#intaccati
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Tenere assieme una famiglia

Anna: bellissima mora trentaseienne, madre di due bambini e moglie di Alfredo, lavorava con Michele nell'aziendina di quest'ultimo. Era la sua efficiente e fidata segretaria. Michele, leggermente più basso di Anna, aveva quasi sessant'anni ed era un uomo energico, positivo, in ottima salute, un po’ sovrappeso.

Tutto sommato, era comunque un uomo che aveva un suo innegabile fascino e dei sani appetiti. Sempre gentile e sorridente. Lavorando quotidianamente gomito a gomito, Michele inevitabilmente finì per sentirsi molto attratto da Anna, ma non andava mai oltre qualche garbato apprezzamento.

A un certo punto, la famiglia di Anna subì uno scossone, a causa della inattesa, improvvisa e pesantissima cassa integrazione a metà ore di Alfredo. Budget ridotto all'osso e, più spesso che non, insufficiente ad affrontare le spese di famiglia. Risparmi intaccati: per il mutuo, la scuola e il resto. Certo, Alfredo ogni tanto trovava dei lavoretti in nero, ma nulla di sostanzioso e continuativo. Frustrazione era ciò che sentiva maggiormente.

Quando ormai sempre più di rado egli faceva l'amore con Anna, l'uomo era brusco e sgarbato; quasi a voler ribadire il suo ruolo di maschio, qualora ce ne fosse stato bisogno. Lei si sentiva umiliata per questo. Eppure, solo poco tempo prima lui era un marito gentile e la trattava con i guanti bianchi. La giovane madre, frustrata ma sempre donna assetata di attenzioni, aveva quindi preso ad apprezzare molto i puntuali complimenti di Michele al mattino in ufficio: “come sei bella, oggi; profumi di primavera. Con te qui entra un raggio di sole..." e così via.

Il suo datore di lavoro, avendo appreso dello stato di estrema difficoltà della donna, aveva iniziato a darle un aiuto economico concreto. Ella per orgoglio, seppur debolmente, si era inizialmente opposta ma aveva finito con l'accettare. Quei cinquecento euro al mese che lui le passava in nero erano una sostanziosa boccata d'ossigeno, per il bilancio familiare. E Alfredo era roso dalla gelosia, immaginando chissà cosa. Anna era ferita dalle sue insinuazioni.

In lacrime, si confidò un pomeriggio a fine giornata con Michele, il quale non poté esimersi dall'abbracciarla e stringerla a sé. L'uomo fu letteralmente e inaspettatamente stordito dal profumo e dal contatto col corpo sensuale di quella donna stupenda. Gli venne quindi spontaneo perdere il controllo e baciarla sul collo: lei si staccò subito e gli diede uno schiaffo. Michele, rosso in viso, abbassò il capo e le chiese scusa. Ma oramai in lui era divampato il fuoco del desiderio.

Il giorno dopo ci fu un po’ di imbarazzo, subito dissipato dall'ampio sorriso di Anna: in ufficio ella gli fece una carezza e gli disse che certamente capiva il suo desiderio, ma che era pur sempre una donna sposata. Il fatto vero era che comunque anche in lei iniziava a svilupparsi inesorabile una certa attrazione verso quel bell'uomo, sicuro di sé e solido, che la riempiva di cortesie e che la trattava come ogni donna desidera essere trattata.

Michele, folle di desiderio, un giorno ruppe gli indugi e arrivò ad offrirle trecento euro per un'ora d'amore. Glielo disse in modo delicato e dolce, per non imbarazzarla: “per favore non equivocare. Hai capito che ti desidero da morire e sai che capisco il tuo momento di difficoltà; però io sono qui anche per offrirti un aiuto sostanzioso. Non avrei mai immaginato di fare questa cosa, di dirti ciò che sto per dire, ma l'amore compie miracoli."

"Perciò ti dico solo che vorrei che tu fossi in mia compagnia per un'ora in una stanza. Non sentirti offesa: mi basta la tua semplice presenza fisica in un albergo; ben lontani da questo ufficio. Se vorrai concedermi solo un bacio, io capirò. E mi accontenterò: te lo giuro.”

Lei, contrariamente alle aspettative, dopo qualche esitazione, gli disse di sì e invece di farlo attendere lo baciò subito furtivamente sulla bocca. Poi gli mise le braccia al collo e gli disse: “ti ringrazio per ciò che stai facendo e ti anticipo che avrai ben più di un bacio. Anche perché ultimamente mio marito mi mortifica molto. Sono esasperata e non lo sopporto più. In ogni caso, anche se proprio non dovrei farlo, ti confesso di sentirmi molto attratta da te a mia volta.”

