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Lega Alessandria, lunedì il primo incontro del 2025: protagonista della serata l'on. Riccardo Molinari
Ripartenza 'speciale' per gli incontri del lunedì della Lega di Alessandria: protagonista della serata del 13 gennaio in Sezione, in via Faà di Bruno 88, sarà infatti l'on. Riccardo Molinari, Presidente del Gruppo Lega alla Camera dei Deputati, e Segretar
Ripartenza ‘speciale’ per gli incontri del lunedì della Lega di Alessandria: protagonista della serata del 13 gennaio in Sezione, in via Faà di Bruno 88, sarà infatti l’on. Riccardo Molinari, Presidente del Gruppo Lega alla Camera dei Deputati, e Segretario della Lega in Piemonte. Sarà l’occasione per aggiornarsi sull’agenda politica nazionale e internazionale, in vista dell’imminente ripresa…
#agenda politica#Alessandria centro#Alessandria today#commercio Alessandria#confronto politico#discussione politica#economia Alessandria#estensione Ztl#eventi politici#evento politico Alessandria#Giunta Abonante#Google News#incontri Lega#incontri settimanali#incontro politico#Infrastrutture Alessandria#iscritti Lega#italianewsmedia.com#lavori Camera dei Deputati#Lega Alessandria#Lega Piemonte#Legge di Bilancio#Legge di Bilancio 2025#lunedì 13 gennaio#nuovo ponte Bormida#Pier Carlo Lava#politica italiana#politica locale#politica nazionale#Ponte sul Bormida
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Un'estate con noi...
"Un'estate con noi" è il Campo Estivo Over 65, organizzato per l'estate dalla cooperativa Ci Siamo Noi rivolto appunto a persone ultrasessantacinquenni autosufficienti o parzialmente autosufficienti, in cui trascorrere del tempo in compagnia, svolgendo attività ludiche e creative con figure professionali esperte per la terza età, le attività seguiranno un programma progettato proprio per l'invecchiamento attivo.
Numerosi studi internazionali testimoniano infatti il legame positivo esistente tra l’invecchiare in maniera attiva e i benefici sulla salute fisica e psicologica, inclusa la percezione di una maggiore qualità e soddisfazione della vita. Le attività ricreative per gli anziani, sono infatti un ottimo allenamento contro l'invecchiamento. L'iniziativa ha lo scopo di favorire il benessere psicofisico e contrastare i problemi di solitudine e isolamento che spesso si manifestano a questa età. Le attività:- Ludico-ricreative (giochi di gruppo)- Creative (creazioni manuali)- Sportive (ginnastica dolce) Al momento dell'iscrizione al campo estivo "Un'estate con noi", verrà consegnato il programma che prevede tre incontri settimanali lunedì - mercoledì - venerdì dalle 9:00 alle 12:00, a partire da lunedì 17 giugno fino a mercoledì 31 luglio, presso uno stabilimento balneare in Via Lungomare Cristoforo Colombo. Il trasporto di andata e ritorno è incluso nel pacchetto, ma i posti sono limitati, quindi per info e prenotazioni contattare il numero 375 701 6270. Per saperne di più sui servizi offerti dalla cooperativa assistenziale, vieni a trovarci in via Tiburtina Valeria, 75 a Pescara, scrivici all’indirizzo [email protected], visita il nostro sito e la nostra pagina Facebook oppure chiamaci al numero 375 7016270. Se questo articolo ti ha interessato, puoi leggere qui il precedente. Read the full article
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Il cerchio delle mamme: un nuovo appuntamento dedicato alle donne prima e dopo il parto
L’Istituto delle Rosine rinnova la sua storica mission sociale e propone “Il cerchio delle mamme”, un nuovo appuntamento dedicato alle donne prima e dopo il parto. Si tratta di incontri gratuiti settimanali a partire dal 16 febbraio 2024. Continue reading Il cerchio delle mamme: un nuovo appuntamento dedicato alle donne prima e dopo il parto
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Successo del Progetto di Orientamento presso l'Istituto "Vitaliano Brancati" di Favara
Si è concluso con successo presso l'Istituto Comprensivo "Vitaliano Brancati" di Favara il progetto di orientamento curato dall'associazione culturale e di formazione "La Maieutica". Il programma, rivolto alle classi terze delle scuole superiori di primo grado, ha l'obiettivo di promuovere il processo di maturazione degli studenti e sviluppare le competenze necessarie per definire autonomamente obiettivi personali e professionali. Il progetto prevedeva cinque incontri settimanali per ogni classe terza, condotti da due operatori per gruppo classe in compresenza con il docente. L'Istituto "Vitaliano Brancati" diretto dalla Dirigente Scolastica, prof.ssa Carmelina Broccia, ha ospitato con entusiasmo questa iniziativa, offrendo agli studenti un'opportunità unica di crescita e orientamento. L'associazione "La Maieutica", operante nel territorio agrigentino, si impegna a seguire gli studenti nei loro percorsi di studio, potenziando gli apprendimenti e promuovendo l'autonomia. Il centro, composto da un team esperto e specializzato nelle diverse difficoltà di apprendimento, offre metodi di studio personalizzati, con particolare attenzione alle esigenze degli studenti con DSA, ADHD, autismo, e mantiene una comunicazione accurata con la triade "tutor-scuola-famiglia". "La Maieutica" si dedica anche a sostenere gli studenti nelle scelte consapevoli per la scuola superiore, come dimostrato dal successo di questo progetto di orientamento presso l'Istituto "Vitaliano Brancati" di Favara. Read the full article
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Idea!
✅lo scopo di !DEA attraverso le Aree è quello di aiutare gli iscritti a crescere professionalmente e ad aumentare il proprio volume di affari, attraverso sinergie e scambi di opportunità esterne.
✔️Le aree saranno la territorialità, quel mercato locale oramai scomparso sopraffatto dai grandi centri commerciali e dagli e-commerce.
ℹ️Il numero massimo di membri per area sarà fino a completa saturazione di ogni specialità imprenditoriale grazie all’esclusività di settore.
👏Le aree, sviluppandosi attraverso incontri settimanali, daranno l’opportunità di crescita creando business nel business: non siamo soli, ma parte di un sistema.
💪🏻Saranno previsti rimborsi in crediti per ogni presenza, fondamentale per se stessi e per gli altri. Ogni settimana attraverso la presentazione del proprio business e dei propri obiettivi, ci si adopererà per fare gruppo. Lo scambio di opportunità/referenze sarà sicuro e controllato dal sistema portale ed app.
