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Il talento degli scomparsi - Claudio Bisio. Un viaggio ironico e visionario tra successi decadenti e assurdità del mondo dello spettacolo. Recensione di italianewsmedia.com
Il talento degli scomparsi è il nuovo romanzo di Claudio Bisio, un’opera che unisce il comico al dissacrante, l’introspettivo al visionario, raccontando con sarcasmo e lucidità la storia di due personaggi agli antipod
Il talento degli scomparsi è il nuovo romanzo di Claudio Bisio, un’opera che unisce il comico al dissacrante, l’introspettivo al visionario, raccontando con sarcasmo e lucidità la storia di due personaggi agli antipodi: Marco, un attore milanese di successo ormai in declino, e Mirko, un giovane proveniente dal Sud che si ritrova improvvisamente famoso senza capirne il motivo. Le loro vite si…
#Alessandria today#attore decaduto#attore milanese#cinema italiano#Claudio Bisio#copione assurdo#critica sociale#Fama#fama e successo#fama improvvisa#Feltrinelli#generazioni a confronto#Google News#Il talento degli scomparsi#illusioni della fama#introspezione#Ironia#italianewsmedia.com#Lara#Luciana#mondo dello spettacolo#Nando#narrativa brillante#narrativa contemporanea#narrativa italiana#paradossi della celebrità#personaggi surreali#Pier Carlo Lava#protagonisti contrastanti#realtà e finzione
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⏤͟͟͞͞ ⃝❥
╰➤𝑺𝒐𝒏𝒐 𝒊𝒍 𝒎𝒂𝒍𝒆
⏤͟͟͞͞ ⃝ ➤𝑴𝒂𝒍𝒌𝒂𝒗 𝑬𝒏𝒐𝒂⚔︎
Biografia
⚔︎ 𓆩𓆪 Malkav Enoa 𓆩𓆪 ⚔︎
⚔︎ l clan dei Malkav sembra essere il più incoerente fra le varie dinastie della notte. Fra loro si trovano in egual misura sia animi gentili che vivono di illusioni che pericolosi psicopatici, e anche queste due categorie non sono che un esempio della varietà che caratterizza i Figli di Malkav.
⚔︎ I Malkav sono vere creature del caos, ma dal caos nasce la saggezza, e dalla saggezza il potere. Gli oracoli dei Malkav hanno fatto parte delle corti di vampiri per generazioni e persino Ventrue e Lasombra, se sono alla ricerca di informazioni, ricorrono ai Malkav, pur tenendosi a debita distanza. Ogni membro del clan Malkav è schiavo della propria estenuante follia. Si dice che il fondatore del Clan sia stato uno dei più importanti vampiri del passato e che, macchiatosi di un orrendo crimine, fu condannato alla follia da Caino assieme alla sua discendenza. Nel corso della storia dei cainiti, i Malkav sono stati temuti per il loro comportamento bizzarro e ricercati per il loro acume ancor più singolare. Si mormora che i Malkav si divertano a giocare tiri mancini ai Fratelli, e che la Jyhad stessa sia solamente un gioco creato dal Clan della Luna. Liberi dai confini della razionalità, i Malkav potrebbero anche aver guadagnato accesso ad una forma di saggezza difficile da cogliere, una preveggenza incompleta che potrebbe portarli ad essere unici superstiti della Gehenna. È risaputo che tutti i Malkav sono collegati mentalmente attraverso una sorta di “rete” tenuta forse attiva da Malkav stesso, che permetterebbe una comunicazione imprecisa tra tutti i Lunatici del pianeta.
⚔︎ Soprannome
Lunatici
⚔︎ Aspetto
gli appartenenti a questo Clan hanno look e stili di vita molto diversi, che possono variare largamente.
⚔︎ Rifugio
qualsiasi posto in cui si sentano a proprio agio.
⚔︎ Discipline
Auspex, Demenza, Oscurazione
⚔︎ Debolezza
tutti gli appartenenti al Clan possiedono una qualche forma di pazzia, la cui natura può variare in modo impressionante. Ogni giocatore deve scegliere in creazione una alienazione di cui è vittima il proprio personaggio.
⚔︎ Organizzazione
molti Malkav non riescono neanche a capire di far parte di un Clan, e il resto di loro sono impegnati a negare il fatto di essere Malkav. Significativa eccezione è il Clan napoletano, raccolto a corte attorno alla guida del Siniscalco Isacco Gaeli, primo consigliere e profeta del principe Ferrante, famoso per le sue doti artistiche. Difatti il sangue dei Lunatici a Napoli manifesta una curiosa convergenza con quello dei Degenerati, esemplificata dalla presenza della linea di sangue mista delle Figlie della Cacofonia.
⚔︎ Prestigio
sembra non seguire alcuna logica. La stessa azione può portare ad un Malkav fama e rispetto, e ad un altro vergogna e disonore.
⚔︎ Antitribù
Nel Sabbat i cainiti non hanno paura di mostrare i recessi più nascosti della propria natura. I malkavian antitribù, soprannominati "Schizzati", possono essere considerati creature dominate dalla più alta forma di follia raggiungibile. Più che usarla a proprio vantaggio sembra che gli schizzati vogliano diffondere la pazzia come fosse un virus, il fatto poi che ogni membro del Clan sia collegato agli altri da una strana rete mistica rende i tentativi di isolarli del tutto inutili. La Disciplina di Demenza è usata come arma a doppio taglio, torturatori per eccellenza vengono sovente colti dai medesimi raptus di follia con cui estorcono i più inconfessabili segreti ai loro prigionieri. Essi non temono la morte ultima come gli altri vampiri, il che li rende ottimi soldati o ufficiali, a loro interessa solamente che dalle ceneri si sprigioni il caos. La loro instabilità ha comunque creato serie riflessioni su come trattarli, alcuni ducti li rinchiudono in cripte o celle, pronti a liberarli e scatenarli contro i nemici.
⚔︎ I Malkav sono vere creature del caos, ma dal caos nasce la saggezza, e dalla saggezza il potere. Gli oracoli dei Malkav hanno fatto parte delle corti di vampiri per generazioni e persino Ventrue e Lasombra, se sono alla ricerca di informazioni, ricorrono ai Malkav, pur tenendosi a debita distanza.
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GEORGE HARRISON
«Vivo nel mondo materiale, non so dire che cosa ci faccio qui ma spero di vederci più chiaro dopo aver vissuto nel mondo materiale». Sono versi di George Harrison, l'attacco della canzone che dà il titolo al suo secondo album del dopo-Beatles, pubblicato nel 1973. Frasi che, forse, racchiudono il senso più profondo dell'esistenza di questa rockstar dedita alla ricerca spirituale.
Due mondi opposti, apparentemente inconciliabili. Da una parte lo star system, dove contano celebrità, denaro, successo a tutti i costi, dall'altra l'universo dello spirito al quale si accede con umiltà, pazienza, con lo sguardo rivolto più al mondo interiore che a quello esteriore. Ma non è forse la condizione di chiunque intraprenda un simile cammino, quella di anelare alla dimensione spirituale e di trovarsi tutti i giorni a fare i conti con un "mondo materiale"? Certo fu il destino di Harrison.
video Within You Without
While my Guitar Gently Weeps, live 1987
My Sweet Lord- Concerto per il Bangladesh 1971 Vedi tutti » Quel ragazzo che a soli 23 anni, con il mondo ai suoi piedi nel pieno della beatlemania, di ritorno da un primo viaggio dal Kashmir a Benares, confidò ad un amico: « Avrei rinunciato a tutto per essere un monaco che attraversa l'India da un confine all'altro». Era sincero. Ma in quei giorni stava per uscire "Sgt Peppers's Lonely Heart Club Band", uno dei più grandi album della storia del rock. Che la sua testa fosse da un'altra parte lo testimonia il suo modesto contributo: una sola canzone, seppure straordinaria, come "Within You Whitout You". Gli ipnotici, magici arabeschi ricamati con il sitar e un testo che parla dell'incomunicabilità, delle illusioni, della solitudine umana per concludersi con mistiche parole di speranza. « Quando riesci a vedere al di là di te stesso, allora puoi trovare la pace interiore che sta aspettando e verrà il tempo in cui capirai che siamo tutti uno e la vita scorre dentro te o senza di te».
