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pensierodelgiornoblog · 5 months ago
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Significato simbolico del castello
Il simbolismo del castello è complesso. Secondo Juan Eduardo Cirlot nel “Dizionario dei simboli“, il simbolo del castello è “derivato allo stesso tempo da quello della casa e da quello del recinto o città murata”. Nell’arte medievale, le città murate rappresentavano l’anima trascendente e la Gerusalemme celeste. I castelli rappresentano anche il “difficile da ottenere” e la prova spirituale.
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caffeinamente · 4 years ago
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Lettera a mia madre
Cara mamma,
Quattro anni fa ascoltai per la prima volta una canzone, che mi fece subito pensare a te. Ricordo ancora quel momento: stavamo tornando da una giornata al lago, io guardavo il tuo viso addormentato grazie allo specchietto retrovisore, dal sedile posteriore. Avevo le cuffie nelle orecchie, volevo scoprire qualcosa di nuovo, e per puro caso mi imbattei in quel brano: il titolo era piuttosto esplicito, il testo ancor di più, e forse fu per quello che vidi così chiaramente il tuo volto, fra quelle note e fra quelle parole.
Quel giorno mi chiesi se avrei dovuto fartela ascoltare, ma decisi di rimandare, perché volevo che quell'ascolto venisse riservato ad un momento esclusivamente nostro. Inoltre, come ben sai, ho sempre avuto difficoltà a gestire la tua sensibilità e la tua lacrima estremamente facile, perciò non trovai mai il momento giusto.
Quell'anno, lo sai, in quel dannato 2019 toccai il fondo. Di quella sera ho immagini sfocate - e forse è meglio così, poiché non voglio ricordare -, ma il tuo viso pallido, le tue lacrime, lo sguardo terrorizzato, sono marchiati a fuoco nella mia memoria. I tanti abbandoni subiti, le mancanze di affetto e gli scherni ricevuti a scuola, di cui non ti ho mai parlato, mi hanno spinta a credere per tanti anni che nessuno mi amasse, che fossi tanto indegna di stare al mondo, che nemmeno mia madre mi volesse bene. Per diciotto anni mi sono sbagliata di grosso, e quella sera lo capii. Lo capii, ma nel modo peggiore possibile, lo capii portandoti sull'orlo del baratro, lo capii vedendo su di te il volto della sofferenza.
Lo capii facendoti del male. Quel giorno mi giurai che non ti avrei più fatta soffrire.
Sono passati tre anni, sono riuscita nel mio intento e so che continuerò a rispettare quel giuramento. Ad oggi non posso dire di averti resa fiera di me, mamma. Sono debole, rincorro ancora delle ideologie fiabesche nella speranza di poter essere felice, pur sapendo che un giorno quel castello di cartonato crollerà. Mi sto consumando. La vedo nei tuoi occhi, la preoccupazione, di quando mi chiedi se va tutto bene, che tu sei lì per lasciarmi sfogare, eppure io preferisco mostrarti un sorriso fasullo, o nei casi più estremi, rifugiarmi in un indiscutibile "non voglio parlarne, non me la sento".
So che vorresti vedermi spiegare il volo, proprio tu che mi hai sempre dimostrato quanto sia pura e meravigliosa l'indipendenza, il gusto di bastare a noi stessi. Chi meglio di te dovrebbe saperlo? Tu, che alla mia età già lavoravi a tempo pieno. Tu, che a ventitré anni avevi già in braccio una bambina, la tua, io. Tu, che alle riunioni scolastiche venivi sempre scambiata per una sorella maggiore, o ripudiata - probabilmente per invidia - dagli altri genitori per il tuo essere una giovane mamma single. Tu, che anche quando volevo spedire il mio biglietto per la festa del papà non ti mostravi né imbarazzata né mortificata, ma anzi, mi aiutavi a portare a termine la mia missione.
So che vorresti che fossi forte, forse anche più di te. Ma non lo sono, mamma. Forse in questo ho preso da papà. Un giorno lo sarò, almeno lo spero. Forse, quando avrò finalmente compreso come uscire dalla gabbia, lo sarò, e volerò via con delle ali talmente tanto robuste da poterti portare in Canada - una delle mete dei tuoi sogni.
Per ora, mi basta guardarti da lontano, e prendere appunti. Sei una donna meravigliosa, sei il mio supereroe.
La tua "piccola" per sempre.
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iltrombadore · 4 years ago
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L’Egenio Oneghin, Puskin e il primo dèmone del nichilismo russo
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Il ritratto di Eugenio Oneghin che Puskin dipinge nel primo capitolo del suo romanzo in versi offre più di un motivo a chi voglia apprezzare la qualità di una poesia non riducibile alle maniere romantiche della tradizione europea. Vi è nella coloritura del personaggio di Onegin una baldanza e un ritmo canzonatorio (e anche di ‘canzone’) che travalica le affettazioni di altri acclamati eroi  ‘byroniani’, inclini a suggellare nel disincanto una sorta di passionale autoaffermazione.
In Onegin la erosione dell'ideale non esalta la personalità individuale ma la dispone al gioco distruttivo fine a sé stesso della ironìa. Proprio perché in lui non vive più la coscienza di un ‘io’ da opporre al mondo ma la percezione di un distacco irrimediabile dal senso e dalla esperienza collettiva. Entra in funzione un elemento tipico dello spirito russo quando  perde lo stimolo alla coralità ("Il popolo compone, noi ci contentiamo di elaborare",disse il contemporaneo Glinka, enunciando indirettamente le condizioni della esperienza estetica e lirica russa).