Quello stesso giorno staccarono un po' prima e, per non dare nell'occhio, uscirono ciascuno per conto suo. Andarono in un alberghetto discreto: non appena soli nella camera, lei gli slacciò i pantaloni e inginocchiatasi gli prese in bocca l'uccello. Gli regalò una mezz'ora di vero paradiso. Per il resto del tempo, quella prima volta in massima parte parlarono, mentre lui le baciava e accarezzava il seno e la passera. Lui le confessò che ciò che gli piaceva di quella relazione era il fatto di scopare proprio con lei; con una donna da tutti a ragione considerata moglie e madre esemplare, virtuosa e morigerata.

Le disse che pagando avrebbe potuto avere, senza offesa, donne ben più giovani e forse fisicamente perfette. Che non aveva mai tradito sua moglie. Che il suo oramai era un matrimonio appesantito dalla routine e dalla palese mancanza di interesse da parte della moglie per qualsiasi cosa che riguardasse il sesso. Ma disse anche che lei era ormai la sua droga; che invece di altre donne preferiva comunque invece dare a lei, proprio a lei, un aiuto concreto.

E toccare con un dito il cielo quando lei avesse acconsentito a farsi amare. Anna, dopo gli ovvii scrupoli iniziali, aveva iniziato a provare gusto nel sentirsi scopata ogni giovedì a pagamento; anche perché oramai anche lei non vedeva l'ora di farsi sfondare il culo e riempire la fica e la bocca da quell'uomo che moriva di brama per lei. Che la colmava di regali, complimenti e roventi dichiarazioni d'amore e desiderio: una vera droga per qualsiasi donna.

La storia sarebbe potuta finire qui, se non fosse per il fatto che Alfredo, sospettoso, un giorno pazientemente la aspettò all'uscita dal lavoro sin dalle due di pomeriggio. La seguì, la vide entrare in albergo con Michele. Quando lei tornò a casa da quell'ennesimo appuntamento, la costrinse a dire la verità, ad ammettere la sua relazione, facendola entrare in tutti i dettagli, soprattutto i più intimi. Lei tra le lacrime gli confessò come fosse iniziata. Lo fece anche riflettere su quanto quei soldi in più fossero utili, ovviamente e che non cadevano dal cielo.

Quando vide che il marito ascoltava con interesse estremo, iniziò ad aprirsi, piena di sottile malizia. Si sentiva gran puttana rivelata e scoprì che le piaceva molto umiliarlo, dopo che lui l'aveva trascurata sessualmente e quindi fatta soffrire a lungo. Gli rivelò perciò tutti i particolari dei suoi incontri: quello che piaceva a Michele e quello che lei stessa gli chiedeva di farle. Cose che suo marito neppure immaginave sua moglie potesse neppure pensare! Giochi di sborra, trattenimento del pene ovunque, uso di sex toys, farsi inculare dopo essersi fatta prendere a scudisciate sul culo e a schiaffi sulla fregna, pompini appassionatissimi con ingoio totale.

Si avvide immediatamente che a suo marito sorprendentemente la cosa piaceva da morire. Al punto che lui già quella prima volta a sorpresa e non resistendo più, tirò fuori l'uccello, le si inginocchò davanti, cominciò a masturbarsi piangendo e chiamandola sottovoce: 'puttana, maledetta troia.' E dicendole: 'oramai io per te sono solo un gran cornuto'. Umiliato ma felice, le sborrò sulle caviglie, con grande godimento di lui e un sentimento di pace ritrovata per lei, che lo accarezzò. Erano entrambi in lacrime. Poi Alfredo la portò subito in camera da letto: la desiderava come mai prima. Le leccò immediatamente la fregna a lungo: voleva sentire il sapore e l'odore del seme di Michele direttamente dalla fregna di sua moglie.

A tutt'oggi ormai, ogni volta che Anna torna a casa dall'incontro in albergo, dopo la descrizione minuziosa di tutto ciò che sua moglie ha appena fatto col suo capo, egli desidera subito leccarle la fregna, come antipasto d'amore. Da bravo cornuto, vuole con tutta l'anima assaggiare, ingoiare il seme fresco del maschio che ha scopato la sua donna. Perciò chiudono a chiave i figli piccoli nella cameretta, raccomandando loro di stare buoni per soli cinque minuti davanti alla tv e lui mugolando di piacere la pulisce minuziosamente, ingoiando tutto. Lei viene, tenendogli la testa ben premuta contro la fregna e lo umilia dicendogli cose del tipo: 'oh, come inghiotte bene la sborra del mio capo, il mio marito cornuto! Lui si che è un vero maschio.'

