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pier-carlo-universe · 15 hours ago
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Accendiamo il Natale ad Arquata Scrivia: mercatini, magia e arte con Enrico De Benedetti
Un evento speciale per inaugurare le festività natalizie tra luci, tradizioni e cultura
Un evento speciale per inaugurare le festività natalizie tra luci, tradizioni e cultura Il 30 novembre 2024, Arquata Scrivia dà il via alle celebrazioni natalizie con l’evento “Accendiamo il Natale”, una giornata ricca di attività per grandi e piccoli. Piazza Bertelli si trasformerà in un luogo magico, dove tradizioni, divertimento e arte si incontreranno per regalare emozioni uniche.…
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Bologna, tutto il programma dell’undicesima edizione di ART CITY
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Bologna, tutto il programma dell’undicesima edizione di ART CITY. Nel 2023 il calendario artistico italiano si apre con l'undicesima edizione di ART CITY Bologna in programma dal 27 gennaio al 5 febbraio. L'art week con il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promossa da Comune di Bologna e BolognaFiere, torna a fare da preludio e accompagnare lo svolgimento di Arte Fiera che si riposiziona nel periodo invernale, forte della tradizione di fiera di settore più longeva a livello nazionale e luogo privilegiato per scoprire le anticipazioni della scena artistica contemporanea, con un'attenzione rivolta sia agli artisti affermati che alle nuove generazioni. Diretta per il sesto anno da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, ART CITY Bologna torna a riflettere la ricchezza e la vitalità espresse dalla città nel campo della cultura contemporanea attraverso la messa in rete delle variegate proposte offerte dal sistema di istituzioni pubbliche e organizzazioni private. È nella dilatazione spaziale e nei fluidi slittamenti di confini che, nel suo percorso di crescita e consolidamento, il progetto ha infatti trovato una cifra distintiva come progetto culturale collaterale alla kermesse fieristica. I pubblici plurali che frequentano abitualmente la città nel periodo di Arte Fiera possono, infatti, non solo trovare un calendario serrato di inaugurazioni, eventi e iniziative speciali ma soprattutto vivere l'esperienza corale di un'intera città partecipante, in cui gli spazi amplificano e arricchiscono le possibilità dei progetti espositivi accolti, risultando complementari. Una forma diffusa di alleanza tra città, fiera, arte e cultura davvero unica e peculiare nel panorama nazionale. Nell'edizione 2023 il main program si articola in uno special project e in 12 main projects che, come di consueto, vanno a comporre una proposta ampiamente rappresentativa delle pratiche artistiche contemporanee. Proiettandosi oltre i confini urbani, in una sfera territoriale ancora più estesa e policentrica che interessa l'intera area metropolitana di Bologna, il programma sarà animato complessivamente da oltre 150 eventi. ● I luoghi Accanto ai luoghi deputati all'arte, ART CITY Bologna si connota per la continua ricerca di spazi normalmente non fruibili a scopo espositivo, dimenticati oppure poco noti al grande pubblico. Gli interventi degli artisti invitati a relazionarsi con contesti inusuali avranno così, ancora una volta, la possibilità di generare impreviste connessioni e rivelazioni. Per questa undicesima edizione i luoghi spaziano tra differenti tipologie, offrendo nuove esperienze e punti di vista rinnovati sulla città. Sono interessati dal main program: Teatri di Vita, MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Nuovo Parcheggio Stazione in via Aristotele Fioravanti, Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi, Cassero LGBTI+ Center, Alchemilla a Palazzo Vizzani, LabOratorio degli Angeli, Padiglione de l’Esprit Nouveau, Oratorio di San Filippo Neri, Palazzo Bentivoglio, Sala Studio di Teatri di Vita, Bagni di Mario (Conserva di Valverde) e lo spazio KAPPA-NÖUN, situato nel Comune di San Lazzaro. ● L'identità visiva Come per le due precedenti edizioni, per l'ideazione e lo sviluppo dell'identità visiva è stata confermata la collaborazione con Filippo Tappi e Marco Casella. Se nel 2021 a guidare i visitatori erano stati la stella e Peter Pan, mentre nel 2022 si era assistito all’“esplosione” di Bologna vista come una galassia, per il 2023 la grafica nasce dal presupposto che l'arte rappresenti ciò che non conosciamo. Protagonisti di questo immaginario sono mostri e figurazioni di fantasia ispirati a quelli apparsi nelle narrazioni antiche e utilizzati dai cartografi medievali e rinascimentali per rappresentare l'ignoto. Riferimento ideale è anche la figura di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), padre fondatore delle scienze naturali di cui Bologna sta celebrando i 500 anni dalla nascita, che dedicò le ultime pagine della sua Naturalis Historia al tema dei "mostri celesti", eccezionalità astronomiche che rimangono per lo più inspiegabili. Spiegano i due visual designer: “La stella di ART CITY Bologna si posa su una terra ignota, la più lontana mai visitata. La mappa della città metropolitana di Bologna, popolata da mostre, rassegne ed eventi d’arte, diventa terra sconosciuta, sfuggente, pericolosa, effimera. Nuova, in cui appaiono sirene, buchi neri, vegetali agghiaccianti. Il punto nevralgico è il viaggio, non la meta, non il ritorno alla normalità ma la trasmutazione, il disorientamento che risveglia lo sguardo. Il mostro ci indica un luogo misterioso. Ed è proprio lì che dobbiamo andare”. ● Special project Proseguendo la