#inattività
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colizzialmerico · 15 days ago
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📰 Lavoro, record storico per l’occupazione: 24,2 milioni di posti Istat: a gennaio occupati al 62,8%, decisiva la spinta del Sud. In calo il tasso di disoccupazione (6,3%) e di inattività (32,9%).
[fonte: Il Mattino]
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anonpeggioredelmondo · 1 day ago
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Dopo alcuni anni di inattività mi è tornata la voglia di suonare. Ho comprato anche una chitarra nuova, perché sì.
Ho scoperto che da alcuni punti di vista è come andare in bicicletta, appena la riprendi in mano ti ricordi come si usa. Però è come se nel frattempo ti fossi dimenticato tutti gli itinerari, non cadi ma non hai la minima idea di dove andare.
Fuor di metafora, ho scordato tutte le canzoni. In un we di pioggia fino ad ora ho recuperato:
Can't help falling in love
Hallelujah
Je so' pazzo
Albachiara
Sì, ok, anche la canzone del sole, ma quella non conta. Ho ampi spazi di miglioramento.
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mucillo · 3 months ago
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Scrive Milan Kundera nel romanzo Elogio della lentezza:
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Perché è scomparso il piacere della lentezza? Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo? Dove sono quegli eroi sfaccendati delle canzoni popolari, quei vagabondi che vanno a zonzo da un mulino all’altro e dormono sotto le stelle? Sono scomparsi insieme ai sentieri tra i campi, insieme ai prati e alle radure, insieme alla natura? Un proverbio ceco definisce il loro placido ozio con una metafora: essi contemplano le finestre del buon Dio. Chi contempla le finestre del buon Dio non si annoia; è felice. Nel nostro mondo, l’ozio è diventato inattività, che è tutt’altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca».
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kon-igi · 1 year ago
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Se qualcuno si fosse trovato a essere preoccupato per la mia prolungata inattività tamblera, sappiate che
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perché i cazzomazzi della vita perdono tutte le proprie ramificazioni ansiongene fini a se stesse con la giusta quantità di convivialità fermentata.
E adesso vi saluto con un brindisi che plagio da una fonte che non ho la forza menomica di citare...
Agli amici perduti, agli antichi dei e alla stagione della bruma.
E che ognuno di noi sappia sempre riconoscere i meriti del proprio nemico.
❤️
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gregor-samsung · 2 months ago
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" Faceva molto caldo, e il cielo era completamente sgombro di nuvole. La macchia era asciutta. Guglielmo doveva ogni tanto interrompere il lavoro per asciugarsi il sudore. «Fa troppo caldo», pensò; e gli venne fatto di guardare in alto. Il cielo, perfettamente limpido, non poteva trarre in inganno un uomo esperto come lui. Dietro il sereno un occhio conoscitore scorge le nubi, come dietro le nubi il sereno. Fino ad allora erano stati eccezionalmente fortunati con la stagione, ma la cosa non poteva continuare all’infinito. Se dicembre era stato clemente, gennaio, con ogni probabilità, sarebbe stato tempestoso. Guglielmo presentiva vicina la stagione delle grandi tempeste invernali, quando i boscaioli sono costretti a chiudersi inoperosi nel capanno, ed è manna se schiarisce il tempo necessario per andare ad attinger l’acqua. Egli conosceva bene quelle giornate lunghe, monotone, quando la pioggia batte senza tregua sul tetto incatramato, e nell’interno del capanno gli uomini sbadigliano e guardano l’orologio ogni cinque minuti; mentre piú forte si fa la nostalgia della casa. In quelle giornate la presenza di Francesco si rivelava di utilità essenziale, dato l’imperturbabile buon umore e la provvista inesauribile di discorsi, di racconti e di storie del vecchio boscaiolo. Guglielmo si può dire che l’avesse assunto solo per questo. «Reggesse un’altra settimana», pensò dando un’occhiata indagatrice al tempo. In lui non parlava tanto l’apprensione del principale che deve corrispondere la paga anche nei giorni di forzata inattività e vede cosí scemati i guadagni. Egli paventava per se stesso quelle giornate, sapendo per esperienza come solo il lavoro valesse ad allontanare i pensieri che lo tormentavano. "
Carlo Cassola, Il taglio del bosco, presentazione e note a cura dell'autore, Giulio Einaudi editore (collana Letture per la Scuola Media n° 1), 1977¹°, pp. 78-79.
