#intersezionale
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#lgbtq italia#lgbtq#pride#femminismo#feminism#femminismo intersezionale#trans femminismo#intersectional feminism#trans feminism#equality#art#arte#disegno#drawing#aesthetic#disability#free palestine#antiracism#anti zionisim#stop transphobia#queer#queerness#stop antisemitism
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Uomo bianco salva donna nera: il recupero istituzionale che maschera razzismo
Avete presente il precedente post sul reality di polizia e body cam che invisibilizza le vittime di violenza domestica? Scorrendo tra i video ne ho finalmente trovato uno in cui la vittima è presente. Indovinate un po’? È afroamericana è l’uomo da cui è stata protetta era il suo ex ucciso nel corso dell’intervento poliziesco. Continue reading Untitled
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#Contrattacco Maschilista#Cultura Patriarcale#Fascismi#Femminicidio#Femminismo Intersezionale#Intersezionalità#Paternalismo#Razzismo#Stereotipi#Violenza di Genere#Violenza Istituzionale
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STRAGE DI VIA D'AMELIO, 31 ANNI DOPO. "Il 19 luglio non può e non deve essere una passerella di politico che hanno tradito e tradiscono la memoria di Paolo Borsellino" afferma così Simona Maggio.
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Caro Babbo Natale,
Questa è la letterina di una femminista intersezionale incazzata. Una di quelle che se notano un'ingiustizia di qualsiasi tipo, invece di farsi i cazzi propri ci mettono bocca per difendere chi subisce. Questa femminista intersezionale incazzata ha dei desideri che potrebbero genericamente essere riassunti con "l'uguaglianza tra tutte le persone e la pace nel mondo", ma siccome è una rompicoglioni di prima categoria andrà ad articolare.
Vorrei che l'esistenza delle persone queer non fosse più considerata una deviazione dalla norma. Che non dovessimo dimostrare niente a nessunə. Che il Pride diventasse solo un momento di festa e non di lotta. Che lɜ miɜ compagnɜ non dovessero più nascondersi da chi ancora ci considera malatɜ o possedutɜ dal demonio.
Vorrei che ogni donna e soggettività socializzata come tale fosse libera di fare ciò che vuole, con chi vuole, quando vuole. Che non ci considerassero più "angeli del focolare" o "preziosi oggetti da proteggere". Che il nostro genere e la sua espressione non condizionino lo sguardo altrui e il trattamento riservatoci. Che la cultura dello stupro finisse una volta per tutte.
Vorrei che le persone grasse venissero considerate in quanto persone e non in quanto grasse. Che la Medicina si impegnasse per eliminare la concezione popolare che il peso corporeo sia necessariamente correlato allo stato di salute. Che i media rappresentassero ogni tipo di corpo e le aziende di abbigliamento tenessero conto della loro varietà. Che i mezzi di trasporto e le strutture artificiali in generale non fossero concepite solo per accogliere una limitata gamma di corpi.
Vorrei la fine del razzismo. Che una persona non dovesse più essere giudicata in base al colore della pelle o alla nazionalità. Che gli stereotipi sulla provenienza geografica diventassero obsoleti. Che riuscissimo a considerare in egual modo tutti i conflitti in atto, non soltanto quelli vicini a noi, e riuscissimo sempre a distinguere l'oppressorə dall'oppressə.
Vorrei che la disabilità non venisse considerata il tratto caratteristico di una persona. Che tutte le persone abili riuscissero ad avere uno sguardo non pietistico verso le persone disabili. Che non si utilizzasse più la pornografia del dolore nei media. Che le istituzioni si impegnassero affinché la vita di una persona disabile non debba essere per forza più difficile di quella di chi non lo è.
Vorrei che si riuscisse ad abbattere lo stigma sulla salute mentale. Che le patologie psichiatriche fossero considerate esattamente come tutte le altre. Che si investisse sulla formazione e l'offerta nel pubblico e che si istituisse la figura dellə psicologə di base, per tuttɜ.
Vorrei che si eliminasse l'enorme divario economico tra persone estremamente ricche e persone estremamente povere. Che per la politica parole come "patrimoniale", "progressività" e "salario minimo" non fossero tabù. Vorrei il reddito universale e che tuttɜ avessero diritto a campare dignitosamente.
Vorrei giustizia climatica.
Vorrei la fine della discriminazione di OGNI soggettività marginalizzata.
