#il sole sorge alle mie spalle
Explore tagged Tumblr posts
Text
Alba in POV.
#il sole sorge alle mie spalle#come quando Nanni Moretti andava a Ostia a (non) vedere l'alba#alba#panorama#dawn#landscape#foto mie#foto mia
2 notes
·
View notes
Text
Ho amato un altro uomo mentre amavo te
Ho amato un altro uomo mentre ero insieme a te
Mentre dormivamo insieme, mentre mangiavamo insieme,mentre andavamo in famiglia insieme per le feste,mentre facevamo i piani per le vacanze,mentre uscivamo con gli amici, mentre crescevamo i nostri figli.
Mentre imbiancavamo casa e mentre montavamo la scrivania nella cameretta.
Ho amato un altro uomo ogni sera prima di chiudere gli occhi accanto a te sentendo lui che mi accarezzava e mi faceva addormentare.
Ho amato un altro uomo mentre risolvevamo le questioni economiche e pratiche di casa, mentre fingevamo che andasse tutto bene,mentre fingevi che ero bellissima,mentre fingevo che eri l'unico.
Ho amato un altro uomo senza conoscere il suo viso mentre vedevo te
Ho amato un altro uomo mentre tu vedevi il mio corpo modificarsi.
Ho amato un altro uomo pur stando con te.
Ho amato un altro uomo pur facendo l'amore con te.
Ho amato un altro uomo pur non smettendo di amare te.
Forse te ne sarai accorto dalle mie assenze mentali,dai miei ritardi fisici, dall'adrenalina di essere scoperta,ma hai preferito continuare a vivere nella routine piuttosto che ammetterlo.
Ero tua moglie e questo ti bastava.
Ho amato te e amavo lui.
Tu perchè sei l'uomo della mia vita
Lui non lo so.
Non l'ho cercato e non l'ho voluto, è bastato un secondo per capirmi fino in fondo.
So che ho sentito la sua voce entrarmi nell'anima, restituendomi la pace.
Tra milioni di voci, la sua è rimasta dentro me.
So che lui ha incrociato per un attimo il mio sguardo e non ho abbassato gli occhi,ho sentito il suo sguardo percorrermi come un vento, scompigliarmi i capelli e truccarmi il viso mettendomi addosso il più bel vestito che io abbia mai sognato di indossare
: '' mi sono sentita bella ''
Come non succedeva da tanto.
Mi sono sentita desiderata.
Non ho provato vergogna.
No ho esitato.
Ho aperto il pugno della mano e ci ho trovato il suo sorriso.
Non ho avuto paura.
Mi sono sentita donna, quella donna che avevo messo da parte per contribuire alla mia vita con te.
Ero felice.
Eccitata e sognante.
Lui mi faceva ridere,mi dava gli appuntamenti.
Passavamo intere ore col telefono in mano, portandoci ovunque.
Mi ha insegnato l'importanza di non restare a letto , i malati stanno a letto ed io ero guarita. Lui aveva guarito la parte di me che non funzionava. La parte di me che mi faceva nascondere dalla gente e che non mi permetteva di essere la mamma che mi sentivo di essere.
Te ne sei sempre rassegnato, dicevi che io ero fatta male.
Non funzionavo.
Mentre tu eri preso dai tuoi hobbie, lui mi teneva compagnia e non importava fosse un pc,un telefono o un parco,lui restava con me e mi ha aggiustato.
Dio solo sa quante volte ho pregato che tu mi corteggiassi ancora, come una volta, che tu mi portassi a ballare,che tu leggessi con me e che ti accorgessi di me,di quanto sono donna dentro.
Di quanto io abbia bisogno di sentirmi provocata e viziata.
Di quanto io abbia bisogno si sentirmi viva
Di quanto le mie labbra carnose hanno bisogno di baci.
Tu alzavi le spalle e continuavi la tua vita.
Lui lo faceva senza volere niente in cambio, lo faceva ed io mi sentivo protetta.
Ho anche pianto con lui,le lacrime erano così calde ma nemmeno per un attimo mi sono dimenticata di te,però c'era lui che me le asciugava soffiandoci su canzoni d'altri tempi. Abbiamo pianto insieme anche quella volta in cui con un filo di voce gli ho confessato di non essere la ragazza che lui credeva ma di essere già madre e moglie. Quella volta lui non smetteva più di piangere, e tra le lacrime mentre poteva urlarmi le peggiori parole,invece mi ha scelto ancora, ha scelto di amarmi ancora di più e mi ha regalato le più belle parole che esistono, '' ti sento mia'' e mi ha pregato di restare con lui al telefono finchè non si fosse addormentato. E da allora non ho avuto più dubbi, tutto era così chiaro. Lui era il mio posto nel mondo. Per la prima volta ho cantato io per lui e la tristezza ha lasciato il posto alle emozioni veloci. L'ho sentito cadere stremato ed addormentarsi sicuro.
Mi ha fatto viaggiare con la mente, abbattendo tutti i miei pregiudizi mentre tu dicevi che di sogni non si vive, lui me li ha fatti vivere.
Abbiamo fatto l'amore sommersi dalla pelle d'oca.
Quella è stata la prima volta che ho sussultato
Abbiamo fatto l'amore ad occhi chiusi senza spegnere la voce con un telefono tra le mani.
Ci siamo amati mentre tu mi guardavi da una porta chiusa.
Lui non chiedeva, lui conquistava e faceva accadere.
Con lui ogni cosa era una scoperta
Che fosse il mio corpo o la vetta dell'everest per lui non aveva importanza.
Mi amava struccata e con tanto stanchezza negli occhi.
Mi amava dopo una giornata piena di lavoro e con l'ansia che mi divorava.
Parlava piano lui e stava zitto quando mi sentiva ansiosa,ed io mi calmavo per non farlo preoccupare.
Mi amava con le mie imperfezioni che lui chiamava per nome a ricordarmi che dei difetti ci si deve solo ridere.
Amava quei quattro anni che io avevo in più di lui mentre io cercavo di nasconderli.
Non voleva che restassi sola nemmeno un momento.
E quando ci sapeva insieme, se ne stava in disparte per non creare problemi e lo sentivo stare male,ma lui sorrideva per non farmi preoccupare,ma lo capivo che piangeva.
Amava le mie battute poco ironiche e il mio incedere barcollante.
Amava la mia ciccia e le mie ossa.
Amava la mia parlantina veloce che sapeva come arrestare.
Mentre tu eri intento al pc per farti i fatti tuoi, perchè sono sicura che di cose me ne hai nascoste anche tu.
Io ero con lui.
Sono sempre stata con lui anche quando uscivamo a fare una passeggiata.
Nella mia testa ho fatto l'amore con lui, anche quando chiudevo gli occhi in macchina mentre andavamo al cinema o a cena fuori e mentre io e te dormivamo l'uno accanto all'altro.
Dormivo con te e facevo l'amore con lui.
E poi ci siamo incontrati veramente.
Occhi negli occhi.
Mani nelle mani.
Non mi sono mai sentita così nuda.
C'ero io e c'era lui.
Mi ha abbracciato così forte da indicarmi il punto dell’orizzonte dove il sole sorge e tramonta.
Giù il sipario, giù i vestiti, giù tutto, anche noi.
Disegnava cerchi con i miei nei.
Lui li chiamava "pianeti".
Non parlava più, mi guardava e tra un bacio e l'altro mi accarezzava.
Vedeva con me film che tu non considereresti neanche un po'.
Ci nascondevamo nell'ultima fila del cinema di pomeriggio,come due amanti,solo che noi due amanti lo eravamo davvero.
Ci baciavamo al parco e negli androni dei palazzi con il portone aperto.
Ci toccavamo come due adolescenti alla scoperta dell'altro sesso.
Lui mi spostava i capelli per baciarmi il collo.
Si prendeva cura di me abbracciandomi.
Tu, invece sei sempre stato avaro di abbracci e baci.
Chiederteli mi atterrisce,lo sai? .
Lui era sempre pronto.
Lui era l'uomo che sognavo da ragazzina.
Condivide i miei gusti,le mie stranezze e ride sempre.
Ama il suo lavoro e lo fa amare anche a me.
Sempre presente e non c'era bisogno del sesso per parlarsi o ascoltarsi, nel letto noi ci lasciavamo il cuore.
Mi prendeva la mano e mi gridava di correre.
Dio quanto ho riso, ci voltavamo indietro per vedere l'effetto che facevamo alla gente, mi ripeteva '' sempre piu caldo fino ad impazzire e poi di colpo freddo che quasi tremi'' per nasconderci dietro un cespuglio a fare l'amore tra l'erba.
Con te l'amore è semplice come la prima mattina dei giorni di ferie, sembra che hai una vita davanti ma poi se ti lasci troppo andare,finiscono subito e quando stai li e ti accorgi che i giorni passano, ti appigli al secondo,per paura che finiscono senza aver fatto tutte le cose promesse.
Per primo rilassarti.
I tuoi occhi distrattamente innamorati mi sono sempre bastati ma hanno fatto si che mi accontentassi,che mi limitassi, che pensassi che l'amore era quello.
Vivere insieme.
Pagare le bollette.
Preparare le cene con gli amici.
Fare l'amore e poi dormire.
Tutto bello, a volte.
Ma non abbastanza.
Ci siamo costruiti insieme.
E questa consapevolezza fa male,perchè se da una parte io amo lui,tu ci sei.
Due amori diversi
Due amori che hanno le sue ragioni per esistere.
Se solo tu mi avessi vista con lui, capiresti.
Se solo tu mi avessi ascoltata fare l'amore con lui,capiresti.