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Seguiamo lo sguardo di Puskin sul protagonista: Onegin si afferma nel dettaglio, nel ritmo di un carattere individuale come la silhouette di un figurino su carta. Vi si nota un’ immedesimazione quasi autobiografica e compiacente che bordeggia il tono sarcastico quando Eugenio entra in società abbigliato come un ‘dandy’ all'ultima moda -ovviamente ‘di Londra’- e parla perfettamente francese ballando la polacca mazurca con tanto di inchino (‘volete di più? Per la gente/ era assai caro e intelligente’).
Sulla innaturalezza dello Onegin giovin signore occidentalizzato e pietroburghese, ’artificiale’ come la sua città, si concentra il nucleo della ispirazione poetica: ne derivano antitesi efficaci e congeniali ad una melodia dei versi che lascia trasparire l' ordito di un dramma  appartenente alla Russia risvegliata alla modernità del  secolo XIX. Onegin, si sa, ‘aveva il dono fortunato/ di sfiorare in conversazione/ agevolmente ogni argomento’; e da ‘bravo alunno delle mode’ derideva Teocrito e Omero, ‘ma Adamo Smith però leggeva’ e non era punto dalla minima voglia ‘di rovistare in profondo/ la polverosa storia del mondo’.
Eugenio Onegin appare il protagonista di un già annunciato fallimento: è in sé stesso una caricatura, un derivato, il prodotto psicosociale di un connubio impossibile, anima ‘russa’ e ‘moda’ europea. Un ritratto intraducibile al punto che il dettaglio, dice ironicamente Puskin, non si può riferire senza l'ausilio della espressione forestiera: ‘ma parola russa non c'é/ per 'pantalons','frac' e  ‘gilet'… ".
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Nell'animo del poeta, del decabrista, del raffinato intellettuale Puskin si agitano molte passioni: cosa è veramente Onegin? Ci si può leggere il suo autoritratto? Nella scrittura poetica Puskin diventa lo spietato osservatore della sua immagine pubblica, mondanamente ridotto a letterato alla moda tra  appuntamenti cortesi, salotti e spettacoli di teatro.
E' una dissociazione che si riconosce al momento di definire il suo disagio di vivere: quasi uguale al britannico ‘spleen’ ma esprimibile piuttosto con la parola russa ‘chandrà’, uno stato dell'anima che guarda freddamente alla vita (‘nulla ormai più lo smuoveva/ di niente più si accorgeva"…).
E' la presenza della ‘chandrà’ a suggerire il motivo nichilistico che sostiene l'andamento del poema. Esso procede per otto capitoli che snodano il romanzo in versi tra puntigliose descrizioni di oggetti, azioni, ambienti e situazioni umane .
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L' amore ‘wertheriano‘ appare sottotono come appendice della trama la quale va oltre il destino dei personaggi -da Tatiana a Lenskij alla volubile Olga- e non suggerisce architetture conclusive proprio perché non vi è altro al di fuori dell' avventura senza limiti e cioè sprofondata nel ‘nulla’ di Eugenio Onegin, questo ‘dandy’ insoddisfatto della sua identità la quale ormai gli appare come abito tagliato in foggia d'altre lingue, d' altre culture, d' altre civiltà.
Ben oltre il tributo alle nuove mode poetiche – ‘quello stile oscuro e fiacco-scrive Puskin-che chiamiamo Romanticismo’- siamo in presenza di una temperie espressiva corrispondente ad elementi tipici dello ‘spirito russo’, al contrastato rapporto con la cultura occidentale europea, abito troppo misurato per un sentimento che si riconosce nella perdita di misura, quando abbandona le vie di una liturgìa dei suoni, delle immagini, delle parole tradizionali.
Puskin supera molti codici espressivi riducendoli alla vena sincera di un canto che mescola citazioni culturali  a motivi della tradizione russa: dalla invocazione alla terra (con omofonìa tra l'oraziano ‘O rus!‘ e la parola Russia) ai romanzi di formazione (Rousseau, Richardson) a Shakespeare e Chateaubriand, tutto è ragione di presentare l'anima bella di Tatiana, questa Gretchen col samovàr destinata ad incarnare la persistenza di costume morale, grazia e  regola, che aveva  nel nome sentore ‘di antichità e di serva’, stemperando il suo sentimentalismo nel gioco permanente delle felici abitudini’.
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E spetterà significativamente a Tatiana, personificazione dei valori tradizionali, il ruolo di eroina di una catastrofe da camera come quella dell'amore non corrisposto da Onegin e vissuto idealmente-letterariamete come vuole la ‘moda romantica’, come il ribelle infelice Werther o il senza pari Grandison (‘che invece a noi fa venir sonno’). E sarà Vladimir Lenskij, l'amico aspirante poeta, innamorato e tradito dalla vivace Olga, testimone ancor più fedele di un certo sentimentalismo mescolante ‘Lindori e Leandri del cuore’ con la lettura di Chateaubriand e Goethe per avvincere nel tono elegiaco il cuore della amata.
Sappiamo come andrà a finire: con Tatiana respinta e congiunta in matrimonio ad un onesto benestante e Lenskij ucciso in duello dall'amico Onegin dopo avere egli teso con successo una trappola di seduzione ad Olga durante un ballo in una residenza di campagna.
Morale: sono i sentimentali e i beneducati a soccombere nel gioco della vita, o pure nel sogno leggero di un gioco passionale ‘accomodato’ da versioni letterarie, o meglio inautentiche. Così il pensiero poetante e ‘spiritoso’ (‘Geistreich’, ricco di spirito, aveva scritto Hegel nella Fenomenologia sul potere della ironìa ) perviene ad una composizione davvero ‘diabolica’ del  romanzo in versi,  capo d'opera della letteratura russa.
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Onegin, eroe del tempo moderno, è già in qualche modo aldilà del bene e del male, supera l'orizzonte romantico ed anticipa nel connubio caratteriale di freddezza e ironìa la temperie di un Kirillov e di un Raskolnikov.