NOTA: questo racconto lungo esistenziale fu scritto e riveduto negli anni 1948-49 in un momento di crisi dell'autore. Fu pubblicato nel dicembre 1950 sula rivista bimestrale "Paragone-Letteratura" e subito recensito positivamente da Geno Pampaloni.
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unfilodaria · 2 months ago
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Sono giorni che vengo rimproverato dalle signore delle pulizie del mio ufficio (giorni? No, mesi): a qualsiasi ora arrivano, dal tardo pomeriggio fino inizio sera, mi trovano, solitario, in ufficio, nella mia stanza a lavorare. E spesso vado via dopo di loro (sono alla terza sera che esco dopo le 20).
- Archite’, ancora qua? Ma una casa non ce l’avete? E se tenevate una moglie (ed io alzo lo sguardo al cielo e scrollo le spalle) o vostra figlia stava qua, non vi dicevano nulla? Non vi cazzeano?
Io zitto e - che vi devo dire? Avete ragione, ma ho da fare
- Abbiamo capito: ve la dobbiamo trovare noi una fidanzata, una mogliera, così vi cazzea, vi fate gli scrupoli e vi state a casa
Ma io che devo rispondere? Il lavoro, ora come ora, è davvero infame (qualcuno mi direbbe “lo dici sempre”), le scadenze incombono, la rabbia ed i pensieri montano… e sono solo. La verità è tutta in questa ultima parolina. E allora al di là delle vere scadenze, del fatto che non ho aiuti, che mi faccio scrupoli per gli altri ma non per me, l’essere solo mi porta a lavorare per non pensare, per non pensarci. E mi drogo di lavoro. Sono letteralmente drogato di lavoro. E se non fosse che il sabato e la domenica mi sono imposto di non lavorare e fare cose (dormire, musica, teatro, qualche uscita, tutto per non dare ldi testa), lavorerei anche in quei giorni come ho fatto fino a 7-8 mesi fa.
La gente non lo capisce, non lo può capire. Meglio il lavoro, due chiacchiere con i colleghi, con le donne delle pulizie, che stare lì a pensare. Ma ora non reggo più. Gli anni si cominciano a sentire, sono veramente stanco e ho cominciato a fare il conto alla rovescia per la pensione (a luglio sono 40 anni che sono entrato in questo maledetto ufficio, 40 mica ciccioli e bruscolini). Però mi chiedo “e se dopo, in pensione, mi faccio spaventare dal vuoto, dalla inattività, che faccio? Mi sparo?” E allora comincio a pensare a un lavoro nuovo per il dopo, perché sono convinto che darei davvero di testa. Ma vorrei un lavoro che mi faccia stare tra la gente e per la gente.
Intanto amici cari trovatemi un’anima pia e candida che si voglia immolare per me. Ho un cuore scassato ma abbastanza grande per due, ma pure per tre. Nonostante i trascorsi sfortunati e non felicissimi sono ancora sufficientemente pazzo ed incosciente per riprovarci. Vuoi vedere che trovo l’amore e la voglia folle di dimenticarmi del lavoro? E chi può dirlo!
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bloodyfiona · 5 months ago
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Il dolore è solo dolore: non ha pregi; la sofferenza, il sacrificio, non offrono alcuna possibilità di miglioramento, in nessuno (non è mai accaduto: è una credenza, di tipo religioso, diffusa, ma tutto ciò è falso): ciò che ti fa superare un dolore sono qualità acquisite, attraverso una buona educazione, volta a sviluppare il potenziale umano: a costruire una dignità.
La depressione causa letargia; è il popolarismo a provoca momenti di inattività seguiti da iperattività.
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fiat500nelmondo · 7 months ago
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Tornano i raduni: la tua Fiat 500 è pronta a ripartire?
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Le giornate si accorciano, ma la voglia di riscoprire la strada a bordo delle nostre Fiat 500 non diminuisce. I raduni autunnali sono pronti a regalarci ancora tante avventure e sorprese: sei pronto a partire?
