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#irenedioriente
baldobranco · 2 years
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Retrò by Irene Di Oriente
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baldobranco · 3 years
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Riflesso/Reflection by Irene Di Oriente
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baldobranco · 3 years
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Studio scimmiesco #7, by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Avventura/Adventure by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Studio scimmiesco #3, by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Tema di agosto: Intervista, by Irene Di Oriente - scritta da Barnaba Benedetti
“Pianificare” è un verbo che, nonostante la faccia da padrone nel linguaggio di procedure e protocolli, ha poco a che fare con la natura umana. A causa di una sorta di predisposizione ancestrale, l’animale umano tende a perseguire i propri scopi concentrando e condensando le energie in un intervallo di tempo ridotto; in altre parole, riducendosi all’ultimo minuto. Per questo motivo ammiriamo più o meno segretamente i grandi strateghi, i machiavellici maestri della trama e dell’intrigo, i campioni di scacchi che, in poche mosse, sbaragliano pedoni e conquistano torri, come per magia.
INTERVISTA A VOLDEMORT
Intervistatore: È un piacere essere qui con lei, signor Lei-sa-chi.
Voldemort: Mio caro, non è proprio necessario mentire. Se non fosse che la paura è chiaramente visibile nei suoi occhi, potrei scovarla agevolmente scandagliando gli anfratti più reconditi della sua mente.
I: Cerchi di capirmi, non mi è concesso di iniziare le mie interviste con incipit grotteschi. Riesce a immaginare lo sguardo dei lettori di fronte a un pezzo che inizi con: “Buongiorno Lei-sa-chi, sono sinceramente terrorizzato che ci abbia potuto concedere un po’ del suo tempo prezioso”? La prego, sia comprensivo!
V: Sono noto tra i miei seguaci per questa mia qualità.
I: Grazie di cuore. Cominciamo. Lei ha concluso la propria onorevole carriera di Signore Oscuro, stando alla cronologia ufficiale, ormai nel lontano 1997. Crede che da allora il Male sia stato eradicato dalla società?
V: La domanda è ingenua, ma la risposta non è banale. Lei pone la domanda sottintendendo ciò che Lei pensa essere il Male: un concetto sinistro, cioè, legato a Morte e Oscurità, che quando si manifesta coinvolge la collettività. Io e Lei partiamo da presupposti diametralmente opposti. Morte e Oscurità non rappresentano il male: sono mezzi per raggiungere uno scopo, ossia il Potere. Il Male è dunque assenza di Potere individuale.
I: Le sue idee mi fanno rabbrividire. Ma che cos’è il Potere?
V: Il Potere è controllo capillare di ogni aspetto dell’altrui vita e anche della propria. Per controllare le vite altrui è necessario conoscere finanche i pensieri dei propri seguaci, e – soprattutto – dei propri nemici, nonché possedere i mezzi per… persuadere ad agire come si vuole o, al contrario, per generare opportuni deterrenti. Per controllare la propria vita è anzitutto necessario predisporre le condizioni per attingerne illimitatamente.
I: Lei allude certo all’immortalità del corpo e dell’anima. Che cosa l’ha spinta a ricercarla tanto ossessivamente?
V: Lei dice ossessivamente, io dico con determinazione. Sono stato spinto dalla consapevolezza che, oltre a me, nessuno sarebbe stato degno di ricoprire il ruolo di Signore Oscuro. Nessuno, oltre a me, si è mai spinto tanto avanti nella conoscenza della Magia, lambendone e osando valicarne i confini più remoti e indefiniti.
I: Tuttavia, vi è chi sostiene che questa sua determinazione sia stata dovuta a una sorta di complesso d’inferiorità basato, per inciso, su di un errato presupposto razziale.
V: Nemici e detrattori sono naturale conseguenza della propria posizione di preminenza; per questo motivo vanno ricercati ed eliminati.
I: Ho la netta sensazione che Lei abbia scansato il punto, invero piuttosto abilmente. Quanto è importante la retorica nel suo, come dire, mestiere?
V: La capacità di ottenere, mantenere e accentrare l’attenzione, di persuadere e di convincere costituiscono le fondamenta sulla base delle quali il Potere può ergersi e svettare. Non serve che lo chieda a voce alta, conosco già la sua prossima domanda: Lei vuole chiedermi come si ottengono tali abilità. Le rispondo che è primariamente necessaria una straordinaria predisposizione naturale, che tuttavia va abilmente coltivata; in primo luogo, avendo il pieno controllo delle proprie emozioni; in secondo luogo, approfondendo e raffinando la propria conoscenza dell’animo umano.
I: Quanto è importante la Magia in questo processo?
V: Molto e niente. Niente, in quanto vi sono esempi preclari di Babbani che hanno ottenuto posizioni di Potere ovviamente senza l’uso della Magia, sfruttando invero unicamente le proprie abilità oratorie per irretire le stolide folle a obbedire e a marciare inquadrate. E tuttavia lo è anche molto, poiché il Potere assoluto, attraverso la Magia, può soggiogare il più feroce regime Babbano.
I: Una persona può giungere a tale scopo da sola?
V: Non può: deve. I propri seguaci sono un mezzo, la manodopera nostro malgrado necessaria per raggiungere lo scopo. Sono pedine che devono essere abilmente mosse nel quadro della scacchiera ed, eventualmente, sacrificate, su base prioritaria. I migliori devono essere conservati con più cura e più a lungo, ma non necessariamente in modo permanente.
