#in idioma toscano
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alberto d'amico improvvisa & legge da "aenigma" (ifix, 2023): studio campo boario, roma, 16 giu. 2024
_ https://slowforward.net/wp-content/uploads/2024/06/alberto-damico-legge-da-aenigma-allo-studio-campo-boario-16-giu-2024.mp3 il libro: https://www.ifixweb.it/shop/alberto-damico/ _
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#000000#Aenigma#Alberto D&039;Amico#ffffff#IFIX#improvvisazione#in idioma toscano#lettura#Libridine#Libridine 2024#poesia#prosa#reading#Studio Campo Boario
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@books-typo-and-so-on non so dirti nello specifico quante e quali esistono (non ho mai dato un esame di dialettologia anche se magari il giorno che riesco a uscire da qua e fare una bella magistrale potrei pensarci), e in generale alla fine ogni classificazione segue la sua utilità e i suoi criteri, ma di norma i gruppi principali che vengono seguiti sul territorio italiano includono:
un gruppo galloitalico che ha per confine meridionale gli appennini (e il mar ligure? i dialetti della liguria spesso sono raggruppati qua ma a quanto pare c'è qualcuno con le proprie idee su questo), per confine settentrionale le alpi, e orientale l'area del mincio o del tagliamento a seconda delle classificazioni (anche i dialetti veneti non si capisce bene che sono e ci sono varie scuole); è diviso in varie aree che coincidono all'incirca coi confini regionali anche se poi spesso si traccia un gruppo lombardo orientale distinto da quello occidentale, e uno romagnolo/marchigiano del nord distinto a quello emiliano (esistono anche grafie specifiche per tutte queste varietà); da segnalare i dialetti di transizione tra alessandria, pavia e piacenza, chiamati "oltrepadani", e quelli a nord del lago di garda tra mincio e adige, detti tridentini
un gruppo retoromanzo sparso su tutto l'arco alpino, di cui distinguiamo il friulano, il ladino e, in terra elvetica, il romancio; laddove il friulano rimane un po' più unificato, gli altri due idiomi hanno diffusione parecchio limitata e un areale frammentario, a causa del territorio montano che occupano; per il friulano coincide in gran parte col territorio regionale, anche se sulla costa si parla un idioma di tipo veneziano
un gruppo sardo a cui fino al medioevo faceva forse parte anche il corso (la moderna lingua corsa ha base toscana); si distingue solitamente almeno un gruppo settentrionale e uno meridionale, più le parlate del nord dell'isola,di transizione con il corso e il sottogruppo toscano
un gruppo italoromanzo che include anche l'italiano standard (che è un dialetto anch'esso: la lingua non esiste in un vuoto e anche l'italiano dei telegiornali, dei documenti e dell'insegnamento è una "forma" di lingua come le altre, di base fiorentina con influenze romanesche e, in qualche modo, anche delle altre varie parlate, seppure in misure minori); questo gruppo è diviso poi generalmente in almeno tre sottogruppi:
il primo, detto centrale, include da una parte il toscano, col corso e le parlate del nord della sardegna (le quali hanno in parte origine pisana, e in parte varie altre influenze dal sardo, dal corso, dal catalano, dal castigliano, dal genovese e varie altre); e dall'altra i dialetti dell'Italia centrale, con la particolare nota del romanesco che per vari motivi storici ha importanti influenze fiorentine già da ben prima che l'italiano diventasse lingua parlata nell'ottocento; a causa della forte vicinanza con l'italiano standard queste parlate non sono spesso raggruppate esplicitamente in una o più lingue (ad eccezione del corso e forse del romanesco e delle parlate sardo-corse), ovvero che sentirai talvolta parlare di una lingua romagnola, o di una lingua siciliana, ma molto più raramente di una lingua ciociara o una lingua umbra. non so dirti se c'è un motivo concreto per questa distinzione, ma alla fine è poco più che una questione sociopolitica un po' fine a sé stessa;
il secondo gruppo (detto altomeridionale o intermedio, o storicamente volgare pugliese), che di base è talmente esteso che provare a dargli un nome sarebbe un po' una riduzione in ogni caso; la dizione di "lingua napoletana" rimanda al fatto che i confini di questo gruppo coincidono pressappoco con quelli del regno di napoli, ma se a un abruzzese o un pugliese moderno gli dici che parla napoletano non so quanto necessariamente entusiasta è. in ogni caso questo gruppo copre più o meno tutta la "caviglia" dello stivale, dalle marche meridionali/marsica/ciociaria al salento/mar ionio/sila, e le distinzioni più usate tendono a seguire in parte i confini regionali; forse l'idea di raggrupparli statisticamente in un unica lingua è un po' curiosa ma non al momento non so di classificazioni alternative che si possono tracciare, anche se sicuramente ve ne saranno;
il terzo gruppo detto bassomeridionale, estremo o siciliano) copre il tacco (salento), la punta (calabria centro-meridionale) e la sicilia; viene solitamente distinto da quello altomeridionale per le tante caratteristiche strutturali che lo distinguono (intuitivamente, tra barese e leccese la differenza è molto più marcata che tra barese e napoletano), ma come ho già detto le distinzioni dipendono dai criteri, e come esistono raggruppamenti che scindono ulteriormente il gruppo intermedio, ce ne saranno alcuni che trattano quello siciliano come una propaggine molto distinta di un unico grande gruppo meridionale che va dal tronto al canale di sicilia.
Si segnalano poi le parlate provenzali e arpitane nelle valli del piemonte occidentale (oltre che in alcuni comuni di puglia e calabria), i vari dialetti germanici (alemanni in piemonte, bavaresi nel triveneto), le minoranze slave al confine con la slovenia e in alcuni comuni del molise, albanesi in vari comuni di tutto il sud, greche in salento e nel reggino, catalane ad alghero e quelle galloitaliche in basilicata, sicilia e sardegna
Ciao, straniera qui (ed era così bello quando hanno detto che c'è la possibilità di vedere Sanremo anche per gli Italiani all'estero... Grazie a questo anch'io potevo mettere Rai1). Una domanda su Geolier – sinceramente ho pensato che cantasse metà in francese, un amico mi doveva spiegare – perché non siamo pronti per la discussione (sul dialetto?...)? (Se è qsa stupido mi puoi rispondere in priv)
Ehi ciao, molto felice che il festival sia visibile anche all'estero finalmente!
Per Geolier e il francese, questo perché il napoletano deriva dal latino, perciò ha elementi in comune con le altre lingue romanze come appunto il francese.
Con il "non siete pronti per questa discussione" mi riferisco al fatto che l'Italia e gli italiani non vedono di buon occhio dialetti e lingue minoritarie, inoltre in questo paese i meridionali, ed in particolare i napoletani, sono vittime di pregiudizi, perciò Geolier è nettamente svantaggiato cantando in napoletano. Gli italiani cantano e ascoltano da decenni canzoni inglesi e spagnole senza capirne il significato, ma col napoletano si lamentano perché "non si capisce", questo paese non è altro che la fiera dell'ipocrisia.
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El largo viaje de la lengua italiana
Cinque Terre, Italia
Introducción
Italia es tan variada topográficamente como es hermosa. Con sus montañas espectaculares, sus grandes lagos cristalinos, sus colinas onduladas y litorales dramáticos sin olvidarse las ciudades históricas encantadoras. Más al sur con su ambiente mediterraneo y los pueblos costales abrazando las montañas. Igual de diversa como el paisaje es la lengua italiana. Pasó por muchos altibajos hasta transformarse gradualmente en la perfecta pareja del paisaje.
La historia de la lengua italiana
El italiano moderno se ha desarrollado de forma larga y gradual, en un proceso iniciado en tiempos pre romanos. Son muchos y diferentes los factores que moldearon la lengua hasta tener su forma actual.
