#iniziative sobborghi
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Eventi natalizi nel quartiere Europista di Alessandria: cultura, mercatini e solidarietà. Un weekend natalizio tra scoperte culturali e artigianato locale per celebrare le festività
Il quartiere Europista di Alessandria si veste a festa per celebrare il Natale con due eventi imperdibili, organizzati dalla neonata Associazione EuroPista.
Il quartiere Europista di Alessandria si veste a festa per celebrare il Natale con due eventi imperdibili, organizzati dalla neonata Associazione EuroPista. Con l’obiettivo di valorizzare il territorio e promuovere la partecipazione comunitaria, il weekend del 14 e 15 dicembre 2024 sarà ricco di attività culturali e sociali. Sabato 14 dicembre: “La mia Africa” presso l’ex Taglieria del Pelo.Alle…
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Obesità, come uscirne: l'esperimento della Gran Bretagna
Obesità, come uscirne. Sovrappeso e obesità, come ben sappiamo, rappresentano un'emergenza per tutti i Paesi occidentali in tutte le fasce d'età. Il percorso per tornare in forma parte da una buona motivazione e per essere portato a termine a bisogno di alcuni incentivi. Piccole ricompense, supporto psicologico solo i più quotati. Un gruppo di ricercatori britannici, invece, ha deciso di puntare su un incentivo totalmente diverso: offrire una somma di denaro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Jama e presentati al congresso sull'obesità svoltosi a Venezia. Vediamo com'è andata. Game of Stones "Game of Stones" è il nome della sfida lanciata da un gruppo di ricercatori università britannica di Stirling. Gli studiosi hanno offerto una somma di 400 sterline, cio�� poco più di 466 euro, a un gruppo di uomini con obesità se avessero raggiunto l'obiettivo di perdita di peso. Per lo studio sono stati arruolati un totale di 585 uomini di peso medio di 118,5 kg e un BMI medio di 37,7 tra luglio 2021 e maggio 2022. Il follow-up finale è avvenuto a giugno 2023. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi. Al primo gruppo sono stati inoltrati, in 12 mesi, 196 messaggi di testo focalizzati sul comportamento combinati con incentivi finanziari. 194 messaggi di testo focalizzati solo sul comportamento furono inviati al secondo gruppo. Al terzo 195 messaggi relativi a una lista d'attesa. Tutti i partecipanti hanno ricevuto informazione sul loro peso e un contapassi. I risultati della ricerca L'obiettivo da raggiungere era un calo ponderale pari al 5% del peso iniziale a 3 mesi, del 10% rispetto al basale a 6 mesi e il mantenimento del 10% di perdita di peso a 12 mesi. L'incentivo era promesso a coloro che avrebbero raggiunto tutti gli obiettivi e che si fossero fatti pesare entro 23 giorni dalla data di scadenza del follow-up sulla bilancia dello studio. Ogni 1% di peso perso tra il 5% e il 10% a 6 e 12 mesi garantiva un ulteriore incentivo. La variazione di peso è stata più sensibile all'interno del gruppo al quale sono stati offerti incentivi economici. Infatti, le variazioni di peso medie (SD) sono state di -5,7 kg per il gruppo di messaggi di testo con incentivi finanziari, -3,0 kg per il gruppo di soli messaggi di testo e -1,5 kg per il gruppo di controllo. Obesità: come uscirne Il Regno Unito è uno dei Paesi più attivi nella lotta all'obesità e in questi anni ha studiato diverse iniziative su come uscirne. Un analogo progetto a quello illustrato era stato promosso una decina di anni fa dalla società “Weight Wins” per conto dell’Amministrazione del Kent. Prevedeva un buono di circa 500 euro per coloro che riuscivano a perdere 7 chili di peso corporeo e di mantenere l'obiettivo per 24 mesi. Nello stesso periodo il governo britannico mise a disposizione dei cittadini dei voucher di 50 sterline per l'acquisto di frutta e verdura. L'incentivo doveva aiutare le famiglie britanniche a seguire le linee guida sull'alimentazione bilanciata che prevedono il consumo di 5 porzioni di frutta giornaliere e due di verdura. In alcuni sobborghi di Londra, invece, furono offerti biglietti di cinema o “voucher” per gli acquisti agli studenti che andavano a scuola a piedi invece che con mezzi pubblici o privati. L'iniziativa riscosse molto successo. In copertina foto di Steve Buissinne da Pixabay Read the full article
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pangeanews · 5 years ago
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“Mentre tutto cade”. Andrea Caterini e Andrea Di Consoli raccontano una poesia italiana contemporanea. Milo De Angelis e la Musa nascosta nell’asfalto
“Oh se tu capissi: chi soffre chi soffre non è profondo.” Sobborghi di Torino. Estate. Ormai c’è poca acqua nel fiume, l’edicola è chiusa. “Cambia, non aspettare più.” Vicino al muro c’è solo qualche macchina. Non passa nessuno. Restiamo seduti sopra il parapetto “Forse puoi ancora diventare solo, puoi ancora sentire senza pagare, puoi entrare in una profondità che non commemora: non aspettare nessuno non aspettarmi, se soffro, non aspettarmi.” E fissiamo l’acqua scura, questo poco vento che la muove e le dà piccole venature, come un legno. Mi tocca il viso. “Quando uscirai, quando non avrai alternative? Non aggrapparti, accetta accetta di perdere qualcosa.”
