#il nostro futuro alle spalle
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settanta / milieu : i primi libri & altre notizie
● settanta/milieu – il nostro futuro alle spalle La collana settanta/milieu si inaugura con la pubblicazione di due titoli: L’evasione infinita, di Severino Turrini e I nostri anni, di Tano D’Amico. In uscita tra poco: Non mi sono fatto niente. Guerriglie esodi droghe carceri, di Maurizio “Gibo” Gibertini. Novità e materiali vari, legati agli anni Settanta e alla collana, sono pubblicati…
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è passato così tanto tempo dall'ultima volta che presi i miei spazi, è da un po' che non scrivo di me.
ma partiamo dall'inizio o dalla fine.
21 luglio 2023
un giorno d'estate come tanti, ancora inconsapevole dei molteplici cambiamenti che sarebbero avvenuti da lì ai mesi successivi.
rapporti d'amicizia chiusi.
rapporto chiuso con quel ragazzo che non sai nemmeno come definire il rapporto, in cui si è sempre disposti a fare funzionare le cose, e poi non funzionano, prendendocela con noi stesse, quando alla fin fine, nessuno ha colpe, semplicemente non è quella persona per cui ne vale la pena davvero dedicare il nostro tempo.
aver ripreso un rapporto d'amicizia con una ragazza d'infanzia, l'unica amica che ho tutt'ora.
aver deciso di non uscire più, solo il minimo indispensabile, come andare al lavoro, all'università e a fare spesa.
aver deciso di non postare più nulla sui social, tranne su tumblr, l'unico social diverso, lo sappiamo tutti.
aver deciso di chiudermi nella mia zona confort, che equivale ad alternare studio e lettura, tutto accompagnato da una buona tazza di thè caldo prima di andare a letto.
aver deciso di non intraprendere più nuove conoscenze.
aver deciso di dedicare tutta la mia pazienza e sforzi nel lavoro.
aver deciso di mettere al primo posto mia mamma e mio fratello.
aver deciso di non commettere gli stessi errori, per poi essere di nuovo punto e a capo.
tutto un “aver deciso di” e giustamente la prima domanda che una persona si pone è il fatidico “perché? perché queste scelte? sei così giovane”
non sono solita a criticare o giudicare certi stili di vita, eppure ogni volta che mi si pone questa domanda, la mia risposta è sempre la stessa “non voglio perdere tempo a divertirmi, voglio perderlo per costruirmi un futuro ed essere indipendente”
è così sbagliato?
è così sbagliato lavorare nel settore che più ti piace anche se la paga non è granché?
è così sbagliato lavorare per non avere quel macigno nel petto che porta il nome di “le mie spese sono tutte alle spalle dei miei genitori” ?
è così sbagliato studiare per avere un titolo che mi permetta di lavorare sempre nel settore che mi piace, ma allo stesso tempo avere uno stile di vita più appagato e un buon stipendio?
è così sbagliato essere selettivi con le persone, per il semplice fatto di non volermi circondare di nuovo da persone meschine, egoiste e false?
è così sbagliato mettere al primo posto la propria famiglia perché vuoi che stiano bene?
è così sbagliato voler rimanere a casa il venerdì sera o il sabato sera, anziché andare a ballare e ubriacarmi, solo per il pensiero di risparmiare soldi?
ripeto, non giudico certi stili di vita, ma perché giudicare la mia?
è così sbagliato tutto questo? porsi degli obbiettivi, fare progetti, è sbagliato?
siamo arrivati ad oggi, 4 marzo 2024.
in cui ho capito che stare da soli fa bene, ma starci per troppo tempo fa alquanto male.
in cui ho capito che avere soltanto due amici in croce è meglio che averne dieci di cui non puoi fidarti.
in cui ho capito che se voglio una cosa, la ottengo, con pazienza, determinazione e dedizione, ma la ottengo.
in cui ho capito che se una cosa non la faccio oggi, ma il giorno dopo, non succede nulla, basta farla, ovviamente dipendentemente dalle circostanze.
e siamo attivati ad oggi, 4 marzo 2024, in cui ho capito di stare finalmente bene dopo tanto tempo, così bene che ogni tanto durante la giornata mi chiedo “dov'è la fregatura?”
perché si sa, ogni momento di quiete prima o poi verrà spazzato via dalla tempesta.
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Sette di Coppe
"L'Essenziale è visibile agli occhi".
L'Onda di Rinnovamento che stiamo vivendo è accompagnata da profondi congedi.
Tra le vibranti frequenze della Rinascita, molte persone ci stanno lasciando, molti luoghi calano il sipario, molte parti di noi si staccano, per lasciare il posto a qualcosa di Nuovo, di insondato, di mutato nella sua Forma e nella sua Essenza.
La fine di questo Mese, così intenso ed impattante, spegnerà uno ad uno i riflettori sul Passato.
Lo renderà sempre più"inaccessibile".
Ci sembra impossibile. Ma sarà così.
Non si potrà più accedere allo "Schema precedente". Neppure attivando la "volontà".
Esso verrà prontamente rifiutato dalla Struttura Interiore e allontanato.
Ed allora, volente o nolente, "si dovrà andare oltre".
L'onda di trasformazione degli ultimi mesi ha lasciato il segno, ha scavato un solco profondo dentro al nostro Cuore, ha generato una condizione interiore nuova, una base esistenziale e spirituale evoluta, pronta a muoversi nel Nuovo Mondo.
Non c'è più un "dietro", c'è solo un "oltre", uno sguardo attento e curioso fissato all'orizzonte.
Rinunciare agli "Schemi della Disfunzione" non è stato semplice.
Identificarsi per anni con il Trauma è stato faticoso e logorante.
Ma oggi possiamo accedere al Varco dell'Integrità, dove Passato e Futuro si incontrano per generare il Presente.
E il Presente ci regala un'immagine di noi stessi "matura", consapevole e pronta a spogliarsi delle ultime vestigia di Finzione, per abbracciare la Verità di chi siamo in tutte le sue originali e inedite forme.
Il Secondo Varco ci ha cambiati. E un po' anche noi abbiamo "cambiato il Varco". Lo abbiamo reso più umano, più materiale e meno astratto. Lo abbiamo intriso di emozioni terrene, di lacrime e momenti di commozione tipicamente umani.
E lo Spirito ci ha "seguiti" passo a passo in questo viaggio emozionale, indicandoci la via, incoraggiando i nostri Cuori, riunendo e ricostituendo Unità nei luoghi millenari della Separazione.
E mentre i resti del Passato agonizzano alle nostre spalle, mentre il Vecchio Mondo abbandona i suoi schemi malati e congeda le Anime di chi non "può proseguire oltre", oltre alla "nostalgia", sentimento classico del Vecchio Mondo, si apre una sorta di celebrazione partecipata del "cordoglio".
Mentre si spengono i riflettori sulle "antiche vibrazioni del dolore", mentre assistiamo alla "strage annunciata dei più deboli", mentre ci accorgiamo che tutto era già "pronto" da tempo dentro di noi, la "Struttura Cristallina" ritorna all'Origine, rievoca il momento della Nascita, ricostituendo l'Uno interiore.
Essa diverrà Diamante.
Maturerà l'Adultità di Sistema.
E non si sentirà più fragile ed eterea. Ma forte e centrata.
Avrà interiorizzato l'Essenza dei Genitori, avrà accolto i Doni degli Avi, avrà posto fine alla guerra tra Generi, avrà generato e radicato la Vita nel suo Movimento Autentico e Armonico.
Dalle Strutture Diamantine verranno implementati i prossimi cambiamenti sociali, con lo sviluppo di nuovi ordini dell'Amore e le prime fondamenta dei sistemi sociali evoluti in "Comunità Animiche".
Ma tempo al tempo.
I prossimi mesi saranno impegnativi: dovremo abituarci a numerosi cambiamenti materiali.
Il Fuori inizierà ad adattarsi alla nostra nuova Struttura Interiore.
Saluteremo uno ad uno "i costrutti legati all'Antica Disfunzione".
Essi regaleranno accanto alla "Perdita", una straordinaria opportunità alternativa di "Vincita".
L'Intensità che condurrà alla "Fine", sarà la stessa che contestualmente spalancherà il "Nuovo Inizio".
Ci sarà poco spazio per i "drammi antichi" e molta più apertura per gli "sviluppi moderni".
Ma tempo al tempo.
Intanto concludiamo l'ingresso al Varco. E concediamoci una pausa di profondo ascolto.
Tante novità stanno per giungere nella Materia per noi. Dobbiamo solo restare fermi, centrati, respirare e lasciare che la nuova Struttura ci conduca nel nostro "oltre".
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Ringrazio dal profondo del mio Cuore tutti coloro che mi hanno regalato auguri e pensieri bellissimi per il mio "Varco Natale". Mi sono commossa tantissimo per l'immenso affetto ricevuto. Non me l'aspettavo.
Questo spazio di condivisione, di tarocchi, di riflessioni e visioni, questa pagina piena di emozioni, di battaglie, di passaggi, di trasformazioni, è oggi condivisa con tante Anime che si muovono con lo stesso Sentito e la stessa Volontà di crescere e portare Affetto, Dolcezza, Visione, Crescita e Amore nelle nuove dimensioni della Materia.
Non mi stancherò mai di ringraziare per questo.
Leggo tutti i vostri messaggi ogni giorno e mi sento parte del vostro cammino pur non conoscendovi personalmente.
Silenziosamente e con delicatezza cerco di "esserci". I tempi sono "forti". Le strutture spesso ancora "piuttosto barcollanti". Ma in ogni vostro messaggio, pensiero e conflitto, sento che questa Umanità, oggi tanto dolorante e addolorata, può farcela.
Può portare il "Nuovo". Con Onore ed Integrità, con Fede e Speranza.
Vi abbraccio tutti. Uno ad uno.
E vi auguro di stringere sempre più mani amorevoli, allegre e sorridenti nel vostro prossimo cammino, perché "da soli si viaggia veloci, ma insieme si va più lontano" ... Perciò grazie... Grazie di Cuore.