Non a caso Dostoevskij  apporrà in calce a  ‘I dèmoni’ i versi di una omònima poesia di Puskin la cui allusività è più che eloquente: ‘...Non c'é traccia! Siamo perduti, cosa fare? / Un demònio ci conduce per il campo / e ci fa girare di qua e di là / Quanti sono ? Dove ci portano ? / Perché si lamentano così ? / Forse seppelliscono un folletto / O pure celebrano le nozze di una strega....’.
Quel che in Dostoevskij è definizione psicologica in Puskin è azione, situazione, ambiente e fisiognomica. Onegin mette in scena con più di mezzo secolo d'anticipo il tipo  del dèmone dostoevskijano. Questo profilo umano che lascia dietro di sé la romanticheria letteraria e fissa lo sguardo senza mèta del nichilismo non fu perseguito da Puskin in consapevolezza piena: ma scomponendo i tratti della sua stessa personalità-metà Onegin, metà Lenskij- egli ottenne uno straordinario effetto lirico con voce narrante fuori campo che assume i tratti del canto popolare, storia sceneggiata da intepretare coralmente in una pubblica recita di versi.
Non a caso del resto la lettera d'amore di Tatiana a Onegin è mandata a memoria ancora oggi dalle ragazze russe (‘…Perché da noi siete venuto ? / In questo villaggio spento / io non avrei mai conosciuto / né voi né il mio aspro tormento…’) e tutto il poema in versi è ricco di digressioni (paesaggi di Russia, coloriture fiabesche, vita di campagna, canti di giovincelle in primavera, vita di società, inverni ghiacciati, sogni divinatori) che sposano il sottile e raffinato gusto letterario ad un impulso emozionale di grande portata per la vita russa, i suoi colori, le sue forme, le sue immagini inconfondibili.
Se molti guardarono a Puskin come fonte di ispirazione letteraria o musicale lo si deve alla sua capacità di riassumere i più disparati fattori del sentimento russo. Anche l' occidentalizzante Ciaikovskij nel suo arioso sinfonismo lo amò (come del resto per altri versi Musorgskij) riconoscendovi gran parte di quel  patetismo eloquente che pure gli apparteneva: languore ed esultanza, attimi di esaltazione e di depressione, e la capacità di stemperare in architetture brillanti e garbate le pulsioni del sentimento.
Temperamento lirico, amante del ritmo nella parola e nella strofa, Puskin si nutre della intensità di immagine e del suo potenziale figurativo (amico e protettore di pittori, è da ricordare la sua intimità col raffinato ritrattista di gran dame, Brijullov). Valga la precisionedi dettaglio, istante, sensazione e immagine con cui si narra un attimo del duello tra i due ex amici, Onegin e Lenskij: "…Brillano le pistole / lucenti e sollevate contro il sole./ Si sente già picchiettare / la bacchetta, i piombi che entrano / in canna e il cane scattare. Grigiastro rivolo scende / nel fondello la polvere, mentre / rialzano l'acciarino avvitato / stretto....".
In questa poesia del particolare Puskin rivela originali qualità per il motivo lirico dell'immagine che scandisce ritmi di azione, modula i toni della parola in una perfezione di verso. Capriccioso e folleggiante, temperamento visivo e rappresentativo, Puskin ebbe il merito di fare ‘poesia solenne, grandiosa e come fuori del tempo con elementi e oggetti particolari, minuti, consistenti, insomma quotidiani e contingenti’( T. Landolfi). In questa paradossale leggerezza è tutta la sua profondità: il fine intellettuale allevato alla scuola europea, il decabrista non slavofilo, l' uomo elegante attraversato dalle passioni, poteva solamente accennare al profilo di una vita morale della poesia.
Ma il suo Onegin, nato come romanzo byroniano, prese col tempo una andatura che rovesciava le sue premesse, mettendone radicalmente in dubbio la consistenza. E quel progressivo rigetto di moduli romantici, oltre a segnare il più autentico travaglio del poeta, avrebbe anticipato la fioritura successiva di una delle più straordinarie stagioni della letteratura russa.
