#illusionista
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Francavilla Bisio accoglie il mago illusionista STARMAN per Halloween
Una serata magica per i più piccoli con spettacoli e illusioni
Una serata magica per i più piccoli con spettacoli e illusioni Francavilla Bisio si prepara per una serata di puro intrattenimento e magia in occasione di Halloween. Martedì 31 ottobre, Piazza Lubiano ospiterà un evento speciale, iniziando alle 21:00 con il tradizionale “dolcetto o scherzetto” per i bambini. Seguirà uno spettacolo unico presso “La Società” con il mago STARMAN, celebre per le sue…
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MAGIC SHOW
MAGIC SHOWDurata: 30 minuti circa (con possibilità di replica) – Target: Per tuttiStreet magic, Feste di Piazza, Feste Patronali, Villaggi Turistici ed EventiSpettacolo parlato e musicale. Magia professionale e intrattenimento brillante. Lo spettacolo incanterà grandi e bambini che entreranno nel magico mondo dell’artista: musica, colori emagia, apparizioni e sparizioni, ombrelli, sete colorate,…
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RECENSIONE: Il Codice dell' illusionista di Camilla Läckberg
Cari Sognatori, Lily ha letto il primo volume della serie thriller La trilogia del Mentalista scritta da Camilla Läckberg e pubblicata da Marsilio Editore !!! SERIE: La Trilogia del Mentalista vol. 1GENERE: Thriller Psicologico DATA D’USCITA: 4 Novembre 2021 EBOOK / CARTACEOAffiliati Amazon TRAMA Quando una donna viene trovata morta in una cassa di legno con il corpo trafitto da spade, la…
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Se il numero che descriveva il mondo, ora lo norma e lo supera, esso può anche offrire i mattoncini di una poiesi magica nelle mani di un illusionista-demiurgo.
Una siffatta ipotesi sarebbe azzardata se le civiltà occidentali non fossero poi effettivamente sprofondate in questo incantesimo, arrivando anzi a identificarvisi con orgoglio. Pur introdotta come un mero «metodo» di indagine dei fenomeni naturali, la scienza avrebbe presto reclamato un monopolio gnoseologico per cui tutto ciò che non è misurabile – cioè appunto non riducibile a un numero – deve essere favola, superstizione o sogno. E tutto ciò che i suoi addetti proclamano per numeros deve essere vero anche quando non ha riscontro nell’esperienza – aneddotica, irrilevante, male interpretata ecc. – degli individui.
Similmente, la statistica ha tradotto l’antica arte sovrana (basiliké téchne) in una Scienza Politica governata dai numeri, che promette di restituire un riflesso ordinato e fedele dei fenomeni, mentre nella realtà li seleziona e li interpreta secondo le implicite gerarchie ideali che presiedono alla scelta delle metriche, e dunque li plasma tracciando il perimetro del pensabile e del necessario.
Come ha limpidamente osservato Nikolas Rose, il numero statistico "crea uno «spazio fittivo» che imita la realtà affinché la realtà lo imiti". Nell’onirica società «data-driven» le masse si lasciano trascinare e costringere da una pletora di indici economici, elettorali, sanitari, sociali ecc. inaccessibili all’esperienza e si trovano così prigioniere di una caverna platonica sulle cui pareti scorrono percentuali e istogrammi gabellati per fatti «oggettivi» senza padroni, né interpretazioni, né intenti.
La conferma più chiara e recente di questo processo è la diffusione a tappe forzate delle tecnologie informatiche che, lontane dall’essere «rivoluzionarie», fissano piuttosto il capolinea obbligato di una reductio ad numeros universale.
La digitalizzazione che si è imposta in ogni ambito produttivo, amministrativo, ludico, creativo, relazionale ecc. è una numerificazione sia in senso tecnico, perché si esprime attraverso serie numeriche binarie, sia in senso letterale per la sua radice inglese digit, che significa appunto «cifra». La foga con cui si estendono i campi di applicazione delle nuove tecniche, spesso contro ogni ragione di necessità e di buon senso, segnala il progetto di sostituire il creato con una sua più liquida ed evanescente – e perciò malleabile – rappresentazione numerica.
Il Pedante
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E posso essere sincera? A me hanno stancato veramente tutti. Non fate sentire importanti le persone per un giorno se poi non siete pronti a mantenere una costanza. Non illudete, perché se avessimo voluto avere a che fare con un illusionista, ci saremmo rivolti a chi lo fa di mestiere, non di certo a voi.