Mirtilla Esmeralda
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Una sera come tante, e nuovamente
noi qui, chissà per quanto ancora, al nostro
settimo piano, dopo i soliti urli
i bambini si sono addormentati,
e dorme anche il cucciolo i cui escrementi
un'altra volta nello studio abbiamo trovati.
Lo batti coi giornali, i suoi guaìti commenti.
Una sera come tante, e i miei proponimenti
intatti, in apparenza, come anni
or sono, anzi più chiari, più concreti:
scrivere versi cristiani in cui si mostri
che mi distrusse ragazzo l'educazione dei preti;
due ore almeno ogni giorno per me;
basta con la bontà, qualche volta mentire.
Una sera come tante (quante ne resta a morire
di sere come questa?) e non tentato da nulla,
dico dal sonno, dalla voglia di bere,
o dall'angoscia futile che mi prendeva alle spalle,
né dalle mie impiegatizie frustrazioni:
mi ridomando, vorrei sapere,
se un giorno sarò meno stanco, se illusioni
siano le antiche speranze della salvezza;
o se nel mio corpo vile io soffra naturalmente
la sorte di ogni altro, non volgare
letteratura ma vita che si piega al suo vertice,
senza né più virtù né giovinezza.
Potremo avere domani una vita più semplice?
Ha un fine il nostro subire il presente?
Ma che si viva o si muoia è indifferente,
se private persone senza storia
siamo, lettori di giornali, spettatori
televisivi, utenti di servizi:
dovremmo essere in molti, sbagliare in molti,
in compagnia di molti sommare i nostri vizi,
non questa grigia innocenza che inermi ci tiene
qui, dove il male è facile e inarrivabile il bene.
È nostalgia di futuro che mi estenua,
ma poi d'un sorriso si appaga o di un come-se-fosse!
Da quanti anni non vedo un fiume in piena?
Da quanto in questa viltà ci assicura
la nostra disciplina senza percosse?
Da quanto ha nome bontà la paura?
Una sera come tante, ed è la mia vecchia impostura
che dice: domani, domani... pur sapendo
che il nostro domani era già ieri da sempre.
La verità chiedeva assai più semplici tempre.
Ride il tranquillo despota che lo sa:
mi calcola fra i suoi lungo la strada che scendo.
C'è più onore in tradire che in esser fedeli a metà.
- Giovanni Giudici
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🧬💫L'ETÀ NON È CONTENUTA
NEL NOSTRO DNA 🧬💫🕉️
"L'invecchiamento è un programma di controllo della mente.
È una bugia che le persone muoiono di vecchiaia perché "l'età" per il nostro DNA nelle cellule non esiste.
Le nostre cellule del corpo si rinnovano costantemente, anche nelle persone anziane.
Ci sono molti errori nella riproduzione cellulare, ma c'è sempre un motivo Biologico-Emotivo per la nostra morte.
Non è così facile per una persona morire, che il cuore e i polmoni smettano di funzionare.
Le persone non muoiono di vecchiaia o di malattia, le persone muoiono per i loro conflitti emotivi che hanno portato a questo invecchiamento e alla successiva morte.
Per il nostro DNA non esiste l'età, i limiti li creiamo con gli anni in cui il nostro corpo muore.
L'invecchiamento deriva dal pensiero negativo e dal basso stato di predominanza vibrazionale.
Se non abbiamo la convinzione limitante che sia normale invecchiare, allora non invecchieremo o almeno non al ritmo con cui
l''invecchiamento è normale
Questo perché:
⚘ La nostra pelle si rinnova ogni 3 mesi.
⚘ Sangue - ogni 6
⚘ I polmoni si rinnovano ogni anno.
⚘ Il fegato si riprende in 18 mesi.
⚘ Il cervello rinnova completamente le sue cellule ogni 3 anni.
⚘ Lo scheletro si rigenera completamente in 10 anni.
⚘ Ogni muscolo e tessuto si rigenera in 15 anni.
⚘ Anche la nostra personalità si rinnova ogni 7 anni.
La nostra rigenerazione deve essere fornita in tutti i modi - attraverso il cibo, l'aria, l'acqua che assumiamo, e soprattutto attraverso i pensieri e le informazioni su noi stessi.
Il segreto che ci viene nascosto con cura è che il nostro DNA non contiene informazioni sul nostro invecchiamento.
Il Programma Invecchiamento è creato interamente da noi nella nostra testa, attraverso le nostre Credenze e Credenze acquisite nell'ambiente in cui nasciamo, cresciamo e viviamo.
Siamo così programmati per credere che questo sia il modo normale di vivere, invecchiare e morire.
Fortunatamente per noi la realtà è ben diversa.
Non è un segreto per nessuno che quando ci perdiamo nel passato, guardiamo sempre al futuro.
E infatti l'importante è lasciarsi il passato alle spalle e andare avanti, vivendo e cambiando il Presente nella nostra mente"
Marco Brugattu
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Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO QUARTO - di Gianpiero Menniti
L'ENIGMA PERENNE
Il pensiero occidentale è segnato da un evento che lo ha "deciso": la rivelazione cristiana. È un fatto. Tra i primi testi che compongono il cosiddetto "Nuovo Testamento" compaiono le "Lettere" di Paolo di Tarso. Nella "Prima Lettera ai Corinzi", capitolo 13, versetto 12, è scritta una frase che può essere assunta a modello del pensiero cristiano e occidentale:
«Videmus nunc per speculum et in enigmate, tunc autem facie ad faciem». «Ora vediamo le cose attraverso uno specchio, per enigmi, ma un giorno le vedremo faccia a faccia».
Questa la traduzione più comune. Significa che l'esperienza della rivelazione possiede un limite. Il "logos" umano non è misura sufficiente alla conoscenza perfetta: la conoscenza della "visio facialis" di Dio. Questo modello di pensiero rappresenta il confine invalicabile nel tempo secolare. Ma ne costituisce anche la sfida. Il grande idealismo tedesco culmina, nella conciliazione degli opposti, alla spiegazione che annulla ogni mistero. La "sintesi" hegeliana è la conoscenza. Lo specchio di Paolo non è più una superficie limpida eppure resa in frammenti: è riflesso unitario. L'intelletto, che possiede il "logos" della natura, è "physis" svelata. Nessuna "Apocalisse". Nessun "Giorno del Signore" dovrà venire. La verità è nelle "cose" che sono e che sempre sono state. Il passato è il presente. Il futuro è già nel passato. Nessun fine. Ma un inarrestabile in-finito. Così, "la croce è vuota". Il nostro tempo, tra XX e XXI secolo, crede di aver inventato e compreso l'abisso del nulla. Non è vero. Il '500 di Giorgione aveva già intuito e mostrato. Il giovane, seduto davanti al baratro buio della grotta, tiene in mano le formule matematiche del cosmo: è placato, conosce. I profeti del passato sono alle sue spalle. Il passato è ordine. Anche se di una fitta foresta. È allusione che indica. Dunque, il futuro non è più dis-ordine del buio. Non è più indeterminatezza. La luce è già alla portata della contemplazione intellettuale. Eppure, nessuno la osserva. Lo sguardo rimane sull'enigma perenne. Rimane "appeso alla croce".
- Giorgione (1478 - 1510): "I tre filosofi", 1508-1509, Kunsthistorisches Museum, Vienna - In copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
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Ah, i vecchi, quando ricordano, non fanno altro che mentire! Idealizzano il passato non avendo più alcun futuro, perciò mentono a sé stessi in maniera spudorata. Illusione e menzogna, sono queste le assi su cui si recita la commedia umana, è sempre stato così. [...] Ecco cosa rimane di tutti i nostri furori ideologici e amorosi!, ho pensato, nient'altro che una buffonata recitata da vecchie carampane, senza neppure un briciolo di vergogna o di compassione. [...] è naturale che pensi a chi ero io a quel tempo, al tempo perduto della giovinezza. E a quel punto è inevitabile che riveda agitarsi nella memoria un fantoccio tremendamente stupido e frenetico. Un pagliaccio che si ostina ancor oggi a tenere aggiornato - con implacabile e funereo masochismo - questa specie di diario dell'infamia e del disinganno. [Le scarpe di Joyce] _______________
Avvolto da fili di nebbia e pioggia, cammino attraverso l'autunno con la sensazione di camminare in compagnia di fantasmi. Di notte, li vedo nei sogni. Di giorno, mi seguono per strada indossando gli abiti delle persone più comuni. Invisibili a tutti, ma non ai miei occhi. A volte, quando me li sento alle spalle, con il fiato già sul collo, mi metto a correre all'impazzata in mezzo alla gente. Corro per sfuggire ai demoni che mi perseguitano camuffati da individui normali, ben sapendo che dietro alle loro maschere bonarie, da uomini qualunque, si celano in realtà delle terribili sfingi con la testa di falco. [Unghie sporche di sangue] _______________
I saluti che ci scambiamo all'uscita dal ristorante, le promesse assurde di incontrarci di nuovo e al più presto (addirittura di «non perderci mai più di vista»!), sono in realtà degli addii definitivi, vere e proprie epigrafi scolpite sulla tomba del nostro comune passato. E in effetti, dopo aver guardato in faccia il passato, non resta nient'altro che ammutolire mentre gli occhi si riempiono di lacrime e di cenere. [Compagni di classe] _______________ «Tutto questo rumore assordante, lo senti? Tutto questo chiasso infernale, ti assicuro, è niente in confronto alla voce da femminuccia del mio carnefice», aveva detto al momento di salutarmi. [Una voce da femminuccia] _______________
Un petulante balbettio letterario sale molesto da ogni parte d'Italia, è quella marea di grafomani incontinenti che non hanno nulla in comune con la letteratura (cantanti, comici, politici, magistrati, alienisti, maghi, casalinghe, prostitute, conduttori televisivi, ballerine e onanisti vari) e che producono quotidianamente tonnellate di mucillagine cartacea. Tonnellate di porcherie che ammorbano l'aria e ti investono in faccia appena ci si arrischia a mettere il naso in una libreria. [...] Fortini ci confessò che quei pennini gli ricordavano un viaggio in Russia di tanti anni addietro: accogliendo lo scrittore italiano a Leningrado, alla stazione ferroviaria Finlandia, un addetto culturale russo si era sfilato dal taschino della giacca la penna e, donandogliela, gli aveva detto: «Scrivi sempre la verità!». [I pennini di Fortini] _______________
Conservo ancora una copia di La croce e il nulla, forse il suo [di Sergio Quinzio] libro più illuminante e profetico, sul cui frontespizio aveva scritto per me questa dedica speciale: caro Francesco, non conosciamo fino in fondo neppure la sofferenza e la morte se non le confrontiamo con un disperato bisogno di giustizia, di consolazione e di pace. Non perdiamolo, a qualunque costo, cerchiamo, se non altro per questo, di serbare anche la più esile memoria della gioia e della speranza. Il nulla dissolve anche la sofferenza e la morte di chi ha sofferto e di chi è morto. [Fra l'immondezzaio e l'eternità] _______________
Adesso che sono diventata cieca, io non vedrò più il demonio. Al contrario di me, tu sei condannato invece a vedere ancora a lungo i tuoi fantasmi. Ti accompagneranno fino alla tomba, te l'assicuro, i tuoi dannati incubi diurni e notturni. Perché la questione in fondo è molto semplice. Per non dire banale, ed è che tu sei vissuto finora murato vivo dentro il carcere della memoria. Sepolto sotto un cumulo di ricordi e con la mente sempre rivolta verso l'infanzia, alla fine sei diventato pazzo di nostalgia. La nostalgia dell'infanzia, è questo il tuo dramma. La tua malattia. «Una malattia subdola e regressiva che ti obbliga a rielaborare ossessivamente il lutto per la perdita della tua innocenza puerile, conservandoti così al riparo dal terrore della morte. Una malattia incurabile che ti costringe a tenere lo sguardo puntato non verso il futuro, di cui non ti è mai interessato un accidente, bensì verso il passato. Verso quei fasti inceneriti della nostra infanzia in comune, come ti ostini a chiamare con ridicola enfasi i nostri giochi infantili sulle rive verdeggianti del Tartaro, in quel piccolo eden di nome Ca' Labia.» [Negli occhi del diavolo]
Francesco Permunian, Il gabinetto del dottor Kafka
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The idea that socialism doesn't innovate is honestly the most ludicrous to me, there was innovation while we were in the caves and you want to tell me there is no innovation in a nation because of a political system? Ludicrous.
