#istruttoria
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magauda · 6 days ago
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Il Giudice Casson fece aprire la terza istruttoria sulla strage di Peteano
Il 6 ottobre 1972 un terrorista tentò di dirottare un aereo diretto a Bari, chiedendo un riscatto di 200 milioni di lire in cambio della vita dei passeggeri. Il velivolo atterrò all’aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari, dove accorse la polizia. L’episodio si concludeva con l’uccisione dell’improvvisato dirottatore da parte di quest’ultima <29. Il suo nome era Ivano Boccaccio e si scoprì…
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botallo · 6 days ago
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Il Giudice Casson fece aprire la terza istruttoria sulla strage di Peteano
Il 6 ottobre 1972 un terrorista tentò di dirottare un aereo diretto a Bari, chiedendo un riscatto di 200 milioni di lire in cambio della vita dei passeggeri. Il velivolo atterrò all’aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari, dove accorse la polizia. L’episodio si concludeva con l’uccisione dell’improvvisato dirottatore da parte di quest’ultima <29. Il suo nome era Ivano Boccaccio e si scoprì…
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sapergo · 6 days ago
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Il Giudice Casson fece aprire la terza istruttoria sulla strage di Peteano
Il 6 ottobre 1972 un terrorista tentò di dirottare un aereo diretto a Bari, chiedendo un riscatto di 200 milioni di lire in cambio della vita dei passeggeri. Il velivolo atterrò all’aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari, dove accorse la polizia. L’episodio si concludeva con l’uccisione dell’improvvisato dirottatore da parte di quest’ultima <29. Il suo nome era Ivano Boccaccio e si scoprì…
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bagnabraghe · 6 days ago
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Il Giudice Casson fece aprire la terza istruttoria sulla strage di Peteano
Il 6 ottobre 1972 un terrorista tentò di dirottare un aereo diretto a Bari, chiedendo un riscatto di 200 milioni di lire in cambio della vita dei passeggeri. Il velivolo atterrò all’aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari, dove accorse la polizia. L’episodio si concludeva con l’uccisione dell’improvvisato dirottatore da parte di quest’ultima <29. Il suo nome era Ivano Boccaccio e si scoprì…
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bigarella · 6 days ago
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Il Giudice Casson fece aprire la terza istruttoria sulla strage di Peteano
Il 6 ottobre 1972 un terrorista tentò di dirottare un aereo diretto a Bari, chiedendo un riscatto di 200 milioni di lire in cambio della vita dei passeggeri. Il velivolo atterrò all’aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari, dove accorse la polizia. L’episodio si concludeva con l’uccisione dell’improvvisato dirottatore da parte di quest’ultima <29. Il suo nome era Ivano Boccaccio e si scoprì…
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paoloxl · 1 year ago
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"Torture" nel carcere di Porto Azzurro, il racconto dei testimoni - Osservatorio Repressione
violenze e torture della “squadretta dell’agente Padre Pio”
di Manuela D’Alessandro
La “squadretta dell’agente Padre Pio”, le carte dell’indagine per la quale la Procura ha chiesto l’archiviazione. Ma il Garante nazionale dei detenuti si è opposto. Procura di Livorno e investigatori spaccati sull’interpretazione di presunti gravi abusi denunciati da detenuti nel carcere di Porto Azzurro all’isola d’Elba.
Da una parte c’è un’informativa di 130 pagine del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Livorno e del Nucleo Investigativo della polizia penitenziaria di Roma che, sulla base dei racconti “talora convergenti” di diversi reclusi, racconta di “violenze sfociate nella maggior parte dei casi in veri e propri atti di tortura” sui reclusi da parte di una “squadretta” di agenti.
Dall’altra la valutazione dei pm Sabrina Carmazzi e Massimo Mannucci che chiedono l’archiviazione perché ritengono che “gli elementi acquisiti non appaiono consentire una ragionevole previsione di condanna” per gli indagati. Il 4 ottobre si sarebbe dovuta svolgere un’udienza davanti al gip per decidere se far calare il sipario oppure riaprire la vicenda, come chiedono l’avvocato di una delle presunte vittime degli abusi e il Garante Nazionale dei Detenuti. L’appuntamento in aula è stato però rinviato per un legittimo impedimento al 15 dicembre.