George, il beatle gentile, figlio di un conducente di autobus, era diventato uno dei Fab Four, idolatrato da folle sconfinate da una parte all'altra del pianeta, si era sposato con la bellissima top-model Pattie Boyd e aveva finito per accorgersi, non ancora 24enne, che tutto questo, nella vita, contava solo fino a un certo punto. Una conclusione che potrebbe trarre un uomo in crisi, magari dopo un colossale fallimento, ma che è quasi incredibile in un ragazzo che ha appena conquistato fama, ricchezza, successo a livelli planetari. Con il mondo che lo adorava, George voleva andare alla ricerca della sua anima…
Il movimento hippy era appena nato e i quattro di Liverpool erano dei nel pantheon dei figli dei fiori. Le religioni orientali stavano per diventare una moda per molti ma, per Harrison, la scoperta di tutto questo fu qualcosa di molto più profondo. L'incontro con Ravi Shankar non solo cambiò la sua vita di musicista ma gli fece conoscere un universo che stava cercando, anche se ancora non lo sapeva.
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Torna esclusivamente a Roma Supermagic, il più grande spettacolo di magia d’Europa con i migliori illusionisti del mondo. La XX edizione dell’imperdibile evento teatrale approda per l’occasione all’Auditorium della Conciliazione, da giovedì 25 gennaio a domenica 4 febbraio 2024. Per festeggiare lo speciale ventesimo anniversario lo spettacolo sarà ancora più straordinario dei precedenti. Solamente i più grandi campioni internazionali, illusionisti, trasformisti, prestigiatori e manipolatori tra i più famosi al mondo, saranno insieme sullo stesso palco per farvi vivere un’indimenticabile esperienza. Uno straordinario viaggio in cui la fantasia e i sogni diventano realtà, tra sorprendenti grandi illusioni ed effetti speciali, momenti poetici, irresistibile divertimento e continuo stupore con effetti magici mai visti prima in Italia. La ventesima edizione di Supermagic è un evento da non perdere, con un nuovissimo cast di oltre venti eccezionali artisti in grado di far sognare ad occhi aperti gli adulti ed anche i bambini, per oltre due ore di grande magia dal vivo. L'evento magico pensato per risvegliare la capacità di lasciarsi sorprendere degli adulti e per affascinare i più piccoli, già nel mondo della meraviglia. Il migliore spettacolo di magia che vanta ben 115 artisti di fama mondiale applauditi da oltre 240.000 spettatori nel corso delle diciannove precedenti edizioni. Lo spettacolo di magia e d’illusionismo con più infruttuosi tentativi di imitazione. Un’ottima idea per regalare agli adulti ed anche ai bambini, un’indimenticabile esperienza di stupore racchiusa in uno spettacolo di grande magia originale e irripetibile. L’Oscar della Magia Supermagic è stato riconosciuto come il “Migliore Spettacolo di Magia” dalla Fédération Internationale des Sociétés Magiques, essendo l’unico spettacolo che offre ogni anno l’eccellenza dei prestigiatori e degli illusionisti premiati al campionato mondiale delle arti magiche o che hanno ottenuto importanti riconoscimenti internazionali.
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C'era una volta, in un piccolo villaggio di nome Siracusa, una giovane e bella ragazza di nome Lucia. Era amata da tutti per la sua gentilezza, la sua grazia e la sua generosità.
Lucia proveniva da una famiglia aristocratica e viveva una vita agiata, ma non si faceva illusioni sul fatto che la vera felicità non poteva essere trovata solo nella ricchezza materiale. Aveva un cuore compassionevole e desiderava aiutare gli altri in qualsiasi modo possibile.
Un giorno, durante una passeggiata nel suo villaggio, Lucia incontrò una donna anziana che stava lottando per portare pesanti sacchi di cibo. Senza esitazione, Lucia si avvicinò alla donna e le offrì aiuto. Trascorse il resto della giornata a consegnare cibo e medicine a chi ne aveva bisogno, dimostrando una generosità che colpì tutti coloro che la incontrarono.
La notizia delle buone azioni di Lucia si diffuse rapidamente in tutto il villaggio. La sua gentilezza toccò i cuori e ispirò molte altre persone a fare del bene. Presto, la fama di Lucia si diffuse oltre i confini del villaggio e raggiunse le orecchie del governatore romano.
Il governatore, incuriosito dalle gesta di Lucia, decise di chiamarla per un colloquio. Quando Lucia si presentò nel palazzo del governatore, egli le chiese perché fosse così gentile e generosa con gli altri. Lucia rispose con sincerità: "Sono solo una ragazza ordinaria che desidera rendere il mondo un posto migliore. La gentilezza e la generosità sono le uniche cose che possiedo, e voglio condividerle con gli altri".
Colpito dalle parole di Lucia e dalla sua sincerità, il governatore decise di mettere alla prova la sua fede. Disse a Lucia che avrebbe dovuto consegnare del cibo ai prigionieri nella prigione locale e che, se ciò avesse avuto successo, avrebbe liberato tutti loro.
Con coraggio e determinazione, Lucia si recò nella prigione portando cibo, medicine e speranza. Nonostante il fatto che le guardie fossero scettiche nei confronti della sua missione, Lucia riuscì a persuaderle della sua sincerità e dell'importanza di aiutare gli altri.
Dopo aver distribuito il cibo e le medicine ai prigionieri, Lucia si aspettava di essere portata di fronte al governatore nel palazzo. Invece, fu portata in una cella scura e rinchiusa come prigioniera.
Nonostante tutto, Lucia mantenne la fede e pregò per la sua liberazione. La leggenda narra che durante la notte, la prigione fu illuminata da una luce divina e le catene di Lucia si sciolsero miracolosamente. Libera e illuminata dalla fede, Lucia lasciò la prigione e si diresse verso la casa del governatore.
Quando il governatore vide Lucia, rimase ammirato dalla sua bellezza e dalla sua forza interiore. Il giovane uomo si convertì al cristianesimo e chiese a Lucia di educarlo sulla fede. Lucia accettò volentieri e il governatore si convertì con il cuore pieno di gratitudine verso la giovane donna che aveva trasformato la sua vita.
La storia di Santa Lucia era giunta ai tempi moderni come simbolo di gentilezza, generosità e fede. Ogni anno, il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, le persone celebrano il suo spirito altruista e la sua capacità di portare luce nelle vite degli altri. Le candele vengono accese per illuminare il buio e i dolci vengono condivisi per simboleggiare la generosità di Lucia.
La storia di Santa Lucia vive ancora oggi, ispirando le persone a seguire le sue orme e diffondere gentilezza e amore nel mondo.
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Inquinamento Mentale
Cio' che accade all' individuo una volta uscito dal suo bacello e' che nel suo DNA, vengono impressi fondamenti distorti da cio' che e' la sua vera natura di essere. Considerando la nostra tipologia mentale, ognuno di noi vorrebbe essere libero e indipendente sin dalla propria nascita, ma la societa' presente sul pianeta terra impone regimi assai differenti da cio' che siamo realmente, cosi veniamo trasformati. Considernado gli ulteriori condizionamenti esterni veniamo scelti per portare luce nelle menti buie, portiamo guarigione nelle Anime ferite, ferite dagli avvenimenti, costretti a stiparci in un corpo fisico sottoposto a notevoli stress mentali, psicologici e fisici.
Cosi ci dibattiamo per tenere in sieme le nostre vite, i nostri desideri, il nostro amore per noi stessi, molte volte pero' questo non e' sufficiente cosi ci disperiamo finche' il corpo fisico rimane completamente deteriorato e lo lasciamo cadere, per esplorare nuove possibilita' che possano portarci sempre piu' vicino alla nostra realta'. Cambiando la nostra struttura fisica pero' non sempre si incontrara' cio' che stiamo cercando, cosi, si prova tra i condizionamenti mentali indotti di trovare la propria strada, la propria forza, la volonta' di cambiare, assicurandoci ORA di avvicinarci il piu' possibile a cio' che e' la vera natura della nostra matrice. I condizionamenti (inquinamenti) mentali di cui vogliamo parlare e che lasciano l'amaro in bocca osservando questi atteggiamenti quotidianamente, fanno ormai parte della vita di tutti. Chi desidera uscire dalla gabbia che e' stata costruita intorno ad ognuno di noi, si deve assumere il carico di portare chiarezza in coloro che osservano e vivono solo a stretto contatto con le proprie parti ombra senza concedersi il beneficio di attingere alla saggezza delle parti luce.