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
⚠️ LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE È IL PAESE TECNOLOGICAMENTE PIÙ AVANZATO AL MONDO ⚠️
😂 Per la serie "finalmente se ne sono accorti" 😵
🔍 Secondo uno studio, finanziato dal Governo Statunitense, la Repubblica Popolare Cinese supera gli Stati Uniti in 37 Settori-Chiave per il Futuro su 44. In alcuni di questi settori, oltretutto, la Cina possiede quasi un "monopolio", e da qui lo slogan degli imperialisti statunitensi: «tutte le democrazie devono unirsi per competere» 🤡
❔ Ma come, gli imperialisti statunitensi non dicevano che il Socialismo era incapace di portare innovazione? Ricordo, per gli smemorati, questi tre articoli:
🤡 "Perché il Socialismo non funzionerà - il Capitalismo è ancora il modo migliore per gestire il rischio e aumentare l'innovazione e la produttività", di Foreign Policy 😱
🤡 "Perché la Cina non sa innovare", di Harvard Business Review 😱
😂 Poi, però, a furia di crogiolarsi nella propaganda anti-Comunista e nel putridume neo-liberista tipico dei Bocconiani, si arriva - finalmente - alla verità: la Cina è il paese più avanzato a livello tecnologico al mondo, e allora vengono scritti articoli come questo:
😂 "Gli Stati Uniti devono collaborare con l’Europa per rallentare il tasso di innovazione della Cina", di CNBC 😂
🤔 Dunque, la ridicola "Teoria del Collasso della Cina" è ormai stata praticamente abbandonata, anche se ogni tanto torna alla ribalta su YouTube, e - oltretutto - sembra che ci lasceremo alle spalle anche quella del "Sozyaliszmo non innova!1!1!" 😘
🇺🇸 Gli USA - come scritto nell'articolo, sono rimasti impressionati dal livello delle Forze Missilistiche dell'Esercito Popolare di Liberazione, ma le preoccupazioni non risiedono soltanto nel Settore Militare, ma anche in quello Civile 😱
💬 "Il nostro Studio rivela che la Cina ha gettato le basi per posizionarsi come la prima superpotenza scientifica e tecnologica al mondo, ponendosi in testa, in alcuni casi anche in modo clamoroso, per quanto riguarda la ricerca nella maggior parte dei domini tecnologici critici ed emergenti" 📄
🇨🇳 I 10 Istituti di Ricerca più importanti al Mondo - scrivono gli autori del Report - si trovano in Cina, e producono Studi di Ricerca nove volte più importanti del Paese che si posiziona al 2° posto, ovvero - in diversi settori - gli USA 🇺🇸
🏆 La Cina, attualmente, mantiene il primato nella Scienza dei Materiali, nell'Ingegneria delle Telecomunicazioni, nell'Energia Pulita, nella Sostenibilità Ambientale, nella Biotecnologia, nell'Ingegneria della Difesa, nel Settore Spaziale, nell'Intelligenza Artificiale, nella Robotica 🥰
💕 Chi segue il Collettivo Shaoshan da tempo, sa bene che questi temi trattati fin dalla nascita del Canale: rigore nel metodo, scientificità nella ricerca e "实事求是" sono i Principi Fondanti del Collettivo Shaoshan, e ogni post presentato su questi argomenti ha sempre avuto fonti ben precise 📄
🔍 Per chi volesse approfondire, può rifarsi a questi post del Collettivo Shaoshan e a questi link:
🔺15/08/2022 - "La Cina punta all'innovazione tecnico-scientifica nel Settore della Robotica, definito strategico nel 14° Piano Quinquennale"
🔺07/09/2022 - "La chiave del Progetto della Cina è il raggiungimento dell'auto-sufficienza nei Settori della Scienza e della Tecnica"
🔺09/09/2022 - "La Cina e i «Piccoli Giganti», Aziende che operano in settori strategici della Scienza e della Tecnica"
🔺 La Cina mantiene il Primato nell'Energia Solare, Eolica e Idroelettrica 🌞
🔺05/02/2023 - "La Cina sta sconfiggendo la desertificazione ha aumentato la sua copertura forestale del 40% negli ultimi trent'anni"
🔺13/12/2022 - "Il Governo Cinese investirà 143 Miliardi di Dollari nell'Industria Nazionale dei Semiconduttori"
🔺 Gli Scienziati Cinesi pubblicano più paper scientifici di qualsiasi altro paese al Mondo
🌸 Iscriviti 👉 @collettivoshaoshan
⚠️ THE PEOPLE'S REPUBLIC OF CHINA IS THE MOST TECHNOLOGICALLY ADVANCED COUNTRY IN THE WORLD ⚠️
😂 For the series "they finally noticed" 😵
🔍 According to a study, funded by the US Government, the People's Republic of China surpasses the United States in 37 out of 44 Key Future Sectors. In some of these sectors, moreover, China has almost a "monopoly", and hence the slogan of US imperialists: «all democracies must unite to compete» 🤡
❔ Didn't the US imperialists say that Socialism was incapable of bringing innovation? I remember, for the forgetful, these three articles:
🤡 "Why Socialism Won't Work - Capitalism Is Still the Best Way to Manage Risk and Increase Innovation and Productivity", by Foreign Policy 😱
🤡 "Why China Can't Innovate", by Harvard Business Review 😱
😂 But then, by dint of wallowing in anti-Communist propaganda and in the neo-liberal filth typical of Bocconi students, we finally arrive at the truth: China is the most technologically advanced country in the world, and so articles are written like this:
😂 "US must work with Europe to slow China's rate of innovation," by CNBC 😂
🤔 So, the ridiculous "China Collapse Theory" has now been practically abandoned, even if it occasionally makes a comeback on YouTube, and - moreover - it seems that we will also leave behind that of "Sozyaliszmo does not innovate!1!1! " 😘
🇺🇸 The USA - as written in the article, was impressed by the level of the People's Liberation Army's Missile Forces, but the concerns are not only in the Military Sector, but also in the Civil Sector 😱
💬 "Our study reveals that China has laid the foundations for positioning itself as the first scientific and technological superpower in the world, taking the lead, in some cases even sensationally, in terms of research in most of the critical technological domains and emerging" 📄
🇨🇳 The 10 most important Research Institutes in the World - write the authors of the Report - are located in China, and produce Research Studies nine times more important than the country which ranks 2nd, or - in various sectors - the USA 🇺🇸
🏆 China currently holds the lead in Materials Science, Telecommunications Engineering, Clean Energy, Environmental Sustainability, Biotechnology, Defense Engineering, Space Sector, Artificial Intelligence, Robotics 🥰
💕 Anyone who has been following the Shaoshan Collective for some time knows that these topics have been dealt with since the birth of the Channel: rigor in the method, scientific research and "实事求是" are the Founding Principles of the Shaoshan Collective, and every post presented on these topics has always had very precise sources 📄
🔍 For those who want to learn more, you can refer to these posts from the Shaoshan Collective and to these links:
🔺15/08/2022 - "China aims at technical-scientific innovation in the Robotics Sector, defined as strategic in the 14th Five-Year Plan"
🔺07/09/2022 - "The key to China's Project is the achievement of self-sufficiency in the fields of science and technology"
🔺09/09/2022 - "China and the «Little Giants», Companies operating in strategic sectors of Science and Technology"
🔺 China Maintains Leadership in Solar, Wind and Hydroelectric Energy 🌞
🔺05/02/2023 - "China is defeating desertification has increased its forest cover by 40% in the last thirty years"
🔺13/12/2022 - "The Chinese government will invest 143 billion dollars in the national semiconductor industry"
🔺 Chinese Scientists publish more scientific papers than any other country in the world
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Stanza 9D, piano 01
1° giorno, vuoto. Dove sono? Non conosco questo soffitto. Apro le tende. L'orizzonte conduce al nulla. Mi reggo in piedi? La pelle delle mie ginocchia sul mio volto. Il telefono squilla. No, mancherò. Mi manca un libro. Non riesco a mangiare. Ficcare le dita nella carne per tirarne via il cuore. Esprimi un desiderio. La morte non mi salverebbe. I miei sentimenti? Fanne ciò che vuoi. L'umido lo ritirano il Giovedì. Il conto dell'hotel. Fuori è ancora giorno. Vorrei solo piangere. È dentro. SOS. Sta bene signore? Si sente vuoto signore? È ancora lì signore?