Vorrei l'abolizione, o quantomeno una riforma, delle forze dell'ordine e del sistema carcerario.
Vorrei la tutela di tutti gli animali non umani.
Vorrei la decriminalizzazione e la regolamentazione della maternità surrogata.
Vorrei che "sex work is work" fosse realtà e non più solo uno slogan.
Vorrei la Palestina libera.
Vorrei tante cose, ma più di tutto
Vorrei la fine del sistema ciseteropatriarcale bianco, abile e borghese.
E se non l'avrò da Babbo Natale, lotterò per ottenerla con le forze mie e dell3 miɜ compagnɜ.
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Il Lorem Ipsum ci salverà
Ora, se mi chiedi chi siano la viscontessina Vacca di Vacconia (lo senti, il femminismo intersezionale che vola dalla finestra?) e la marchesina Sticazzi di Sticazzonia, potrei certamente inventarmi qualcosa dal nulla e ne verrebbe fuori roba magari anche divertente.
Ma la verità è che sono, ovviamente, dei segnaposto. Dei lorem ipsum più fantasiosi di un semplice lorem ipsum, ma che hanno la stessa funzione: mettere in un angolo i dettagli e permettere a chi scrive di andare avanti senza incastrarsi in piccolezze.
Forse non ti starò dicendo nulla di sconvolgente e stiamo magari parlando di acqua calda, ma io questo trucchetto non l'avevo mai usato prima - da brava tonta. L'ho messo in atto solo durante la primissima stesura del mio romanzo.
Mi ero accorta che il mio problema numero uno durante la scrittura era ultra focalizzarmi sui dettagli. Nomi. Diciture giuste di materiali e oggetti di altre epoche. Precisazioni storiche e geografiche. Ancora, dettagli, tutta roba che non sposta di una virgola il peso della narrazione ma che ha il potere di inchiodarti e di farti passare ore e ore ad annegare tra decine di schede aperte su Google.
E cosa succede quanto ti inchiodi? Che la voglia di scrivere salta dalla finestra (insieme al femminismo di prima). Almeno, funziona così per me.
Quindi, meno dettagli, più lorem ipsum da compilare in un secondo momento, più marchesine Sticazzi di Sticazzonia e più flussi di scrittura indisturbati e divertenti. C'è sempre tempo per pipparti un intero pomeriggio di ricerche per rendere verosimile e accurato ciò che scrivi: per adesso, scrivi.
#consigli di scrittura#scrittura#scrivere#scrittrice#libro#book#writing#writer#writing tips#writing life#writers on tumblr
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pov sei un’attivista che parla di antimeridionalismo e divario nord/sud (teoricamente non solo a livello nazionale ma internazionale) e femminismo intersezionale ma non ti sprechi a fare mezzo post sulla questione palestinese se non delle storie su instagram in cui dici che TU l’hai sempre seguita da vicino ma che non puoi fare da guida agli altri su tutto e che se proprio vogliono possono fare la propria ricerca sulla questione, nonostante si intersechi BENISSIMO con il tuo tipo di attivismo, almeno su carta. e adesso ti impegni a fare video e post sulla faccenda di geolier ma sia mai che parli di quello che è successo con ghali e dargen a domenica in
#io veramente il porcodio facile eh#il bello è che ha pure ragione. ma il resto dell’intersezionalismo dov’è
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Conosco il mio orientamento sessuale da quando ho 12 anni, non gli ho mai dato molta importanza.
È sempre stato chiaro e naturale e provando attrazione anche per gli uomini ho goduto dell'agio dello "standard", del "normale", tanto da mettere con leggerezza da parte la mia queerness e non viverla per tutta l'adolescenza.
A 22 anni ho avuto un risveglio, un ricordo, poi l'amore, e per amore ho fatto coming out.
Per amore, non per me. Ancora una volta senza dare troppo peso alla cosa.
A tre anni da quel giorno ho finalmente riflettuto su cosa voglia dire per me essere queer e ho capito che, anche se poco pensato, quel coming out è stato l'inizio del viaggio più profondo e confuso che si possa fare nella vita: la ricerca di se stessi.
Un grattarsi via di dosso strati e strati di abitudini, convinzioni, imposizioni, atteggiamenti.
Quindi cosa vuol dire?
Vuol dire smetterla con le competizioni e i paragoni, vuol dire ritrovare la sorellanza, ridare importanza e centralità alle donne nella mia vita, trovare nuovi punti di riferimento in cui possa davvero identificarmi.