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Talvolta mi stupisce la sua lucidità, che però trasuda sempre comprensione e rispetto. Certo che mi sono capitati anche degli “approfittatori”! Ma se ci penso bene, mi dico che preoccuparmi di svelare se un’amicizia sia interessata o no non ha molto senso. Sarebbe un lavoro quasi “da illusionista”: dovrei passare il tempo a cercare dove sta il trucco. Preferisco invece godermi lo spettacolo. Se scopro l’inganno, muore lo spettacolo e, con lui, l’illusionista. Ma se non scorgo il trucco perché il mago è stato bravo, allora chi se ne importa… Penso invece che, se un rapporto è piacevole, lo è al di là delle ragioni per cui viene portato avanti. Va bene così. Questo, però, non mette al riparo dai tradimenti degli amici. Ma, a differenza di un rapporto d’amore, quello d’amicizia è più ragionato, nel piacere come nel dolore. Inoltre, emotivamente non si fa un investimento di unicità: puoi avere una donna soltanto, ma diversi amici. Forse questo accade perché dietro un rapporto d’amicizia non c’è la forza generatrice. La fedeltà è un’esigenza che nasce da un enigma: se la donna che ho accanto è molto disponibile anche “in trasferta”, questo non mi rende sicuro della paternità di un eventuale figlio. Ecco, penso che agli albori del genere umano il concetto di fedeltà e di unicità sia nato da questo principio. Insomma, il tradimento di un amico o di un amore sono due delusioni molto diverse. Honoré de Balzac sintetizza benissimo questo mio pensiero: «Quel che rende indissolubili le amicizie e ne raddoppia l’incanto è un sentimento che manca all’amore: la sicurezza». La fiducia, data e richiesta, è la vera differenza che distingue, nella nostra vita, le persone che ci accompagnano dal resto del mondo.
#paolo bonilis#citazioni#citazione#citazioni libri#citazione libro#frasi#libri#libri letti#riflessioni#pensieri#Perché parlavo da solo#perché parlavo da solo#biografia#autobiografia#attualità#narrativa contemporanea#amore#amicizia#riflessioni sui sentimenti#sentimenti#fiducia
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La celebre annotazione di Rol sulla sua scoperta della "legge che lega il colore verde, la V musicale ed il calore." Prosegue dicendo che ha perduto la gioia di vivere e che la potenza gli fa paura. Come sappiamo, si riprese alla grande, e visse una bella vita. L'ho sentito definire "illusionista" e "mentalista". È l'uomo che mi mette in crisi con la sua distinzione tra anima e spirito intelligente, dicendo che l'anima è irraggiungibile dalle cosiddette comunicazioni medianiche, le quali possono metterci in contatto soltanto con quel "residuo di personalità" di cui l'anima è stata esperiente.
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Now You See Me - I maghi del crimine (2013)
Un quartetto di maghi rapinatori di banche braccato dall'FBI in un gioco di prestigio e illusione nel quale spettatori e protagonisti non sono mai sicuri di chi sia un passo avanti ed uno indietro. Grandi premesse e grande cast per un film che parte col botto ma si incarta poi nello sviluppo e alla fine non convince del tutto.
Il trucco c'è ma non si vede
Un lungo prologo che precede i titoli di testa ci presenta uno per uno i quattro maghi protagonisti nel pieno dell'azione delle loro performance: J. Daniel Atlas (Jesse Eisenberg), prestigiatore e seduttore; la sua ex assistente Henley Reeves (Isla Fisher) specializzata in escapologia; il mentalista e ipnotista Merritt McKinney (Woody Harrelson); Jack Wilder (Dave Franco) manolesta non solo con le carte e imbattibile con le serrature. Fino a quando i destini dei quattro non vengono ricongiunti da un misterioso committente che recapita ad ognuno una carta dei tarocchi con delle istruzioni da seguire e che li porterà ad incontrarsi in un loft a New York dove li aspetta un sorpresa. Li ritroviamo un anno dopo in tournée come the Four Horsemen, i Quattro Cavalieri, quattro maghi che hanno unito le forze per dare vita allo show più incredibile del mondo, all'apice del successo grazie al loro impresario e finanziatore il miliardario Arthur Tressler (Michael Caine): dal vivo sul palco del MGM Grand di Las Vegas riescono a svuotare magicamente il caveau di una banca di Parigi e far piovere le banconote rubate sul pubblico in delirio. Magia? Grande illusione? O una rapina bella e buona? L'FBI si fionda su di loro ma evidentemente è difficile incastrarli… a meno che non si voglia ammettere che la magia esiste! L'agente speciale Dylan Rhodes (Mark Ruffalo) con la collega francese dell'Interpol Alma Dray (Mélanie Laurent) si mettono alle calcagna dei Four Horsemen, assistiti dall'enigmatico Thaddeus Bradley (Morgan Freeman), un ex illusionista che ora si dedica a smascherare i trucchi e svelare i segreti dei maghi famosi.