Poi comunque la notte scopano a lungo. Egli ormai la spinge a prostituirsi a Michele, la incita continuamente a intensificare gli appuntamenti, spesso dandole consigli e precise indicazioni su cosa fare e come farlo godere. Anna oggi si trova quindi di nuovo piena di amore e passione per Alfredo, suo marito. Ma anche di voglia di fare del sano e soddisfacente sesso, prendendo ovunque il grosso cazzo di Michele. Il quale è ben felice di godere della giovane madre di famiglia ogni qual volta lo voglia. Pagando, ovviamente. Lei è contentissima come una pasqua, di fare la puttana di un solo uomo in assoluta riservatezza. E di avere a casa un marito che la aspetta, cornuto e contento di esserlo. Non saprebbe dire cosa le piace di più: se il cazzo adorato del suo capo o farsi pulire la fregna, appena surriscaldata e farcita, dalla bocca e dalla lingua di suo marito.

RDA
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Perché non volete vedere?
Tutto scorre come se nulla fosse. Lasciate che il diavolo occupi ogni aspetto di ciò che viene propagandato a livello mass mediatico, e non ve ne frega niente. Continuate a seguire riti satanici, messe nere in mondovisione, magari anche apprezzando e battendo le mani. Tutto normale, tutto ok, perché siete degli zombie e in quanto tale non potete reagire a qualcosa che nemmeno comprendete. Vi risulta accettabile la perversione esibita come un valore, la blasfemia mostrata senza vergogna, l’annullamento del bene in favore del male. O di quella che viene spacciata come “libertà”. La libertà di doversi spaccare il cervello per almeno otto ore al giorno, perché il mondo si regge sullo sporco denaro, per poi tornare a casa e aver però la possibilità di vedere i demoni in televisione. Qualsiasi persona di buon senso rimasta ancora sulla faccia della Terra (e ne esistono ancora, grazie a Dio) ha capito che quanto trasmesso ieri sera in mondovisione, inerente alle “olimpiadi”, è stato uno dei peggiori “spettacoli” di sempre. Per noi non servono disegnini, spiegazioni, didascalie. È tutto sotto la luce degli occhi. E mi sembra perfino ovvio, superfluo, utilizzare trenta minuti del mio tempo per scrivere questo testo. Ma devo farlo per forza per un motivo molto semplice: per esprimere la mia totale e assoluta contrarietà a questo mondo occidentale, in cui non mi riconosco, e non mi riconoscerò mai. Non posso lasciare che si pensi, anche solo lontanamente, che io anche solo in qualche minima misura possa approvare l’orripilante sequenza di atrocità che ieri sera sono state mostrate a milioni di persone. Non esiste. E quindi malgrado la distanza che mi separa sempre più da questo posto, per ragioni molteplici, questo è un testo dovuto. Non accetterò nella mia vita persone che possano condonare certe ideologie, che possano essere morbidi nel giudicare ciò a cui bisogna, a tutti i costi, rinunciare. Gesù Cristo è l’unica via, l’unica voce, l’unica Verità. Non c’è letteralmente altro. Questo mondo vacuo, malato, perso e costantemente peccaminoso, lo lascio a voi. Accetterò anche la solitudine più rigida, qualora essa dovesse rendersi necessaria. Ma la mia fede, la mia morale, i miei valori in genere, non verranno mai e poi mai da voi intaccati. Questo se lo ficchi in testa anche la bellissima Alice, che il Signore ha scacciato da me perché non era credente. E ovviamente per questo eternamente lo ringrazierò. Era carne, carne che mi ha tentato più di quanto fino a quel momento mi fosse mai capitato. Ma a conti fatti, la realtà dimostra che non era nulla di più. Diversamente sarebbe rimasta, diversamente si sarebbe convertita. Invece ha scelto di continuare a stare male, lontano da me. Sì, oggi la mia rabbia esplode, perché sono stanco di vivere in un mondo così ripugnante. Ho bisogno di persone sane di mente, non deviate. Aurora, Alice, e chi prima di voi: non mi servite. Fate riferimento a un’entità che non vuole il vostro bene e che v’inghiottirà completamente.
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Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All'umanità che ne scaturisce. A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare. A questa antropologia del vincente, preferisco di gran lunga chi perde. È un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere, piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so. E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù.
Pier Paolo Pasolini
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La Giustizia
"Le Strutture Diamantine".
Definire e proteggere i confini del Campo Energetico Individuale è una priorità nel Nuovo Schema.