L’Agi ha avuto accesso a entrambi i documenti, quello degli investigatori e quello della Procura che sembrano arrivare a conclusioni diverse. Tra i reati ipotizzati per gli agenti, a vario titolo, ci sono quelli di tortura, stato di incapacità procurato mediante violenza, omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale, depistaggio e per i reclusi danneggiamento causato da incendio e resistenza a pubblico ufficiale. Nell’informativa si ipotizza che la “politica perseguita a tutti costi dal direttore della casa di reclusione sarebbe stata quella di tollerare trattamenti penitenziari non conformi a umanità e dignità” per “tutelare l’immagine dell’isola” nelle attività del carcere anche allo scopo di ottenere fondi europei e ministeriali per un progetto a Pianosa, distaccamento del carcere di Porto Azzurro, finalizzato al reinserimento dei detenuti. “Le attività esperite nei riguardi degli indagati – scrive chi ha condotto gli accertamenti – hanno permesso di cristallizzare le direttrici investigative concorrenti alla vicenda delle torture”.
L’inchiesta comincia da una serie di esposti presentati nel 2019 dal detenuto B.F. che riferisce “di essere stato denudato, ammanettato e picchiato da alcuni agenti come forma di rappresaglia dopo che aveva fatto ricorso per denunciare altre angherie”. Questa pista investigativa “si è andata maggiormente delineando con l’attività istruttoria fatta da questo Comando” fino a “disvelare l’esistenza di altri detenuti che avevano subito violenze nel carcere di Porto Azzurro e che avevano potuto denunciare i fatti solamente all’indomani del loro trasferimento in altri istituti o rivolgendosi a organi di polizia esterni al carcere”. Non sempre, viene precisato, “il ricordo di alcuni collima con la denuncia dei diretti interessati”.
Alcuni raccontano di una “squadretta” agli ordini dell’ispettore Pietro Duca che avrebbe pestato i reclusi nella “galleria”. “Mi ricordo che un marocchino – mette a verbale un testimone – fu portato fuori dalla cella e a dorso nudo fu strattonato e che noi vedevamo dalle nostre celle che lui andava verso la galleria e mentre usciva dal reparto sentivamo dei sonori schiaffi. La galleria è il corridoio che trovi uscendo al reparto dove ci sono gli uffici, dove c’è l’ufficio dell’ispettore capo Pietro Duca”. Ci sono anche altre persone sentite che riportano episodi analoghi. “L’ispettore è entrato in cella e lo ha picchiato, l’ha buttato contro un muro”. “Padre Pio, così veniva chiamato per via della barbetta e che faceva parte della squadra, ha partecipato a un’aggressione in cui un suo collega ha ricevuto un calcio da un marocchino. Lui e tanti altri sono andati sopra a prendersi questi detenuti tant’è vero che poi c’erano i muri sporchi di sangue, hanno dovuto chiamare il lavorante a pulire”. “Sono stato denudato, picchiato da una ventina di agenti e buttato a terra come uno straccio ammanettato”. “Una volta dopo essermi ubriacato in cella mi sono svegliato l’indomani in una cella liscia nudo a terra con accanto il mio vomito, con un occhio gonfio e il labbro spaccato”.
Agli atti c’è una conversazione tra Duca e il direttore del carcere, Francesco D’Anselmo, in cui parlano delle indagini sulla situazione a Porto Azzurro. Duca afferma: “Evidentemente… le denunce che hanno presentato i detenuti nel corso degli anni; addirittura un appuntato donna dei carabinieri ha detto: ‘Questi di Porto Azzurro la devono smettere’!”.
C’è un’ambientale che dimostrerebbe l’”insabbiamento”, secondo chi ha scritto l’informativa. “La commissaria Perrini informa D’Anselmo di avere appreso dall’ispettore Lo Noce che effettivamente avrebbero percosso C. in una circostanza in cui era ubriaco. Rivelazione che si sposa perfettamente col contenuto delle dichiarazioni di Z. e che evidenzia l’ennesima azione di insabbiamento laddove D’Anselmo, pur deprecando il ricorso a questi metodi (‘Io sono contrario, è contro la mia coscienza”), lascia tuttavia agli agenti la facoltà di difendersi quando forniranno la loro versione ‘la loro parola contro quella lì’”. Nell’informativa si parla dell’”estrema chiarezza con cui la Commissaria Perrini espone al direttore D’Anselmo le informazioni ricevute direttamente dall’ispettore Lo Noce circa le violenze inferte ‘con soddisfazione’ ai detenuti. Perrini: “Su cosa stanno indagando…D’Anselmo: “Sulla squadretta…”. Perrini: “Gliele hanno date…”. D’Anselmo: “Ah, veramente?”. Perrini: “Gli ho detto: ma gliele avete date almeno? Ma avete dato una lisciata?”. Ha risposto: “Sì, e ci siamo tolti la soddisfazione”.