Antes de los tiempos romanos existían diversos dialectos, como el Toscano, Florentino, Etruso, siciliano entre otros. En el principio de la época Romana existía un dialecto en Roma que llegaría a ser la lengua oficial de toda la república y luego Imperio Romano, este dialecto se llamó Latium, o como nosotros lo conocemos “Latín”. Durante toda la era Romana este idioma era el dominante en todo el Imperio e incluso fuera, a nivel mundial. Una de las razones era porque todas las universidades en Europa daban sus clases en Latin, añadiendo a la lengua prestigio , más tarde la llamarían la lengua de los sabios. Además todos los documentos oficiales en Europa fueron escritos en Latín así como libros científicos, de medicina y más.
Seceda, Italia
Antes de la caída del Imperio Romano el Latín había crecido a tales dimensiones que llegó a ser una lengua de fundamental importancia hasta ser imprescindible tanto para la gente común en Europa cómo para las sociedades Europeas en general. El impacto era tan grande que hasta hoy en día se considera Latín , la Madre de las lenguas Europeas.
Sin embargo, después de la caída del Imperio Romano, en el siglo V, el país se debilitó de tal manera que ocurrieron múltiples invasiones en la península itálica. Los invasores eran ostrogodos, bizantinos, francos y normandos. Es comprensible que la lengua se influenció por estos acontecimientos.
Los diversos dialectos que ya existían en el país antes de estas invasiones, ahora se mezclaron con nuevas expresiones y palabras “ importadas” de los invasores.
Los dialectos diferentes se desarrollaron en formas diferentes y crecían aparte. La diversidad de estas lenguas es lo que lo hace tan difícil rastrear la historia del italiano y esto ha resultado en que existían varias hipótesis sobre sus orígenes.
Los principios del italiano moderno
Lago di carezza, Italia
Era la hermosa provincia de Toscana, con sus colinas onduladas y sus ríos y barrancos verdes, una de las regiones más preciosas en toda Italia, que dio a luz al renacimiento. Hasta hoy en día es un centro de lenguas, arte, moda y turismo.
Durante la Edad Media, también conocido como el oscurantismo, que tuvo lugar entre la caída del Imperio Romano hasta principios del siglo XIV. Europa vivía más o menos en ignorancia, con el renacimiento que tuvo sus raíces en Italia, revivía otra vez las obras clásicas y la filosofía de la antigua Grecia.
Ya que el renacimiento tenía sus raíces en Italia, florecía allí, gracias a ciudadanos ricos e interesados en arte, como la familia Medici. La familia Medici gobernó Florencia durante más de 60 años.
No era solamente artistas como pintores y filósofos sino también escritores como Dante Alighieri ( nacido en Florencia) con su obra más famosa “ la divina comedia”. Una poesía narrativa en cual describe el viaje a través del infierno, purgatorio y paraíso, guiado por Beatrice, su mujer ideal.
Sin embargo la obra era revolucionaria en su tiempo porque Alighieri la escribió en su dialecto nativo, Tuscano, a pesar de que Latin era la lengua preferida de la gente educada.
Otro ejemplo del tiempo es Francesco Petrarch (o Petrarca) , nacido en 1304 en Toscana, también escribió varias poesías de amor en su lengua nativa, italiano toscano.
Él quería que sus poemas fueran comprensibles a la gente común. También quería cambiar la idea que la poesía solamente era sofisticada escrita en Latín. Según él , podía ser igual de refinado en su lengua nativa.
Otro escritor que también ha contribuido al desarrollo del italiano moderno de la misma forma que los otros dos es Boccaccio.
Se puede decir que italiano moderno debe mucho a este trío de escritores.
Italiano se formó en Florencia y en 1585 fue fundada la academia privada “de la crusca” en Florencia, con el objetivo de codificar el Toscano y de realizar un diccionario.
En 1612, dicha academia publicó el primer vocabulario. Hacia mediados del siglo XV
Empezó a compilarse las primeras gramáticas en vulgar florentino.
Italiano moderno
Merano, Italia
Durante siglos y hasta la unificación de Italia en 1861, el país estaba dividido en múltiples estados, de los cuales la mayoría se encontraron bajo dominio extranjero. Italia estaba dividida en reinos regionales y no tenían un gobierno central con una lengua administrativa oficial.
Como resultado el Italiano fue moldeado por la gente común que la necesitaba para expresarse creativamente. Escritores y poetas desarrollaron su estilo y contribuyeron al vocabulario durante siglos pero cada región tenía su propio dialecto como napolitano, siciliano, bolones y veneciano entre otros.
En 1815 hacia la unificación de Italia era necesario establecer una lengua oficial, para el país, a pesar de las múltiples diferencias. Eligiendo entre los diferentes dialectos fue el Toscano el que prevaleció.
Por ser el dialecto más prestigioso, se convirtió en el idioma oficial, nacional. De otra parte era importante mediante una lengua común dejar la población sentirse más unificada.
El Italiano es diferente al español, francés y portugués, el país fue unificado relativamente tarde (1816). La televisión también jugó un papel importante en unificar los dialectos. Antes de 1950 (cuando la televisión se hizo popular) 18% de la población habló algún dialecto. España y Francia se unificaron mucho antes, estas lenguas eran más administrativas y gubernamentales mientras que Italiano siempre estaba orientado hacia la literatura.
South Tyrol, Italia
El Italiano es un idioma rico, lleno de vocabulario, los diccionarios más completos pueden tener entre 80.000-250.000 entradas.
Sin embargo investigaciones llevadas al cabo antecedentemente a la muerte del lingüista italiano Tullio de Mauro (1932-2017) confirman que aproximadamente el 50% de la población italiana usa solamente 3.000 palabras diariamente.
Este fenómeno no es exclusivo al Italiano sino que es una batalla todas las lenguas modernas están luchando, es un problema universal. Las nuevas tecnologías, las redes sociales y los teléfonos móviles disminuyen la cantidad de jóvenes y estudiantes que leen libros o se expresan escribiendo.
Como resultado hay algunas universidades en Italia que incluyen exámenes de lengua Italiana para medir las capacidades de los estudiantes. Además en 2007, gracias al decreto del estado del mismo año, la edad de escolaridad obligatoria se elevó de 14 a 16 años, un total de diez años de educación escolar obligatoria.
Comentarios
Tuscany, Italia
Las lenguas se cambian con nosotros, son moldeables y se desarrollan con el tiempo. Un idioma puede ser influenciado desde el exterior o desde el interior. Influencias externas incluyen ideas nuevas, descubrimientos nuevos “ importados” desde fuera de forma pacífica o por invasiones o colonización de manera agresiva.
Influencias internas pueden ser desarrollos, descubrimientos en el país mismo , cambios geográficos, cambios de clima etc.
Como no también de personas con ideas nuevas, sean escritores como Alighieri, Petrarca, Boccaccio o artistas y más.
El desarrollo de la lengua italiana con su larga historia nos lleva desde un Italia débil, con múltiples dialectos a un Imperio Romano con una lengua fuerte y dominante que se extiende en casi toda Europa.
Para después ,otra vez,caerse en tiempos de declinación.
Sorprendentemente con la llegada del renacimiento el idioma italiano tuvo otra oportunidad y llegó, otra vez, a tener cierta importancia.
La lengua italiana, como las colinas onduladas de Toscana, suben y bajan de manera eterna. ¡ambos son bellísimos!
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Allendes
Nos veíamos en la boda de Raúl, habían pasado ya unos años desde la última vez que nos vimos. Tenías ya unas buenas canas. “Mónica”, le dije una mañana, compungido: “me están saliendo canas”. Me miró y dijo: “las canas son sexys”. “Las canas es estar viejo”, respondí. “Los viejos son muy sexys”, concluyó, pícara.
¿Por qué digo esto? Porque años después, tu cabello comenzaba a tener un color plata interesante. Casi cumplías los 40, vivías en un pueblito en las montañas y sentías que tus mejores años ya habían pasado.
Hasta que te conté de La Rusa.
Un día Margarita y su novio viajaban por Japón. “¡Mira!”, le dijo Margarita señalando un espectacular de cerveza, “¡Es La Rusa!”.
