#imbarazzato
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chiaracqueen · 9 months ago
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"eh ma i fischi son di cattivo gusto" a me non frega un cazzo gli uomini che non sanno cantare e che si portano gli amichetti misogini e lerci sul palco e che vincono dopo aver fatto un'esibizione imbarazzante DEVONO essere umiliati. altro che fischi glie dovevano proprio far crollare il palco.
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omarfor-orchestra · 10 months ago
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Comunque Rocco ha sentito proprio la verità in quel bacio infatti dopo lo guarda così perché non ci capisce un cazzo lui si aspettava di essere sfottuto ma poi è arrivato Luigi che l'ha baciato con quella passione AND DON'T EVEN GET ME STARTED ON LUIGI CHE LO VUOLE SEGUIRE QUANDO ARRIVA IL PADRE
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cocrante · 2 years ago
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Modern au dove gorou indossa le maglie di itto quando lui non c'è perché così sente il suo odore addosso, ma un giorno capita che itto tornando a casa vede gorou avvolto in una delle sue maglie e prima che gorou potesse scomparire dalla vergogna lo ferma per abbracciarlo e baciarlo lasciandogli dei segni sul collo
@river-demon
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ambrenoir · 7 months ago
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Dare spiegazioni ti Indebolisce
È la caverna della colpa e della vergogna. Quando entri per dare spiegazioni ti senti sempre più debole, più colpevole, più imbarazzato. Non darle.
A volte non devi dare spiegazioni.
La vita diventa più leggera quando smetti di spiegare inutilmente. Non devi sempre spiegare le tue scelte. Non devi sempre spiegare le tue preferenze. Non devi sempre spiegare il tuo stile di vita. Puoi prendere decisioni senza rispondere agli interrogatori. Puoi fare quello che preferisci senza giustificarti. Puoi vivere come vuoi senza spiegare il perché. Smetti di dare spiegazioni a chi non se lo merita. Osa dire "no grazie" e basta. Osa dire "perché è quello che preferisco" senza approfondire l'argomento. Osa allontanarti dalle persone che ti interrogano solo per giudicare o per sapere.
Vivi leggera. Vivi deliberatamente. Vivi senza dare spiegazioni inutili.
J.Carlos
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colonna-durruti · 3 months ago
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ASCANIO CELESTINI
FASCISTI contro ITALIANI
Bologna 2 agosto 1980
Il nuovo fascismo è il risultato di una sconfitta.
Ha le radici nel 25 luglio del ’43 con l’arresto di Mussolini e la fine del fascismo di governo col suo mito dell’impero. Il nuovo fascismo comincia a ristrutturarsi attorno al sentimento di vendetta e rivalsa dopo l’8 settembre aggrappandosi in maniera ancor più solida al nazismo tedesco e combatte per due anni una guerra contro l’Italia e gli italiani. Lo spiega Junio Valerio Borghese in una famosa intervista: «Combattere contro gli italiani non mi ha imbarazzato affatto». Siamo nel 1975 quando è già scappato all’estero dopo aver tentato il colpo di Stato dell’8 dicembre 1970. Per lui e per i suoi sodali della Decima Mas… quella che piace al “camerata” Vannacci, insomma…Per quei fascisti «Non era una guerra territoriale, era una guerra ideologica». In nome di quelle che definisce civiltà occidentale e mondo orientale, ribadisce che ancora «oggi combatto contro gli italiani» perché tra gli italiani ci sono i comunisti «che sono nemici e che se potessimo sterminarli io sarei molto contento».
Il fascismo di Salò è soprattutto questo: vendetta, rivalsa e anticomunismo. Un’ideologia che non solo ce li presenta orgogliosi dei crimini che hanno commesso, ma li vede anche pronti a commetterli di nuovo. A combattere con orgoglio “contro gli italiani”.
Giorgio Almirante lo dice chiaramente: «Sono stato fascista insieme con molti italiani fino alla fine con Mussolini e se le stesse circostanze potessero riprodursi io farei certamente le stesse cose».
Nel congresso del ’56 il fascista repubblichino fondatore del MSI conia una definizione chiara per i nuovi camerati della Repubblica quando parla di una strana contraddizione, ovvero: «L’equivoco, cari camerati, è uno e si chiama essere fascisti in democrazia».
Sempre Almirante, emblema del fascismo che è pronto a togliersi giacca e cravatta per tornare a indossare la camicia nera, si dichiara rispetto alla dittatura dei colonnelli in Grecia.
Per lui i «veri patrioti greci» sono i fascisti. E dichiara: «Noi siamo virilmente pronti alla realtà, senza ipocrisie. Qualora soluzioni anche di forza ci salvassero dal comunismo… ben vengano le soluzioni di forza».
Nel frattempo sono cominciate le stragi. Il fascismo ha una presenza ben articolata nel panorama della politica italiana: il partito dei fascisti in democrazia ha un piede nei governi (comuni, provincie, regioni oltre che in Parlamento); l’eversione di destra passa in scioltezza dallo spontaneismo di Mambro, Fioravanti e Ciavardini all’organizzazione di golpe e di stragi; cresce l’alleanza con la delinquenza di basso livello e con la criminalità che gestisce i grandi traffici e si relaziona col potere; si prepara alla colonizzazione dei mezzi di informazione e dei partiti politici per coinvolgere una classe dirigente presentabile e che non sia sfacciatamente amante dell’olio di ricino. E con questo ultimo passaggio siamo arrivati a quel magnifico documento trovato nel 1981 che descrive la strategia della loggia massonica P2. Ovvero il manifesto per una trasformazione democratica del paese dove «L’aggettivo democratico sta a significare che sono esclusi dal presente piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema».
