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#istituto luce
gontapprentice · 1 month
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Fondo Vedo Istituto Luce Fondo VEDO / Sinagoga di Roma Insegne di un negozio al Ghetto di Roma (Cesare Anticoli)
passanti e una donna con bambino affacciata ad una finestra - campo medio
data: 18.05.1961
luogo della ripresa: Roma
colore: b/n
materia e tecnica: gelatina bromuro d'argento/pellicola (poliestere)
oggetto: negativo
codice foto: FV00189859 Luce Anticoli
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ilpianistasultetto · 2 months
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Sei mesi..Sei mesi e' durato quel tam tam ossessivo del nuovo istituto luce made in Italy: "Giorgia Meloni la nuova Merkel europea". Piu' di Draghi, piu' di Churcill, piu' di Willy Brandt. L'incoronazione sarebbe dovuta esserci a Giugno, all'indomani delle elezioni Europee. Le dx a far bottino pieno fino a diventare un fiume in piena che travolgeva tutto il vecchio di prima. Poi sono arrivati i numeri, quelli che la matematica ne fa una scienza esatta e quei numeri raccontano un altro mondo. "E adesso? Aiuto! Aiuto! Come la raccontiamo? Ed ecco la nuova strategia: lo spauracchio dei franchi tiratori. "La Von Der Leyen in ginocchio da Giorgia a mendicare i suoi voti per essere rieletta". "Senza i voti della Meloni La Von Der Leyen non avra' il secondo mandato e Giorgia vuole una sostanziosa contropartita, un asso pigliatutto o muoia Sansone con tutti i filistei". Fitto e Giorgietti scaldano i motori e tutti a valutare quali portafogli avrebbe gestito l'Italia grazie alla scaltrezza della nostra Premier. Ieri si e' finalmente votato. Ursula ha strizzato l'occhio ai verdi, cosi Fd'I ha votato contro la rielezione della tedesca ma lei e' stata rieletta lo stesso. Per fare la Merkel, Giorgia dovra' aspettare almeno altri 5anni e di pesante, per ora, abbiamo portato a casa solo due enormi cojioni per tutti i fiumi di parole e inchiostro spesi dai nostri Istituto Luce. @ilpianistasultetto
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curiositasmundi · 4 months
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Sulla Topolino amaranto si va che è un incanto e dalle parti della Fiat (che ormai è un logo di Stellantis) hanno pensato che non ci fosse nulla di meglio che appiccicare una bandiera italiana sulle portiere del quadriciclo venduto in Italia sulla spinta del patriottismo. Peccato che quelle auto di italiano non abbiano nulla: non il progetto iniziale, non l’idea se non per l’usurpazione del nome, non la manodopera e nemmeno – figurarsi – le tasse per sostenere l’Italia, la sanità italiana, i conti italiani, i servizi italiani, le pensioni italiane e così via. 
La Guardia di finanza ne ha bloccate 134 al porto di Livorno per violazioni della legge sul Made in Italy (che non ha nemmeno un nome italiano). Per i funzionari della dogana e le fiamme gialle la produzione in Marocco e il tricolore sulla fiancata sarebbe in contrasto con la normativa a tutela del made in Italy, la legge 350 del 2003. Si tratterebbe di una probabile “funzione decettiva di tali segni”, ossia ingannevole, “che porterebbero il consumatore a ritenere che la produzione dei suddetti beni sia avvenuta in Italia”. 
Chissà che questa non sia la volta buona per accorgersi che Stellantis si atteggia da Fiat in Italia per poi diventare internazionale quando deve dislocare stabilimenti e tasse. Quella sì che sarebbe una difesa della Patria davvero originale.
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gojobait · 6 months
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the reason they feel so confident pulling shit like this though is that for years journalists have been complacent, have let them spew any little story and propaganda speech they wanted without pointing out the obvious contradictions in what they said and the outright lies they made up, have allowed press conferences to become rallies instead and this is the result. rai being turned into istituto luce. thanks for nothing you fucking spineless press
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losguardodiunbambino · 8 months
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Da quando la Meloni è al governo i telegiornali hanno toccato dei livelli che Istituto Luce scansati proprio e la giornata di oggi ne è l'esempio massimo
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unanuvola · 1 year
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MOANA POZZI • PILLOLE DI MOANA [ISTITUTO LUCE, 1986]
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la-misto · 6 months
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Calo delle nascite in Italia: uno specchio delle difficoltà economiche
L’Italia ha registrato solo 379.000 nascite nel 2023, il numero più basso dall’unificazione del paese nel 1861. Questo dato, più che un semplice indicatore demografico, riflette profonde problematiche socio-economiche che affliggono la penisola da decenni.