La rusa. Rubia, hablaba tres idiomas y recorrido todos los continentes. Venía también de un pueblo pequeño, de Siberia. Y luego se fue a Argentina. No a Buenos Aires ni a Rosario ni Córdoba. Sus padres escogieron un pueblito pequeñito de La Pampa. Los padres no hablaban ni una palabra de español. En la escuela -no era tan alta, por eso su carrera de modelaje no pasó de anuncios comerciales- a los niños se les complicaba decir su nombre. Así que desde ahí pasó a llamarse La Rusa. Como nombre de femme fatale en alguna novela policiaca inglesa.
Yo te mandaba sus fotos para provocarte. Me preguntabas de ella y yo para motivarte te decía que le dieras follow a su cuenta de Instagram. Huraño y más huraño un día por fin te convencí. Me sorprendí luego: ahora eras tú el que me enviaba capturas de las fotos que publicaba en su Instagram. Vestidos, bares, labios rojos. También de un novio gordo y torpe, que como bien me hiciste ver, un día desapareció de sus stories.
Entre las risas y los brindis miraba el atardecer toscano. ¿Habrías pensado como yo que la rusa hubiera sido una excelente pareja en esa boda? Me habían dado un buen trabajo y la madre de Raúl me elogió mi corbata. Le dije que de ti había aprendido gran parte del estilo que tengo. Ella te miró con curiosidad. Cuatro horas más tarde, borrachos de champaña y alegría te dije: “wey, hablále a La Rusa. Si te pones de novio con ella, te pongo un millón de dólares a tu nombre en un trust.” Me miraste divertido.
Ahí es cuando supe que estaba soñando. Pero poco importa, porque el resto fue de una belleza y nostalgia que sólo cabe en la literatura.
Al volver a México le hablé a Margarita. “Che, tengo un amigo muy guapo que está interesado en La Rusa”, ella por la sorpresa comenzó a tartamudear. “Sí, sí, ya sé que tiene muchos pretendientes, que vive en Los Angeles y eso. Pero este amigo es guapo, habla tres idiomas y acaba de cerrar un trato con mucha plata. Y las quiere invitar a ti y a ella un fin de semana a México. Para divertirnos nomás.” Compuesta del disparate, ya presentía en su introducción que iba a declinar el plan. “En primera clase”, la interrumpí.
¿Quién le dice “no” a un vuelo de primera clase?
Fuiste el último en aterrizar. Cuando la vi -habían pasado también muchos y tantos años- abracé fuertemente a Margarita, recordando su olor a infancia, a pan de casa. También era inevitable no poder mirar a La Rusa de reojo solamente. Era la semana en que las jacarandas florecen en la ciudad, y no sé si lo sabía, pero su vestido violeta era la mejor bandera de la primavera. Era, también, más introvertida de lo que pensaba, estaba nerviosa. Yo también, no sabía si te habías acobardado y habías decidido no tomar el vuelo.
Siempre me ponen nerviosos las presentaciones entre mis grupos de amigos. Margarita llegó por detrás y me dijo “calma, señor”, y desde entonces recuerdo su voz en momentos de tensión. Tú llegaste con un polo verde brillante y tenis blancos, nuevos. Transmitías una seguridad que imagino no sentiste al aterrizar. Yo aun disfrutaba de la mano de Margarita en el cuello. Y al verte todos sonreímos, pero alguien más. “Hola, soy La Rusa”, te dijo. Margarita esa noche me dijo que hasta ella me sintió temblar.
Había decidido llevarlos a San Miguel de Allende. A disfrutar las apacibles calles empedradas, las terrazas con bugambilias y un vino blanco que siempre me gusta tomar con amigos. Tomamos la carretera y te sentaste con La Rusa en la parte trasera. Margarita tuvo a bien poner Manu Chau, lo cual trajo distensión, alegría y unos buenos coros. Estoy seguro que los cuatro recordábamos nuestra adolescencia, cuando a media clase un viaje como ese nos hubiera hecho tal ilusión.
Cuando llegamos, Margarita había ya puesto un par de veces su mano sobre la mía. A mitad de una broma se inclinó hacia mi costado y se quedó un rato ahí. Había reservado dos habitaciones, una para ellas y la otra para ti y para mí. Pero de pronto me vi desempacando con Margarita sus vestidos y sus jeans deslavados en una naturalidad que no me causaba pendiente: en la carretera miré por el retrovisor cuando tomabas una siesta. También a La Rusa. Sus ojos azules y sus labios rojos. Recorrerte.
Cuando despertases sería lo primero que te quisiera contar.
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Ideia II pro SBT adaptar Rebelde
A telenovela teria o nome Futuro Rebelde e seria algum tipo de continuação. A própria escritora original, Cris Morena, envolvida o tanto que ela quiser e puder. Sempre. Claro, com uma escritor brasileira do lado adaptando pro idioma e realidade brasileira. Só pra deixar claro, seria gravado no Brasil. Não necessariamente ela teria que morar no Brasil. Eu sei que há um coisa chamada tempo e orçamento, por todos os lados. Viabilidade. Tem que ver isso, mas acredito ser possível sim. Pra quando? Aí já é querer demais. Bem, vamos ver…
Dulce Maria presente, atuando como a mesma Roberta Pardo, porém no futuro no futuro. Ela sendo a protagonista (mas não a única). Sendo ela explicado que ela não chegou a casar com Diego Bustamante, ela vem ao Brasil como uma cantora, mas principalmente escritora famosa que ela se tornou, então ela conhece um brasileiro e começam a viver o amor. Não pode ser tão fácil assim, claro! É só o começo. Além de telenovela, continuação de Rebelde! Ela começaria a dar aula ele seria um professor (até, aí tá parecendo com Clase 406/Francisco, el Matemático, mas não tão pesado).
Os novos Rebeldes/adolescentes seriam interpretados por (e não estão em ordem específica e tal, só vou pensando e digitando):
Lívia Inhudes
Raíssa Chaddad
Júlia Simoura
Pietra Quintela
Sofia Valverde
Duda Pimenta
Maísa Silva (com uma personalidade bem parecida com Roberta Pardo adolescente)
Bela Fernandes
Igor Jansen
Um pouco mais velhos:
Graciely Junqueira
Now United (participação, ou mais de uma participação)
Giovana Chaves (como uma vilã que no fundo não é vilã, podendo ser até uma nova filha do diretor.) Seria alguém que terminou os estudos e está em uma faculdade, ou algo do tipo, que é do mesmo conglomerado, sentindo que nunca teve amigos. Pobre e vingativa, cansada de ser humilhada. Vocês já sabem.
Elenco mais adulto e tal (direitor/direitores, professorado, país de aluno e etc):
Danilo Nogy (quem sabe? eu pensei e aposto nele como ator)
Milena Toscano
Flávia Pavanelli
Rodrigo Santo
Dulce Maria (protagonista)
Dalton Vigh
Myrian Rios
Luma Costa (vilã)
Vincenzo Richy (vilão)
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#italicosbrasil 🇮🇹 Os idiomas como os conhecemos são uma mistura de diversas línguas e dialetos, que nascem no contato que os povos de um lugar têm com povos de outras culturas. Na Itália antiga, como em boa parte da Europa, o idioma oficial era o latim. Contudo, conforme os soldados romanos tinham contato com outras culturas, uma língua oral, não-oficial, foi surgindo, o volglare. Por sua vez, essa língua "vulgar" apresentava variações, os dialetos como conhecemos. Com a queda do Império Romano, o volglare passou a sofrer ainda mais alterações e, ainda que até 1600 o latim seguisse sendo o idioma oficial, muito antes dessa data começaram a aparecer textos em dialetos volglare. É no florentino toscano, dialeto materno de Dante, Petrarca e Boccaccio, principais autores da literatura clássica italiana, que o idioma italiano se estabelece como língua oficial. É graças à influência das obras desses escritores que o florentino se espalhou e se estabeleceu como oficial. . . . #italiana #italianacultura #italianalingua #italianacreativita #iicsp #culturaitaliana #italianacreativita #culturaitaliana #parliitaliano #origemdalinguaitaliana #italicosnelmondo #italicos #italicosdobrasil #repost @iic_sanpaolo
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@WinogradVictor
#Dante2018 Par. 16 En el v. 33 Dante aclara que Cacciaguida no habla el toscano moderno sino el antiguo. Cada vez que Dante tematiza el idioma se mete en un problema, porque es imposible no pensar risiblemente en Ulises y todos los antiguos hablando en toscano.