Se non teniamo conto di questa storia
non capiamo le motivazioni del neofascismo.
L’ideologia nefasta che accompagna la storia dell’Europa.
Che non si presenta sempre a petto nudo in mezzo al grano coi baffetti e il saluto col braccetto dritto, ma anche in giacca e cravatta, in tailleur e tacchi alti.
L’ideologia che colpisce i diritti in Parlamento, ma non disdegna l’uso della violenza esplicita, la strategia della tensione e del terrore come il 2 agosto del 1980 a Bologna.
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gregor-samsung · 7 days ago
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" Il 31 ottobre 1926, durante una grande adunata fascista a Bologna, un colpo di pistola viene sparato contro il ‘Duce’. Chi ha sparato? Il fatto è ancora avvolto nel più grande mistero. Un ragazzo di 16 anni, tale Zamboni, ex fascista, viene conclamato autore del gesto e trucidato sul posto, sotto gli stessi occhi del ‘Duce’. È l’uragano che, stavolta, sconvolge tutta l’Italia. Gli oppositori più in vista sono obbligati a sottrarsi alla furia e le loro case vengono saccheggiate. I giornali avversi al regime sono distrutti. Dovunque, sono giornate di terrore. Quel giorno, io ero a Cagliari, a casa mia. Verso le nove di sera, un amico, trafelato, venne ad avvisarmi che i fascisti suonavano l’adunata di guerra. Io uscii con lui per vedere di che si trattava. Sulla porta di strada, un altro amico mi riferì la notizia che era arrivata ai fascisti ed alla prefettura la notizia dell‘attentato al ’Duce’. «Ho potuto segretamente avere copia del telegramma. Qui, tutti i fascisti sono stati convocati d‘urgenza per le rappresaglie. La tua casa e la tua vita sono in pericolo. Abbandona la città o nasconditi in una casa sicura.» Mentre parlava, arrivavano da più parti gli squilli di tromba con cui, nei differenti rioni, gli squadristi suonavano l’adunata. Salii in casa, licenziai la donna di servizio. Non dovevo pensare che a me stesso. Ridiscesi. Altri amici in piazza erano corsi ad informarsi: i fascisti si adunavano nella loro sede centrale; le automobili erano in movimento per il trasporto più rapido, grida di morte si udivano qua e là contro di me. Andai a pranzare in un ristorante, a pochi metri da casa.
Mentre pranzavo, mi giungevano via via le notizie: i teatri, i cinema, i pubblici ritrovi erano stati fatti chiudere tutti; le squadre fasciste circolavano armate; alla sede del fascio organizzavano la spedizione punitiva contro di me; i capi esaltavano i gregari con discorsi incendiari; io ero la vittima designata; fra mezz‘ora sarebbe cominciata l’azione. Il cameriere, che mi serviva, era stato alle mie dipendenze durante la guerra. Era diventato fascista in seguito, ma non poteva dimenticare un certo rispetto per il suo antico ufficiale. Era molto imbarazzato quella sera, e non osava parlarmi. Tentò più volte, ma io non lo incoraggiai. Finalmente mi disse: «Signor capitano, io so quali ordini ci sono. La scongiuro, non ritorni a casa: parta subito. Si tratterà solo di qualche giorno. Poi vedrà che tutto diventerà normale». «Credi tu» gli chiesi «che io abbia ragione o torto?» «Lei ha ragione» mi rispose arrossendo e prendendo macchinalmente la posizione militare d’attenti. «E allora, perché dovrei fuggire?» La mia domanda lo imbarazzò ancor di più. Non aggiunse parola. Andando via, gli chiesi: «Perché sei diventato fascista?» «I tempi sono difficili. Mi hanno promesso tante cose… Chi può vivere contro i fasci?» "
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, introduzione di Giovanni De Luna, Einaudi (collana ET Scrittori n° 1037), 2008⁴, pp. 168-170.
 NOTA: Questo memoriale antifascista fu pubblicato dall'autore in esilio a Parigi dapprima nel 1931 per un pubblico internazionale, quindi nel 1933 in lingua italiana (col significativo sottotitolo Fascismo visto da vicino) dalla casa editrice parigina "Critica". Il libro fu edito in Italia già nel 1945 dall'editore Einaudi nella Collana "Saggi".'
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ilcoinquilino · 25 days ago
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I primi attriti iniziano a farsi sentire.
È una situazione nuova per me, solamente oggi capisco quanto sia stato fortunato a vivere con tre ragazze che andavano tutte d’amore e d’accordo. Le donne sono strane: parlano spesso di solidarietà femminile e dell’importanza del supporto reciproco, ma sono sempre le prime a litigare tra di loro per futili motivi.
