#Il Quartiere che Vorrei
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Alessandria, Quartiere Cristo: Prosegue la Festa del Cristo e la presentazione del progetto “Il Quartiere che Vorrei”
La Festa Patronale del Cristo continua a coinvolgere il quartiere con eventi, spettacoli e iniziative per il futuro del territorio. Mercoledì 9 ottobre, il progetto “Il Quartiere che Vorrei” verrà presentato alla comunità.
La Festa Patronale del Cristo continua a coinvolgere il quartiere con eventi, spettacoli e iniziative per il futuro del territorio. Mercoledì 9 ottobre, il progetto “Il Quartiere che Vorrei” verrà presentato alla comunità. Il Quartiere Cristo di Alessandria è in pieno fermento con la Festa Patronale del Cristo, un evento che non solo celebra la tradizione, ma punta anche al futuro del…
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È molto strano perché mi piace tanto inserire foto e ovviamente l'editing è tremendo, ma non riesco più a farne tante con disinvoltura e non so perché.
Comunque: oggi ho sentito la psicologa e lei è molto contenta di rivederci e anche io e mi ha detto di fare un diario e direi che su quello ci siamo, poi sicuramente dovremmo stabilire un'ordine di priorità sulle cose da affrontare perché c'è tanto di cui parlare
In queste settimane ho fatto tanti dolci e i miei rotolini alla cannella non hanno lievitato perché il lievito fresco ha fatto i capricci e ci ho sofferto un po'
È molto molto molto difficile studiare e avere una routine, ma vorrei dormire più presto e riuscire ad aggiustare qualcosa in questa routine. La prossima settimana verrà la mia famiglia e verranno tutti che è un grande stress e mi chiedo come facciano a non capirlo. Ho anche un progetto di laboratorio da fare in quei giorni e sarà un casino
Una mia amica storica ha trovato casa e sono così contenta per lei anche perché è in un quartiere a cui vogliamo bene e iniziare in nuovo capitolo della nostra vita insieme riempie il cuore. Ho visto la sua famiglia e abbiamo parlato e forse un po' mi sono sentita socialmente accettabile.
Ho imparato da lei a indossare i turbanti ed è benissimooo ora i miei capelli sono salvi dall'essere toccati dalle mie mani ossessive stressate
Sto leggendo e ho riorganizzato la libreria e il comodino perché con la mia famiglia arriveranno delle nuove cose di casa, soprattutto libri. Sto finendo gita al faro ed è proprio bellissimo e ne avrò nostalgia quando sarà finito, qui una citazione essenziale
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CESENA
lavori in corso
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NOI NON
DIMENTICHIAMO
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Davanti ai morti, davanti alle cataste di oggetti e attrezzature ormai inservibili..
Davanti ai cumuli di fango.
Davanti al pianto disperato di chi in 36 ore s'e visto portare via la casa, oppure è rimasto isolato in frazioni sperdute della collina e della montagna cesenate, frazioni ormai irraggiungibili perchè le strade si sono sbriciolate e sono scivolate a valle per decine di metri.
Davanti a tutto questo, vorrei condurre l'intera redazione di quei pseudo-giornali che sono Libero e il Giornale di Feltri.
Dovremmo proprio organizzargliela una bella gita scolastica di apprendimento e approfondimento!
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Ve li ricordate i loro interventi in Tv?
Da anni e anni, di continuo, a ridicolizzare Greta Tumberg.
A chiamarla "povera demente in cerca di pubblicità..."
Ve li ricordate i loro sguardi sardonici, la loro becera ironia su "GRETA LA VISIONARIA" , GRETA "la mentalmente instabile", GRETA "che lotta contro i mulini a vento?"
Io ricordo ogni sequenza, ogni parola, ogni loro sorrisetto da primi della classe, da saputelli, da bulletti di quartiere.
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E ve lo ricordate quando arrivarono a coniare il neologismo "GRETINI" per denigrare e sbeffeggiare gli studenti, i giovani ed i meno giovani che hanno voluto partecipare alle manifestazioni del venerdi?
I venerdi del "Fridays for future"?
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Bene, io vorrei condurre tutti quanti loro: i vari Senaldi, i Feltri, i Porro, i Belpietro, i Sallusti, davanti ai risultati devastanti di questa colossale catastrofe climatica , e alle singole officine sventrate, alle cantine piene di melma, alle persone costrette ad abbandonare le loro case inagibili o a dormire nelle palestre delle scuole Medie.
Vorrei averli qui davanti.
Vorrei che rispiegassero una volta ancora ai congiunti delle 13 vittime di questo disastro (cosi esplicitamente provocato dai cambiamenti climatici in corso), quanto fosse troppo pessimista e catastrofista quella ragazzina visionaria!
Quella che ha girato tutto il mondo per portare il proprio grido di allarme davanti a tutti i Governi del pianeta.