Tale funzione, nelle strutture di nuova generazione, avviene nella naturalità di processo. Poiché è un Codice di Programma "installato" a sistema fin dalla nascita.
Esso non necessita di Coscienza. Ma solo di "Presenza".
E le Anime del Diamante vivono una condizione di profondo equilibrio tra Cielo e Terra. Esse sono collegate alla Fonte tramite il Cuore e vivono l'Incarnazione come "luogo unico" di Connessione di tutte le Forze dell'Universo.
Non esiste nella loro dimensione incarnazionale una reale "separazione" tra sopra e sotto. Tra dentro e fuori.
A guidarli c'è un solo e unico centro nevralgico di "sintesi" e di "emanazione": il "centro".
Per chi avesse mai avuto l'onore di incrociare tali "strutture aliene" nel proprio cammino, sarà rimasto a bocca aperta nell'osservarne la particolare Grazia Energetica.
Sono persone "comuni", semplici, pacate. Sono risplendenti di una Luce emanata che "non ha senso". Sono Esseri Incarnati genericamente in un tempo recente e comprendono anche creature del Mondo Animale.
I "portatori del Diamante" rappresentano il "progresso spirituale ed emozionale" del Genere Umano.
Alcuni "Pionieri di struttura", giunti sulla Terra con un "largo anticipo Vibratorio", hanno dovuto ripulire le memorie di dolore individuali e generazionali per un periodo piuttosto lungo prima di potersi riconnettere alla autentica "Verità di sistema interiore".
Ed oggi sono pronti.
I "portatori del Diamante" non sono drammatici.
Non sono arrabbiati. Non sono addolorati o intaccati dal rancore.
Osservano il Mondo da una prospettiva curiosa. Sanno distinguere le "anomalie" di schema, ma non le subiscono.
Sono emotivamente stabili, centrati e presenti a loro stessi.
Ma mai insensibili. Tutt'altro.
Riconoscono il valore di "accompagnarsi", non di sostituirsi o di fratturarsi.
Osservano il Mondo da una prospettiva "magica". Non ritualizzata, religiosa o mentalizzata. Ma "spirituale".
Sanno "tutto". Tutto ciò che serve alla loro Struttura per operare con armonia ed efficacia nella Materia, ciascuno secondo personalissima e unica "Chiamata d'Amore".
Non ostentano.
Non si "sporcano" per rincorrere beni effimeri o relazioni di compromesso.
Restano nella loro "purezza".
Non infarciscono il loro linguaggio di "retorica".
Parlano poco. Ma sentono. E si posano delicatamente sulla pelle dell'Altro. Sfiorandolo con un soffio, come una leggera brezza di vento.
Producono al loro passaggio oscillazione, regolazione, armonizzazione.
Guariscono con lo sguardo. Uno sguardo di profonda compassione e amore, di dolcezza e di accettazione.
Sono forti, ma mai violenti.
Sono resistenti e solidi, ma mai freddi o insensibili.
Osservano la Vita con apparente distacco. Ma non la evitano, non la rifuggono, non la negano.
Amano senza sovrastruttura, senza aspettativa, senza conflitto.
Non svendono il loro "prodotto interiore". Lo rispettano, lo vincolano alla Chiamata, lo consacrano a se stessi e all'Altro.
Non negano mai uno sguardo amorevole alla Vita, alle Relazioni, al Cambiamento. Poiché essi sanno che l'Amore, non il dramma, non la guerra, non il possesso, guariscono ogni Ferita interiore.
Non entrano mai senza bussare delicatamente al Cuore dell'Altro, "senza chiedere il permesso".
Non si sostituiscono. Non compiono nulla senza la volontà dell'Altro, rispettandone anche la scelta di non guarire, di non evolvere, di non assumersi la personale responsabilità sul proprio viaggio.
Le strutture Diamante "non si spingono per emergere". Emergono da sole. Si distinguono dalla massa. Brillano.
Non si pongono le domande sbagliate. Hanno già tutte le risposte dentro.
Sono delicate, ma forti. Preziose, ma umili. Potenti, ma giuste.
Sono la rappresentazione vivente "del Nuovo". Sono scintilla Divina. Sono l'equilibrio della Giustizia che rende omaggio alla incantevole Follia dell'Esistenza.
E sono sempre più numerose e visibili.
La "nuova Vibrazione" le ha consacrate all'originale splendore.
Ora sono pronte.
Pronte per la Nuova Destinazione.
Mirtilla Esmeralda
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"Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta, alla sua gestione, all'umanità che ne scaturisce; a costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati; a non divenire uno sgomitatore sociale; a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene e mi riconcilia con il mio sacro poco".
#PierPaoloPasolini
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Non dobbiamo essere intaccati da questa mistura del potere senza cultura valoriale ed etica.