❓Vuoi saperne di più? Consulta il nostro sito:
https://www.ideamultilateral.com
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Ostinato Ad Libitum di Andrea Cacciavillani
Il nuovo libro di Andrea Cacciavillani Ostinato Ad Libitum di Andrea Cacciavillani edito da BigBox Edizioni è l’ultimo romanzo dello scrittore molisano ambientato tra Italia e Casablanca. Una storia ricca di emozioni in cui turbinano fatti di sangue, amicizie, avventure e musica, il tutto permeato dai colori e dalla vitalità di due paesi unici, l’Italia e il Marocco. Walter è un musicista di talento sempre in fuga da se stesso e che non riesce a concretizzare la sua vita con veri e proprie obiettivi. La svolta avviene quando decide di aiutare un suo amico accusato di omicidio a Casablanca. Da questo momento il protagonista inizia un viaggio interiore intenso e drammatico che lo cambierà definitivamente sia come uomo sia come musicista. Andrea Cacciavillani scrive da sempre e non solo romanzi. Ha iniziato nel 2002 con la poesia scrivendo la silloge poetica “Icaro – cuori di cera” (Adriano Gallina editore) per passare poi al suo primo romanzo “Porte” (Michele Pascale Editore). Da quel momento la sua scrittura è stato un mezzo per esplorare nuovi generi e caricarsi di emozioni. Cacciavillani ha scritto infatti anche per il teatro, è Paroliere del gruppo musicale pop rock “Tabula osca”, è stato poeta e scrittore per il network radiofonico Radio Kisskiss e ha collaborato con diversi settimanali e periodici. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo in occasione del suo ultimo romanzo,Ostinato Ad Libitum, e ci siamo fatti raccontare qualcosa in più sul romanzo e sul suo rapporto con la scrittura Ostinato Ad Libitum di Andrea Cacciavillani Salve Andrea, “Ostinato Ad Libitum” è fresco di stampa. Si tratta del suo primo romanzo? I lettori di Cinquecolonne non la conoscono ancora, potrebbe presentarsi brevemente? Salve, intanto grazie per questa intervista. Ostinato ad Libitum è il mio quarto romanzo. La mia attività artistica è stata e spero continui ad essere varia. Sono una persona molto curiosa e mi piace sperimentare. Ho iniziato con la poesia che credo sia un linguaggio espressivo tra i più belli che esistono. Ho scritto testi di canzoni, racconti, romanzi e adesso sceneggiature. Un viaggio molto bello che mi permette anche bellissime collaborazioni e incontri affascinanti. Ho scritto anche qualcosa per il teatro. Diciamo che amo molto la drammaturgia con i suoi personaggi e i suoi conflitti è uno specchio perfetto dell’esistenza Il libro racconta la storia del protagonista, un musicista talentuoso eternamente in fuga da se stesso che si improvvisa investigatore per aiutare un amico accusato di omicidio a Casablanca. C’è un motivo specifico per cui ha scelto di ambientare la storia in Marocco? La scelta del Marocco e in particolare di Casablanca c’è stata dopo un viaggio che ho fatto in quella città. Avevo già in mente il personaggio ma mi mancava la giusta location. Il Marocco mi è sembrato subito il posto adatto. Tant’è che l’incontro con quella città e con quella cultura ha influito molto anche sulla dinamica della storia che ad un certo punto ha preso una piega completamente diversa dall’idea originaria. Una cosa che capita spesso comunque perché fa parte della magia della scrittura che ad un certo punto acquista una sua indipendenza e autonomia. Ostinato Ad Libitum è soprattutto un racconto interiore, sulle paure e le emozioni di Walter, il protagonista. C’è qualcosa che il suo personaggio non riesce a superare oppure che desidera e non riesce a ottenere? Qualunque racconto (a prescindere dal genere) ha insito una storia di conflitti, paure, emozioni e obiettivi da raggiungere. Gli scrittori non fanno altro che traslare nelle loro storie e nel loro personaggio le tensioni che abbiano tutti nella nostra esistenza. Walter inizia a reagire perché accade qualcosa, il celeberrimo “incidente scatenante”, che altro non è se non una presa di coscienza della propria vita. Sicuramente Walter ottiene molto già solo per il fatto che decide di reagire. Le conseguenze di una decisione non sempre portano risultati positivi. Ma non si può avere tutto nella vita. L’importante è avere consapevolezza della non immobilità. Incuriosiamo un po’ in nostri lettori. Qual è stato il momento che l’ha emozionata di più mentre scriveva “Ostinato Ad Libitum”? Come ho detto nella risposta alla domanda precedente mi emoziona molto il fatto che i personaggi prendano vita. Si assumono le loro responsabilità, afferrano in mano la storia e la raccontano. Walter ha da subito acquisito una sua autonomia, una sua indipendenza. Certo i personaggi vivono e sono perimetrati in quel mondo (così diversi ma anche cosi simile al nostro) che uno scrittore abbozza. Ma il resto lo ha fatto Walter. Mi ha emozionato molto il modo in cui ha deciso di raccontare questa storia. Tra romanzi e racconti cosa preferisce scrivere? E perché? Come ho detto ho toccato entrambi i generi e non saprei adesso cosa rispondere. Forse dipende dal tipo di storia. Un’idea potrebbe essere sicuramente adatta ad un romanzo o ad un racconto, ma credo anche che l’idea stessa, appunto, possa suggerire su quale terreno voler crescere. Il racconto mi piace perché mi ha avvicinato al mondo cinematografico dove l’essenza è importantissima. Riuscire a concentrare in poche pagine un mare di emozioni che poi confluiranno nella sceneggiatura per diventare immagini, suoni, ellissi. Insomma vita. Read the full article
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Sono assolutamente affari tuoi per cui scusa l'ardire, ma davvero chiamalo! Probabilmente metà dei suoi pazienti scompare e ricompare tre mesi dopo (non tutti hanno bisogno di incontri settimanali) e magari riesci ad aprirti. Anche se non succedesse, la probabilità di non dire nulla stando a casa è del 100%, andando là del 50%.
non scusarti, davvero, alla fine sono io che spiattello i fatti miei qui sopra! comunque ti ringrazio, credo proprio che lo chiamerò. cercherò anche di annotare mentalmente cosa dire, in modo da evitare lunghi silenzi imbarazzanti. ti mando un bacino 😽
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La svolta
Oggi pomeriggio, quando Simone ed io ci siamo dedicati a Cesare, abbiamo percepito che qualcosa stava accadendo. Dopo le sue solite mattate pre e post uscita dal box, è salito in auto alla prima richiesta. Siamo andati in una zona cittadina che degrada verso ampi campi e piccole radure, abbiamo proposto a Cesare di salire su una scala antincendio, in metallo forato, e lui, con alcune perplessità e guardandoci spesso, ci ha seguito, superando così la sua naturale diffidenza per le scale aperte dalle quali la percezione del vuoto può risultare davvero difficile per una cane.
Abbiamo proseguito la passeggiata con la longhina, testando alcuni richiami. Oggi Cesare era sereno, concentrato, collegato a noi. Qualcosa stava accadendo.