Capendo questo concetto si potranno trasformare molti atteggiamenti acquisiti senza dar modo alla paura, al rancore, alla disperazione di riversarsi nella vita quotidiana. Prendendo spunto da molti degli insegnamenti che sono lasciati sul pianeta terra da moltissimi saggi, proviamo a decodificare cio' che vuole essere l'argomento di oggi e che in moltissimi hanno cercato di trattare ma con scarso successo. L'inquinamento mentale deriva proprio dal nostro karma, da cio' che hanno vissuto i nostri antenati, le nostre famiglie di nascita e giungere a noi. Credere che cio' che ci circonda possa essere frutto di agenti esterni e' abbastanza sopravalutato. Ricordiamoci che tutto cio' che accade intorno a noi e' un semplice riflesso che e' in atto dentro di noi;
Rabbia genera rabbia e attrae rabbia. Rancore genera rancore e attrae rancore. Invidia genera invidia e attrae invida. Paura genera paura e attrae paura, e cosi via……
Se stiamo vibrando alla frequenza della Paura, allora incontreremo situazioni, persone, che continueranno a generare paura nella nostra vita, cosi attrarremo situazioni che manifesteranno paura nella nostra vita e cosi nelle generazioni a venire. Questo vale per le sensazioni positive e negative, percio' se vibriamio alla stessa frequenza del desiderio di successo e fama, attrarremo successo e fama nella nostra vita. Tutto questo e' davvero difficile da concepire per la mente umana, soprattutto se non si sta svolgendo un lavoro profondo su se' stessi, se non si e' pronti a ricevere tali informazioni, la mente umana le distorcera' per creare nuove illusioni, rabbia, rancore e interferenze emozionali.
Credere che ogni individuo ci circondi per frenare il nostro cammino, e' facilmente associabile alla nostra frequenza, alla vibrazione che stiamo emanando. Dobbiamo costantemente portare attenzione ai nostri gesti, alle nostre parole, ai concetti che radichiamo in noi stessi; le parole, i comportamenti che introduciamo in noi sono il nostro pane quotidiano, percio' piu' il pane e' vecchio piu' e' necessario buttarlo via. Cambiando le proprie convinzioni, le proprie parole, i propri valori ci portera' ad un migliore equilibrio nella nostra vita, a praticare la gratitudine istintivamente e ad accogliere le meravigliose opportunita' che l'Universo ci dona in ogni momento della nostra vita. Inquinamento mentale e' tutto cio' che distoglie la nostra ttenzione dal nostro vero e autentico scopo nella vita, sono gli attimi in cui ci perdiamo nel "non credere di essere all'altezza di un determinato ruolo" , cosi comprimiamo le nostre aspettative e rendiamo infelice il nostro corpo fisico lasciando che si deteriori in inutili malattie fisiche.
Credendo maggiormente in se' stessi, la matrice si espande, la consapevolezza si apre maggiormente e, la nostra coscenza superiore si manifesta, rendendo sacro tutto cio' che ci circonda. In realta' basterebbero solo pochi piccoli gesti quotidiani, ma rendendo tutto piu' significativo, ci imponamo di investire ore, giorni, settimane e mesi per attingere a tutte quelle qualita' che sono gia' radicate e innate in noi. Aprendo il chakra del cuore tutto e' possibile e nulla sarebbe piu' proiettato verso l'esterno! Grazie alla mia divina saggezza che mi ha guidata fino a qui, per riportare queste nuove informazioni, mi percepisco piu' presente, piu' attiva, piu' utile a tutti coloro che come me, stanno cercando di elevarsi verso le piu' alte vibrazioni portando in essere tutte quelle benedizioni che sono incise nel mio DNA autentico, e che attendono di essere esplorate!
Grazie dunque per avermi guidata, grazie per la tua Divina Saggezza, grazie per tutto cio' che e' attribuito alla mia Grandezza, alla mia Autenticita' alla parte migliore, piu' pura del mio essere!
Grazie.
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[ad_1] introduzione Qui al Hotel e casinò di New York-New Yorkla vita è sempre emozionante. Questo leggendario resort, situato in posizione centrale sulla Strip di Las Vegas, trasporta i visitatori a New York City senza lasciare la città. Questo libro coprirà tutto, dal passato storico della zona ai suoi lussuosi alloggi, cucina deliziosa, vivace vita notturna, eccitante azione al casinò e abbondante terapia al dettaglio. Immergiti e ti aggiornerò su tutti i dettagli del New York-New York Hotel and Casino. Clicca per qui notizie sul casinò. The New York, New York Hotel and Casino: una breve storia hotel e casinò new york-new york Quando le porte del New York-New York Hotel and Casino sono state aperte al pubblico per la prima volta nel 1997, è diventato immediatamente un'icona della Strip di Las Vegas. Questo resort attinge al fascino eterno di New York City per creare uno splendido esterno modellato su alcune delle attrazioni più riconoscibili della città, come la Statua della Libertà, l'Empire State Building e il Ponte di Brooklyn. È stata prestata estrema cura per catturare lo spirito della città che non dorme mai in ogni aspetto del design e della costruzione, ei risultati sono sorprendenti. Camere d'albergo all'hotel e casinò di New York-New York C'è una tipologia di camera al New York-New York Hotel and Casino che sarà perfetta per te. Dopo una giornata trascorsa visitando il resort e l'eccitazione di Las Vegas, gli ospiti sono i benvenuti nelle loro sistemazioni eleganti e confortevoli. Tutti gli ospiti possono stare tranquilli sapendo che le loro camere sono dotate di comfort all'avanguardia come TV a schermo piatto, connessione internet wireless e lussuosi letti. Scelte per i pasti Il New York-New York Hotel and Casino ha un'ampia varietà di ristoranti tra cui scegliere. C'è una grande varietà di ristoranti disponibili per soddisfare tutti i gusti. Tom's Urban è un classico ristorante americano che serve ricche colazioni per iniziare bene la giornata. Vieni a Il Fornaio per provare la genuina cucina italiana cucinata con cura e orgoglio. Gallagher's Steakhouse è il posto dove andare se hai voglia di una bistecca tenera. Alcuni dei fantastici pasti che potresti avere al New York-New York Hotel & Casino includono quanto segue. Cose divertenti e interessanti da vedere Il New York-New York Hotel and Casino è noto non solo per l'alloggio a cinque stelle e il cibo delizioso. Goditi le illusioni strabilianti del mago di fama mondiale David Copperfield o assisti a una spettacolare esibizione dal vivo al famoso Zumanity Theatre. The Big Apple Roller Coaster è un viaggio emozionante attraverso un modello dello skyline di New York City, perfetto per chiunque cerchi di far pompare il sangue. I visitatori di tutte le età possono divertirsi nella famosa sala giochi di Times Square e nell'Hershey's Chocolate World. Una notte al casinò L'azione di gioco al New York-New York Hotel and Casino è entusiasmante e vale la pena viverla in prima persona. L'enorme casinò ospita molte slot machine in un'ampia varietà di temi e denominazioni, oltre a diversi giochi da tavolo tra cui blackjack, roulette e craps. Prova il brivido e l'eccitazione dei giochi di livello mondiale al New York-New York Hotel and Casino, che tu sia un professionista esperto o che stia solo tentando la fortuna per la prima volta. Terapia al dettaglio hotel e casinò new york-new york I negozi del New York-New York Hotel and Casino soddisferanno sicuramente qualsiasi acquirente. Il resort ospita un'ampia varietà di negozi che vendono di tutto, da abbigliamento e accessori alla moda a ricordi unici. Il centro commerciale del resort, The Village Street Eateries, è caratterizzato da strade acciottolate e un ambiente vivace che ricorda le affollate strade di New York City, perfetto per una giornata di caccia al tesoro. Pro e contro Professionisti Contro Tema iconico: il design dell'hotel ricorda lo skyline di New York Potenzialmente rumoroso: l'atmosfera vibrante a volte può essere rumorosa
