#incorso
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Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam.
Non mi vergogno d'aver sopportato la povertà, la malevolenza e l'odio dei miei, le esecrazioni, le ingratitudini di coloro ai quali volli giovare e giovai, gli effetti d'un'estrema barbarie e d'un'avarizia sordidissima. Per il che non mi duole d'esser incorso in fatiche, dolori, esilio: ché faticando profittai, soffrendo feci esperienza, vivendo esule imparai: ché trovai in breve fatica lunga quiete, in leggera sofferenza gaudio immenso, in un angusto esilio una patria.
Giordano Bruno, 17 febbraio 1600, Campo de' Fiori, Roma
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Avete più timore voi a giudicarmi che io ad accettare.
Non mi vergogno d'aver sopportato la povertà, la malevolenza e l'odio dei miei, le esecrazioni, le ingratitudini di coloro ai quali volli giovare e giovai, gli effetti d'un'estrema barbarie e d'un'avarizia sordidissima. Per il che non mi duole d'esser incorso in fatiche, dolori, esilio: ché faticando profittai, soffrendo feci esperienza, vivendo esule imparai: ché trovai in breve fatica lunga quiete, in leggera sofferenza gaudio immenso, in un angusto esilio una patria.
17 Febbraio 1600 Campo dei fiori. Roma
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»✿« ● Solennità di tutti i Santi uniti con Cristo nella gloria. Crociate e preghiere da recitare
»✿« ● È incorso il Rosario continuo di 24 ore, invitiamo tutti a unirsi anche se non si sono iscritti recitando il rosario negli orari che preferite, qua Messaggio dalla Vergine Maria riguardo la protezione dei Santi, qua -“Egli ti ama, figlia Mia, e ti ha scelta per affidarti uno dei compiti più importanti di questo secolo. Il tuo lavoro è paragonabile a quello richiesto a Suor…
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Le chiedo se con il mio silenzio sia incorso nella scomunica
Quesito Caro padre Angelo, sono di nuovo A. e la ringrazio per l’email con cui mi aveva risposto diversi mesi fa. Mi ha aiutato tanto. Sto ancora lottando da un punto di vista sacramentale ma credo di aver fatto dei passi avanti. Le scrivo nuovamente, e me ne scuso veramente tanto, per chiederle un consiglio su una questione. Proprio oggi durante l’ora di filosofia (sono all’ultimo anno di…
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Gaffe del premier libanese all'aeroporto di Beirut. Miqati scambia Meloni con la sua segretaria
Gaffe del premier libanese all'aeroporto di Beirut. Miqati scambia Meloni con la sua segretaria. Pensava fosse Giorgia Meloni e invece era Patrizia Scurti, capo della segreteria particolare della premier italiana. La gaffe in cui è incorso il primo ministro libanese Najib Miqati, forse ingannato dal fatto che, come da cerimoniale, si attendeva fosse la Presidente del Consiglio Meloni la prima a scendere dall'aereo. Il primo ministro Miqati si è incamminato accanto a Scurti, finché una persona del suo staff gli ha fatto notare che la premier doveva ancora scendere. Come si vede nel video diventato virale sui social, il leader libanese Miqati ha infatti salutato con un abbraccio e due baci sulle guance la segreteria di Meloni, Patrizia Scurti, scesa dalla scaletta dell'aereo reggendo due borse, assieme a Francesco Piazza, capo dell'ufficio del cerimoniale di Stato. Poco dopo il primo ministro libanese è tornato ai piedi della scaletta, dove ha accolto Giorgia Meloni, una stretta di mano, baci sulle guance, e uno scambio di battute e un sorriso reciproco. La premier Meloni è arrivata a Beirut in visita ufficiale. https://videopress.com/v/xxHG39ji... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Strage Viareggio, ex dipendente Rfi: "Sostegno a familiari delle vittime doveroso"