Le cause di questo drastico calo delle nascite sono molteplici, ma una delle più evidenti è la difficoltà crescente di sostenere una famiglia in un’economia caratterizzata da stipendi stagnanti e costi della vita in aumento. Tra il 1991 e il 2022, gli stipendi in Italia hanno mostrato una crescita quasi inesistente, attestandosi su un misero incremento dell’1%, secondo il Rapporto Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche). Questo stallo retributivo è tanto più allarmante in un contesto di bassa produttività del lavoro, che, nonostante abbia registrato una crescita maggiore rispetto agli stipendi, non ha impedito il deterioramento delle condizioni economiche dei lavoratori italiani.
Negli ultimi anni, la situazione è ulteriormente peggiorata. A differenza di altri paesi europei, dove dopo il 2020 si è assistito a un incremento delle retribuzioni, in Italia si è verificata una diminuzione. L’inflazione gioca un ruolo chiave in questo contesto, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie italiane. In parallelo, si osserva una preoccupante redistribuzione del reddito, con una quota crescente di profitti a discapito dei salari, stabilizzatisi rispettivamente intorno al 40% e al 60% del PIL.
In un tale scenario, come può una coppia, in cui spesso lavora un solo membro, sopravvivere con uno stipendio medio di 1300 euro, quando l’affitto di un appartamento non scende mai sotto i 600 euro? A questi costi si aggiungono le spese per assicurazioni, utenze domestiche come luce e gas, e internet, rendendo la prospettiva di crescere una famiglia non solo difficile ma quasi proibitiva.
La diminuzione delle nascite in Italia non è quindi soltanto un fenomeno demografico, ma il sintomo di un disagio economico profondo, che vede famiglie sempre più strette nella morsa di costi crescenti e salari che non tengono il passo. La difficoltà di garantire un tenore di vita accettabile, unita alla mancanza di supporti adeguati per le famiglie, spiega perché molte coppie decidano di rimandare o rinunciare del tutto alla genitorialità.
Per invertire questa tendenza, sarebbe necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni, attraverso politiche mirate all’aumento dei salari, al sostegno delle famiglie giovani e alla riduzione dei costi della vita. Solo così l’Italia potrà sperare di superare questa crisi demografica e sociale, garantendo un futuro più luminoso alle nuove generazioni.
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t-annhauser · 1 year
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Milano Centrale - Archivio Storico Istituto Luce
Quando alle viste appare la Stazione Centrale ti senti subito attratto dalle sue grandi tettoie che ti si fanno incontro come cornucopie da cui entrano ed escono i treni come gli zecchini della dea fortuna, ti tengono all'asciutto quando piove, ti scaldano per bene sotto il sole, sono come dei teloni di una serra agricola, però fatta di putrelle imbullonate. Un intrico di binari decide il destino dei treni in misteriose traiettorie, ci sono stati casi di treni avvistati da lontano al binario 2 che si sono arrestati dopo lungo zigzagare al binario 41, alcuni di loro non si sono più ritrovati, finiti chissà dove in una piega del continuum spazio-temporale all'interno di un tesseratto a cinque dimensioni in cui ancora adesso vagano recuperando all'infinito il loro ritardo di 17 minuti.
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abr · 2 years
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Maledette graminacee di novembre :D :D :D
non sempre i filmati diffusi dagli Istituto Luce vari sono educativi e celebrativi, loro malgrado.
(Putin è un satrapo, ma il solo pensare di spengere anche un solo condizionatore per uno così, mi parrebbe cosa abnormal).