Con l’arrivo di settembre, si conclude il periodo di riposo per le nostre adorate Fiat 500. Dopo un’estate passata al sicuro nei garage, lontane dal caldo torrido e dalle lunghe ore sotto il sole, è finalmente giunto il momento di farle tornare a ruggire sulle strade di tutta Italia. I raduni sono alle porte, pronti a farci vivere momenti indimenticabili all'insegna della passione, dell'amicizia e, naturalmente, della nostra amata Fiat 500. Ogni raduno è un’occasione unica per riaccendere la passione che ci lega a queste piccole, ma incredibilmente affascinanti, auto. Che tu sia un veterano dei raduni o un appassionato che si avvicina per la prima volta a questi eventi, troverai sempre lo stesso spirito di condivisione e l’entusiasmo contagioso che rende questi incontri speciali. Un autunno all’insegna dei raduni Quest’anno, con l’arrivo dell’autunno, i meeting della Fiat 500 si preannunciano più entusiasmanti che mai. Le giornate sono ancora lunghe, il clima è ideale per mettere alla prova la tua Fiat 500 su percorsi mozzafiato, e la voglia di stare insieme, dopo un’estate di pausa, è davvero tanta. Ogni raduno è un tuffo nel passato, un’occasione per rivivere quei momenti di felicità che solo chi ama davvero la Fiat 500 può comprendere. Come partecipare ai raduni Se ti stai chiedendo come fare per non perdere nemmeno un raduno, la risposta è semplice: visita il nostro sito fiat500nelmondo.it. Alla pagina Calendario Raduni, troverai tutte le date e i luoghi dei prossimi eventi dedicati alla Fiat 500. Un calendario sempre aggiornato per tenerti informato su ogni occasione di incontro, dalle grandi manifestazioni nazionali ai piccoli raduni locali, dove la Fiat 500 è sempre la regina indiscussa. Preparare la tua Fiat 500 Dopo mesi di inattività, la tua Fiat 500 merita un po’ di attenzione prima di tornare in strada. Un controllo generale al motore, una bella lucidata alla carrozzeria e, perché no, qualche piccolo ritocco che la renda ancora più bella e brillante. I raduni sono anche l’occasione perfetta per mostrare con orgoglio il frutto delle tue cure e delle tue attenzioni. E se hai bisogno di qualche consiglio su come preparare al meglio la tua auto per i raduni, non esitare a consultare le nostre guide e i nostri articoli dedicati alla manutenzione della Fiat 500. Troverai tutte le informazioni necessarie per garantire alla tua piccola grande auto le migliori prestazioni possibili. Emozioni in strada Partecipare a un raduno non è solo un modo per condividere la passione per la Fiat 500, ma anche per vivere emozioni uniche. Ogni raduno è una festa, un’occasione per stringere nuove amicizie, scambiarsi consigli e, soprattutto, fare un salto nel passato, rivivendo i tempi in cui la Fiat 500 era la regina delle strade italiane. Le risate, i racconti, le esperienze condivise: tutto contribuisce a creare un’atmosfera di gioia e nostalgia che rende ogni raduno un’esperienza indimenticabile.
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abr · 1 year ago
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Le parole sono importanti (cit.)
Terzo Installment
La frase detta così è da sinistri, cioè non vuol dire nulla: valori “assoluti” di per se le parole come gli atti non hanno. Importante delle parole è comprenderne e condividerne il SIGNIFICATO (da signum fero: porto un segnale, un emblema). Qui si va a cercare radici e significati autentici, non quelli cangianti della narrativa corrente manipolati dalla neoligua imposta alle masse.
DESTRA-SINISTRA
Cos' la destra/cos'è la sinistra? si domandava il grande Gaber. Rispondeva contrapponendo preferenze, tic e comportamenti di tutti i giorni (vasca vs. doccia, culatello vs. mortadella), differenze così normali da risultare banali, cangianti ma radicate, personali, POLARIZZANTI. Personalmente trovo si tratti di una ottima risposta a domanda profondamente sbagliata.