Riccardo Antonini: “Incorso in procedimenti disciplinari per aver supportato la loro battaglia”source
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Surfer Joe, l'araldo della surf music
Intervista al musicista Lorenzo 'Surfer Joe' Valdambrini. Se #SilverSurfer è l’araldo di #Galactus, #SurferJoe lo è della #surfmusic. #ris8 #ris8lifestyle #magazine #lorenzovaldambrini #surferjoesummerfestival #surfrock #surfband #surfculture #surf
Con l’articolo su Randy Nauert sono incorso in uno svarione che è stato puntualmente corretto dal mio amico Lorenzo Valdambrini l’ambasciatore della surf music anzi: come Silver Surfer è l’araldo di Galactus, Surfer Joe è l’araldo della surf music! Già, perché l’a.k.a. del Lorenzo Valdambrini è Surfer Joe che è poi il nome della sua band! Così mi sono deciso a fare una cosa che cercavo di…
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Shadolorix 🇮🇹Schizzo da finire 🇬🇧Sketch to be finished #fumetto #fumetti #comic #comics #arte #art #wip #workinprogress #incorso #lavoroincorso #lavoriincorso https://www.instagram.com/p/CIyxd5_pR49/?igshid=g59whyxz7l5x
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#Dicembre #incorso... #december #inprogress... #month #monthlyspread #lemome_notebooks #tracker #violet #purple #bulletjournal #bujo #bulletjournalcommunity https://www.instagram.com/p/CH8_fb6izbF/?igshid=mze7njtdyv9u
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#GENTEdiBIDDA #Ringraziamo #💪💪💪 #Repost @esercitoitaliano • • • • • • Piacenza #InCorso l'allestimento di un #ospedale da campo a #Piacenza, dove andranno ad operare medici e infermieri dell'Esercito, supportando le strutture del Servizio Sanitario Nazionale 🇮🇹 ••• #EsercitoItaliano #Dipiùinsieme #AlserviziodelPaese #Noicisiamosempre #aiutaciadifenderti #iorestoacasa #coronavirus #Covid19 (presso BIDDA bar) https://www.instagram.com/p/B97Kxa-KoIe/?igshid=1u2h74yy8mjr5
#gentedibidda#ringraziamo#💪💪💪#repost#incorso#ospedale#piacenza#esercitoitaliano#dipiùinsieme#alserviziodelpaese#noicisiamosempre#aiutaciadifenderti#iorestoacasa#coronavirus#covid19
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Ritorno ai murales. 😂 Da quanto non ne facevo uno. Haha #commissione#favore#yfc#Modena#progetto#incorso#drawing#lettering#🖌
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Holodomor è il nome con il quale si designa il genocidio per fame di oltre 6 milioni di persone, perpetrato dal regime sovietico, a danno della popolazione ucraina negli anni 1932 – 1933. Gli ucraini subirono una terribile punizione, perché accusati di contestare il sistema della proprietà collettiva. Tutte le risorse agricole furono requisite e la popolazione affamata. Un quarto della popolazione rurale, uomini, donne e bambini, fu così sterminata per fame. I cadaveri giacevano per strada senza che i parenti, anch'essi ormai in fin di vita, avessero la forza di seppellirli. La carestia determinò, insieme all'annientamento dei contadini, lo sterminio delle élites culturali, religiose e intellettuali ucraine, tutte categorie considerate "nemiche del socialismo”.
Dove e quando
L’altro Olocausto
La "Grande Carestia" (Holodomor in ucraino significa "infliggere la morte mediante la fame"), organizzata intenzionalmente dal regime sovietico, colpì l'Ucraina negli anni 1932-1933. Secondo i dati dei ricercatori, le regioni più colpite dalla carestia sono state: l'attuale regione di Poltava, la regione di Sumy, la regione di Kharkiv, la regione di Cherkasy, la regione di Kyiv, la regione di Zhytomyr, con il 52,8% delle vittime. In realtà Holodomor si estese a tutto il Centro, Sud, Est e Nord dell’Ucraina.