Due giorni per ricordare. Avevo fiducia in te. Benvenuti a casa nostra. Stai mentendo. Smettila di pensare. Sei una persona disgustosa. Le ho chiesto di sposarla. Per quale motivo lo hai fatto. La nostra prima foto. Vai a pagare le bollette? Smettila. Vorrei andare a Varsavia. Non ti voglio più vedere. Hai distrutto il mio affetto. Cent'anni di solitudine. Preferisco stare in hotel. Alessandro, smettila di pensare. La dedica. Non voglio condividere con te un secondo di più. Non vedevo l'ora di vederti. Ti amo Alessandro. Non pensarci più. Non ti voglio più. Tua, Laura. Finiscila. Ti amo, Laura. Mi fai schifo. Basta. Non vedevo l'ora di essere tra le tue braccia.
Alba, formicolii. Il letto la mia nave che affonda. Il cuore ho controllato, funziona. Cosa ci sarà domani? Basta. Ai posti di partenza. Non riesco a provare altro che dolore. Vorrei solo riuscire ad alzarmi. I pensieri mi trovano ogni volta. Destinazione: il nulla. Conto alla rovescia. Non voglio immaginare il domani. Le palpebre tremano. Cosa dovrei fare? Il traguardo lontano da me. Vorrei solo che tutto finisse. Accarezzare l'infelicità. Dov'è il tasto per spegnere il sistema. Astenia. I polmoni si riempiono d'acqua. Basta. Vorrei solo una soluzione. C'era una volta. Niente può consolarmi. Incertezza. Non so nuotare. Sei una vergogna. E vissero tutti felici e contenti. Buonanotte infelicità. Che schifo.
4° giorno? B/N. I sensi si risvegliano. 9D, contenitore temporaneo della mia anima. Il passato sbatte contro le pareti della mia mente. Daena. Ti piace quanto ti sfioro così? Posizione fetale. Percorro il corridoio dei ricordi. Il mare accarezza le mie guance. Basta così. Servizio in camera. La luce che illumina il mio corpo. Tirare su col naso. Il futuro proiettato al cinema delle mie fantasie. Betelgeuse. Il buio che inquieta il mio animo. Un film horror. Il futuro mi aspetta al varco. Intorpidimento. L'odore dei tuoi capelli appena lavati. Dove mi trovo? Basta, ti prego. La conformazione del mio universo. Abbandonare il passato. Alessandro, il nostro protagonista. Un cane in autostrada. Le mie labbra che ti sfiorano. Immaginazione. La seta di queste tende. A cosa credere? Titoli di coda.
04:00. Tasto ON. Due mani che premono sulla mia gola. "Sei uno stronzo". Una montagna che mi avvolge. Laura, dove sei? "Smettila". Tremo come mai prima d'ora. Lo spettacolo della mia disperazione. "Cosa vuoi ancora?". Capita, che ci vai a fare. Il freddo di queste lenzuola. "Bastardo". Si va in scena. Chi c'è accanto a noi? "È colpa tua". Le mie labbra che ti cercano. Lasciatemi respirare vi prego. Raggiungere la meta. "Togliti di dosso". Un eterno scrutare. Dove mi trovo? "Cosa vuoi ancora da me?" Una luce, ad illuminarmi su questo palco. Qualcuno che ci interrompe. "Ti odio". Lorazepam. L'odore delle onde del mare. "Vergognati". Un angolo in cui rifugiarsi. Non c'è colore senza luce. Perché tutto questo? Basta, non ancora. I tuoi insulti, alle spalle di un faro. Cosa ti ho fatto? "Vaffanculo". Il sospiro nel pubblico. Parlami, ti prego. "Sei disgustoso". Perché tutto questo? La scenografia che crolla. "È solo colpa tua". Un bicchiere si infrange a terra. "Hai rovinato tutto". Il pubblico si alza in piedi. Il nulla mi avvolge. "C'è un'altra persona nella mia vita". Le mie mani a trattenere le lacrime. "Non sei più nulla per me". Il sipario si chiude. Un cuscino a far tacere i miei pensieri. Applausi a scena aperta. Un inchino. Basta. Grazie per essere venuti. Tasto OFF.
Giovedì? Servizio in camera. "Pronto?". Lo stridio dei gabbiani. "Caricamento...". Nessuna risposta. Un pescatore che ormeggia. Pezzi di vetro sotto la pianta dei piedi. Cosa c'è, al dì fuori di qui? "Attendere prego". Silenzio. Il rosso del mio sangue, unico colore in questa stanza. Basta. Chi è Alessandro? "Segreteria telefonica". La sabbia tra le dita dei piedi. E se la mia realtà non fosse questa? "Vuoi cancellare tutto?" Il rumore di un treno che passa. Chi è Laura? "Chiami il 901 per ulteriori informazioni". Una donna, seduta su una panchina. "Signore, posso entrare?". Forse non l'ho mai conosciuta davvero. Un palloncino rosso. Basta Laura. "Errore, chiudere il programma e riavviarlo". Prego, entri pure. Dondolare le gambe. Mi ha mentito per tutto il tempo. "Il numero da lei chiamato non è momentaneamente raggiungibile". Al suo posto un tulipano bianco. Appoggiati a me. Che bello il tramonto quando ci sei tu. "Riprovi più tardi. Grazie".
Di nuovo a questo mondo. La melodia della mia disperazione risuona nell'aria. Una lista di cose da fare. Toc toc. Come ho fatto a non accorgermene? Lì fuori tutti dormono. La sabbia che scorre tra le mie mani. Non svegliarmi guardando il tuo sorriso: fa male. Fa freddo, fuori le lenzuola. Basta. Chi è? Risolvere l'insonnia: da fare. Basta, non ho fatto nulla di male. Cos'è questo improvviso dolore alle gambe? Ho perso il controllo. Ciao, Laura. I miei sentimenti serviti a colazione. Cavaliere, salva la tua principessa. Ritrovare la lucidità: da fare. Il sole ti illumina ma è ancora buio. 404 - l'anima non è stata trovata. Perché tutto questo? Smettere di rigirarsi nelle lenzuola: fatto. Il sibilo di un cerbiatto in fin di vita. Come sei bella quando dormi. Ritrovare la lucidità: da fare. 7° giornata di sopravvivenza su quest'isola deserta. No, non potrei mai odiarti. I miei polpastrelli che delimitano il tuo viso. Non sei qui con me, vero? Alzarsi dal letto: fatto. Basta, non ne posso più. Ti odio quando mi dai i calci alle gambe. L'universo alternativo in cui tutto questo non è successo. No, non ne avresti il coraggio. Abituarmi alla tua assenza: da fare. Aggiungere un nuovo punto alla lista. Distorsione della realtà. Le tue labbra sottili, che nascondono il tuo splendido sorriso. Vattene via. Grazie Alessandro, ma la tua principessa è in un altro castello. Buongiorno dolcezza, hai dormito bene? Guardarti distesa sul nostro letto: fatto. No, non mi serve niente. Trovare uno scopo alla propria vita: da fare. Ciao, Laura. Non ha senso tutto ciò. Smettere di amare Laura: non so se lo farò.
Un 17. Una data o un orario. 71 ricordi feriti stamattina nella strage di Parigi. Chiudi gli occhi Alessandro. Marco, ci sei per domani? Basta. Ultima chiamata per il gate 17, volo Ryanair per Varsavia delle 11:17. Abbandonati al tuo destino. Un umarell a contemplare il cantiere di me stesso. È colpa tua Alessandro. Premi sulla ferita, più forte. Basta Laura, finiscila. Cosa ci fai tu qui? I miei biglietti, prego. Costruisci il tuo universo e infarciscilo dei tuoi desideri. Gianluca, finalmente c'incontriamo. Cos'ho fatto? Basta per favore. Ti farà male, ma continua a premere. Indagata una donna di nome Laura. Non sai quanto ti voglio bene Riccardo. Vuoi che Laura ritorni? Allora addormentati. Nulla, ma è colpa tua. Basta così ti prego. Basta. Si sposti. È suo questo orologio? Non svegliarti, torna a dormire. Allacciate le cinture di sicurezza, l'aereo sta per decollare. Basta Laura, ti prego. Signor Alessandro, è sua questa fotografia? Basta, ti scongiuro. Ti prego basta, basta Laura. Non ne posso più. Buonanotte Alessandro, non vedo l'ora che sia domani.
