#impastare
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Best yeast-free flatbread instead of bread – bake cakes on kefir in the oven
Today, at your request, I will show you the simplest recipe for unleavened flatbread dough made from kefir or any other fermented milk product, be it fermented baked milk, matsuri, yogurt, or yogurt. Flatbreads made with this dough can be baked in the oven and fried either in a dry frying pan or in oil.
It contains only 4 ingredients – flour, kefir, salt, and soda. By the way, the same dough makes quick soft pies
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Il Sbattitore elettrico Girmi SB03 giallo è l'alleato perfetto in cucina per impastare e frustare senza fatica. Grazie ai suoi torciglioni, impastare diventa un gioco da ragazzi, mentre le fruste garantiscono una montatura perfetta in pochissimo tempo. Acquista ora il tuo Sbattitore elettrico Girmi SB03 e scopri la comodità di avere un alleato affidabile in cucina! #sbattitore #sbattitoreelettrico #girmi #impastare #frullare #cucinafacile #cucinarechepassione #attrezzidacucina #sbattitoriogiratorio #torciglioniperimpastare #facileutilizzo #versatile #affidabile #montatureperfette #velocitàregolabile #comoditàincucina #consiglidicucina #strumentidacucina #acquistaintelligente (presso Castelnuovo Vomano) https://www.instagram.com/p/CosnB1IITla/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Pov: when u miss out spanish lesson
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Sensi di polpa
Il modo in cui rigira la carne trita tra le mani per impastare mortadella e manzo, come aveva imparato dai suoi trascorsi bolognesi, macinata grossa, consistente, ma morbida, da cuocere, da ungere, da leccarsi i baffi, da volersela mettere in bocca così.
Quel modo eccitava palesemente la dolce astante, lui l'aspetta e lei sbircia con pudore, ogni volta, i gesti preparatori, le mani che si muovono.
Vede la carne mischiarsi, sente la carne mischiarsi, sente l'odore, e sente colare. Lo sa come è lui, le assaggia ogni volta addosso quelle mani, nella sua di carne. Perchè è così che finisce, lo sanno entrambi, mentre l'uomo fa e la guarda.
Ha qualche anno in più di lei, quanto basta per lasciare che lei si ecciti anche dei suoi tratti grigi, di quei luoghi che lui conosce e che possono esplorare insieme, nuovi ancora, anche per lui.
E lui la vede quella voglia, quella brama fatta anche di "no" e "basta", che poi sono i suoi sì, sono i suoi continuare a rovistare nella carne fino a che lei, sa come fermarlo, sempre al sicuro, sempre sicura.
E allora ancora dentro quelle mani, come fossero addosso, sono addosso ora in effetti, la sporca del suo essere, del suo lavoro, la rende presente e scaldano l'odore freddo della macelleria.
Lo scaldano con i respiri, suda lui, addosso, a irrorarle la pelle già lucida, ad asciugarsi la faccia prima di baciarla, per lasciarle intatto il visino dolce, che poi sfregerà di seme.
La macella, con un coltello di carne, la apre, come si fa, la dilata, la penetra, in fondo con ritmo e dovizia. Istinto e basta, maiale, manzo, bufalo, spinge.
La rigira, per goderne i pezzi pregiati, seziona e prende, sceglie, dispone e lei intanto si prende il suo trattamento, le conseguenze e gode, rumorosa, per niente sommessa, vitella che scopre il calore, ancora. E lui monta.
Ma sono i baci, le carezze, il massaggio, i contorni, a dare il sapore, ad aumentare il colare dei corpi, a dare forza, spinta, ancora, forte, dai, baciami cazzo, tira fuori la lingua, così.
Sul viso cola, perchè lì andava sporcata, perchè questo prevede il disciplinare istintivo del macello odierno. Pulisce con cura le tracce nei punti più esposti, per non bruciare negli occhi, ma lascia i segni da rimirare e leccare appena, perchè senta tirare la pelle e senta anche l'odore nei momenti a venire.
Esce con il suo pacchetto, per fare un ragù che sa della sua stessa carne, condita di altra carne. Come manzo e mortadella, secondo tradizione, a dar gusto anche nel nostro borgo lungo il Ticino. Di eccitazione e conforto, in pace, con tutti i sensi di polpa del caso.