Scoprire la storia che è stata cancellata. Ascoltare.
Non farmi plasmare dallo sguardo e dalle opinioni altrui, non seguire un tracciato. Non vergonarmi del mio corpo, non saltare i pasti, non contare le calorie.
Mettermi in gioco, scoprire parole che facciano sentire le altre persone vistə, capitə, a proprio agio.
Chiedere e credere nell' uguaglianza, nel rispetto, nella giustizia, nel senso più intersezionale possibile.
E molte altre cose che già so e molte altre che devo ancora capire.
Ora sì dichiararmi queer, bisessuale, non ha più la freddezza di una categoria su un sito porno. Ma racchiude in sé chi voglio essere, i miei valori, il mio impegno.
Buon pride a tuttə e soprattutto, se posso, a me, a Lu, che nonostante le paure, le incertezze, la confusione, il senso di inadeguatezza, il senso di colpa, inizia finalmente a riconoscersi e ad amarsi.
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Femminismo intersezionale. Oppure sono solo cazzate.
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"La sfera personale non è politica fintanto che mi conviene, poi, quando invece ritengo che determinate scelte fatte da altre donne possano impattare negativamente sulla mia esistenza, allora tutte si devono piegare al mio volere altrimenti sono delle bigotte di merda." Questo è il riassunto delle opinioni espresse da taluni soggetti che si identificano con l'ideologia femminista radicale.
Ora, io capisco che non si possa pretendere la perfezione e che in qualità di esseri umani commettiamo errori, ma proprio a supporto della liberazione femminile è fondamentale anche la responsabilizzazione e il supporto cieco delle azioni di una donna in quanto tale, indipendentemente dalle conseguenze delle stesse, porta all'effetto contrario (oltre ad essere un caposaldo del "femminismo" liberale, che ha veramente ben poco di femminista).
Dunque, se non siete pronte a fare delle rinunce, a prendere scelte consapevoli e finalizzati a dare priorità alle donne e al benessere femminile come classe, semplicemente evitate di dirvi "femministe", men che meno "radicali".
Condividere le posizioni ideologiche da un punto di vista esclusivamente teorico è pressoché inutile. Di teoria nel femminismo ce n'è già tanta. Persino troppa*. Ciò che manca è l'azione (sia a livello personale, che in forma organizzata).
...e soprattutto almeno abbiate la coerenza di non supportare posizioni che strizzano l'occhio al femminismo della scelta, dopo aver passato mesi a tentare di imporre quelli che per voi sono i parametri fondamentali affinché una possa considerarsi femminista (intersezionale). Che imbarazzo.
*Sarebbe un discorso per un post ben diverso da un banale rant, ma ci tengo a chiarire che sono del parere che un eccessivo accademicismo del femminismo radicale scoraggi le donne meno scolarizzate. Leggere libri a palate, magari pure in lingua straniera, post interminabili sui social e via discorrendo non è alla portata di tutti. Detto francamente non è neanche totalmente alla mia portata dati i miei problemi (sono DSA, leggere per me è un po' un supplizio). Sono tuttavia concorde nel ritenere che un'informativa completa di analisi estensive sia in ogni caso necessaria, sia per sottolineare la dignità del femminismo, che per motivi pratici di informazione e formazione - semplicemente mi limito a non disdegnare le infografiche colorate in stile Instagram, anche se vorrei che fossero meno tendenti al libfem.
#Non mi piace fare il vagopostaggio ma dopo certe stronzate che mi è toccato leggere... Mi tocca.#Che cringe.
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se siete donne, persone queer, persone razzializzate, con disabilità, neurodivergenti, se appartenete a una comunità marginalizzata e se la vostra identità è oppressa, oggi scioperate. se potete, scioperate da lavoro, scioperate dal ruolo di genere rifiutando di fare quello che si suppone dobbiate fare e che vi pesa. scioperate dal dover essere gentili e accomodanti, scioperate dal dover spiegare ogni volta perché quel termine è razzista o transfobico svuotandovi di energie per un lavoro di empatia che non vi sarà ripagato. se potete, scioperate dai lavori di cura, da sempre delegati a noi, oggi scioperate dal dover accontentare gli uomini nella vostra vita, dal dover rassicurare le persone bianche e dover performare come neurotipicə. se potete, oggi scendete in strada o restate a casa, andate a lavoro vestitə come volete o con qualcosa che per voi simboleggia questa giornata se non potete evitare di andarci. mostriamo che in una lotta intersezionale, la “minoranza” sono gli oppressori, e se ci fermiamo noi si ferma il mondo.