Guardo il soffitto. Vuoto. Sgombro da ogni possibilità. Lo guardo perché alla ricerca di un punto luminoso, un qualcosa che possa distrarmi e guidarmi in questo mare di assenza e silenzio. Riattivo i miei muscoli lentamente: li sento strusciare, sotto queste ruvide coperte. Mi sembra di sentire il sibilo del vento, solo che ho il potere di deciderne l'intensità, il rumore, la frequenza e la forza, addirittura la direzione. Ma il vento rallenta, fino quasi a fermarsi, quando capisco che sono in un letto, anche se non mio. Il mio corpo è a galla mentre le onde mi cullano ma allo stesso tempo mi agitano, da una parte all'altra di questo infinito ma delimitato oceano chiamato letto. Galleggio e quasi mi lascio annegare, quasi ad abbandonare un corpo che non sento mio. Che non ho mai sentito mio. Che abbandonerei, se potessi, su un'isola deserta a deperire per, poi, lasciarlo mangiare agli uccelli e ai pesci. Ma non affogo completamente. No. Non ne ho il coraggio. Anche se non sto cercando di nuotare perché, mi rendo conto, di non avere la forza per farlo. Non al momento almeno. Mi lascio quindi cullare da tutto questo, anche se sono stato sbattuto con violenza nei meandri di questo piccolo spazio, ritagliato all'interno delle infinite possibilità di un universo pieno di spazi, mal riempiti e mal concepiti, anche dalla mia piccola ed infinitesimale immaginazione. Una violenza che, però, ho scelto: ho cercato, addirittura desiderato, ad un certo punto. Che ho bramato fino a qualche ora fa ed immaginato, nei più piccoli e nefasti dettagli. I miei sensi, mi accorgo, sono spenti: gli occhi, aperti, non hanno nessuno stimolo. L'olfatto riesce solamente a captare il mio fiato, pesante e disgustoso. La mia bocca permea di un sapore orribile. Le mie orecchie che rifiuta quel sibilo così assordante. Il tatto che, al contrario degli altri sensi, capta un piccolo segno di vita: con i polpastrelli riesco a sfiorare qualcosa, ma capisco solo dopo cos'è. È carne. Pelle, nuda, che giace accanto a me inerme, immobile. C'è qualcuno accanto a me. Laura, è accanto a me. Il suo respiro è leggero, labile anche se accompagnato da un sibilo e, solo ora che sposto l'attenzione dei miei sensi su di lei, mi accorgo della sua esistenza, nella vacuità di questa camera d'albergo. Faccio un po' di fatica ad ascoltarla: per quanto sia accanto a me allo stesso tempo è dall'altro lato di quest'oceano limitato da questi bordi così stringenti ma accoglienti. So però che è viva e sopravvive, anche nel pieno della sua tenera arrendevolezza e, questo, mi rincuora. Cerco di muovermi il meno possibile; non vorrei tirarla fuori dal suo regno, fatto di subconscio e colori perché, forse, non ne sono degno. Mi rendo conto che l'assenza di guide, in questo cielo fatto di cemento armato, è proprio il risultato di una luce che mi ha portato proprio qui, accanto a lei, in questa stanza completamente buia. Potrei avvicinarmi al suo corpo docile e inerme per proteggerla dalle intemperie del mondo esterno ma decido di non farlo. Non credo sia giusto, come non credo sia giusto svegliarla, per quanto desideri osservarla nella sua semplice ma rassicurante bellezza. Mi piacerebbe scorgerla, dall'antro del suo io più incontrollato per guardarla dritta nei suoi occhi grandi e marroni ed osservare, nel suo sguardo, quello che Laura prova per me. Non posso però, no, o forse non voglio, perché nella staticità di tutto posso stare tranquillo ed esser sicuro che nulla cambierà, almeno finché lei dorme. Preferisco osservarla, o quantomeno immaginarla, visto che il buio mi nasconde i suoi lineamenti gentili. La figuro nella mia mente, nei rimasugli di ciò che mi rimane della sua immagine e, mentre lo faccio, il sibilo del vento aumenta perché i miei muscoli si riattivano. Mi rigiro nel letto e, nel farlo, le do le spalle. Farlo è condizione necessaria e sufficiente, perché qualsiasi cosa io veda in questo momento non è reale, non esiste, è tutto frutto della mia immaginazione. Le immagini che creo, i colori che associo a tutto questo, anche solo i lineamenti di Laura e il suo odore, le sue spalle, i suoi lunghi capelli, non esistono e, al momento, non ho bisogno di vedere. Non ho bisogno di vedere al di là delle cose e di tutto questo, né sento la necessità o la volontà di farlo. Le do le spalle perché così posso raffigurarla come voglio attingendo dai miei ricordi. Forse lo faccio perché temo che, dentro di me, il vederla di nuovo accanto a me, inerme, amorevole nei miei confronti potrebbe distruggermi. Forse lo faccio perché, stavolta, è l'unica cosa che posso fare: immaginarla è l'unica possibilità che ho di tenere in vita un qualcuno che, a quanto so, potrebbe anche non esistere più. Attingo ai ricordi della prima volta in cui sono stato qui, con Laura: faceva freddo, fuori era buio ed eravamo qui, insieme, increduli della rapidità in cui eravamo scivolati in quella stanza e dell'incredibile bellezza di quella giornata e di noi due. Era la prima volta che ci vedevamo, eppure sembrava come se ci conoscessimo da una vita, come se ci volessimo da praticamente sempre. Provo a ricostruire l'enorme passeggiata, in quei vicoli lunghi e nefasti ma, nel farlo, mi accorgo che i miei ricordi sono stati alterati. Qualcosa o qualcuno ha sostituito la luce del sorriso di Laura con del buio, cupo e denso, come fanghiglia. La luce è stata spenta in qualche modo e lei, Laura, non c'è più. Al suo posto ci sono delle sensazioni vaghe, che riflettono debolmente quello che ho provato in quei momenti e una sagoma, a cui attribuisco e indirizzo tutte le mie emozioni e sentimenti ma, che, non riesco più a riconoscere, comprendere e ricordare, rivivere, riflettere su quello che è ed è stata la mia vita, finché lei non se n'è andata. Laura è sparita e, con lei, la mia capacità di vederla, figurarla, ricordarla ed immaginarla. Laura ha distrutto sé stessa uccidendosi dentro di me. Sono stato privato dei miei stessi ricordi, estirpati come erbacce e cancellati in una maniera così brutale e cruda che ho fatto fatica ad accorgermene. Mi sento come se qualcuno avesse deciso di tirarmi via il cuore e farne carne da macello. Violato perché nessuno, nessuno, aveva così brutalmente distrutto la mia intimità, nei confronti dei miei stessi ricordi. Ma non voglio, no. Non deve andare così. Mi catapulto nei vicoli della cittadina dei ricordi che abbiamo costruito insieme, nel tentativo di rincorrere Laura e quello che è stato ed ha rappresentato per me: percorro i suoi gesti, piccoli, che mi dedicava ogni giorno. Riguardo e riscopro, in una ricerca affannosa, le sensazioni che mi ha trasmesso, l'amore che ho e che mi ha dedicato. I momenti di noi due che nessuno potrà cancellare ma, che, son stati irrimediabilmente modificati ed alterati, in nome di non so bene che cosa. Ricerco il suo sguardo, ma più ci provo più mi accorgo di non riuscire ad attingere dai miei ricordi perché Laura non c'è più: sono da solo in questa cittadina e, più tento di attraversare le strade della nostra storia, più mi accorgo di quanto desolata e in rovina sia il tutto. Laura è sparita, sostituita da una vaga figura che non le assomiglia più e io sono da solo, in mezzo a tutto questo. Provo a guardare nelle vetrine dei negozi, esposti i quadri dei nostri ricordi ormai imbrattati da ciò che è stato. Rincorro qualsiasi ombra perché, in cuor mio, spero di vedere la tua figura. Corro, urlo e mi dimeno, sperando di farmi notare da te almeno per un'ultima volta ma, ogni volta che mi avvicino a te, c'è un vicolo cieco e, ogni volta che mi metto sulle punte per guardare in là e cercare di scrutare il tuo dolce viso, non vedo altro che desolazione, tristezza, paura. Non posso rimanere qui, non c'è altro che la mia infinita tristezza. All'improvviso sono di nuovo a letto, accanto a lei: è da qualche minuto, o forse di più, che credo di aver distrutto l'immobilismo di questo posto con il rumore, incessante ma labile, del mio singhiozzare. Aggiungo nuove gocce d'acqua a quest'oceano che, lentamente, mi sta inghiottendo, lasciandomi respirare a fatica. Dall'altra parte Laura è immobile, impassibile, mentre continua a far sibilare il vento col suo semplice e dolce respirare. Il suo sibilo, il suo dolce sibilo, fa agitare le onde di quest'oceano. Ho deciso di lasciarmi andare. Impassibile, come se non m'importasse più nulla di tutto questo. Sono quasi felice, al fatto che io stia lì, inerme, pronto a morire senza lottare. Pronto ad assumermi la responsabilità e la colpa di ciò che è successo, anche se non è un qualcosa che mi dovrei affibbiare ma non importa, perché sono sicuro che nel fondo di questo oceano troverò le mie colpe e, allo stesso tempo, la mia liberazione. Perché forse di colpe ne ho, anche se sono stato soltanto vittima. Chiudo gli occhi, o almeno ci provo, mentre l'acqua comincia ad invadere la mia gola e le mie narici mentre il mio corpo, stanco e provato, comincia ad arenarsi sul fondo di quest'oceano di colpa e dolore. Potrei reagire, ma non lo faccio. Non reagisco, no. Morire è una giusta punizione. Come dovrei reagire poi? Perché dovrei farlo? Non c'è niente che mi aspetti, nulla che possa anche solo mitigare ciò che è successo. Chiudo gli occhi, in attesa della fine ma, appena lo faccio, le onde si calmano. Non sono più in balia della mia colpa e delle onde, di questo mare 160 X 190 blu notte. Il sibilo del vento è cessato perché Laura si è svegliata e, dall'alto di questo oceano, mi sta parlando. Continuo a tener chiusi gli occhi, perché non credo di voler vedere come finirà tutto questo. Mi affido quindi al mio udito: sento la sua voce lontana, filtrata dall'acqua, che mi dice di fidarmi di lei. Fidati di me Alessandro. Fidati di me, per favore. Per quanto io ci provi non posso annegare nel mio mare di colpa e dolore, nemmeno se volessi. Potrei farlo, mi basterebbe pochissimo per annientare completamente ciò che sono e chi ho attorno. È una possibilità, com'è una possibilità giacere nel fondo di quest'oceano e restare qui, a contemplare la mia vita nell'indifferenza generale. Potrei, ma è la mia ultima possibilità per stare con Laura. Riapro gli occhi e, appena lo faccio, il mio corpo reagisce. Cerco di risalire e, più mi avvicino ai bordi di questo letto, più mi accorgo che è ancora tutto buio. Laura è oscurità e, più tento di metterla a fuoco, più i bordi del suo dolce corpo si confondono con le asperità di questa stanza. Fidati di me Alessandro. La mia testa fuoriesce