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Impastare, massaggiare, modellare, plasmare. pensare, coccolare, così in ordine sparso …
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Quando muore una persona, ci vuole del tempo per abituarsi a quella assenza. Non entrerà più dalla porta, non sentiremo più la sua voce. Bisogna darsi il tempo di accettarlo, affinché quel buco vuoto venga riempito da altre cose. Quando muore un amore è la stessa cosa. Quei sorrisi, quei baci, quella complicità, non fanno più parte della nostra vita. È straziante. Se ti sparano a una mano, non puoi pensare di impastare il pane il giorno dopo. Ma un giorno tornerai a farlo. Perché il tempo cura tutte le ferite. Prenditi cura di te stesso. Fatti dei regali come a una persona a cui si vuole bene, cioè fai le cose che ti piacciono, che ti fanno stare bene. La gente che ci usa e ci umilia crea una destabilizzazione emotiva, è una cosa deleteria per la mente e per il corpo. Esiste poi il rimorso, i ricordi belli soppiantano quelli negativi e si manifesta una certa nostalgia, o magari si comincia a star male da soli e si cerca di recuperare al meglio qualcuno che si conosce già. Non siamo macchine, ogni nostra decisione lascia tracce nel nostro spettro emotivo, e quest'ultimo influenza il nostro modo di agire. ❤️
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Nietzsche ha ispirato il nazismo? Dobbiamo noi, appassionati di Nietzsche, temere che un giorno cresca dentro di noi, horribile dictu, un uomo di estrema destra?
"Federico Nietzsche è stato accusato di aver ispirato questo periodo di violenza. I dittatori avevano fatto loro le sue parole, e Hitler, un giorno, pensando di far cosa gradita a Mussolini, gli mandò in dono le opere complete di colui che esaltava l'azione di danzare sul cranio come la suprema conquista dell'uomo. [...] Quale fondamento in quest'accusa? Uno dei soliti errori di interpretazione. Meglio: di stile. Meglio ancora: il solito difetto di educazione intellettuale. Anzi di educazione tout court. (Difetto, qui, come defectus). [...] Nietzsche è un lirico. È l'esempio più tipico di lirico. È l'uomo più liricamente completo che io conosca. [...] Ergo la filologia, la filosofia, la politica di Nietzsche vanno considerate more lyrici, sciolte da qualunque idea di fine, prese come un gioco. [...] Mai domandarsi davanti a un pensiero di Nietzsche: "Che significa?". Meno ancora intenderlo nel significato letterale e trasferirlo sul terreno sul quale le cose "hanno un fine" e si fanno "per un fine". Come impastar torte con polvere da sparo. Come fabbricar statue con la cipria. [...] Nulla, o uomini bui, ha nelle parole di Nietzsche il fine che "credete voi". Una regola bisognerebbe istituire che evitasse questi più immorali degli errori. Separare specie da specie. Vietare che uomini bui si mischino con gli uomini-luce, facciano uso delle loro "incomprensibili parole". Alberto Savinio, lirico, in Nuova Enciclopedia alla voce "Nietzsche".
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I consigli beauty di Finestradifronte
Dopo il colluttorio per struccarsi gli occhi al posto dell'acqua micellare... dedicato a @2delia non perché ne abbia bisogno ma solo nell'intento di farle rimpiangere i reblogghi rispetto a miei contenuti originali... ecco in esclusiva per voi un consiglio beauty economico ma soprattutto efficace!
La domenica mattina ancora stropicciate di sonno vi guardate le mani e con orrore le vedete secche bresche* e avizzite ? Niente paura ! Per la gioia di tutti (garantita) procedete ad impastare la crescente con i ciccioli (detta gnocca*), ricetta originale sorelle Simili. Quando aggiungerete il pizzico di strutto (100gr/kg e non si scherza) NON lavatevi subito le mani ma massaggiatevelo ben bene con cura come fosse un siero di Dior. Quanto tempo? Giusto il tempo per ripetere con me : "sarà anche la ricetta doc delle Simili ma di ciccioli mettetene 500 gr e se avete 2 cotiche mettetecele sopra prima di infornare". Sciacquate non troppo con acqua calda e avrete le manine di una ventenne (capito @blackmammaaa @agirlinamber e tutte le altre vecchie di m* ????). Peccato che tutti presi dalla gnocca nessuno se ne accorgerà...ma in fondo ci facciamo belle per noi stesse nooooo?!??!!!