Ci siamo sintonizzati su di lui ed è venuto spontaneo decidere che il momento di provare la passeggiata senza guinzaglio era giunto. Non ci sbagliavamo perchè il video ne è testimone!
Al rientro è risalito in auto senza esitare, appagato dell’esperienza.
In tempi brevi e con incontri settimanali Cesare ci ha permesso di costruire una relazione sana e ha accolto la nostra proposta di modificare alcuni suoi comportamenti che avrebbero potuto risultare problematici. La sua scarsa esperienza e l’inadeguata famiglia nella quale è cresciuto, lo avevano portato a coprire le sue insicurezza con atteggiamenti prepotenti di difesa. Trovati in noi accoglienza, comprensione e guida ha, saggiamente, variato le sue modaltà di interazione con gli umani. Questa è intelligenza sociale!!!!!
Personalmente, sia per la vita vissuta che per l’esperienza professionale, non mi lascio mai influenzare, nè tantomeno guidare, da quanto mi viene detto su un individuo. Mi pongo in una posizione neutra di rispettoso ascolto e, con delicatezza, rispondo alle istanze che mi vengono proposte. Così mi sono proposta a Cesare e sin dal nostro primo incontro, lui ha detto tante cose di sè; io ho ascoltato lui, il suo essere unico e irripetibile, le sue difficoltà, le sue richieste e le sue proposte e ho iniziato una danza lenta per assecondare i suoi bisogni, affiancandolo, sorreggendolo e guidandolo verso scelte corrette che migliorassero la sua qualità di vita. Il risultato è arrivato oggi, il giorno della Svolta. Cesare ha riscoperto il piacere di essere, senza timori, e di partecipare attivamente ad un gruppo sociale, senza alcun segnale di prepotenza o aggressività (ndr: qualcuno, tempo fa, dopo una valutazione lo ha etichettato come cane aggressivo per il quale non valeva la pena perdere tempo, sigh.....).
Oggi sappiamo che le basi, forti, solide, stabili, sono gettate e da qui si può iniziare a costruire tutti insieme.
#individui#apprendimento_esperienziale#rispetto#cognitività#ascolto#facilitatrice_relazione#istruttore_cinofilo#adotta_non_comprare#antispecismo#contaminazione#etica#emancipazione#relazione#fiducia
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Percorso online
teorico-esperienziale
“In ogni momento la nostra esperienza è determinata in gran parte da semi del passato che danno frutto adesso. In ogni momento, possiamo anche intenzionalmente piantare semi che creeranno frutti in futuro.”
[ Ben Connelly ]
In questo momento storico di Pandemia, in cui le incertezze bussano alla nostra porta più forte che mai, un’antica tecnica silenziosa e gentile può essere una risorsa inestimabile.
Ciò che incontriamo dentro di noi nel momento presente ha radici in ciò che abbiamo coltivato in passato.
In ogni momento possiamo scegliere come prenderci cura dell’adesso e del futuro.
La meditazione Mindfulness è una tecnica che sostiene il risveglio delle potenzialità presenti in ognuno di noi, aiutando a prenderci cura di noi stessi, degli altri, del mondo. Non è una bacchetta magica quanto un processo interiore che inizia a colorare la nostra vita risvegliando qualità come forza, coraggio, apertura alla vita, pazienza, fiducia, creatività. Aiuta ad affrontare l’ansia, la paura, il disagio, le relazioni difficili, il senso di insicurezza, di disconnessione e separazione.
La mindfulness ci insegna a fare amicizia con noi stessi e con le difficoltà che incontriamo nel vivere quotidiano.
In questo percorso di gruppo pianteremo i semi e impareremo tecniche per prendercene cura, costruendo insieme risorse da avere a disposizione quotidianamente.
IL CORSO
Il percorso “Semi di Mindfulness” è un breve percorso di introduzione alla meditazione mindfulness ideato dalle Dott.sse Chiara Zanchetta ed Elena Giannoni, psicologhe e istruttrici di protocolli Mindfulness, per far fronte ai bisogni specifici attuali.
Il corso è composto da 4 incontri settimanali di 2 ore cadauno ed è a numero chiuso.
Le attività di ogni incontro prevedono:
• Pratiche guidate di mindfulness.
• Esercizi di consapevolezza corporea.
• Esercizi di comunicazione consapevole.
• Spazi di condivisione della propria esperienza.
1° incontro. Il seme della consapevolezza corporea: incontrare il presente e riconoscere cosa sto sentendo.
2° incontro I semi delle qualità del cuore: fare amicizia con ciò che incontriamo dentro di noi.
3° incontro Il seme del non giudizio: osservare come la mente influenza l’esperienza.
4° incontro. Prendersi cura dei germogli: portare la consapevolezza nella vita quotidiana.
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servizio-civile-in-italia
📣 A tutti i giovani dai 18 ai 28 anni: 22 posti di Servizio Civile nelle due province di Forlì-Cesena e Ravenna con la Comunità Papa Giovanni XXIII: partecipa all'incontro informativo online!
Ci piacerebbe incontrarti per poterti presentare l'opportunità di svolgere Servizio Civile in una delle nostre realtà, raccontarti le attività che ti vedranno coinvolt@, spiegarti come candidarti, i tempi per la selezione e l'inizio del servizio, ma anche tanto altro.. Servizio Civile: un'occasione di crescita umana e professionale | 25 ore settimanali | 439,50 euro al mese | Scopri di più partecipando all'incontro online!
📌 GIOVEDì 4 FEBBRAIO, ore 17.30 🌏 Dove? ONLINE 👉🏼 Iscrizione: https://serviziocivile.apg23.org/2021/01/20/incontri-online-sul-servizio-civile-in-italia-e-con-misure-ue-iscriviti-e-scopri-di-piu/
Noi ti aspettiamo! e se conosci qualcuno a cui girarlo te ne saremmo grati.
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La Biblioteca Civica di Novi Ligure Va al Cinema: Ciclo di Incontri dal 23 Ottobre al 6 Novembre 2024
Un omaggio a personaggi iconici del cinema con presentazioni di libri, proiezioni e dialoghi con gli autori presso la Biblioteca Civica.
Un omaggio a personaggi iconici del cinema con presentazioni di libri, proiezioni e dialoghi con gli autori presso la Biblioteca Civica. La Biblioteca Civica di Novi Ligure, situata in via Marconi 66, presenta un ciclo di incontri dedicati al grande schermo, intitolato “La Biblioteca va al cinema: tre personaggi per il grande schermo”. Gli appuntamenti, in programma dal 23 ottobre al 6 novembre…
#“Ieri oggi domani”#“Il cavaliere oscuro”#“Il Signor Max”#Barbara Rossi#Biblioteca Civica Novi Ligure#Biblioteca comunale#Christopher Nolan#CICLO DI INCONTRI#Cinema#cinema e letteratura#cinema internazionale#cinema italiano#Clara Padoa#Cultura cinematografica#eventi culturali ad Alessandria#Eventi Gratuiti#eventi letterari.#eventi Novi Ligure#Fabio Ferrari#Incontri culturali#incontri settimanali#libri sul cinema#Marcello Mastroianni#novembre 2024#omaggio a Mastroianni#ottobre 2024#personaggi del cinema#presentazione di libri#proiezioni cinematografiche#Roberto Lasagna
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Un'estate con noi...