Gli anni precedenti, per evitare bollette eccessive, programmavamo due lavatrici a settimana per gli indumenti: una per i bianchi e una per i colorati. Gettare i vestiti e la biancheria sporca nelle ceste comuni del bagno non è mai stato un problema per nessuno — in fin dei conti con Vittoria, Alice e Matilde formavamo una sorta di nuova famiglia. A turni settimanali, una persona si occupava di lavare e stendere il bucato per tutti. Probabilmente potreste pensare all'eccitazione o al disagio di maneggiare biancheria femminile — in effetti inizialmente ero molto imbarazzato e contrariato — ma alla fine era diventato un compito del tutto naturale, privo di malizia.
Questa settimana Ludovica ha azionato la lavatrice mezza vuota per scopi esclusivamente personali, stendendo poi i panni nella sua stanza, quasi a nascondere il misfatto. Però la capisco: non deve essere facile accettare che degli estranei — soprattutto un ragazzo — possano frugare tra le tue cose; non deve essere facile accogliere una regola che tu per prima non hai scelto. Vittoria non ha saputo resistere e l'ha ripresa. Sebbene non sia stata molto gentile, penso abbia fatto bene. Le regole vanno rispettate, e se qualcosa non va, è importante parlarne. Alice ha rincarato la dose, sottolineando che se ciascuno di noi dovesse fare il bucato per sé e per poche cose, le bollette lieviterebbero. Le ha anche suggerito di andare in lavanderia se la situazione non le dovesse andare bene.
Mi sono sentito terribilmente in colpa per non aver difeso Ludovica; ho la sensazione che tutta questa discussione abbia un solo colpevole: l'intruso, me medesimo. È chiaro che Ludovica non vuole che io rovisti tra i suoi indumenti, e lo comprendo. Tuttavia, a mia discolpa, posso dire che non ho mai fatto nessun disastro con i vestiti delle ragazze. Anzi, sono piuttosto bravo a gestire il bucato e l’unico a piegare sempre tutto quando si asciuga.
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anchesetuttinoino · 5 months ago
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L'idea della democrazia targata DEM
Su Strisciarossa Nadia Urbinati scrive: «Infine, ma questo tema richiederebbe una riflessione a parte, i territori e gli amministratori hanno dimostrato di contare e di rendere il Pd concretamente presente e capace di buon governo. Un dato importante, tenendo anche conto di come era nata la candidatura Schlein alla guida del Pd, con una lacerazione tra dentro e fuori del partito, tra partito degli amministratori e della leader. La lacerazione è stata superata e ricomposta. Nel senso che gli amministratori hanno dimostrato di essere una componente aggregativa sul territorio che Schlein ha intelligentemente valorizzato e sostenuto. Dopo il voto europeo, al Pd resta l’arduo compito di preparare con sistematica ragionevolezza un’alleanza contro la destra, con l’obiettivo di raddrizzare la politica del paese, riportando lo stato di diritto e la democrazia al centro».
La Urbinati scrive cose ragionevoli sul rapporto tra riformisti e radicali nelle file del Pd che potrebbe ridare capacità di movimento alla sinistra. Poi però concentra la sua attenzione non sulla sfida tra proposte liberalconservatrici e socialiste-liberal, ma sulla “difesa della democrazia”, parola d’ordine che in questo trentennio ha sempre determinato una guida politica dall’alto dell’Italia, cioè a una diminuzione della democrazia.
* * *
Su Startmag, a proposito di un’intervista corrierista al cardinal Camillo Ruini, Francesco Damato scrive: «Invitato dall’intervistatore a dire se davvero nell’estate del 1994, come raccontato in un libro edito dallo stesso Corriere della Sera, Scalfaro lo avesse invitato a cena con il cardinale Angelo Sodano e monsignor Jean-Louis Tauran per chiedere loro di essere “aiutato a far cadere il governo Berlusconi” raccogliendone un “silenzio imbarazzato”, Ruini ha testualmente risposto: “Effettivamente andò così. La nostra decisione di opporci a quella che ci appariva come una manovra – al di là della buona fede di Scalfaro – fu unanime”».
Un Quirinale che trama con i vescovi per far cadere un governo scelto degli elettori, sarebbe questo l’esempio di quella “difesa della democrazia” che invoca la Urbinati?
Via tempi.it
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raccontidialiantis · 17 days ago
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Gliel’ho concesso e non so più farne a meno
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Che vergogna: sono davvero una donna totalmente immorale! Ma i sensi vincono su tutto. E comunque in vita mia non mi sono mai posta il problema se una cosa fosse peccato o meno: il concetto di peccato in fatto di sesso è stato inventato probabilmente da qualcuno che aveva moltissima paura oppure scarse occasioni. O entrambi. Voglio morire piena di rimorsi. Niente rimpianti. 
Dunque: circa tre anni anni fa avevo bisogno di farmi fare delle punture per una cura dermatologica. Sapevo bene a chi rivolgermi, infatti ho chiamato Ercole, mio nipote, il figlio ventiseienne di mio fratello. Lui al tempo frequentava Medicina al quinto anno, stava per laurearsi e vive, tuttora che sta per specializzarsi, con mio fratello e la mamma, mia cognata, nell’appartamento di fronte al mio. 