Tina Anselmi
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OPERAZIONI ALBERI SICURI
I cambiamenti climatici che colpiscono anche il nostro territorio, l'arrivo del bostrico che sta devastando abeti larici e pini, funghi e vetustità degli alberi presenti sul territorio hanno reso necessaria un approfondita analisi commissionata ad un esperto agronomo che ha valutato ad oggi 362 piante presenti in orti, scuole, giardini e parchi pubblici, definendo un piano di lavoro molto intenso che prevede: - taglio di 111 piante - interventi di consolidamento sfoltimento e monitoraggio per 20 - mantenimento di 231 in stato mediocre e discreto Questo comporta che ogni anno dovrà essere fatta una ricognizione delle piante messe in monitoraggio, aggiungendo valutazioni dopo eventi atmosferici violenti. Invito i cittadini a guardare verso il Golf dove purtroppo è stato necessario da parte della proprietà abbattere più di 200 abeti, tutti intaccati dal bostrico, e purtroppo ne seguiranno altri, spogliando quasi tutta la cintura verde di confine La questione è molto seria, mentre si lavorava per valutare i tagli abbiamo avuto per il vento una caduta di un albero su una vettura privata con molti danni; fortunatamente era vuota; per nessuna ragione sopratutto dove ci sono bambini, quindi parchi e scuole, pedoni lungo i marciapiedi ed auto in prossimità di parcheggi o lungo le strade lasceremo alberi che possono mettere in pericolo persone e cose. Possiamo comprendere lo sconcerto, ma il lavoro non finisce qui, e' gia' stato definito con l'agronomo un piano di ripiantumazione, con alberi che dovranno resistere meglio alla siccità ed agli eventi estremi Colgo l occasione, visto che con l'Ufficio tecnico e l'agronomo ho visto di persona tutte le aree interessate e le piante, attraversando tutto il paese abbiamo notato molte piante presenti nei giardini dei cittadini che andrebbero valutate in merito alla loro stabilita dai proprietari. In valle, sulla costa sta intervenendo la provincia per piante che costituiscono pericolo per la ciclabile Due sono le regole alle quali ci dovremo sempre attenere: - monitorare con gli esperti "ogni anno" lo stato del verde ed agire quando necessario ricostituendo il patrimonio arboreo - ripiantumare con alberi autoctoni che siano in grado di resistere meglio si cambi climatici Questo a reale tutela del nostro verde e delle persone che ne beneficiano
L'Assesore all'Ecologia Fiorella Cometti

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Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta, alla sua gestione, all'umanità che ne scaturisce; a costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati; a non divenire uno sgomitatore sociale; a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene e mi riconcilia con il mio sacro poco.
Pier Paolo Pasolini
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Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta.
Alla sua gestione.
All'umanità che ne scaturisce.
A costruire un'identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati.
A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo. In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell'apparire, del diventare.
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde.
E' un esercizio che mi riesce bene.
E mi riconcilia con il mio sacro poco.
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No..non dovrebbe essere tutto nella norma..ma ti capisco,è successo anche a me,uno si affeziona troppo oppure fa tanto per gli altri e poi puf gli altri spariscono,non contraccambiano e tante altre cose... ci illudono tutti e noi ci stiamo male.
Ci sta...ci sta prendersela con se stessi ma alla fine non è colpa nostra,che colpa ne abbiamo se siamo buoni?
Non è il fatto di affezionarsi a qualcuno... è il fatto che ho esposto una cosa che di solito tengo ben ben nascosta, non lo faccio per qualcosa di specifico, ma forse per proteggere la parte più "delicata" di me stessa.
E' uno dei tanti hobby che ho, cerco di proteggerli tutti per evitare che vengano intaccati e che il porto sicuro che ci rispecchio dentro sparisca, ma questo lo proteggo forse un po' più degli altri per paura che si possa sparire, ma anche perché mettere a nudo una parte come quella vuol dire esporsi e se mi viene a mancare quello, non so davvero dove finisco.. è sempre quello che se mi chiedono divago.
Sono stata una stupida perché ho esposto questa parte e non dovevo assolutamente farlo, ed ho ricevuto un muro, per quello sono tanto incazzata con me stessa, non dovevo espormi così e in questo modo... lo avevo già fatto in passato (e sono stupida due volte), perché non era andata bene, io commetto sempre gli stessi errori...
Ps. scusa il messaggio così lungo....
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Il male, il peccato esiste e noi lo sperimentiamo continuamente. Ma continuamente possiamo sperimentare la gioia del dono della grazia di Dio, il dono del suo amore.
Noi non ci crediamo, noi rimaniamo basiti di fronte a tanta grandezza. Noi non ci crediamo, ma siamo eredi di Gesù, figli dello stesso Padre.
Ripeto: non è grazie alla nostra bravura che siamo tali, ma per grazia, per una carezza di Dio che ci ha pensati da sempre. Così come Maria è un pensiero di Dio. Immacolata perché sogno di Dio che l’ha pensata, come pensa ognuno di noi.
A Maria viene annunciato dall’angelo che il Signore è con lei. Lei rimane turbata a queste parole: cosa mi sta poi dicendo questo qua. Ma cosa c’entro io. Ma è sicuro di non avere sbagliato casa e persona? Cosa vuoi che possa fare io della mia vita. Ma cosa vengono a chiedere a me, cosa chiede a me Dio?
E l’angelo: non temere, hai trovato grazia presso Dio. Non gli dice guarda che siccome sei stata brava fino adesso, sei stata scelta perché degna. No! Non temere perché hai trovato grazia. E questo non temere è per ogni figlio pensato da Dio da sempre. Non temere, sei figlio per dono non per merito.
Ma come è possibile che io possa generare Dio? Come è possibile che io riesca a fare qualcosa di buono nella mia vita? Sono un poveraccio, ne ho combinate di ogni, e tu mi vieni a dire che io … sarò la madre del Signore? Come è possibile questo? Sei sicuro di essere andato dalla persona giusta? Non posso concepire: non ho amato alcun uomo.
Il dono si fa totale: il soffio di Dio, lo Spirito santo, viene soffiato in te e l’Altissimo ti copre con la sua ombra: nulla è impossibile a Dio.
Eccomi! Se queste sono le condizioni, ci sto. Se veramente la grazia di Dio è su di me forse ce la faccio. Se l’amore di Dio è il motore del mio quotidiano, allora io ci sono. Non per merito mio, ma perché pensata immacolata fin dalle origini del tempo. Non per merito mio, ma per dono, perché pensato immacolato e figlio fin dalla fondazione del mondo.
Eccomi: avvenga per me secondo la tua parola. La gioia e la festa scoppiano nel cuore e nella vita. Per grazia ogni giorno siamo riportati alla bellezza delle origini, quando ancora non eravamo intaccati dal male e dal peccato. Ogni mattina per dono siamo invitati a rifarci belli come siamo stati da sempre. Ogni mattina, ogni giorno l’invito è lo stesso: Rallegrati, perché l’amore di Dio è con te.
A noi rispondere al di là di ogni timore e di ogni degnità: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quanto hai detto. Oggi!
Scuola Apostolica
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Cucine di qualità, la differenza la fanno i materiali