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discountsaleggdb-blog · 5 years ago
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Golden Goose Outlet Venezia Anello vizioso di The Internet Marketing
XML e quindi RSS si fondono in modo così uniforme all'interno di molti browser di punta e i sistemi che i più grandi utenti potrebbero essere beatamente disinformati stanno utilizzando Feed. Forse sarebbe come dovrebbero essere le cose; con RSS, l'onnipresente cavallo di battaglia, facendo tranquillamente attenzione a sostenere le immagini. . Narratore di storie India Ereneta, fornisce queste raccomandazioni fiabesche alla moda per i bambini piccoli di quasi secoli! Istruzioni deliziose anche clip educative e illustrazioni retrò possono essere incluse in questa raccolta di debito Vook Classic di cinque delle più famose e conosciute Grimm's Fairy Tales: Biancaneve, Bella Addormentata, Rumpelstiltskin, Rapunzel e La superstar ggdb. È in Golden Goose Sneakers Outlet ffetti che di solito segui l'approccio perfetto per la tua attività come metodo per le tue soluzioni. Che cosa intendo ora semplicemente è che non puoi sentire dare alla tua attività principale una possibilità specifica sulla strada per riuscire fino ad ora a dare il meglio e alla prossima avventura. Oh, capisco perché dovresti venire? Quando si scopre una sorta di nuovo dispositivo o una visualizzazione che sembra fantastica, qualcuno ha la sensazione sfortunatamente eccitante di sapere che questo potrebbe finire per quello principale. Il solo pensava che sicuramente ti avrebbe fatto perdere il controllo e quindi far esplodere un business. 1 credo che a sua volta questa eccitazione è fondamentalmente venuta ricevuta dalla mancanza di tempo della vostra ultima esposizione apprezzata. Dopo tutto, stai acquisendo la conoscenza di qualcosa di principiante e di quello in e / o di se stesso che tende a suscitare una particolare eccitazione! Il concetto di principio elencato di seguito è circa un punto, noi tutti cercheremo di andare a letto o disponibili almeno corriamo solo per il motivo che vogliamo, ma non perché ciò che abbiamo bisogno di fare. Se le famiglie sono un po 'troppo impegnate a pagare per pagare tutti gli altri prima di te, oltre a ciò non spese in quel futuro, in te, anche se la maggior parte ti lascia? Uh, rotto. L'obiettivo è molto mirato, proprio come sono sicuro che qualcuno possa immaginare, molto più probabilmente le aziende faranno affari con te. Qui deve essere il punto in cui inizia in modo da diventare davvero interessante. Cosa succederebbe se si concentrassero realmente i prodotti disponibili sui servizi con l'aiuto di spese mensili di rientro? Sospetto che molto per il nuovo secondo. In secondo luogo, scoprire da soli le informazioni su quanto tempo il programma è stato dimostrato. Questo è tipicamente un dial indubbiamente difficile perché quasi tutti i programmi devono iniziare il processo da qualche parte. Gioca gli strumenti per un po 'di tempo per rendere costruttivi gli altri membri della famiglia che stanno crescendo. Lungo la mano alternativa, ad esempio, ho detto, tutti i pacchetti iniziano dove e con un po 'di diligenza si può destinare questi pezzi di software entro una specifica prima settimana del suo lancio. Negli affari, gli imprenditori e semplicemente i proprietari di cani d'affari iniziano a usare il Bankroll degli altri quando la società scrive un'applicazione commerciale che queste persone presentano per aiutarvi un agente di carriera e potrebbe essere un venture capitalist, cioè i rivenditori. Questo compito è spesso noto come capitale da costruzione. Agendo sul rendimento solo per il profitto (noto come capitale) è stato dato il Golden Goose Outlet Venezia roker che ha dichiarato che il flusso di cassa generalmente ha un valore azionario (cioè una partecipazione azionaria) come parte del business. Il denaro potrebbe anche costituire un prestito a causa di una banca e la banca esatta è rimborsata al preponente e ottiene anche il possesso di interessi nei confronti di. È spesso il tempo di lavoro della persona d'affari per mettere a buon uso questo approccio al capitale; per ottenere prodotti piuttosto possibilmente servizi che gli esperti sostengono generano ricavi da vendite in salario il mutuo del proprietario di abitazione e, collegato con il corso, diverse altre spese fuori dal fornitore.
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cento40battute · 6 years ago
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Un paesaggio che seduce lo sguardo
Colmar
Rapiti dalla favolosa Alsazia, terra di cicogne nella regione del Grande Est in Francia 
Il nome Alsazia è in grado di evocare immagini fiabesche: con le sue tipiche case a graticcio, sembra proprio di trovarsi catapultati nello scenario di una delle storie dei fratelli Grimm.
In questa regione francese troviamo tutti gli ingredienti fondamentali per una vacanza perfetta: arte, natura e buona tavola; un percorso suggestivo che attraversa vigneti, terreni agricoli e incantevoli borghi medioevali.
Un lungo week end alla scoperta di alcune località di questo gioiello francese
L’idilliaca Colmar
San Martino ©AAA-Harrang
Colmar, La Petite Venise
Il risveglio della natura si festeggia a Colmar dal 4 al 22 aprile. L’edizione “Colmar festeggia la Primavera” giunta al 9° anno si declina in tre scenari: 2 mercati, 3 esposizioni di vendita artigianato presso l’antica dogana (Koifhus)  e concerti di jazz e di musica varia con il “Festival musica e cultura”.
Koifhus
Una buona occasione per visitare il centro storico del borgo. Ma prima lasciamoci trasportare dall’atmosfera romantica di un giro in barca alla scoperta del fascino della “Petite Venise” il quartiere colorato che si affaccia lungo il canale del fiume Lauch.
Torniamo sulla terra ferma e per non perderci le bellezze della città vecchia il Tour continua, guidati dalle placche di ottone con l’effige della Statua della Libertà situate sulle strade lastricate. Un omaggio a Frédéric-Auguste Bartholdi nato a Colmar e autore della Statua della Libertà di New York.
Cosa fare
www.tourisme-colmar.com
Dove alloggiare
Hotel Le Colombier. Un edificio del 18 ° secolo a due passi dalla “Petite Venise” che conserva la quintessenza dello spirito alsaziano.
Dove mangiare
Ristorante Le Quai 21. Situato nel centro storico della “Petite Venise”, ai margini del Quai de la Poissonnerie proprio accanto al mercato coperto. In cucina, lo Chef Frédéric Tagliani ama portare tocchi mediterranei ai suoi piatti, un richiamo alle sue origini italiane.
Meravigliarsi a Kaysersberg
Kaysersberg-©AAA-Meyer
Kaysersberg denominato “la collina dell’Imperatore” è uno dei borghi dall’atmosfera medioevale più affascinanti a ovest di Colmar. Situato nella valle di Kaysersberg, lungo la strada del vino (“route des vins” ) ricca di vigneti e villaggi pittoreschi.
www.kaysersberg.com
  … Un’esperienza immersiva e unica a Neuf-Brisach
A Neuf-Brisach, una delle dodici fortezze progettate dal famoso architetto militare Vauban e classificate Patrimonio Mondiale dell’Unesco, sorge una delle gallerie più belle che abbiamo mai visto. Un museo dedicato alla street & urban art.