Destra-Sinistra, si tratta di un modello dello spettro delle posizioni politiche: una semplificazione della realtà, nomina nuda tenemus. Come sempre, ocio ai modelli, sia scientifici o no come questo: succede che li confondi con la realtà.
Il modello si radica ai tempi della rivoluzione francese: nella Assemblea Nazionale Legislativa del 1791, i nobili monarchici costituzionalisti si riunivano alla destra del presidente, alla sua sinistra i borghesi Giacobini (in mezzo stava la cd. Palude).
Notare come nel Parlamento attivo più antico, quello inglese, i seggi non siano disposti linearmente ma contrapposti in due sezioni distinte. Il pragmatismo del modello è esplicito: o governi o sei all'opposizione. Invece Destra-Sinistra, teoricamente un segmento continuo dove collocare posizioni diversificate, fatalmente incentiva la polarizzazione tra alternative: è il nome stesso. Tant'è, ci sono cascate anche persone serie come Norberto Bobbio. La fede nei modelli al posto della realtà è il motivo per cui gli intellettuali sono pericolosi quanto gli ignoranti.
Oggi molti individui e gruppi non si riconoscono più in uno spettro semplicistico Destra-Sinistra: é superato, dicono. Però cambiano solo l'asse ovvero gli estremi; la tendenza alla dicotomia e alla polarizzazione rimane, fatalmente tornando allo schema Destra-Sinistra a loro insaputa.
Ricordiamo tutti la retroguardia clericali-anticlericali; poi ci fu il tempo dei NeoCon "esportatori di democrazia" interventisti vs. isolazionisti e quello, tramontate o stelle un giorno l'Ucraina vincerà, del pacifismo senza se e ma, "colombe" vs. "falchi". Oggi ci si divide manco lungo assi, direttamente sugli estremi:
libertà: chi difende la libertà individuale da ogni interferenza, chi invece definisce "libertà positive" diritti per certe categorie che sono obblighi per altri (es.: no libertà di parola);
partecipazione: democrazia vs. aristocrazia, solo gli istruiti "non deplorabili", solo la scienza, no chi va "formalmente deprogrammato" (cit. Hillary Clinton questa settimana);
multiculturalismo vs Identità (eppure i primi sono quelli che la Diversità è patrimonio da preservare).
Occhio infine al rigurgito (cfr. Ultima Generazione) dei mai defunti luddisti decrescisti: quelli che distinguono ciò che è bene per l'ambiente vs. sviluppo, forza distruttiva nei confronti della Terra.
C'è pure di peggio: quelli che fascismo- antifascismo, i più laidi arretrati reazionari non scusabili di tutti, lo sanno pure loro. E' polarizzazione viscida strumentale o adolescenziale decerebrata, in ogni caso ricorda l'antiebraismo in quanto a livore cieco disumano.
La polarizzazione indotta dal modello è il vero tarlo che sta divorando dall'interno la civiltà - che è solo Occidentale, spiaze. Ciò nella inattività impotente della Palude conformista centrista in via di estinzione, la quale prima di tutti riforgiò il modello senza cambiarlo, mutandolo in Moderati vs. Estremisti tutti, fonte del conformismo trasformista.
Mitigazione del danno
Dagli oroscopi ai cambiamenti climatici, il problema è sempre scambiar modelli per la realtà. Il danno può solo essere mitigato, non estirpato, verificando costantemente i modelli con quel che succede nella realtà (metodo scientifico sperimentale).
Un primo improvement, per portare i politologi almeno al livello dei Terrapiattisti è passare a modelli bidimensionali. Il primo a due assi é del 1964: aggiunge all'asse destra-sinistra un asse verticale autoritarismo vs. democrazia, già aiuta. Poi arriva il classico del libertario David Nolan, base di successive evoluzioni tipo Political Compass: sull'asse x "libertà economica": libero mercato, meno stato e spesa pubblica, privatizzazioni; sull'asse y le "libertà personali": i "vecchi" diritti civili, droghe, aborto, eutanasia, da completare oggi con quelli "nuovi" che fanno incazzare i Woke e i WEF: privacy, novax, no tracciamenti, proprietà, mobilità individuale, autodifesa.