Posizione comoda: situato sulla Strip di Las Vegas Affollato: l'hotel può essere affollato, soprattutto durante le ore di punta Ampia gamma di servizi: numerosi ristoranti e negozi Tariffe elevate per le camere: i prezzi per l'alloggio possono essere più alti Esperienza del casinò: offre un casinò a servizio completo con una varietà di giochi Aree fumatori: è consentito fumare nelle aree designate, che potrebbero infastidire i non fumatori Intrattenimento dal vivo: offre spettacoli dal vivo regolari Spazio piscina limitato: l'area della piscina dell'hotel può diventare affollata e potrebbe non avere posti a sedere sufficienti Roller Coaster: The Big Apple Coaster offre agli amanti del brivido un giro emozionante Lunghe code per il check-in/check-out: durante i periodi di maggiore affluenza, le code per il check-in/check-out possono essere lunghe Camere uniche: diverse opzioni di camere con temi ispirati a New York Tariffe resort: l'hotel applica una tassa resort oltre alla tariffa della camera Parcheggio accessibile: offre comode possibilità di parcheggio autonomo Nessuna connessione Wi-Fi gratuita: l'accesso a Internet è disponibile a un costo aggiuntivo Scommesse sportive: fornisce una struttura di scommesse sportive per gli appassionati Strutture per il fitness limitate: l'area della palestra può essere piccola e priva di attrezzature avanzate Per famiglie: attrazioni per bambini come Hershey's Chocolate World Potenziali tempi di attesa: potrebbero esserci code per attrazioni e ristoranti popolari Conclusione Per riassumere, visitare il New York-New York Hotel and Casino è un'opportunità irripetibile per sentire l'energia di New York City mentre ti godi i brividi di Las Vegas. Questo resort ha davvero tutto per tutti, dall'architettura mozzafiato alle sontuose camere e ristoranti agli spettacoli e ai giochi esilaranti. Il New York-New York Hotel and Casino è il posto migliore dove soggiornare sulla Strip di Las Vegas se vuoi trascorrere una vacanza indimenticabile o un viaggio di lavoro. Per altri giochi, fare riferimento a Software di previsione del casinò. Normali domande e risposte Puoi contattare il servizio prenotazioni del New York-New York Hotel & Casino o utilizzare il loro sito Web ufficiale per effettuare una prenotazione. Ti aiuteranno a individuare l'alloggio più adatto per il tuo viaggio. Il New York-New York Hotel & Casino dispone di molti servizi a disposizione dei suoi ospiti, come un centro benessere, piscina, spa e accesso gratuito a Internet in tutto l'hotel e nel casinò. Tutti i ristoranti, le discoteche e il casinò del resort sono aperti anche agli ospiti. Valet e self-parking sono entrambi disponibili presso il New York-New York Hotel & Casino. Eventuali ulteriori addebiti sono possibili. Matrimoni, conferenze e riunioni di lavoro sono solo alcuni degli eventi che possono essere ospitati dai versatili spazi per eventi e dalle sale riunioni del resort. Se hai bisogno di aiuto per organizzare un evento, non esitare a metterti in contatto con lo staff degli eventi. Per l'ingresso in un casinò è richiesto un documento d'identità valido con foto che attesti l'età di 21 anni. Tuttavia, diversi stabilimenti di intrattenimento possono avere età di ingresso diverse. Prima di pianificare un viaggio, dovresti ricercare i luoghi dell'evento per eventuali prerequisiti. [ad_2] Source link
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Meglio tardi che noi
Feelin' so good (I'm high as fuck) Feelin' so good (I'm high as fuck) Feelin' so good Feelin', feelin', feelin' so good, good, good
Non ci siamo mai estasiati per il volo delle rondini Non siamo degli amanti degli atterraggi morbidi Ho fatto la scuola della strada ma non ho mai fatto i compiti Lo sai non amo l'ordine, figuriamoci gli ordini
E se non esco più di casa è perché odio le illusioni E così mi tengo al caldo bruciando le occasioni Se siamo due fenici e il fuoco è la nostra genesi Un giorno ci esporranno al museo delle ceneri
E non è quello che è stato, è quello che poteva essere Ne siamo usciti male, come nelle fototessere O per disinfettare, la vodka è il mio sciroppo Penso che amarmi gratis forse ti costava troppo
E anche ora che ti guardo e non capisco più chi sei Sei la più bella fra le cose che non rifarei Io resto dove sono e tu vai dove vuoi Il tempo è galantuomo, meglio tardi che noi
Regalerei ogni cosa che hai lasciato qui a casa Il tuo ricordo, quello no, non so a chi darlo E vorrei cancellarti dalla pelle, spalancare le finestre Fare come se non fossi mai passato di qui
Secondo un vecchio detto in amore vince chi fugge Nulla si crea ma qualcosa si distrugge Io non volevo vincere, volevo perderti Quando ho capito che era più facile amarti che crederti
Non so se nel tuo armadio hai più scarpe che scheletri Vado dietro alle tue storie come fossero feretri Il nostro umore nero era il nostro fil rouge Ognuno ha i suoi fantasmi proprio come Scrooge
Siamo due persone ma per molti siamo solo titoli Ero dentro la tua sfera, poi ho sbattuto sui tuoi spigoli I nostri sentimenti sono geometrie imperfette Due galassie parallele col destino delle rette
Mi scopro più vecchio ma mi sento più nuovo Volevi cambiare il mondo, hai cambiato solo un uomo Dalla fame alla fama, hai raggiunto i tuoi scopi Ma non cambio idea: l'amore andava prima testato sui topi
Regalerei ogni cosa che hai lasciato qui a casa Il tuo ricordo, quello no, non so a chi darlo E vorrei cancellarti dalla pelle, spalancare le finestre Fare come se non fossi mai passato di qui
E anche nel starsi vicini poi eravamo ormai distanti Diamanti e frasi fatte di rimpianti Fra i tanti hai scelto uno ma non uno dei tanti Inseguiti dalla gente, viviamo sotto scorta di calmanti
E non ha senso interrogarsi su quel che pensavo giusto Abbiamo un problema, dove sei Houston? In fondo onestamente sai che cosa ce ne fotte? Barcolleremo a casa verso la mezzanotte
Regalerei ogni cosa che hai lasciato qui a casa Il tuo ricordo, quello no, non so a chi darlo E vorrei cancellarti dalla pelle, spalancare le finestre Fare come se non fossi mai passato di qui
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《[...] Con il progressivo allentarsi dei dispositivi d’esclusione e di selezione, con la promessa dell’eguaglianza per tutti è stato legittimato e assecondato il desiderio di ciascuno di oltrepassare la propria condizione d’origine, di vedere soddisfatti i propri bisogni e desideri, di poter più agevolmente scalare le vette della piramide sociale e conseguire in tal modo potere, ricchezza, cariche, prestigio o fama. Più a livello della fantasia che della realtà, l’orizzonte dei possibili si è talmente allargato che, fin da bambini, si è incoraggiati a coltivare propositi di successo e illusioni di notorietà. Dinanzi al prevedibile fallimento di quanti non saranno capaci di far coincidere le vite agognate con quelle ricevute in sorte o non realizzate, sono state predisposte molteplici strategie, personali e politiche, per far fronte a future, immancabili frustrazioni.》
— Remo Bodei Limite
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Galati 6:7 Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato.
🏹 Romani 2:6 il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere.
🎯 Matteo15:8 Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me.9 Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».
🕎 10 Poi riunita la folla disse: «Ascoltate e intendete! 11 Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!».
🤔 Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
15 Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola».
🤔16 Ed egli rispose: «Anche voi siete ancora senza intelletto?
17 Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna?
🎯18 Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo.
🤔19 Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie.
🏹20 Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo».
Ec 11:4 Chi bada al vento non semina mai e chi osserva le nuvole non miete.
🎯 2Cor 9:6 Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà.
Romani 16:26 ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture
profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti perché obbediscano alla fede,
⛔ 18 Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.
🕎19 La fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male.
🙏Giovanni 4:23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.
👂Galati 5:7Correvate così bene; chi vi ha tagliato la strada che non obbedite più alla verità?
👂8 Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama!
⛔9 Un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta.
🙏10 Io sono fiducioso per voi nel Signore che non penserete diversamente; ma chi vi turba, subirà la sua condanna, chiunque egli sia.