Museo  -  Mausa Vauban Place de la Porte de Belfort, 68600 Neuf-Brisach - Fr https://mausa.fr/
  A Strasburgo con il naso all’insù…
Cattedrale Notre Dame – Casa Kammerzell-©AAA-Birge
Passeggiando per il centro storico, la cattedrale Notre Dame lascia senza fiato per l’incredibile altezza della guglia e delle sue dimensioni, al suo interno il famoso Orologio Astronomico risalente al Rinascimento che puntualmente alle 12.30, grazie a un meccanismo realizzato nella metà dell’Ottocento, una serie di automi si mettono in moto.
Il primo quarto d’ora è scoccato da un putto alato, il secondo da un fanciullo, il terzo da un adulto e il quarto da un vecchio a simboleggiare le età della vita. Tutti sfilano davanti alla morte che ha in mano una falce, dopo i rintocchi dell’ora un altro putto alato rovescia la clessidra che tiene in mano.
Strasburgo Petite France – PH.Paul Prim
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Non molto distante presso Palazzo Rohan, prendiamo il battello lungo il fiume Ill per un Tour della città fino allo sbarramento dell’architetto militare Vauban e al quartiere parlamentare.
Una piacevole crociera che attraversa 20 secoli di storia www.batorama.com
  Per gli amanti della cultura e non solo, munitevi del City Pass sfruttando così gli ingressi gratis dei musei o a metà prezzo per 10 siti e attività, come tour in barca e accesso alla terrazza della cattedrale che riaprirà dopo il restauro a giungo 2019.
www.otstrasbourg.fr
Cosa fare
www.musees.strasbourg.eu
Dove alloggiare
Hotel Golden Tulip Strasbourg Centre The Garden. Rilassarsi nel Garden’s Spa in un luogo accogliente, un po’ lontano dal centro.
Dove mangiare
Aadaen Place. Brasserie alla moda dall’atmosfera letteraria. La cucina si ispira ai prodotti del territorio ma con un tocco urbano.
Lasciamoci catturare dall’arte di René Lalique partenza per Wingen sur Moder
L’arte delicata di René Lalique si racconta a Wingen-sur-Moder, in un museo in cui la museografia assomiglia a colui che l’ha ispirata inventandosi dal 1921.
In questo scrigno di verde nei Vosgi del Nord, il Museo Lalique, non lontano dal sito di produzione Lalique, è un gioiello dedicato alla famosa marca di gioielli e oggetti decorativi.
È un luogo tutto da scoprire, che racconta la delicata arte di René tra oggetti preziosi, disegni e molto altro. Il museo espone più di 500 opere.
Opere che consentono di cogliere le differenti sfaccettature delle creazioni Lalique, dal gioiello Art Nouveau, ai disegni, al vetro Art Déco fino al cristallo odierno.
Insieme di flaconi di profumo. PH.(c) K. Faby – Coll. Musée Lalique
Al museo Lalique dal 17 maggio fino al 3 di novembre 2019 si inaugura la mostra “L’invention du parfum moderne” che affronterà l’incontro del giovane profumiere François Coty e del vetraio René Lalique che rivoluzionò la storia della profumeria.
www.musee-lalique.com SOCIAL FB
  Il fascino della tranquilla Obernai e il suo centro 
Circondata da un bellissimo ambiente naturale, ammiriamo le case tipiche in stile alsaziano,  raggiungendo a piedi la piazza principale ci accoglie la fonte di Santa Odilia che rappresenta la patrona dell’Alsazia.  Il municipio, la torre medievale della cappella della Vergine e la chiesa di Saint-Pierre-et-Saint-Paul, neogotica.
Cosa fare
www.tourisme-obernai.fr
Dove alloggiare
Le Parc Hotel. Bellissima struttura in stile alsaziano. A ottobre 2019 svelerà la nuova Spa avanguardistica di 2.500mq.
Dove mangiare
Le Fraiberg. Un piccolo “winstub” (taverna). La cucina rivisita con genialità la buona vecchia cucina alsaziana con proposte molto invitanti a seconda degli ingredienti di stagione.
Prima di tornare in Italia sosta a Mulhouse
Mulhouse
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La Place de la Réunion è il cuore storico della città dove convivono armonicamente il municipio dai toni rosati in stile Rinascimentale renano, le dimore antiche, la fontana e il tempio Saint-Etienne, in stile neogotico, dalle vetrate risalenti al XIV secolo..
Mulhouse offre scoperte emozionanti di cui: il Museo Nazionale dell’Automobile, la Città del Treno e il Parco Zoologico e Botanico. 
www.tourisme-mulhouse.com
  Enogastronomia, città e villaggi di charme, senso dell’accoglienza : l’Alsazia è tutto questo
WWW.ALSACE.COM
L’incanto dell’Alsazia Un paesaggio che seduce lo sguardo Rapiti dalla favolosa Alsazia, terra di cicogne nella regione del…
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womanbride · 6 years ago
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  La Collezione Nicole 2019 è disegnata per una donna internazionale e glamour. Le linee aggraziate fluttuano con la leggerezza dei tessuti, con il respiro dei tagli, con i volumi ora eterei, ora principeschi. Gonne fluide in chiffon e tulle accompagnano incantevoli corpetti dai motivi floreali, dai preziosi ricami di perline e cristalli Swarovski, dai pregiati disegni in pizzo rebrodé. Non mancano proposte seducenti declinate in paradisiache sirene, delicati décolleté semitrasparenti ed eleganti retro effetto tattoo. Grande importanza è data alla ricerca di esclusivi pizzi francesi, arricchiti da fili dorati nella loro accezione couture. Lo studio dei ricami è personalizzato per ogni singolo modello: una ricerca minuziosa di perline, cristalli e fiori 3D in seta caratterizza il corpo degli abiti. Il tulle glitter sparkling fa brillare gonne fiabesche. I toni abbracciano un’elegante palette neutra di bianchi brillanti, delicati rosa cipria, pastellate nuance avorio, fino a sfiorare in colorazioni più calde. La sposa Nicole sceglie di indossare una piccola opera d’arte e di esclusività.