"Un'estate con noi" è il Campo Estivo Over 65, organizzato per l'estate dalla cooperativa Ci Siamo Noi rivolto appunto a persone ultrasessantacinquenni autosufficienti o parzialmente autosufficienti, in cui trascorrere del tempo in compagnia, svolgendo attività ludiche e creative con figure professionali esperte per la terza età, le attività seguiranno un programma progettato proprio per l'invecchiamento attivo.
Numerosi studi internazionali testimoniano infatti il legame positivo esistente tra l’invecchiare in maniera attiva e i benefici sulla salute fisica e psicologica, inclusa la percezione di una maggiore qualità e soddisfazione della vita. Le attività ricreative per gli anziani, sono infatti un ottimo allenamento contro l'invecchiamento. L'iniziativa ha lo scopo di favorire il benessere psicofisico e contrastare i problemi di solitudine e isolamento che spesso si manifestano a questa età. Le attività:- Ludico-ricreative (giochi di gruppo) - Creative (creazioni manuali)- Sportive (ginnastica dolce) Al momento dell'iscrizione al campo estivo "Un'estate con noi", verrà consegnato il programma che prevede tre incontri settimanali lunedì - mercoledì - venerdì dalle 9:00 alle 12:00, a partire da lunedì 17 giugno fino a mercoledì 31 luglio, presso uno stabilimento balneare in Via Lungomare Cristoforo Colombo. Il trasporto di andata e ritorno è incluso nel pacchetto, ma i posti sono limitati, quindi per info e prenotazioni contattare il numero 375 701 6270. Per saperne di più sui servizi offerti dalla cooperativa assistenziale, vieni a trovarci in via Tiburtina Valeria, 75 a Pescara, scrivici all’indirizzo [email protected], visita il nostro sito e la nostra pagina Facebook oppure chiamaci al numero 375 7016270. Se questo articolo ti ha interessato, puoi leggere qui il precedente. Read the full article
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ancora una volta
DAD o DIP?
Per le ragioni contingenti note a tutti, connesse all’emergenza sanitaria e alla necessità della didattica a distanza, la classe è oggi un laboratorio, in cui la dimensione relazionale in presenza è completamente virtuale. Sul piano didattico, il laboratorio è un ponte fra teoria e prassi; va pensato, costruito, progettato; quindi si analizzano le pratiche e infine si archiviano i risultati. Ancora una volta dobbiamo imparare e insegnare che la competenza è relazione e lavoro condiviso. E se già prima era nostra prerogativa lavorare al come più che al cosa insegnare, al processo più che al prodotto dell’insegnamento, oggi finalmente siamo obbligati a lavorare altrimenti. Pazienza se i dipartimenti e i consigli di classe sono ridotti a incontri via meet in cui ci comunichiamo difficoltà e possibilità. Pazienza se prendiamo atto di decreti e note ministeriali che capiamo poco senza l’interpretazione del DS. Pazienza se le google classroom raddoppiano le diciotto ore settimanali e le nostre preoccupazioni, tanti sono i materiali che abbiamo bisogno di preparare e di correggere per le videolezioni. Speriando tempi migliori, ripenso all’anno scorso, quando facevamo il laboratorio “Suono e immagine in progetto”. Era aprile. Ricordo che a un certo punto una studentessa ha chiesto: “Che cosa vinciamo col video che stiamo realizzando?”. Era una ragazza del secondo anno; poneva questa domanda perché come sapete di solito i colleghi d’indirizzo finalizzano la pratica del laboratori artistici con gli studenti del triennio alla partecipazione a concorsi. Oggi capisco meglio che non ha senso fare didattica senza aver discusso e concordato in anticipo con altri colleghi come strutturare un’attività per determinati ragazzi, per scegliere insieme le opzioni fondamentali. Solo per citare alcuni aspetti della media education: scrivere un soggetto, fare uno storyboard, una scenografia, una regia, una colonna sonora, un montaggio. Già definire con attenzione quali sono le opzioni e quante di queste si possono realizzare a scuola dovrebbe essere compito non del singolo docente ma dell’intero gruppo di lavoro. Ciascuno dovrebbe sentire il bisogno di discutere prima in teoria e poi in pratica (o viceversa) le diverse alternative per trovare l’accordo concreto su una determinata opzione, anche perché alcune di queste possono essere abbastanza contestate. In questo momento di transizione a nuove forme della didattica, vorrei però sgomberare il campo da una polemica inutile: programma-progetto vs esperienza-laboratorio. Di solito infatti, la didattica fatta per laboratorio tiene conto tanto dell’uno quanto dell’altra, in caso contrario l’obiettivo didattico viene finalizzato alla realizzazione di un prodotto col rischio di irrigidirsi in funzione del merito. Di solito a questa polemica si sovrappongono le prerogative della singola disciplina di studio: cineforum vs esperienza audiovideo, per ritornare alla disputa dell’anno scorso. Oggi mi permetto un’osservazione sulla irrilevanza di questa distinzione. La didattica sana progredisce con un dialogo fra attività diverse, senza che sia necessaria una presa di posizione a favore di progetti sul territorio che confinino esperienze didattiche che potrebbero continuare, per esempio. Cosa vorrei dire oggi della media education? Solo un’idea semplice: si può fare didattica a distanza così come si progetta e si realizza un ambiente educativo interattivo. Più precisamente, si possono insegnare i principi di media education partendo dall’uso quotidiano di Internet. Internet non esiste solo per la videolezione del singolo docente. Esistono ambienti analogici o digitali, in presenza o a distanza, per una pluralità di esperienza: l’insegnamento in classe di storia o la media storia, per esempio; l’insegnamento in classe di filosofia o la media filosofia, l’insegnamento in classe di matematica o la media matematica, l’insegnamento in classe d’arte o la media arte, l’uso personale o pubblico dei social, e così via. Chiunque di noi insegni non dice ‘sono un giurista, un filosofo, un matematico o un artista’; al massimo, con supponenza dirà: ‘insegno diritto, filosofia, matematica o arte’ a scuola oppure on line. Questo per tornare alla domanda su come sta andando oggi, in conseguenza dell’emergenza sanitaria. Personalmente ritengo che la risposta sia la più semplice: secondo la natura del mezzo (media) a disposizione. Per esempio, forse in discipline plastiche o pittoriche non conviene procedere su classroom, mentre in inglese o matematica forse sì. Per fare sostegno forse sarebbe meglio procedere con un ambiente meno rigido di classroom, ci sono diverse piattaforme didattiche, si potrebbero provare quelle ibride. E per fare un laboratorio per gioco non c’è bisogno di sottrarre spazio alla disciplina o al territorio. Altra cosa. Se è vero che con la DAD l’apprendimento resta legato alla relazione di conoscenza pregressa fra studente e insegnante, che non può esserne separata, la caratteristica del mezzo (piattaforma o app) condiziona fortemente il rapporto reale degli studenti con i materiali di ogni disciplina, gli elementi vitali per l’apprendimento e gli aspetti operativi della connessione internet, dei dispositivi e delle app di cui si dispone.