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7 pequeños cambios que marcaran la diferencia aprendiendo italiano - 1 - 64-62
El italiano ( o lingua italiana) es una lengua romance que proviene del Toscano arcaico y pertenece al conjunto itálico de la familia de lenguas indoeuropeas.
Es el idioma oficial de Italia, San Marino, Ciudad del Vaticano y uno de los cuatro idiomas nacionales helvéticos (con el alemán, el francés y el romanche).
Es, además de esto, lengua cooficial, con el croata, en el condado de Istria (Croacia), y con el esloveno en los municipios ribereños del Litoral esloveno.
En Somalia el uso del italiano como segunda lengua, al lado del inglés, se encuentra regulado por verbos en italiano la constitución transitoria de 2004 (art.6).4 El italiano es utilizado asimismo, como primera o segunda lengua, por varios millones de inmigrantes italianos y sus descendientes desperdigadas por el planeta, sobre todo en Europa.
Se calcula que en el año 2006, unos 64 millones de ciudadanos comunitarios hablaban el italiano como lengua materna y 14,7 millones como segunda o tercera lengua.5 Núcleos consistentes de italófonos se encuentran también en América y, en menor medida, en África y Oceanía
En Italia el italiano es la lengua materna del noventa y cinco por cien de población residente en el país7 o sea de la casi totalidad de los italianos y de los extranjeros nacidos en Italia que preservan por ley su nacionalidad de origen hasta el cumplimiento de la mayor parte de edad. Se trata de un colectivo de 57 setecientos 000 hablantes sobre una población total de unos 60 millones de habitantes.
El italiano es lengua oficial de Suiza, como ya se ha indicado, junto con el alemán, el francés, y una de las cuatro lenguas nacionales de la Confederación (las 3 oficiales, más el romanche). Aproximadamente seiscientos sesenta y seis 000 residentes en el país (censo dos mil doce),9 más del ocho por ciento de los ciudadanos, charlan italiano o bien una alteración de él. Es la lengua principal en todo el cantón del Tesino, y en las áreas italófonas de los Grisones: Valles de Mesocco, Bregaglia y Poschiavo (un 15 por ciento de los habitantes del cantón). Estas áreas conforman en conjunto lo que se conoce como Suiza italiana (o bien Svizzera italiana).
El italiano es también el idioma oficial de San Marino y de la Urbe del Vaticano, pero si en San Marino lo habla la enorme mayoría de sus habitantes (veinticinco cero italófonos en el 2004, o sea el 96 por ciento de la población de estado10) en los ambientes cosmopolitas de la Ciudad del Vaticano se prefiere recurrir al latín, que además es el único idioma oficial de la Santa Sede (las leyes, por ejemplo, se decretan únicamente en latín).
En Croacia dieciocho 000 personas charlan en nuestros días (dos mil catorce) el italiano como lengua materna y unas seiscientos 000 como segunda lengua,11 esto es algo más del trece por ciento de la población croata. La gran mayoría de los italófonos se concentran en la ciudad de Fiume, en Dalmacia y en Istria. En esas áreas el italiano es idioma autóctono y en Istria lo charlaba, como lengua materna, cerca de mitad de la población. A causa de la anexión a Yugoslavia de Fiume y de Istria (mil novecientos cuarenta y siete-mil novecientos cincuenta y cuatro), el grupo étnico italiano presente en el territorio se redujo de un ochenta y cinco por cien a raíz de la emigración a Italia y a otros países de Occidente.
Después del desmembramiento de Yugoslavia, sin embargo, el italiano volvió a cobrar importancia en Croacia como idioma de cultura, sobre todo en el Condado de Istria, donde se transformó en lengua cooficial, con el croata. En Eslovenia un número muy reducido de italófonos (3000 o bien 4000 locutores) se concentran mayoritariamente en los 3 ayuntamientos costeros de Capodistria ("Koper"), Isola d'Istria ("Izola") y Pirano ("Piran").
En los 2 últimos es idioma cooficial con el esloveno, mientras que en Capodistria el italiano tiene el estatus de cooficialidad solo en el centro urbano y en las pedanías con minorías italófonas de relieve. En Francia, según algunas estimaciones, se encontrarían más de 828.000 locutores esparcidos por todo el territorio del estado, probablemente con picos más altos, con respecto a la población local, en la ciudad de Niza y en la isla de Córcega, ambas atadas política y culturalmente a Italia a lo largo de varios siglos, si bien cabe decir que buena parte de los "locutores de italiano" de estos territorios sólo tienen un conocimiento pasivo del idioma debido en una gran parte al hecho de que el idioma cooficial de Córcega, el corso, tiene muchas similitudes con algunos dialectos de Italia central, particularmente con el toscano.
En Albania, a pesar de no ser el italiano idioma propio del país y de no disfrutar de ningún nivel de oficialidad, el conocimiento de este idioma está parcialmente extendido entre la población debido primeramente a la diáspora albanesa en Italia y también al influjo de la cultura italiana y al hecho de que una buena parte de la zona ribereña es un esencial destino frecuentado por visitantes italianos.
En otros países del continente se calcula que el idioma italiano, sin envolver carácter oficial en ninguno de ellos, sea hablado como primera o segunda lengua por ciertos millones de locutores. Normalmente los colectivos de italófonos más significativos se hallan en estados que fueron meta, y en algunos casos lo son todavía en la actualidad, de una consistente inmigración italiana. Hay que apuntar por relevancia Alemania (quinientos cuarenta y ocho cero locutores), Bélgica (280 cero locutores) y Luxemburgo (lengua primordial del 2,9 por cien de la población total del estado).
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16 razones para confiar en un profesor nativo italiano - 7 - 46-57
El italiano ( o bien lingua italiana) es una lengua romance que proviene del Toscano arcaico y pertenece al conjunto itálico de la familia de lenguas indoeuropeas.
Es el idioma oficial de Italia, San Marino, Ciudad del Vaticano y uno de los 4 idiomas nacionales helvéticos (con el alemán, el francés y el romanche).
Es, además de esto, lengua cooficial, con el croata, en el condado de Istria (Croacia), y con el esloveno en los municipios ribereños del Litoral esloveno.
En Somalia el empleo del italiano como segunda lengua, junto al inglés, se encuentra regulado por la constitución transitoria de dos mil cuatro (art.6).4 El italiano es utilizado asimismo, como primera o segunda lengua, por múltiples millones de inmigrantes italianos y sus descendientes desperdigadas por el planeta, sobre todo en Europa.
Se estima que en el año 2006, unos sesenta y cuatro millones de ciudadanos comunitarios hablaban el italiano como lengua materna y catorce con siete millones como segunda o bien tercera lengua.5 Núcleos consistentes de italófonos se hallan asimismo en América y, en menor medida, en África y Oceanía
En Italia el italiano es la lengua materna del noventa y cinco por ciento de población residente en el país7 esto es de la prácticamente totalidad de los italianos y de los extranjeros nacidos en Italia que preservan por ley su nacionalidad de origen hasta el cumplimiento de la mayoría de edad. Se trata de un colectivo de cincuenta y siete setecientos cero hablantes sobre una población total de unos 60 millones de habitantes.
El italiano es lengua oficial de Suiza, como ya se ha indicado, así como el alemán, el francés, y una de las cuatro lenguas nacionales de la Confederación (las tres oficiales, más el romanche). Más o menos 666 cero residentes en el país (censo 2012),9 más del ocho por ciento de los ciudadanos, charlan italiano o una alteración de él. Es la lengua primordial en todo el cantón del Tesino, y en las áreas italófonas de los Grisones: Valles de Mesocco, Bregaglia y Poschiavo (un quince por ciento de los habitantes del cantón). Estas áreas conforman en conjunto lo que es conocido como Suiza italiana (o bien Svizzera italiana).