I: Quel che lei dice mi fa accapponare la pelle.
V: Questo è il più manifesto segnale di debolezza da parte sua, e della maggior parte della feccia che mi circonda. Per divenire Signore Oscuro è necessario comprendere, accettare e imparare a sfruttare questa verità.
I: Suppongo di sì, ma a quale prezzo! Eppure, diciamolo: infine Lei ha perso. È stato sconfitto e la Morte ha raggiunto anche Lei. Dopotutto, aveva sbagliato.
V: Come posso negarlo? I fatti danno inequivocabilmente ragione a Lei. Certo, ho sbagliato, ma ho sbagliato su di un’unica questione tecnica. Una questione fondamentale, certo, ma pur sempre una sola. Quanto hanno invece sbagliato sul piano tecnico i miei avversari che, da questo unico ma imperdonabile mio errore hanno tratto tutto il loro vantaggio? Purtroppo una pennellata sgraziata può rovinare un quadro altrimenti perfetto, e tuttavia ciò non rende un luminare il critico che la nota per pura fortuna.
I: Ma non crede che vi sia dell’altro? Non pensa che vi fosse, da parte sua, un errore a monte, un errore strutturale, che ha reso tutto il suo operato viziato nell’essenza?
V: No, ed è per questo motivo che, nonostante la mia sconfitta, io sarò ricordato quale Signore Oscuro.
I: Il suo pensiero è ormai chiaro, purtroppo. Un’ultima domanda. Da chi ha ricevuto l’aiuto più importante nel perseguimento del proprio terribile scopo? In altri termini, di chi si è potuto fidare?
V: Credo che la risposta si possa dedurre dalle mie precedenti parole: ci si può fidare solo di se stessi. La fiducia negli altri è commisurata al grado di controllo che si ha su di loro, ossia nel grado di sicurezza che essi agiscano come noi vogliamo, poiché glielo abbiamo ordinato. Le confesso che i serpenti in questo sono molto più affidabili delle persone.
I: Addio, signor Riddle.
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baldobranco · 4 years
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Studio scimmiesco #2, by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Collezione/Collection by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Diario di bordo/Logbook by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Segreti/Secrets by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Insetti fiction/Insect & Fiction: The Gold-Bug by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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L’impiegato del mese/Employee of the month by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Oscuro/Obscure by Irene Di Oriente
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baldobranco · 4 years
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Cinema Orientale/Eastern Cinema by Irene Di Oriente
Primavera, estate, autunno, inverno...e ancora primavera (Kim Ki-duk, 2003)
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baldobranco · 5 years
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Domestico/Domestico by Irene Di Oriente
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baldobranco · 5 years
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Ricetta #27: Pasta con le sarde di Irene Di Oriente
Ingredienti per 4 persone: 400 gr. di bucatini 400 gr. di sarde fresche 4 acciughe dissalate 60 gr. di pane grattugiato 25 gr. di pinoli 25 gr. d'uva passa 20 gr. di mandorle tostate e tritate un mazzo di finocchio selvatico 1 cipolla 1 dl d'olio extravergine di oliva una noce di burro un pizzico di zafferano olio per friggere q.b. sale e pepe Pulite i finocchietti selvatici e lessateli in una pentola con dell’acqua bollente salata per 15 minuti. Scolateli tenendo l’acqua da parte, strizzateli e tagliateli a cubetti di 1-2 cm per lato. Pulite e spinate le acciughe e le sarde fresche, tenendo da parte 4 di queste ultime aperte a libro, cioè con i due filetti ancora attaccati dalla parte del dorso. Fate ammollare l’uva passa lasciandola completamente immersa in una ciotola piena d’acqua tiepida per 20 minuti, quindi scolatela. In un padellino tostate il pangrattato a fuoco vivace fino a quando prenderà un bel colore dorato. Ponete una padella su un fuoco di media intensità con l’olio e, appena questo sarà caldo, unite la cipolla tritata finemente. Quando questa avrà preso un bel colore dorato, aggiungete le acciughe, sfaldandole con la punta di una forchetta e, subito dopo, le sarde fresche, l’uva passa, i pinoli e la granella di mandorle tostate. Cuocete per circa 10 minuti, quindi regolate di sale e pepe, aggiungete i finocchietti ed un pizzico di zafferano, mescolate delicatamente, abbassate la fiamma e cuocete per altri 10 minuti. In un padellino a parte mettete abbastanza olio da potervi immergere totalmente le sarde, quindi mettete la padella sul fuoco e, appena l’olio sarà bollente, friggete le 4 sarde fresche aperte a libro facendole cuocere fino a quando non risulteranno dorate. Con l’aiuto di un mestolo forato scolate le sarde e adagiatele su un piatto ricoperto di carta assorbente. Fate infine cuocere la pasta nell’acqua di cottura dei finocchietti, portati ad ebollizione in una pentola. Una volta trascorso il tempo di cottura indicato sulla confezione, scolate la pasta, conditela con la salsa di sarde e finocchietti, sistematela in una teglia unta con il burro, quindi ricoprite la pasta con il pangrattato e copritela con le 4 sarde fritte. Cuocete in forno già caldo a 220°C per 10 minuti.
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