se non fate parte di una comunità marginalizzata e oppressa, fate al posto nostro (oggi, ma tenetelo a mente anche per il futuro). scioperate con noi, tenete voi lə figlə, leggete un libro che parli di vite spezzate dalla normatività cis-sessista o razzista, stateci accanto, portateci l’acqua in manifestazione o lasciateci casa libera se ve lo chiediamo. poi ricordatevi dell’8 marzo tutto l’anno, anche quando andate a votare, e parlatene con i vostri amici maschi, bianchi, eterosessuali, abili, che di solito ascoltano voi molto più di noi. chiedeteci come poter essere alleati, perché insieme possiamo davvero essere marea.
buon 8 marzo di lotta a tuttə
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#lotta#lotta intersezionale#femminicidio#femminismo#trans femminismo#femminismo intersezionale#lgbtq italia#25 novembre#25th november#disability#fuck the patriarchy#fuck patriarcato#violenza di genere#justice for giulia
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visto oppenheimer / barbie? che ne pensi?
Hey!premessa che aspettarsi una recensione tecnica da me è aspettarsi che io non cazzeggi, impossibile.
Allora,per barbie sono diviso tra due opinioni onestamente:
1) come film commedia, l'ho davvero apprezzato,ryan gosling è divino,ha buoni tempi comici e battute semplici ma che rendono anche come punzecchiatura verso di noi,abbastanza gestito bene nei ritmi.
2) come film serioso rivoluzionario che doveva essere per l'opinione pubblica,per me è no, perché mi è sembrato non avesse nulla da dire che non sia stato detto in dialoghi,battute o film interi precedenti sull'argomento onestamente.
Alterna buone critiche alla società,al ruolo subalterno delle donne(riuscita con il capovolgimento della cosa nei ken,che ha triggerato mezzo internet) alla stessa cosa che leggeresti in 292838 tweet sull'argomento (mi riferisco al monologo del personaggio umano verso fine film),che onestamente mi ha dato l'impressione di essere banalotto.
Poi il finale l'ho apprezzato visto che nella società è stato dato un buon ruolo anche ai ken,magari manco volutamente è stata una strizzata d'occhio al femminismo intersezionale.
Quello che mi ha urtato, è che la mattel che ha la classica storia da multinazionale di merda dietro si metta a scherzare e banalizzare sulla propria figura "eh si siamo cattivi ma il ceo è goffo ahahahah l'inventrice della Barbie ed ex ceo ha evaso le tasse ahahahahah il carcere ahahahah, però scordatevi tutto questa roba non è seria". La cosa mi infastidisce anche perché come tutte le battaglie,senza lotta sociale che si focalizzi sulle magagne e approfittarsi sistematico della holding/ricconi di turno valgono zero.
Ecco,se devo pensarci bene barbie mi ha dato l'impressione di essere un bellissimo e colorato post femminista della ferragni,che non è becero mezzo misandrico come freeda,non evirerebbe gli uomini come le radicali,ma non prende manco una posizione seria, ti dice "si la situazione nostra è questa,non è bella come sapete e bisogna far qualcosa" ma non ti dice cosa e piuttosto ti vende una bellissima felpa fatta in cina di plastica a 60 euro🫰.
Oppenheimer mi è piaciuto tanto,ma su nolan non mi sento di far recensioni perché dalla mole di critiche che gli piovono addosso per montaggi,scrittura e gestione delle storie mi sento un po' scemo io a non percepirle mai del tutto,a capire senza problemi il film,quindi non mi sento in grado.
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Escursioni di settembre
Dopo la pausa estiva riprendono le escursioni; a settembre è previsto un bel numero di uscite, di vario impegno, dislivello e durata: 2-3, Escursione Fotografica nel Parco Naturale Mont Avic 3, Intersezionale LPV, organizzata da CAI Aosta 9-10, Anello del Passo del Corno m.2485 (Val Formazza) 10, TAM e SMF – Visita al Forte di Bard (Valle d’Aosta) 10, Punta della Valletta m.3091 (Valle d’Aosta) 16, Lago Santo, monti Marmagna m.1852 e Orsaro (App.Tosco Emiliano) 16-17, TAM – Tracciolino in Val Codera (Valchiavenna) 17, Anello dei Laghi, Cima Tesina m.2460 e Cima del Lausfer m.2544 24, Forte Taborda, Forte Pepino e Forte Centrale (Col di Tenda), con gruppo SMF 30, Ferrata Minonzio (Prealpi Bergamasche) 30 e 1 ottobre, Premio ITAS del libro di montagna in Antola
Il dettaglio delle escursioni è disponibile sul sito sezionale
#montagna#outdoors#trekking#alpi#escursione#fotografia#italia#cailiguregenova#sentieri#estate2023#settembre
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He – Yin Zhen, pioniera del femminismo cinese
Gli uomini e le donne sono uguali: entrambi sono esseri umani, tuttavia non godono di parità. Questo è scorretto e va contro la giustizia naturale. La lotta delle donne è finalizzata a porre fine a questo sopruso.