Un aspetto importante relativo al sostegno a distanza è il rafforzarsi della relazione fra ragazzo con DF e insegnante di sostegno e il progressivo indebolirsi del rapporto con i compagni di classe. Forse i PEI a obiettivi minimi dovrebbero essere ulteriormente semplificati e sistematizzati dall’insegnante di sostegno, e non solo in qualche disciplina, come capita ora a causa delle inevitabili sovrapposizioni orarie. Nelle videolezioni in cui non partecipa l’insegnante di sostegno gli studenti con diagnosi funzionale sono infatti spesso disorientati, non potendo apprendere le strutture fondamentali delle discipline in funzione dell’adattamento degli argomenti di studio e perché si sentono messi costantemente alla prova nella loro capacità di sperimentare la nuova forma di DAD. Forse i PEI a obiettivi differenziati dovrebbero avere più punti di contatto con l’attività della classe, per garantire almeno un minimo di socializzazione, sebbene virtuale. Immagino che in queste settimane tutti noi abbiamo la sensazione di non sapere come valutare, perché non ci siamo ancora confrontati con quelli che prima di noi hanno fatto DAD e siamo gravati di una quantità di lavoro che attualmente impedisce la riflessione comune e appesantisce la preparazione delle lezioni e dei materiali... Tuttavia mi sembra che ci siano almeno alcuni vantaggi inerenti la media education: 1- è più facile apprendere ad argomentare e a riflettere insieme, docenti e studenti, sulla nuova eesperienza di DAD, avendo simultaneamente consapevolezza della difficoltà comune. 2- Muovendoci tutti in ambiente sconosciuti, gli studenti potranno imparare ad automotivarsi in funzione dell’attenzione da accordare a e della capacità di muoversi in nuovi ambienti digitali. 3- La varietà delle piattaforme didattiche, nel confronto con la coerenza pedagogica delle discipline, può permettere una pluralità di metodologie didattiche, per ciascuna disciplina e per ciascun laboratorio. 4- Sulle pratiche specifiche e all’interno di discipline specifiche, è più facile vedere a grandi linee la forza o la debolezza di una soluzione tecnica. Certamente si tratta di fare scelte didattiche. Quella di uniformarsi alle Google Apps è una scelta didattica per esempio, che ha però un costo più alto per la pratica di laboratorio, potendone compromettere l’interattività (a parte discipline grafiche direi). Senza tralasciare la riflessione sui media digitali che hanno un elevato potenziale di dipendenza e che nel lungo periodo possono danneggiare l’organismo, se non sono adeguatamente utilizzati.
Per concludere, alcune osservazioni sul lab video “Montaggio in gioco” (gioco come ludus, esercizio che si fa senza fatica, a tempo perso) e sul coinvolgimento degli studenti. La struttura dominante videolezione-restituzione nel laboratorio audiovisivo non è molto efficace e perde terreno, quindi è probabile che progressivamente la abbandoneremo. Gli studenti sviluppano le loro capacità creative solo se messi in condizione di esercitarle liberamente, con lo studio e la pratica solitaria e con il costante stimolo dell’insegnante a esercitare autorientamento e pensiero critico insieme ai compagni di classe. Capisco ogni giorno di più che per innescare processi di conoscenza serve tanto l’immaginazione quanto il ragionamento. Di conseguenza, lo sviluppo di comportamenti cognitivi appropriati alla DAD richiede protocolli di osservazione prima ancora di strumenti di valutazione. Non ritengo sia il caso che l’insegnante si limiti a far leva sulla responsabilità degli studenti a seguire tutte le videolezioni proposte e a rispettare la scadenza delle consegne. Occorre anche responsabilmente limitare l’uso dei dispositivi digitali da parte degli adolescenti.
Per tutti questi motivi, segnalo anche alcune forme di media education che potrebbero essere alternate alla videolezione vera e propria. Alcune le ho già provate per il sostegno e per il laboratorio, altre sono in costruzione.
Ricerca-consultazione. Si individuano una serie di materiali multimediali per la consultazione ragionata su internet, ma diluita nel tempo, da suggerire agli studenti. Per ogni materiale lo studente potrebbe essere valutato più per lo studio e le domande che pone all’insegnante che per la comprensione dei contenuti e la capacità di riferire sugli argomenti.
Schematizzazione scritta. Si potrebbe assegnare in streaming o in agenda un unico testo da leggere, perché i ragazzi elaborino uno schema scritto, semplificando l’argomentazione e ripulendola da ridondanze e elementi superflui. Dal confronto degli schemi, scrivendo a sua volta ai ragazzi o invitandoli a una videolezione, l’insegnante potrebbe spiegare l’argomento, che così viene rivisitato nella sua complessità.
Girato a tema. L’insegnante può fissare i temi di un video collettivo da realizzare e spiegare che lo spirito del laboratorio è quello di cimentarsi nella scelta autonoma del soggetto, nella regia e nel montaggio sui temi scelti e con gli strumenti a disposizione (smartphone e software di montaggio). Sentendomi personalmente coinvolta, constato che lo studente tenuto a produrre un microfimato di un numero di secondi definito dovrebbe seguire precise consegne, soprattutto se il suo filmeto deve essere assemblato con i filmati degli altri compagni.
Blog e percorsi Edpuzzle. Per esperienza so che il laboratorio a distanza esige un ambiente interattivo on line. Gli incontri ridotti a poche videolezioni non sono sufficienti. La pratica del montaggio, che secondo il mio personale approccio è particolarmente appropriato a realizzare la media education, è un percorso complesso, che potrà confluire nel futuro prossimo con la creazione di un vlog. Per esperienza so che la lettura per immagini e l’ascolto in crescendo può sottolineare la capacità di ogni studente a operare scelte consapevoli e strutturare l’uso responsabile dei media. Ma perché ciò avvenga, occorrerebbe forse svincolarsi dall’idea di programma tradizionale. In ogni caso, andrebbero adattati i manuali esistenti per lasciare spazio a brevi testi tematici e opere integrali ‘leggere’. Ho indicato la piattaforma Edpuzzle perché può interfacciarsi a classroom ma è più versatile di classroom con classi aperte; soprattutto, permette di realizzare percorsi ibridi che gli studenti possono attraversare seguendo passo passo videolezioni asincrone complete di domande e note audio, adattando così modi e tempi personali di apprendimento.