Per dire che non c'è più un attimo da perdere se vogliamo salvare il nostro amato pianeta.
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Allora, a tutti questi Soloni da scrivania, a questi leoni da redazione, capaci sono di sentenziare l'infermità mentale di Greta Tumberg, vorrei fare una sola domanda:
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Chi aveva visto più lontano, ben oltre il proprio naso?
Chi era davvero il visionario?
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Cari Senaldi, Belpietro, Porro, Feltri, Sallusti, se è vero che praticate l'onorata professione di giornalisti, fatevele due domande e mettete in moto la vostra materia grigia, prima di giudicare su problematiche che non conoscete minimamente, solo per il gusto di distruggere una attivista, che si batte per salvare ciò che resta del nostro pianeta, la nostra unica CASA .
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Post scriptum:
E se avete tempo, venite qui in Romagna a darci una mano, piuttosto!
Vi aspettiamo.
Un badile, una pala, ve li regaliamo noi!
Perchè noi romagnoli, siamo pure generosi e un lavoro ve lo troviamo volentieri e alla svelta.
C'è ancora davvero tanto da fare [ mesi e mesi ] per mettere in sicurezza le strade, i ponti e gli argini.
In fondo, Voi che siete degli specialisti del fango, dovreste trovarvi a casa, in questa melma.
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[ Gretini di Cesena ]
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ci sono ragioni per cui voglio che il tempo passi in fretta e altre per cui vorrei che ogni giorno fosse estremamente lento per assaporarlo tutto. vado a correre. mi rendo meno conto della fatica se nel mentre mi metto a sognare ad occhi aperti, anche se poi mi sgrido perché non dovrei, perché poi non succede. conosco il quartiere come le mie tasche, ma è abitato solo dai miei pensieri, perché lo attraverso puntualmente sola e tutte le cose che penso restano dentro di me. sono giorni che penso almeno una volta nel corso della giornata che vorrei piangere tantissimo, ma che non ci riesco da quasi due mesi. non per qualcosa in particolare, solo un po' per tutto e per niente, anche per le cose belle come la canzone dei Carpenters che mi ha messo in playlist. anche per le cose brutte che non voglio nominare e che vomito in un vocale di sette minuti a mia madre, tornando bambina esattamente per quel lasso di tempo
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Da oggi ho deciso di aprire una “rubrica”, non so se è una buona idea, non so se qualcuno mai la leggerà o se a qualcuno importa, ma così mi dice la testa.
La rubrica si chiamerà “cose che nessuno mi ha chiesto”
1. Il biciclettaio:
Un giorno il mio migliore amico (una ragazzo di Avellino che studia medicina qui a Firenze, si chiama Michele, detto Mike), mi ha invitato a casa sua per uno dei suoi soliti festini. Mi sono ubriacata male, quella notte mi è venuto il ciclo, mi sono svegliata che ero un mostro dolorante e in post sbornia.
La mattina Mike aveva preso appuntamento per andare a comprare una bici in un posto dove praticamente raccolgono le bici usate e abbandonate che il comune rimuove periodicamente in giro e le rimettono a nuovo con l’aiuto dei carcerati. “Fico!” penso, ma sono veramente troppo distrutta anche solo per tornare a casa, figuriamoci.
Gli dico di no. Insiste all’infinito.. nulla, devo accompagnarlo. Arriviamo lì e c’è un ragazzo giovane, sulla trentina, che sta aggiustando una bicicletta. Il mio amico ci parla per dirgli che li aveva contattati per comprare una bici da loro e lui la recupera e la ricontrolla tutta.
Ci fa aspettare un bel po’, non ricordo il perchè e per tutto il tempo il l’ho fissato perchè mi frullavano nella testa mille domande che avrei voluto fargli, tipo “ma tu sei un carcerato? Ti danno i permessi per uscire e venire a lavorare qui? Come funziona? Come è nata questa associazione? Ricevete fondi?” e via dicendo..
Lui è concentrato sulla bici e non mi sembra che faccia troppo caso a me, sinceramente.
Con non poche difficoltà e un’eternità di tempo (almeno cosi mi è sembrato a me) siamo riusciti ad infilare la bici nella macchina di Mike.. diciamo la verità, la ruota di dietro usciva dal bagagliaio dove era seduta una ragazza che reggeva sia la bici che lo sportello. Si, abbiamo rischiato la morte, ma lasciamo perdere.
Mike tutto contento finalmente mi riporta a casa e mi regala la sua bici vecchia che ormai aveva sostituito perchè per lui era troppo bassa e mi regala uno stiker dell’associazione, con su scritto “piede libero”.
Attacco subito lo stiker sulla bici e faccio una bella foto e la pubblico su instagram, “voglio far conoscere questa realtà!”, penso tra me e me. Quindi taggo la pagina dell’associazione, dopo averla trovata e seguita.
Mi mettono like alla storia. Bene.