Comincia un inseguimento sfrenato, una partita a scacchi di abilità, intelligenza e furbizia per smascherare i Quattro Cavalieri, scoprire il loro trucco e impedire che colpiscano ancora nelle successive tappe del loro show che li porterà braccati dall'FBI prima a New Orleans e infine a New York. Chi sono i quattro maghi e perché fanno quello che fanno? Cosa c'è dietro? Novelli Robin Hood che rubano ai ricchi per dare ai poveri o abili truffatori che perseguono solamente i loro interessi? Chi è il misterioso deus ex machina che muove i fili e manovra il tutto nell'ombra, se ce n'è uno? Il film gioca col pubblico, così come i protagonisti tra loro, facendogli credere di essere un passo avanti quando invece è sempre un passo indietro, ovvero "pensi di sapere ciò che stai vedendo e invece non lo sai".
E per un po' stare al gioco è divertente, l'idea è quella di portare lo spettatore ogni volta a credere di avere scoperto il trucco e puntualmente ad essere smentito dalla storia che invece prende un'altra direzione. Ricordate la massima di The Prestige? "Non è importante il prestigio in sè, quanto il trucco che si nasconde dietro". Più guardi da vicino tanto più facile sarà ingannarvi, ci ammonisce sin dall'inizio la voce di Jesse Eisenberg: un invito esplicito a concentrarsi sulla visione d'insieme, che però alla fine sembra sfuggire anche a regista e attori, non solo al pubblico, che forse può trovarsi un po' frastornato dai continui movimenti della macchina sempre in picchiata di Louis Leterrier, sicuramente più suo agio con gli effetti speciali e le scene d'azione che con i risvolti e le sottigliezze di un heist movie con la variante della magia. Il film offre comunque un intrattenimento di buon livello supportato da un cast interessante ed eterogeneo: Jesse Eisenberg è il più carismatico dei maghi, con i suoi tic e la parlantina, sue sono le battute migliori del film insieme a Mark Ruffalo, come al solito stropicciato e divertente. Woody Harrelson invece è colpevolmente sottoutilizzato, Michael Caine e Morgan Freeman al minimo sindacale. A forza però di deviare l'attenzione dello spettatore costringendolo in continuazione a guardare dall'altra parte per confonderlo e fare sì che non scopra dove sia il trucco che c'è dietro, regista e sceneggiatori perdono il bandolo della matassa e faticano a tenere alto il livello d'interesse del pubblico, come dire che dopo le premesse davvero magiche segue uno sviluppo della storia molto meno coinvolgente. La sensazione è che a forza di rimescolare le carte ogni tanto qualcuna sfugga dal mazzo o piuttosto che i protagonisti rimangano loro stessi incartati negli alti e bassi di una sceneggiatura lacunosa e con più di qualche buco, e alla fine, anche nel momento in cui il trucco dietro al prestigio viene finalmente rivelato, si rimane più confusi che persuasi.
Parafrasando il sopraccitato film di Nolan, se "ogni grande numero di magia è costituito da tre parti, la Presentazione, il Colpo di Scena ed il Prestigio", diciamo che Now You See Me per le prime due se la cava discretamente, ma al momento del Prestigio dove "succede l'inaspettato, dove vedi qualcosa che non hai mai visto prima", allora siamo ben lontani dal restare strabiliati.
#now you see me#recensione#review#netflix#netflix italia#woody harrelson#mark ruffalo#jesse eisenberg#isla fisher#dave franco
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youtube
Johnny boom boom,
Lui va a mille, fa scintille.
Lui e' bello, fiero, fisico da sparviero..
Elegante e strafottente.
Johnny ha culo.
Lui becca, schianta, conquista.