Milo De Angelis
Viene la prima, da Somiglianze, Guanda, 1976
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Somiglianze apparve come una rivoluzione. Si era in pieni anni di piombo, nel 1976, quando per la vita sociale della Nazione sembrava impossibile trovare immagini che non fossero funebri. Tutto aveva un sapore di ferro e di sangue. Milo De Angelis aveva venticinque anni – solo un ragazzo – ma sapeva già di cosa voleva riappropriarsi. Era la volontà di sentirla, quella vita, e pure di esprimerla, perché ne percepiva dentro l’urgenza, la forza esplosiva e sorgiva. Per il De Angelis di Somiglianze la poesia era esattamente questo cercare il punto di tensione massima in cui la vita apre un varco, una feritoia – e cambia. Quel cambiamento, come la nascita, è l’enigma più grande che si nasconde in tutto il libro; un cambiamento che esplode in versi che hanno il tono di una sentenza, o di verità rivelate attraverso un dialogo spinto al limite, sorto, si direbbe, da un accumulo, una saturazione di energia pronta a sbocciare, a esplodere. Si potrebbero fare molti esempi – ma basta leggere questi pochi versi presi da diverse poesie: «la festa in cui si può/ perdere ogni cosa, o nascere nel sì/ impreparabile»; «dove questa morte non è solo svanire/ ma insieme, un poco, esserci/ alla periferia della gioia/ che si apre»; «l’inizio non è uno scopo/ non è quello che cerca, è più in là/ dell’arrivo». E lo stesso vale per questa poesia, che come molte della raccolta si costruisce in maniera, appunto, dialogica. Qualcuno – una donna – è il mezzo del cambiamento. Ma per cambiare, come scrive spesso, occorre accettare di perdere qualcosa. Ma cosa si perde se non la propria stessa vita? Ecco, De Angelis, in questo suo esordio folgorante, ha raccontato come la vita, per essere vissuta, per essere anche espressa, deve perdere se stessa per ritrovarsi, per essere vissuta pienamente, nella sua energia nascente. Si è scritto, per De Angelis, di orfismo, ma credo che al fondo ci sia un errore dietro questa comune interpretazione. De Angelis ha parlato, in tutta la sua opera, attraverso il tono stesso della sua poesia, di resurrezione. Ma come se quella resurrezione fosse possibile solo qui e non altrove. È questa nostra vita che, nel momento in cui si accetta di perderla, nel momento in cui si accetta di lasciarla morire, si spalanca a una realtà nuova (si legge in un’altra lirica, Fioritura: «quando un corpo vuole risorgere non importa il luogo/ […] Anche un filo di gioia/ nelle mani, è tutta la gioia».). De Angelis quel cambiamento, quella resurrezione tanto agognata in Somiglianze, la affermerà nei suoi libri successivi, con una luce e con un tono a volte più sottile altre più malinconico o tragico, da Millimetri (1983) a Distante un padre (1989) e Biografia sommaria (1999), fino a quel canto straziante che è Tema dell’addio (2005), dedicato alla compagna di una vita, Giovanna Sicari, e alla sua precoce scomparsa. E allora anche una città, quella città che De Angelis sembra abitare da solo e che è sempre una Milano periferica, pure se pare una metropoli spettrale, sporcata dal colore di un asfalto liquefatto, dilatata nell’attesa di un tram in una fermata, non è che lo spazio di un sogno realissimo in cui la vita è già vissuta dentro quella perdita, compiuta dentro il suo destino.