Se solo tu avessi sentito quanto mi sono bagnata con lui, non chiederesti nulla.
Pero i confini non hanno retto e non ce l'ho fatta più, per quanto amassi lui,per quanto lo desiderassi, per quanto abbia pianto per il fatto che sia arrivato nella mia vita dopo di te.
Per quanto mi sono sentita sbagliata e giusta
Ho ceduto
Ho chiuso tutto
Ho dovuto chiudere tutto
Perchè così no.
Io vi sto facendo del male.
Io ti stimo e sono orgogliosa che tu sia il padre dei miei figli ma non sono più tua moglie.
Ho smesso di esserlo quando ho capito che era un dovere e l'amore è tutto tranne che un dovere.
L'amore esiste ma ho bisogno d'imparare a stare da sola per accettarlo così com'è.
Perchè è con lui che voglio vivere.
perchè è con lui che mi vedo fra cinquant'anni
a crescer nipoti con le rughe del tempo
Anche se con te non finirà mai,anche se ci vorremo bene segretamente da lontano,senza nemmeno parlarci, tu non cancellarci.
Insegniamo ai nostri figli che l'amore esiste e che non ci dobbiamo nascondere.
MAI
Lasciami andare, aiutami a ricominciare distanti, perchè se devo restare con te, affonderesti con me nella mia paura.
Ed invece dobbiamo solo avere il dovere di nascere ,per quanto nascere sarà doloroso, per scoprire chi davvero siamo, per essere noi stessi e soprattutto migliori.
A me
A te
Ai nostri figli
All'amore
E a lui che mi ha insegnato a correre.
Morena Monaldi
PEZZI DI UN LIBRO CHE NON ESISTE
16 notes
·
View notes
Text
Ho amato un altro uomo mentre amavo te.
Ho amato un altro uomo mentre ero insieme a te,
mentre dormivamo insieme, mentre mangiavamo insieme, mentre andavamo in famiglia insieme per le feste, mentre facevamo i piani per le vacanze, mentre uscivamo con gli amici, mentre crescevamo i nostri figli, mentre imbiancavamo casa e mentre montavamo la scrivania nella cameretta.
Ho amato un altro uomo ogni sera, prima di chiudere gli occhi accanto a te, sentendo lui che mi accarezzava e mi faceva addormentare.
Ho amato un altro uomo mentre risolvevamo le questioni economiche e pratiche di casa, mentre fingevamo che andasse tutto bene, mentre fingevi che ero bellissima, mentre fingevo che eri l'unico.
Ho amato un altro uomo senza conoscere il suo viso, mentre vedevo te.
Ho amato un altro uomo, mentre tu vedevi il mio corpo modificarsi.
Ho amato un altro uomo, pur stando con te.
Ho amato un altro uomo, pur facendo l'amore con te.
Ho amato un altro uomo, pur non smettendo di amare te.
Forse te ne sarai accorto dalle mie assenze mentali, dai miei ritardi fisici, dall'adrenalina di essere scoperta, ma hai preferito continuare a vivere nella routine, piuttosto che ammetterlo.
Ero tua moglie e questo ti bastava.
Ho amato te e amavo lui.
Tu, perché sei l'uomo della mia vita.
Lui, non lo so.
Non l'ho cercato e non l'ho voluto, è bastato un secondo per capirmi fino in fondo.
So che ho sentito la sua voce entrarmi nell'anima, restituendomi la pace.
Tra milioni di voci, la sua è rimasta dentro me.
So che lui ha incrociato per un attimo il mio sguardo e non ho abbassato gli occhi, ho sentito il suo sguardo percorrermi come un vento, scompigliarmi i capelli e truccarmi il viso, mettendomi addosso il più bel vestito che io abbia mai sognato di indossare.
Mi sono sentita bella, come non succedeva da tanto.
Mi sono sentita desiderata.
Non ho provato vergogna.
No ho esitato.
Ho aperto il pugno della mano e ci ho trovato il suo sorriso.
Non ho avuto paura.
Mi sono sentita Donna, quella Donna che avevo messo da parte, per contribuire alla mia vita con te.
Ero felice, eccitata e sognante.
Lui mi faceva ridere, mi dava gli appuntamenti.
Passavamo intere ore col telefono in mano, portandoci ovunque.
Mi ha insegnato l'importanza di non restare a letto, i malati stanno a letto, ed io ero guarita. Lui aveva guarito la parte di me che non funzionava. La parte di me che mi faceva nascondere dalla gente e che non mi permetteva di essere la mamma che mi sentivo di essere.
Te ne sei sempre rassegnato, dicevi che io ero fatta male.
Non funzionavo.
Mentre tu eri preso dai tuoi hobbie, lui mi teneva compagnia e non importava fosse un pc, un telefono o un parco, lui restava con me e mi ha aggiustato.
Dio solo sa quante volte ho pregato che tu mi corteggiassi ancora, come una volta, che tu mi portassi a ballare, che tu leggessi con me e che ti accorgessi di me, di quanto sono donna dentro.
Di quanto io abbia bisogno di sentirmi provocata e viziata.
Di quanto io abbia bisogno si sentirmi viva, di quanto le mie labbra carnose hanno bisogno di baci.
Tu alzavi le spalle e continuavi la tua vita.
Lui lo faceva senza volere niente in cambio, lo faceva ed io mi sentivo protetta.
Ho anche pianto con lui.
Le lacrime erano così calde ma nemmeno per un attimo mi sono dimenticata di te, però c'era lui che me le asciugava, soffiandoci sù, canzoni d'altri tempi. Abbiamo pianto insieme anche quella volta in cui, con un filo di voce, gli ho confessato di non essere la ragazza che lui credeva, ma di essere già madre e moglie. Quella volta lui non smetteva più di piangere e tra le lacrime, mentre poteva urlarmi le peggiori parole, invece, mi ha scelto ancora, ha scelto di amarmi ancora di più e mi ha regalato le più belle parole che esistono: “ti sento mia”. E mi ha pregato di restare con lui al telefono, finchè non si fosse addormentato. E da allora non ho avuto più dubbi, tutto era così chiaro. Lui era il mio posto nel mondo. Per la prima volta ho cantato io per lui e la tristezza ha lasciato il posto alle emozioni veloci. L'ho sentito cadere stremato ed addormentarsi sicuro.
Mi ha fatto viaggiare con la mente, abbattendo tutti i miei pregiudizi, mentre tu dicevi che di sogni non si vive, lui me li ha fatti vivere.
Abbiamo fatto l'amore sommersi dalla pelle d'oca.
Quella è stata la prima volta che ho sussultato.
Abbiamo fatto l'amore ad occhi chiusi, senza spegnere la voce, con un telefono tra le mani.
Ci siamo amati mentre tu mi guardavi da una porta chiusa.
Lui non chiedeva, lui conquistava e faceva accadere.
Con lui ogni cosa era una scoperta, che fosse il mio corpo o la vetta dell'everest, per lui non aveva importanza.
Mi amava struccata e con tanto di stanchezza negli occhi.
Mi amava dopo una giornata piena di lavoro e con l'ansia che mi divorava.
Parlava piano, lui, e stava zitto quando mi sentiva ansiosa, ed io mi calmavo per non farlo preoccupare.
Mi amava con le mie imperfezioni che lui chiamava per nome, a ricordarmi che dei difetti ci si deve solo ridere.
Amava quei quattro anni che io avevo in più di lui, mentre io cercavo di nasconderli.
Non voleva che restassi sola nemmeno un momento.
E quando ci sapeva insieme, se ne stava in disparte per non creare problemi e lo sentivo stare male, ma lui sorrideva per non farmi preoccupare (ma lo capivo che piangeva).
Amava le mie battute poco ironiche e il mio incedere barcollante.
Amava la mia ciccia e le mie ossa.
Amava la mia parlantina veloce, che sapeva come arrestare.
Mentre tu eri intento al pc per farti i fatti tuoi, perché sono sicura che di cose me ne hai nascoste anche tu, io ero con lui.
Sono sempre stata con lui, anche quando uscivamo a fare una passeggiata.
Nella mia testa ho fatto l'amore con lui, anche quando chiudevo gli occhi in macchina, mentre andavamo al cinema o a cena fuori, e mentre io e te dormivamo l'uno accanto all'altro.
Dormivo con te e facevo l'amore con lui.
E poi ci siamo incontrati veramente.
Occhi negli occhi, mani nelle mani.
Non mi sono mai sentita così nuda.
C'ero io e c'era lui.
Mi ha abbracciato così forte da indicarmi il punto dell’orizzonte dove il sole sorge e tramonta.
Giù il sipario, giù i vestiti, giù tutto, anche noi.
Disegnava cerchi con i miei nei.
Lui li chiamava “pianeti”.
Non parlava più, mi guardava e tra un bacio e l'altro mi accarezzava.
Vedeva con me film che tu non considereresti neanche un po'.
Ci nascondevamo nell'ultima fila del cinema di pomeriggio, come due amanti, solo che noi due amanti lo eravamo davvero.
Ci baciavamo al parco e negli androni dei palazzi, con il portone aperto.
Ci toccavamo come due adolescenti alla scoperta dell'altro sesso.
Lui mi spostava i capelli per baciarmi il collo.
Si prendeva cura di me, abbracciandomi.
Tu, invece sei sempre stato avaro di abbracci e baci.
Chiederteli mi atterrisce, lo sai...
Lui era sempre pronto.
Lui era l'uomo che sognavo da ragazzina.
Condivide i miei gusti, le mie stranezze e ride sempre.
Ama il suo lavoro e lo fa amare anche a me.
Sempre presente e non c'era bisogno del sesso per parlarsi o ascoltarsi, nel letto, noi, ci lasciavamo il cuore.