Mi scrivono qualcosa tipo “grazie per il tag! Hai preso la bici da noi?” e io rispondo che no, avevo accompagnato un mio amico a prenderla e mi aveva donato lo stiker.
Mi facevo ancora molte domande sull’associazione e su quel ragazzo, quindi sono andata a curiosare e..tac! L’ho trovato! È taggato sulla foto! Mado subito sul suo profilo.. “Carino!” penso.
Dopo un po’ mi segue e mi scrive.. iniziamo a parlare e scopro che era sempre lui che mi rispondeva anche dalla pagina dell’associazione, solo che non poteva scrivermi troppo perchè il suo “capo” ha anche l’account e ogni tanto ci entra.
Scopriamo di vivere nello stesso quartiere.. gli dico che la bici che mi ha rifilato il mio amico è messa male e vorrei aggiustarla, ma senza spenderci troppo, lui mi dice che è un servizio che non fanno, ma che mi avrebbe dato un’occhiata se gliela portavo al baracchino sul lungarno dove lavorava.
Dopo qualche giorno torno lì dove c’è lui ad aspettarmi. ll capo vecchio non c’è, per fortuna.
Finalmente lo vedo dal vivo e questa volta da vicino. “È proprio bello!”, penso. Poi con quel fare da meccanico, con le mani tutte unte.. cerco di non pensarci ed essere disinvolta mentre sono dentro l’officina con lui e scambiamo 4 chiacchiere. Dopo un po’ me ne vado, dovevo fare weed shopping e poi sarei tornata.
Bevo due o tre spritz con la mia spaccina del cuore e torno da lui, mezza brilla. Ha sta finendo la bici, me la rimessa a nuovo e aggiunto luce e cestino! È veramente bella! Lo ringrazio e gli chiedo quanto gli devo, mi dice 25€, mi sembra un prezzo onesto.
Come una cogliona mi rendo conto che ho prelevato i soldi quasi solo per l’erba, mi rimangono 15€. Gli chiedo se posso pagare con la carta, non l’avessi mai detto!! Mi fulmina con lo sguardo e mi dice “seria?!” io rimango impietrita e dico “scusa, proprio non ci avevo pensato a prelevare 😅”…
Lui è palesemente scioccato in senso negativo e mi dice “non fa nulla, piuttosto me li porti un altro giorno! Possiamo vederci vicino casa e me li dai!”
Gli dico che è un’ottima idea, mi scuso e gli prometto che il giorno successivo avrei saldato il debito!
Come promesso il giorno dopo gli scrivo, ci vediamo alle 7 del mattino, prima che lui andasse a lavoro, sotto casa mia. Facciamo due chiacchiere e gli chiedo se posso offrirgli un caffè da me per farmi perdonare, lui accetta e sale.
Chiacchieriamo un po’, beviamo il caffe, io fumo, parliamo dell’associazione e noto che lui si avvicina piano piano.. fino a mettermi le mani sulle tette e baciarmi. Ogni tanto mi stacco e mi allontano, ma lui mi cerca, mi vuole. Non riesco a non cedere alla tentazione e mi lascio andare.
Finiamo mezzi nudi sul divano, ci tocchiamo, baciamo e infiliamo le mani ovunque a vicenda.
Ad un certo punto lo blocco, gli dico che non posso farlo perchè sono fidanzata. Lui rimane un po’ scioccato, si riveste e se ne va.
Ci risentiamo ancora, mi dice scherzosamente “mi offri un altro caffe?” e io gli dico “va bene, ma questa volta innocente caffe”..
Viene a casa mia, di nuovo, mi chiede del mio ragazzo e mi confessa che anche lui è impegnato e convive da poco con una donna più grande, che stanno pensando di mettere su famiglia e che lui ha un po’ di ansia e pensa che sono le sue ultime occasioni di libertà. Parliamo molto, ma ad un certo punto mi risalta addosso, mi bacia intensamente.. che fatica.. mamma mia..
Finiamo a letto, stiamo quasi per farlo, ma lo blocco di nuovo.. lui si incazza, discutiamo e se ne va sbattendo la porta.
Ci siamo risentiti poi, un pochino abbiamo chiarito, ma ho visto che lui non mi segue più su ig (unico contatto tra noi), quindi boh.
Questa storia, per ora, finisce qualche mese fà.. ero in giro con mia madre che era venuta a trovarmi, andiamo a prendere la tramvia per raggiungere il centro. Ad un certo punto vedo un ragazzo e una ragazza che camminano affianco con un passeggino. “Sono proprio una bella famiglia!” penso tra me e me. Poi li guardo meglio.. era lui. Con la compagna. E un bebe di qualche mese, mi si è ghiacciato il sangue. Poche volte nella vita mi sono sentita così tanto una merda.
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Se tu potessi ottenere nella realtà un Pokémon, UNO SOLO, quale sceglieresti?
Pensaci beneeeeee
Che domande complicate che fai ogni volta...