Queste sono solo alcune possibilità, ancora da approfondire. L’ultima è molto impegnativa, ma è sicuramente la più efficace. Si dovrebbe imparare a studiare e a creare opere audiovisive montando testi, foto, audio, video. Il tutto in una classe aperta. I ragazzi sono stimolati a usare app per scopi reali e credibili, in un contesto non individuale o competitivo, ma pubblico; possono vedersi ed essere visti; sperimentano come un’opera nasca sempre da un’effettiva volontà di comunicare, dalla necessità di esprimere; capiscono che il messaggio ha bisogno di un mezzo appropriato.
Sul terreno specifico del sostegno, resta fondamentale il coinvolgimento dei colleghi dei laboratori artistici. Mai come in questo momento ciascuno fa ciò che può e impara dagli altri.
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Verifichiamo se davvero il «modello Italia» sia «imitato in tutto il mondo». Jogging, uscite coi figli e uso degli spazi pubblici negli altri paesi.
In questi giorni di emergenza coronavirus, molti organi d’informazione, uomini politici ed «esperti» italiani ci ripetono che «in tutto il mondo l’Italia è un esempio», che tutti i governi – chi prima e chi poi – ci stanno seguendo sulla strada del lockdown con chiusura di scuole, fabbriche, uffici, luoghi pubblici e norme severe di distanziamento sociale.
Ogni volta che un paese entra nella grande famiglia dei «chiusi per Covid-19», parte una specie di ola, di applauso mediatico, a dargli il benvenuto dalla parte giusta del fronte. «Anche la Russia chiude bar e ristoranti!», «Coprifuoco in Ungheria», evviva!
Al contrario, i paesi non-all(in)eati vengono additati come folli, indifferenti alla salute dei cittadini, e ci si prepara a recitare un «noi ve l’avevamo detto», per quando finalmente si renderanno conto di avere sbagliato tutto.
A noi sembra che questa sete di conferme internazionali dimostri in realtà una certa insicurezza, o quantomeno il bisogno di mezzo gaudio nel mal comune.
In realtà, le situazioni dei vari paesi non sono davvero paragonabili, perché sono diversi i sistemi sanitari, le risorse, la demografia, le fonti giuridiche, i territori e i numeri del contagio.
Tuttavia, crediamo sia interessante verificare più da vicino se davvero il «modello Italia» sia stato «imitato in tutto il mondo» e quali siano le principali differenze, specie rispetto alle attività all’aria aperta, alle uscite con i figli e all’utilizzo degli spazi pubblici.
Questo perché certe regole non dipendono tanto – o non solo – dai livelli di contagio o dalle abitudini di un paese, quanto piuttosto da una diversa interpretazione di ciò che è salubre e ciò che non lo è in presenza del virus Sars-Cov2.
Ecco una carrellata, senza pretese di scientificità ma utile a farsi un’idea.
■ Cominciamo dalla Germania, dove le misure di contenimento sono scattate il 16 marzo.
Nel presentarle, la cancelliera Angela Merkel ha dichiarato che:
«Frequentare gli spazi pubblici è permesso da soli, o in compagnia di un’altra persona soltanto, oppure insieme ai propri conviventi. Andare al lavoro, fare la spesa per beni di prima necessità, curarsi, partecipare a esami e incontri essenziali, assistere gli altri e fare sport o attività individuali all’aperto è ovviamente [selbstverständlich] sempre possibile» purché ci si mantenga a un metro e mezzo di distanza.
Restano aperti i mercati settimanali.
Non ci sono autocertificazioni o documenti da presentare quando si esce.
��� In Francia le misure di contenimento del contagio sono entrate in vigore dal 17 marzo e per almeno 15 giorni.
Di tutti i paesi che abbiamo preso in esame, la Francia è l’unico dove ci siamo imbattuti in un documento simile all’autocertificazione italiana. Il modulo però non è mai cambiato, è lo stesso dall’inizio dell’emergenza. [Correzione: è cambiato una volta, il 25 marzo scorso, come spiegato nei commenti qui sotto.]
Le uscite da casa sono permesse per i soliti bisogni necessari, per il lavoro, oltreché per passeggiate e attività fisica, purché da soli o in compagnia del proprio nucleo familiare, per un’ora al giorno, in un raggio di un chilometro, cioè un’area di 3,14 km quadrati e un perimetro di 6,28 km.
Se trasgredisci le regole, rischi 135 euro di multa. In caso di recidiva (2 violazioni in 15 giorni), diventano 1500. 3 volte in un mese diventa infrazione penale, con 6 mesi di carcere e 3750 euro di multa.
■ Il Coronavirus Act è una legge del Regno Unito dal 23 marzo e resterà in vigore almeno per tre settimane.
È vietato incontrarsi in luoghi pubblici in più di due persone, a meno che non si sia conviventi. Ai funerali possono assistere i parenti più prossimi.
Bisogna stare a casa, se non per: acquisti necessari; motivi di cura o di lavoro; una forma di esercizio fisico al giorno – corsa, bici, passeggiata – da soli o con i propri conviventi;
Bisogna sempre mantenere due metri di distanza dai non-conviventi e limitare il più possibile il tempo passato fuori.
Se non rispetti queste regole, la polizia può farti rientrare a casa; disperdere un assembramento; arrestarti se non segui le indicazioni e opponi resistenza. Può multarti per 60 sterline, ridotte a 30 se paghi entro 14 giorni. Ogni volta che sei recidivo, la multa raddoppia.
Non ci sono moduli da compilare e portare con sé.
■ In Svezia il governo sta prendendo misure relative all’economia e alla gestione della salute. Il Primo Ministro ha parlato alla nazione il 22 marzo. Non ci sono però leggi o decreti che regolino il distanziamento sociale.
Chi non sta bene o presenta sintomi, è invitato a restare a casa e a non recarsi a scuola o sul posto di lavoro.
Vengono dati consigli specifici agli over 70, come stare a casa, evitare i mezzi pubblici, ecc.
Scuole superiori e università sono invitate a implementare la didattica on-line.
Per quanto riguarda le attività fisiche, ecco cosa dice l’Agenzia di Sanità Pubblica di Svezia (Folkhälsomyndigheten) nella sua pagina di FAQ sul Covid-19:
«Esercizio fisico e pratica sportiva sono benefici per la salute pubblica, queste attività devono continuare. Non vi è necessità di annullare allenamenti, partite e tornei locali, palestre e centri sportivi possono restare aperti. Tuttavia, queste attività devono essere regolate per ridurre al minimo il rischio di contagio, seguendo le indicazioni per gli eventi con meno di 500 persone [testo in svedese].»