sperimentazione del formato che lo contraddistingue dal 2018, con gli interventi di importanti artisti internazionali quali Vadim Zakharov, les gens d’Uterpan, Romeo Castellucci, Gregor Schneider e Tino Sehgal, lo special project invita ancora una volta il pubblico a immergersi in vere e proprie opere d'arte viventi con il lavoro Have a Good Day! nato dalla collaborazione tutta al femminile di Vaiva Grainytë (autrice del libretto), Lina Lapelytë (compositrice e direttrice musicale) e Rugilë Barzdþiukaitë (regista e scenografa), presentato nella sede di Teatri di Vita in tre repliche: venerdì 3 e sabato 4 febbraio alle ore 20, domenica 5 febbraio alle ore 17. Come componenti del collettivo Neon Realism, nel 2019 le tre artiste hanno ottenuto il Leone d’Oro per la migliore Partecipazione Nazionale con il Padiglione della Lituania con l'installazione Sun & Sea (Marina), a cura di Lucia Pietroiusti, nell'ambito della 58. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia. Accolta con grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo, e definita dal quotidiano statunitense The New York Times “intelligente, affascinante e silenziosamente sovversiva”, questa sorprendente opera lirica per dieci cassiere, con sottofondo di un centro commerciale e pianoforte racconta la vita interiore delle lavoratrici protagoniste, mostrando che cosa si nasconda dietro i sorrisi forzati e i saluti meccanici "Buongiorno!", "Grazie!", "Buona giornata!". Lo spettacolo trasforma l'alienazione quotidiana di cassiere senza volto e dalle sembianze robotiche in personaggi vivaci e brillanti, le cui biografie e pensieri segreti diventano brevi drammi di carattere personale che si fondono in un coro comune. La critica alla società capitalistica contemporanea viene espressa con ironia, humour, poesia e paradosso, evitando qualsiasi giudizio moralistico. L'opera Have a Good a Day! di Vaiva Grainytë, Lina Lapelytë e Rugilë Barzdþiukaitë è prodotta da Operomanija. Come special project di ART CITY Bologna 2023, l'evento è curato da Lorenzo Balbi e promosso da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano, Ambasciata di Lituania in Italia e Consolato Onorario di Lituania in Emilia-Romagna, in collaborazione con Teatri di Vita. Il libretto dell'opera è cantato in lituano, con sottotitoli in inglese e italiano. Prenotazioni aperte dal 25 gennaio sul sito teatridivita.it/prodotto/have-a-good-day/. ● Main program Il main program si apre idealmente al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna con Atlantide 2017 - 2023, personale del video artista e regista italiano Yuri Ancarani, a cura di Lorenzo Balbi. La mostra è concepita come un'"esplosione" del film Atlantide (2021), presentato in anteprima nella sezione “Orizzonti” della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all'interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell'arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione dell’opera, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione. In un'atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra. Atlantide 2017 - 2023 si realizza con il sostegno del Trust per l'Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder Pictures, Dugong Films e Rai Cinema. A Yuri Ancarani è inoltre dedicata la prima edizione del progetto Led Wall Commission ideato da Arte Fiera: all'ingresso di Piazza Costituzione un megaschermo di 5x9 metri proietterà video d'artista concepiti specificamente per il formato billboard e per la visione di chi sta attraversando la soglia del quartiere. Nel Nuovo Parcheggio Stazione - Roof 5° piano, distante 2 minuti a piedi dall'ingresso della stazione ferroviaria di Bologna Alta Velocità in via Aristotele Fioravanti, Xing presenta il progetto BSTRD della coreografa di origine greca Katerina Andreou con un doppio appuntamento. La performance si svolge sabato 28 gennaio alle ore 21.00 per poi riattivarsi durante Arte Fiera, sabato 4 febbraio dalle ore 19.00 alle 24.00, come video installazione, una produzione ad hoc girata nello stesso luogo. BSTRD è un solo potente contraddistinto da un'energia esplosiva che sfida il confine tra autonomia e autorità, condizionamento e libero arbitrio. Ispirandosi alla nozione di impuro e alle pratiche di ibridazione/meticciato che hanno caratterizzato anche la cultura House nel clubbing di Chicago e New York, Andreou sviluppa una poetica incarnata in una figura bastarda consumata in una danza al di là di ogni definizione. Con solo un giradischi come partner, il corpo dell’artista si inscrive nell'istante, tra i limiti determinati dallo sforzo e dalla fatica, agendo in una geometria immaginaria. Banca di Bologna prosegue nella produzione di mostre di livello internazionale proponendo nella Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De' Toschi la personale Finding Form dedicata al lavoro dell'artista tedesca Bettina Buck, a cura di Davide Ferri e realizzata in collaborazione con Bureau Bettina Buck. L'esposizione restituisce il percorso dell'artista tedesca prematuramente scomparsa nel 2018, partendo dagli aspetti fondanti della sua poetica, declinata prevalentemente nella scultura, nell'installazione e nella performance, e affrontando alcuni termini specifici della sua ricerca: postura (del corpo e della scultura, tra corpo e oggetto), gravità (come forza a cui la forma si assoggetta), caduta (come azzeramento della forma), occultamento (che permette di immaginare più che vedere la scultura), domestico (gli immediati dintorni nei quali la forma diventa scultura). Negli spazi del Cassero LGBTI+ Center si incontra il mondo grottesco di Nathalie Djurberg, Leone