da quest'oceano e, appena succede, sento la sua mano tra i miei capelli. Mi accarezza, come faceva quando eravamo a letto e voleva consolarmi dall'ennesima giornata storta della mia vita, dall'ennesimo dolore subito, da un torto che non avevo meritato. Sono tra le sue braccia, perché sento il suo odore attorno a me. Vorrei darle un bacio, guardarla negli occhi e dirle che la adoro ma non posso, non riesco, o forse non voglio perché sento, sento, che è tutto così sbagliato, che non è naturale, che è tutto frutto della mia immaginazione. Fidati. Quello che c'è dentro di me è, però, più forte e il desiderio di vederla solamente un'ultima volta per stringerla tra le mie braccia, prima di abbandonarla al suo destino, cresce ed è enorme dentro di me anche se so che, quando tutto questo finirà, dovrò imparare a fare a meno di lei, in tutto e per tutto. Ma è la mia ultima possibilità per accarezzarla, sfiorarla, sentire il suo dolce corpo sotto i miei umili polpastrelli, leggere le note della sua pelle, percepire i movimenti della sua carne viva. Per favore, non lasciarmi andare. Non la vedo, no, ma non importa, perché le mie dita percorrono i suoi fianchi, dolcemente, assaporando ogni vivido spigolo, pregustando ogni lembo di carne e aggredendolo come se fosse una preda e le mie dita il cacciatore. Mi abbandono alla mia volontà e, questo, mi permette di arrivare al suo seno piccolo e morbido, che sfioro. Per quanto io non la veda sento il suo respiro e il suo sibilare acquietarsi e rallentare, come se già sapesse cosa sta per accadere, come se stesse aspettando il momento in cui tutto questo finirà. Fidati, c'è un motivo per tutto ciò. Le mie dita arrivano alle sue clavicole, che percorro nella loro interezza e tenerezza, perché questa era la cosa che più mi piaceva fare quando c'era lei. Lei lo adorava, e mi diceva sempre che ero il primo e l'unico a fare questa cosa. Ma per quanto quel gesto, ripetuto 1000 volte, fosse automatico non lo è più in questo momento perché, in quest'ultimo brandello di felicità, non sto facendo altro che raccontarmi una menzogna. Fidati e riaccoglimi tra le tue braccia. La Laura che è qui, accanto a me, è solo rimasuglio di ciò che è rimasto dentro di me ma, forse, non importa. Credo vada bene così, perché è inutile continuare a lottare per dei ricordi che, forse, solo io mi porto dentro. Forse è il momento di lasciarla andare davvero. Il mio respiro è affannoso, ansioso, pesante. Non mi rendo ancora conto di cosa io stia per fare. Laura è di fronte a me: non la vedo, ma ne percepisco la presenza, anche solo grazie al suo sibilo. Le sue mani afferrano le mie, accarezzandole come faceva sempre. Fidati di me, sarò ciò che vuoi che io sia. Chiudo gli occhi perché ho paura. Mi avvicino alla linea del suo volto, morbido e accogliente, per tentare di ricordarla un'ultima volta. Le mie lacrime continuano a scendere, ancora e ancora, quando le mie mani si avvicinano al suo collo e cominciano a stringere. Non lascio per un istante la presa e uso tutta la mia forza, il più a lungo che posso, per far sì che Laura soffochi: non ne vedo i connotati, non sento alcun rumore, non c'è nessuna reazione, ma so che sta soffocando per causa mia. Fidati di me. Perché lo sto facendo? Perché sto uccidendo gli ultimi ricordi di una persona che ho amato? Le sue mani sono ancora appoggiate alle mie, continuando a rassicurarmi. Perché ho bisogno di questo, per andare avanti? Perché tanta violenza? Perché tutto questo? Forse perché non posso fare finta di nulla, non posso far finta che non sia successo nulla. Forse perché bisogno di porre fine a tutto questo. Forse perché non posso più sopportare questo dolore. Ho sbagliato. Ti amo, Alessandro. Ti amo anch'io, Laura.
EXIT ↦. Il soffitto della 9D. Pronto? Una luna rosso sangue, raffigurata in maniera raffazzonata. Perché sono ancora qui? Acidità di stomaco, una sensazione di amarezza. Fidati di me Alessandro. La zip di una borsa. Volume della TV a 17. Forse sono pronto a lasciare questa stanza. Raccogliere dei resti. Andrà tutto bene? Segnali dal futuro. È stato ritrovato morto Ugo, l'ultimo gufo bianco della colonia. L'acqua nelle orecchie. Fidati. Era un sogno? Le ricordiamo che deve lasciare la stanza entro le 17. È vero, capita. Di colpo le mani mi fanno male. Com'è andato il soggiorno? Sono pronto ad uscire da qui. Lasci una recensione se vuole. Non so come andrà. Il solco di due corpi su questo letto fradicio. Fidati di me. Buon proseguimento. Dove la porto? Non so se andrà tutto bene. Era realtà? Tenga il resto. Prego, l'uscita è lì. Fidati di me Alessandro. Grazie di tutto.
È davvero una bella giornata.
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Il Ciclo di Videssos, di Harry Turtledove
Oggi voglio presentarvi una serie fantasy caduta un po' nel dimenticatoio, ma che a fine anni 90' inizi anni 2000 er estremamente famosa La Quadrilogia della Legione Perduta di Harry Turtledove.
Imaginate che una legione romana, dell'epoca più o meno della conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare, finisca in una realtà alternativo, un mondo molto simile al nostro, ma anche con enormi differenze, tipo l'esistenza di una magia fisica utilizzata anche a scopi militari.
Questo è il punto di partenza di questa serie ambientata nel mondo fantastico di Videssos (che è il nome sia del territorio dell'impero omonimo che della sua capitale) che è molto simile all'Impero Bizantino come morfologia fisica e struttura politica. La differenza più grande è la sua religione, l'esistenza della magia, e qualche dettaglio riguardante le origini degli stati ad esso limitrofi, che comunque ricordano molto gli stati confinanti con l'Impero Bizantino, ad esempio il Makuran somiglia alla Persia e il Vaspurakan all' Armenia.
Ed è una serie che spesso consiglio alle persone in cerca di un fantasy di ampio respiro, con molte battaglie, temi importanti e scritto bene con personaggi che colpiscono.
Ho letto questa serie ormai venticiqnue anni fa, più o meno, poi non l'ho più riletta, eppure ancora mi ricordo alcuni personaggi e fatti che vi sono narrati. Il che significa che mi è veramente rimasta nel cuore anche se non è il mio genere preferito di fantasy, vitso che non ci sono storie d'amore. C'è solo un amore quasi platonico molto secondario alla trama del protagonista per la figlia e poi sorella dell'imperatore, ma ci sono coppie all'interno degli eserciti, e sono raccontate molto bene, come tengono l'uno all'altro, come si sostengano nei momenti difficili, vista la loro strana situazione... ancora mi ricordo bene di una di queste coppie e mi viene il magone per quello che devono passare..... E poi c'è molta strategia bellica, molte battaglie, cosa che posso apprezzare a piccole dosi, ma che qui occupano veramente la maggior parte della narrazione.
Eppure la serie mi è piaciuta e voglio segnalarvela perchè merita veramente.
La serie La legione perduta è formata da 4 libri:
1. Le legione perduta
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Trama: Davanti ai loro soldati, Marcus Aemilius Scaurus- tribuno romano e comandante di una legione inviata in Gallia- e il capo celta Viridovix si affrontano a duello. Nessuno sa che le spade con cui si apprestano a combattere sono state infuse dalla magia di due antichi druidi, nemici tra loro. E nessuno può dunque prevedere ciò che succederà nel preciso istante in cui le spade si toccheranno. E’ quindi con profondo sconcerto che Marcus, le sue coorti e Viridovix si ritrovano improvvisamente sbalzati sotto un cielo sconosciuto, in una terra dove Roma e la Gallia non sono mai esistite. Ben presto capiscono che si trovano in un altro tempo e in un altro luogo, nel magnifico impero di Videssos, dominato dalla magia eppure non troppo dissimile dal mondo che si sono lasciati alle spalle: l'esercito di Videssos è indebolito da lunghi anni di lotte politiche, orde di guerrieri nomadi minacciano d'invadere il Paese, un nuovo imperatore si è appena insediato… Ai soldati romani, stranieri in terra straniera, non rimane dunque che farsi assoldare come mercenari dall'imperatore, mettendo al suo servizio la loro straordinaria perizia tattica e militare nonché il loro coraggio. Ma guadagnare la stima e il rispetto del sovrano sarà, per quegli uomini, soltanto la prima di innumerevoli sfide…
2. Un imperatore per la legione
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Trama: Mavrikios Gavras, l'imperatore intorno al quale si erano unite tutte le forze di Videssos nel supremo sforzo di battere gli invasori che ne minacciano il futuro stesso, è morto. Le sue armate, sconfitte e disperse, fuggono davanti alle orde selvagge scatenate del mago Avshar. Il vile tradimento di Ortaias Sphrantzes ha messo in ginocchio la forza militare dell'Impero, eppure ora grazie alla complicità dei burocrati, il maggior responsabile della rovina di Videssos ne usurpa il trono, sostenuto anche da una stregoneria che appare impossibile da battere. Eppure Thorisin Gavras, fratello del defunto imperatore, è ancora vivo e ben determinato a sconfiggere il vile Ortaias e a riprendersi il trono…
3. La legione di Videssos
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Trama: Nel tormentato impero di Videssos, dove è stata magicamente sbaragliata la legione romana del tribuno Marcus Scaurus, l'imperatore Mavrikios Gavras è morto e il trono è passato al fratello Thorisin. Ma le orde selvagge del mago Avshar incombono sulle frontiere dell'impero. Gli uomini della legione sono costretti a separarsi per andare in cerca di nuove alleanze e solo Marcus con i suoi fedelissimi rimane a Videssos…
4. Le daghe della regione
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Trama: Le forze ostili all'Impero e i difensori delle terre di Videssos marciano ormai verso lo scontro inevitabile che deciderà le sorti della guerra. Nuovi alleati giungono in aiuto di Thorisin Gavras e delle sue armate, guidati da Viridovix e dall'ineffabile medico della Legione. Mentre Marcus Scaurus, preso in un turbine di eventi, arriva a penetrare sino nel cuore del paese degli Yezda, dove il mago Avshar continua a esercitare la sua nefasta influenza, il capo stesso dei nomadi comincia a guardare con sospetto il crescente potere del negromante. Tuttavia Marcus e Viridovix dovranno ancora una volta unire il potere delle loro spade magiche - le stesse che li hanno portati nel mondo di Videssos - per avere ragione del loro arcinemico.