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gregor-samsung · 2 years
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“ Nei miei parti letterari, l'esiguità del contenuto si accompagnava a un'assoluta dimenticanza delle convenienze. Una parte di essi, con gran gioia dei benpensanti, non vide mai la luce. Essi venivano ritagliati dalle riviste dalla forbice del censore, e servirono di pretesto per citarmi in giudizio per infrazione di due articoli del codice allo stesso tempo: per il tentativo di sovvertire l'ordine esistente e per pornografia. Il mio processo si sarebbe dovuto celebrare nel marzo del 1917, ma alla fine di febbraio il popolo si sollevò intervenendo in mio favore, dette alle fiamme l'atto di accusa, e insieme con esso l'edificio stesso del tribunale distrettuale. A quel tempo Aleksej Maksimoviè abitava sulla prospettiva Kronverskij. Gli portavo tutto quello che scrivevo, e allora io scrivevo un racconto al giorno (piú tardi mi avvenne di abbandonare un tale sistema, per andare a finire all'estremo opposto). Gorkij leggeva tutto, respingeva tutto ed esigeva che continuassi. Finalmente ci stancammo tutti e due, e un giorno Gorkij mi disse con la sua sorda voce di basso: — È ormai assolutamente chiaro che voi, amico mio, non capite proprio niente, ma in molti casi tirate a indovinare... Sarà bene quindi che ve ne andiate un po' fra la gente... E il giorno seguente mi svegliai corrispondente di un giornale non ancora nato, con in tasca duecento rubli d'indennità di trasferta. Il giornale non vide mai la luce, ma l'indennità di trasferta mi fece comodo. La mia missione durò sette anni, percorsi tanta strada e fui testimone di tante lotte. Sette anni piú tardi, quando mi rimandarono a casa, compii il secondo tentativo per pubblicare i miei racconti, e ricevetti da Gorkij il seguente biglietto: « Prego, si può cominciare... » E di nuovo, appassionata e costante, la sua mano riprese a trascinarmi. L'esigenza di aumentare continuamente e a qualsiasi costo il numero delle cose belle e utili su questa terra, veniva comunicata da Gorkij a migliaia di persone che lui stesso aveva saputo scovare ed educare, e per mezzo di esse quell'esigenza veniva comunicata a tutta l'umanità. Egli era posseduto da un'inaudita, infinita passione per la creazione umana, passione che in lui non s'indeboliva mai, neppure per un istante. Gorkij soffriva quando una persona, da cui egli si aspettava molto, si dimostrava sterile; e invece si stropicciava felice le mani e strizzava l'occhio al mondo, al cielo e alla terra quando da una scintilla si levava una fiammata...  “
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Brano tratto da L’inizio (1938), testo raccolto in:
Isaak Babel’, L’armata a cavallo. Racconti di Odessa. Racconti vari editi e inediti, (traduzione di Gianlorenzo Pacini), Istituto Geografico De Agostini (collana Capolavori della narrativa), 1982; pp. 331-32.
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quartafuga · 2 years
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Oggi ho sognato R., che è stata una di quelle compagne di scuola che mi son portata dietro dalle elementari fino alle superiori. R. mi piaceva perché era sveglissima, i suoi occhi erano lepri sempre leste e pronte a seguire ogni cosa incrociasse il suo sguardo. Ma non era questo a rendermela simpatica, ciò che davvero adoravo di lei era il modo in cui si prendeva cura degli altri. Quando mi invitava a casa sua e studiavamo insieme o guardavano un film o giocavamo a The Sims ricordo che il tempo trascorreva sempre velocissimo e non avevo mai voglia di tornare a casa, cosa rarissima per una bambina timida ed introversa come me. Eppure con R. non parlavamo molto, ma c'intendevamo, ed era questo a farmela sentire casa. Ad esempio: quando mi offriva pane e nutella per merenda portava già due sandwich per entrambe perché sapeva che se ne avesse preparato solo uno avrei voluto ripetere e non avrei saputo come dirglielo. E sembrerà una piccolezza, ma dettagli come questi mi hanno sempre fatto pensare che R. fosse una persona da tenersi vicino, una persona preziosa. Così effettivamente è stato per diversi anni. Addirittura il liceo, io classico lei scientifico, abbiamo finito per frequentarlo nello stesso istituto. Così ogni giorno facevamo il percorso in autobus insieme e, una cuffietta per lei l'altra per me, ascoltavamo per tutto il tragitto Queen, Beatles, Kiss e tutto il rock che potesse passarci per la testa. Ecco, il ricordo più bello che ho con R. penso sia questo: io e lei in silenzio in un autobus sovraffollato di adolescenti che con gli occhi assonnati del mattino o stanchi del rientro da scuola ci sediamo una accanto all'altra, inseriamo le cuffiette e ascoltiamo la nostra musica preferita lasciandoci trasportare.