*traduzione @nicolacava
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Il treno delle 20:10 è veramente lento. Tornerò a casa e non ci sarà nulla in frigo, né per oggi, né per domani. Aprirò justeat e ordinerò dalla solita pizzeria, una pizza per stasera, una puccia per domani a pranzo. Arriverà la notifica della conferma e in 13 minuti massimo il fattorino suonerà il clacson, ché ormai mi conosce e non serve che citofona. Per curiosità, per ricerca scientifica, per dubbi amletici, ho provato a ordinare al locale. 2 minuti per impastare e condire, 2 minuti a bocca di forno a legna rigorosamente a fiamma viva. Alta idratazione, buona fermentazione, farina di qualità, ma la Margherita la paghi 4 euro e la patate e Norcia 6.50.
M mi dice che quando racconto delle cose, descrivo una quantità abnorme di dettagli, non lo vede come un problema o un difetto, a lei piace questa cosa, ma è anche la stessa persona che oggi mi ha detto "Gi sei la cosa che più desidero come amico per mille motivi, ma se una mia amica dovesse provare qualcosa per te, farei di tutto per farla fuggire, non per gelosia, più che altro perché sei veramente pessimo in tutto". Ho ringraziato, ho bevuto un sorso di birra e le ho dato un colpetto in testa. Meritato. A fine aperitivo, durante un abbraccio di saluto, il discorso era finito sul come viviamo a marce. "ma non ti metti mai a folle in discesa?" "no, mai" "quindi sempre con la marcia inserita e con il freno motore" "si, ecco il concetto, il freno motore".
Oggi sono tornati tutti in laboratorio. Forse un'altra settimana da solo era ideale. Ho comprato un cubo di rubik 4x4 da Tiger ma è stato progettato dal demonio perché non ha i colori canonici, ma delle sfumature tipiche dei grafici di microbiomica.
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Ultima sera, ferie finite. Ho staccato da orari , impegni , ho goduto del tempo con la cucciola . Il pomeriggio ad impastare per la pizza bomba come la chiama lei . Seduta in giardino mi godo questa serata . Non so se sarà peggio domani o martedì . Guardo il bicchiere , sono già all'ultimo sorso.
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La ricetta del pane
@finestradifronte ha chiesto che condividessi la ricetta del pane, e io sono in imbarazzo, perché in realtà è una cosa disarmantemente semplice.
Tipo: prendi mezzo kg di farina, un citto in più di un quarto di litro di acqua, un cucchiaino di sale e un paio di cucchiai di olio.
Prima di impastare sciogli nell'acqua un po' di lievito fresco, tipo sei grammi (un quarto del panetto standard), ma ne puoi mettere anche molto meno, quando faccio la pizza uso un quarto di panetto su 2 kg di farina.
Mescoli il tutto e impasti con le mani finché non senti che la massa è perfettamente liscia e amalgamata, servono una decina di minuti, poi lasci lievitare anche tutta la notte, anche se dovesse "sgonfiarsi" per eccesso di lievitazione non è un problema.
Rimpasti e dai la forma, in questo caso ho fatto una baguette cicciotta, e rimetti a lievitare per due - tre ore.
Trascorso questo tempo, pratichi una incisione profonda un paio di cm per tutta la lunghezza della forma e metti in forno già caldo a 230 - 240 gradi per una quarantina di minuti.
L'unica accortezza è fare lievitare l'impasto in un contenitore chiuso, a riparo dall'aria, in modo che non si secchi la superficie.
C'è di bello che il pane può non venire esattamente come pensavi venisse, ma è sempre pane ed è sempre buono, il resto lo fa l'esperienza.