El italiano es también el idioma oficial de San Marino y de la Ciudad del Vaticano, pero si en San Marino lo habla la gran mayoría de sus habitantes (veinticinco 000 italófonos en el dos mil cuatro, es decir el 96 por ciento de la población de estado10) en los ambientes cosmopolitas de la Ciudad del Vaticano se prefiere recurrir al latín, que además es el único idioma oficial de la Santa Sede (las leyes, por servirnos de un ejemplo, se promulgan únicamente en latín).
En Croacia dieciocho 000 personas charlan en nuestros días (2014) el italiano como lengua materna y unas seiscientos cero como segunda lengua,11 o sea algo más del trece por ciento de la población croata. La gran mayoría de los italófonos se concentran en la urbe de Fiume, en Dalmacia y en Istria. En esas áreas el italiano es idioma autóctono y en Istria lo charlaba, como lengua materna, cerca de mitad de la población. A raíz de la anexión a Yugoslavia de Fiume y de Istria (1947-1954), el conjunto étnico italiano presente en el territorio se redujo de un 85 por ciento a causa de la emigración a Italia y a otros países de Occidente.
Tras el desmembramiento de Yugoslavia, no obstante, el italiano volvió a cobrar relevancia en Croacia como idioma de cultura, sobre todo en el Condado de Istria, donde se transformó en lengua cooficial, con el croata. En Eslovenia un número muy reducido de italófonos (3000 o cuatro mil locutores) se concentran mayoritariamente en los 3 municipios costeros de Capodistria ("Koper"), Isola d'Istria ("Izola") y Pirano ("Piran").
En los dos últimos es idioma cooficial con el esloveno, al paso que en Capodistria el italiano tiene verbos en italiano el estatus de cooficialidad solo en el centro urbano y en las pedanías con minorías italófonas de relieve. En Francia, según ciertas estimaciones, se encontrarían más de 828.000 locutores desperdigadas por todo el territorio del estado, probablemente con picos más altos, respecto a la población local, en la urbe de Niza y en la isla de Córcega, las dos atadas política y culturalmente a Italia durante múltiples siglos, si bien cabe decir que buena parte de los "locutores de italiano" de estos territorios solo tienen un conocimiento pasivo del idioma debido en una gran parte al hecho de que el idioma cooficial de Córcega, el corso, tiene muchas semejanzas con algunos dialectos de Italia central, particularmente con el toscano.
En Albania, pese a no ser el italiano idioma propio del país y de no gozar de ningún nivel de oficialidad, el conocimiento de este idioma está relativamente extendido entre la población debido primeramente a la diáspora albanesa en Italia y también al influjo de la cultura italiana y al hecho de que una buena parte de la zona ribereña es un esencial destino frecuentado por visitantes italianos.
En otros países del continente se calcula que el idioma italiano, sin revestir carácter oficial en ninguno de ellos, sea hablado como primera o bien segunda lengua por algunos millones de locutores. Normalmente los colectivos de italófonos más significativos se encuentran en estados que fueron meta, y en algunos casos lo son aún hoy día, de una consistente inmigración italiana. Hay que señalar por relevancia Alemania (548 000 locutores), Bélgica (280 000 locutores) y Luxemburgo (lengua principal del dos con nueve por cien de la población total del estado).
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Fanaticism
Alberto Toscano
Capa dura: 288 páginas
Editora: Verso Press USA (18 de maio de 2010)
Idioma: Inglês
ISBN-10: 184467424X
ISBN-13: 978-1844674244
Dimensões do produto: 16,4 x 2,8 x 24,2 cm
https://www.amazon.com.br/Fanaticism-Alberto-Toscano/dp/184467424X
R$ 50,00
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¿Por qué el italiano es uno de los idiomas más hermosos del mundo?
El italiano, además de ser un idioma sumamente importante para una nación entera, se considera mundialmente como uno de los más hermosos y sofisticados. Sin embargo esta razón tiene una explicación histórica que va mucho más allá de hermosas palabras y una tonalidad adecuada.
El italiano se trata de una lengua apasionada que puede seducir a la gente completamente, e incluso cambiar sus vidas. Este idioma tal como lo conocemos hoy, estaba predestinado a encantar, atraer y seducir. Y se debe a que fue creado por poetas y artistas que dejaron huella en el país al darle forma a su sonido característico.
El italiano tiene una historia única surgida de su situación geopolítica. En comparación con otros países occidentales europeos semejantes, su unificación llegó relativamente tarde, en 1861. El italiano fue cultivado de forma artística, y la misma gente lo necesitaba para expresarse de forma creativa.
Durante la época cada región tenía su propio dialecto: piamontés, romanesco, napolitano, siciliano, lombardo, entre otros, pero finalmente fue el toscano el que prevaleció. Toscana, con sus colinas ondulantes, viñedos y ríos entre valles, es una de las regiones más inspiradoras de Italia. Fue la cuna del Renacimiento y sigue siendo un epicentro del idioma, el arte, la moda y el turismo.
Uno de los mayores influyentes históricos del idioma italiano fue el famoso poeta, Dante Alighieri. Nacido en 1265, escribió el imperecedero clásico “La Divina Comedia”, en su nativo dialecto toscano, a pesar de que el latín era el idioma preferido por la elite educada.
Para la doctora Patti Adank, profesora de lingüística en el University College de Londres, el italiano es un idioma atractivo para el oído por su “melodía”. Cuenta con un número inusual de palabras que terminan en vocales y muy pocas que tienen consonantes seguidas, creando un sonido abierto que es perfecto para cantar. En general es un idioma muy influyente y que trae consigo mucha historia.
Por María Gabriela Roa | @gabyroab | culturizando
Con información de: Bbc.com
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Elena Fortún, María Rodrigo y un cancionero infantil
Elena Fortún fue muchas cosas. Intentó ser vendedora de aspiradoras y sus amigas del Lyceum Club le quitaron la idea (afortunadamente: nos la salvaron para la literatura), pero sí fue escritora de literatura infantil con una influencia muy poderosa (de esas que deberían tener calles, miniseries de televisión y una colección de biografías), escritora de literatura para adultos revolucionaria (aunque hayamos tenido que esperar décadas para saberlo), cronista en los medios o divulgadora de cuestiones variopintas. Fortún también fue una mujer de su complicado tiempo.
Era quizás demasiado mayor para ser una de esas modernas SinSombrero, pero fue contemporánea a ellas y vivió de una forma moderna y acorde al momento en el que estaba (aunque eso no quita que esa manera moderna de vivir también se enfrentara al peso de su educación y de las expectativas sociales que habían imperado hasta ese momento). Fortún es por tanto una figura compleja, variada y fascinante, que ahora estamos redescubriendo gracias a la publicación de sus obras completas. Renacimiento lanzó hace unos años su Biblioteca Elena Fortún, en la que se están publicando sus obras más conocidas y desconocidas, acompañadas por prólogos de expertas que contextualizan la obra, su contenido y su publicación.
El último tomo que se ha incorporado a esta biblioteca no solo permite descubrir una nueva faceta de Fortún sino también a otra de las muchas mujeres fascinantes de comienzos de siglo, otro nombre más de esos que se han quedado borrados para el público generalista y que también tiene una biografía fascinante, María Rodrigo.
Rodrigo y Fortún firman a dos manos Canciones infantiles, una recopilación de canciones populares que las niñas y niños de los años 30 cantaban (la obra fue publicada en 1934) y que forman en muchos casos todavía parte de la cultura popular. “Es fácil imaginar a Rodrigo y a Fortún en la Plaza de Santa Ana o en el Retiro, sentadas en un banco o deteniéndose en un paseo para escuchar los cantos de la chiquillería”, apuntan en la contraportada. Lo es. El libro incorpora la letra y las partituras de las canciones, acompañadas por las ilustraciones que Gori Muñoz creó para la edición original del libro.