Cosa ne è stato poi di R.? Gli ultimi anni di liceo e i primissimi di università sono stati difficili. Suo papà, un omone gigante e buonissimo, è entrato in ospedale per una operazione di routine e non ne è più uscito. È stato un calvario lungo che tutti, in qualche modo, speravamo potesse concludersi al più presto. Ricordo ancora quando R. mi chiedeva se pensassi che sarebbe sopravvissuto, se il colore giallastro della sua pelle fosse un segnale certo di infezione oppure no. Mi fece tenerezza quella domanda perché chiaramente io non avevo le competenze mediche per risponderle. Eppure R. me la stava ponendo, nella speranza che ciò che i medici si rifiutavano di dirle per occultare il loro errore potessi restituirglielo io. In ogni caso la rassicurai, con le lacrime agli occhi, dicendole che le cose sarebbero andate per il meglio. Lei sorrise, cambiammo argomento e raggiungemmo le nostre amiche. Poi però la mia predizione non si rivelò vera. Suo papà morì da lì a qualche mese dopo un periodo d'agonia che portò tutti, R. compresa, a desiderare che la morte arrivasse ad alleviare le sue sofferenze. "Gli ho detto ti voglio bene attraverso un vetro perché era in terapia intensiva. C'era un microfono però, lui mi ascoltava. Ha sorriso, non lo faceva da un po', ha detto anche io." Mentre lo scrivo mi si stringe il cuore e piango, come piangemmo io e lei quando mi raccontò questa scena e poi il suo dolore. In realtà non ne parlammo così tanto, come sempre trovammo il modo migliore di starci accanto senza bisogno di troppe parole, e fu un sollievo per me, e fu un sollievo anche per lei, credo.
Ora, da quel periodo in poi ho solo ricordi sfumati. R. andò un anno in Erasmus, anche forse per aiutarsi a dimenticare. Ricordo che ne tornò contenta, con una nuova luce negli occhi, quella che aveva perso nell'ultimo periodo. Poi iniziammo a frequentare persone diverse perché vivevamo ambienti universitari distinti. E nulla, poco a poco i nostri contatti si sono diradati. Senza rimpianti né cattiveria, solo col tempo che come spesso accade allontana due vite fino ad un certo momento legatissime, apparentamente impossibili da slegare. Io poi mi sono trasferita in un'altra città, ho studiato e vissuto lì, fino a quando non ho deciso di partire per l'estero. R. invece so che ha finito gli studi vicino casa e poi si è trasferita per lavoro. Questo è tutto ciò che so di lei. Qualche cenno attraverso i social, anche se non ne ha mai fatto un grande uso (altro motivo di stima).
Perché tutto questo discorso su R.? Perché stanotte ho sognato che una mia amica mi diceva che si fosse sposata. Ed io, anche se mi sentivo strana all'idea di non poterle fare gli auguri senza provare un po' di vergogna o timidezza per il tempo trascorso, provavo una grande felicità. Pensavo: che bello, spero proprio sia innamorata e felice. E quindi mi sono svegliata ed ho pensato a tutto ciò che mi ha legato ad R. ed al fatto che anche se ora più nulla apparentemente ci lega per me è un ricordo felice tutto il tempo trascorso con lei e mi auguro e mi augurerò sempre che lei possa essere felice, vivere la migliore vita possibile, portare i suoi occhi-lepre in giro per il mondo e far sua ogni bellezza, ogni piccola gioia.
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ilpianistasultetto · 10 months
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Ci sono le mirabolanti parole dei nostri leader nazionali e dei nostri media, tutti.. poi c'e' la dura realta', quella che mette in chiaro le capacita' della nostra classe diplomatica e politica. La Meloni non e' riuscita a far votare Roma nemmeno dagli amici stretti. Lei che aveva come slogan: "Portiamo l'Italia nel futuro". Per settimane i cinegiornali del nuovo istituto luce ci parlavano di impresa possibile, di un testa a testa fino all'ultimo voto anche a seguito degli attentati arabi del 7-ottobre contro Israele..
"Siamo li li..siamo a un passo.".. poi si vota e... arriviamo terzi, nemmeno secondi.
EXPO' 2030
RIAD- ARABIA SAUDITA - VOTI 119
BUSAN - COREA DEL SUD VOTI 27
ROMA - ITALIA VOTI 17
Figuraccia di cacca. Un Paese di politici fantozziani che si credono tutti megadirettorigalattici.