Vorrei dire Wailord così ogni volta che lo tiro fuori dalla pokeball, rade al suolo un quartiere solo per posizionarsi
Ma tralasciando ciò, un Pokemon da portare nella realtà dovrebbe essere un mostriciattolo che pio esserti utile in quante più cose possibili, è difficile sceglierne uno per bene 🤔
Tipo Ditto che si può trasformare in qualsiasi cosa, Rotom che è utile in tutto ciò che riguarda la tecnologia, o anche un Machamp altezza uomo che ti aiuta in qualsiasi lavoretto manuale
Comunque io nel dubbio direi Mew, perché nei giochi Pokemon lui è l'unico che può imparare letteralmente qualsiasi mossa quindi può fare di tutto con il suo corpo e poi è così piccino e carino
Grazie della domanda interessante 🥰
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Ero arrivato all'indirizzo e avevo suonato il clacson. Dopo aver aspettato qualche minuto, suonai di nuovo. Visto che quella sarebbe stata la mia ultima corsa del turno, pensai di andarmene, ma invece misi la macchina in parcheggio, mi avvicinai alla porta e bussai. 'Un attimo,' rispose una voce fragile e anziana. Sentii qualcosa trascinarsi sul pavimento.
Dopo una lunga pausa, la porta si aprì. Davanti a me c'era una piccola donna sui novant'anni. Indossava un vestito a fiori e un cappellino con un velo appuntato, come qualcuno uscito da un film degli anni '40.
Accanto a lei c'era una piccola valigia di nylon. L'appartamento sembrava disabitato da anni. Tutti i mobili erano coperti da lenzuola.
Non c'erano orologi alle pareti, né soprammobili o utensili sui ripiani. In un angolo c'era una scatola di cartone piena di foto e oggetti di vetro.
'Potresti portare la mia valigia alla macchina?' disse. Presi la valigia e la portai al taxi, poi tornai ad aiutarla.
Mi prese per il braccio e camminammo lentamente verso il marciapiede.
Continuava a ringraziarmi per la mia gentilezza. 'Non è niente,' le dissi. 'Cerco solo di trattare i miei passeggeri come vorrei che trattassero mia madre.'
'Oh, sei un bravo ragazzo,' disse. Quando salimmo in taxi, mi diede un indirizzo e poi chiese: 'Potresti passare per il centro?'
'Non è la strada più breve,' risposi rapidamente.
'Oh, non importa,' disse. 'Non ho fretta. Sto andando in un hospice.'
Guardai nello specchietto retrovisore. I suoi occhi luccicavano. 'Non ho più famiglia,' continuò con voce dolce. 'Il dottore dice che non mi resta molto tempo.' Spensi il tassametro in silenzio.
'Quale percorso vuoi che faccia?' chiesi.
Per le successive due ore, guidammo attraverso la città. Mi mostrò l'edificio dove aveva lavorato come operatrice di ascensori.
Passammo per il quartiere dove lei e suo marito avevano vissuto da novelli sposi. Mi fece fermare davanti a un magazzino di mobili che un tempo era stata una sala da ballo dove andava a ballare da ragazza.
A volte mi chiedeva di rallentare davanti a un particolare edificio o angolo e restava a fissare nel buio, senza dire nulla.
Quando l'alba iniziava a intravedersi all'orizzonte, disse improvvisamente: 'Sono stanca. Andiamo ora.'
Guidammo in silenzio fino all'indirizzo che mi aveva dato. Era un edificio basso, simile a una piccola casa di riposo, con un vialetto che passava sotto un portico.
Appena arrivammo, due inservienti uscirono dal taxi. Erano premurosi e attenti, osservando ogni suo movimento. Dovevano aspettarla.
Aprii il bagagliaio e presi la piccola valigia. La donna era già seduta su una sedia a rotelle.
'Quanto ti devo?' chiese, mettendo mano alla borsa.
'Niente,' dissi.
'Devi guadagnarti da vivere,' rispose.
'Ci sono altri passeggeri,' replicai.
Quasi senza pensarci, mi chinai e la abbracciai. Mi tenne stretta.
'Mi hai regalato un piccolo momento di gioia,' disse. 'Grazie.'
Le strinsi la mano e poi mi allontanai nella luce fioca del mattino. Dietro di me, una porta si chiuse. Era il suono della chiusura di una vita.
Non presi più passeggeri per quel turno. Guidai senza meta, perso nei miei pensieri. Per il resto della giornata, riuscii a malapena a parlare. Cosa sarebbe successo se quella donna avesse avuto un autista arrabbiato o impaziente di finire il turno? E se avessi rifiutato la corsa, o avessi suonato il clacson una volta, poi me ne fossi andato?
Ripensando a tutto, non credo di aver fatto nulla di più importante in vita mia.
Siamo abituati a pensare che le nostre vite ruotino attorno a grandi momenti.