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Avevo giusto un po’ di remore a farmi vedere da lui a natiche nude. In fondo, lui è sempre mio nipote. Sciolto l’imbarazzo comunque, dopo fatta la prima iniezione ero ancora lì appoggiata allo schienale della sedia, davanti a lui a culo bello scoperto e tardavo a rivestirmi; cincischiavo, manovravo per aggiustarmi in vita la gonna prima di scenderla e finalmente mi chinavo ulteriormente per raccattare le mutandine. Sempre a culo scoperto. Sentivo i suoi occhi inchiodati su di me. Mi piaceva, quella sensazione. 
Soprattutto perché da vera donna molto maialina nell’animo amavo farglielo vedere tutto nudo e a lungo. Ercole, quasi per una telepatia spontanea tra noi, non ha saputo resistere e prima che riuscissi a risalire le mutandine, quando ero a culo bello prominente verso di lui m’ha addirittura assestato un bello schiaffone sulla natica destra. Siccome siamo in ottima confidenza, sapeva di poterlo fare. M’è venuto spontaneo sgranare gli occhi dalla sorpresa e sorridergli, urlando piano un improbabile “ahiooo...!” Il tutto accompagnato poi da un inevitabile sorrisetto di compiacimento femminile. 
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Gli ho detto anche: “ehi, sei scemo? Ma che fai? Sono sempre tua zia, giovanotto! E quando appena nato ti tenevo in braccio, ero già una signorinella. Una bella quindicenne! E molto corteggiata, sai? Eh... passano, gli anni...” Lui s’è fatto una bella risata di cuore e mentre rimetteva il medicinale, l’alcool e l’ovatta al loro posto nell’armadietto del bagno, da lontano m’ha detto: “si, però sei sempre una bella manza, no? E quindi il tuo culo merita di essere apprezzato nel giusto modo da un maschione valido come me, modestia a parte!” 
Il calore di quello schiaffone, quel contatto di un secondo appena con la mano forte di mio nipote, un gran bel pezzo di ragazzo, m’ha scombussolata tutta! Ha istantaneamente risvegliato in me la voglia sopita da tempo di essere punita, sculacciata da un uomo durante un amplesso amoroso. Bei ricordi. M’ha regalato l’ormai inattesa e piacevolissima sensazione che si prova nell’essere desiderata, l’oggetto della brama di un uomo. 
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Da troppo tempo non avevo più conferme, segnali, approcci da parte di qualcuno. Ed essere gratificata di un complimento simile, sincero da parte di un ragazzo, per una donna divorziata di mezz’età è assolutamente lusinghiero. Il pomeriggio di due giorni dopo sul tardi pareva che dovessi incontrare un principe: mi sono vestita infatti con un gonnellino ampio al ginocchio. Gambe totalmente e accuratamente depilate. 
Mi sono massaggiata dappertutto con un ottimo olio nutriente aromatizzato alle mandorle, quello famoso che lascia lucida la pelle. Profumo a pioggia e ho indossato delle calze sexy con reggicalze “total exposure” cioè a visione totale. Infine, sopra al reggicalze, invece delle solite mutande ecclesiastiche ho indossato un perizoma decisamente sexy. A Ercole ho quindi offerto biscotti fatti da me e il tè delle cinque, guardandolo fisso negli occhi, accavallandogli davanti le gambe e giocando col piede a far oscillare la mia Loubotin tacco dodici.  
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Ha iniziato a essere imbarazzato: s’allargava di continuo e nervosamente il girocollo della maglia. Evitava di guardarmi negli occhi. Lo capisco, poverino: avevo una camicetta di seta sottile e aderente sul seno nudo, coi capezzoli evidentissimi e lo provocavo. Cercavo di catturargli nella mente l’attenzione e occupargli il nucleo stesso del fattore sesso. Quanto mi piaceva stuzzicarlo! Gli voglio un gran bene. E confesso che nelle mie fantasie notturne, spesso su di lui avevo fatto un pensierino. 
Come minimo a iniziare da quella volta, diversi anni fa, in cui servendomi qualcosa da casa loro ed entrando con le chiavi di riserva, senza che se ne accorgesse l’ho visto mentre, solo in casa, si faceva la doccia con la porta aperta e la musica alta: un vero Apollo! Sono restata immobile a godermelo per quasi un minuto. Era bono da morire. Vedere un maschio che si lava è meglio di un’ora passata su un sito porno. Poi ovviamente sono arrossita e me ne sono scappata, senza però che se ne avvedesse minimamente. 
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Quindi, prima della seconda puntura, parlando del più e del meno, con molta circospezione mi sono informata sulle sue vicende sentimentali più recenti. Si, mi sono comportata da puttana. Ma mi piaceva proprio, stimolarlo. Ho appreso che già da un po’ aveva rotto definitivamente con la sua fidanzata storica e che quindi era tornato un battitore libero. 
Davanti ai suoi occhi spalancati ho iniziato la danza della seduzione, sollevando la gonna e lasciando scoperte le cosce per un po’. A quel punto non sarebbe neppure stato necessario, ma ho voluto strafare: mi sono tolta lentamente il perizoma e sorridendo gliel’ho tirato in faccia. Quindi mi sono girata e mi sono appoggiata allo stipite della porta. Girando la testa un po’ potevo vederlo arrossire.