Mi prendeva la mano e mi gridava di correre.
Dio quanto ho riso!
Ci voltavamo indietro per vedere l'effetto che facevamo alla gente.
Mi ripeteva: “sempre più caldo fino ad impazzire e poi di colpo freddo, che quasi tremi”, per nasconderci dietro un cespuglio a fare l'amore tra l'erba.
Con te l'amore è semplice come la prima mattina dei giorni di ferie, sembra che hai una vita davanti, ma poi se ti lasci troppo andare finiscono subito, e quando stai lí e ti accorgi che i giorni passano, ti appigli al secondo, per paura che finiscono, senza aver fatto tutte le cose promesse.
Per primo, rilassarti.
I tuoi occhi distrattamente innamorati mi sono sempre bastati ma hanno fatto sì che mi accontentassi, che mi limitassi, che pensassi che l'amore era quello.
Vivere insieme.
Pagare le bollette.
Preparare le cene con gli amici.
Fare l'amore e poi dormire.
Tutto bello, a volte.
Ma non abbastanza.
Ci siamo costruiti insieme.
E questa consapevolezza fa male, perché se da una parte io amo lui, tu ci sei.
Due amori diversi, due amori che hanno le sue ragioni per esistere.
Se solo tu mi avessi vista con lui, capiresti.
Se solo tu mi avessi ascoltata fare l'amore con lui, capiresti.
Se solo tu avessi sentito quanto mi sono bagnata con lui, non chiederesti nulla.
Però i confini non hanno retto e non ce l'ho fatta più, per quanto amassi lui, per quanto lo desiderassi, per quanto abbia pianto per il fatto che sia arrivato nella mia vita dopo di te.
Per quanto mi sono sentita sbagliata e giusta
Ho ceduto.
Ho chiuso tutto.
Ho dovuto chiudere tutto.
Perchè così, no.
Io vi sto facendo del male.
Io ti stimo e sono orgogliosa che tu sia il padre dei miei figli ma non sono più tua moglie.
Ho smesso di esserlo quando ho capito che era un dovere e l'amore è tutto, tranne che un dovere.
L'amore esiste ma ho bisogno d'imparare a stare da sola, per accettarlo così com'è.
Perché è con lui che voglio vivere.
Perché è con lui che mi vedo fra cinquant'anni,
a crescer nipoti, con le rughe del tempo.
Anche se con te non finirà mai, anche se ci vorremo bene segretamente da lontano, senza nemmeno parlarci, tu non cancellarci.
Insegniamo ai nostri figli che l'amore esiste e che non ci dobbiamo nascondere.
Mai.
Lasciami andare, aiutami a ricominciare distanti, perché se devo restare con te, affonderesti con me, nella mia paura.
Ed invece, dobbiamo solo avere il dovere di nascere, per quanto nascere sarà doloroso, per scoprire chi davvero siamo, per essere noi stessi e soprattutto migliori.
A me.
A te.
Ai nostri figli.
All'amore.
E a lui, che mi ha insegnato a correre.
Diego De Silva_ CIOCCOLATO E CARAMELLE
2 notes
·
View notes
Text
Si ripiegano i bianchi abiti estivi e tu discendi sulla meridiana, dolce Ottobre, e sui nidi.
Trema l’ultimo canto nelle altane dove sole era l’ombra e ombra il sole, tra gli affanni sopiti.
E mentre indugia tiepida la rosa l’amara bacca già stilla il sapore dei sorridenti addii.
*
Moriremo lontani. Sarà molto se poserò la guancia nel tuo palmo a Capodanno; se nel mio la traccia contemplerai di un’altra migrazione.
Dell’anima ben poco sappiamo. Berrà forse dai bacini delle concave notti senza passi, poserà sotto aeree piantagioni germinate di sassi…
O signore e fratello! ma di noi sopra una sola teca di cristallo popoli studiosi scriveranno forse, tra mille inverni:
“Nessun vincolo univa questi morti nella necropoli deserta”.
*
Ora che capovolta è la clessidra, che l’avvenire, questo caldo sole, già mi sorge alle spalle, con gli uccelli ritornerò senza dolore a Bellosguardo: là posai la gola su verdi ghigliottine di cancelli e di un eterno rosa vibravano le mani, denudate di fiori.
Oscillante tra il fuoco degli uliveti, brillava Ottobre antico, nuovo amore. Muta, affilavo il cuore al taglio di impensabili aquiloni (già prossimi, già nostri, già lontani): aeree bare, tumuli nevosi del mio domani giovane, del sole.
*
E’ rimasta laggiù, calda, la vita, l’aria colore dei miei occhi, il tempo che bruciavano in fondo ad ogni vento mani vive, cercandomi…
Rimasta è la carezza che non trovo più se non tra due sonni, l’infinita mia sapienza in frantumi. E tu parola che tramutavi il sangue in lacrime.
Nemmeno porto un viso con me, già trapassato in altro viso come spera nel vino e consumato negli accesi silenzi…
Torno sola… tra due sonni laggiù, vedo l’ulivo roseo sugli orci colmi d’acqua e luna del lungo inverno. Torno a te che geli
nella mia lieve tunica di fuoco.
*
La neve era sospesa tra la notte e le strade come il destino tra la mano e il fiore.
In un suono soave di campane diletto sei venuto… Come una verga è fiorita la vecchiezza di queste scale. O tenera tempesta notturna, volto umano!
(Ora tutta la vita è nel mio sguardo, stella su te, sul mondo che il tuo passo richiude).
*
Ora tu passi lontano, lungo le croci del labirinto, lungo le notti piovose che io m’accendo nel buio delle pupille, tu, senza più fanciulla che disperda le voci…
Strade che l’innocenza vuole ignorare e brucia di offrire, chiusa e nuda, senza palpebre o labbra!
Poiché dove tu passi è Samarcanda, e sciolgono i silenzi, tappeti di respiri, consumano i grani dell’ansia –
e attento: fra pietra e pietra corre un filo di sangue, la dove giunge il tuo piede.
*
Ora rivoglio bianche tutte le mie lettere, inaudito il mio nome, la mia grazia richiusa; ch’io mi distenda sul quadrante dei giorni, riconduca la vita a mezzanotte.
E la mia valle rosata dagli uliveti e la città intricata dei miei amori siano richiuse come breve palmo, il mio palmo segnato da tutte le mie morti.
O Medio Oriente disteso dalla sua voce, voglio destarmi sulla via di Damasco – né mai lo sguardo aver levato a un cielo altro dal suo, da tanta gioia in croce.
*
Devota come ramo curvato da molte nevi allegra come falò per colline d’oblio,
su acutissime làmine in bianca maglia d’ortiche, ti insegnerò, mia anima, questo passo d’addio…
4 notes
·
View notes
Text
La consapevolezza della vita
Dopo l’ultimo esame universitario, al quale ho dedicato ben oltre un mese di studio, mi sono risvegliata da un incubo terribile, rendendomi improvvisamente conto di aver trascurato me stessa a tal punto da perdere consapevolezza della realtà circostante, la cui fuggitiva bellezza mi ha restituito il coraggio di inseguire i sogni rinchiusi nel cassetto per tentare di prendere nuovamente possesso della mia vita. Ho scritto una breve riflessione rivolta alle persone che, sostenendo il mio passo incerto, mi hanno accompagnato lungo tutto il percorso, e che con il conforto delle loro parole hanno contribuito ad alleviare la mia sofferenza.
Da quando mi sono iscritta all’università ho superato un ostacolo dopo l’altro, correndo senza sosta, spossata ed ansimante, fino a ritrovarmi ad un passo dal traguardo con il fiato corto ed un disperato bisogno di fermarmi. Di tirare un sospiro di sollievo che alleggerisse il mio cuore dal macigno che mi opprime costantemente, costringendomi a procedere lungo il cammino con le spalle incurvate, piegata a terra dal peso della fatica. E della forza misteriosa in balia della quale mi lascio trascinare, sospinta da un precario istinto di sopravvivenza che man mano si affievolisce, come la luce di cui brillavano i miei sogni e la fiamma di cui ardevano le mie passioni, alimentando in me il fuoco della vita; una fiaccola che si fa strada nel buio squarciando le tenebre da cui sono avvolta, incendiando le mie paure e riaccendendo i miei desideri che, sebbene ora appaiano irraggiungibili, continuano a risplendere nell’immensità del cielo stellato, indicandomi la via da seguire per raggiungere i miei obiettivi ed evitare di smarrire nuovamente me stessa e la mia identità. Da quando mi sono iscritta all’università ho intrapreso una faticosa scalata arrampicandomi fin sulla cima di un’alta montagna che mi impediva di vedere l’orizzonte, oltre il quale il sole tramonta e sorge annunciando la fine di un altro giorno e l’inizio di una nuova vita.
“Aveva sprecato la parte migliore delle sue energie tentando di essere all’altezza dell’immagine di sé che si era creata nella mente. Per questo non le erano rimaste forze sufficienti per essere se stessa: una persona che, come tutte, aveva bisogno degli altri per essere felice.” – Paulo Coelho, Veronika decide di morire.