Ma spesso i grandi momenti ci sorprendono, splendidamente avvolti in quello che altri potrebbero considerare un piccolo gesto.
LE PERSONE POTREBBERO NON RICORDARE ESATTAMENTE COSA HAI FATTO, O COSA HAI DETTO MA RICORDERANNO SEMPRE COME LE HAI FATTE SENTIRE.
In fondo a questa grande storia c'era una richiesta di inoltrarla - ho eliminato quella richiesta perché se hai letto fino a questo punto, non avrai bisogno di essere invitato a passarla oltre, lo farai spontaneamente...
La vita potrebbe non essere la festa che speravamo, ma mentre siamo qui possiamo anche ballare...
Da Marco Gigli.
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altro punto a sfavore dei Nadia defenders che vorrei precisare in quanto persona allagata irl: la bro è tanto brava buona e misericordiosa mentre Lucio e Valerius sono brutti e cattivi come se lei avesse fatto qualcosa per il quartiere progressivamente sempre più allagato 💀
tbh di questi tre quello con cui ce l'avrei di meno è Valerius per il semplice fatto che il poveraccio è praticamente salito al potere overnight ieri l'altro e nelle situazioni presenti di allagamento è difficile fare qualcosa (l'acqua è ormai alta in molte case, si può evacuare e cercare un modo per arginare i metri d'acqua)... ma in passato sarebbe stato facile sia prevenire sia gestire la situazione in letteralmente qualsiasi altro modo...
Spero abbia senso quello che sto dicendo perché è difficile metterlo a parole 💀
Ammetto di essere un po' arrugginit sull'argomento, ma specificano mai QUANDO nella timeline avvenga l'allagamento del distretto? Nel senso se durante Lucio o dopo la sua morte? Potrei sbagliarmi ma ho dei vaghi ricordi di Nadia al Lazzaretto che parla di come Valerius sia stato corrotto (da chi non si sa) per non sistemare delle infrastrutture. Ma appunto non ricordo benissimo, quindi non commento oltre.
Comunque sì, Nadia è comunque un'omertosa di merda. E se Valerius fosse effettivamente corrotto sarebbe un altro punto a suo sfavore come regnante per non averlo calciorotato fuori dal palazzo.
#shocked pikachu face quando il tizio che si è fatto il culo per gestire la città in tua assenza#e a cui parli di merda dietro ti fa un colpo di stato perché sei oggettivamente una scansafatiche#no va beh assurdo gasp#ammissione cringe ma ogni tanto mi arrabbio perchè tumblr mi mette letteralmente i nadia stans che fanno post anti lucio nella for you page#cioè mi imboccano proprio non li vado a cercare e scrivono delle boiate allucinanti stra ipocrite#quindi per sfogarmi scrivo dei post oggettivamente veri ma piuttosto verbalmente aggressivi e poi non li pubblico#quindi ora ho nei draft tot post corti ma super infiammatori su nadia e niente vorrei postarli perché lol così imparano ad essere tossici#ma al contempo non voglio la scocciatura di avere americani chronically online che mi intasano le note#quindi immagino non ne varrebbe la pena uffa ecco#asks
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LA RAGAZZA DEL PIRATA.
L’estate è di gran lunga la stagione che mi piace meno. Gli amici del mio quartiere se ne vanno tutti al mare e i compagni di scuola, anche loro vanno al mare. Io ne farei volentieri a meno, cioè, il mare mi piace, ma fa troppo caldo e poi mi rimane il segno bianco degli occhiali sul viso. Ma la cosa che proprio mi fa vergognare di più sono i miei costumi. Ogni anno la mamma me ne compra un paio nuovi, ma sono troppo colorati, mi si nota da tutta la spiaggia, come l’insegna del bar Marilena quando c’è la festa del quartiere. Io invece vorrei essere guardata il meno possibile, perché ogni volta che qualcuno mi vede o mi parla fa sempre quell’espressione come a dire “poverina”, che alla fine non lo dice mai, ma ce l’ha scritto in faccia e si vede benissimo. Come l’insegna del bar Marilena. La mamma dice che quei colori mi illuminano il viso, io vorrei dirle che così mi si nota di più il segno bianco degli occhiali, ma mi limito a sorridere alla meglio e fare di sì con la testa.
Sono Maria e ho sette anni, ma sembro un po’ più piccola dei ragazzini della mia età. La mamma dice che è questione di tempo, che anche sua sorella, la zia Antonella, era bassina ma ora è una stangona. E io le credo, anche se quando lo dice la sua voce si incrina un po’ e lo sguardo è meno croccante. Faccio visite da quando sono nata, un dottore dopo l’altro, come quando sei sul treno e vedi passare le stazioni dal finestrino e ti fermi giusto il tempo per fare pipì e ripartire subito senza che sia cambiato niente e non vedi l’ora di scendere davvero e goderti la vita oltre la stazione.