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Ha sgranato gli occhi deglutendo, ma è rimasto impassibile, professionale. Quando poi ho sollevato con le mani la gonna portandola tutta alla vita per farmi fare la puntura, Ercole, che di solito non è certo un timidone, ha esclamato, presuppongo ancora senza troppa malizia ma con voce incrinata: “zia, ho sempre saputo che sei una bella donna, ma un culo così è proprio da togliere il fiato! Ammazza, quanto sei bona!” Poi m’ha fatto la puntura. 
Però non parlava più. Era ammutolito. Imbarazzato e spiazzato, forse. Allora per ristabilire la solita confidenza, sfilato l’ago gli ho detto: “che fai, non me lo dai lo schiaffo?” Lui m’ha sorriso e ha detto: “ah, è così? Be’ allora rimettiti in posizione... pronta?” Io nel frattempo ero ancora appoggiata allo stipite. Stavolta però con le natiche belle alte e le gambe un po’ più larghe.
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Lui m’ha dato uno schiaffetto a fior di dita, leggero. Io ho fatto finta di non sentire nulla. Ma già ero arrapata pazza. Ho alzato ancor più le chiappe, allargato un altro po’ le gambe, così che potesse finalmente vedere il mio ano e parte del pelo sul perineo. Gli ho detto con voce calda e bassa: “non ho sentito nulla! Prova più forte, ragazzo...”  e quindi ho ricevuto un bel ceffone. Gli ho detto di non smettere, di continuare anche sull’altra natica. Ercole s’è scatenato. Io mugolavo di piacere. 
E più mi arrossava il culo, più i miei ‘oooh’ di godimento e il mio muovere i fianchi sensualmente lo facevano eccitare. Non so quanti me ne avesse già dati, ma a un tratto s’è fermato e m’ha detto: “zia Adele, scusami, forse ho esagerato... ma che stiamo facendo?” Al che io mi sono girata e ho completamente tolto la gonna che con una mano tenevo ancora sollevata alla vita. 
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Mio nipote m’ha visto la fica nuda per la prima volta. La porto pelosa, ma molto ben curata e profumata. Ho tolto anche la camicetta, che portavo a pelle, senza reggiseno e quindi adesso ero un preda prelibatissima, per lui. Con rispetto, m’ha spontaneamente accarezzato un seno e ha detto: “oh, Adele quanto mi piaci! Guarda che è diverso tempo che non scopo e in questo momento potrei proprio commettere una pazzia, con te. Oh, se ti desidero... ti voglio...” 
Io pure non ne potevo più: sempre guardandolo negli occhi, mi sono inginocchiata e decisa gli ho tolto i pantaloni. Me lo sono spogliato io lentamente: volevo proprio vederlo tutto senza nessun indumento, perché sapevo bene che mio nipote aveva un bel fisico da atleta. Rimasto nudo, gli ho finalmente preso l’uccello in bocca. Era durissimo e di belle dimensioni. Stava proprio esplodendo!  
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Ha iniziato immediatamente a pomparmi la gola. Quanto m’è piaciuto quel primo contatto intimo. Da lì è stato un crescendo di passione, tra noi. Gli ho fatto fare tutto ciò che voleva. L’ho preso in corpo ovunque gli fosse possibile, tette incluse. E più mi scopava, più mi voleva! Un maschio sano, giovane e arrapato è la cosa migliore che possa capitare a una donna di mezza età. Ho avuto il piacere di assaggiare finalmente la sua sborra: mi piace tantissimo ancora oggi, inghiottirlo! 
Per giunta, da quel primo momento in poi, ogni volta che ci incontriamo ho l’onore raro di sentirmi dire all’orecchio dei bellissimi e dolcissimi “ti voglio, ti amo, mi fai impazzire zia Adele, voglio il tuo culo: girati, adoro la tua fica: allargala un po’ di più, hai una bocca da vera troia, mi piaci da morire.” Me le dice di continuo, queste cose, mentre mi scopa e mi viene in culo o nella fica. Quanto cazzo mi piace! Spesso esigo che mi sborri sulla faccia. Lo sego, lo pompo a lungo, gli lavoro il cazzo - quanto mi piace il suo uccello duro - e lui a un certo punto viene. Mi spara sulla faccia tutto il suo amore. A occhi chiusi e finalmente appagato, grato, lieto e dolcissimo, m’accarezza la testa.
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Se mi scopa o mi incula invece, dopo che ha sborrato dentro di me, comunque lo faccio sempre restare nel mio corpo quanto vuole. Il più a lungo possibile. Per farlo riposare e godere a mia volta del contatto delicato e intimo, quasi di tipo materno che ho con lui. Allora, in quei momenti di estrema tenerezza, gli ordino spesso, sottovoce e amorevolmente, di leccare e succhiare i miei seni a volontà. Non aspetta altro: gli piace da impazzire giocarci e succhiarmeli. Succhia fortissimo. Mi fa venire dopo poco aver iniziato. Più volte, grazie alla sua lingua avida che gioca libera coi miei seni. Li copre di saliva e poi me li coccola e vezzeggia, per un sacco di tempo. Scopare, leccarmi e farmi godere è diventato il suo unico, adorato hobby, dice. 