#diario#pensieri#poesie#riflessioni#Trento#università#esami#consapevolezza#vita#sospiro#sollievo#leggerezza#spensieratezza#passioni#sogni#desideri#obiettivi#realtà#identità#sole#orizzonte#futuro#nuova vita#libertà#paulo coelho#coelho#veronika decide morir#veronika decide di morire#romanzo#libro
3 notes
·
View notes
Text
E quindi grazie. Grazie per ogni piccola cosa che mi sta succedendo, grazie per ogni piccola cosa che sto facendo succedere. Grazie per la mia vita, perché non la cambierei con quella di nessun altro. Grazie perché ognuno ha i suoi tempi e grazie perché ho capito che non bisogna mai affrettarli. Grazie per ogni piccolo obiettivo raggiunto e per la lunghissima lista di quelli che raggiungerò nel futuro (e che, nella mia testa, sono già stati festeggiati adeguatamente come successi indiscutibili). Grazie perché, sì, forse per la prima volta negli ultimi anni posso dire di essere felice. Sono felice per ciò che ho, sono felice per ciò che non ho, sono felice di essere arrivata al punto in cui sono arrivata e sono felice di voler continuare imperterrita a salire salire salire salire questa ripidissima montagna (e se non dovessi più saper scalare, mi arrampicherò in altro modo). Sono felice perché in me ho trovato tutto quello di cui avevo bisogno e ho raggiunto un equilibrio interiore che non sapevo fosse possibile provare. Sono felice per il sole che sorge la mattina, per la brezza della sera, per le mie colazioni energetiche e per la mia forza di volontà. Sono felice per me. Per chi sono, per chi sono diventata e per chi mi sono lasciata alle spalle. Sono felice per il presente, per questo preciso istante in cui tutto succede e tutto cambia continuamente. Sono felice di aver capito, finalmente, che questo attimo lo posso controllare. Sono felice di aver imparato a farlo, sono felice di ciò che sono riuscita ad ottenere da queste nozioni. Sono felice e basta. Quindi, sì, tanta gioia a tutti.
2 notes
·
View notes
Text
Le poesie più belle dedicate alla Luna
Alla luna, Giacomo Leopardi
O graziosa luna, io mi rammento Che, or volge l’anno, sovra questo colle Io venia pien d’angoscia a rimirarti: E tu pendevi allor su quella selva Siccome or fai, che tutta la rischiari. Ma nebuloso e tremulo dal pianto Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci Il tuo volto apparia, che travagliosa Era mia vita: ed è, nè cangia stile, O mia diletta luna. E pur mi giova La ricordanza, e il noverar l’etate Del mio dolore. Oh come grato occorre Nel tempo giovanil, quando ancor lungo La speme e breve ha la memoria il corso, Il rimembrar delle passate cose, Ancor che triste, e che l’affanno duri!
Canto alla luna, Alda Merini
La luna geme sui fondali del mare, o Dio morta paura di queste siepi terrene, o quanti sguardi attoniti che salgono dal buio a ghermirti nell’anima ferita. La luna grava su tutto il nostro io e anche quando sei prossima alla fine senti odore di luna sempre sui cespugli martoriati dai mantici dalle parodie del destino. Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo, ma forse al chiaro di luna mi fermerò il tuo momento quanto basti per darti un unico bacio d’amore.
Romanza della Luna, Federico Garcia Lorca
La luna venne alla fucina col suo sellino di nardi. Il bambino la guarda, guarda. Il bambino la sta guardando.
Nell’aria commossa la luna muove le sue braccia e mostra, lubrica e pura, i suoi seni di stagno duro.
Fuggi luna, luna, luna. Se venissero i gitani farebbero col tuo cuore collane e bianchi anelli.
Bambino, lasciami ballare. Quando verranno i gitani, ti troveranno nell’incudine con gli occhietti chiusi.
Fuggi, luna, luna, luna che già sento i loro cavalli. Bambino lasciami, non calpestare il mio biancore inamidato.
Il cavaliere s’avvicina suonando il tamburo del piano. nella fucina il bambino ha gli occhi chiusi.
Per l’uliveto venivano, bronzo e sogno, i gitani. le teste alzate e gli occhi socchiusi.
Come canta il gufo, ah, come canta sull’albero! Nel cielo va luna con un bimbo per mano.
Nella fucina piangono, gridano, i gitani. Il vento la veglia, veglia. Il vento la sta vegliando.
Tristezza della luna, Charles Baudelaire
Questa sera la luna sogna più? languidamente; come una bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera prima d’addormirsi carezza il contorno dei seni, e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni bianche che salgono nell’azzurro come fiori in boccio. Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno, accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima dai riflessi iridati come un frammento d’opale, e la nasconde nel suo cuore agli sguardi del sole.
O falce di luna calante, Gabriele d’Annunzio
O falce di luna calante che brilli su l’acque deserte, o falce d’argento, qual mèsse di sogni ondeggia al tuo mite chiarore qua giù! Aneliti brevi di foglie, sospiri di fiori dal bosco esalano al mare: non canto non grido non suono pe ’l vasto silenzio va. Oppresso d’amor, di piacere, il popol de’ vivi s’addorme… O falce calante, qual mèsse di sogni ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!
Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, Giacomo Leopardi
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, Silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, Contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga Di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga Di mirar queste valli? Somiglia alla tua vita La vita del pastore. Sorge in sul primo albore Move la greggia oltre pel campo, e vede Greggi, fontane ed erbe; Poi stanco si riposa in su la sera: Altro mai non ispera. Dimmi, o luna: a che vale Al pastor la sua vita, La vostra vita a voi? dimmi: ove tende Questo vagar mio breve, Il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo, Mezzo vestito e scalzo, Con gravissimo fascio in su le spalle, Per montagna e per valle, Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, Al vento, alla tempesta, e quando avvampa L’ora, e quando poi gela, Corre via, corre, anela, Varca torrenti e stagni, Cade, risorge, e più e più s’affretta, Senza posa o ristoro, Lacero, sanguinoso; infin ch’arriva Colà dove la via E dove il tanto affaticar fu volto: Abisso orrido, immenso, Ov’ei precipitando, il tutto obblia. Vergine luna, tale E’ la vita mortale.
Nasce l’uomo a fatica, Ed è rischio di morte il nascimento. Prova pena e tormento Per prima cosa; e in sul principio stesso La madre e il genitore Il prende a consolar dell’esser nato. Poi che crescendo viene, L’uno e l’altro il sostiene, e via pur sempre Con atti e con parole Studiasi fargli core, E consolarlo dell’umano stato: Altro ufficio più grato Non si fa da parenti alla lor prole. Ma perchè dare al sole, Perchè reggere in vita Chi poi di quella consolar convenga? Se la vita è sventura, Perchè da noi si dura? Intatta luna, tale E’ lo stato mortale. Ma tu mortal non sei, E forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina, Che sì pensosa sei, tu forse intendi, Questo viver terreno, Il patir nostro, il sospirar, che sia; Che sia questo morir, questo supremo Scolorar del sembiante, E perir dalla terra, e venir meno Ad ogni usata, amante compagnia. E tu certo comprendi Il perchè delle cose, e vedi il frutto Del mattin, della sera, Del tacito, infinito andar del tempo. Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore Rida la primavera, A chi giovi l’ardore, e che procacci Il verno co’ suoi ghiacci. Mille cose sai tu, mille discopri, Che son celate al semplice pastore. Spesso quand’io ti miro Star così muta in sul deserto piano, Che, in suo giro lontano, al ciel confina; Ovver con la mia greggia Seguirmi viaggiando a mano a mano; E quando miro in cielo arder le stelle; Dico fra me pensando: A che tante facelle? Che fa l’aria infinita, e quel profondo Infinito Seren? che vuol dir questa Solitudine immensa? ed io che sono? Così meco ragiono: e della stanza Smisurata e superba, E dell’innumerabile famiglia; Poi di tanto adoprar, di tanti moti D’ogni celeste, ogni terrena cosa, Girando senza posa, Per tornar sempre là donde son mosse; Uso alcuno, alcun frutto Indovinar non so. Ma tu per certo, Giovinetta immortal, conosci il tutto. Questo io conosco e sento, Che degli eterni giri, Che dell’esser mio frale, Qualche bene o contento Avrà fors’altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata, Che la miseria tua, credo, non sai! Quanta invidia ti porto! Non sol perchè d’affanno Quasi libera vai; Ch’ogni stento, ogni danno, Ogni estremo timor subito scordi; Ma più perchè giammai tedio non provi. Quando tu siedi all’ombra, sovra l’erbe, Tu se’ queta e contenta; E gran parte dell’anno Senza noia consumi in quello stato. Ed io pur seggo sovra l’erbe, all’ombra, E un fastidio m’ingombra La mente, ed uno spron quasi mi punge Sì che, sedendo, più che mai son lunge Da trovar pace o loco. E pur nulla non bramo, E non ho fino a qui cagion di pianto. Quel che tu goda o quanto, Non so già dir; ma fortunata sei. Ed io godo ancor poco, O greggia mia, nè di ciò sol mi lagno. Se tu parlar sapessi, io chiederei: Dimmi: perchè giacendo A bell’agio, ozioso, S’appaga ogni animale; Me, s’io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s’avess’io l’ale Da volar su le nubi, E noverar le stelle ad una ad una, O come il tuono errar di giogo in giogo, Più felice sarei, dolce mia greggia, Più felice sarei, candida luna. O forse erra dal vero, Mirando all’altrui sorte, il mio pensiero: Forse in qual forma, in quale Stato che sia, dentro covile o cuna, E’ funesto a chi nasce il dì natale.
0 notes
Text
Ricopio qui una parte del mio diario di viaggio scritto durante il viaggio in Andalusia in solitaria di 4 anni fa a Natale.
Ci saranno di sicuro tanti errori di grammatica. Ma quando viaggio penso di più a godermi i posti e fare foto che a correggere le bozze 😀
Il mio Natale in Andalusia – 2′ giorno
Meno male che ho preso il Tom Tom !!!! C’avrei messo ore per trovare l’albergo in pieno centro a Cordoba in una viuzza a due passi dalla Mezquita.