Nicole Spose
Nicole Spose
Nicole Spose
Nicole Spose
La nuova collezione Nicole Luxury nasce in occasione del ventennale della Maison italiana, celebrandone la maturità stilistica. Pizzi interamente ricamati o dalle trame tridimensionali, silhouette accattivanti, scollature profonde e sensuali, abiti gioiello curati minuziosamente si incarnano in nuance calde e brillanti. Una Capsule che si rivolge a un pubblico sofisticato ed esigente. Capi unici, lussuosi e sontuosi, per una sposa che ama distinguersi dai classici schemi.
Una Collezione Cocktail & Evening per dare voce alla gioia di vivere delle donne, per rendere indimenticabile un giorno da damigella, per esaltare la raffinatezza delle mamme degli sposi, per vestire di sensualità una cena romantica. Una linea leggera e spumeggiante negli abiti di chiffon, delicata nelle proposte in cady, frizzante nei capi in jersey lurex e nella luce del satin. I modelli prendono vita nei colori della natura: le sfumature dello spettro solare, dal giallo pastello alle intense tonalità dell’oro, le nuance del cielo e dell’acqua nate dall’incontro di azzurro e verde, i toni dei fiori più delicati, dal rosa pastello al glicine; e poi, blu intenso e nero, accesi da bagliori di fili metallici o preziosi ricami. Forme fluide accarezzano il corpo, abiti svolazzanti si trasformano in jumpsuite di tendenza, pantaloni in pizzo chantilly esaltano le forme attraverso le trasparenze. E poi: soavi abiti in tulle e giochi inediti di bretelle gioiello, frange pendenti di luce a sottolineare i movimenti del corpo, ricami a ispirazione botanica creano la terza dimensione dell’abito. Una collezione effervescente per donne che amano la vita e le occasioni per celebrarla!
Colet è una donna libera di esprimere la propria dolcezza, che sceglie il proprio abito come espressione di un’anima solare, romantica e delicata. Una sposa che si veste di fiori e profuma di freschezza. “Pink is everywhere”: abiti cipriati, soffici gonne in tulle dove il rosa si mescola all’avorio per dare vita a inediti giochi di sfumature, floreali corpini gioiello sui quali l’oro ed il cipria si fondono con la luce. Le trame dei pizzi e la preziosità dei ricami vengono esaltate dalla leggerezza dei tessuti per un’immagine poetica, eterea e brillante. Colet è una principessa contemporanea, una donna che si emoziona e suscita emozione.
Originale sofisticatezza
Jolies è sofisticatezza. Una donna che ricerca il dettaglio in grado di farla brillare per originalità. Pizzi inediti dal design contemporaneo si abbinano a una rilettura della tradizione. Ricami luminosi e giochi di incroci e trasparenze risaltano l’unicità dei modelli. Il tulle diventa effervescente di luce. Grazie allo studio degli accessori gli abiti vivono due volte, si trasformano, si completano: rivelano un’anima romantica con un fiore alla vita; vengono nobilitati da lunghe code importanti; acquistano regalità con soffici mantelle e collari gioiello. Anche i modelli minimal sorprendono per sensualità, ricercatezza dei ricami e delle trame dei pizzi. La sposa Jolies sa stupire e farsi ricordare.
Romanticismo in chiave couture
La Collezione Romance 2019 seduce con un gusto rinnovato, uno stile fresco e contemporaneo. Linee sensuali arricchite da preziosi ricami floreali 3D la rendono moderna e tradizionale allo stesso tempo. Abiti sparkling e top dai ricami preziosi e seducenti le regalano un’allure glamour e fascinosa. Il mood trainante della collezione è una rivisitazione di capi principeschi in chiave Couture, con volumi importanti e forme ricercate, creati grazie all’uso sapiente della crinolina, perfettamente integrata con la preziosità del pizzo. Sorprendente, sfarzosa, fiabesca. Romance farà breccia nei cuori più romantici!
Alessandra Rinaudo
Nella mia sartoria il lieve e monotono rumore delle macchine da cucire, le teste chine delle sarte intente a fare del loro meglio, il bianco degli abiti che illumina ovunque l’aria: sembra che tutto proceda lento e regolare, gli abiti prendono forma e scorrono lievi sui carrelli; ora gonne, ora corpetti piccoli e leggeri, ora veli, fino a sera, giorno dopo giorno, con il ricordo di mia nonna, come fosse ieri, mentre tagliava il mio cappotto preferito. Questo è il luogo dove si plasmano le mie idee migliori, dove il mio cuore trova pace e armonia, e le ispirazioni, che affannata raccolgo in giro per il mondo, finalmente, riposano e vengono plasmate: il pizzo migliore, il giusto taglio, la stoffa adatta. Amo viaggiare e osservare la gente, le donne, sempre così originali, diverse, meravigliose; vestirle nel giorno del sì è un onore e una fortuna, perché posso creare per ognuna di esse l’abito che le renderà indimenticabili, belle come non sono mai state. Mi sono fermata spesso a pensare a quanto siano diversamente meravigliose le donne e questa è la mia missione: cucire su misura uno stile per ognuna di essa, rappresentarne la bellezza esclusiva e originale, aiutare ciascuna a riconoscersi nell’abito da matrimonio, quello più importante, il più ammirato e ricordato. Ho scelto tre icone nelle mie immagini, affinché ogni sposa possa riconoscere una parte sé. In realtà noi donne, lo sappiamo, siamo molte in una: possiamo essere romantiche, o sensuali, oppure elegantemente sofisticate e molto di più. La mia collezione quest’anno non sarà una, ma un puzzle di ispirazioni, uno stimolo verso le donne. Io sarò al loro servizio, nel dare colore e forma alle loro infinite personalità.