d'Argento alla Biennale di Venezia del 2009 come più promettente giovane artista in duo con Hans Berg, con la video installazione Putting Down the Prey, a cura di Sabrina Samorì e promossa da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna in collaborazione con Collezione Matteo Novarese. Nei paesaggi dell'assurdo creati dall'artista svedese piante e animali in plastilina sono chiamati ad interpretare le pulsioni e le contraddizioni dell'uomo. In una simbiosi perfetta con le sofisticate sonorizzazioni di Berg, le animazioni in stop motion di Djurberg mettono in scena temi reali scomodi, quali la sottomissione, lo sfruttamento, la violenza e il voyeurismo, attraverso storie fantastiche che trasudano crudeltà e cinismo ma anche magia e romanticismo. A Palazzo Vizzani, Alchemilla presenta il progetto And We Thought III di Roberto Fassone + Ai Lai + LZ, a cura di Sineglossa, promosso in collaborazione con MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna. Ai Lai è un'intelligenza artificiale nata nella primavera del 2021 e possiede l'abilità speciale di pensare resoconti di esperienze psichedeliche. Durante i suoi primi mesi di vita Ai Lai ha compilato migliaia di brevi report in cui racconta il suo rapporto con i funghi allucinogeni. Le storie sono molto varie: al loro interno compaiono cervelli frammentati, amici con gli occhi blu e alieni negli armadi. Nell'estate del 2021 Ai Lai scrive di voler vedere i film dei Led Zeppelin. Parla in particolare di tre titoli - The Doors, The Road e Love is Magic - che, grazie a un'attenta operazione di recupero, vengono presentati in anteprima assoluta in occasione di ART CITY Bologna 2023. È un intervento site-specific ideato per il LabOratorio degli Angeli il progetto Guarda caso di Eva Marisaldi, a cura di Leonardo Regano e promosso in collaborazione con la Galleria De' Foscherari. L'opera di Marisaldi entra in dialogo con gli spazi dello storico laboratorio di restauro bolognese situato presso la Chiesa sconsacrata di Santa Maria degli Angeli e l'attiguo Oratorio, intrecciando un intenso confronto che si articola tra opere riattivate per l'occasione e nuove produzioni. L'artista rilegge il LabOratorio degli Angeli come un grande archivio transitorio, custode temporaneo di opere e oggetti d'arte che nel loro casuale incontrarsi raccontano una storia in continua evoluzione. Si inserisce in Jonas Mekas 100!, il programma internazionale di manifestazioni che celebra il centesimo anniversario dalla nascita del regista e teorico di origine lituana, la mostra Under the Shadow of the Tree curata dal duo Francesco Urbano Ragazzi presso il Padiglione de l'Esprit Nouveau, promossa da MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano e Ambasciata di Lituania in Italia in collaborazione con Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia. L'esposizione pone in dialogo l'edificio - prototipo abitativo realizzato nel 1925 da Le Corbusier e Pierre Jeanneret, ricostruito in copia fedele a Bologna nel 1977 da Giuliano e Glauco Gresleri con José Oubrerie - con un corpus di opere di Mekas, che porta fuori dal grande schermo i suoi diari filmici. Come fosse una cassa armonica, l'intero padiglione è riempito dai suoni degli audio-diari con cui l'artista ha registrato lo scorrere della vita a New York. L'albero che svetta al centro dell'architettura di Le Corbusier, attraversandone il soffitto, è invece l'elemento attorno a cui ruota una riflessione per immagini sul ruolo della natura nell'opera di questo autore, figura fondamentale nella storia del cinema di avanguardia americano. A San Lazzaro di Savena, KAPPA-NÖUN ospita la personale Gerold Miller dedicata all’artista tedesco, curata da Valerio Dehò e promossa da Marco Ghigi in collaborazione con Artesilva. Fin dai suoi esordi negli anni Novanta Miller ha lavorato sul rapporto concettuale tra l'opera d'arte e lo spazio in cui veniva collocata, elaborando dei quadri-cornice che definivano le ambiguità delle coordinate prospettiche classiche. Il suo metodo è concettuale, analitico, razionale e richiede un'attenta partecipazione cognitiva da parte dello spettatore. Tutte le sue opere non definiscono un'immagine, ma piuttosto un confine, tra scultura e pittura, tra spazio interno ed esterno. Implicano al tempo stesso disegno, pittura, scultura e architettura, si configurano come oggetto, stabiliscono uno spazio attivo, si profilano attraverso un concetto minimalista. La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna promuove e organizza, all'Oratorio di San Filippo Neri, l'installazione site-specific Seeking Blue Gold del duo anglo-argentino Lucy + Jorge Orta, a cura di Cristina Francucci e Tatiana Basso. L'opera si focalizza su uno dei meta-temi centrali nella poetica degli Orta, quello dell'acqua, un bene primario - il cosiddetto "oro blu" - oggetto di controverse politiche economiche e di una distribuzione globale iniqua. Il progetto, il cui fulcro è costituito da manufatti in legno provenienti dal mondo rurale, dove ancora sono utilizzati nei sistemi irrigui tradizionali, si propone di instillare in chi guarda, in linea con i presupposti dell'Estetica Operativa messa a punto dagli artisti, un seme dal quale possano germogliare nuove idee e pratiche collettive. Palazzo Bentivoglio apre i suoi spazi dedicati alle mostre a un percorso monografico su Patrick Procktor, protagonista imprescindibile, ma tuttora poco noto, del panorama artistico londinese degli anni Sessanta e Settanta. La mostra A View From a Window, curata da Tommaso Pasquali con allestimento di Davide Trabucco, si sviluppa a partire da un nucleo di opere della