Subito una bella cena in una tipica trattoria consigliata dalla roughguide e poi a fare le prime foto di notte dal Puente Romano prima di tornare in albergo verso mezzanotte.
Mi sono alzato stamattina prima della sveglia e già alle 6:30 giravo lungo il Rio Guadalquivur per cercare dove fare le foto al sorgere del sole. L’alba e’ splendida con un cielo terso e il sole alle mie spalle che illumina la Mezquita fotografata dalla riva, con i piedi quasi nell’acqua. Perlomeno nel fango avendo scavalcato di nascosto delle reti e arrivando quasi all’acqua.
http://www.andreafedericiphoto.com All rights reserved – Copyright © Andrea Federici
http://www.andreafedericiphoto.com All rights reserved – Copyright © Andrea Federici
http://www.andreafedericiphoto.com All rights reserved – Copyright © Andrea Federici
Nella cattedrale entro alle 8:30, gratuitamente. Così è la prima oretta, poi alle 9:30 cacciano via e cominciano a entrare solo i turisti che hanno acquistato il biglietto. Molto bella con un connubio-contrasto fra arte araba e cristiana.
Dopo una lauta colazione passeggio nella Juderia, il vecchio quartiere ebraico, visitando la piccola Sinagoga e la bella Cattedrale di San Bartolome’.
Passeggiando nei vicoletti – il nuovo aggieggio reggi macchina e’ comodissimo ed è una figata- raggiungo poi l’Alcazar, caruccio ma niente di che.
Fino alle 11:00 fa un po’ freddo nonostante il sole pieno ma poi finalmente via il piumino e a spasso in felpa mangiando un arancio preso dall’albero di nascosto non sia mai che mi cazziano… Prendo un taxi per andare nella zona nord a modici 4€ per 10′ d’auto.
Piano piano torno verso il fiume visitando chiese e vicoli, fermandomi poi a pranzo a Plaza del Potro, uno dei luoghi storici della città chiedendo un bicchiere di vino e due mezze porzioni di spiedino di baccalà e polpo con patate… Meno male l’ho fatto altrimenti sarei morto satollo. Porzioni enormi!
Ora un paio d’ore di relax in albergo e poi pomeriggio in giro senza meta, tante foto e un bel po’ di manzanilla
Questa volta il diario esce il primo pomeriggio che pennico e non la notte che ho da fare… foto
http://www.andreafedericiphoto.com All rights reserved – Copyright © Andrea Federici
http://www.andreafedericiphoto.com All rights reserved – Copyright © Andrea Federici
http://www.andreafedericiphoto.com All rights reserved – Copyright © Andrea Federici
Il mio Natale in Andalusia – 3′ giorno
Dopo la pennichella di ieri riprendo a girare per Cordoba nella Plaza de la Corrida, molto simile a quella di Salamanca, in cui sono stato anni fa, ma molto più povera, poi nei vicoli sino a tornare per il tramonto al Ponte Romano. Girovago per la loro ‘via del corso’ guardando vetrine bancarelle e riprendendo un gruppo di signore che cantano vestite tutte in rosso natalizio accompagnate da un vecchio chitarrista. Per la cena ero indeciso dove andare e alla fine scelgo uno che non mi ispira molto ma è a due passi dall’hotel. A differenza dalle attese piatti davvero buoni e particolari. Una cucina andalusa di ricercata che ha ricevuto anche premi gourmet.
Questa mattina sono partito con il buio. Non perché mi sia svegliato per fare foto all’alba. Erano le 7:30 e qui il sole sorge alle 8:20. Sarà contenta La Sac che vuole accompagnarmi a fare foto all’alba a Siviglia uno dei giorni che saremo li. La temperatura è davvero fredda. Fa 1 grado alle 9:30 mentre percorro l’autostrada.
Arrivo dopo 1h:30′ si macchina a Uzbeda una città carina nella parte storica ma non da passarci una giornata. Incredibile come fino alle 10:00 sia ancora quasi tutto chiuso. Giusto aperti un paio di infimi baretti dopo prendo due caffè. Due perché il primo era imbevibile.
Gli spagnoli hanno i loro ritmi io non so se potrei viverci qui.
Lasciata Ubeda arrivo dopo 20′ a Baeza. Un gioiello! Questa, patrimonio dell’Unesco vale si una sosta. Bellissimo il centro, i palazzi storici e bellissima e’ la cattedrale.
Mi fermo qui a pranzo prima di prendere la statale recensita in diverse guide come molto panoramica per arrivare nel tardo pomeriggio a Granada.
Cordoba, nella splendida Andalusia Ricopio qui una parte del mio diario di viaggio scritto durante il viaggio in Andalusia in solitaria di 4 anni fa a Natale.
0 notes
Text
Quando il lavoro mi permette di iniziare la settimana il lunedì pomeriggio, ne approfitto sempre per spingermi più lontano del normale e magari riuscire a vedere luoghi e stadi da me ancora inesplorati. Come questa domenica di fine marzo, in cui mi spingo fino in Lombardia, più precisamente a Voghera, paese di quarantamila abitanti posto al confine con il Piemonte per la partita Oltrepovoghera – Como.
Dopo il sabato sera a Viterbese – Livorno, nonostante le poche ore di sonno, le lancette spostate in avanti con la conseguente ora in meno per il ritorno dell’ora solare, mi alzo presto per questa nuova avventura in giro per la nostra penisola. Prenotando con largo anticipo i vari mezzi di trasporto, riesco a risparmiare pure un bel po’ di soldi e la scelta di anticipare l’orario di partenza, mi permette di girare un po’ in un posto dove non sono mai stato.
Non sono amante della tecnologia, delle novità o delle comodità, mi reputo una persona abitudinaria che vede sempre il lato negativo di ogni importante cambiamento, però devo riconoscere che le sole tre ore del treno Roma – Milano mi danno modo di arrivare con comodo in quel di Voghera, dove torno a vedere i comaschi a più di un mese dalla trasferta di Seregno, in cui mi avevano fatto una buona impressione.
Quando arrivo, faccio un bel giro in stazione poi, passando per il centro (dove noto qualche adesivo ben fatto degli ultras locali), mi dirigo direttamente allo stadio per approfondire le mie conoscenze su questo storico impianto, intitolato dal 2009 allo sfortunato pugile Giovanni Parisi. A pochi passi dallo stesso, sorge il “PalaOltrepò”, dove attualmente disputa le proprie partite casalinghe il Derthona Basket. Dopo un giro veloce anche intorno al palazzo, mi dedico completamente allo stadio vogherese e mi accorgo che un’entrata non è più attiva, ma si entra da un’ unica cancellata sia per andare in curva che in tribuna. Qualche scritta particolare dei vogheresi, sia davanti alla propria curva che dalla parte della tribuna mentre l’entrata del settore ospiti è ancora contrassegnata da una grande scritta degli “ULTRAS MATERA”, ricordo della memorabile trasferta della finale di coppa Italia serie D del 2010.
Quando mancano una quarantina di minuti al fischio d’inizio, il settore è presidiato già da una camionetta della polizia, più da un’altra nella via adiacente, ma con i comaschi che devono ancora arrivare. Concluso il mio giro e tornato al punto di partenza, varco finalmente l’impianto cittadino. Già so che non troverò nessun ultras a sostenere la compagine locale perché quando prese corpo, qualche anno fa, l’idea di fusione tra l’Oltrepò di Stradella e la Vogherese, gli ultras rossoneri fin dal principio furono contrari a questa nuova realtà, tanto da preferire il Voghera che all’epoca si trovava in Terza categoria (attualmente in prima), e che non gioca nemmeno in questo impianto bensì in una località vicina.
Addetti ai lavori mi dicono che entrambe queste realtà non se la passano benissimo e già dal prossimo anno i vogheresi potrebbero ritrovarsi senza calcio, la prova ne è oggi l’Oltrepovoghera sceso in campo imbottito di giovani. Altrettanto triste apprendere che gli sponsor del passato, quelli che sostennero la Vogherese negli anni della Serie C, non esistono più: basta farsi un giro nell’arteria principale per vedere i fabbricati completamente abbandonati, copie sbiadite di quel periodo florido di cui non resta che il ricordo.
Messo piede in campo cerco di buttarmi alle spalle questa strana nostalgia, concentrandomi sulla conformazione dello stadio: costituito da una grande tribuna coperta divisa in tre parti, la grande curva dove un tempo prendevano posto gli ultras vogheresi e la tribuna scoperta formata da cinque gradoni e divisa in due parti, ma che ormai viene destinata completamente alle tifoserie ospiti. Tutto sommato è un impianto grande che potrebbe far invidia a tanti stadi anche di categoria superiore.
Alle 15, orario posticipato di mezzora per il ritorno dell’ora solare, le squadre finalmente entrano in campo con gli ospiti che sventolano diverse bandiere e delle bandierine di stoffa bianco e blu, accendendo inoltre una torcia. La parte calda degli ultras prende posto a centro tribuna, dietro lo striscione dedicato ai diffidati, aumentati sensibilmente dopo il derby casalingo contro il Varese.
Poco o niente da raccontare sul pubblico casalingo: i presenti (la maggior parte dei quali in tribuna) seguono la partita seduti, senza fare nessun coro, partecipando agli eventi giusto con qualche strillo, soprattutto nella seconda parte di gara, quando le fasi di gioco diventano più concitate, con capovolgimenti di fronte continui.
Per cui gli unici protagonisti sono gli ultras comaschi, che partono subito forte facendosi sentire discretamente. Il loro tifo si basa su tantissimi battimani ad accompagnare i cori ed anche le bandierine vengono sventolate abbastanza di frequente. Le pause ci sono ma restano limitate.