Ana Vega Toscano, la responsable del prólogo, nos explica por teléfono que el libro era entonces, posiblemente, “para los niños a través de los adultos”. Al fin y al cabo, como ocurre con muchas de las obras de literatura infantil de Fortún, el libro es uno de esos que pueden leer dos públicos tan diferentes y sacar todavía mucho de ello. Vega Toscano recuerda que no se sabe cómo hicieron la recopilación (este no es un libro ‘académico’ de recopilación de canciones, así que sus autoras no tenían que explicar su método) aunque tanto Rodrigo como Fortún “estaban inmersas en un mundo muy activo de la época” en lo que a vida cultural toca.
Además, los años 20 y 30 fueron años muy dinámicos en lo que a publicación de literatura infantil toca. Sobre cancionero infantil, por ejemplo, Vega Toscano explica que “apareció en las mismas fechas otro libro de canciones infantil”. “Era una época dorada para la publicación de literatura infantil”, nos recuerda la prologuista.
María Rodrigo, profesional de la música
María Rodrigo no era una escritora de literatura infantil como Fortún sino una profesional de la industria de la música. “¿No sabías que había mujeres en el conservatorio?”, pregunta al otro lado del teléfono Ana Vega Toscano, cuando le muestro mi sorpresa ante la impresionante trayectoria de Rodrigo.
Rodrigo fue pianista, compositora y directora de orquesta. Hay una fotografía de 1907 que la muestra dirigiendo la orquesta del Real Conservatorio Superior de Música de Madrid. En primer plano de la imagen aparece, por cierto, otra mujer, violín en mano. Como explica Vega Toscano, por culpa de la Guerra Civil, “partió al exilio y no volvió”. En el camino al exilio, Rodrigo perdió sus archivos personales, lo que hizo que se perdieran las copias de sus obras y que hoy quede muy poco rastro de lo que produjo. Quizás lo perdió durante el viaje. “No se sabe muy bien”, apunta la experta.
Aun así, se sabe que estrenó una ópera (que fue recuperada hace unos años por la Orquesta del Real Conservatorio Superior de Música de Madrid) y que era, como Fortún, una mujer muy conectada con lo que estaba ocurriendo en la España cultural de principios del siglo XX. “Estaba mucho en el mundo de las vanguardias”, apunta Vega Toscano.
María Rodrigo había nacido en 1888 y tuvo una completa formación musical (su hermana también tuvo una trayectoria muy interesante: Mercedes Rodrigo fue la primera mujer en España en licenciarse en psicología). Su padre era profesor de música, pero su formación fue mucho más allá del hogar. Hablaba muchos idiomas, estudió con Richard Strauss y en las primeras décadas del siglo XX estudió en Alemania. Como nos explica la prologuista, Rodrigo tenía una formación profesional y académica. Era una profesional de la música por completo. De hecho, es considerada la primera mujer en estrenar una ópera en España.
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Zacatecas, Zac.- Dedicadas a la poeta, ensayista y traductora Elsa Cross, Zacatecas honrará la memoria y la obra del poeta zacatecano Ramón López Velarde, con la edición de las XXII Jornadas que iniciarán con una ofrenda al bardo jerezano en la Rotonda de las Personas Ilustres, en la Ciudad de México.
Desde 1998, en el periodo comprendido entre el día 15 de junio, fecha del natalicio del poeta, y el día 19 del mismo mes, cuando se conmemora su fallecimiento, el Instituto Zacatecano de Cultura ha llevado a cabo una serie de actividades entre lecturas de poesía, presentaciones literarias, ofrendas florales y música.
A la par de las Jornadas, desde hace 21 años en este marco se entrega el Premio Iberoamericano “Ramón López Velarde”, suceso que se ha convertido en un importante referente nacional e internacional para los poetas, escritores y ensayistas de nuestro idioma.
Entre los galardonados, destacan figuras de las letras como Juan Gelman, Alí Chumacero, Hugo Gutiérrez Vega, Martha Canfield, Marco Antonio Campos, Juan Villoro y Roberto Cabral del Hoyo, poeta que fue el primero en recibir esta distinción a quien estará dedicada la Feria Nacional del Libro de Zacatecas 2019.
Este año, será condecorada la poeta y filósofa mexicana Elsa Cross, quien es doctora en filosofía por la Universidad Nacional Autónoma de México, donde actualmente es profesora titular de Filosofía de la Religión, en la Facultad de Filosofía y Letras.
Entre sus reconocimientos se encuentran el Premio Diana Moreno Toscano 1967 y el primer lugar en la categoría de Poesía del Concurso Nacional de la Juventud 1971 (SEP) por La dama de la torre. Premio Nacional de Poesía Aguascalientes 1989 por El diván de Antar. Premio Internacional de Poesía Jaime Sabines 1992 por su libro Moira.
Las actividades de las Jornadas Lopezvelardeanas comienzan el día 9 de junio con una ofrenda floral en el Panteón Dolores de la Ciudad de México, en la Rotonda de las Personas Ilustres, donde descansan los restos del vate jerezano.
Las Jornadas concluyen con la entrega del Premio Iberoamericano “Ramón López Velarde”, en una ceremonia especial que se realizará en Zacatecas.
La poeta mexicana Elsa Cross recibirá el Premio Iberoamericano “Ramón López Velarde was originally published on Periódico Mirador
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Mi verdad de hoy es simple. Siento que mi vida no es la locura que era hace dos meses y me empieza a pesar. Es un día en el que peso más de lo normal. Me pesan las palabras que no he puesto en un formato compartible y elocuente. Me pesan las lecturas universitarias que aún no he hecho y que dudo haré. Me pesa el exceso de comida de ayer en Siena (la foto) y me pesa la falta del amor italiano que tan pronosticado tenía antes de venirme a vivir acá. Florencia es para mi y no lo es. No lo es todavía porque no hablo su idioma, sino solo frasecitas y un vocabulario confundido entre español e inglés. No lo es todavía porque me he recorrido el centro por fuera y no por dentro. No lo es todavía porque no he salido del centro. Toca ir a perderme yo sola más lejos del Duomo y del Ponte Vecchio. Ayer estuve en Siena. Le dije a mi amiga Angie que solo viviría ahí cuando esté más vieja y con un amor. Me preguntó Angie –Porqué? Para que no te lo roben en Latinoamérica? Yo estaba pensando más porque es un pueblo tranquilo y bellísimo. Un lugar para ir a perderse del mundo y no tener necesidad de salir en la noche. Un pueblo que se inunda con turistas de día y probablemente parece abandonado de noche. Un lugar con vistas eternas, para mirar hacia el paisaje Toscano hasta olvidarse de donde se está parado. Un lugar medieval donde, si no fuera por la tecnología de hoy en día, uno pensaría que es el único lugar del planeta. Pienso que es un lugar al que puedo llamar, un pueblito al fin del mundo. En la montaña. El Duomo de Siena es probablemente el Duomo más próximo al cielo del mundo. Este duomo si cumple con su objetivo de alcanzar a Dios.
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Entrevista a Ángela Lana Isla
Italia suele ser un destino muy escogido entre los estudiantes para realizar sus estudios en el extranjero con el programa Erasmus. Es el caso de Ángela Lana, una estudiante de la universidad de Oviedo que el pasado curso hizo una estancia Erasmus en la ciudad de Siena, en la Toscana. Al igual que ella, cada año, cientos de jóvenes de Asturias se decantan por probar la experiencia de vivir y estudiar unos meses en un nuevo país.
A continuación, Ángela nos informará sobre su experiencia y lo que se necesita para hacer una estancia Erasmus:
¿Cuándo tomaste la decisión de solicitar la beca Erasmus y marcharte a estudiar fuera de España?
Desde antes de empezar la carrera ya tenía una idea de que quería vivir un tiempo fuera, pero en el segundo año de carrera fue cuando me decidí a solicitarla para el siguiente curso, aunque finalmente lo rechacé. Había escogido como destino Palermo en Sicilia junto con otra amiga de clase pero estuvimos mirando las opciones de alojamiento y vuelos y no estábamos del todo convencidas, así que decidimos cancelar la estancia. Al año siguiente lo volví a solicitar a Siena, donde sí que decidí ir.
¿Y por qué escogiste Siena? ¿Qué tenía de especial para ti?