Autori e attori
Secondo gli storici è indubbio che l'Holodomor sia stato un atto di genocidio, risultato delle decisioni politiche del regime totalitario di Stalin per schiacciare il popolo ucraino. Ultimamente l'Ucraina ha reso noti numerosi documenti tratti dagli archivi dell'ex KGB, i quali hanno rivelato gli obiettivi e i meccanismi operativi della politica che ha portato alla morte di milioni di ucraini. In diversi Paesi del mondo sono state svolte ricerche e sono stati pubblicati materiali di archivio in Gran Bretagna, Italia, Francia etc. Essi testimoniano che, nel caso dell'Ucraina e delle regioni limitrofe, la fame è stata provocata premeditatamente.
Movente ideologico
La morte per fame in Ucraina è un tragico episodio della collettivizzazione forzata delle campagne. Il 6 maggio 1933 Stalin rispondeva con queste parole alla richiesta dello scrittore Mihail Solohov di inviare soccorsi alimentari alla popolazione stremata: “Gli stimati agricoltori del suo distretto, e non solo del suo, hanno fatto scioperi e sabotaggi, ed erano pronti a lasciare senza pane gli operai e l'Armata Rossa. Il fatto che si trattasse di un sabotaggio silenzioso e in apparenza pacifico (senza spargimento di sangue) è un fatto che non cambia per nulla la sostanza della faccenda, ossia che quegli stimati agricoltori hanno cercato di scalzare il potere sovietico. Facendogli guerra a oltranza, caro compagno Solohov!" (Libro nero del comunismo).
Pianificazione e modalità di esecuzione
Certamente la responsabilità dell'accaduto va attribuita al complesso del regime staliniano con la sua ramificata macchina punitiva. Tra i provvedimenti presi si evidenziano l’introduzione di quote enormi del raccolto di grano destinate all'ammasso (requisizione da parte dello Stato); il sequestro di tutti i generi alimentari; il divieto di vendita degli alimenti; lo spiegamento delle truppe interne e di confine per impedire agli affamati di spostarsi in altre regioni dell'URSS in cerca di cibo. A causa della realizzazione di queste e altre misure repressive la popolazione ucraina si ritrovò prigioniera in un enorme ghetto, nel quale era impossibile sopravvivere. Già il 7 agosto 1932 nell'URSS la proprietà collettiva fu dichiarata "sacra e inviolabile" in modo che chiunque - bambini compresi - avesse commesso un furto ai danni della "proprietà socialista" (fosse anche raccogliere di nascosto qualche spiga di grano per il proprio figlio che moriva di fame), o l'avesse "sperperata", sarebbe incorso in una condanna compresa tra i dieci anni di lavori forzati nei lager e la pena di morte. Le quote destinate agli ammassi (per le città e per l'esportazione) avevano la priorità assoluta e non potevano essere ridotte per alcun motivo; quelle imposte all'Ucraina erano insostenibili (nel luglio 1932 si pretese il 45% del raccolto, in novembre si annunciò una seconda requisizione e nel gennaio 1933 una terza). Il 6 dicembre 1932, con una circolare dell'Ufficio politico alle autorità locali, i villaggi ucraini accusati di non ottemperare alle quote stabilite vennero sottoposti alle seguenti sanzioni: bando di ogni rifornimento (di beni o di cibo), requisizioni forzate, divieto di ogni commercio, confisca di ogni risorsa finanziaria. Brigate apposite razziarono tutto il grano disponibile, compreso quello per le semine.