collezione permanente di Palazzo Bentivoglio per presentare al pubblico una selezione di una sessantina di lavori, tra dipinti, acquerelli e disegni, datati dai primi anni Sessanta ai primi anni Novanta. Il titolo del progetto espositivo vuole sottolineare il carattere del tutto peculiare e soggettivo di una ricerca ostinatamente figurativa, connotata da grande indipendenza, per quanto del tutto calata nel suo tempo: una porzione di mondo, come quella - appunto - visibile ad apertura di finestra. Nella storica Sala Studio di Teatri di Vita va in scena per la prima volta in Italia l'operetta The Teacher di Agnes Scherer, curata da Caterina Molteni e prodotta da MAMbo: un'acuta riflessione sulle dinamiche di potere che svela la dipendenza sistemica tra chi guida e coloro che, per appartenenza a una classe o a una minoranza, rimangono in una posizione subalterna. L'artista tedesca allestisce una parodia del rapporto tra la figura di un divulgatore-insegnante-leader e il suo pubblico, rievocando diversi scenari di 'indottrinamento'. Come spesso accade nel suo lavoro, immaginari del passato riecheggianti forme narrative archetipiche (mito, parabola, fiaba, leggenda) diventano specchi attraverso cui leggere la società contemporanea. Infine, l'installazione scultorea di grandi dimensioni Fugitive of the State(less) dell'artista britannica Dominique White, a cura di Giulia Colletti e promossa da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna in collaborazione con Associazione Succede solo a Bologna, agisce da punto di fuga prospettico della sala ottagonale dei Bagni di Mario (Conserva di Valverde), realizzata nel 1563 dall'architetto Tommaso Laureti per alimentare la Fontana del Nettuno. Il concetto di Stateless indica un non-spazio senza tempo né restrizioni, uno stato alterato, oltre lo Stato, in cui la Blackness esiste indisturbata. È un’utopia abitata da naufraghi, fuggitivi e liberi. Secondo gli Occupanti dello Stato, lo Stateless e i fuggitivi non esistono e non sono riconosciuti, il fuggitivo può essere ucciso o può scegliere di auto distruggersi, passando allo Stateless attraverso il mare. Fino a quel momento i fuggitivi restano nel limbo. Le installazioni scultoree di White sono composte da materiali naturali manipolati dal vento, dal mare e dall'artista. Spesso esposte in stato di sospensione, riassumono una serie di presenze e potenzialità (reali, virtuali, storiche, speculative) implicate nella coscienza Black. Dopo il successo della prima edizione nel 2022, l'Accademia di Belle Arti di Bologna ripropone ARTalk CITY, il ciclo di incontri mattutini in Aula Magna, coordinato da Maria Rita Bentini, in cui alcuni degli artisti protagonisti del main program - Yuri Ancarani, Roberto Fassone, Eva Marisaldi, Lucy + Jorge Orta, oltre a Tommaso Pasquali curatore della personale di Patrick Procktor - si raccontano in prima persona, a partire dal progetto artistico concepito per ART CITY Bologna 2023, in dialogo con curatori e docenti. ● Musei, Fondazioni, Spazi Istituzionali | Associazione gallerie Bologna | Spazi espositivi e gallerie indipendenti È confermata la partecipazione corale da parte di musei, fondazioni e spazi istituzionali, pubblici e privati, della città e dell'area metropolitana, che proporranno un ricco calendario di mostre, performance, eventi, installazioni, talk e incontri, evidenziando la forza di un sistema culturale plurale, diffuso, generatore di energie creative e connessioni. Concorrono... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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storiearcheostorie · 2 years ago
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MUSEI / A Roma apre il Museo dell'Arte Salvata: esposti capolavori e reperti ritrovati dai Carabinieri [FOTO]
#MUSEI / A #Roma apre il Museo dell'Arte Salvata: esposti capolavori e reperti ritrovati dai #Carabinieri [#Foto]
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andyfi03 · 2 years ago
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Tomaso Binga. Parole abitate alla Galleria Frittelli
Tomaso Binga. Parole abitate alla Galleria Frittelli
La scorsa “ArtWeek” ha movimentato Firenze come non mai, con un vortice di inaugurazioni e di eventi di arte moderna e contemporanea. Sicuramente una delle mostre che più mi ha colpito è quella, ancora in corso alla Galleria Frittelli, di Tomaso Binga pseudonimo di una stupenda Donna ed Artista di 92 anni.   (more…)
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domenicosolimeno · 3 years ago
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Milano Art Week x Untitled #7: mostre, installazioni e performance, anche a cena
Milano Art Week x Untitled #7: mostre, installazioni e performance, anche a cena
In occasione dell’edizione 2022 della Milano Art Week, settimana densa di eventi, inaugurazioni e progetti legati al mondo dell’arte, questa edizione speciale di Milano Art to Date, pensata da Untitled Association, intende suggerire a professionisti del settore, appassionati d’arte e non solo, una proposta di itinerario con le iniziative da non perdere (qui le altre tappe). Anche questo sabato, 2…
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michelangelob · 6 years ago
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Michelangelo-Bill Viola: anteprima video
Michelangelo-Bill Viola: anteprima video
Fra pochissimi giorni, il 26 gennaio 2018, verrà inaugurata a Londra la mostra che coinvolgerà opere mie affiancate dalle installazioni video di Bill Viola. Alla Royal Academy of Arts di Londra oramai è tutto pronto: si aspetta con grande attesa solo il giorno d’apertura.