Nella seconda frazione i biancoblu partono con meno enfasi, seppur dopo una decina di minuti effettuino una semplice sciarpata, ma non proprio fitta. Il tifo poi prosegue tra alti e bassi divenendo molto frammentario, un po’ anche per il risultato che la squadra non riesce a sbloccare per conquistare questi tre punti fondamentali per la classifica.
Fino alla fine il risultato resta invariato e mentre piovono applausi scroscianti per i giovani padroni di casa per la conquista del punto, ma soprattutto per il gioco che ha permesso loro di tenere testa alla seconda in classifica, dalla sponda opposta gli ultras comaschi sono molto delusi, sia dal risultato che dal gioco espresso dai loro giocatori, e non fanno nulla per nasconderlo, rimproverando gli undici in campo con fischi ed urla di disapprovazione.
Il Gozzano, attuale leader del girone A, ritorna a più quattro punti in classifica e a sei giornate dalla fine, il Como non può più permettersi altri passi falsi se davvero vuol ritornare nel calcio professionistico.
Marco Gasparri
Oltrepovoghera – Como: la nostalgia del passato e la voglia di diverso futuro Quando il lavoro mi permette di iniziare la settimana il lunedì pomeriggio, ne approfitto sempre per spingermi più lontano del normale e magari riuscire a vedere luoghi e stadi da me ancora inesplorati.
0 notes
Text
Pubblico anche qui il diario che scrissi in diretta day by day durante il viaggio in Andalusia
This slideshow requires JavaScript.
1′ giorno – 22/12
A differenza degli ultimi due voli stavolta tutto ok. Niente ritardo del decollo e conseguente perdita della coincidenza a Delhi per Varanasi come quest’estate, o nebbia a Ciampino che impedisce il decollo con conseguente bus per Fiumicino e 4 ore di delay, quando a novembre partivo per Budapest ️.
Il decollo è bellissimo con una visibilità fantastica e il sole che inseguiamo volando verso est che illumina di giallo oro le ali del’boeing.
Ho solo avuto un colpo al cuore quando a 15′ dall’atterraggio m’e’ venuto il dubbio mi fossi ricordato di mettere anche la patente nel portafoglio da ‘viaggio’. Fortunatamente si
Curioso l’annuncio del comandante di restare con le cinture allacciate dopo l’atterraggio a Siviglia. Doveva salire a bordo … la polizia Un tizio aveva fumato in bagno … Cretino come pochi.
Noi scendiamo, lui non so. In una ventina di minuti ritiro il bagaglio e prendo l’auto a noleggio pagando 9€ al giorno di supplemento per prendere anche il navigatore GPS che mi sarà utile non tanto nei tragitti da un posto all’altro quanto entrato nelle città per trovare gli alberghi.
Un oretta di autostrada ed eccomi a Cordoba. Check in fatto ora si va a mangiare tapaaaaassss!!!! Asta luego!!!
Il mio Natale in Andalusia – 2′ giorno
Meno male che ho preso il Tom Tom !!!! C’avrei messo ore per trovare l’albergo in pieno centro a Cordoba in una viuzza a due passi dalla Mezquita.
Subito una bella cena in una tipica trattoria consigliata dalla roughguide e poi a fare le prime foto di notte dal Puente Romano prima di tornare in albergo verso mezzanotte.
Mi sono alzato stamattina prima della sveglia e già alle 6:30 giravo lungo il Rio Guadalquivur per cercare dove fare le foto al sorgere del sole. L’alba e’ splendida con un cielo terso e il sole alle mie spalle che illumina la Mezquita fotografata dalla riva, con i piedi quasi nell’acqua. Perlomeno nel fango avendo scavalcato di nascosto delle reti e arrivando quasi all’acqua.
Nella cattedrale entro alle 8:30, gratuitamente. Così è la prima oretta, poi alle 9:30 cacciano via e cominciano a entrare solo i turisti che hanno acquistato il biglietto. Molto bella con un connubio-contrasto fra arte araba e cristiana.
Dopo una lauta colazione passeggio nella Juderia, il vecchio quartiere ebraico, visitando la piccola Sinagoga e la bella Cattedrale di San Bartolome’.
Passeggiando nei vicoletti – il nuovo aggieggio reggi macchina e’ comodissimo ed è una figata- raggiungo poi l’Alcazar, caruccio ma niente di che.
Fino alle 11:00 fa un po’ freddo nonostante il sole pieno ma poi finalmente via il piumino e a spasso in felpa mangiando un arancio preso dall’albero di nascosto non sia mai che mi cazziano… Prendo un taxi per andare nella zona nord a modici 4€ per 10′ d’auto.
Piano piano torno verso il fiume visitando chiese e vicoli, fermandomi poi a pranzo a Plaza del Potro, uno dei luoghi storici della città chiedendo un bicchiere di vino e due mezze porzioni di spiedino di baccalà e polpo con patate… Meno male l’ho fatto altrimenti sarei morto satollo. Porzioni enormi!
Ora un paio d’ore di relax in albergo e poi pomeriggio in giro senza meta, tante foto e un bel po’ di manzanilla
Questa volta il diario esce il primo pomeriggio che pennico e non la notte che ho da fare… foto ️
Il mio Natale in Andalusia – 3′ giorno
Dopo la pennichella di ieri riprendo a girare per Cordoba nella Plaza de la Corrida, molto simile a quella di Salamanca, in cui sono stato anni fa, ma molto più povera, poi nei vicoli sino a tornare per il tramonto al Ponte Romano. Girovago per la loro ‘via del corso’ guardando vetrine bancarelle e riprendendo un gruppo di signore che cantano vestite tutte in rosso natalizio accompagnate da un vecchio chitarrista. Per la cena ero indeciso dove andare e alla fine scelgo uno che non mi ispira molto ma è a due passi dall’hotel. A differenza dalle attese piatti davvero buoni e particolari. Una cucina andalusa di ricercata che ha ricevuto anche premi gourmet.
Questa mattina sono partito con il buio. Non perché mi sia svegliato per fare foto all’alba. Erano le 7:30 e qui il sole sorge alle 8:20. Sarà contenta La Sac che vuole accompagnarmi a fare foto all’alba a Siviglia uno dei giorni che saremo li. La temperatura è davvero fredda. Fa 1 grado alle 9:30 mentre percorro l’autostrada.
Arrivo dopo 1h:30′ si macchina a Uzbeda una città carina nella parte storica ma non da passarci una giornata. Incredibile come fino alle 10:00 sia ancora quasi tutto chiuso. Giusto aperti un paio di infimi baretti dopo prendo due caffè. Due perché il primo era imbevibile.
Gli spagnoli hanno i loro ritmi io non so se potrei viverci qui.
Lasciata Ubeda arrivo dopo 20′ a Baeza. Un gioiello! Questa, patrimonio dell’Unesco vale si una sosta. Bellissimo il centro, i palazzi storici e bellissima e’ la cattedrale.
Mi fermo qui a pranzo prima di prendere la statale recensita in diverse guide come molto panoramica per arrivare nel tardo pomeriggio a Granada.
Il mio Natale in Andalusia – 4′ giorno
Lasciata Baeza, confermo molto bella, prendo la provinciale che passa per i monti che avevo trovato sulla Lonley fortunatamente fotocopiandola, sapendo che non l’avrei portata, prima che la dimenticassi nel volo per Torino di un masetto fa.
Un oretta di auto in un bellissimo paesaggio arrivo a Granada verso le 17:00 e il difficile è stato trovare parcheggio a due passi dall’albergo in pieno centro. Alla fine mi tocca parcheggiare in un sotterraneo custodito a modici 16€ ogni 24h!!!
Fatto il check in esco subito per fare qualche foto prima che tramonti il sole. L’umore non è il massimo ma era previsto. Mi distraggo brindando con un gruppo di ragazzi spagnoli muniti come me del cappello di babbo natale.
Rientro poi in albergo per una bella chiacchierata con FaceTime con Damiano e poi fuori a cercare un posto aperto per cena… Temendo di trovarne pochi. E invece tutti i ristoranti arabo-mussulmani (e qui visto siamo a un tiro di schioppo dal Marocco sono tantissimo) sono ovviamente aperti e pullulano di turisti.
Cena e poi una passeggiata prima di andarmene a letto un paio d’ore prima che nasce un bimbo dentro una capanna a Gerusalemme.
Oggi mi alzo alle 7 prima della sveglia prevista e mi preparo piano piano per esser al Mirador de San Nicolas prima del sorgere del sole. Posto spettacolare e alba bellissima solo soletto con un panorama bellissimo davanti a me. Poi colazione in un bel baretti del quartiere è in giro per le belle viuzze ancora vuote.
Entro alle 11:00 nella cattedrale per fare qualche foto ma oggi messe 24 su 24 ed è vietato assolutamente di farne. Rientro per una doccia in albergo e dopo un po’ di relax riprendo a scoprire Granada, bellissima davvero.
A pranzo mi fermo lungo la salita che porta all’Alcazar – che visiterò domani mattina con biglietti già comprati pesi fa – per un buon pranzetto a base gazpacho (mi devo ricordare però che cetriolo non lo digerisco) e secondo di carne stufata. Il tutto sotto al sole guardando le mura e le torri dell’Alahambra.
Pomeriggio previsto… Cazzeggio, shopping, tapas e… Boh vedremo. Ma in pieno relax! Buon Natale a tutti!