Portarono via tutto
Il 27 dicembre 1932 venne imposto l'obbligo del "passport", il passaporto destinato agli spostamenti interni, per bloccare le disperate fughe dalle zone colpite dalla carestia e il 22 gennaio 1933 un'altra circolare, firmata da Stalin e Molotov, impedì con ogni mezzo (dalla sospensione della vendita dei biglietti ferroviari a veri e propri blocchi stradali) ai contadini ucraini e del Caucaso settentrionale di uscire dai distretti in cui non c'era più nulla da mangiare. La circolare del Politburo del 27 dicembre 1932 motivava l'obbligo del passaporto interno come mezzo per "liquidare il parassitismo sociale e combattere l'infiltrazione dei kulak nelle città", mentre la circolare del 22 gennaio 1933, firmata da Stalin e Molotov, faceva riferimento "all'arresto degli elementi controrivoluzionari" e spiegava che "il Comitato Centrale e il governo hanno la prova che tale esodo in massa dei contadini [verso la città per sfuggire alla carestia] è organizzato dai nemici del potere sovietico, dai controrivoluzionari e dagli agenti polacchi, a scopo di propaganda contro il sistema kolkhosiano in particolare e il potere sovietico in generale" (Libro nero del comunismo). Nonostante ciò, nel 1933 il governo sovietico esportò 18 milioni di quintali di grano e di altri prodotti, continuando a negare ufficialmente la carestia. Solo il 15 marzo 1933 le requisizioni di grano furono sospese e in aprile nei villaggi venne distribuito grano dai depositi dell'esercito. I contadini sfiniti dovettero essere aiutati nelle operazioni di semina del raccolto che, finalmente, avrebbe posto fine all'incubo.
Entità dello sterminio
Tenuto conto che nel 1932 in Ucraina vivevano 32.680.00 persone, diverse fonti convergono nella valutazione delle vittime con una stima che va dai 4.5 ai 6 o 7 milioni. Lo storico e giornalista Paolo Rumiz parla di "almeno sei milioni di morti per fame nella sola Ucraina" e cioè "25mila al giorno", "17 al minuto", specificando poi che "un morto su tre era bambino o neonato”. Andrej Gregorovich, ucrainista americano, parla della morte di 7 milioni di ucraini; cita la testimonianza dello stesso Stalin a Churchill secondo cui i morti in quattro anni di collettivizzazione sarebbero stati 10 milioni; afferma che "stime prudenti" ritengono che i morti siano stati circa 4,8 milioni, mentre "molti studiosi riconosciuti" hanno stimato il numero dei morti oscillante dai 5 agli 8 milioni. Nel Libro nero del comunismo Nicolas Werth parla di "oltre 6 milioni di vittime" e Giovanni Gozzini, nel volume dedicato alla mostra Gulag. Il sistema dei lager in URSS, ricorda che "le stime più recenti e accurate condotte sulle fonti demografiche ufficiali valutano tra i 4 e i 6 milioni di morti il frutto di questo uso della carestia come strumento di normalizzazione della struttura di classe nelle campagne", rifacendosi alla ricerca di S.G. Wheatcroft e citando anche la documentazione raccolta da A. Graziosi in Lettere da Kharkov. La carestia in Ucraina e nel Caucaso del Nord nei rapporti dei diplomatici italiani 1932-1933. Dal censimento del 1933 confrontato con quello del 1926 si evince che la popolazione dell'URSS, cresciuta del 15,7%, era invece calata in Ucraina del 9,9%. Gli archivi dell'epoca, accessibili solo da poco tempo, testimoniano lo sfruttamento intenzionale della carestia da parte del regime sovietico per colpire i contadini nel nuovo disegno di "ingegneria sociale". Tenendo segreta la verità, il potere sovietico voleva sfuggire alle proprie responsabilità.
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Nel mese di novembre 2008 il Sacro Sinodo della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca ha definito l'Holodomor come atto di genocidio. Attualmente l'Holodomor è stato riconosciuto come atto di genocidio dai Parlamenti di 24 Stati, tra i quali Argentina, Australia, Canada, Estonia, Georgia, Ungheria, Lituania, Polonia e Stati Uniti. L’Italia non si è ancora espressa in merito.
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a proposito della "denazificazione" dell'Ucraina......
a proposito delle orrende alleanze pur di cacciare i comunisti...
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Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L'interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po' balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire, nel modo più preciso e senza una parola di troppo: "Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena.
Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata".
Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti
la sua fedele trascrizione: " Il sottoscritto essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l'avviamento dell'impianto termico, dichiara d'essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di avere effettuato l'asportazione di uno dei detti articoli nell'intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell'avvenuta effrazione dell'esercizio soprastante".