Quando s’attacca, lo fa... a ventosa e mi succhia i capezzoli con egoismo e forza, come fosse il figlio che non ho mai avuto. Me li morde e mi ci lascia il segno dei denti. Mi fa i lividi. Mi fa male. Adoro, non desidero altro e mi piace, soffrire sotto i suoi morsi dolcissimi. Lo amo da impazzire, quando me li mordicchia. E lui è gelosissimo, delle mie mammelle. Dice che è tutta roba sua, che gliele devo mantenere bene e offrirgliele ogni volta che ne sente il bisogno. Come non amare un nipote così!  
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A volte cade in trance, lavorando sui miei seni. Ci resta sopra anche mezz’ora. Allora, pur completamente bagnata sotto e godendo come una pazza, devo impormi e dirgli di staccarsi e iniziare a scoparmi o a leccarmi la fica e l’ano, che si sta facendo tardi. Ora è fidanzato con una bravissima ragazza. Ercole in tema di rapporti sessuali e di sentimento mi chiede sempre consiglio e devo dire che mi ascolta, perché oltre che bono da morire, è un ragazzo giudizioso, assennato. 
Penso che lei sia quella giusta e di sicuro la sposerà. Gli do sempre le dritte migliori, gli opportuni spunti di riflessione, per ciò che riguarda la loro vita di coppia. Parliamo senza inibizioni ogni volta che viene a casa e ovviamente finiamo a letto. Dei loro rapporti sessuali so tutto. A volte sono un po’ gelosa: penso sia inevitabile. Però gli parlo con obiettività, senza pregiudizi. Sempre che la mia bocca non sia occupata a succhiarglielo, chiaramente. 
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Infine, è un mio sottile ma irresistibile, irrinunciabile e perverso piacere invitarlo a cena con la fidanzata e farmi scopare prima che lei arrivi nella palazzina. Li osservo mentre a cena o poco dopo tubano come due piccioncini e dico loro spesso che stanno veramente bene, insieme. Lei sorride, mi ringrazia ed è contentissima di aver trovato una zia acquisita così dolce e amorevole. Con lui, solo con lui, sono una vera porca. Perché essere una grande porca, una grandissima troia vogliosa di cazzo, è la mia vera, segreta natura.
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RDA
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omarfor-orchestra · 11 months ago
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Comunque veramente Damiano adesso se le gira da solo quelle scene perché nella S1 con alice non erano mica così mo cambia lavoro lo fa lui l'intimacy coordinator
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be-appy-71 · 6 months ago
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Ho voglia di far l'amore con te, ma non fraintendermi. Non parlo di carezze o di lingue che giocano, di tutta quella forza che troviamo dentro all'improvviso mentre ci muoviamo come se non facessimo altro da una vita intera. Non parlo di piacere assoluto, di qualcosa di proibito, delle mie gambe intorno al tuo bacino, dei miei piedi che si posano piano sulla tua schiena. Non parlo di quando proprio non dovresti, eppure mi tocchi e te ne freghi, né di quando diventiamo un po' troppo erotici per il mondo e ci tocca nasconderci in camera. Non parlo di quando mi sfiori il collo, mi chiedi di avvicinarmi e mi sussurri che forse è ora di andare a fare l'amore, ché tu non ce la fai più. Parlo solo di un bacio, di quel bacio che viene dopo qualche bacio, ogni volta che ci vediamo. Il primo è sempre un po' così, imbarazzato. Poi ci ritroviamo più vicini e ci baciamo di più, e mi sembra che tu entri dentro di me, tanto che forse inizio a fare qualcosa che potrà sembrare strano, e di certo quasi impercettibile: ti accolgo. Ogni volta in cui ti vedo, dopo tutti i giorni passati lontana da te, mi apro e ti accolgo. E non sono nuda, e non arrossisco. Ho voglia di far l'amore con te con un bacio, e lo so che hai capito cosa intendo, lo so.♠️🔥
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Susanna Casciani
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marquise-justine-de-sade · 1 year ago
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"Papà, oggi il maestro ci ha sgridati!”
“E perché?”
“Perché ha trovato XYZ in bagno a piangere da sola e ci ha sgridati!”
“Ok... E perché lei piangeva?”
“Perché dicono tutti che riceve lettere d’amore da ABC e la prendono in giro...”
“Uhm... E tu cosa ne pensi?”
“Penso che è ridicolo.”
“Cosa è ridicolo?”
“È ridicolo che a otto anni scrivi o ricevi lettere d’amore...” risponde divertito.
“Ok. Quindi anche tu ti sei divertito a prenderla in giro... Vero?”
“No... Beh... Non proprio... Mica in faccia... Però le ho chiesto scusa.... Ma penso sempre che sia ridicolo...” continua a sembrare divertito.
Mi parte l’embolo a cannone.
“Ok... Sai invece cosa penso io? Penso che qualcuno potrebbe trovare ridicolo il fatto che tu, a 8 anni, ti ostini a voler dormire coi tuoi genitori... O forse che, a 8 anni, non sai ancora allacciarti le scarpe... Forse dovrei farlo presente ai tuoi compagni e vedere dove le cose vanno a finire. FORSE IN UN BAGNO A PIANGERE DA SOLO!”