Collezione Nicole 2019: opere d’arte e di esclusività La Collezione Nicole 2019 è disegnata per una donna internazionale e glamour. Le linee aggraziate fluttuano con la leggerezza dei tessuti, con il respiro dei tagli, con i volumi ora eterei, ora principeschi. 995 more words
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pleaseanotherbook · 8 years ago
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Fondamenta degli incurabili di Iosif Brodskij
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Un odore è, dopo tutto, una violazione dell'equilibrio su cui si regge l'ossigeno, un'invasione di quell'equilibrio da parte di altre sostanze - metano? carbone? zolfo? azoto? Secondo l'intensità di questa invasione, percepiamo un aroma, un odore, un fetore. È una questione di molecole, e la felicità, suppongo, scatta nel momento in cui captiamo allo stato liberi gli elementi che compongono il nostro essere.
"Fondamenta degli incurabili" è un volumetto che ho scovato alla Feltrinelli della stazione di Milano Centrale un paio di settimane fa, che mi ha chiamato per la sua trama elegante, il suo accenno a Venezia e un incipit che letto frettolosamente ad un dieci minuti dalla salita sul treno mi ha colpito immediatamente, conquistandomi subito con le sue atmosfere quasi fiabesche, in cui mi sono riconosciuta subito. Non solo una delle città più incantevoli d’Italia, ma un concentrato di suggestioni e prospettive, che conducono per mano a Venezia, alla riscoperta di un mondo perduto.
Parlare di Venezia significa parlare di tutto – e in particolare della letteratura, del tempo, della forma, dell’occhio che la guarda. Così è per Brodskij in senso pienamente letterale. Questa divagazione su una città si spinge nelle profondità della memoria del pianeta, sino alla nascita della vita dalle acque, da una parte, e, dall’altra, nei meandri della memoria dello scrittore, intrecciando alla riflessione le apparizioni nel ricordo di certi momenti, di certi fatti che per lui avvennero a Venezia. C’è qui, come sempre in Brodskij, l’immediatezza della percezione e il gioco fulmineo che la traspone su un piano metafisico. E, per il lettore, quella percezione, quel contrappunto di immagini e pensieri intriderà d’ora in poi il nome stesso di Venezia. Fondamenta degli Incurabili, presentato a Venezia nel 1989 per il Consorzio Venezia Nuova in edizione fuori commercio, è stato arricchito dall’autore per questa edizione.
In questo volume edito da Adelphi, Iosif Brodskij racconta dei suoi innumerevoli viaggi a Venezia con il tono malinconico di chi ci ha lasciato il cuore, ci torna ogni inverno, e vorrebbe non lasciarla più. È uno di quei libri che sembra non raccontare niente, invece nasconde il cuore di una scoperta, coniuga in maniera superba resoconto e impressioni, che si materializzano in sensazioni così vivide che si ripercuotono sul lettore. Amo Venezia, è una di quelle città che hanno il peso degli anni trascorsi, ma allo stesso tempo restano vitali e indomite. Sarà per il flusso costante dei viaggiatori che arrivano senza sosta, sarà per quei modi da vecchia signora, che si congiungono tra Rialto e San Marco, sarà per le sue calli e i suoi canali, ma resta un sogno incontrastato. Brodsky intreccia un insieme di riflessioni più o meno congrue che attraversano gli spazi inconcepibili di una città come quella veneta, strana e irreale. Più proseguivo nella lettura più mi sembrava di rivedermi a passeggiare per la città, con l’animo sollevato di chi esplora senza fermarsi, che sorseggia uno spritz affacciato sul Canal Grande, con la cantilena veneziana a far da sottofondo cacofonico e multietnico. Una città che non si ferma, che risuona nelle pigre domeniche mattine invernali con le campane che suonano a festa, che si rispecchia San Marco tra piccioni e gabbiani (malefici). Una città che rivive nei sogni che si fermano sulle porte alle porte della laguna, che si trasformano in tabarri neri, maschere e inseguimenti. E mi sono ritrovata così tanto rappresentata che ho capito che non sono solo i sentimenti che ricerchiamo in un libro, ma quei ricordi evocativi che basta una sola parola per scatenarli, come un colpo di bacchetta che arriva, incerta, a mandare in avanti il caleidoscopio. Anche quando sembra impossibile.
 Il particolare da non dimenticare? Le alghe ghiacciate…
 Un libro che è un piccolo concentrato di vita ed emozioni, che fa immergere il lettore in una Venezia insolita, ghiacciata, incomparabile, una Venezia invernale che scatena un flusso di ricordi e stimoli, per riflettere e innamorarsi di una città speciale e unica.
Buona lettura guys!
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silviascorcella · 8 years ago
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Artist Review: NATALIE SHAU
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Chi sono quelle bellissime creature femminili sospese in un limbo di denso mistero, abitanti sensuali di atmosfere oniriche che rendono palpitanti con la loro aristocratica perfezione corporea, imbrigliate in un silenzio ammiccante, carnali e algide così in posa dentro quel lontano mondo di favola? 
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Eppure così delicate e reali, come lievissimi petali di rosa sparigliati nell’aria.   Come in un intrigante gioco di specchi, la loro identità è irrimediabilmente allacciata a quella della loro autrice: Natalie Shau, Lituana di Vilnius, giovane e già parecchio meritatamente famosa per il suo talento artistico spiccatamente digitale, che abbraccia anche la fotografia. 