Luogo in cui si preparano i pasti, di socializzazione e convivialità, in cucina si fa davvero di tutto, tanto che è definito con ragione l’ambiente più sfruttato della casa. Essendo così vissuta, diventa fondamentale costruirla sui dettami della funzionalità, spazi organizzati e disposizione razionale degli elementi che la compongono per facilitare le varie operazioni; dell’estetica, anche l’occhio vuole la sua parte soprattutto se gli ospiti nell’abitazione sono frequenti; ma anche della qualità. Utilizzandola più volte al giorno, ben più delle camere da letto per esempio, va da sé che il rischio di deterioramento degli arredi che ne fanno parte è alto, ed è per questo che sarebbe opportuno non badare a spese, nei limiti delle proprie possibilità, per investirci e costruirla al meglio, guardando anche al futuro. Soddisfacendo il requisito della qualità, si andranno inevitabilmente ad appagare anche funzionalità ed estetica.
Cosa rende una cucina di qualità
Per far sì che una cucina possa essere definita di qualità bisogna guardare ai materiali (durevoli), al design (ben studiato) e alla funzionalità, con particolare attenzione ai dettagli. Con i materiali giusti la cucina non solo risulterà elegante, ma potrà resistere nel tempo. Finiture e dettagli ben curati, combinati ai materiali, esalteranno l’ambiente e non faranno pentire di aver puntato su una scelta di qualità: fa tutta la differenza del mondo avere guide per cassette scorrevoli e maniglie ergonomiche. Studiando il design si riusciranno a organizzare armadietti, l’ergonomia complessiva del layout e l’accessibilità agli elettrodomestici, anch’essi di gamma e altamente prestazionali. Specialmente quando le cucine sono su misura, si cerca di personalizzarle con materiali e lavorazioni di qualità, così da renderle cucine uniche e memorabili, sicuramente in grado di non passare inosservate, e soprattutto capaci di soddisfare esigenze specifiche e gusti individuali.
Perché scegliere materiali di qualità per la cucina
Di certo, una cucina di qualità la fanno soprattutto i materiali. Solo quelli di un certo livello possono garantire resistenza e durevolezza nel tempo: la cucina, come detto, è una zona ad alta frequenza d’uso e soggetta a innumerevoli stress. Danni, graffi, scheggiature sono dietro l’altro ogni qualvolta si prepara un piatto o qualcuno la usa. Bellezza e funzionalità nel tempo possono essere mantenute solo con materiali di un certo pregio, che in tempi recenti guardano anche all’ambiente, ponendosi come eco-friendly. Dal punto di vista della funzionalità, i materiali di qualità sono più facili da pulire e mantenere, oltre a risultare resistenti alle macchie, senza che vengano intaccati dai detergenti quotidianamente impiegati. Sono capaci anche di ridurre la possibilità di contaminazione alimentare, soprattutto su superfici da lavoro e lavello dove si maneggiano alimenti e si puliscono utensili. Insomma, i materiali di qualità rappresentano un investimento a lungo termine che non solo migliorerà l’esperienza culinaria della casa, ma anche il valore complessivo dell’immobile, qualora in un futuro venisse presa la decisione di venderlo.
Materiali di qualità: quali sono
Premessa necessaria, quando si parla di materiali, va considerato che nella scelta influiranno oltre al gusto personale, anche lo stile della cucina che si intenderà realizzare e naturalmente le esigenze che si vogliono soddisfare. In una cucina di lusso per esempio si può ricorrere ampiamente al legno massiccio in noce, quercia o ciliegio, con venature e tonalità singolari, personalizzabile. È un materiale resistente ai graffi, di certo durevole e attraente. Sempre in ambienti estremamente ricercati il granito o il quarzo: il primo non si fa scalfire da calore o da macchie, ed è anche molto versatile perché si adatta a vari stili di arredamento, anche se necessita di una manutenzione periodica. A differenza del quarzo, meno impegnativo e perfetto nelle cucine su misura moderne, al pari dell’acciaio inossidabile: igienico, liscio, resistente, non gli manca davvero nulla ed è perfetto soprattutto per l’uso in aree ad alta frequenza, come i piani da lavoro. Alternativa più economica è il laminato, adatto per mobili e pannelli frontali, disponibile in diversi colori e finiture. A dare spazio e luminosità ci pensa infine il vetro, moderno ed elegante, perfetto per i pannelli dei pensili e le ante dei mobili, combinabile con altre soluzioni. Determinanti nella decisione di quali materiali selezionare, oltre alle inclinazioni personali e all’impronta che si intende dare all’abitazione, anche il budget, fattore indubbiamente delicato e altamente soggettivo. Materiali di qualità presentano costi senz’altro maggiori, ma sono un investimento a lungo termine, da soppesare con attenzione per non doversi ritrovare dopo poco tempo con una cucina già da cambiare o, peggio ancora, con problemi di salute perché non si è riusciti a preservare l’igiene degli spazi perché i materiali scelti hanno trattenuto sporco e batteri in quanto troppo porosi, per esempio. Comporre una cucina non significa solo capire come posizionare i vari elementi che le daranno forma, ma anche assicurarsi che le strutture non subiscano con immediatezza gli effetti del tempo, preservando la loro estetica e funzionalità. Read the full article