Andrea Caterini
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Credo che non sia agevole per nessuno un approccio critico sicuro alla poesia di Milo De Angelis. Soprattutto quello “primo”, etichettato, per cercare d’afferrarlo, con l’aggettivo “orfico”. L’idea che mi sono fatto, rileggendo Somiglianze del 1976 (il suo esordio), è che con quell’“orfico” si è voluto sottolineare una resa critica di fronte alle oggettive difficoltà che presenta quell’opera, tra le più verticali della poesia italiana del secondo Novecento. La cosa che mi colpisce molto di queste poesie è il continuo riferimento a luoghi, persone, voci e situazioni estremamente concrete, che però sopravvivono nell’intuizione poetica sotto forma di lacerti, echi, frammenti, frantumi. Più che di un poeta in diretto contatto con una verità posta in un’altura, a me De Angelis sembra un poeta che si pone in ascolto estremo della realtà – provo a dirla così – al termine della realtà, ovvero nella sua massima estensione possibile (cos’è, veramente, la realtà?). Se c’è mistero, in De Angelis, è tutto della realtà e del sentire, mai di un “altrove” di natura misteriosofica. È più novecentesco di quanto sembri, De Angelis: novecentesche le disarticolazioni del discorso, novecentesche l’oscurità dei nessi, novecentesco la sensazione d’insieme di una lingua frantumata da un cataclisma, che attraverso la poesia tenta di rifarsi canto, discorso, unità della realtà. Dico questo anche pensando alle opere successive, che effettivamente recuperano chiarezza, discorso, coerenza “narrativa” – e penso a quel vertice assoluto che è Tema dell’addio, e non solo per l’argomento trattato, anzi. Lo stile delle sue poesie è sempre caldo, passionale, febbricitante – scapigliato, si vorrebbe dire. Si farebbe torto a considerarlo un sapiente, un “santone”, come pure qualche epigono, e sono tanti, tende a fare. Non so quale sia la filosofia di De Angelis, ma sento che a muoverlo è una bruciante fraternità, e sento che tutte le sue “oscurità” sono buone, non cattive, mai aggressive. Io penso che De Angelis abbia percorso fino in fondo (“fino al margine della coscienza”), almeno agli inizi, una poesia che non poggia su niente, se non sulla “fede” per la stessa poesia. I versi di Somiglianze sono continuamente spezzati da sbalzi di significato e da accostamenti inauditi, per cui spesso il lettore si ritrova smarrito, sospeso, senza appoggi. Inutile stare lì a isolare versi che affermano chiaramente un pensiero, un’immagine: è un lenimento che dura poco; immediatamente prevale la sensazione di non sapere dove ci si trova, cosa si sta dicendo, a che punto è “il discorso”. Nella poesia di De Angelis non “c’è niente di intero”, “si fallisce sempre / a un soffio dalla sintesi”, tuttavia il poeta continua a cercare la realtà, continua a parlare agli altri, continua a esortare, anche se non si sa mai bene cosa. La sua è una lotta, ecco: una lotta per riacciuffare la realtà al termine della realtà. Credo che nessuno abbia mai usato la parola “realista” a proposito della poesia di De Angelis, eppure io sono convinto che De Angelis stia pienamente nella realtà, anche se il suo modo di restituirla in poesia è di una tensione e di un sentire vertiginoso – di chi, molto semplicemente, vorrebbe che la poesia fosse il luogo più profondo e concentrato della percezione del reale. La Musa di De Angelis è più terrena di quanto si pensi: è nascosta nell’asfalto, tra le lenzuola di un albergo, in un parco urbano, in un corpo amato. È tutta nell’“aldiquà” la sua poesia, anche se il suo canto ammalia – inutile negarlo – come chi parrebbe possedere le combinazioni giuste, le giuste parole per spalancare le porte dell’“aldilà”.