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curiositasmundi · 9 months
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Il sistema familarista instaurato da Giorgia Meloni rappresenta il punto cardine del suo progetto politico, una vera e propria trasposizione della famiglia all’interno del partito “Fratelli d’Italia” e cosa ancor più grave all’interno della compagine governativa. L’Italia democratica e caciottara, concepita dalla famiglia Meloniana, viene a fondarsi su una vera parentopoli allargata, dove cognato, sorella, madre, ex cognato, amici personali e fidatissimi si intrecciano con gli interessi politici del Paese. Il “tengo famiglia” del grande Totò De Curtis la dice lunga sul modo di rapportarsi della Premier con questa, e il suo trovare sostegno e forza proprio nei vincoli di parentela. Fratelli d’Italia, il partito personale della Premier, non rappresenta altro che la sua identità fascio caciottara, la sua anima politica in cui si ritrovano interessi familiari, amicali, parentali.generazionali di un mondo nostalgico che sopravvive e si nutre ancora oggi dell’ideologia del ventennio. Del resto mai scelta del nome, Fratelli d���Italia, fu più azzeccata per il partito di cui “Giorgia” è fondatrice e madre. Un coacervo di “valori” propagandistici ingialliti dal tempo, Dio, Patria, e Famiglia, e il ricordo nostalgico del “bastone e della carota” in un Paese come l’Italia fragile e di memoria corta sono ritornati alla ribalta. [...] Solo un rigurgito del ventennio, un uso privatistico della politica, un cumulo di menzogne e di arrogante ipocrisia fanno da proscenio all’azione di questo governo, il peggiore dell’epopea conservatrice. Qualsiasi circostanza anche riservata, qualsiasi manifestazione e azione comportamentale della Premier viene celebrata e veicolata dai media con l’apoteosi degna del vecchio Istituto Luce. L’immagine di questi giorni di una serafica Meloni, donna , madre, e cristiana davanti il presepe di casa, il suo apprezzamento verso quello che rappresenta il fulcro della nostra cultura cristiana, il pensiero alla figlia Ginevra, e le critiche rivolte a coloro che la pensano in maniera diversa, danno la dimensione della sua innata ipocrisia. [...]
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libroazzurro · 1 year
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È PIÙ SACRO VEDERE CHE CREDERE - IL MONDO È UN ARTIFICIO ALFABETICO
Dietro le parole ci sono i pensieri, dietro i pensieri le cose che tocchiamo nell’immaginazione. Queste cose che tocchiamo nell’immaginazione, secondo alcuni, sono lettere. Secondo costoro la creazione è un libro le cui creature sono le lettere. Un dio è autore di questo libro. Gli indiani lo chiamano Brahma. Gli egizi lo chiamavano Toth, il dio a cui attribuivano l’invenzione della scrittura. Qui da noi qualcuno lo chiama ancora, a volte, Hermes, un dio inaffidabile e ambiguo, il che ci induce a vedere il mondo certamente in una luce ambigua, come qualcosa di inaffidabile. Del resto, il mondo è ambiguo e inaffidabile. Questo riempie alcuni di stupore e smarrimento, e contraria il bisogno di purezza di molti. Chi ama la purezza non può amare il mondo, e, per prima cosa, disprezza l’artificio alfabetico con il quale è costruito. Platone si rivela dunque davvero devoto a Hermes, e amante di ogni ambiguità e del mondo, quando afferma: l’anima è un libro scritto.
Nell'immagine "Mercurio XXXXII", carta per Tarocchi con Mercurio dalla serie detta dei Tarocchi del Mantegna, databile tra il 1465 e il 1500, realizzata dal Maestro dei Tarocchi, conservata presso il Gabinetto Disegni e Stampe, Fondo Corsini, Istituto Centrale per la Grafica (immagine © Calcografica.it, licenza CC BY-NC-ND 2.5 IT).
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.
https://www.libroazzurro.it/index.php/note/e-piu-sacro-vedere-che-credere/340
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Ho sempre pensato, come qualsiasi persona normale, che dietro a chi scrive ci debba essere necessità di scrivere, libertà, autenticità, rischio. Pensare che ci debba essere qualcosa di sociale e di ufficiale che «fissi» l'autorevolezza di qualcuno, è un pensiero, appunto aberrante, dovuto evidentemente alla deformazione di chi non sappia più concepire verità al di fuori dell'autorità. Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla e dal non averla voluta; dall'essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non essere fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io considero del resto degno di ogni più scandalosa ricerca.
Pier Paolo Pasolini - Scritti corsari ''Nuove prospettive storiche: la Chiesa è inutile al potere”, 6 ottobre 1974.
Ph Istituto Luce (c)
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smrsblogs · 1 year
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Istituto Luce - Cinecittà is the state-owned company whose main shareholder is the Italian Ministry for Culture. Istituto Luce - Cinecitt...
Added streaming guides for the first 2 films: "Shelter: Farewell to Eden", Enrico Masi & "Bozzetto non Troppo", Marco Bonfanti  Posted 2 films "Wolf*, Claudio Giovannesi + "As Time Goes by - The Man Who Painted Dreams", Simone Aleandri both @ bottom of the page). Ajout de guides de streaming pour les 2 premiers films : "Shelter : Farewell to Eden", Enrico Masi & "Bozzetto non Troppo", Marco Bonfanti. Posté 2 films "Wolf*, Claudio Giovannesi + "As Time Goes by - The Man Who Painted Dreams", Simone Aleandri les deux @ en bas de la page).
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