🎯 5:16 Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne;
👂17 la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
🗝18 Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge.
🕎 22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo;
👂Gal 5:1 Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù.
2 Ecco, io, Paolo, vi dichiaro che, se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla.3 Dichiaro di nuovo: ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge.
🤔4 Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia.
5 Poiché quanto a noi, è in spirito, per fede, che aspettiamo la speranza della giustizia.
6 Infatti, in Cristo Yahweh' non ha valore né la circoncisione né l'incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore.
7 Voi correvate bene; chi vi ha fermati perché non ubbidiate alla verità?
8 Una tale persuasione non viene da colui che vi chiama.
La carne e lo Spirito
Ro 13:8-10; Gm 3:13-18
13 Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri;14 poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».⛔15 Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri.
🤔16 Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne.17 Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste.18 Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge.
⛔19 Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza,20 idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, 21 invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.
🕎22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo;
23 contro queste cose non c'è legge.
🗝24 Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri.
😊25 Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito.
🗝26 Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.
🤔2 Corinzi 6:13 E che armonia c'è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: «Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.
⛔17 Perciò, uscite di mezzo a loro
e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d'impuro; e io vi accoglierò.
🙏18 E sarò per voi come un padre
e voi sarete come figli e figlie»,
dice il Signore onnipotente.
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“Sapeva quando vivere e quando morire, mi torturò vederlo in miseria”: quando Wystan H. Auden chiese ad Hannah Arendt di sposarlo (e lei lo rifiutò)
Cinquant’anni fa accadono due cose decisive nella vita di Wystan H. Auden, uno dei poeti centrali – per opere, intensità saggistica e molteplice attitudine del verso – del secondo Novecento. Nel tardo agosto del 1969, in Svizzera, muore Erika Mann, la primogenita di Thomas. Nel 1935, Auden aveva accettato – su consiglio dell’amico amato Christopher Isherwood – di sposarla, per consentirle l’ottenimento del passaporto britannico e la conseguente fuga in UK. Era lesbica, Erika. In quello stesso anno, ripescando le lezioni del suo antico prof, J.R.R. Tolkien (era il 1926) e la passione per l’insularità islandese (ad esempio: Letters from Iceland, 1936), Auden traduce l’Edda poetica, il repertorio di miti medioevali, referto di re e spade e lupi e verbi, repertorio identitario di lassù. L’altra cosa decisiva è questa. Auden chiede ad Hannah Arendt di sposarlo. La Arendt ha grosso modo la sua età – 63 anni, quell’anno – qualche anno prima ha pubblicato il celebratissimo La banalità del male. La filosofa rifiuta il poeta. “Il poeta Wystan H. Auden, con cui Hannah era amica dalla fine degli anni cinquanta, andò nel suo appartamento e le fece una proposta di matrimonio. Hannah, ovviamente, gli disse di no, ma questo non la sollevò, perché presagiva che Auden avrebbe preso male questo rifiuto. Auden negli ultimi anni era decaduto da quell’elegante gentleman che era a un clochard trascurato ed era chiaramente disperato nel profondo. Dopo la risposta negativa di Hannah, Auden si ubriacò senza freni e Hannah dovette trascinarlo sull’ascensore. ‘Io odio la compassione’, scrisse Hannah allora a Mary McCarthy, ‘mi spaventa, da sempre, e credo di non aver mai conosciuto qualcuno che abbia provocato in me così tanta compassione’” (da Alois Prinz, Io Hannah Arendt, Donzelli, 1999). Nel 1972, per Faber, Auden pubblica l’ultimo libro di poesie, Epistle to a Godson; a Vienna, il 28 settembre del 1973, il poeta, dopo una lettura di poesie, muore, infarto. Poeta geniale (le Poesie scelte sono edite da Adelphi, 2016, ma sarebbe bello pubblicare come si deve, singolarmente, capolavori come L’età dell’ansia e Horae canonicae), il 12 gennaio del 1975 è narrato dalla Arendt in un lungo articolo, sul “New Yorker”, Remembering W. H. Auden (che proponiamo, parzialmente, nella versione di Andrea Bianchi). A fine anno, il 4 dicembre, morirà anche lei, Hannah. “Penso sempre a Wystan”, scrive, due giorni dopo la sua morta, ancora a Mary McCarthy, “e alla miseria della sua esistenza, e al fatto che mi sia rifiutata di prendermi cura di lui quando venne e pregò di essere protetto”. (d.b.)
***
Incontrai Auden tardi. Tardi sia per me che per lui. Eravamo entrambi in quell’istante nel quale la semplice e comprensiva intimità amicale che formiamo da giovani non ci è più disponibile: non resta abbastanza davanti a noi, né potremmo sperarlo, e quindi non condividiamo l’intimità. Perciò fummo eccellenti amici ma senza confidenze. Di più, in lui vi era una riserva che scoraggiava la familiarità – né da tedesca misi alla prova questo silenzio british. Piuttosto, lo rispettai lieta, quasi fosse la segretezza necessaria al grande poeta, uno che era riuscito a imporsi di non parlare in prosa, in modo sciatto e casuale, di cose sulle quali poteva discorrere in modo più soddisfacente tramite una concentrazione densa e poetica.
Sarà la reticenza la deformazione professionale del poeta? Nel caso di Auden questo sembrava verosimile perché molti dei suoi lavori, con totale semplicità, sorgono dalla parola parlata, dagli idiomi quotidiani – come “Lay your sleeping head, my love, Human on my faithless arm.” [Deponi il tuo capo assonnato, amore mio, sul mio semplice braccio senza fede]. Questo genere di perfezione è molto rara; la troviamo nelle migliori poesie di Goethe e anche, decisamente, in quelle di Puskin, giacché la loro caratteristica è essere intraducibili. Simili poesie d’occasione sono slogate dall’originale e poi si dissolvono in una nuvoletta banale. Qui tutto dipende da “gesti fluenti che elevano i fatti dal prosaico al poetico” – un punto evidenziato dal critico Clive James nel saggio su Auden apparso sul numero del Dicembre 1973 di Commentary. Se questo stile fluente è raggiunto, siamo convinti magicamente che il linguaggio quotidiano sia latentemente poetico e, ammaestrati dallo sciamanesimo poetico, apriamo per bene le orecchie ai veri misteri della lingua. Anni fa Auden mi risultò intraducibile: fui convinta della sua grandezza. Tre traduttori tedeschi si erano dati da fare e avevano fatto stramazzare senza troppi scrupoli una delle mie poesie favorite, “If I could tell you”, la quale sorge in modo naturale da giri di frase colloquiali come “Time will tell” e “I told you so”:
Time will say nothing but I told you so. Time only knows the price we have to pay; If I could tell you I would let you know.
If we should weep when clowns put on their show, If we should stumble when musicians play, Time will say nothing but I told you so.
The winds must come from somewhere when they blow, There must be reasons why the leaves decay; Time will say nothing but I told you so.
Suppose the lions all get up and go, And all the brooks and soldiers run away; Will Time say nothing but I told you so? If I could tell you I would let you know.
[Il tempo non lo dirà, io te lo dicevo. / Solo il tempo sa il prezzo da pagare; / se lo sapessi te lo direi. // Se dovessimo piangere quando i clown si danno da fare, / se dovessimo inciampare quando suonano i musicisti, / il tempo non lo dirà, io te lo dicevo. // Il vento verrà pure da qualche parte se ora soffia qui, / ci saranno cause che fan gialle le foglie; / Il tempo non lo dirà, io te lo dicevo. // Ora pensa che i Leoni prendono e se ne vanno, / e tutti i ruscelli e soldati se ne fuggono; / il tempo non lo dirà, ma io? / Potessi dirtelo, lo sapresti]
Vederlo alla fine caduto in miseria, senza una giacca o un paio di scarpe di riserva, mi fece capire vagamente perché si nascondesse dietro il motto “Enumera le tue fortune”; pure, trovavo difficile capire appieno perché rimanesse in miseria senza riuscire a far nulla in quelle circostanze assurde che gli rendevano insopportabile quel che gli rimaneva da vivere. Era ragionevolmente famoso e una simile ambizione non contò mai troppo per lui perché era il meno vanesio tra gli autori che conoscevo – del tutto immune alle vulnerabilità infinite che sappiamo essere prodotte dalla gretta vanità. Non dico che fosse umile; nel suo caso era la confidenza con se stesso che lo proteggeva dagli adulatori e questa sua qualità esisteva prima di ogni riconoscimento e di ogni fama, prima addirittura di ogni successo.