A questa quadrilogia sono seguite due serie spinoff ambientate nello stesso universo, più un romanzo singolo, ma voi potete benissimo smettere di leggerla dopo il quarto libro, anche perchè tutti questi spinoff sono dei prequel, non dei sequel. Io ve li elenco comunque per completezza:
La SERIE KRISPOS DI VIDESSOS è una serie Prequel ambientata 500 anni prima della serie della Legione perduta.
1. L'ascesa di Krispos
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Trama: Una grande minaccia e un'immensa crisi minacciano le fondamenta dell'Impero; un potente nemico esterno è alle porte e la vita dell'imperatrice è in pericolo. Ma Krispos, un contadino fuggito dal suo podere dopo essere stato rovinato dal peso delle tasse, si è spinto fino alla capitale in cerca di fortuna. È accompagnato soltanto dal suo coraggio, dalla determinazione e da una sola moneta che un capo nomade gli ha regalato anni prima, sostenendo che si trattava di un oggetto magico. Come potrebbe Krispos immaginare che quella moneta è il suo viatico verso un'incredibile serie di avventure e la chiave che schiuderà davanti a lui un impensabile futuro?
2. Krispos di Videssos
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Trama: Krispos è riuscito a conquistare la corona di Videssos, ma caos e ribellione serpeggiano nel regno e Petronas non nasconde i suoi propositi di vendetta. Predatori giunti dal nord seminano terrore nel regno. Un oscuro potere aggiunge la sua minaccia e neppure la magia di Videssos pare in grado di fronteggiarlo.
3. Krispos l'Imperatore
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Trama: Sono trascorsi venti anni dall'ascesa al trono di Krispos e sempre di più l'Imperatore deve scoprire amaramente come il potere non sia solo fonte di ricchezza e gioia, ma anche di angoscie e amarezze. Tutti e tre i suoi figli sono ormai adulti, ma fra loro e il padre non regna certo la più perfetta armonia! Anzi Phastis, il primogenito sembra essersi lasciato affascinare da un'inquietante eresia che va sempre più diffondendosi nel territorio dell'Impero: quella dei Thanasioi. Trascinati dal fanatismo del loro sinistro capo, Livanios, i seguaci della setta predicano che ogni ricchezza e ogni materialità, compreso il corpo umano, altro non sono che creazioni diaboliche di Sktos, il dio del Male...
La Serie L'ERA DEI DISORDINI racconta le guerre tra l'impero di Videssos e di Makuran, anche questo è un prequel alla serie della Legione Perduta
1. Il trono rubato
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Trama: Peroz, Re dei Re di Makuran, incontra la morte in seguito a una trappola tesa al suo esercito dai nomadi Khamorth, un popolo di ladri e saccheggiatori che infesta le montagne del regno. Il trono cade allora nelle mani di Smerdis, un oscuro funzionario che lo sottrae al legittimo erede di Peroz, il figlio Sharbaraz, imprigionato in una inespugnabile fortezza di Makuran. Abivard, un feudatario di frontiera che è subentrato alla guida del feudo dopo che suo padre ha trovato la morte nella battaglia che ha segnato la disfatta di Peroz, ha la possibilità di salvare il legittimo Re dei Re e di rimetterlo sul trono, anche se questo lo costringerà a lasciare la sua fortezza e ad affrontare la guerra civile. Ma l'impresa risulterà molto più ardua del previsto, dal momento che per sconfiggere l'usurpatore i Makurani dovranno chiedere aiuto a quello che è considerato il nemico giurato di Makuran: l'Impero di Videssos.
2. L'ora delle vendetta
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Trama: L'impero di Videssos è assediato da nemici: un pretendente ne usurpa il trono, un despota cui nulla importa delle orde barbare e delle dissidie tra i piccoli regni rivali che stanno sgretolando l'impero e che pretende soltanto di soddisfare tutti i suoi insaziabili appetiti vessando e depredando con tasse terre e cittadini. Pochi osano ribellarsi alla sua tirannia, e presto anch'essi saranno privati della loro vita e le loro teste finiranno in cima a qualche palo come esempio per gli altri. Solo un nome mantiene alte le speranze di libertà: Maniakes. Dal suo esilio ai confini del mondo civilizzato, nella fortezza di Kastavala sull'isola di Kalavria, Maniakes il giovane può osservare solo l'oceano e l'isola di cui suo padre Maniakes l'anziano era stato nominato governatore dall'Avtokrator Likinios, prima che questi venisse trucidato assieme ai suoi figli dall'usurpatore Genesios. Eppure il giovane Maniakes non può accettare questo stato di cose. E così Maniakes decide di abbandonare il suo esilio incerto e sfidare l'usurpatore.
3. Le mille città
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Trama: Mentre il sole splendeva alto sulle dorate cupole della città di Videssos, Abivard, generale di Makuran e figlio di Godarz, si domandava come poteva eseguire l’ordine di Sharbaraz, il Re dei Re, e distruggere l’invincibile Impero di Videssos? Ma contro tutte le aspettative l’Impero di Videssos invase Makuran. Abivard fu posto sulla difensiva, fu costretto a tornare verso casa, per scacciare gli invasori dalla favolosa terra delle Mille Città. Abivard aveva bisogno non solo delle sue più grandi abilità di condottiero, ma anche dei suoi maghi più potenti, perché nessuno immaginava che la strategia militare videssiana sarebbe stata affiancata dagli incantesimi più sofisticati. Ma inaspettatamente alcuni guerrieri Makurani tradirono Abivard, e fu la sua rovina. Per nulla scoraggiati i guerrieri makurani fedeli al loro generale giurarono di non arrendersi mai, di sovvertire ancora una volta le sorti della guerra, e sconfiggere così gli odiati Videssiani.
4. La città assediata
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Trama: Maniakes, Avtokrator di Videssos, sta per sferrare il colpo mortale all'odiato regno di Makuran. Giunto con tutte le sue truppe nella Terra delle Mille Città, è ormai alle porte di Mashiz e si appresta a cingere d'assedio la capitale nemica. L'unica incognita è costituita dall'assenza incomprensibile di Abivard, generale della cavalleria pesante makurana e suo acerrimo nemico. Maniakes, tuttavia, non ha dubbi: questa volta il suo attacco sarà mortale e porrà per sempre fine alle pretese dei suoi avversari e alla tracotanza e ingratitudine di Sharbaraz, Re dei Re makurano, che un tempo lo stesso Maniakes aveva aiutato a risalire sul trono rubatogli dall'usurpatore Smerdis. Ma il fato ha stabilito che le cose debbano andare in maniera molto diversa. Davanti alle mura della capitale nemica, l'arrivo di un messaggero sconvolge tutti i piani di Maniakes: Abivard, alla testa delle sue truppe, si è unito agli odiati nomadi Khamorth e con loro sta cingendo d'assedio la capitale dell'Impero di Videssos!
Il romanzo singolo Bridge of the Separator (inedito in italiano)
E' sempre un prequel alla serie della Legione perduta e approfondisce le origini del personaggio di Rhavas, del regno di Kubrat e di come si separò da Videssos.
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Testo Eddie Money - Baby Hold On Piccola tieniti stretta a me Quel che sarà sarà Il futuro è nostro da vedere Quindi baby tieniti stretto a me Tesoro, cosa sono queste cose? Hai parlato di me Alle mie spalle È vero che potresti desiderare una vita migliore È vero pensi Queste cose sono bugie, ora Pensaci piccola Ti porterò in cima Quindi baby tieniti stretto a me Qualunque cosa sarà, sarà (dico) Il futuro è nostro da vedere Quando ti aggrappi a me Ehi piccola Sai che il futuro sembra più luminoso Ogni mattina quando mi alzo Non pensare a ciò che non è abbastanza, ora baby Pensa solo a quello che abbiamo Pensa a tutto il mio amore, adesso Ti darò tutto quello che ho Quindi baby tieniti stretto a me Quel che sarà sarà Il futuro è nostro da vedere Quando ti aggrappi a me Oh-oh, uomo ricco, uomo povero, ora Davvero non significa molto Mamma te l'ha sempre detto, ragazza Quei soldi non possono comprarti l'amore Quindi baby tieniti stretto a me Quel che sarà sarà Il futuro è nostro da vedere Quando ti aggrappi a me Sì, eh Piccola tieniti stretta a me Quel che sarà sarà Il futuro è nostro da vedere Quando ti aggrappi a me dico eh! Aspettare Uh Huh! Stringimi più forte Non ti lascerò mai adesso Per favore, non puoi credermi ora? Non ti lascerò mai andare via Quindi stringimi più forte Piccola tieniti stretta a me Quel che sarà sarà Il futuro è nostro da vedere Quando ti aggrappi a me Piccola tieniti stretta a me (Baby) Qualunque cosa sarà, sarà (Baby) Il futuro è nostro da vedere (Baby) Quando ti aggrappi a me Aspettare!
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SWOOP ( Leader ) Studio Series 86 26
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FINALMENTE il quintetto dei Dinobot G1 è al completo con l'arrivo di SWOOP, il più eccentrico del gruppo per via della sua modalità di dinosauro volante, per non parlare del suo caratteristico torso blu rispetto a bicromia grigio - rossa del resto della banda.