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TAP STORY, OVVERO DELLA SCEMENZA DEGLI AMBIENTALISTI DI PROVINCIA E DEGLI ARRUFFAPOPOLAZZO LOCALI, NON SOVRANISTHI, DEL PD - Era il 31 dicembre di un anno fa quando il gas estratto dai giacimenti di Shah Deniz II arrivava per la prima volta al terminale di San Foca (...) sulla costa adriatica del Salento. Dopo una polemica furibonda iniziata molto prima.Erano gli anni dei No Tap (...), gli anni delle inchieste. Come quella (contro) il Ministero dell’Ambiente per il rilascio della Valutazione di impatto ambientale o quella per una presunta truffa (...) di non seguire le indicazioni di una direttiva per la prevenzione dei grandi rischi. TUTTA FUFFA PER FAR PERDERE TEMPO, ndr. Da quel giorno sono 6,5 i miliardi di metri cubi di gas trasportati attraverso il gasdotto (...). Considerando che il consumo di gas in Italia quest’anno è stato di 70 miliardi di metri cubi si evince che i 7,5 miliardi garantiti dal Tap riguardano circa il 10% del totale. (...). L’entrata in esercizio del gasdotto (...) ha annullato il differenziale storico di circa il 10% che l’Italia paga sul prezzo all’ingrosso del gas naturale rispetto agli altri Paesi del Centro e Nord Europa. In alcuni casi (...) lo spread è stato anche invertito nel corso dell’anno. (...) Lo spread favorevole ha reso possibile non solo trasportare 6,5 miliardi di metri cubi di gas in Italia, ma anche esportarlo verso il Nord Europa. Il 9 ottobre (...) l’export ha raggiunto i 13,96 milioni di metri cubi. E gli alberi di ulivo espiantati? Gli 828 ulivi originari, tra cui alcuni monumentali, erano stati custoditi e ora sono tornati al loro posto. Quelli abbattuti perché affetti da Xylella sono stati sostituiti con 930 nuove piante resistenti al batterio. Quelli dell’area di lavoro del microtunnel sono stati i primi ulivi ad essere stati espiantati, nell’aprile del 2017, e sono stati gli ultimi a tornare nella loro posizione originaria. Si sono conservati meglio di tutti perché essendo stati rimossi per primi non sono stati intaccati dalla Xylella. (...) Per ogni arbusto che interferiva con il gasdotto ne sono stati messi a dimora tre.
adoro quando ill sito dei sapientoni riporta i fatti e così facendo bastona senza pietà gli arretratisti ambientalishti 1.0 de’provincia alla Tozzi, i piddini in cui si incistano e i sudgrullini decrescisti per invidia residui (anche se non mi piace picchiare i moribondi), su https://www.huffingtonpost.it/entry/il-gasdotto-tap-un-anno-dopo-in-bolletta-un-memento-per-i-no-tutto_it_61cd852de4b04b42ab719ad4?ncid=other_trending_qeesnbnu0l8&utm_campaign=trending
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Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
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In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare…. A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
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Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù…
Pier Paolo Pasolini
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La vita è più forte.
L'amore è il motore del nostro universo.
Il primo vagito di Alessandro arriva con il suo primo respiro: l'aria che entra in un essere vivente, la sua linfa, la sua energia.
Reparto di terapia intensiva, Padova.
Alessandro è nato di 25 settimane.
Pesa meno di un chilo.
E' nato prematuro perchè la mamma, Jenni, è stata colpita dal virus.
Jenni è una mamma giovane: ha 29 anni.
Nel ventre da poco più di sei mesi, il suo bimbo aspettava di respirare, come ogni nuova vita che arriva in questo luogo chiamato Terra.
Poi la febbre sempre più alta, il senso di svenimento, i polmoni che facevano male, la corsa in ospedale con il marito Samuele.
Il ricovero, il tampone, la scoperta che ti terrorizza: "Signora, lei ha il coronavirus".
Jenni è di fronte a un bivio: "I miei polmoni non ce la facevano più intaccati dal virus e schiacciati dal bimbo che avevo in grembo.
I medici mi hanno detto che dovevo scegliere.
O rischiare di morire entrambi, o far nascere di sei mesi Alessandro".
Era da sola Jenni, come tutti quelli attaccati dalla bestia del virus.
Sola con il respiratore, con il piccolo nel ventre e con suo marito soltanto al telefono.
Alessandro è nato alle 3 di notte.
E' in terapia intensiva neonatale.
E non ha il coronavirus: è sano.
Certo, dovrà crescere da solo anche lui, in questi primi giorni di mondo.
Catapultato dalle stelle al caos dei nostri giorni.
Come un piccolo angelo venuto a darci un sorriso.
Per ricordarci che l'amore crea.
E' il motore di tutto.
L’amore è la più grande medicina che abbiamo.
L.