*
Geoffrey Grigson, nel Times Literary Supplement, riporta questo dialogo tra il giovanissimo Auden e il suo relatore a Oxford. “Tutor: ‘E cosa farà, Mr. Aunde, quando lascerà l’università? Auden: ‘Farò il poeta.’ Tutor: ‘Bene, in questo caso troverà utile aver insegnato Inglese.’ Auden: ‘Non capisce. Farò il grande poeta’”. Questa confidenza non lo lasciò mai, ma non gli proveniva da confronti con gli altri o dal tagliare per primo il traguardo; era naturale, ben connessa, ma non identica, con la sua enorme abilità a trattare la lingua, e a farlo rapidamente, quando gli andava a genio. E poi non gli andava nemmeno a genio, perché non esibiva la perfezione finale, né vi aspirava. Sempre tornava alle sue vecchie poesie, d’accordo con Valéry quando dice che una poesia non è mai chiusa per sempre, ma solo abbandonata. In altre parole Auden era benedetto da quella rara confidenza in se stesso che non abbisogna di ammirazione e di buone opinioni altrui; e che può benissimo reggere l’autocritica senza cadere nel trabocchetto del dubbio perpetuo su se stessi. E la cosa spesso la confondiamo con l’arroganza: Auden non fu mai arrogante tranne quando qualche volgarità lo provocava; allora si proteggeva con i modi rudi e abbastanza improvvisi, tipici dell’inglese di razza. […]
*
Auden era più saggio di Brecht, ma non era sveglio quanto lui. Auden sapeva che “la poesia non fa accadere nulla”. Per lui era piena insensatezza che il poeta avocasse a sé speciali privilegi o chiedesse permessi che siamo felici di elargire in gratitudine a tutti. Nulla era maestoso in Auden quanto la sua integra sanità e la sua salda reputazione per la sanità; ai suoi occhi tutti i generi di follia erano assenza di disciplina – indecente, indecente usava dire. Il fatto principale era non avere illusioni, non accettare pensieri (tantomeno se sistematici) che ci chiudessero gli occhi davanti alla realtà. Auden rigettò le sue immature credenze leftist per gli eventi che sappiamo: processi a Mosca, patto Hitler-Stalin, esperienze di guerra civile spagnola. Furono gli eventi a mostrare tutta la sinistra come “disonesta e vergognosa”, come ebbe a scrivere introducendo Collected Shorter Poems. Così è chiaro per sempre da dove saltava fuori il suo:
History to the defeated may say alas but cannot help nor pardon.
[La storia agli sconfitti / sta bene se lo dite ma non giova né perdona.]
E questo equivaleva a dire che “quel che accade è tutto per il meglio”. Auden protestava di non aver mai creduto in questa pessima dottrina, anche se qui sono in dubbio perché quei versi sono troppo buoni, troppo precisi per essere stati prodotti dalla sola efficacia retorica; inoltre, Auden sarebbe stato l’unico a scostarsi dall’ottimismo dei leftist degli anni Venti e Trenta, se veramente avesse creduto alla poesia e non al senso di quello che scriveva. Comunque sia venne il tempo in cui
In the nightmare of the dark All the dogs of Europe bark . . .
Intellectual disgrace Stares from every human face—
[Nell’incubo del buio / Tutta Europa latra . . . / Disgrazia di chi pensa / La noti su tutti i volti]
Ed era il momento in cui sembrava che il peggio sarebbe successo e il male fosse l’unico a cavarsela. Il patto Hitler-Stalin era la svolta da sinistra; ora andavano abbandonate tutte le fedi nella storia quale tribunale finale che giudica le sorti terrene.
Negli anni Quaranta furono in molti a rivoltarsi contro le loro credenze, ma lo fecero dopo Auden, e in ogni caso pochi capirono quel che fosse andato storto dentro il meccanismo fideistico. Ma costoro non smisero del tutto le loro devozioni nella storia e nel successo: semplicemente e di fatto, cambiarono treno. Il treno socialista e comunista era andato male, e presero il biglietto per un viaggio nelle terre del Capitale, dove trovarono Freud insieme a qualche truciolo marxista, un treno ben sofisticato insomma. All’opposto, Auden si fece cristiano e quindi lasciò pure lui il treno della storia. Non so se Stephen Spender abbia ragione a ribadire che la fede fosse la sua stringente necessità; suppongo che questa necessità fosse semplicemente scrivere versi e tutto sommato sono ragionevolmente certa che la sua sanità, il grande senso che illuminava tutta la sua prosa saggistica e di recensore sia debitore verso l’ortodossia e il suo scudo protettivo. […]
*
Certamente sembra poco probabile che il giovane Auden, quando decise di dover diventare un grande poeta, conoscesse il prezzo da pagare, e penso che verso la fine – quando la semplice forza fisica del cuore se ne svaniva e non gli faceva reggere le emozioni che comunque aveva il talento per trasformare in elogio – considerasse il prezzo come troppo caro. In ogni caso noi, i suoi lettori, possiamo solo essere grati che pagò fino all’ultimo centesimo per la gloria durevole della lingua inglese. E i suoi amici possono trovare qualche consolazione nello scherzo sublime che Auden tende loro dall’altra parte del mondo – per molte ragioni, il poeta confidò a Spender che “la sua anima saggia e incosciente scelse per conto suo il giorno ideale per andarsene”. La saggezza di sapere “quando vivere e quando morire” non è concessa ai mortali ma Wystan, siamo indotti a credere, potrebbe averla ricevuta quale suprema ricompensa, quella che gli dèi crudeli elargiscono al loro servitore più fedele.
Hannah Arendt
*Traduzione italiana di Andrea Bianchi
**In copertina: “Wystan H. Auden: ritratto con sigaretta”, fotografia di Cecil Beaton
L'articolo “Sapeva quando vivere e quando morire, mi torturò vederlo in miseria”: quando Wystan H. Auden chiese ad Hannah Arendt di sposarlo (e lei lo rifiutò) proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2vCqga0
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Biografia
⚔︎ 𓆩𓆪 Malkav Enoa 𓆩𓆪 ⚔︎
⚔︎ l clan dei Malkav sembra essere il più incoerente fra le varie dinastie della notte. Fra loro si trovano in egual misura sia animi gentili che vivono di illusioni che pericolosi psicopatici, e anche queste due categorie non sono che un esempio della varietà che caratterizza i Figli di Malkav.
⚔︎ I Malkav sono vere creature del caos, ma dal caos nasce la saggezza, e dalla saggezza il potere. Gli oracoli dei Malkav hanno fatto parte delle corti di vampiri per generazioni e persino Ventrue e Lasombra, se sono alla ricerca di informazioni, ricorrono ai Malkav, pur tenendosi a debita distanza. Ogni membro del clan Malkav è schiavo della propria estenuante follia. Si dice che il fondatore del Clan sia stato uno dei più importanti vampiri del passato e che, macchiatosi di un orrendo crimine, fu condannato alla follia da Caino assieme alla sua discendenza. Nel corso della storia dei cainiti, i Malkav sono stati temuti per il loro comportamento bizzarro e ricercati per il loro acume ancor più singolare. Si mormora che i Malkav si divertano a giocare tiri mancini ai Fratelli, e che la Jyhad stessa sia solamente un gioco creato dal Clan della Luna. Liberi dai confini della razionalità, i Malkav potrebbero anche aver guadagnato accesso ad una forma di saggezza difficile da cogliere, una preveggenza incompleta che potrebbe portarli ad essere unici superstiti della Gehenna. È risaputo che tutti i Malkav sono collegati mentalmente attraverso una sorta di “rete” tenuta forse attiva da Malkav stesso, che permetterebbe una comunicazione imprecisa tra tutti i Lunatici del pianeta.
⚔︎ Soprannome
Lunatici
⚔︎ Aspetto
gli appartenenti a questo Clan hanno look e stili di vita molto diversi, che possono variare largamente.