Lui e' un genio, un artista
Sa scegliere le sue prede e le conquista.
Johnny bum bum, sincero o illusionista?
(Testo liberamente riscritto da (@ilpianistasultetto )
Tra le messe in scena della vita, la più patetica (e forse anche tragica) è l’ostentazione di ciò che non si è.
(Fabrizio Caramagna)
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Al Teatro Bolivar di Napoli arriva la magia con “Luca Bono Show”. L’illusionista Luca Bono, Campione Italiano di Magia, considerato il talento magico più interessante della sua generazione, arriva per la prima volta a Napoli
Domenica 1° dicembre, alle ore 18.00, al Teatro Bolivar di Napoli (Via Bartolomeo Caracciolo, 30), diretto da Nu’Tracks, arriva “Luca Bono Show”. Il giovane illusionista Luca Bono, che calca le scene nazionali e internazionali da diversi anni, porta in scena 80 minuti di emozioni e illusioni in compagnia di Sabrina Iannece, sua inseparabile assistente e co-protagonista. Un viaggio tra fantasia e…
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"Il mio cervello è la chiave che mi rende libero".
Harry Houdini
Harry Houdini,
seudonimo di Ehrich Weisz (Budapest, 24 marzo 1874 - Detroit, 31 ottobre 1926), è stato un illusionista e attore ungherese naturalizzato statunitense. È stato uno dei più famosi illusionisti ed escapologi della storia, divenuto celebre grazie alle sue fughe impossibili.
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Il celebre illusionista Harry Houdini incatenato prima di buttarsi dall’Harvard Bridge di Boston il 30 aprile 1908. In pochi anni sarebbe diventato celebre proprio grazie alle sue performance di evasione: era capace di liberarsi da manette, catene, corde e camicie di forza, spesso penzolando da una corda o immerso nell'acqua e sotto gli occhi del pubblico, come nel suo numero più famoso della cella di tortura cinese dell'acqua.
(fonte web)
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In Campidoglio la terza edizione del Premio "RomaRose-Non solo 8 marzo". 19 donne premiate
In Campidoglio la terza edizione del Premio "RomaRose-Non solo 8 marzo". 19 donne premiate. Roma, 7 marzo 2024 – Sono 19 le donne premiate nel corso della terza edizione di "RomaRose – Non solo 8 marzo" che si è svolta ieri nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. L'iniziativa è stata promossa dalla presidente dell'Assemblea capitolina Svetlana Celli. A portare i saluti istituzionali il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Nel corso della cerimonia, presentata dalla giornalista Rai Monica Marangoni, sono state premiate personalità che si sono particolarmente contraddistinte in diversi settori. I riconoscimenti sono stati conferiti a Margherita Cassano, presidente Corte Suprema di Cassazione; Ilaria Capua, virologa; Lavinia Biagiotti, stilista; Pina Traini, giornalista Sala Stampa Vaticano; Annamaria Tribuna, maggiore pilota Aeronautica militare; Olivia Tassara, responsabile eventi Ferrovie dello Stato; Michela Ponzani, docente storia contemporanea e conduttrice tv; Anna Tatangelo, cantante; Barbara Marinali, presidente Acea; Maria Stella Giorlandino, presidente Fondazione Artemisia; Simona Rolandi, giornalista Rai; Eleonora Di Cocco, illusionista; Veronica Nicotra, segretario generale Anci; Iside Castagnola, Corecom Lazio; Marta Filippi, doppiatrice/attrice; Paola De Marinis, imprenditrice; Caterina Bellandi, tassista che accompagna in ospedale bambini che hanno bisogno di cure; Andreea Stefanescu, 1° aviere scelto A.M, atleta ginnasta; Federica Pucciariello, cuoca. "Sono davvero felice ed emozionata. RomaRose è un premio con il quale diamo merito a tutte le donne che sono riuscite a farcela e che sono un esempio per le più giovani. Hanno dimostrato che con passione, entusiasmo, studio, competenza, capacità, abnegazione, senso del dovere, è possibile raggiungere qualsiasi traguardo. Questo appuntamento è anche un'occasione per riflettere sulle tante conquiste fatte e su tutto ciò che ancora possiamo e dobbiamo fare tutti insieme per donne libere e per il rispetto dei loro diritti in ogni parte del mondo", afferma la presidente dell'Assemblea capitolina Svetlana Celli. La presidente Celli è stata