Lacrime inconsolabili.
Io delusissimo e imbarazzato dal suo comportamento.
“Papà... I’m sorry...”
“Lo so. Ti credo.”
“Non lo faccio più.”
“Non basta.”
“Che vuol dire?”
“Che non basta ‘non farlo più’... Devi opporti a certi comportamenti, perché un giorno in quel bagno a piangere potresti finirci tu e credimi, avrai bisogno di non sentirti solo contro tutti.”
“Ma io ho tanti amici...”
“Lo so... E sono sicuro che anche XYZ pensava la stessa cosa prima di oggi...”
“...”
Lacrime a dirotto.
Lezione imparata.
Spero.
Eccheccazzo.
Non abbiate paura di cascar loro addosso come una tonnellata di mattoni.
Il bullismo non è determinato dalla discutibile gravità o malizia delle azioni (hanno 8 anni, non sono sociopatici), ma dalla reazione delle vittime, e si combatte a casa, non a scuola.
A scuola si mandano bambini educati e rispettosi.
The Queen Father
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lamargi · 16 days ago
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Da non credere cosa può capitare a voler essere gentile con i vicini di casa.
Si erano trasferiti nel condominio da qualche settimana. Padre, madre e un ragazzo adolescente. Non si erano presentati e così mi è sembrato un gesto di buon vicinato andare a bussare io alla porta, e portare un dolce di benvenuto, fatto con le mie mani.
Quando ho suonato il campanello nessuno ha risposto e avevo già girato le spalle per tornarmene nel mio appartamento.
Quando si apre la porta. È il figlio.
“Ciao, gli dico, sono la signora Margherita, quella del piano di sopra. Volevo presentarmi a tuo padre e tua madre e ho portato una piccola torta che ho preparato per darvi il benvenuto….”
Il ragazzo è stranamente tutto rosso in volto. È in tuta e con tutte e due le mani tira verso il basso il bordo della felpa, come se dovesse nascondere qualcosa.
Sono abbastanza vecchia, ed esperta di ragazzi: ho capito subito che, complice il fatto che la casa fosse vuota, stava facendo qualcosa …che avevo interrotto…..
“Mamma e papà non ci sono….” Infatti dice, con un filo di voce. Non un buongiorno, non un grazie, chiaramente imbarazzato. Tanto imbarazzato, e tanto occupato a tirare giù la felpa con le due mani, che non fa nemmeno il gesto di prendermi la torta dalle mani. Sono io che devo chiedergli:
“La torta, posso lasciarla almeno, o devo riportarmela via?” Sorridendo.
A quel punto capisce di esser stato maleducato…”Ah si, prego, scusi” farfuglia. Si scosta dalla soglia, mi fa entrare, ma di prendere questa dannata torta non se ne parla. È evidente che il ragazzino si stava masturbando in beata solitudine e che io lo ho interrotto…..e che il cosino ancora non ne vuol sapere di abbassarsi…
“La poggio in cucina?” chiedo e lui non risponde ma fa cenno di sì con il capo.
Potrei andare via, a questo punto, ma sono molto divertita dalla situazione….e anche un po’ intrigata dall’ immaginare che quella felpa cerca di nascondere un bel pene duro….
Così, senza nemmeno chiederglielo, mi vado a sedere sul divano. Gli sorrido. Mi metto comoda e accavallo le gambe. Faccio cenno con la mano di sedersi vicino a me. “Come ti chiami?”
“Antonio…” risponde a bassa voce. Si vede che soffre per l’imbarazzo, ma non riesce a dire di no alla richiesta di una adulta, e così si viene a sedere vicino a me.
Eh si, l’erezione si vede tutta. Si stava masturbando, chiaramente, tesoro, e forse la mia gonna corta, le calze, quei bottoni della camicetta che con nonchalance ho sbottonato, non aiutano il suo pisellone a ritrovare la quiete.
Lo guardo bene. È carino. Un bocconcino. Mi avvicino a lui. Metto la mia mano sulla sua, per essere pronta a trattenerlo se, impaurito, tentasse di scappar via. I suoi occhi vanno dalle mie cosce al seno. Il pomo d’Adamo nel collo fa su e giù.
“Che hai da guardare, tesoro?” Guido la sua mano sulla mia gamba. Non oppone resistenza, bene. “Forse ti piaccio?”
Resta con la bocca aperta, ma non risponde. Mi chino su di lui, con l’altra mano gli prendo il mento fra le dita, guido la sua bocca verso la mia e lo bacio sulle labbra, facendogliele aprire finché la mia lingua non scivola dentro la sua bocca.
La mia mano lascia la sua che mi sfiora le gambe e va a controllare quanto sia duro sotto la tuta. Con piacere sento non solo che lo è, e tanto, ma anche che sotto la tuta non ha nulla: deve essersi rivestito davvero di fretta quando ho bussato.
Gli abbasso la tuta, continuando a tenergli la lingua in bocca, glielo scopro e lo accarezzo. Lo sento gemere, ma non lo faccio venire, non lì in salone.
“Vieni, mostrami dove è la tua stanza ….” Gli dico prendendolo per mano.