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Rimedi naturali per l'arrivo del freddo
- Coprirsi il collo con una sciarpa, possibilmente non sintetica e possibilmente che porti ancora un profumo o almeno un ricordo
- tenersi al caldo i piedi, pancia e reni con calzini e maglioni di lana
- non accendere condizionatori e i termosifoni, solo se due coperte non bastano
- raccogliere fiori da portare in casa quando piove, altrimenti fermarsi a guardarli
- preparare zuppe di verdura, calde
- impastare il pane
- prendere una decisione
- farsi una tana con quello che ti pare e dove ti pare, con accesso singolo e privato: andarci ogni volta che chiama
- Annusare spesso olio di lavanda, di rosmarino e limone
- piangere, se necessario
- ridere, quando capita
- baciare, per chi può
- stare a letto con la coperta sopra gli occhi a inventare favole, poi farle diventare neve e vere
- camminare
- andare a tenere compagnia al bosco
- consolare il mare
- costruire un aquilone ed aspettare il vento
- appoggiare la testa sulla spalla dei nonni e se non ci sono, sulla corteccia di un albero
- rifare il letto tutte le mattine e una vita ogni giorno
- dire la verità
- scrivere lettere e consegnarle
- leggere libri per bambini
- avere una canzone per colazione, pranzo, merenda e cena
- bere centrifugati di frutta e verdura ( il più buono per me è mela e barbabietola)
- accompagnare il prato
- semplificare
- semplificarsi
- dimenticare
- amare quello che c'è, quello che non c'è, non c'è
- svelare i segreti
- cercare e trovare un carillon e usarlo, quando serve
- spogliarsi di tutte le foglie e tremare
- inginocchiarsi dove vuoi
- mettere le mani dentro alle maniche lunghe e sventolare le braccia
- registrare la pioggia e ascoltarla ad ogni paura, ché l'acqua scioglie tutto
- sedersi su uno scalino con il viso tra le mani
- accarezzarsi le ciglia
- respirare
E poi danzare e danzare in ogni stanza e in ogni angolo della terra.....
La Raccontadina
Accarezzarsi sotto i maglioni❤️
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Non solo poesie e sogni, mi piace anche cucinare, purtroppo ho tempo solo nei fine settimana, ma anche qui ci metto tutta la mia passione, oggi gnocchi di zucca mantovana (rigorosamente coltivata nel mio orto).
"Sono persuasa che la cucina rivela in una persona il suo rapporto con la terra, i senso, il corpo e il… sesso. Ci mette allo scoperto. Chi ama il cibo ama la carne. Chi è capace di passare tre ore a palpare, tritare, impastare, pelare, grattugiare, affettare, per un piacere così effimero come un pasto, è un gaudente di primo ordine. Un essere pieno di sensualità."
Anne Plantagenet
#fotomia
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I maltagliati verdi di mio nonno Beppe
La cucina è una passione che mio nonno ha sempre avuto fin da bambino, infatti lui proveniva da un paesino vicino Napoli di nome Avellino e insieme alla sua nonna cucinava tantissime ricette.
La più importante però per me è solo una, i “maltagliati verdi”;uno dei ricordi più belli che ho di mio nonno è questa ricetta, se chiudo gli occhi sento ancora l’odore della farina mescolata agli spinaci lessati.
Solitamente il venerdì pomeriggio preparavamo la pasta fresca agli spinaci , poi il sabato a pranzo la condivamo con il ragù di mia madre e mangiavamo tutti insieme a casa nostra questo piatto.
Mi ricordo ancora la sua pazienza nel ripulire tutta la farina sparsa in cucina, la sua cura nel tagliare le strisce di pasta con precisione e i suoi racconti che lo riportavano nella sua terra natale, ormai lontana da lui.
Ora che lui non è più con noi quel ricordo è ancora più prezioso. Ho tenuto il suo stendi pasta, quello che usavamo insieme e ogni volta che mi manca lo prendo tra le mani e mi sento più vicina a lui.
Ricetta
Ingredienti:
-farina
-uova
-spinaci da lessare
-sale
Procedimento:
1 Sbollentare gli spinaci nel acqua leggermente salata
2 porre gli spinaci in acqua fredda, una volta freddi togliere acqua e frullare
3 in una ciotola unire gli ingredienti nel seguente ordine, farina, uova, spinaci frullati
4 impastare tutto fino a che non diventa liscio
5 avvolgere l’impasto nella pellicola e far riposare in frigo 30 min
6 stendere la sfoglia prima con impostazione della macchina più ampia e poi sempre più fine, attenzione a non stenderla troppo fine perché si romperà in cottura.