Ya conocía la ciudad porque en el instituto fuimos de viaje de estudios a Italia y tuve la suerte de conocer Siena. Es una ciudad pequeña, de unos 50.000 habitantes solamente y el ambiente es muy tranquilo y acogedor. Además, está muy bien ubicado en el centro del país, por lo que es fácil desplazarse tanto al norte como al sur de Italia.
¿Cuánto tiempo duró tu estancia?
Solamente estuve allí un semestre, de finales de septiembre a febrero, unos cinco meses o seis. Cuando lo solicité un curso completo me parecía demasiado tiempo.
Un tema importante y del que se habla poco y los estudiantes tienen más dudas son los trámites administrativos. ¿Cómo tuviste que llevar a cabo la solicitud? ¿Te resultaron complicadas las gestiones para conseguirlo?
No voy a mentir, el papeleo es la peor parte del proceso. Cada destino tiene un profesor de la universidad coordinador. Este te ayuda con los trámites y has de enviarle a él los cambios que hagas. En mi caso, tuve suerte y me pusieron muchas facilidades.
Algunos de los trámites que hay que hacer son por ejemplo pruebas de idioma o el Learning Agreement, el documento más importante de toda la estancia. Contiene toda la información personal del estudiante y las asignaturas que se cursan, tanto en la universidad de origen como en la de destino. Hay que conservar siempre el original.
¿Tenías algún tipo de información previamente sobre los papeles que se han de entregar?
Por supuesto. Desde octubre aproximadamente se comienza a preparar todo. Tienen lugar a lo largo del curso dos o tres reuniones informativas impartidas por Eva Álvarez, la vicedecana de Relaciones Internacionales del campus en las que explica los documentos que hay que enviar y dónde encontrarlos y los pasos a seguir.
¿Cómo funciona el tema de la ayuda económica? ¿De cuánto dinero se dispone para la estancia?
La cuantía varía dependiendo del país del destino y del estudiante que sea. Se asignan 200, 250 o 300€ en función del nivel de vida del país y lo caro que sea vivir allí. Además, para los estudiantes que a los que hayan concedido la beca MEC del Ministerio el año anterior tendrán 200€ extra cada mes.
¿Consideras que es suficiente esta cantidad para pagar los gastos que supone vivir en el extranjero?
En mi caso tuve 450€ al mes por haber obtenido la beca MEC pero sin ella los 250€ no me cubrirían ni siquiera el alquiler.
Hablando de alquileres, ¿te resultó difícil encontrar un apartamento o residencia donde vivir? ¿Proporciona la universidad alguna ayuda para encontrarlo o el estudiante ha de hacerlo por su cuenta?
Tiene que encargarse el estudiante. En mi caso, me puse en contacto con las otras dos chicas de nuestra universidad que irían también a Siena a la vez que yo y decidimos buscar un apartamento juntas. El precio no bajaba de 350/400€ cada una al mes pero finalmente encontramos una villa preciosa por 280€. Se alquilaba por habitaciones y en ella vivían franceses, belgas, una chica alemana, otras chicas españolas, algún inglés… Nos gustó porque había gente de diferentes países y culturas. El problema era que compartíamos habitación y baño las tres y la cocina con otras 3 chicas. Al principio pensaba que iba ser agobiante pero resultó ser muy grande la habitación y el salón que teníamos y la convivencia fue buenísima.
¿Fue complicado estar tanto tiempo lejos de la familia y de los amigos?
En ocasiones sí, pero las amigas con las que compartí habitación se convirtieron casi en mi familia y no me sentí sola en ningún momento. Además, el resto de compañeros estaban en la misma situación así que era fácil. Al principio sí sentí más la falta de mi familia y me volví a Asturias a visitar a la familia dos veces antes de Navidad. Encontré el precio del vuelo muy barato e incluso sorprendí a mis abuelos que no lo sabían y se llevaron una gran alegría al verme.
¿Cómo fue la experiencia al llegar a Italia en cuanto a la universidad, hacer nuevos amigos, etc.?
Personalmente estaba muy nerviosa porque era nuevo y no me imaginaba cómo sería. Había estudiado italiano los últimos tres años en la universidad así que con el idioma no tuve mucha dificultad, pero sí al principio me resultó difícil entender el dialecto toscano, con una pronunciación extraña para mí.
Respecto a lo de hacer amigos yo no estaba muy preocupada porque ya había visto en varias ocasiones a mis compañeras de habitación y viajamos juntas a Siena, no es como si estuviese sola. En realidad, todo el mundo está abierto a hacer amigos y conocer gente porque están en la misma situación, así que nadie debe preocuparse por empezar solo esta experiencia. En Italia, al menos, existe una organización llamada ESN que se encarga de realizar actividades y fiestas como botellones, barbacoas enfocadas a que los Erasmus de todos los países se conozcan.
“Lo más difícil para mí fue adaptarme a los horarios. Allí lo hacen todo una hora antes.”
Se dice que los estudiantes Erasmus viajan y conocen muchas ciudades, ¿es eso cierto?
La verdad que sí. Yo aproveché para conocer muchos sitios de Italia, algunos más cercanos a Siena y otros más lejos. Con la ESN te haces una tarjeta con la que tienes descuento en empresas como Ryanair para vuelos y Flixbus para traslados en autobús, y se puede viajar súper barato. Yo por ejemplo viajé 4 días a Malta por 50€ con alojamiento y vuelos. En cuanto al hospedaje cuando íbamos de viaje nos quedábamos en hostels o apartamentos de Airbnb que entre varias personas salen muy baratos.
Recomiendo de verdad que en Italia visitéis las Cinque Terre (cinco preciosos pueblitos costeros con casas de colores) y Verona, que se convirtió en una de mis ciudades favoritas.
¿Qué fue lo más difícil para ti de vivir en Italia concretamente?
Los horarios que tiene la gente, pero supongo que eso en cualquier país que no sea España nos resultaría difícil acostumbrarnos. Yo tengo la costumbre de comer sobre las 2 de la tarde y cenar a las 9 o 10. En cambio, allí lo hacían todo una hora antes. De hecho, una alemana con la que compartíamos cocina a veces cenaba a la vez que yo estaba merendando. Pero lo peor era cuando salíamos de fiesta. Allí tienen por costumbre salir a las 10 ya que la fiesta termina, al menos en Siena, antes de las 3 de la mañana. ¡Cuando los españoles llegábamos al pub ya estaba casi a punto de cerrar!
Para terminar, ¿te gustaría dar alguna recomendación a algún futuro estudiante Erasmus?
¡Claro! Mi experiencia fue muy buena y por supuesto recomiendo que lo hagáis porque te aporta muchas cosas buenas. Recomiendo también que conozcáis hasta el más mínimo rincón de tu nueva ciudad y las costumbres y festividades que allí tienen. A mí personalmente me apasiona la cultura y la gastronomía italiana y poder conocerla de primera mano es lo mejor que me llevo de esta increíble experiencia.
Muchas gracias por la entrevista, Ángela. Han sido muy útiles tus consejos.
Gracias a ti. Espero que gracias a la entrevista la gente se anime a participar en esta experiencia.
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RELATO DE MI SUEÑO
Déjame compartirte que esta historia nació de uno de los más húmedos sueños con imágenes provenientes de mi detallada imaginación y está a su vez inspirada en la vida diaria con los deseos entre una que otra ilusión sobre sus protagonistas. Querido lector este relato es para disfrutarse en la comodidad de tu soledad, te sugiero que te tomes tu tiempo en el espacio que más prefieras donde pueda tener toda tu atención ya que me encantaría que disfrutes conmigo cada palabra y déjame llevarte entre los aromas, colores, texturas, sensaciones y pasiones desatadas en este relato.