affiancata durante le premiazioni da: Giovanni Malagò, presidente Coni; Guillermo Mariotto, stilista; Eugenio Martis, generale V. Capo 5° Rep. Stato Maggiore Difesa; Alberto Stancanelli, capo Gabinetto Roma Capitale; Miguel Gotor, assessore alla cultura Roma Capitale; Paolo Olmi, direttore d'orchestra; Nicola De Bernardini, vice capo di Gabinetto di Roma Capitale; Alvaro Moretti, vicedirettore de Il Messaggero; Emanuele Blandamura, ex pugile campione europeo, dirigente Opes; Massimo Bagnato, comico; Jimmi Ghione, giornalista; Francesco Rattà, vice questore; Mario De Sclavis, comandate generale Polizia Locale Roma Capitale; Carmine Barbati, vicepresidente vicario Assemblea Capitolina; Eugenio Patanè, assessore alla mobilità Roma Capitale; Salvatore Sanzo, dirigente sportivo ed ex schermidore; Antonio Pelosi, imprenditore Albergo Etico.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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“Intorno a me tutti avevano una gran fretta e non perché eravamo in aeroporto ed erano in ritardo. In realtà erano assuefatti a vivere in preda all'ansia e non sapevano vivere in nessun altro modo. Perché oggi tutto è urgente. La vita dei vicoli, delle strade e delle case trascorre in un'atmosfera di concitazione perenne. Di conseguenza, tutte quelle persone in aeroporto si incrociavano come tante ambulanze. Sì, somigliavano proprio a delle ambulanze, e l'unica emergenza era la salute del malato che trasportavano nelle loro anime. Questo malato, infatti, era ossessionato dal timore di essere in ritardo, di lasciarsi sfuggire qualsiasi cosa, dall'amore alla conoscenza, dai soldi alle vacanze, e soffriva di attacchi d'ansia da ritardo. Il problema era che la destinazione di quelle ambulanze non era un ospedale, ma la morte, ovviamente. E va da sé che la morte dei malati sarebbe stata rapida, così rapida che non avrebbero neanche avuto il tempo di chiudere gli occhi. La comparsa e la scomparsa della generazione che muore a occhi aperti sarebbe stata un tutt'uno. Quelle persone sarebbero sparite come l'incantesimo di un illusionista, perché la loro vita non era nient'altro che un'illusione. Un gioco di prestigio.”
Hakan Günday - Zamir
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Tricks Dedicated to Witches 2
NON È SEMPLICE RITROVARSI A DICIASSETTE ANNI NELL’EUROPA MEDIEVALE DELLA CACCIA ALLE STREGHE… Tuttavia, se sei il geniale illusionista Harry Makito, potrebbe essere l’inizio dello spettacolo di magia più mirabolante e diabolico della tua vita. Questa volta il pezzo forte sarà… resuscitare delle persone!
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Now You See Me 2: Il trucco c’è e si vede
Tornano i maghi/ladri che rubano ai potenti per un nuovo pirotecnico e complesso spettacolo che si avvale di due novità nel cast: Lizzy Caplan e l'ex Harry Potter Daniel Radcliffe.
Magia, illusione. Spettacolo. Non sono caratteristiche anche del cinema? Lo sapeva bene Christopher Nolan quando nel 2006 aveva costruito il suo The Prestige su questo parallelismo, ma aveva assimilato questo concetto anche il francese Louis Leterrier quando aveva diretto il suo Now You See Me - I maghi del crimine, un film che ambiva ad applicare il concetto di spettacolo di magia, la sua struttura, il suo senso di meraviglia e sorpresa, ad un più classico Heist Movie, un film che racconta uno o più furti.
Now You See Me 2: Dave Franco, Woody Harrelson, Lizzy Caplan e Jesse Eisenberg in una scena del film
Un film interessante nella sua prima parte, nella premessa e nella costruzione dell'intreccio, ma decisamente involuto e poco incisivo nella risoluzione; un film che però, a dispetto dei suoi difetti, ha colpito abbastanza a fondo da far nascere un inatteso franchise e che quindi torna con un sequel che riporta sul palco buona parte del cast del precedente, da tre degli originali Quattro Cavalieri, Jesse Eisenberg, Dave Franco e Woody Harrelson, ad alcuni dei personaggi principali che ruotano loro intorno, Mark Ruffalo, Morgan Freeman e Michael Caine, aggiungendo un paio di nomi interessanti, Lizzy Caplan e Daniel Radcliffe, ad uno spettacolo che mira ad essere ancora più ricco e complesso.