Pare che io abbia una malattia che chiamano “sindrome” legata a un cromosoma, roba complicata, però io non mi fido mica tanto di questi dottori, perché non mi sembra di essere malata, io sto benissimo. Sì ok, leggo lentamente e sbaglio spesso le parole, ma lo fa anche nonno Michele che ha ottantasette anni e non mi pare che faccia tutte queste visite. Anche se dicono che lui ha il “morbo” e quando lo dicono allargano tutti le braccia rassegnati. Forse lo hanno fatto scendere a forza dal treno in una stazione che non era la sua e ora si guarda intorno in cerca di un passaggio, che forse non arriverà mai.
Alla fine mi rassegno e parto per la spiaggia, anche perché a Livorno se d’estate non vai al mare finisci per passare le giornate dentro casa e come dice nonno Michele mentre cammina dalla cucina alla sala cercando l’uscita della sua stazione, «a stare in casa ti incattivisci». E appena finisce la frase piscia al termosifone convinto che sia la statua della Libertà. Perché dice sempre che «gli americani non capiscono un cazzo», ma non si ricorda il motivo.
Mi piace venire al mare qui, in mezzo a tutta questa gente con nomi importanti. Sembra di stare a Hollywood. La mamma dice che se fossi nata in America avrei fatto sicuramente l’attrice. Magari quando sarò alta come zia Antonella ci farò un pensierino, per il momento cerco di imparare a parlare bene, perché non si è mai vista un’attrice che inciampa sulle parole, traballa, e alla fine si scapicolla.
Ogni giorno alle sedici in punto vado a fare la fila al bar, per prendere un ghiacciolo alla fragola. La mamma dice che con questo caldo c’è bisogno di qualcosa di rinfrescante, e ogni giorno, sempre, cascasse il mondo, mi viene incontro Samuel, il barista. Lui è alto, la barba disegnata bene e i capelli raccolti in una coda. Sembra un pirata con quegli anelli e gli orecchini. Un pirata che profuma di buono. A lui non interessa se sono bassa, se ho il segno degli occhiali, lui non ha l’insegna del Bar Marilena dentro allo sguardo, o se ce l’ha la tiene spenta. Ogni giorno si avvicina, ha un tatuaggio di Che Guevara sul braccio destro e lo stemma del Livorno Calcio su quello sinistro. Io non lo conosco questo signore Che Guevara, ma pare che qui sia amico di tutti. Mi solleva, bacino sul collo e poi mi dice:
«Te oggi sei la mia ragazza, se ti azzardi a farmi le corna ti stacco le braccine, intesi?». Ogni giorno. Cascasse il mondo.
Io non glielo dico che mi piace Iuri di terza F, non vorrei che ci rimanesse male. Però un po’ mi fa piacere essere la ragazza del pirata.
Magari quando sarò alta come zia Antonella mi farò invitare a cena fuori. Perché certe occasioni vanno prese al volo, alla faccia di tutte le sindromi e di tutti i cromosomi.
Francesco Lollerini 🖋
Immagine Flickr
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Ho appena scoperto una cosa scioccante.
Avevo chiesto di uscire con un collega di lavoro, dissi “un giorno potremo uscire di nuovo insieme” siccome ci uscii una sera, ma fortunatamente non lo feci mai e non lo farò mai. Ho scoperto su Instagram che nel suo gruppo di amici ci sta un ex amico con cui ho avuto un'amicizia molto tossica.
Mi preoccupa particolarmente l'idea di uscirci e per puro caso ritrovarmi il suo gruppo col mio ex amico, che sarebbe anche in grado di farmi passare per una persona che non sono. Non voglio più avere nulla a che fare con lui. Proprio per questo facendo finta di niente non chiederò mai al mio collega di uscire insieme, non vorrei trovarmi nella situazione di ritrovarmi il gruppo di amici del mio collega tra cui quella persona.
È frustrante e spiacevole scoprire che il mio collega è amico proprio di lui, di tutta Napoli proprio lui doveva conoscere 🤦🏻♂️. Sembra una maledizione senza fine.
E pensare che non vado più nel quartiere in cui vive questo mio ex amico perché non voglio incontrarlo in giro, e ho quasi rischiato di ritrovarmelo. Ci manca che me lo ritrovi dopo anni che sono finalmente riuscito ad allontanarmi da lui. Pensare che non è nemmeno stato facile chiudere, la storia è lunga.. se volete sapere di più potete chiedermi.
Dovrei dormire ma mi sono rovinato la serata, vabbuo domani mi devo svegliare presto.