Este sueño comenzó en un pueblo con aires toscanos rodeado de altos árboles, calles empedradas y la luz de una tarde calurosa donde el viento ligeramente soplaba entre mis dedos trayendo consigo unas nubes grises. Me vi caminando entre sus piedras descalza y vistiendo solo un blusón a dos tirantes, perdida y confundida sin rumbo específico solo quería explorar ese lugar que para mí era hermoso. El ruido y bullicio me llevaban a adentrarme a una plaza donde me vi rodeada de mucha gente una celebración se llevaba a cabo con puestos de artículos artesanales locales llenos de colores que adornaban el lugar y gente que pasaba celebrando quizás a algún santo; al centro un grupo de jóvenes vestían playeras rojas con mezclilla,ellos organizaban a la gente que se acercaba quizás para entrar al resintió religioso y de tras de ellos un joven que sobresalía entre todos observaba como dirigiendo la orquesta de aquellos colores, el vestía a saco color melón, camisa blanca y pantalón oscuro Resaltaba entre todos , tenía aquel porte que impone que hace sentir más que su presencia, sus ojos castaños oscuros hablaban por sí solos llenando el ambiente con ternura y seducción.
Todo me era ajeno, el remolino de gente me transportaba como si una magia se hiciera presente, a lo lejos solo sentía la mirada de aquellos ojos oscuros y profundos que observaba como luchaba por salir de todo el tumulto, podía sentirme como aquellos peces nadando contra corriente, la desesperación por salir de ahí me estaba ahogando y en medio de todo ese caos sentí por detrás unas manos grandes que rodearon mi cintura y comenzaron a guiarme hacia la salida, su cuerpo se convirtió en mi escudo protegiéndome que nada ni nadie rozara mi cuerpo como si solo él quisiera hacerlo, fue entonces que una fragancia acaricio mi olfato que provenía de mi rescatador, un olor de maderas que movía mis entrañas sin haber visto su rostro ya me sentía segura, sus mojados labios acariciaron mi oído para susurrarme con voz grave y firme "no perteneces aquí, te vi desde que llegaste déjame llevarte lejos de todo", erizando mi piel, sus manos sostenían más fuerte mi cintura que me jalaba hacia él y podía sentir su cuerpo firme pegado a mí, entonces vi la manga de su saco color melón y por un momento sentí las ansias recorrer mi piel, mi corazón comenzaba a latir descontroladamente algo me daba la impresión que ya lo conocía y algo de mi quería estar con él. Nos fuimos colando con fuerza contracorriente entre la gente hasta que con mis ojos lograban ver las calles vacías. Aquel Joven tomo mi mano fue ahí cuando pude ver los ojos que me habían cautivado pareciendo que hablara el mismo idioma que el mío, con mis dedos entrelazados a los suyos me sonrío y me llevó entre la poca gente que pasaba, los cuales trataban de detenerlo pero parecía que él llevaba prisa por estar lejos de ellos, sus miradas me daban la impresión que él no debía estar conmigo pero él se aferraba más a mí mano como si no quisiera soltarme a pesar de las miradas. Los intentos de alejarlo de mí estaban prensentes, corrimos a un callejón vacío donde me tomó por la cara contra un muro, me miró a los ojos y su boca exclamó- "te deseaba tanto desde que te vi entrar", sus labios húmedos chocaron los míos sin pedir permiso como si embonaran perfecto, la calidez de los movimientos me hacían sentir cosquillas en todo mi cuerpo y ya no importaba nada, si estaba perdida o confundía, me sentía parte de ese momento parte de él.
Un ruido a lejos nos hizo retomar nuestro camino entre las piedras de las calles lejos del pueblo y atravesando un riachuelo claro que lograba sentir con mis pies descalzos, el solo se había desecho de su saco el cual llevaba en su mano derecha porque en otra me llevaba a mi guiándome a lo profundo de esos árboles altos y subiendo por el riachuelo las ansias que ya sentía sin haber dicho más palabras podíamos sentirlas como si se nos agotara el tiempo para estar juntos o como si huyéramos de todo juicio.
Solo buscábamos la privacidad de dos amantes ansiosos por sentirse, la lluvia se empezaba a hacerse presente pues el cielo nublado nos amenazaba con mojarnos sin saber que desde el momento que nuestras miradas se cruzaron ese fenómeno ya había pasado, el olor a tierra húmeda atravesaba mis pulmones mezclando con el aroma de su cuerpo, de pronto nos detuvimos, mire a mi alrededor y solo estábamos él y yo rodeados de árboles altos tierra húmeda con nuestras ropas mojadas por la lluvia.
Nuevamente se colocó detrás de mí para abrazarme susurrándome al oído.- " Déjame entrar" -sus manos entrelazaron las mías y las elevó hasta tocar la corteza del árbol que tenía frente a mí, siguió besando mi cuello y sus manos se soltaron de las mías dejándolas recargadas en el árbol, Mientras que empezaba el reconocer la figura de mi cuerpo, mi cintura, mis pechos que reflejaban la dureza de la excitación por los besos regados que me iba dejando, mi vestido ligero subía entre besos y caricias para dejar al descubierto solo mi ropa interior negra con encajes adornando mis glúteos, sin mayor miedo o permiso los deslizó hasta quitármelos mientras él seguía besándome y sus dedos comenzaban a llegar a mi paraíso prohibido que ya se encontraba inundado por la pasión. Solo podía escuchar mis gemidos y los suyos, sus labios tocaban ligeramente mi intimidad saboreando mi interior, las piernas comenzaban a perder la fuerza para mantenerme de pie; su cuerpo desnudo ya estaba pegado al mío, podía sentir como se incorporaba para restregarme su firme hombría entre mis muslos buscando la entrada a mi éxtasis. Sus manos se aseguraban de mi cintura que me empujaba hacia él con todas las ansias por sentir mi interior, repetía esto una y otra vez, los gemidos que salían de mi boca se colaban entre las pocas gotas de lluvia que caían sobre las hojas secas. Mis piernas se desvanecían ante su fuerza dentro de mí, mi hombre tomaba mi cabello y lo jalaba hacia el para alcanzar a olerlo mientras seguía golpeado mis muslos hacia él. Pequeñas gotas de mi éxtasis comenzaron a escurrir entre mis piernas cuando llega a mí el primer orgasmo.
Fue ahí donde tomé el control de todo, él ya me había guiado hasta ahí y pude sentir su poder dentro de mí, me tocaba a mi guiarlo quería que me recordara por si no lo volvía a ver, lo recosté sobre su saco color melón tendido en las hojas ahora húmedas que habían hecho la almohada perfecta para él. Me monté sobre mi amante hasta sentirlo dentro de mí, acomodando mis glúteos sobre sus piernas comencé a mover mis caderas suaves de adelante hacia atrás justo donde yo podía sentirlo dentro de mí. El ritmo lo marcaba yo mientras miraba sus ojos y besaba aquellos labios con toda la pasión que podía sentir sus manos comenzaban a rodear mi cintura, ansiosas de llegar a mis pechos para beber de ellos el agua de lluvia que escurría de mi cuerpo. Sus curiosas manos llegaban a mis glúteos, el sudor de mi cuerpo que se mezclaba con el agua de lluvia hacía que sus manos resbalaran podía sentir una mezcla de ansias y miedo de perderme fue cuando sus brazos trabajados por el ejercicio abrazaron todo mi cuerpo yo podía alcanzar su espalda y mis uñas dejaban pequeñas marcas de amor como si en ese momento quisiéramos fundirnos para ser uno mismo. Él podía sentir mis entrañas y yo podía gozar a mi invitado mientras que los besos se mezclaban con gemidos fuertes de placer y mi boca entre besos le repetía -"cógeme, que yo también te deseaba desde que te vi", el siguiente orgasmo llegaría sincronizado con el de mi amado desconocido, sus uñas encarnaron a mis glúteos cuando yo podía sentir que mi humedad inundaba sus piernas y su pasión en pequeños bombeos me inundaban a mi sin ningún miedo, sus gemidos extasiados retumbaban en mis oídos y su corazón se fundía al mismo ritmo con el mío, pecho a pecho . Gozando el momento que parecía un pedazo de paraíso. Mis espasmos rodeaban aún a mi amante Que agotado disfrutaba de esos pequeños toques de felicidad. Mirándome a los ojos recuperábamos el aliento y la lluvia había desaparecido... Sus labios cansados sólo podían decir... " me encantas bb"....
#BYCASANDRA
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