In camera sua lo spingo sul letto, gli ho tolto la felpa, i pantaloni della tuta abbassati sotto le ginocchia. In piedi davanti a lui mi tolgo le mutandine.
“Quando tornano i tuoi?” “Alle 6”, balbetta. “Ottimo” e gli sono di sopra, liberando i seni e dandoglieli da succhiare mentre mi impossesso del suo cazzo per scoparmelo come si deve.
“Da oggi ti aspetto a casa mia ogni giorno a quest’ora, intesi?”, mentre comincia a gemere sotto di me, “e basta seghe!”
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red-v3lvetx · 2 months ago
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sono andata in palestra a vedere per un corso di cross gym training, e ho parlato un po’ con l’istruttore, mi ha chiesto se avessi mai fatto crossfit o allenamento funzionale e gli ho risposto di no, mi ha chiesto quali fossero i miei obiettivi estetici e gli ho detto di non averne in particolare e che tutto è ben accetto, mi ha chiesto quindi, giustamente per quale motivo volessi provare il corso e quando gli ho risposto ‘per la mia salute mentale’ mi ha guardato come se fossi un alieno, con tanto di risolino imbarazzato.
possiamo per favore reprimere l’idea che la palestra serva solo per i muscoli e per l’estetica? io non voglio sempre dover sempre citare la psicologia nella mia vita, ma posso non esser guardata strana se parlo di salute mentale in relazione all’esercizio fisico?
e possono gli istruttori almeno per cultura generale sapere la correlazione tra l’esercizio e non so, il rilascio di dopamina? di endorfine?
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vintagebiker43 · 1 year ago
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6 luglio 2023, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, durante lo svolgimento della cerimonia di premiazione dello Strega 2023.
Un giurato viene intervistato dalla presentatrice. Di seguito, riporto le testuali parole.
Giurato: ���Ho ascoltato le storie che sono… come dire… espresse in questi libri che sono finalisti questa sera. Sono tutte storie che ti prendono, che ti fanno riflettere. Ecco, PROVERÒ a leggerli.”
Presentatrice: “Ah! Non… non li ha letti?”
Lui, visibilmente imbarazzato arranca: “Sì, li ho letti… ma voglio approfondire.”
Lei: “Cioè, oltre la copertina?”
Il Giurato: Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.
La Presentatrice: Geppi Cucciari.
Sipario.
#premiostrega
@Alessandro Alex Imburgia
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inadeguata · 3 months ago
Note
raccontaci l’appuntamento
cercherò di non romanticizzare troppo la storia (anche se è davvero difficile). il 17 luglio corro per prendere il solito bus che stavo perdendo, salgo negli ultimi posti, ovviamente abbastanza pieno. sale il controllore e si liberano dei posti, mi siedo e avevo accanto una ragazza e di fronte un ragazzo. ad un certo punto arriva un signore molto particolare, con un vestito nero, degli occhiali scuri e un anello fighissimo e io lo scrutavo. arriva e si mette a parlare con il ragazzo, non sentivo niente ma dal linguaggio del corpo sembrava si conoscessero, infatti ero sorpresa. ad un certo punto il signore chiede al ragazzo 'il bus si ferma a zona X?' e il ragazzo dice che era la prima volta che lo prendeva. continuo ad ascoltare la musica assorta nella mia ansia quotidiana e ad un certo punto il ragazzo mi gira il suo telefono con le note. io panico perché ero tipo 'ommioddio mi sta dicendo di stare attenta al tizio oppure mi sta dicendo qualcosa di divertente sul tizio'. in realtà c'era scritto - ti va di darmi il tuo numero per un caffé? -. gli tremava la mano ed era tutto imbarazzato e io ero sconvolta e confusa ma era molto carino e quindi 'why not'. mi scrive subito, gli rispondo a tratti e passa del tempo per vari drammi, cose, non so, non mi sentivo pronta. sennonché una decina di giorni fa si chiudono varie situazioni + ero con la mia collega che cercava persone da seguire con il profilo del lab (con il suo telefono) e mentre cercava un prof dice 'well questo non è sicuramente lui, però che BONO' mi giro a guardare ed era lui. rega io ero sconvolta ahah, cioè boh mi sembrava che tutto il mondo mi dicesse 'escici'. quindi gli ho risposto dopo un po', scusandomi ecc e gli ho detto che da lì a poco sarei andata in sicilia ma che al rientro ci sarei stata e così è stato. ieri ci siamo visti e boh, è stata una di quelle serate che passi e ti sembra di conoscere una persona da sempre. abbiamo ascoltato musica, siamo finiti in un chioschetto con 50-70enni che ballavano qualsiasi tipo di musica lol. La cameriera che ci ha provato con me e io pensavo solo -che bello essere viva- dopo anni di pugnalate varie è stato come prendere una boccata d'aria.
e quindi niente, è stato tutto bello, romantico, dolce e pieno di chimica. non so in realtà dove mi porterà questa cosa, ma mi importa poco. La cosa bella è che mi sono permessa di essere felice, anche solo per una sera. e lui è proprio bello e mi fa ridere tanto (musicista, compositore e insegna canto) e mi sembra un po' uscito da un libro ma va bene così. Ho solo voglia di cose leggere e lui è molto leggero e bello
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