Ma vafammocc
Mi sono sfogato
Buonanotte
LupoSolitario00🐺
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Oggi,nell’era del digitale,sono scomparse molte edicole. Nella mia città in questi ultimi anni ne hanno chiuse tre. Una era sotto casa mia. Mi ricordo il signore che la gestiva,che poi ha passato l’attività al figlio che poi è andato in pensione e l’ha ceduta a un tizio che,dopo un anno, ha chiuso perché lavorava pochissimo e da allora l’edicola non ha più riaperto. Mi ricordo che mia nonna e mia mamma ci compravano quotidiani e riviste,io da piccola compravo gli album con le figurine, i fumetti e i fascicoli delle enciclopedie. Da grande anch’io acquistavo i giornali e mio figlio figurine e fumetti. C’era tutto un mondo che gravitava intorno a quell’edicola : le signore si fermavano lì a chiacchierare tra loro mentre sceglievano le riviste da comprare; gli uomini prendevano la gazzetta dello sport e parlavano di calcio col giornalaio prima di andare al bar. D’estate con le finestre aperte sentivo il vociare della gente che entrava e usciva dai vari negozi; nel quartiere ci conoscevamo tutti …Da anni ormai quei negozi hanno chiuso…la drogheria,il macellaio,il fruttivendolo,oltre l’edicola. Non si sentono più le risate e le chiacchiere. Qualcuno dice che oggi c’è internet per tutto,anche per socializzare. Tenetevelo pure,io vorrei indietro quel mondo che sembra estinto
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Alessandria, Quartiere Cristo: Prosegue la Festa con Eventi Culturali e Sociali sino a Giovedì. Incontri, proiezioni cinematografiche e spettacoli teatrali animano il Quartiere Cristo nell’ambito della tradizionale Festa del Cristo
La Festa del Cristo nel Quartiere Cristo di Alessandria prosegue con una ricca programmazione che si estende fino a giovedì 10 ottobre 2024,
La Festa del Cristo nel Quartiere Cristo di Alessandria prosegue con una ricca programmazione che si estende fino a giovedì 10 ottobre 2024, dopo un intenso weekend di eventi che ha coinvolto la comunità locale. Tra gli appuntamenti del weekend, i residenti hanno potuto assistere all’inaugurazione della Mostra sul Quartiere, al grande Murales, e partecipare alla Festa dello sport in piazza. I…
#25 anni Multisala Kristalli#Alessandria#Alessandria ottobre 2024#“Cosa ci tocca fare”#Centro Incontro Cristo#Cinema e Critica#Club di Domenica 13 ottobre#Compagnia Teatrale Fubinese#Eventi Alessandria#eventi culturali Alessandria#Eventi Quartiere Cristo#Eyes Wide Shut#Festa del Cristo#Festa dello sport#Festival Adelio Ferrero#Foto La Greca#Gabriella Borri#Gianni Tagliafico#Il Cristo negli Anni del Boom#Il Quartiere che Vorrei#mostra storica Quartiere Cristo#Mostra sul Quartiere#Multisala Kristalli#Murales Quartiere Cristo#processione religiosa#Progetti comunitari#Quartiere Cristo#Roberto Lasagna#Soms Cristo#spettacolo cabaret
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A casa ho un piccolo essere a quatto zampe peloso e grigio che per lo più distrugge cose, nel tempo libero, tra una cosa distrutta e l’altra, dorme anche.
È una femmina con un forte desiderio di acchiappare e uccidere tutto ciò che oscilla, il desiderio diventa quasi incontenibile se la detta cosa è il latte, se odora di menta o se è fuori dalla finestra.
Noi l’intenzione di lasciarla uscire ce l’abbiamo dobbiamo solo aspettare perché è piccola, vaccinata, ma non sterilizzata e io figli non ne voglio, figuriamoci prendermi cura di figli di altri. Quindi nel mentre perché la odio, ma un po’ la amo anche, le abbiamo comprato un guinzaglio e la portiamo fuori noi.
Oh se portare fuori un gatto a passeggiare non è un’esperienza amici miei, se non lo è. Innanzitutto non è un cane, i gatti camminano su ogni superficie ad ogni altezza e grado di inclinazione e camminano in silenzio perché loro predano. Camminano di soppiatto e si infilano, stanno fermi ad ascoltare, pazienti, immobili come delle statue e poi scattano all’improvviso, loro vedono e sentono tutto e sono ricettivi ad ogni cosa che sia un suono, un odore o una cosa che si muove.
Io esco col gatto e cammino in punta di piedi per non rovinarle l’esplorazione, cerco di tenerle il guinzaglio sempre morbido e quindi camminiamo sui muretti in equilibrio, ci fermiamo per minuti interi ad osservare le foglie che si muovono, ieri abbiamo scoperto che la salvia è malata.