L’altra parte dell’indagine riguarda la situazione “fuori controllo” a Pianosa. Dopo una richiesta di chiarimenti sull’”anarchia” che regnerebbe a Pianosa e le perquisizioni che confermano l’ipotesi, “la reazione di D’Anselmo è a dir poco funambolesca per quel tentativo sempre ricorrente di coprire le proprie omissioni”.
Il 22 gennaio 2021 “D’Anselmo invia al magistrato di sorveglianza la relazione sull’episodio di violenza patito da un detenuto ma per tutelare Duca non la invia in Procura” e, come risulta da un’intercettazione, “semmai gliela chiedessero la farebbe sparire”. Al direttore e al Comandante sono “addebitati anni di omissioni e violazioni” e una gestione della cosa pubblica “in base alle loro necessità” come l’indicazione impartita da D’Anselmo a un sostituto commissario “di far risultare che tutti i viaggi con la motovedetta navale risultassero per fini istituzionali”.
Perché per la Procura non si può parlare di torture – Nella richiesta di archiviazione, i pm premettono che per valutare i fatti “non si può prescindere dal tenere in debito conto quel peculiare contesto ambientale in cui si alternano coazione e desiderio di libertà in cui i detenuti si trovano in ambivalenti condizioni sia di soggezione che di rivalsa psicologica nei confronti di chi si occupa della loro custodia”. Dalle intercettazioni emerge “una propensione verso metodi risoluti nei confronti dei detenuti che venivano messi in riga in caso di comportamenti scorretti nonché l’esistenza di un numero ristretto di agenti che avrebbero agito con la forza”.
Secondo i pm “il ricordo di alcuni testimoni non sempre collima con le denunce perché in alcuni casi i detenuti non hanno confermato di essere vittime di violenza e in altri hanno fornito una versione diversa e in altri casi ancora le violenze non sono state confermate dai detenuti presenti”. Il loro punto di vista è che non c’è il reato di tortura “perché si tratta di episodi tendenzialmente isolati che non risultano trascesi in comportamenti inumani e degradanti per la dignità dei detenuti (gli episodi di denudamento sono spiegati con la prassi della necessità di evitare autolesionismi) che potrebbero integrare reati perseguibili a querela spesso posti in essere a seguito di intemperanze, provocazioni o altre condotte illecite degli stessi detenuti, molti dei quali risultano indagati”. Sulla mancata trasmissione della relazione dell’educatrice da parte di D’Anselmo “probabilmente ha considerato il denunciante un mitomane, come da lui stesso dichiarato nelle intercettazioni”.
da Agi
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melabitme · 2 years ago
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ChatGPT al bando: come aggirare il blocco e vivere felici
Si può commentare una cretinata? Come la decisione del Garante per la privacy, che ha bandito ChatGPT dal territorio nazionale, aprendo contestualmente la solita “istruttoria” che finirà, come sempre, in una gigantesca bolla di sapone? Secondo il Garante, ChatGPT mette i nostri dati personali a rischio, cosa in parte condivisibile, ma dov’era il Garante negli ultimi 10 anni quando Google,…
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telodogratis · 14 days ago
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Garante Privacy chiude istruttoria su ChatGpt, sanzione da 15 milioni
E OpenAI dovrà realizzare una campagna informativa di sei mesi  ​Read More  E OpenAI dovrà realizzare una campagna informativa di sei mesi  RSS di Tecnologia – ANSA.it   
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notiziariofinanziario · 14 days ago
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Relativamente alla designazione dei Paesi sicuri, il giudice ordinario non può sostituirsi al ministro degli Affari esteri. Non può neppure annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale. Può tuttavia", "valutare la sussistenza dei presupposti di legittimità di tale designazione, ed eventualmente disapplicare in via incidentale, in parte qua, il decreto ministeriale recante la lista dei paesi sicuri, allorché la designazione operata dall'autorità governativa contrasti in modo manifesto", "con i criteri di qualificazione stabiliti dalla normativa europea o nazionale". Lo ha reso noto la Corte di Cassazione che ha risposto ad un rinvio pregiudiziale del tribunale di Roma precedente il decreto con cui il governo ha modificato la lista dei paesi sicuri. La sentenza è stata depositata nelle giornata di giovedì 19 dicembre. La Corte di cassazione ha risposto al rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Roma il 1° luglio 2024. La Prima Sezione civile della Corte di Cassazione, nel ribadire che il giudice ordinario è il garante dell'effettività, nel singolo caso concreto al suo