La politica vista come punti su un piano elimina le domande chiuse (o di qua o di là) e stempera la tendenza alla polarizzazione; inoltre ciò aiuta a comprendere filosofie politiche ben evolutesi nei tempi recenti, in particolare anarchismo e dottrina libertaria; si dà anche conto, per contiguità, dell'apparente conundrum "opposti estremismi" (già Franco Freda si definiva "Nazi-maoista") e della prossimità tra anarco-capitalisti con la V di Vendetta, libertari e conservatori. Etc.etc.
Fermiamoci qui. Le parole sono importanti, le etichette e dove si mettono, anche.
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vaerjs · 1 year ago
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instagram
Lo scorso anno scolastico ho avuto in affidamento il cammino di una sezione di bambine e bambini della scuola dell’infanzia di anni 3. Per tutto il tempo che ho trascorso con loro, uno dei punti cardine della mia azione didattica e pedagogica è stato il diritto alla noia, o la cosiddetta pedagogia della lumaca.
Troppo spesso e volentieri, per la persona adulta la noia intesa come inattività è considerata uno spreco di tempo in quanto non produttivo. Anche all’interno dell’organizzazione scolastica ci si aspetta che bambine e bambini siano costantemente impegnati in attività programmate, strutturate e guidate da una persona adulta che ne definisca modalità e tempi. In questo modo i piccoli di esseri umani crescono senza conoscere il dolce far niente di cui millantiamo il valore nelle storie sui social durante tutti i periodi di vacanza. Cresciamo esseri umani frenetici, che sviluppano frustrazione nei tempi dell’attesa e del rilassamento.
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#vaerjs #dirittoallanoia #noia #illustrazionedigitale #ritrattodigitale
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rraskolnikovv · 2 years ago
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1 anno di inattività nel blog, auguri.
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clacla82 · 2 years ago
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Hai mai avuto periodi di inattività sessuale?
Per ora No… 🤷🏼‍♀️😂
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hishug25 · 1 year ago
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Per Socrate l’Amore è mancanza e ricerca. L’Amore è il desiderio vissuto nella condizione di povertà. Non è tenero e dolce, ma forte e talvolta crudele.
Amore è quindi un ponte tra l’uomo e il caos, tra la miseria dell’essere vivente e la potenza del divino. È un balzo nell’ultraterreno, per sbirciare cosa c’è oltre noi stessi.
Cruz imposta la sua riflessione sulla promessa impossibile di amore eterno. L’amore come perenne creazione e conservazione intenzionale di ciò che amiamo è anche il mezzo per sapere qualcosa di sé stessi che viene data come forma di esperienza attraverso l’altro. Quando l’amato scompare o se ne va e lo perdiamo. esso porta via con sé qualcosa di sostanziale della nostra realtà personale.
Aristofane sostiene che tale sentimento  nasca da un grande senso di incompletezza: l’essere umano cercherebbe infatti  attraverso l’amore l’altra metà di sé, quella di cui è stato privato dagli dei. Aristofane racconta che in un’era lontana gli esseri umani avevano due teste, due organi sessuali, quattro mani e altrettante braccia. Quando però un uomo provò a scalare l’Olimpo, sentendosi ormai pari agli dei, Zeus punì la sua presunzione dividendo tutta l’umanità in due parti. Da quel momento in poi, secondo il racconto di Aristofane: "Ciascuna metà, desiderando fortemente l'altra metà che era sua, tendeva a raggiungerla. E gettandosi attorno le braccia e stringendosi forte l'una all'altra, desiderando fortemente di fondersi insieme, morivano di fame e di inattività, perché ciascuna delle parti non voleva fare nulla separata dall’altra”.
L’errore comune sarebbe quindi pensare che si fa esperienza dell'amore solo quando si viene amati, mentre invece è l’amare come azione attiva a rappresentare la sua vera essenza, con tutte le possibili sofferenze che questo comporta. Amare è difficile, ma provarci significa fare quanto di più nobile e alto esista.. 
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susieporta · 2 years ago
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Ora conteremo fino a dodici
e tutti resteremo fermi.
Una volta tanto sulla faccia della terra,
non parliamo in nessuna lingua;
fermiamoci un istante,
e non gesticoliamo tanto.