7 una volta ottenute delle strisce lunghe strette tagliare dei rombi, mi raccomando ponete della farina sotto le strisce perché sennò l’impasto si attaccherà
8 adagiarle in un vassoio spolverato di farina
9 cuocerle i maltagliati per circa 2 min e servire con salsa a piacimento.
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Impastare, massaggiare, pensare, coccolare, in ordine sparso …
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il barattolo di biscotti
nel regno, già proprio in quel regno di cui vi ho già raccontato, c'era un pasticciere bravissimo; era panciuto e paffuto, e nonostante le sue torte fossero bellissime e i suoi pasticcini sopraffini, quello in cui riusciva meglio era sfornare dei biscotti deliziosi: tondi, semplici, eppure buonissimi. erano così buoni che se avevi avuto una brutta giornata, ti bastava morderne uno e subito tornava il buonumore.
un giorno però il pasticcere decise di partire, fu irremovibile nella sua decisione. allora salutò tutti e fece due regali alla regina: per prima cosa le donò un barattolo bellissimo, stracolmo di biscotti e poi le diede le chiavi della sua vecchia bottega; quindi, sorridente e carico di valigie partì.
la regina subito ordinò di portare il barattolo a palazzo e di chiuderlo con un lucchetto che solo lei poteva aprire e poi... poi passarono un po' di giorni e accadde una cosa strana.
ogni volta che la regina si sentiva triste, o aveva semplicemente voglia di un biscotto, si avvicinava al barattolo... ma si tratteneva, e mordendosi le labbra si costringeva a rinunciare a quel piccolo piacere, a quella piccola dolcezza che oramai forse più che piacere era per lei vera e propria medicina.
così passarono i giorni e lei divenne sempre più triste, ma sempre più decisa a conservare il suo dolce tesoro.
e venne la sera della festa in paese e, come da tradizione, la regina uscì per salutare il suo popolo e, come ogni anno, si sedette sul trono approntato al centro della piazza e piano piano salutò tutti quelli che venivano a renderle omaggio.
fu ad un certo punto che arrivò una bambina... poco più di un soldo di cacio, con un grande sorriso di denti da latte e le ginocchia sbucciate per le cadute durante le corse e i giochi con gli amici.
« perchè sei triste? » le chiese la piccola. « oh... ma io non sono triste » rispose la regina. « non è vero, io lo so, lo capisco. perchè anche io quando mi faccio male cerco di trattenere le lacrime, ma poi, se proprio non ce la faccio, mangio uno dei biscotti magici che mi ha regalato il pasticciere prima di partire... come questo. » la bambina prese dalla tasca un biscotto, mezzo sbriciolato « mordilo, ti farà stare bene, è l'ultimo che ho, ma spero sia abbastanza. »
la regina strabuzzo' gli occhi, e scoppiò in lacrime. finalmente capì. finalmente comprese cosa fare dei regali del pasticciere.
ordinò subito alle guardie di portare il barattolo di biscotti in piazza e di romperlo in mille pezzi. i biscotti fuoriuscirono e si riversarono golosamente sul tavolo e formarono una piccola montagnola di dolcezza, e tutti ne mangiarono.
e per una sera tutti furono felici.
per una sera.
...
e adesso lo so, mi chiederete: « ... e poi?... dopo quel giorno? »
beh non tutte le storie hanno una fine, e nemmeno questa ce l'ha. perchè le storie spesso non finiscono, ma continuano. comunque, se proprio lo volete sapere, il pasticciere non tornò mai più nel regno, e i biscotti magici scomparvero per sempre.
ma se passate di lì, ogni giorno, poco prima dell'ora della merenda, sentirete un dolce profumo arrivare da una vecchia bottega, allora, guardando attraverso una finestrella, vedrete una regina impastare e infornare piccoli biscotti, semplici e tondi. se siano buoni non lo saprei dire, e men che meno so se rendano felici a mangiarli...
... ma quello che so, quello che ho visto, è che la regina, con le mani impiastricciate e tutta sporca di farina, sorrideva.
@alessandrom76
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