Andrea Di Consoli
*In copertina: Milo De Angelis in un ritratto fotografico di Serena Oltremarini, 2017
**“Mentre tutto cade” ha raccontato una poesia di:
Beppe Salvia
Valerio Magrelli
Salvatore Toma
Antonella Anedda
Dario Bellezza
Giovanni Raboni
Giuseppe Conte
Patrizia Cavalli
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tmnotizie · 7 years ago
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CASTIGNANO – Inizia, domanisera 24 luglio, con un’ospite d’eccezione come la giornalista del Tg1 Maria Soave la quinta edizione di Fotogrammi d’arte d’autore, una serie di proiezioni in pieno centro storico castignanese. Nella splendida cornice di Piazza Marconi a Castignano che, abbracciata dalle possenti mura del municipio, diventa una sorta di sala cinematografica all’aperto con tanto di platea e galleria, si alterneranno ospiti importanti e grandi film.
Il tema scelto dalla quinta edizione “La contemporaneità” è dedicata alla lettura del reale contemporaneo, con i  mille dubbi sulla informazione, tra fake news e verità negate, attraverso il capolavoro The Post di Steven Spielberg presentato dalla giornalista del Tg1 Maria Soave; con lo struggente Made in Italy del cantante Luciano Ligabue, in cui viene sottolineato con forza come la precarietà sul lavoro condizioni l’intera esistenza di un uomo, un film sulla provincia, girato parzialmente ad Ascoli, madrina della serata sarà l’attrice Monica Riva; con uno dei film più premiati della stagione Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani con Paola Cortellesi e Antonio Albanese, che interpretano una coppia distante per formazione e classe sociale ma che attraverso la frequentazione forzata riesce ad avvicinarsi; da ultimo I falchi di Tony D’Angelo, figlio d’arte (il padre Nino D’Angelo firma la colonna sonora), sulla prossimità tra bene e male, giustizia e criminalità, con due agenti della sezione speciale della Squadra mobile di Napoli (Michele Riondino e Fortunato Cerlino) che pattugliano la città insinuandosi nei sobborghi più loschi e criminali.
Le quattro serate coordinate dal direttore artistico, il critico cinematografico Andrea Fioravanti, si prefiggono di realizzare una edizione 2018 di Fotogrammi D’Arte, complessa, profonda e che, attraverso il grande cinema, provi ad interpretare multiforme situazione contemporanea.
Una rassegna che ha ormai varcato con forza i confini regionali, e che deve il suo successo grazie alla tenacia dell’amministrazione comunale che si batte per una proposta culturale diversa grazie al sindaco Fabio Polini e al coordinatore della manifestazione, Francesco Tomassini, mediante l’aiuto della Associazione Pro Loco Castignano e partner che dallo scorso anno sostengono la rassegna e dunque Marche a Rifiuti Zero che di anno in anno, mediante il presidente Luca Menghi e Sabrina Petrucci puntellano con il loro entusiasmo il progetto. E poi ovviamente il BIM Tronto del presidente Luigi Contisciani davvero felice di poter sostenere iniziative come queste ed infine la Camera di Commercio nella persona del presidente Luigi Sabatini.
Programma completo
24 luglio ore 21.30 The Post di Steven Spielberg
Ospite la caporedattrice interni Maria Soave
25 luglio ore 21.30 Made in Italy di Luciano Ligabue
Madrina della serata  l’attrice e showgirl Monica Riva
26 luglio ore 21.30 Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani
Video saluto del regista Riccardo Milani e Paola Cortellesi
27 luglio ore 21.30 I falchi di Tony D’Angelo
Ospite il regista Tony D’Angelo
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Alessandria, Quartiere Cristo: Prosegue la Festa del Cristo e la presentazione del progetto “Il Quartiere che Vorrei”
La Festa Patronale del Cristo continua a coinvolgere il quartiere con eventi, spettacoli e iniziative per il futuro del territorio. Mercoledì 9 ottobre, il progetto “Il Quartiere che Vorrei” verrà presentato alla comunità.
La Festa Patronale del Cristo continua a coinvolgere il quartiere con eventi, spettacoli e iniziative per il futuro del territorio. Mercoledì 9 ottobre, il progetto “Il Quartiere che Vorrei” verrà presentato alla comunità. Il Quartiere Cristo di Alessandria è in pieno fermento con la Festa Patronale del Cristo, un evento che non solo celebra la tradizione, ma punta anche al futuro del…
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