■ Dal 17 marzo in Belgio sono state rinforzate le misure di contenimento, con la raccomandazione di non uscire se non per andare al lavoro, in banca, alle poste, nei negozi di alimentari, dal medico, dal benzinaio e per aiutare persone bisognose.
L’esercizio all’aperto è permesso e raccomandato, insieme ai propri conviventi o al massimo con un’altra persona. Le uscite con la famiglia sono permesse.
■ In Olanda misure restrittive sono entrate in vigore dal 23 marzo.
I funerali, i matrimoni, le riunioni religiose o politiche sono permesse, con al massimo 30 persone e purché i partecipanti mantengano una distanza di 1,5 metri. Sono vietate riunioni in luoghi pubblici con più di tre persone non conviventi.
Passeggiate e attività all’aperto sono consentite. Parchi, giardini e spiagge restano aperti purché possano garantire gli standard igienici previsti e le persone possano mantenere un metro e mezzo di distanza tra loro.
I bambini di meno di 12 anni possono giocare insieme, purché sotto la supervisione di adulti che stiano ad almeno un metro e mezzo di distanza gli uni dagli altri.
■ Nello Stato Spagnolo dal 14 marzo c’è lo «stato di allarme, eccezione o assedio» su tutto il territorio.
Ci sono provvedimenti diversi per ciascuna comunità autonoma.
Il Real Decreto 463/2020 del 14 marzo dichiara che si può uscire per acquistare alimenti e farmaci, per motivi di cura, lavoro, assistenza ad anziani, minori, disabili e vulnerabili, per cause di forza maggiore, situazioni di necessità e qualunque altra attività di natura simile. Tutte queste attività devono svolgersi individualmente, salvo che si accompagnino minori, anziani, o per altre cause ben motivate.
Le trasgressioni sono punite ai sensi della Legge Organica 4/1981 sullo «stato di allarme, d’eccezione o di assedio». Per i casi meno gravi, multe da 100 a 600 euro.
Il governo nazionale ha specificato che le attività all’aperto e dei bambini al parco sono proibite. Si può portare il cane a pisciare.
Per quanto riguarda i divieti, dunque, la situazione spagnola è la più vicina a quella italiana. Con la differenza che là non ci sono documenti o autocertificazioni da portare con sé. [Aggiornamento: la Generalitat de Catalunya richiede un’autocertificazione.]
■ A Malta sono state annunciate oggi, 27 marzo, restrizioni per ultrasessantenni, donne incinte e persone con particolari patologie, come il diabete. Non sono consentiti assembramenti oltre le 5 persone. Chi ha sintomi di Covid-19 deve lasciare il lavoro e stare in quarantena retribuita.
Da nessuna parte abbiamo trovato riferimenti a divieti di passeggiare o fare attività fisica, né a un’autocertificazione.
■ Negli Stati Uniti d’America ogni stato membro ha preso provvedimenti normativi diversi.
L’ordine del governatore della California è di stare a casa, fatta eccezione per i lavoratori di 16 settori-chiave dell’economia.
Tuttavia, sul sito del governo statale è spiegato chiaramente che si può fare attività all’aperto, purché si resti a due metri di distanza da chi non è un proprio convivente.
Sempre mantenendo la distanza di due metri si può portare fuori il cane, passeggiare, correre, andare in bicicletta e frequentare i parchi nazionali.
In Illinois sono chiusi i playground per bambini, ma si può comunque fare attività all’aperto di qualunque tipo, purché a distanza di due metri dai non-conviventi.
In Louisiana, è consentito l’esercizio fisico e si può uscire per andare a trovare un parente o frequentare un luogo di culto. Sono consentiti gli incontri e le riunioni con meno di dieci persone.
Lo stato di New York ha limitato le attività esterne a quelle che permettono di mantenere la distanza di due metri e di evitare assembramenti. Ci sono regole specifiche per gli anziani e i soggetti a rischio, i quali comunque possono uscire per fare attività all’aperto, purché solitarie.
Il sito del Dipartimento per la Conservazione dell’Ambiente invita esplicitamente a visitare i parchi nazionali per mantenere il proprio benessere psicofisico. Gli ingressi a pagamento sono stati sospesi, per evitare code in entrata.
Non ci sono moduli da compilare e portare con sé.
■ In Canada a livello nazionale, ci sono solo una serie di consigli e suggerimenti per le comunità locali, e solo relativi agli assembramenti. Nessuna restrizione alla circolazione degli individui.
Ad esempio, in Alberta, l’isolamento in casa è previsto solo per chi arriva dall’estero (14 gg) e per chi ha sintomi (10 gg).
Il distanziamento sociale è richiesto, ma non obbligatorio.
Si possono tenere riunioni fino a 50 persone, purché si svolgano in luoghi adatti sotto l’aspetto dell’igiene e non vi siano partecipanti giunti dall’estero, medici o personale sanitario strategico, ultrasessantenni o soggetti a rischio.
La regola non vale per i supermercati e simili. Sono chiusi molti luoghi pubblici. Ristoranti e caffè devono ridurre la loro capacità del 50% e non superare le 50 persone nel locale.
■ Anche in India, paese per il quale si parla del «più grande lockdown del mondo» e del quale abbiamo visto solo bastonate inferte da poliziotti a malcapitati passanti, lo stato federale rimanda alle decisioni dei vari membri dell’Unione. Ad esempo, in Maharashtra, la regione di Mumbai:
Il trasporto pubblico è sospeso; sono consentite riunioni pubbliche solo se non superano le 5 persone; sono aperti solo i negozi che offrono servizi essenziali; I luoghi di culto sono chiusi; i cantieri edili anche; Si deve restare a casa, salvo uscire per le attività permesse e mantenendo la distanza. Nessuno verrà legalmente perseguito «per aver infranto in buona fede queste restrizioni».
In generale, nei vari stati, non c’è una casistica elaborata per definire quando si possa uscire e quando no. È permesso per le attività essenziali, purché si mantenga la distanza di un metro, senza creare assembramenti di più di 5 persone.
Non sono necessarie autocertificazioni né documenti specifici.
⁂
Al termine di questa rapida carrellata, alcune impressioni:
Al momento non pare che il «modello Italia» stia spopolando nel mondo, come invece sembrerebbe leggendo i nostri giornali e guardando la nostra tv. Lo sta seguendo, a grandi linee, soltanto la Spagna, dove però non sono stati introdotti documenti specifici da esibire all’autorità. Niente autocertificazione.
Quest’ultima, tra i paesi presi in esame, ce l’ha solo la Francia, dove però c’è molto più margine per passeggiate e attività all’aperto, anche insieme alla famiglia.