esame, dei diritti fondamentali del richiedente asilo, ha affermato che è riservata al circuito democratico della rappresentanza popolare la scelta politica di prevedere, in conformità della disciplina europea, un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine designati come sicuri". Per i giudici della Cassazione quindi, "a garanzia dell'effettività del ricorso e della tutela, il giudice conserva l'istituzionale potere cognitorio, ispirato al principio di cooperazione istruttoria, là dove il richiedente abbia adeguatamente dedotto l'insicurezza nelle circostanze specifiche in cui egli si trova. In quest'ultimo caso, pertanto, la valutazione governativa circa la natura sicura del paese di origine non è decisiva, sicché non si pone un problema di disapplicazione del decreto ministeriale". Bonelli: la Cassazione smentisce Meloni  "La sentenza della Cassazione sui Paesi sicuri smaschera per l'ennesima volta l'arroganza del governo Meloni. Questo Esecutivo calpesta la legge e tenta di delegittimare la magistratura, ma solo nei regimi un governo può ritenersi al di sopra della legge e sostituirsi alla magistratura come sta accadendo in Italia. La Cassazione ha stabilito che i giudici possono verificare se un Paese sia davvero sicuro per chi chiede asilo e disapplicare i decreti ministeriali quando violano la normativa europea e nazionale. Una sconfitta evidente per un governo che punta solo alla propaganda e all'attacco ai diritti fondamentali". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde. Read the full article
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adicunazionale · 21 days ago
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Avviata istruttoria per presunto cartello nel settore della produzione dei cavi in rame
Il procedimento è stato avviato nei confronti delle società Bruno Baldassari, General Cavi, ICEL, IRCE, La Triveneta Cavi, Mondini Cavi, Pecso Cavi, Prysmian Cavi e Sistemi Italia e dell’Associazione AICE L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Bruno Baldassari & F.lli S.p.A, General Cavi S.p.A., ICEL S.c.p.A., IRCE S.p.A., La Triveneta Cavi…
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viunews · 1 month ago
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Caltanissetta, lotta all'illegalità: il Questore emette 19 provvedimenti di prevenzione
Caltanissetta, lotta all'illegalità: il Questore emette 19 provvedimenti di prevenzione
Il Questore della Provincia di Caltanissetta Pinuccia Albertina Agnello, previa istruttoria della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, ha emesso diciannove provvedimenti applicativi di misure di prevenzione nei confronti di persone che si sono rese responsabili di condotte illecite e antisociali nel territorio nisseno.   Questore Pinuccia Albertina Agnello Nei confronti di due persone…
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rassegnanotizie · 2 months ago
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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un'istruttoria contro SAS - Shipping Agencies Services SARL, parte del gruppo Msc, Moby S.p.A. e Grandi Navi Veloci S.p.A. (GNV) per accertare possibili restrizioni della concorrenza derivanti dall'acquisizione del 49% di Moby S.p.A. da parte di SAS e dal consistente finanziamento successivamente concesso a Moby da SAS. I mercati coinvolti, molto concentrati, includono il trasporto marittimo di merci e passeggeri su alcune rotte tra il continente e le isole maggiori, dove operano principalmente Moby e GNV, con la presenza di al massimo un terzo operatore. Questi mercati presentano anche significative barriere all'entrata. Il 13 novembre, l'Autorità ha condotto ispezioni con il supporto del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza presso le sedi di Moby S.p.A., GNV, Onorato Armatori s.r.l. e Marinvest s.r.l.
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lavoripubblici · 2 months ago
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🧑‍⚖️Gravi illeciti professionali: il TAR sul provvedimento di esclusione
📄L'esclusione dell'OE non va solo motivata ma deve essere preceduta da un'adeguata istruttoria con contraddittorio da parte della stazione appaltante
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pietroalviti · 3 months ago
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Ceccano, dal SUAP 40 mila euro entreranno nelle casse comunali nel 2024
Ammontano a 40 mila gli euro che il comune di Ceccano incasserà dagli imprenditori nel 2024, per oneri concessori per il rilascio di permessi di costruire, inizio lavori, titoli abilitativi, diritti di segreteria ed istruttoria, per lo Sportello Unico Attività Produttive, il SUAP. Lo rende noto una determinazione pubblicata all’albo pretorio.