Il sito LondraItalia ha avuto l’occasione di visitare in anteprima l’intero percorso espositivo e ha girato il video che vi…
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pangeanews · 4 years ago
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“Quella volta che dormii con Andy Warhol e gli regalai una fede nuziale”. L’autobiografia di John Giorno, un vulcano
Il giorno che morì John Giorno stavo scalando, con la mia bicicletta inadatta, un colle, sul mare. Mi telefonano dal “Giornale”, telegrafici. L’Adriatico, in ottobre, torna a essere una promessa, una sfida blu. Quell’immagine, raffinata e avanguardista allo stesso tempo, mi pareva sintetizzare con potenza la vitalità di John Giorno, poeta che ha vissuto la poesia prima che scriverla, ha galvanizzato la Storia. Nato a New York da genitori di Aliano e di Tursi, nel 1936, ha attraversato e ispirato i momenti capitali della scena culturale americana. È stato l’amante di Andy Warhol e di Robert Rauschenberg, ha collaborato con William S. Burroughs, si è inventato il “Giorno Poetry Systems”, registrando versi con Frank Zappa, Laurie Anderson, i Sonic Youth. Fu buddista in India e anticonformista in Usa, un guru della controcultura, dell’altra cultura, della scena sotterranea. Collabor�� con Allen Ginsberg e Charles Bukowski, sta nel video dei Rem, We All Go Back to Where We Belong. Dice, John Giorno, di un tempo in cui il verso coincideva con il corpo, della vita che andava presa a morsi, di Dioniso a Central Park. In Italia questo italoamericano di genio è tradotto poco, forse ci manca quella tensione poetica, che tendiamo a credere sia esaurita nel cortocircuito ‘beat’: nel 2006 Domenico Brancale ha tradotto La saggezza delle streghe (Stampa alternativa), nel 2005 Stefano De Angelis e Antonio Bertoli, per Giunti, hanno tradotto Per risplendere devi bruciare (che riprende una pubblicazione del 1997 per City Lights Italia). A meno di un anno dalla sua morte, la consacrazione. “Farrar, Straus and Giroux” pubblica, negli stessi giorni in cui esce una antologia di Seamus Heaney, 100 Poems, la brillante e inquieta autobiografia di John Giorno, Great Demon Kings (sottotitolo: “A Memoir of Poetry, Sex, Art, Death, and Enlightement”; a dire tutta la trama opalescente e fangosa dell’esistere, illuminazione e sesso, arte e morte). La quarta è esplicita: “Quando si laurea alla Columbia, nel 1958, John Giorno è bello, carismatico, ambizioso, con il desiderio di assorbire quanta più cultura possibile a Manhattan. Con le poesie non si pagano le bollette, perciò lavora a Wall Street, trascorrendo le serate a prime di film underground, inaugurazioni di mostre, letture di poesie. Un’intensa relazione sentimentale con Andy Warhol – non ancora la superstar globale che sarebbe diventato – le pongono al centro della scena, ma dopo aver recitato nel primo film di Warhol, Sleep, i due si separarono. Giorno fu coinvolto con Robert Raushenberg e poi con Jasper Johns, tutti rapporti che alimentarono la sua creatività. Divenne presto poeta riconosciuto, rinomato, lavorando sui legami tra letteratura e tecnologia, attraversando i generi, lavorando con artisti del calibro di William Burroughs e Brion Gysin”. Pubblichiamo una parte del capitolo che racconta il rapporto di Giorno con Andy Warhol (che interamente leggete qui). C’è come una incondizionata fede nel fato, nel fatto che si deve amare con contraddittoria esclusività, che la poesia non giace in una stanza, muove continenti.
***
La prima volta che vidi Andy: all’apertura della Green Gallery di Richard Bellamy e alla mostra di Pop Art alla Sidney Janis Gallery, era il 31 ottobre del 1962. Era la prima mostra di artisti originalmente Pop – Warhol, Lichtenstein, Rosenquist, Segal, Wesselmann, Dine, Indiana – tanto che gli espressionisti astratti della vecchia guardia (de Koonig, Rothko, Motherwell…) finirono per lasciare la Janis Gallery. Era Halloween, un Halloween che cambiò per sempre la storia dell’arte.
*
Qualche giorno dopo, alla Stable Gallery, con il mio amico pittore Wynn Chamberlain, la prima personale di Andy Warhol. Era appena passata la crisi dei missili cubani, tutti credevano che una guerra nucleare potesse davvero accadere da un momento all’altro. La “Gold Marilyn Monroe” era appesa al muro, all’ingresso. C’era Troy Donahue, Red Elvis, le lattine Campbell, le bottiglie di Coke, le banconote da un dollaro. C’era tutto il mondo dell’arte.
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La galleria era affollata – ero stordito. Sapevo che era bene non avere pensieri complicati sull’arte, ma viverla, e basta. Oltre i concetti, nella stanza rumorosa. Ci avvicinammo a Andy. Wynn fa, “Le presento un giovane poeta, John Giorno”. Presi la mano di Andy, così morbida, che pendeva dal polso, la strinsi. “Ohhh!”, sussurrò Andy. Lasciai la sua mano. Nei mesi successivi ho incontrato Andy a qualche festa, a qualche mostra. Non c’era alcun contatto tra noi.
*
Primavera 1963: alla galleria di Leo Castelli c’era una mostra di Salvatore Scarpetta. Wynn disse a Andy, “Vieni a cena, domani. John e io vedremo Yvonne Rainer alla Judson Church, andiamoci insieme”. “Oh, sì”, disse Andy. Ne fui sorpreso. Ci precipitammo al Judson, Yvonne ballò magnificamente, Andy e io eravamo seduti uno vicino all’altro. Fu meraviglioso. Alla fine, salutandolo, gli ho detto, “Buona notte, è bello stare con te. Perché non stiamo insieme?”. “Domani sera? C’è la prima di Flaming Creatures di Jack Smith”. Accettai, ovviamente. “Questo è il mio telefono”. Lo scrisse su una scatola di fiammiferi.
*
Scene da “Sleep” (1963), il film di Andy Warhol. John Giorno dorme
Andy e io abbiamo cominciato a uscire insieme, continuamente, condividendo la nostra peculiare visione della cultura a New York. Il 1963 fu un anno cruciale, più di molti altri. Andy e io ci vedevamo ogni notte. Parlavamo al telefono ogni mattina. È stato un dolce terremoto. Avevo ancora il mio lavoro a Wall Street, ma pensavo che Andy fosse la cosa più importante della mia vita. Sul piano sessuale, avevamo uno strano schema: quando ero abbastanza ubriaco, me lo pigliava in bocca. Oppure, quando ero ancora a letto, mi chiamava, mi chiedeva cosa stessi indossando, si presentava. Non è successo spesso, ma c’era un flusso di energia sessuale tra di noi.