Ogni giorno, soprattutto da cento anni a questa parte, per un processo ormai automatico, centinaia di migliaia di nostri concittadini traducono mentalmente con la velocità di macchine elettroniche la lingua italiana in un'antilingua inesistente.
Avvocati e funzionari, gabinetti ministeriali e consigli di amministrazione, redazioni di giornali e di telegiornali scrivono parlano pensano l'antilingua.
Caratteristica principale dell'antilingua è quello che definirei il "terrore semantico", cioè la fuga di fronte ad ogni vocabolo che abbia di per se stesso un significato, come se "fiasco" "stufa" "carbone" fossero parole oscene, come se "andare" "trovare" "sapere" nascondessero azioni turpi.
Nell'antilingua i significati sono costantemente allontanati, relegati in fondo a una prospettiva di vocaboli che di per se stessi non vogliono dire niente o vogliono dire qualcosa di vago o sfuggente. [...]
Chi parla l'antilingua ha sempre paura di mostrare familiarità e interesse per le cose di cui parla, crede di dovere sottintendere: "io parlo di queste cose per caso, ma la mia funzione è ben più in alto delle cose che dico e che faccio, la mia funzione è più in alto di tutto, anche di me stesso.
Italo Calvino, L'antilingua, da "Il Giorno" del 3 febbraio 1965)
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Trento: “truffa del falso avvocato o carabiniere”, la Polizia arresta l’autore
Trento: “truffa del falso avvocato o carabiniere”, la Polizia arresta l’autore Alle ore 11.45 del 15 marzo la Squadra Volante è intervenuta in zona Trento Nord, presso l’abitazione di una signora di anni 73, vittima poco prima di una truffa comunemente nota come quella “del falso avvocato o carabiniere”. Il modus operandi ormai noto da tempo è quello di prospettare telefonicamente un incidente nel quale è incorso il figlio. L’interlocutore al telefono si palesa come avvocato o carabiniere e chiede alla vittima del raggiro un esborso economico per “sanare” la posizione giuridica del figlio caduto in disgrazia. Nel caso di specie vittima è stata un’anziana trentina alla quale era stato prospettato che il figlio aveva investito un ragazzo minore nella zona di Villazzano. L’interlocutore al telefono si è presentato come Maresciallo “Primo” dell’Arma dei Carabinieri ed ha chiesto alla signora un esborso economico notevole per evitare al figlio il ritiro della patente e le conseguenze penali derivanti dall’investimento causato. Poco dopo è giunto presso la sua abitazione l’emissario del telefonista presentatosi come avvocato “Terzi” al quale la donna ha consegnato 9.500,00€ in denaro contante. Appreso che si era trattato di un raggiro poiché il figlio era in realtà con il marito e non aveva avuto alcun incidente, ha allertato subito questa Questura tramite il 112. Sulla base delle informazioni acquisite sono scattate subito le indagini degli uomini della Squadra Mobile. Grazie alla visione dei sistemi di video-sorveglianza presente nel luogo degli accadimenti e ad una serie di accertamenti effettuati si è giunti all’identificazione dell’autore e soprattutto a ritenere che questi si era dato alla fuga, prendendo un treno dalla stazione ferroviaria di Verona, diretto a Napoli. L’attività info-investigativa immediatamente avviata con con la Polizia ferroviaria dislocata sulla tratta Verona-Napoli, ha così permesso, alle ore 18.00 di ieri, di intercettare il soggetto una volta sceso dal treno alla stazione di Napoli Centrale; si tratta di un napoletano di anni 23, gravato da pregiudizi anche per stupefacenti. Trovato in possesso di tutto il denaro sottratto nella mattina, eccezion fatta dei soldi che gli sono serviti per pagarsi le spese di viaggio, è stato tratto in arresto. Con sé aveva anche dei gioielli riguardo ai quali sono in corso indagini per stabilirne la provenienza che è da attribuirsi quasi certamente ad altri episodi di truffa perpetrati con analoghe modalità nei giorni scorsi. Pertanto, chiunque di recente è stato vittima di una truffa con modalità analoghe, è invitato a contattare questi uffici al numero 0461/899749 –750.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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