Che strano momento sarebbe
senza trambusto, senza motori;
tutti ci troveremmo assieme
in un improvvisa stravaganza.
Nel mare freddo il pescatore
non attenterebbe alle balene
e l’uomo che raccoglie il sale
non guarderebbe le sue mani offese.
Coloro che preparano nuove guerre,
guerre coi gas, guerre col fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero vesti pulite
per camminare coi loro fratelli
nell’ombra, senza far nulla.
Ciò che desidero non va confuso
con una totale inattività.
È della vita che si tratta;….
Se non fossimo così votati
a tenere la nostra vita in moto
e per una volta tanto non facessimo nulla,
forse un immenso silenzio interromperebbe la tristezza
di non riuscire mai a capirci
e di minacciarci con la morte.
Forse la terra ci può insegnare,
come quando tutto d’inverno sembra morto
e dopo si dimostra vivo.
Ora conterò fino a dodici
e voi starete zitti e io andrò via.
Pablo Neruda
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quietgirlfromthehills · 1 year ago
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[ITA] Il primo disegno dopo anni di totale inattività. Il proposito per l'anno nuovo (Halloween è comunque un capodanno, no?) è fare pratica tutti i giorni per migliorare nel disegno.
[ENG] My first drawing since the last time I drew something (years ago indeed). My new year's resolution (Halloween is a New Year's Day after all, it isn't?) is to practice daily to improve my drawing skills.
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levysoft · 2 years ago
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Un’incredibile scoperta ha catturato l’attenzione della comunità scientifica: un nematode del suolo, rimasto dormiente per circa 46.000 anni nel permafrost siberiano, è stato riportato in vita. Questo stupefacente fenomeno ha sollevato un mare di domande sulla sopravvivenza e sull’adattamento di alcune specie animali in condizioni estreme.
La criptobiosi: uno stato di quiescenza incredibile
La chiave di questo eccezionale evento è un meccanismo noto come “criptobiosi”, un vero e proprio stato di quiescenza che alcuni animali, come i tardigradi, i rotiferi e i nematodi, possono adottare per sopravvivere a condizioni ambientali estreme. Durante la criptobiosi, il metabolismo dei nematodi rallenta notevolmente e il loro corpo entra in uno stato di dormienza apparente, in cui sembrano quasi “ibernati”.
Riportare in vita un nematode di 46mila anni fa
La scoperta è stata resa possibile grazie a uno studio condotto da un gruppo di ricercatori russi e tedeschi. Gli scienziati hanno analizzato il materiale vegetale di una tana fossile nel permafrost siberiano, scoprendo che il sito era rimasto congelato per millenni. Il nematode, identificato come una nuova specie chiamata Panagrolaimus kolymaensis, è stato riportato in vita utilizzando tecniche di sequenziamento del genoma e analisi filogenetiche.
Una straordinaria sopravvivenza grazie al trealosio 
Le analisi hanno rivelato che il genoma del nematode condivide alcuni geni con l’organismo modello Caenorhabditis elegans, coinvolti nella criptobiosi. Inoltre, entrambe le specie hanno dimostrato di produrre uno zucchero, chiamato trealosio, quando sottoposti a ibernazione. Questo zucchero sembra svolgere un ruolo chiave nel consentire ai nematodi di sopravvivere a condizioni estreme, come quelle del permafrost siberiano. La scoperta di questo nematode addormentato da così tanto tempo è un sorprendente adattamento a uno stato di inattività su scale di tempo geologiche. Questo fenomeno fornisce importanti spunti di riflessione sulla capacità di alcuni organismi di sopravvivere a cambiamenti ambientali drastici e sul ruolo cruciale che svolgono le fluttuazioni dell’ambiente nella regolazione di questi processi. La straordinaria storia di questo nematode resuscitato dal permafrost siberiano ci insegna che la natura è una maestra di adattamento e di sopravvivenza. Approfondire questa affascinante ricerca potrebbe svelare nuovi segreti sulla vita e sull’evoluzione del nostro pianeta, fornendo utili spunti per la scienza e per la protezione dell’ambiente.
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