He – Yin Zhen, anarchica e scrittrice, si può considerare la madre del femminismo cinese.
Ha rappresentato una voce fuori dal coro per le sue posizioni radicali e critiche contro il nazionalismo e la società in cui viveva.
I suoi scritti, agli inizi del Novecento, hanno anticipato l’approccio intersezionale del femminismo contemporaneo, mettendo in relazione il genere con classe, razza, sistema politico e economico. Tutti dispositivi di oppressione, generatori di gerarchie e disuguaglianze che si alimentano a vicenda.
Con una scrittura diretta e provocatoria, partiva dal presupposto che la liberazione delle donne fosse il tassello per la rivoluzione della società tutta. Ha visto l’oppressione delle donne come problema globale che sta alla base di tutte le altre disuguaglianze.
Liberare la donna per liberare la società, perché l’uguaglianza tra i sessi richiede lo smantellamento di tutte le strutture sistemiche di potere.
Nata nel 1884, nella provincia di Jiangsu, sulla costa orientale della Cina, col nome di He Ban, aveva ricevuto una buona educazione di base, nonostante fosse una donna.
Dopo aver sposato Liu Shipei, intellettuale e rivoluzionario, nel 1903, si era trasferita a Tokyo, entrando a far parte del movimento intellettuale anarchico cinese.
È stato in Giappone che aveva cominciato a firmare i suoi scritti col nome di He-Yin Zhen, per conservare il cognome da nubile di sua madre, aggiungendo Zhen che significa tuono.
Ha collaborato con la rivista Tianyi (Giustizia Naturale) e per Xin Shiji (Nuova Era).
Nel 1907 ha fondato l’Associazione per il Recupero dei Diritti delle Donne (Nüzi Fuquan Hui), che sosteneva la necessità dell’uso della forza per porre fine all’oppressione degli uomini sulle donne, così come la resistenza alla classe dominante e al capitalismo accompagnata dalla promozione di valori tradizionali come la perseveranza e il rispetto per la comunità.
Scrittrice e saggista, il suo pensiero si fonda sull’osservazione che la dominazione maschile sulle donne va intesa innanzi tutto come un problema legato a una distribuzione sbilanciata delle risorse.
Partendo da una questione meramente economica, ha sostenuto che i fattori sociali e culturali che hanno mantenuto la disparità tra i generi, sono cominciati con gli insegnamenti del Confucianesimo che relegavano il sesso femminile nella sfera domestica, suggerendo che uno dei passi necessari per una maggior eguaglianza fosse il superamento dell’istituzione della famiglia e della concezione per cui la crescita della prole debba essere un’attività unicamente femminile.
Nei suoi scritti, che comprendono il Manifesto delle donne, pubblicato il 10 giugno 1907 sulla rivista Tianyi, ha analizzato la disuguaglianza nel matrimonio, nello status sociale, nei doveri, nel sistema rituale, sempre a svantaggio delle donne.
He – Yin Zhen è probabilmente morta nel 1920, lasciando un importante lascito nel pensiero anarco-femminista cinese.
Il tuono dell’anarchia è la prima raccolta del suo lavoro tradotta in lingua italiana, curato e tradotto da Cristina Manzone.
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La complessità non binaria è l’alibi dell’ipocrisia più nauseante.