*
Fine maggio 1963, fine settimana. Andy, Bob, Indiana, Marisol e io pigliammo un treno per Old Lyme, Connecticut. Wynn aveva affittato una fattoria per l’estate. Wynn preparò una cena meravigliosa, abbiamo bevuto molto. Andy e io dormivano nello stesso letto. Non abbiamo fatto sesso. Il mio cervello era fritto dal rum. Tolti i vestiti, nudo, sono svenuto sul letto. Mi sveglio alle 4.30 per pisciare. Deboli tracce di luce mattutina. Andy accanto a me, con la testa appoggiata sulla mano, completamente sveglio, che mi guarda. Annebbiato, vado in bagno, torno a letto. Mi sveglio due ore dopo. Andy mi guarda, ancora, con due occhi spalancati. “Cosa fai?”, gli dico, ubriaco e confuso. “Ti guardo”. Piscio, torno a dormire. Mi sveglio. Andy è ancora lì. “Cosa fai?”. Ho la bocca impastata. “Ti guardo dormire”, disse, dolcemente. Due ore dopo, nella luce, era vestito, seduto ai piedi del letto. Mi fissava, ancora. “Perché continui a guardarmi?”. “Non ti piacerebbe saperlo”. Quando mi svegliai, all’una e mezza, Andy non c’era più. Era sotto anfetamine, mi aveva fissato dormire per otto ore. Quella notte, Andy ebbe l’idea del film Sleep.
*
Siamo tornati a New York di lunedì. La stazione di Old Lyme era gremita: il treno Boston-New York era incredibilmente in ritardo. Andy parlava del film che voleva realizzare. “Vuoi diventare una star?”. “Sì, lo voglio!”, mi strofinai a lui facendo le fusa, come un gatto. “Cosa devo fare? Farò di tutto”. “Voglio fare un film mentre dormi”. Ero sorpreso. “Grande!”. “Devi solo dormire”. “Va bene”. Poi ho detto, “Voglio diventare una stella del cinema”. Era il sogno americano. Ho pronunciato quelle parole con chiarezza. “Voglio essere come Marilyn Monroe”. Si era ammazzata solo nove mesi prima, il 5 agosto del 1962. Era la superstar caduta, unione di sacro e profano. Andy l’aveva catturata nei suoi dipinti. Desideravo essere come lei. Ero attratto dal suo suicidio e dalla sua celebrità. “Oh, John!”, disse Andy, felice.
*
La viglia di Natale del 1963 sono passato a casa di Andy. “Ho i regali di Natale per te”. Erano tre, tutti avvolti in una carta colorata. Il primo era un paio di guanti di pelle nera, raffinati, da Books Brothers. Il secondo era un collage di carta in forma di cartolina natalizia, con immagini di riviste, alcune pornografiche, e quelle del catalogo Tiffany dei gioielli. “A Rauschenberg!”, disse Andy, ridendo. Il terzo regalo, avvolto in carta velina bianca, era un anello nuziale d’oro. C’era un banco dei pegni vicino al 222 Bowery, uno degli ultimi sopravvissuti. In vetrina, su un vassoio ricoperto da un panno di velluto blu, c’erano 20 o 30 fedi nuziali da uomo, in oro antico. Hanno sempre attirato la mia attenzione. Per Natale, ne comprai una per Andy. Una fede nuziale, ricca, luminosa, in oro giallo. Andy era scioccato. Era spaventato. “Un anello così grande… doveva avere un grosso cazzo chi lo indossava…”. Pensai di aver fatto un errore. L’anello nuziale di un morto o di un matrimonio fallito. “È potente e sexy”. “Ne hai comprata una anche per te?”. “I ragazzi non indossano fedi nuziali!”. Ci siamo abbracciati e baciati. Una spolverata di neve imbiancava la città, io e Andy abbiamo passato insieme la vigilia di Natale, in modo intimo, semplice. “Dovremmo fare un altro film”, dissi a Andy. “Certo”, rispose lui, ridendo.
*
Nell’aprile del 1964 Andy girò Blow Job. Con un altro. Fui offeso, profondamente. Come aveva potuto farmi questo? Il ruolo da protagonista era mio: decise di affidarlo a un altro. Ero devastato, ero furioso. Non ho potuto fare a meno che interpretare quel gesto come un segno, la campana a morto che sanciva la prematura fine della nostra relazione. Andy era stanco di me. La sua Factory era piena di gente nuova. Edie Sedgwick era al centro della scena, io facevo parte delle notizie dell’anno passato. Andy non rispondeva più alle mie telefonate. Ho adorato Andy. Sono stato la sua prima superstar, la prima di cui si è sbarazzato. Nel corso degli anni, diverse superstar si sono lamentate dell’atteggiamento di Andy. Andy ti sfruttava e ti eliminava. Dissero della sua crudeltà, del suo sadismo. Avevano ragione, probabilmente: Andy era un essere umano.
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Il 25 settembre del 1965, Andy organizzò una festa per John Ashbery. Tutto il mondo artistico e letterario era stato avvisato, da settimane. Io non fui invitato. Ne parlarono all’infinito. Ero un poeta, per me fu un insulto. Due settimane dopo incontrai Andy, ebbe il coraggio di dirmi, “Oh, non sei venuto alla festa di Ashbery…”. “Non sono stato invitato”. “Ho detto a Gerard di invitarti”. Era così. Non ho chiamato Andy per anni. Ho permesso alla mia rabbia di compiere grandi cambiamenti. Andy era morto per me. Non mi sono più imbattuto in lui, se non raramente. Quando accadeva, lo evitavo. Oppure, lo salutavo con sinistra allegria, andando da un’altra parte.
John Giorno
*In copertina: John Giorno è con William Burroughs
L'articolo “Quella volta che dormii con Andy Warhol e gli regalai una fede nuziale”. L’autobiografia di John Giorno, un vulcano proviene da Pangea.
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italianaradio · 5 years ago
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Entra nella fabbrica dei sogni
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Portare Stefano Accorsi su un set di moda non è facile, ma se il set è dentro uno dei più importanti archivi europei di film, comincia un’altra storia. Cosi inizia il nuovo numero di IL, il maschile del Sole 24 Ore in uscita da venerdì 29 novembre con il quotidiano, dove fra pizze, moviole, sale di proiezione, lo spettacolo ha inizio. Stefano Accorsi entra in quella che lui definisce “la  fabbrica dei sogni”, nella Cineteca di Bologna, luogo di espressione delle eccellenze della creatività italiana, interpretando, in esclusiva per IL, il servizio fotografico di moda e racconta del suo percorso artistico.