Quattro assi (più uno) per una rapina
Now You See Me 2: Woody Harrelson e Dave Franco in una scena del film
È passato un anno dagli eventi del primo film; un anno in cui i quattro eroi di Now You See Me sono stati nascosti in attesa di poter tornare in scena. E l'occasione arriva quando si tratta di smascherare la corruzione del magnate dell'informatica Owen Case, di sabotare l'opulenta presentazione dell'ultima versione del suo popolare software e smascherare le violazioni della privacy che comporta. A differenza del primo film, siamo già a conoscenza del coinvolgimento dell'agente FBI Dylan Rhodes nei piani dei Cavalieri fin dalle prime battute, del fatto che sono cinque e non quattro le forze al lavoro per l'articolato numero a sorpresa che stanno costruendo ai danni di Case, ma lo script di Pete Chiarelli e Ed Solomon aggiunge ulteriori variabili e livelli allo spettacolo di Now You See Me 2: l'inganno dei Cavalieri fallisce costringendoli a una fuga che li porta dalla parte opposta del mondo ed a lavorare per Walter Mabry, un facoltoso eremita senza scrupoli e rivale di Case.
Un passo avanti e due indietro
Now You See Me 2: Morgan Freeman in una scena del film
Come nel film del 2013, gli autori giocano con lo spettatore, lasciandolo costantemente incerto su quale sia il reale inganno a cui sta assistendo, su quali delle forze in gioco siano realmente in vantaggio, facendo costantemente dei passi indietro che a volte sono solo apparenti. Ma il primo e più deciso passo indietro è nell'incipit di questo seguito, che ci mostra un momento solo evocato nel primo film: il trucco di magia in cui ha perso la vita il padre dell'agente Rhodes, che ora sappiamo essere figlio del celebre illusionista Lionel Shrike, il tragico evento che ha instillato nell'uomo quella voglia di vendetta nei confronti del Thaddeus Bradley di Morgan Freeman oggetto del primo film. Si tratta di un incipit che non ha solo funzione evocativa, ma aggiunge complessità e sfumature al personaggio di Ruffalo, all'organizzazione nota come l'Occhio ed alla trama di Now You See Me 2, e getta le basi per sviluppi che potranno essere oggetto di ulteriori prossimi seguiti.
Il più grande spettacolo del mondo
Now You See Me 2: Michael Caine in una scena del film
Jon M. Chu, che subentra alla regia dopo Leterrier, impara la lezione del suo predecessore e cerca di costruire un film che è una macchina di spettacolo, dal gran ritmo e dal grande impatto visivo per movimenti di camera e scenografie, ma che funziona soprattutto quando ruota attorno ai trucchi di magia dei protagonisti: come un uomo di palcoscenico che si accende e brilla di luce propria quando è in scena, quando è al cospetto del proprio pubblico, ma torna ad essere ordinario e poco appetibile quando lo show termina e il sipario cala, allo stesso modo Now You See Me 2 colpisce e intrattiene quando racconta la illusioni dei Quattro Cavalieri, ma arranca in una trama inutilmente complessa e articolata, nella quale ci si trova spesso a dubitare delle spiegazioni che ci vengono fornite.
Vecchi e nuovi maghi
Now You See Me 2: Daniel Radcliffe in una scena del film
Come il film di cui sono protagonisti, gli interpreti danno il meglio di sé quando i loro personaggi di esibiscono ma sono penalizzati quando lontani dalla scena, quando una scrittura approssimativa rischia di farli sfociare nella macchietta. Pensiamo soprattutto ad Harrelson, che fatica a ritrovare il carisma del film precedente, qui ulteriormente penalizzato da un doppio ruolo che non riveliamo per non anticipare nulla, ma lo stesso discorso vale anche per Eisenberg e Franco, mentre risulta convincente l'integrazione della Caplan nel gruppo, valida alternativa alla Isla Fisher del primo capitolo. Non si può dire altrettanto dell'altra New Entry di Now You See Me 2, perché Daniel Radcliffe nell'inedito ruolo di cattivo risulta poco credibile. Ed è ironico che sia proprio lui, ex Harry Potter e più mago di tutti gli altri, ad essere tra i pochi estranei al mondo della magia in questi sequel.
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