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levysoft · 4 months ago
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Il mercato dei libri scolastici è un monopolio? L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato vuole vederci chiaro e ha aperto una indagine su un mercato concentrato nelle mani di pochi, che interessa però sette milioni di famiglie per un fatturato annuo di oltre un miliardo di euro. La questione ci riguarda perché più volte abbiamo parlato delle problematiche legate ai libri digitali, che una volta attivati non possono essere più trasferiti e che di fatto bloccano o riducono il valore della rivendita del libro usato.
Nel procedimento si fa riferimento al fatto che il sistema dell’editoria scolastica non segue i canoni della vendita dei libri classici, ma è più simile a quello della vendita dei medicinali soggetti a prescrizione. “La filiera dell’editoria scolastica e le relative interazioni tra domanda e offerta presentano alcune peculiarità. Infatti, chi sceglie i libri (docente) non ne sostiene i costi, chi li paga (famiglie e/o amministrazioni pubbliche) non li usa, mentre chi li usa (studenti) non li sceglie né li paga, secondo un modello di fatto assimilabile a quello dei medicinali soggetti a prescrizione. L’intermediazione della domanda comporta, inoltre, che i libri vengano promossi nei confronti dei docenti da informatori editoriali, spesso organizzati in forma di agenzie indipendenti ma fortemente condizionate dai rapporti intercorrenti con gli editori”.
Il procedimento fa notare inoltre come i contenuti digitali, quindi gli eBook, presentano crescenti complessità di tipo tecnico: le app per utilizzarli sono terribili, funzionano male e soprattutto spesso richiedono una connessione che gli studenti non hanno. Nonostante questo gli editori non permettono il rilascio in una forma più accessibile. Ci sono anche controversie relative a diritti di proprietà e licenza: il codice che permette di sbloccare il libro digitale funziona una sola volta e viene bruciato dall’acquirente, che poi dovrà rivendere il libro senza parte digitale.
Tuttavia, lo sanno bene i genitori, molti esercizi dei libri di lingua si possono fare solo se si ascoltano tracce audio che non sono disponibili se una persona non ha accesso all’edizione digitale, quindi il libro usato diventa meno appetibile. Per ovviare a questo problema vengono dati i DVD-ROM, ma oggi trovare un lettore di disco fisico è praticamente impossibile.
In relazione alla rivendita dell’usato, il provvedimento mette in luce il problema del susseguirsi di edizioni rinnovate di un medesimo titolo che rende più difficile la rivendita dei libri usati. Certe case editrici cambiano edizione ogni anno dello stesso libro modificano non tanto la parte teorica quanto quella pratica, rendendo necessario l’acquisto della edizione più aggiornata perché altrimenti lo studente non si trova con gli esercizi o i compiti da svolgere. Infine si mette il luce col fatto che modalità alternative di utilizzo dei libri di testo volte a contenere i costi a carico dei consumatori, come il noleggio e comodato d’uso, non hanno mai avuto successo, al contrario di quanto succede in altri Paesi.
C’è da tempo chi invoca la realizzazione, per alcune materie, di testi unici approvati dal Ministero dell’Istruzione distribuiti gratuitamente o ad un prezzo calmierato. Ci sono alcuni Paesi del mondo dove esiste un'edizione unica nazionale per i libri scolastici in cui il governo o un'autorità centrale produce o approva un unico set di libri di testo che viene utilizzato in tutte le scuole: Cuba, Cina, Vietnam e Corea del Nord.
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lamilanomagazine · 5 months ago
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Vicenza: il Questore vieta l'accesso a tutti i locali pubblici del Comune di Trissino ai responsabili della rissa dell'8 agosto scorso
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Vicenza: il Questore vieta l'accesso a tutti i locali pubblici del Comune di Trissino ai responsabili della rissa dell'8 agosto scorso. Il Questore della Provincia di Vicenza, Dario Sallustio, a seguito di una specifica istruttoria svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine, ha emesso 14 provvedimenti di divieto di accesso ai pubblici esercizi ed ai locali di pubblico trattenimento nel comune di Trissino (Vicenza),... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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