Ps: comunque alle due amiche che mi raggiungeranno a Siviglia per il capodanno dice davvero bene, o male non so, dipende da loro. Ma avremo tanto tempo per girare insieme. Infatti qui i ritmi sono sfasati di tre ore rispetto a chi fa foto. La vita comincia alle 11:00 quando ormai la luce non ti permette di fare scatti decenti e la sera riprende dopo la siesta verso le 21:00, ben dopo le foto al tramonto delle 18:45. Quindi si riesce a far tutto… Foto all’alba, pranzi e passeggiate con calma, foto al tramonto e poi tapas e cene fino a tardi. E saranno pure fortunate perché camminerò meno visto che comincio ad avere dolori alle gambe a forza di farlo per 10 ore al giorno
Il mio Natale in Andalusia – 5 giorno
Ieri dopo il pranzo, un breve riposino e alle 16:30, prima che dopo 30′ fossero sospese le corse dei bus sono andato a prendere il C2 per salire a Sacromonte. Una zona suggestiva per duplice motivo. La veduta della città con il sole che tramonta alle spalle e perché è il quartiere gitano con abitazioni in cui ti fanno entrare per mostrartele, ovviamente chiedendo qualche €, e con tanta loro musica di sottofondo.
Fatte le foto al tramonto scendo poi verso girovagando a caso nelle vie del Albaicin e arrivato in albergo lascio lo zaino fotografico. Non ci si crede ma avevo deciso di uscire senza Canon
Ceno a base eccellenti tapas alla Botega Castaneda, un must per chi viene a Granada!!! È uno dei bar più antichi, un istituzione. Dopo cena un paio di manzanilla e calamari fritti attorno a un tavolo con un gruppo di francesi.
Oggi alle 7:00 sveglia per esser presto al Alhambra ed evitare file. Non ero il primo come al Taj Mahal quest’estate, ma ero fra primi 10 obbligatorio per chi viene comprare sulla loro pagina web i biglietti in anticipo. Io l’avevo fatto da mesi. La fila di chi doveva acquistarlo oggi alle 8:00 (apre alle 8:30) era lunghissima.
L’Alhambra e’ me ra vi glio so. Dopo alcune foto dalla Torre de la Vela,mentre il sole ancora doveva superare le vette della Sierra Nevada, e la visita all’Alcazaba, entro nei Palacio Nazaries infatti fino ad oggi. Una reggia vera e propria!
A metà mattinata ritorno a valle per una bella colazione cioccolato e churros prima del check out e prendere la macchina per incamminarmi verso Ronda.
La strada è molto bella con oliveti ovunque a perdita d’occhio. Alle 13:00 stavano partendo i colpi di sonno e quindi sosta di una 30′ di minuti chiudendo gli occhi per ripartire poi carico … assieme a una coca-cola
Arrivato a Ronda alle 15:00 check in e subito fuori affari come pochi. Tapas in piazza e poi a girare questa bella città con un magnifico ponte che unisce la parte storica a quella nuova.
Ora relax e fra poco a cercare qualche bel ristorante tipico.
Domani in giro fra i Pueblos Blanco, passando per Arcos de la Frontera e destinazione finale Jerez.
Il mio Natale in Andalusia – 6′ giorno
Ieri arrivato a Ronda subito in giro per i vicoletti e a fotografare il bellissimo ponte romano che unisce la città vecchia a quella nuova.
Su e giù per un po’ e poi torno a prendere la macchina per andare fuori dal paese a riprendere da una bellissima posizione da sotto il ponte.
Tornato in centro lascio l’auto e subito una bella tapas di fegato e un vinto tinto per scaldarmi un po visto che la era fa davvero freddo.
Un paio di birre e poi a cena in un ristorante famoso del posto dove mangio un ottimo maialino mentre un toro (fu toro) mi osserva.
Stamattina sveglia con calma alle 8:30 e dopo una lauta colazione in albergo parto per girarmi i Paesos Blanco. Ha fatto freddo stanotte e l’auto e’ coperta di ghiaccio.
Fantastica la strada di montagna che da Zahara poeta a Grazalema.
Paesaggi suggestivi mentre si sale in vetta al monte da valicare e poi riscendere a valle. Una valico da non fare mai di notte, e mai dopo aver bevuto o con il tempo pessimo. Meno male l’ho percorsa verso le 10:00 quando il ghiaccio s’era sciolto. Soprattutto poi se sei con un auto a nolo di cui non hai idea di come stiano freni e gomme.
Arrivato a Grazalema me la giro un po per prendermi un caffè e rilassarmi dopo le n-mila curve fatte… Per chi soffre l’auto, io no, non è da fare quella strada di montagna
Proseguo poi per fermarmi a pranzo ad Arcos de la Frontera, mangiare un Tomato relleno de crema de queso y atun sobre salmoreyo e un Venao en salsa prima di passeggiarci nel centro e poi riprendere l’auto verso Jerez dove, oltre a un po di assaggi nelle bodegas di sharry, stasera mi sa che mi butto a ballare flamenco
Il mio Natale in Andalusia – 6′ giorno. Parte seconda
Arrivo a Jerez subito dopo pranzo e, fatto il check in, mi incammino subito verso le distillerie di sharry per una visita. Punto alla Bodegas del Maestro Sierra, consigliata da un amico, ma è chiusa e non riapre ne oggi ne domani. Così quella è cosi tutte le altre che verifico se siano aperte. Niente… Vorrà dire che aspetterò di essere dopodomani a San Lucar per una visita già prenotata. Stanco e con pessima luce per le foto (oggi nuvolo paro paro) torno in camera a riposarmi per un oretta. Esco poi alle 17:00 per girare a zonzo il barrio vecchio della città fra vicoletti, cattedrali e palazzi che cascano a pezzi. Alle 18:00 prima pausa e un bel whisky&coca in una delle piazze più suggestive di Jerez, piazza de la Assuncion. Sono seduto fuori sotto un fungo acceso per un po di caldo e guardo la bellissima chiesa, la gente che chiacchiera fra amici bevendo e i bambini che giocano a palla o altro nella piazza. E ovviamente mi incupisco un po’ . Peraltro se passate a Jerez vi consiglio assolutamente il locale. È Las Cuadras. Bellissimo dentro, antico, e con un pavimento storico con vecchi ‘sanpietroni’ .
Proseguo il giro ed entro in un paio di localini molto carini per un manzanilla e poi una cerveza. Tocca far passare il tempo qui, perché prima delle 21:00 non si cena…. Giro, giro e rigiro a caso e poi torno verso la zona che più mi aveva ispirato per la cena. Fra i due locali che mi stuzzicavano scelgo quello che meno mi attirava, più moderno e piatti più ricercati, solo perché aveva il wi-fi rispetto all’altro. Peccato che non funzionava. Ed ero ovviamente solo in sala Scelgo piatti di pesce accompagnati da un calice di bianco. Un salmone a forma igloo con dentro un formaggio leggero e intorno marmellate di arance e noccioline come entree e per secondo un filetto di tonno scottato con salsa sherry. Compreso un caffè 18€… ci si può stare
Poi in giro a cercare dove ballano il flamenco fermandomi ogni tanto per un bicchiere di oloroso
Il mio Natale in Andalusia – 7 giorno
Non c’è proprio nulla da fare… I miei ritmi prevalgono sulle intenzioni. Anche oggi mi sveglio mezz’ora prima della sveglia . Fatto il check out vado a prender l’auto lontana dall’albergo e torno a prendere valigia e zaino.
Visto sono uscito prima del previsto cambio programma. Faccio in tempo ad esser a Tarifa per l’alba… Almeno sulla carta. Ci vogliono 50′ dice il tom tom e dopo 50′ e’ previsto l’orario del sorgere del sole.
Arrivo in alto sopra la città parcheggiando al volo accanto a un baretto, ovviamente chiuso, poco dopo l’alba…
Il tempo e’ nuvoloso e c’è tanto vento ma ne è valsa la pena. Incredibile come l’Africa sia a un tiro di schioppo.
Riprendo la statale che sale e scende le colline lungo la costa strapiene di pale eoliche.
Superata Tarifa la lascio per prendere una provinciale che passa nei Paesini lungo costa. Mi fermo per una bella colazione e qualche foto fino poi ad arrivare al faro di trafalgar.
Lo raggiungo a piedi visto che la sabbia che si sposta con i venti ha invaso la strada e seppellito anche i cartelli stradali. Rientrato una coca e un FaceTime con Dami a casa dopo aver appena infornato una crostata per i cuginetti.
Proseguo poi direttamente per Cadice, saltando Vejer.
La camera e’ in pieno centro ed è stato arduo sia trovare parcheggio che il B&B ma è molto carino e ne è valsa la pena. Orami comunque tramite booking.com non mi sono mai trovato male negli alloggi che ho prenotato.
Il cielo e’ paro paro, coperto da nuvole cariche, che spero il vento forte porti via. Almeno le previsioni dicono cosi.
Mi fermo a pranzo nella piazzetta vicina per un bel risotto e degli ottimi ricci e poi giro la città seguendo i percorsi consigliati da una mappa presa in camera.
Bellissima e’ stata la visita alla torre Tavira dove dall’alto hai Cadice a 360′.
Anche la cattedrale merita una visita ma è’ impossibile ascoltare la guida audio in italiano. Deve averla registrata un coatto di qualche infima periferia di Roma. Damiano l’avrebbe paletta meglio
Finito il giro un po’ di relax in camera per poi andarmi a godere ape e cena e post-cena
Il mio Natale in Andalusia – 8 giorno
Un bel giro per Cadice ancora con le stelle in cielo. Rispetto a ieri il cielo s’e’ pulito completamente … Zero nuvole. Cammino lungo i bastioni per fare foto aspettando il sorgere del sole. Poi un salto al mercato per fotografare il pescato ma purtroppo alle 9:00 ancora vuoti i banchi del pesce. Solo quelli di carne e verdure sono aperti a quell’ora.