⚔︎ Rifugio
qualsiasi posto in cui si sentano a proprio agio.
⚔︎ Discipline
Auspex, Demenza, Oscurazione
⚔︎ Debolezza
tutti gli appartenenti al Clan possiedono una qualche forma di pazzia, la cui natura può variare in modo impressionante. Ogni giocatore deve scegliere in creazione una alienazione di cui è vittima il proprio personaggio.
⚔︎ Organizzazione
molti Malkav non riescono neanche a capire di far parte di un Clan, e il resto di loro sono impegnati a negare il fatto di essere Malkav. Significativa eccezione è il Clan napoletano, raccolto a corte attorno alla guida del Siniscalco Isacco Gaeli, primo consigliere e profeta del principe Ferrante, famoso per le sue doti artistiche. Difatti il sangue dei Lunatici a Napoli manifesta una curiosa convergenza con quello dei Degenerati, esemplificata dalla presenza della linea di sangue mista delle Figlie della Cacofonia.
⚔︎ Prestigio
sembra non seguire alcuna logica. La stessa azione può portare ad un Malkav fama e rispetto, e ad un altro vergogna e disonore.
⚔︎ Antitribù
Nel Sabbat i cainiti non hanno paura di mostrare i recessi più nascosti della propria natura. I malkavian antitribù, soprannominati "Schizzati", possono essere considerati creature dominate dalla più alta forma di follia raggiungibile. Più che usarla a proprio vantaggio sembra che gli schizzati vogliano diffondere la pazzia come fosse un virus, il fatto poi che ogni membro del Clan sia collegato agli altri da una strana rete mistica rende i tentativi di isolarli del tutto inutili. La Disciplina di Demenza è usata come arma a doppio taglio, torturatori per eccellenza vengono sovente colti dai medesimi raptus di follia con cui estorcono i più inconfessabili segreti ai loro prigionieri. Essi non temono la morte ultima come gli altri vampiri, il che li rende ottimi soldati o ufficiali, a loro interessa solamente che dalle ceneri si sprigioni il caos. La loro instabilità ha comunque creato serie riflessioni su come trattarli, alcuni ducti li rinchiudono in cripte o celle, pronti a liberarli e scatenarli contro i nemici.
⚔︎ I Malkav sono vere creature del caos, ma dal caos nasce la saggezza, e dalla saggezza il potere. Gli oracoli dei Malkav hanno fatto parte delle corti di vampiri per generazioni e persino Ventrue e Lasombra, se sono alla ricerca di informazioni, ricorrono ai Malkav, pur tenendosi a debita distanza.
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«Vivo nel mondo materiale, non so dire che cosa ci faccio qui ma spero di vederci più chiaro dopo aver vissuto nel mondo materiale». Sono versi di George Harrison, l'attacco della canzone che dà il titolo al suo secondo album del dopo-Beatles, pubblicato nel 1973. Frasi che, forse, racchiudono il senso più profondo dell'esistenza di questa rockstar dedita alla ricerca spirituale.
Due mondi opposti, apparentemente inconciliabili. Da una parte lo star system, dove contano celebrità, denaro, successo a tutti i costi, dall'altra l'universo dello spirito al quale si accede con umiltà, pazienza, con lo sguardo rivolto più al mondo interiore che a quello esteriore. Ma non è forse la condizione di chiunque intraprenda un simile cammino, quella di anelare alla dimensione spirituale e di trovarsi tutti i giorni a fare i conti con un "mondo materiale"? Certo fu il destino di Harrison.
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Within You Without
While my Guitar Gently Weeps, live 1987
My Sweet Lord- Concerto per il Bangladesh 1971
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Quel ragazzo che a soli 23 anni, con il mondo ai suoi piedi nel pieno della beatlemania, di ritorno da un primo viaggio dal Kashmir a Benares, confidò ad un amico: « Avrei rinunciato a tutto per essere un monaco che attraversa l'India da un confine all'altro». Era sincero. Ma in quei giorni stava per uscire "Sgt Peppers's Lonely Heart Club Band", uno dei più grandi album della storia del rock. Che la sua testa fosse da un'altra parte lo testimonia il suo modesto contributo: una sola canzone, seppure straordinaria, come "Within You Whitout You". Gli ipnotici, magici arabeschi ricamati con il sitar e un testo che parla dell'incomunicabilità, delle illusioni, della solitudine umana per concludersi con mistiche parole di speranza. « Quando riesci a vedere al di là di te stesso, allora puoi trovare la pace interiore che sta aspettando e verrà il tempo in cui capirai che siamo tutti uno e la vita scorre dentro te o senza di te».
George, il beatle gentile, figlio di un conducente di autobus, era diventato uno dei Fab Four, idolatrato da folle sconfinate da una parte all'altra del pianeta, si era sposato con la bellissima top-model Pattie Boyd e aveva finito per accorgersi, non ancora 24enne, che tutto questo, nella vita, contava solo fino a un certo punto. Una conclusione che potrebbe trarre un uomo in crisi, magari dopo un colossale fallimento, ma che è quasi incredibile in un ragazzo che ha appena conquistato fama, ricchezza, successo a livelli planetari. Con il mondo che lo adorava, George voleva andare alla ricerca della sua anima…
Il movimento hippy era appena nato e i quattro di Liverpool erano dei nel pantheon dei figli dei fiori. Le religioni orientali stavano per diventare una moda per molti ma, per Harrison, la scoperta di tutto questo fu qualcosa di molto più profondo. L'incontro con Ravi Shankar non solo cambiò la sua vita di musicista ma gli fece conoscere un universo che stava cercando, anche se ancora non lo sapeva.
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Alla ricerca di Pace – Looking for Peace
Alla ricerca di Pace
Non ci accorgiamo spesso che, prendiamo gli altri come bersaglio da colpire con le nostre frustrazioni; attribuiamo ” colpe” e crediamo irrisolvibili alcune situazioni, ci chiudiamo nella gabbia delle illusioni,perchè pensare che altri abbiano torti e noi assolutamente ragione ci pone nella condizione di sentirci superiori alle situazioni. A volte accade il ripetersi di esperienze o ” nodi” che siamo incapaci di sciogliere e tutto parte da noi stessi, dal nostro attaccamento, dal nostro ego ferito. Ed è sempre da noi l’opportunità di fermarci a cogliere cosa e perchè alimenti la nostra reazione di rabbia. Perchè si ami attribuire colpe a ” ologrammi” esteriori? Mi viene in mente, quando da bambini, se cadevamo o ci facevamo male contro qualcosa, per consolarci un adulto diceva che la ” colpa” era del sasso che ha fatto inciampare o della porta contro la quale urtavamo. Magari ci credevamo e vedere come si attribuisse ” colpa” agli oggetti ci faceva stare meglio. Ora non si starebbe meglio se, nel retto sforzo, non provassimo a rendere pace il nostro cuore. La nostra non realtà è spesso indotta dai mezzi di informazione; dal nascondere i veri motivi delle cose. Come si sa è sempre stato nella politica delle guerre cercare motivazioni al farle scoppiare, motivazioni che montino giudizi ” contro” ma la realtà si lega alle risorse di un territorio che facciano gola, al potere che amplifichi l’egemonia e sempre a carico della vita di innocenti. Miseria, divisione, sopruso e quella forma di violenza non sempre fisica sono i mezzi per piegare un popolo e parole come ” pulizia etnica” , come ” genocidio”, ” olocausto,” sono tra le più ignobili che l’umanità possa aver coniato. Spero sempre che ci possa essere un ravvedimento ed un modo di condurre verso un’inversione di rotta che non conosca violenza ma dialogo ed equanimità. Forse, agire dal nostro piccolo mondo del quotidiano non sarebbe sufficiente ma che non ci sia confusione tra “pace ” e quei movimenti politici che dietro alle bandiere hanno altri fini. La pace si conquista ( parola forte che appare bellica) dentro di sè per essere poi capaci di avere comportamenti costruttivi.