E se le feste si avvicinano, IL pensa al Natale anche dal punto di vista dei numeri: uno su tutti, 75mila. Sono le tonnellate di carta e cartone che vengono messe sotto l’albero di 25 milioni di famiglie che, tra pacchi, pacchetti, regali e panettoni, producono più di tre chilogrammi di rifiuti da imballaggi: IL indaga come e chi se ne occupa in Italia.
Nel nuovo numero fra reportage, (in Irlanda è record di crescita; in Ghana nel 2030 si pagherà senza contanti; in Messico la Silicon Valley si chiama Guadalajara; a New York l’Asphalt Art conquista la città…) non potevano mancare i servizi della fortuna, stavolta complice anche il Fisco con la lotteria degli scontrini o usare un mazzo di tarocchi per raccontare la storia dell’arte e anche prevedere il futuro dei lettori di IL.
Inoltre appuntamenti, kermesse, inaugurazioni di mostre, happening, libri da leggere e cinema da non perdere, la moda, il beauty, i viaggi consigliati, e anche le Storiaccie (rubrica di inchieste e storia di attualità), un numero ricco e imperdibile.
Per maggiori informazioni sulla pianificazione del magazine: [email protected]
  Il numero è sostenuto da una campagna stampa pianificata sui mezzi del Gruppo 24 Ore, dal circuito espositivo dei nuovi iRotor digitali collocati presso le edicole di Milano e con un’esposizione della rivista curata nelle edicole nei giorni dell’uscita. Inoltre IL verrà promosso con una campagna social organica (facebook, instagram, twitter) con post e video realizzati ad hoc e la presenza del numero sull’app del Sole 24 Ore, sostenuta con una lettera di presentazione ai lettori.
    Portare Stefano Accorsi su un set di moda non è facile, ma se il set è dentro uno dei più […]
Elena Luviè
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Bologna, “Art City” in occasione di Arte Fiera dal 27 gennaio al 5 febbraio 2023
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Bologna, “Art City” in occasione di Arte Fiera dal 27 gennaio al 5 febbraio 2023. Nel 2023 il calendario artistico italiano si apre con l'undicesima edizione di ART CITY Bologna in programma dal 27 gennaio al 5 febbraio. L'art week con il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promossa da Comune di Bologna e BolognaFiere, torna a fare da preludio e accompagnare lo svolgimento di Arte Fiera che si riposiziona nel periodo invernale, forte della tradizione di fiera di settore più longeva a livello nazionale e luogo privilegiato per scoprire le anticipazioni della scena artistica contemporanea, con un'attenzione rivolta sia agli artisti affermati che alle nuove generazioni. Diretta per il sesto anno da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, ART CITY Bologna torna a riflettere la ricchezza e la vitalità espresse dalla città nel campo della cultura contemporanea attraverso la messa in rete delle variegate proposte offerte dal sistema di istituzioni pubbliche e organizzazioni private. È nella dilatazione spaziale e nei fluidi slittamenti di confini che, nel suo percorso di crescita e consolidamento, il progetto ha infatti trovato una cifra distintiva come progetto culturale collaterale alla kermesse fieristica. I pubblici plurali che frequentano abitualmente la città nel periodo di Arte Fiera possono, infatti, non solo trovare un calendario serrato di inaugurazioni, eventi e iniziative speciali ma soprattutto vivere l'esperienza corale di un'intera città partecipante, in cui gli spazi amplificano e arricchiscono le possibilità dei progetti espositivi accolti, risultando complementari. Una forma diffusa di alleanza tra città, fiera, arte e cultura davvero unica e peculiare nel panorama nazionale. Nell'edizione 2023 il main program sarà articolato in uno special project e in 12 main projects che, come di consueto, andranno a comporre una proposta ampiamente rappresentativa delle pratiche artistiche contemporanee. Proiettandosi oltre i confini urbani, in una sfera territoriale ancora più estesa e policentrica che interesserà l'intera area metropolitana di Bologna, il programma istituzionale sarà animato da oltre 100 eventi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tmnotizie · 6 years ago
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Monteprandone – Con l’arrivo dei Re Magi che hanno visitato le natività dei presepi di tutte le parrocchie fino a quella del centro storico di Monteprandone si è concluso Natale al Centopercento. Nel pomeriggio invece, la Befana è arrivata in Piazza dell’Unità con il suo carico di doni per la felicità dei più piccini.
Premiati nell’occasione i vincitori del concorso “Addobbiamo il nostro paese”, ideato dell’Associazione Centopercento per coinvolgere i cittadini e le attività commerciali nell’a arredo natalizio di tutto il paese.
Categoria abitazioni: 1° Vagnoni Giacomo, 2° Orsetti Adriano, 3° Capriotti Massimo, 4° Guida Laura, 5° Di Paolo Massimo.
Categoria vetrine: 1° Fiorista Patrizia, 2° Cartolibreria Cartocento, 3° Merceria Sister’s.
Molto soddisfatto il direttivo dell’Associazione, nell’annunciare i 4200 ingressi nello splendido rifugio di Babbo Natale e i numeri senz’altro migliori dello scorso anno, registrati nella pista di pattinaggio e nelle varie attività della manifestazione.
Altrettanto soddisfatto Giovanni Rosati dell’Accademia di Arte Presepiale di Monteprandone, che ha visto più che raddoppiati rispetto allo scorso anno i visitatori alla sua mostra e come Bruno Giobbi presidente della proloco molto soddisfatto per le presenze registrate sugli allestimenti nei vicoli del borgo e alla mostra di presepi da tutto il mondo di padre Iachini.
