Relations! Prosegue l'itinerario tra le ricerche artistiche dei partecipanti alla mostra internazionale sui ritratti in miniatura.
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