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Uno dei motivi – o forse l'unico – che ci spinge nella direzione di una psicoterapia è l'esserci accorti di star proteggendo il nostro Io da contaminazioni esterne: non vogliamo piegarci ad un cambiamento delle nostre strutture psichiche, non vogliamo accettare qualcosa di diverso dal nostro punto di vista che vediamo a confronto quello più sano e così siamo in crisi; crisi nervose, stati ansiosi, accumulo di odio, tendenza all'isolamento, pensieri fissi quasi in maniera ossessiva, atteggiamento evitante o aggressivo. Sentiamo il nostro Io intaccato: siamo costretti ad avere a che fare con cose che escono fuori dai nostri schemi e che non condividiamo, questo ci fa sentire fragili e vulnerabili, intaccati nel profondo, quasi violentati, feriti nell'orgoglio, regrediti verso stadi secondo noi degradanti. Avvertendo tutto questo non vogliamo "piegarci", ma è un termine improprio che continua a renderci il lavoro di accettamento e maturazione più difficile. Abbiamo bisogno di "piegare" il nostro Io, i nostri schemi mentali, ma vogliamo anche preservarci e rimanere sani; non trovando un modo siamo in un continuo stato di tensione psichica e fisica, con tutti i disturbi che ciò può peovocare. È questa lotta intestina che ci fa soffrire – e l'altro che ci rompe i coglioni – e che ci fa pensare che forse abbiamo bisogno di qualcuno, di un esperto (si spera), che ci aiuti a trovare una strada senza che ci impazziamo prima o che ci venga qualche infarto o qualche crisi psichica da ricovero.
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