Il divieto di passeggiata e jogging come è stato imposto in Italia non si riscontra quasi da nessuna parte. Del resto, ricordiamolo: la stessa OMS dice che passeggiare e muoversi all’aperto aiuta a combattere l’epidemia. Men che meno sembra diffuso lo stigma di stato per chiunque prenda una boccata d’aria.
Ovviamente, la situazione è fluida, e quei paesi col tempo potrebbero decidere di muoversi nella stessa direzione dell’Italia.
Resta il fatto che, sebbene da settimane i nostri cronisti e opinionisti dicano che «tutti ci imitano», allo stato attuale non è affatto così.
E noi, ripetiamo, ci siamo concentrati solo su alcuni aspetti: attività all’aria aperta, uscite con i figli (da noi non previste in alcun modo), utilizzo degli spazi pubblici. È plausibile che lo stesso possa dirsi per gli altri aspetti del presunto «Modello Italia», come le tipologie di fabbriche chiuse o i sostegni per chi non lavora.
Serviranno, insomma, altre carrellate.
Wu Ming
da https://www.wumingfoundation.com/giap/2020/03/modello-italia-coronavirus/
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Ostinato Ad Libitum di Andrea Cacciavillani
Il nuovo libro di Andrea Cacciavillani Ostinato Ad Libitum di Andrea Cacciavillani edito da BigBox Edizioni è l’ultimo romanzo dello scrittore molisano ambientato tra Italia e Casablanca. Una storia ricca di emozioni in cui turbinano fatti di sangue, amicizie, avventure e musica, il tutto permeato dai colori e dalla vitalità di due paesi unici, l’Italia e il Marocco. Walter è un musicista di talento sempre in fuga da se stesso e che non riesce a concretizzare la sua vita con veri e proprie obiettivi. La svolta avviene quando decide di aiutare un suo amico accusato di omicidio a Casablanca. Da questo momento il protagonista inizia un viaggio interiore intenso e drammatico che lo cambierà definitivamente sia come uomo sia come musicista. Andrea Cacciavillani scrive da sempre e non solo romanzi. Ha iniziato nel 2002 con la poesia scrivendo la silloge poetica “Icaro – cuori di cera” (Adriano Gallina editore) per passare poi al suo primo romanzo “Porte” (Michele Pascale Editore). Da quel momento la sua scrittura è stato un mezzo per esplorare nuovi generi e caricarsi di emozioni. Cacciavillani ha scritto infatti anche per il teatro, è Paroliere del gruppo musicale pop rock “Tabula osca”, è stato poeta e scrittore per il network radiofonico Radio Kisskiss e ha collaborato con diversi settimanali e periodici. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo in occasione del suo ultimo romanzo,Ostinato Ad Libitum, e ci siamo fatti raccontare qualcosa in più sul romanzo e sul suo rapporto con la scrittura Ostinato Ad Libitum di Andrea Cacciavillani Salve Andrea, “Ostinato Ad Libitum” è fresco di stampa. Si tratta del suo primo romanzo? I lettori di Cinquecolonne non la conoscono ancora, potrebbe presentarsi brevemente? Salve, intanto grazie per questa intervista. Ostinato ad Libitum è il mio quarto romanzo. La mia attività artistica è stata e spero continui ad essere varia. Sono una persona molto curiosa e mi piace sperimentare. Ho iniziato con la poesia che credo sia un linguaggio espressivo tra i più belli che esistono. Ho scritto testi di canzoni, racconti, romanzi e adesso sceneggiature. Un viaggio molto bello che mi permette anche bellissime collaborazioni e incontri affascinanti. Ho scritto anche qualcosa per il teatro. Diciamo che amo molto la drammaturgia con i suoi personaggi e i suoi conflitti è uno specchio perfetto dell’esistenza Il libro racconta la storia del protagonista, un musicista talentuoso eternamente in fuga da se stesso che si improvvisa investigatore per aiutare un amico accusato di omicidio a Casablanca. C’è un motivo specifico per cui ha scelto di ambientare la storia in Marocco? La scelta del Marocco e in particolare di Casablanca c’è stata dopo un viaggio che ho fatto in quella città. Avevo già in mente il personaggio ma mi mancava la giusta location. Il Marocco mi è sembrato subito il posto adatto. Tant’è che l’incontro con quella città e con quella cultura ha influito molto anche sulla dinamica della storia che ad un certo punto ha preso una piega completamente diversa dall’idea originaria. Una cosa che capita spesso comunque perché fa parte della magia della scrittura che ad un certo punto acquista una sua indipendenza e autonomia. Ostinato Ad Libitum è soprattutto un racconto interiore, sulle paure e le emozioni di Walter, il protagonista. C’è qualcosa che il suo personaggio non riesce a superare oppure che desidera e non riesce a ottenere? Qualunque racconto (a prescindere dal genere) ha insito una storia di conflitti, paure, emozioni e obiettivi da raggiungere. Gli scrittori non fanno altro che traslare nelle loro storie e nel loro personaggio le tensioni che abbiano tutti nella nostra esistenza. Walter inizia a reagire perché accade qualcosa, il celeberrimo “incidente scatenante”, che altro non è se non una presa di coscienza della propria vita. Sicuramente Walter ottiene molto già solo per il fatto che decide di reagire. Le conseguenze di una decisione non sempre portano risultati positivi. Ma non si può avere tutto nella vita. L’importante è avere consapevolezza della non immobilità. Incuriosiamo un po’ in nostri lettori. Qual è stato il momento che l’ha emozionata di più mentre scriveva “Ostinato Ad Libitum”? Come ho detto nella risposta alla domanda precedente mi emoziona molto il fatto che i personaggi prendano vita. Si assumono le loro responsabilità, afferrano in mano la storia e la raccontano. Walter ha da subito acquisito una sua autonomia, una sua indipendenza. Certo i personaggi vivono e sono perimetrati in quel mondo (così diversi ma anche cosi simile al nostro) che uno scrittore abbozza. Ma il resto lo ha fatto Walter. Mi ha emozionato molto il modo in cui ha deciso di raccontare questa storia. Tra romanzi e racconti cosa preferisce scrivere? E perché? Come ho detto ho toccato entrambi i generi e non saprei adesso cosa rispondere. Forse dipende dal tipo di storia. Un’idea potrebbe essere sicuramente adatta ad un romanzo o ad un racconto, ma credo anche che l’idea stessa, appunto, possa suggerire su quale terreno voler crescere. Il racconto mi piace perché mi ha avvicinato al mondo cinematografico dove l’essenza è importantissima. Riuscire a concentrare in poche pagine un mare di emozioni che poi confluiranno nella sceneggiatura per diventare immagini, suoni, ellissi. Insomma vita. Read the full article
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