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Bologna, Ginnasio arte performativa nei luoghi dello sport: dal 25 al 30 settembre il nuovo progetto di Laminarie al Pilastro
Bologna, Ginnasio arte performativa nei luoghi dello sport: dal 25 al 30 settembre il nuovo progetto di Laminarie al Pilastro. Ginnasio arte performativa nei luoghi dello sport è un progetto curato da Laminarie/DOM la cupola del Pilastro che ribadisce la vocazione a mettere in contatto il teatro con gli abitanti del territorio e gli artisti con gli spazi di creazione, attraverso lo svolgimento di attività culturali in spazi solitamente utilizzati per attività sportive stravolgendone temporaneamente la destinazione d'uso. La rassegna avrà inizio il 25 settembre alle 18:30 con l'inaugurazione dell'opera Gates dell'artista visivo Andrea Conte (Andreco) nel parco del Polo Panzini. Attraverso quest'opera l'artista, che si è formato come ingegnere ambientale, estende il concetto scientifico di permeabilità dei terreni alla società, intendendo la città permeabile come un ecosistema aperto basato su un approccio multiculturale e intersezionale. La serata proseguirà a DOM cupola del Pilastro con la lettura Cronache di gesti atletici e rimbalzi di Laminarie in scena Cristiana Raggi e Donatella Allegro, con la collaborazione drammaturgica di Serena Viola. La lettura tratterà una selezione di vicende sportive raccontate dai grandi scrittori. A seguire, alle 21, si terrà il concerto Spiralis Aurea, un lavoro di architettura musicale che intreccia geometria sacra, esperienza collettiva e connessioni elusive tra natura e genere umano, con Stefano Pilia (chitarra elettrica ed elettronica), Mattia Cipolli (violoncello), Giuseppe Franchellucci (violoncello). La rassegna continua martedì 26 settembre alle 17:30, al parco del Polo Panzini, dove l'allenatore Renzo Ulivieri darà inizio alla partita amichevole dei giovanissimi atleti di Atlas, Gruppo Sportivo del Pilastro, in collaborazione con l'Istituto Comprensivo 11. A seguire la replica della lettura scenica Cronache di gesti atletici e rimbalzi e alle 18:30 l'incontro pubblico con Renzo Ulivieri, già allenatore della squadra del Bologna e oggi presidente dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio. La rassegna riprenderà il 29 settembre con lo spettacolo HAMONIM di Patricia Carolin Mai alle 18 nel campo da baseball dell'Athletics Bologna Baseball, gruppo storico fondato negli anni '80 e attualmente in serie A. Lo spettacolo è il risultato di due settimane di un laboratorio realizzato con la collaborazione di Gender Bender a DOM la cupola del Pilastro, dove un gruppo eterogeneo di partecipanti si è interrogato sul significato di comunità, restituendo in scena un poetico corpo collettivo. Lo spettacolo ha avuto il sostegno dell'Unione europea - Fondi Strutturali e di Investimento Europei, nell'ambito della risposta dell'Unione alla pandemia di COVID-19 e del Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020 REACT EU, ed è supportato da Nationales Performance Netz International Guest Performance Fund for Dance, e finanziato dal Federal Government Commissioner for Culture and the Media. Alle 21 si terrà a DOM la cupola del Pilastro lo spettacolo Alì di Laminarie, intervallato da incontri ufficiali di boxe a cura della palestra Boxe Le Torri Pilastro e dedicato a Alberto Marinozzi, detto "Gianni", in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna. La performance intende valorizzare le attività della palestra, un'importante realtà radicata al Pilastro dagli anni Novanta che conta la partecipazione di molti ragazzi del quartiere. Nella performance si metteranno in relazione i lottatori di boxe, i cui movimenti costituiscono a tutti gli effetti una danza, con l'opera di Pasolini e in particolare con immagini tratte dai film "Accattone", "Appunti per un Orestiade Africana" e tracce dal testo "Alì dagli occhi azzurri". Per l'occasione a DOM saranno allestiti un ring regolamentare e un'installazione visiva, si potrà quindi assistere a combattimenti ufficiali per mettere in dialogo i lottatori di boxe con le immagini filmiche e gli interventi recitativi. La rassegna si conclude nella giornata del 30 settembre, con la replica dello spettacolo HAMONIM che si terrà alle 18 presso il campo da baseball dell'Athletics Bologna Baseball. In caso di maltempo le attività all'aperto si svolgeranno all'interno degli spazi di DOM la cupola del Pilastro. Gli spettacoli sono a ingresso gratuito, prenotazione consigliata. Per info laminarie.it - domlacupoladelpilastro.it Ginnasio è realizzato con il sostegno di Comune di Bologna, Regione Emilia-Romagna – Assessorato Cultura, Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo e fa parte di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna - Territorio Turistico Bologna-Modena.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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