“Beh, sono un’artista digitale che crea ritratti femminili surreali: il mio lavoro è molto femminile e romantico, con delle sfumature più oscure e tracce quasi sinistre; tuttavia i soggetti dei miei ritratti sono anche molto “girly”, da ragazza, e fragili. Da persona reale, io probabilmente sono più realista ed ho molti altri interessi oltre all’arte e alla moda: come le armi, la storia e la geopolitica. Credo che il mio lato romantico e quello realistico si equivalgano, sono entrambi parti della mia individualità e del mio carattere.”
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Come per ogni vero talento, la formazione di Natalie è fatta della stessa materia della vocazione, cresciuta e rafforzata con la dovuta educazione tecnica: “Sono sempre stata appassionata di arte, da che ho ricordi: quindi non so spiegare come io ci sia entrata, immagino per una questione di natura. Ho frequentato molte lezioni d’arte a scuola, ho anche preso alcune lezioni private di disegno di tanto in tanto. Ma in termini di arte digitale e fotografia, ho imparato tutto quello che so da sola e con l’aiuto di alcuni amici: oggi, grazie ad internet puoi trovare così tanti tutorial, che puoi imparare qualcosa di nuovo praticamente ogni giorno!”
Ebbene, chi sono quelle fanciulle ammalianti e arcane, immerse in mondi visionari e abbigliate con cura meticolosa fin nel dettaglio più stiloso? Da dove provengono e che racconti serbano? “I miei soggetti sono eroine fiabesche, angeli caduti, regine esiliate ed anime perdute. Sono molto ispirata dalla moda! Stilisti come Alexander McQueen, John Galliano, Jean Paul Gaultier e molti altri. La maggior parte delle mie protagoniste è vestita in modo piuttosto complesso, così che possa far loro esprimere i loro sentimenti e stati emotivi non solo attraverso le espressioni del viso e dalla posa, ma anche grazie agli abiti e allo stile. Traggo ispirazione da tutte le arti: pittura, letteratura, cinema, musica. Ma anche dalla natura. Ache i miei sentimenti e desideri privati possono ispirarmi nella creazione delle opere: talvolta faccio sogni così vividi che devo includerli nelle mie immagini.”
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È un confine poroso quello tra sogno e realtà: l’uno fluisce nell’altra, si scambiano e si sdoppiano al di là di quel velo di illusione steso dai pennelli digitali di Natalie. Ma al di qua del velo la sua visione sulla nostra dimensione di vita si fa ben netta: “penso che il mondo sia un posto bellissimo, meraviglioso e orribile allo stesso tempo. La gente è così tanto assorbita dalle cose materiali che dimentica della compassione e della gentilezza, o anche solo della semplice consapevolezza.”
Una visione che diventa consiglio inaspettato se interrogata sul tema corrente di questo numero di Hachi, “Imitation of life”: “i social media, ecco cosa mi viene immediatamente in mente. Credo di non dover spiegare il perché. I social media hanno invaso la nostra vita e le persone ne sono diventate schiave. Credo che ognuno dovrebbe prendersi dei giorni liberi da internet anche solo per ragioni terapeutiche. Haha!”
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[ENGL.]
Who are those beautiful female creatures hung in a limbo dense with mystery, sensual inhabitants of dreamlike atmospheres that they make throbbing by their aristocratic body perfection, harnessed within an alluring silence, carnal but detached by striking a pose inside that faraway fairy world; still, so delicate and real, as faint rose petals scattered in the air? As in an intriguing game of mirrors, their identity is firmly fastened to that of their author: Natalie Shau, Lithuanian from Vilnius, young and already deservedly renowned for her artistic talent, that is digital-based while embracing also photography.   “Well, I’m a digital artist who creates surreal female portraits: my work is very feminine and romantic, with some darker undertone and creepy twist; however my portrait subjects are also very girly and fragile. As a real person, I’m probably more realistic and I have many more different interests apart from art and fashion: such as weapons, history and geopolitics. I think my romantic and realistic sides are both equal parts of my individuality and character.”
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As for every real talent, Natalie’s education is made of the same substance as the vocation, grown and strengthen by a proper technical training: “I was always into art since I can remember: so I cannot explain how I am into it, I guess it’s some natural trait I have got. I had very extensive art classes in school, I also took some private drawing classes from time to time. But in terms of digital art and photography, I’ve learned everything I know by myself and with some friends’ help: nowadays, thanks to internet you can find so many tutorials about it, so you can learn something new almost everyday!”
Well, so, who are those charming and arcane women, plunged into visionary worlds and dressed with meticulous stylish care? Where are they from and what tales do they hold? “My subjects are fairytale heroines, fallen angels, banished queens and lost souls. I’m very much inspired by fashion! Designers like Alexander McQueen, John Galliano, Jean Paul Gaultier and many more. Most of my characters are dressed pretty intricate, so that I express their feelings and emotional state not only through facial expressions and posture, but also by clothing and style. I draw inspiration from all the arts: painting, literature, cinema, music. And nature as well. My own feelings and dreams can also inspire me to create artworks: sometimes I dream such vivid dreams that I just have to include them into my images.”
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There’s a porous boundary lying between dream and reality: one flows into the other, they double beyond the veil of illusion spread by Natalie’s digital brushes. But on this side of the veil, her vision about our life dimension turns to be very neat: “I think the world is a beautiful, wonderful and horrible place at the same time. People are so much absorbed by material things that they forget about compassion and kindness, or just simple awareness.” A vision that becomes an unexpected, quite profane yet redeeming piece of advice when Natalie is asked about the theme of this current Hachi issue “Imitation of life”: “Social media: that's what comes to my mind immediately. I think I do not need to explain a lot why. Social media just invaded our lives and people become slaves of it. I think every person should get internet free days just for therapeutic reasons. Haha!” And maybe, they might have some rest in your enchanting pop surreal wonderland, we would add!
Silvia Scorcella
[Published on Hachi Magazine issue n°4]
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