L’altro giorno abbiamo sgamato un nido di piccioni. Abbiamo camminato in mezzo ai cespugli e abbiamo trovato una piccola pallina mai vista prima. Quando non conosciamo bene il posto camminiamo piano rasente i muri e poi se vediamo una cosa che si muove ci fermiamo, fissi, rigidi e con religioso silenzio ci avviciniamo per sorprenderla all’improvviso. Seguiamo ogni moscerino, mangiamo fili d’erba, ci arrampichiamo sui muri dei vicini e facciamo amicizia coi gatti del quartiere allungando piano le zampette al di là della rete. Lei fuori sta zitta, in casa con noi comunica spesso, a modo suo, miagola per manifestare cose, bisogni o semplicemente felicità, fuori invece non ha bisogno di parlare, lei sta muta ad osservare e curiosare, non deve, non può fare rumore. E io ho scoperto che posso non fare rumore insieme a lei se voglio.
Giochiamo con ogni pozza d’acqua che troviamo e ci infiliamo le zampette per schizzare lontano, è divertentissimo. I rumori forti un po’ ci spaventano, anche il cane dei vicini non ci piace molto, ma piano piano prenderemo confidenza e diventeremo le regine del quartiere.
Il momento in cui sarà pronta ad uscire da sola un po’ mi spiacerà, è giusto che esca senza guinzaglio, è un gatto e deve portarmi a casa carogne di altri animali, vedere però il mondo dal suo punto di vista è così poetico e stranamente semplice che certe volte penso vorrei prendere il suo posto ed esplorare tutto coi suoi occhietti piccoli e immacolati.
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Ero solita passeggiare lungo un sentiero di asfalto contornato dal verde, lungo quel sentiero non v’era mai nessuna entità, nessuno attraversava a piedi quel tratto di strada. V’erano solo profumi e uccelli canterini, era il tratto di mondo che preferivo, il mio tratto di mondo e soltanto io custodivo il suo segreto: la sua bellezza. Un giorno di primavera verso le due del pomeriggio, m’inoltrai in una zona mai esplorata di quel, sentiero colmo di verde e incanto. Passo dopo passo, mi ritrovai dinanzi una zona abitata, un quartiere di villette a schiera, dai mattoncini rossi e tetti marroni, passo dopo passo, udivo il vento fra le foglie degli alberi, in quel fruscio v’era gioia e tranquillità. Mi ritrovai dinanzi ad una scena, che a distanza di anni rimembro tuttora, una scena che se potessi registrare, diverrebbe l’inizio di un mio film. Un ragazzo disposto dinanzi ad una tela, dipingeva e osservava il paesaggio. Era lì, ornato da una luce celestiale, immerso nella sua solitudine e dipingeva. V’era soltanto la natura ad ampliare la bellezza di quella scena, bellezza che mi fermai ad ammirare. Alcuni istanti trascorsero e l’ammirazione mutò in audacia, trasformando il silenzio in parole, infatti, esclami: buon pomeriggio, sconosciuto. A distanza di anni vorrei avere il coraggio che ebbi, vorrei ritornare su quel sentiero per porgere il mio saluto nuovamente, ritornare a quel pomeriggio per rivivere nuovamente quel momento.
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Mentre portavo fuori la cagnolina della coinqui sono passata per un quartiere che adoro accanto al nostro, voglio dire vicinissimo. Allora ho visto che sul pavimento della piazza principale è comparsa una falce e martello gigante, dipinta, in occasione del primo maggio, da un collettivo che vorrei frequentare ma diocane col lavoro non riesco mai. Comunque è stata una rivelazione meravigliosa, con il sole, il vento che scuoteva gli alberi, i bambini che giocavano, gli uccellini che cinguettavano e la falce e martello gigante per terra
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Rimani dove sei cercando altro. Una volta certa di aver trovato una situazione migliore, cambi
Certo, sarebbe la scelta più logica; però a fine febbraio mi scade il contratto e vorrei poter già avvisare da ora se rinnovarlo o no (per non lasciarli nella merda all'ultimo) + a marzo inizia il secondo semestre e avrò cinque corsi da seguire quindi sarà impossibile stare davvero dietro a tutti(: seguire le lezioni e aggiustare gli appunti e sapere più o meno gli argomenti) continuando a lavorare il pome, quindi c'era questa ideuzza di prendermi una pausa: lasciare il lavoro, seguire l'uni, magari farmi anche mezza estate libera, prendere la disoccupazione e poi ricominciare a lavorare ad agosto/settembre (ammesso e non concesso che riesca a stare senza lavorare, l'ultima volta sono durata 10gg prima di mettermi a girare per la città a piedi cercando annunci di ricerca personale, vabbè)
e quindi da una parte vorrei approfittare della fine del contratto per squagliarmela e via (che abbia trovato un altro lavoro o meno), dall'altra vorrei avere già l'alternativa pronta perché poi appunto mi viene l'ansia di "non trovare nulla"(aka trovare solo merde), e dall'altra ancora vorrei restare perché è un luogo che conosco già e bho
(che poi l'ideale sarebbe trovare lavoro nel mio quartiere, anche sempre in un panificio, così pure se dovessi finire tardi la sera e fare orari assurdi, almeno sarei già vicino a casa e non dovrei sottostare agli orari dei mezzi)
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