La guerra, come si sa, è sempre stata antagonista dell’amore, della saggezza e dell’equità. Minacce, promesse di rivendicazione sono quanto possa mettere in atto chi voglia caricare di rabbia gente che in fondo non ha chiesto guerre. Difesa ed offesa, mezzi che non si giustificano ma fanno perdere il senso della misura; ogni guerra ha conosciuto atti immorali, il piegare ” il nemico” dimostrando la propria forza. Un’ombra ingigantisce la fama di chi se la costruisce, è mostrarsi potente è farsi temere; mezzi che sono lontani dall’abbandonare la forza per mostrare maggiore maturità. Poi, si fa anche tanto parlare, senza realizzare nulla; una forma di dispersione che non arriva neppure all’essenzialità e che non ha alcuna opportunità risolutiva per situazioni che degenerano in violenza e prevaricazione. Si resta impotenti, incapaci di trovare soluzioni e superamento di condizioni che si trascinano senza fine. Si tratta di libere scelte, per noi, per coloro che davanti ad un dilemma possano essere presi nella trappola del ” fare come gli altri”, perchè magari li fa stare meglio. Ci sono persone ” attive” – sentono il bisogno di essere presenti ad alzare la voce – a muoversi e magari le fa stare meglio. Ci sono poi persone che, nel silenzio sono partecipi ai dolori del mondo seppure apparentemente distanti. Credo, semplicemente, che senza altrui suggerimenti, attivi con alzare di voci o apparentemente ” passivi” e compassionevoli – senza alcun giudizio – perchè il dolore, la privazione e la violenza tocca tutti indistintamente e non solo una parte della terra rispetto ad un’altra. Tutti siamo uno, infatti, credo che si possa includere nella nostra via anche la capacità di ” allargare il cerchio” del nostro non- dividere, del nostro ascolto nelle piccole cose del quotidiano che siano briciola di pace che s’espande. Possiamo lavorare su noi stessi, cercare pace interiore per non allargare a macchia d’olio effetti che incrinano armonia. Si parte dal non giudizio o meglio dal non alimentare dualità. Andare ad una manifestazione, in libertà perchè si sente di farlo e non per ” moda” o perchè non si trovano altre soluzioni , per aver letto un manifesto che invitasse a farlo o perchè ce lo consigliano ( è poi una soluzione la marcia di Pace?) è opportuno solo se si sente – lo si accoglie -da consapevoli; come per la pratica. Semplicemente si deve dare voce e manifestazione a quel rispetto per tutti gli esseri sensienti senza ricerca di torto o ragioni, di verità o menzogna perchè la guerra, tutte le guerre, non ha sconfitti e vincitori; se si arriva all’odio, al mancato dialogo – si è tutti sconfitti. In particolare se per il potere si calpesta il valore di vite.
In fondo tutti coloro che possono, in base alle proprie caratteristiche ed opportunità, dare voce alla pace, possono coinvolgere gli altri nel parlarne, con amorevolezza e lontani dal giudizio. Per parlare di pace si deve essere pace. La consapevolezza è la capacità di raccogliere dalle esperienze del passato per offrire – qui ed ora – energie al futuro nella via di trasformazione – dalle tenebre dell’ignoranza alla luce dell’Amore. Noi possiamo! Poetyca 13.08.2006
Looking for Peace
We don’t often notice that, we target others to target with our frustrations; we attribute “faults” and believe some situations to be unsolvable, we lock ourselves in the cage of illusions, because to think that others are wrong and we absolutely right puts us in a position to feel superior to situations. Sometimes the repetition of experiences or “knots” happens that we are unable to untie and everything starts from ourselves, from our attachment, from our wounded ego. And it is always with us the opportunity to stop and understand what and why feed our anger reaction. Why do you love to blame external “holograms”? It occurs to me, when as children, if we fell or hurt ourselves against something, to console us, an adult said that the “fault” was of the stone he tripped or the door we hit. Maybe we believed it and seeing how we attributed “guilt” to objects made us feel better. Now it would not be better if, in the right effort, we did not try to make our heart peaceful. Our non-reality is often induced by the media; from hiding the real reasons for things. As you know, it has always been in the politics of wars to look for motivations to make them burst, motivations that mount judgments “against” but reality is tied to the resources of a territory that make a throat, to the power that amplifies hegemony and always borne by life of innocents. Misery, division, abuse and that form of violence that is not always physical are the means to bend a people and words like “ethnic cleansing”, like “genocide”, “holocaust,” are among the most ignoble that humanity could have coined. I always hope that there can be a repentance and a way of leading towards a change of direction that knows no violence but dialogue and equanimity. Perhaps, acting from our small everyday world would not be enough but that there is no confusion between “peace” and those political movements that have other purposes behind flags. Peace is conquered (a strong word that appears warlike) within oneself in order to be capable of constructive behavior. War, as we know, has always been the antagonist of love, wisdom and fairness. Threats, promises of vindication are what can be put in place by those who want to charge people with anger who have not asked for wars. Defense and offense, means that are not justified but make you lose the sense of measure; every war has known immoral acts, to bend “the enemy” by showing its strength. A shadow magnifies the fame of those who build it, it is to be powerful and to be feared; means that are far from abandoning strength to show greater maturity. Then, there is also a lot of talk, without realizing anything; a form of dispersion that does not even reach essentiality and that has no solution opportunity for situations that degenerate into violence and abuse. We remain powerless, unable to find solutions and overcome conditions that drag on endlessly. These are free choices, for us, for those who, in the face of a dilemma, can be caught in the trap of “doing like the others”, because maybe it makes them feel better. There are “active” people – they feel the need to be present to raise their voices – to move and maybe make them feel better. Then there are people who, in silence, participate in the pains of the world, although apparently distant. I simply believe that without others’ suggestions, you are active with voices or apparently “passive” and compassionate – without any judgment – because the pain, deprivation and violence affects everyone indiscriminately and not just one part of the earth compared to another . We are all one, in fact, I believe that we can also include in our way the ability to “widen the circle” of our non-sharing, of our listening to the little things of everyday life that are a crumb of peace that expands. We can work on ourselves, seek inner peace so as not to spread effects that damage harmony like wildfire. It starts from non-judgment or better not from nourishing duality. Go to a demonstration, in freedom because you feel like doing it and not because of “fashion” or because there are no other solutions, for having read a poster that invited you to do it or because they recommend it to us (is the Peace March a solution? ) it is only appropriate if you feel it – you welcome it – by being aware; as for practice. Simply one must give voice and manifestation to that respect for all sensible beings without seeking wrong or reason, of truth or lie because war, all wars, has no defeats and winners; if it comes to hatred, to lack of dialogue – everyone is defeated. In particular if the value of lives is trampled for power. After all, all those who can, according to their characteristics and opportunities, give voice to peace, can involve others in talking about it, lovingly and far from judgment. To speak of peace one must be peace. Awareness is the ability to gather from past experiences to offer – here and now – energies to the future on the path of transformation – from the darkness of ignorance to the light of Love.
We can!
Poetyca 13.08.2006
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Cavalli senza testa
Art by LizzerFizzer
I Cavalli senza testa sono una specie magica equina che vive in Italia, in particolare nella Sicilia orientale, luogo di cui sono originari. Questi rare creature sono pressoché identiche a grandi cavalli con un lucente manto color ebano, se non fosse per la loro completa assenza della testa caratteristica dalla quale prendono il nome. I Cavalli senza testa, sono quasi esclusivamente attivi nelle ore notturne, durante le quali spesso li si vede correre ad alte velocità in luoghi isolati, raramente sono un pericolo per l'uomo ma se infastiditi o spaventati utilizzano illusioni che terrorizzano gli eventuali pericoli, quest’ultime inquietano così tanto che vi sono molti casi registrati di persone morte di crepacuore. Per queste loro caratteristiche ed il loro macabro aspetto con i secoli hanno acquisito l'immeritata fama di essere presagi di morte, sventura e carestia.
The "Cavalli senza testa" (Cavallo senza testa sng.) are a magical equine species that lives in Italy, particularly in eastern Sicily, where they originate from. These rare creatures would be completely identical to large horses with a lustrous ebony-coloured coat, were it not for the complete absence of their head characteristic hence the name. The "Cavalli senza testa" are almost exclusively active at night, during which they are often seen running at high speeds in isolated places, they are rarely a danger to humans but if annoyed or frightened they use illusions which terrorize any dangers, these are so disturbing that there are many recorded cases of people dying of fright. For these characteristics and their macabre aspect over the centuries they have acquired the undeserved reputation of being omens of death, misfortune and famine.
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