Rientro al B&B per prendee al volo la valigia e andare alla macchina che non è a due passi. 30′ d’auto e sono a Santa Maria dove faccio colazione in un bar storico dei pescatori. Mentre io mangio loro giocano a scopa.
Puntuale inizia la visita dell’azienda Osborne. Un oretta a sentire la sua storia e quella dello sherry, già nota al sottoscritto. La cantina e’ comunque bellissima. Taste al volo di 4 delle 8 bottiglie, dal fino al p.o., e poi riprendo l’auto per un giretto rilassante a Sanlucar, con annesso pranzo a base pesce in una storica taperia, prima di rimettermi in macchina per Siviglia.
Un ora e mezza d’auto con vento fortissimo che spazza si le nuvole ma anche le auto e alle 15:15 sono in aereoporto a rilasciare l’auto a noleggio.
Visto il largo anticipo rispetto all’ora di arrivo delle due amiche, le avviso via sms, che anziché all’uscita degli arrivi, gli darò il bienvenido alle 20:00 nella hall dell’albergo dopo che mi sono riposato un po’ e mi sto già bevendo qualcosina mentre le aspetto offrendogli ovviamente un calice di fino ️
Le mio Natale in Andalusia – 9 giorno
Stamattina sveglia presto per il primo giro di foto a Siviglia quando ancora dormono quasi tutti. Mi incammino verso la Cattedrale e incrocio solo qualcuno che sta aprendo l’edicola o la panetteria. Il 90% della popolazione locale e dei turisti dormono… Come Giulia e La Sac.
Fatte le foto alla Cattedrale attraverso il Rio Guadalquivir per fare da porte Isabella II le foto con le prime luci dell’alba. Poi di corsa in albergo perché nella hall alle 8:45 mi aspettano le due amiche per cominciare a girare la città. Prima tappa un bel baretto nella piazza delle porte di Ercole per fare una lauta colazione! Si gira poi un po’ per scoprire il mercato de la Feria e la zona de la Macarena e la muraglia Almoravide.
Passeggiamo poi piano piano verso sud verso la Plaza de la Encarnacion e dintorni fermandosi x qualche birra o fino prima di andare a pranzo da El Rinconcillo.
Lascio le amiche subito dopo per riposarmi un po’ mentre loro continuano a girarsi la città. Io riesco alle 17 e vado ad ammirare la città dall’Espacio Metrosol Parasol. Vado poi all’appuntamento delle 18:00 che avevo con loro sotto la Giralda. Ma mi danno buca e ci vediamo poi al solito ponte per un ape pre-cena e poi a girovagare Triana prima della cena in uno dei ristoranti top di Siviglia, l’Abades. Buono ma sotto le aspettative… Ne parleremo con Scuteri che ce l’aveva consigliato. Poi due passi al freddo, 2′, tornando a nanna e domani appuntamento alle 10:30 per visitare la Cattedrale. Buenas Noches
Il mio natale in Andalusia – 10 giorno (31/12)
Stamane appuntamento alle 10:30 per la visita alla Cattedrale.
Io però come sempre mi alzo prima e girovago per le strade per fare foto alle prime luci. Approfitto che tutto sia ancora chiuso o quasi per imbucarmi nell’hotel ECG, salire al 4 piano con l’ascensore e fare foto alla cattedrale
Poi colazione da Starbucks per un bel cappuccio e scrivo alle ragazze di vederci prima possibile all’ingresso della Cattedrale perché comincia già la fila. Sarò il 10mo in coda e scopro chiacchierando con lo staff che sarà aperta sino alle 13:00 e domani 1 gennaio sarà chiusa cosi come il Palazzo Reala. Arrivata la Sac le va subito quindi a prendere i biglietti per quest’ultimo, cosi’ da evitare la fila quando ci andremo nel pomeriggio, mentre io aspetto che arrivi anche Giulia. Un po’ poi assieme in fila fino alle 11:00 che apre e poi ci lasciamo dentro perché io di corsa salgo sulla Gironda, prima che si affolli e sopratutto prima che la luce per far foto diventi pessima.
Poi in giro per la splendida cattedrale per un oretta ad ammirare un opera incredibile e all’uscita ci rivediamo e ci incamminiamo insieme per cercare dove mangiare tapas. Andiamo alla Bodeguida Romero che mi aveva consigliato Silvia … Davvero buona, anche la trippa e i pimientos. Poi relax in riva al fiume a prendere il sole bevendo un pesto ximenez
Ci incamminiamo poi per il Real Alcazar. Ingresso rapidissimo visto che avevamo i biglietti evitando una cosa di una cinquantina di persone. Bellissimo anche il palazzo e i giardini che lo circondando che passeggiare al sole in felpa e’ fantastico.
Si torna poi in albergo per un riposino pre-serata di capodanno.
Per la cena di capodanno non ci siamo prenotati nulla e ci mettiamo un bel po a trovare dove cenare perché è davvero quasi tutto chiuso. Ma alla fine il posto scovato a caso sbagliando strada ci piace e ci si magia anche discretamente bene.
Poi passeggiata smaltisci-cena verso la Plaza Nueva dove festeggeremo la mezzanotte alla ricerca disperata di un bar/negozio aperto dove comprare una bottiglia da stappare. Troviamo un despar cinese con un Cava a 2,75€ ma La Sac non molla e, tornata in un locale dove s’erano fatte un the nel pomeriggio, corrompe a sguardi e parole il sommelier e a modici 20€ prende uno … Champagne!!! Si noi saremo forse gli unici in piazza a stapparne
Dopo 15′ parte il countdown e senza speaker e ognuno con il suo orologio sfasato stappiamo qualche secondo prima o dopo della vera mezzanotte ma che ci frega!!! Brindiamo e festeggiamo il nuovo anno assieme.
Camminano poi per un po in giro per il centro e poi a nanna. Un bellissimo 31 dicembre.
Il mio natale in Andalusia – 11′ giorno, 1 gennaio
Niente sveglia oggi e giù dal letto con calma alle 8:30. Doccia e fuori in giro nel deserto assoluto della città. Oggi peggio del solito ovviamente. Arrivo a ponte Isabella II e faccio colazione con una bella cioccolata calda circondato da gente ancora con il vestito della sera di capodanno. Gente nomale e gente meno
Altre foto e poi a prendere Giulia e La Sac per andare alla Plaze de Espana.
Posto splendido con un palazzo bellissimo nel pieno verde.
Dopo averla girata un po’ ci rilassiamo a prendere il sole e poi a pranzo alla ricerca di un posto buono in quella zona. Non facile visto che molti sono chiusi ed è meno centrale ma alla fine ne troviamo uno ottimo dove peccato che non vi fossero le lumache da cui prendeva nome il locale. Ottima comunque la coda di toro e un piatto di ceci e salame iberico.
Ci incamminiamo poi verso il Giadalquivir per fare un bel giro sul battello di un oretta ammirando da un diverso punto di vista la città e prendendo un altro bel po di sole 🙂
Nel pomeriggio in albergo un break per riposarci e preparare le valigie visto che il giorno dopo saremmo partiti.
Per cena andiamo a vedere se Puratasca è aperto ma purtroppo lo troviamo chiuso. Siamo in una zona meno battuta e altri locali aperti a Triana non ci ispirano e cosi piano piano torniamo in centro. Dopo qualche giro troviamo un bel ristorante che ci piace e per chiudere in bellezza la vacanza niente cerveza ma una bella bottiglia di bianco della Rioja ad accompagnare un ottima paella.
Poi a nanna presto perché incredibile ma vero l’indomani non sarei stato solo a vedere l’alba … Anche La Sac e Giulia si sarebbero buttate giù dal letto per veder sorgere il sole da Ponte Isabella ️
Il mio Natale in Andalusia – 12′ e ultimo giorno (2 gennaio)
Come anticipato nel diario di ieri oggi sveglia presto (termine improprio per me ma non per le 2 amiche) e appuntamento nella hall dell’albergo alle 7:45 per incamminarci verso ponte Isabella dove fare foto al sorgere del sole previsto per le 8:36.
Lungo il percorso colazione con churros e cioccolato caldo prima di muoverci lungo il Guadalquivir per scegliere la location dove aspettare l’alba. 5′ prima ci posizioniamo e aspettiamo. La Sac comincia a riprendere da diversi minuti prima un video ed è emozionantissima. Contenta di essersi – fibalmente – buttata giù dal letto senza poltrire per vivere l’emozione della giornata che comincia, della vita che ricomincia.
Anche Giulia e il sottoscritto apprezzano e non poco un momento unico che ti emoziona sempre ovunque si sia.
Poi una bella colazione nel bar/ristò del ponte a base panino con jamon e pomodoro io e queso Giulia con la Sac che guarda perché lei la fa sempre in camera con la moka elettrica portatile.
Passeggiamo poi nel quartiere Triana
dove stanno cominciando ad aprire bar e negozi prima di farci un giro nel Mercado e incamminarci quindi verso l’albergo per il check out.
Alle 11:30 prendiamo il taxi che ci porta in aereoporto pronti a tornare a Roma dopo aver trascorso una bellissima vacanza in una regione della Spagna piena di posti spettacolari, con bella gente e un ottima cucina.
Ancora qualche giorno di vacanza e poi dopo la befana si tornerà a lavorare… Intanto però io comincio già a pensare dove fare il prossimo viaggio
Il mio Natale in Andalusia – 2015 Pubblico anche qui il diario che scrissi in diretta day by day durante il viaggio in Andalusia…
0 notes