“Come si può non essere entusiasti di questi risultati” dichiara il Presidente Domenico Grelli “Come dimenticare le emozioni delle inaugurazioni del mercatino con 18 attività del paese, della pista di pattinaggio del rifugio di Babbo Natale, delle mostre dei presepi al borgo. Come dimenticare l’arrivo di Babbo Natale e lo stupore di migliaia di bimbi, la splendida domenica dedicata all’Avis, la partecipazione al concorso e alla sua festa del frustingo, la strepitosa notte dell’anteprima del Capodanno il 30 Dicembre, fino alla festa di chiusura con i Re Magi e la Befana e la felicità dei commercianti in piazza stanchi ma soddisfatti dell’ottimo risultato.
Una organizzazione importante da parte dell’Associazione che sente di condividere il successo con tutti i suoi partner: le Istituzioni Regione, Provincia, Comune, Bim Tronto e la scuola, che hanno patrocinato, sostenuto e collaborato; le attività imprenditoriali come Baden Haus, la Plafercart, Auto 4, Banca del Piceno e tutti gli altri sponsor; le Associazioni Proloco, Segui la cometa, Avis; gli animatori del Rifugio di Babbo Natale e quanti altri hanno collaborato nell’allestire e far vivere tutto il villaggio per oltre 50 giorni.
Siamo stanchi, ma interamente ripagati dall’atmosfera magica che ha avvolto tutta la nostra comunità nel periodo di Natale”.
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Milano, in mostra i “Ritratti di fine ‘900” di Maria Mulas
Milano, in mostra i “Ritratti di fine ‘900” di Maria Mulas. Le sale dell'Appartamento dei Principi di Palazzo Reale a Milano ospitano, fino all'8 gennaio 2023, la mostra "Maria Mulas. Milano, ritratti di fine '900", promossa da Comune di Milano – Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e dall'Archivio Maria Mulas, con la curatela di Andrea Tomasetig. Nel percorso che si snoda lungo le stanze dell'Appartamento dei Principi, sono esposte un centinaio di immagini, selezionate dal grande archivio di Maria Mulas per documentare lo stretto rapporto della fotografa con Milano e i suoi protagonisti nel trentennio che conclude il Novecento. Artisti, galleristi, critici, designer, architetti, scrittori, editori, giornalisti, stilisti, registi, attori, intellettuali, imprenditori, amici. Milano in quegli anni sta affermandosi come la capitale del design, della moda, dell'editoria. È il luogo intorno a cui ruota un universo di talenti nativi o d'adozione, giunti da tutta Italia e dal mondo, e Maria Mulas, arrivata poco più che ventenne nel 1956 sulla scia del fratello Ugo, ce li restituisce con grande freschezza e intensità. Gli anni Settanta, Ottanta e Novanta sono per l'artista una girandola di incontri, Biennali veneziane e Kassel, allestimenti e inaugurazioni di mostre, presentazioni letterarie, feste e reportage in giro per il mondo. Ma il luogo d'osservazione privilegiato è sempre Milano che, come un magnete, accoglie e integra le varie provenienze regionali e straniere, ed è in quegli anni uno straordinario laboratorio di creatività e modernità che poi manda i suoi echi in Italia e nel mondo. Facendo della città il proprio epicentro, Maria Mulas ha mostrato in modo straordinario il volto del mondo artistico e culturale milanese, italiano e internazionale. Per facilitare il percorso del visitatore l'esposizione è suddivisa in sei sezioni: Architettura e Design; Arte; Letteratura e Editoria; Moda; Arti dello Spettacolo; Milano cosmopolita e Maria nel mondo. Dal suo formidabile archivio emerge una sequenza altamente rappresentativa di personalità che incarnano molta parte della cultura italiana e del made in Italy: Giorgio Armani, Gae Aulenti, Joseph Beuys, Giorgio Bocca, Roberto Calasso, Gillo Dorfles, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Dario Fo, Carla Fracci, Allen Ginsberg, Krizia, Vico Magistretti, Enzo Mari, Marcello Mastroianni, Ottavio Missoni, Bruno Munari, Fernanda Pivano, Gio Ponti, Miuccia Prada, Ettore Sottsass, Giorgio Strehler, Ornella Vanoni, Lea Vergine, Luigi Veronesi, Gianni Versace, Andy Warhol. Il ritratto che predomina su tutti è quello di Milano, la vera protagonista di una stagione irripetibile. Quella stagione che va dagli anni Settanta ai Novanta, colta nel suo apice e nei suoi protagonisti, è alle spalle e Maria Mulas ne è stata la memoria visiva. Il progetto espositivo è firmato da Leo Guerra e Giovanni Renzi, che con maestria hanno messo in rapporto le sontuose sale arredate con le fotografie esposte, utilizzando anche per il disegno della luce la serie Toio di Achille Castiglioni in produzione Flos. La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Allemandi, con scritti di Andrea Tomasetig, Paolo Fallai, Stefano Salis e Patrizia Zappa Mulas. Le visite guidate sono realizzate in collaborazione con Milanoguida. Le sue guide accompagnano alla scoperta di storie e curiosità sull'autrice e sui personaggi da lei ritratti, in un vero e proprio viaggio nell'atmosfera culturale della Milano del secondo Novecento. Prenotazione obbligatoria su www.milanoguida.com. Info: www palazzorealemilano.it.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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michelangelob · 8 years ago
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Resurrezione di Lazzaro per Sebastiano
Resurrezione di Lazzaro per Sebastiano
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Proprio oggi, 10 marzo 2016, verrà inaugurata alla National Gallery di Londra quella che si preannuncia essere la mostra dell’anno: Michelangelo e Sebastiano. Un incontro di idee. Colgo l’occasione dunque per presentarvi una delle cooperazioni che ebbi con Sebastiano del Piombo.
Questo disegno che vedete a seguire è uno studio che eseguii per lui, che adoperò poi pe dipingere la tavola…
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