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Forma alata che sin dalle origini Diacloniche ha pregiudicato la stazza del nostro, ricordiamo, rendendolo il "piccoletto" del gruppo, cosa che per fortuna non traspare nel ROBOT Leader, che qualcuno temeva uscisse addirittura come mero Voyager, ed invece sebbene sia una testa più basso rispetto a Grimlock e soci, troneggia lo stesso anche davanti al recente e ben piazzato Optimus SS 86 Commander.
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Ad aiutarlo in questo, come già nei suoi colleghi, anche lui ha un bel torso imponente, nonostante la sua struttura del corpo asciutta: inutile dire che è fedelissimo al settei in generale, laddove a guardar bene è un tripudio di dettagli scolpiti in più sparsi nel corpo, come da tradizione Generations.
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Unici nei sono i mezzi vuoti dietro le gambe subito sopra i talloni e all'interno dei polsi, ma non si notano troppo, mentre una mancanza rispetto al cartone è … la codina sul sedere, ma questo era in dettaglio ignoto ai più, effettivamente. ^^'
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La famigerata cresta della testa poteva essere più grande ed arretrata, utile poi per la modalità bestiale, e invece è corta e sparata verso l'alto, come appare anche in alcuni settei, quindi andrebbe bene anche così, nel robot.
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Le articolazioni sono ottime e tutte presenti, compresa rotazione di bacino e pugni ( quelle che di solito mi preme sottolineare, avrete notato :D ), e la testa può alzarsi di 20-30° che non è male in un robot volante, ma soprattutto le ali possono piegarsi alla base, cosa che rende dinamismo alla figura; ritorno inoltre sul bacino che ruota ed aggiungo che il becco, sebbene arrivi fino al pube, non ne inficia affatto il movimento, anzi!
La più grande carenza dei Dinobot SS 86 finora è stata, lo sappiamo, la taccagneria degli accessori, con i nostri accoppiati con una sola arma ( le statuine di Wheelie e Daniel dei primi due manco le conto, abbiate pazienza… ) con la scusa che apparivano così sguarniti anche nei cartoni, ma per fortuna in azienda si sono infine ravveduti e Reptilo qui è armato come il suo giocattolo origiale, ovvero con la coppia di lanciamissili impugnabili e la sua spada rossa.
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Anzi, di più! dato che Swoop ha pure un'ulteriore spada, quella di Grimlock nientemeno, cosa in cui speravo sin dall'uscita di Slag e di cui infine mi hanno accontentato ( le altre due spade mancanti di Sludge e Slag sono invece allegate al repaint fumettistico di Tiran… )! :°°°
I lanciamissili inoltre hanno i missili dorati estraibili, un po' come visto per Ultra Magnus Commander SS 86, un tocco davvero interessante, ma a spaccare il capello in 4 bisognerebbe ricordare ad Hasbro che il povero Snarl ha solo spada e nessuna arma da fuoco, ma chissà cosa ci riserverà il futuro… e le eventuali esclusive repaint del quintetto! ^^'
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Concludendo il discorso delle armi, sempre i lanciamissili non hanno la parte in rilievo colorata ( che negli originali era il pulsante a molla ), mossa pigra dato che sì, in alcuni fotogrammi del cartone quei cannoni sono semplici tubi grigi, ma in altre scene no, evvabbè, mentre almeno la cornice finale prima del missile dorato è nera; i lanciamissili stessi poi visti da sotto sono un po' vuoti, ma ok, niente di gravissimo, e la parte finale è tagliata a metà orizzontalmente, ma serve per l'impugnatura di Swoop stesso eppoi c'è uguale pure nel G1.
Infine, i cannoni se ne possono stare belli appesi alle ali, ma ci sono fori anche sulle spalle, sulle caviglie, negli altri lati delle ali ed uno sulla schiena.
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La TRASFORMAZIONE ricalca fedelmente e migliora quella originale, con il muso del dinosauro che sale dal torso e si aggancia alla testa del robot ( alzando e poi chiudendo il pannello della fronte del primo ), aprendo un po' petto per poi richiuderne il vuoto creatosi una volta sollevato del tutto il capo; se nel G1 le braccia si accorciavano "mangiandosi" i bicipiti, qui invece questi restano normali ma invece sono i pugni che rientrano nei polsi… o forse è meglio di no, dato che poi per tirarli fuori di nuovo ho fatto una fatica immane! ^^'
( o al limite non ruotateli fino in fondo fino al click di blocco! )
Infine, le ali si dispiegano, con le punte che ruotano verso il basso per assumere una forma più larga ed appuntita ( trovata semplice ma assai buona! ) e le gambe si ripiegano sulla schiena, non prima di aver fatto sparire i talloni e disteso i piedi.
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Il PTERANODONTE robotico è una gioia per gli occhi per gli amanti dello Swoop G1 dei cartoni, fedelissimo all'aspetto del settei e bello imponente, non sfigurando vicino ai colleghi Dinobot quadrupedi.
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Può aprire la bocca, muovere su e giù la testa, magari anche fino a guardare dritto quanto è "in piedi" sulle zampine, con queste che possono muovere gli artigli, mentre le ali si piegano anche in basso a metà delle stesse ma non possono muoversi quasi per nulla alla base, bloccate in alto dalle gambe del robot ripiegate sulla schiena e in basso dalle braccia.
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Queste sono l'elefante nella stanza della modalità bestiale, dato che nel giocattolo G1 rientravano anche benino nel torso, ma nel settei del cartone risaltavano un po' troppo, ed ecco che quindi che ce le ritroviamo in bella vista anche in questo Studio Series! ^^'
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Va bene che almeno i pugni spariscono, ma mi fa strano che non siano riusciti a riciclare alcuni passaggi visti in tf recenti come Siege Starscream dove riuscivano a far sparire sia mani che gomiti/bicipiti, cosa che qui avrebbe aiutato visto che non hanno trovato altra soluzione che non lasciare braccia sui fianchi e ciaone.
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Un altro cosa carina da vedere in un Leader sarebbe stato magari la possibilità di muovere le zampe, separandole dalle cosce, giusto per metterci un po' di appoggio, anche se, indovinate?, nel cartone non muove quelle zampine e quindi un altro bel ciaone eccolo arrivare. ^^'
Per fortuna che è bello grande di suo ed ha un bel po' di accessori, ma visto che non ha possibilità di essere appoggiato ( il G1 aveva pure le ruotine, dai!! ) non sarebbe stato male che al modello allegassero pure uno di quei piedistalli per Action Figures, ma ok, forse sono un po' troppo pretenzioso stavolta.
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Altre critiche sono per la cresta corta, come dicevo, cui potevano metterci un pezzo aggiuntivo sulla schiena che andava ad attaccarsi a quella corta per il robot, ma se già si sono "dimenticati" della coda, dai, insomma, cosa pretendiamo?? Magari la striscia rossa non interrotta sui moduli / gambe sulla schiena? no, eh? ^^''
Insomma, il nostro ha qualche mancanza di pigrizia, e vabbè che non è un Masterpiece, ma è pur sempre un Leader e magari un po' più di giocabilità alla modalità bestiale sarebbe stato apprezzabile, ma alla fine, come gli altri suoi colleghi, fa la sua degna figura, ricordandoci che i Dinobot SS 86 sono ormai fra gli ultimi Leader belli grandi, e per fortuna che in zona cesarini hanno almeno piazzato un po' di armi ( dimenticavo, le spade possono sistemarsi sui moduli sulla schiena del dinosauro!).
Troppo diverso dagli altri per dire che è meglio lui rispetto ai suoi colleghi, ovviamente è immancabile per chi vuole finalmente tutta la squadra dei Dinorobot in scala Generations, ed alla fine sì, poteva essere migliore, ma per fortuna non è così peggiore! ^^'
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-Videorecensione
#transformers#hasbro#generations#autobot#autorobot#recensione#review#swoop#reptilo#dinobot#dinorobot#leader#studio series#studio series 86#transformers the movie 1986
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Parola 31/12/2024
*RICOMINCIARE!*
Autor: Apolonio Carvalho Nascimento
L'atto coraggioso di ricominciare ci permette di lasciarci alle spalle il passato e di abbracciare un nuovo presente. È un'opportunità per imparare dagli errori, rinnovare la speranza e andare avanti con determinazione.Ricominciare significa aprire la porta a nuove opportunità e fissare nuovi obiettivi e traguardi, creando un nuovo piano d'azione.Se conoscessimo in anticipo gli innumerevoli vantaggi del ricominciare, non esiteremmo a prendere questa decisione, perché con essa si ottiene una maggiore fiducia in se stessi, una migliore qualità di vita e uno sviluppo personale.Ricominciare, se fatto con amore e per amore, ci aiuta ad essere pazienti e insistenti nei nostri obiettivi, e a non essere ostinati nei nostri errori; impariamo a gestire la paura e l'incertezza e a goderci l'intero viaggio e non solo la destinazione finale.Il nostro passato, buono o cattivo, è una lezione; il presente è realtà e azione; il futuro è ancora una promessa.
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Eccomi qui,
forse con qualche ferita che ancora ha bisogno di rimarginarsi,
ma sono ancora in piedi,
anche se, ammetto, che a volte è difficile camminare con il cuore pesante, con la mente che viaggia verso i ricordi passati, che, alla notte gli occhi sembrano macigni che non vogliono chiudersi.
Sto cercando di far in modo di lasciare il passato alle spalle e vivermi il presente e quello che spero possa essere più sereno possibile, il mio futuro.
Pensavo che all’amore ci fosse sempre un lieto fine, ma con le esperienze capisci che purtroppo non sempre è così.
Ci sono mille domande che mi frullano in testa a cui non riesco a dare alcuna risposta… Vorrei tanto riuscire a spegnere l’interruttore del cervello, soprattutto, quando arriva la notte e resto sola, con la schiena appoggiata sul letto e tanti pensieri non mi fanno prendere sonno.
In particolare, però, solo una domanda mi interessa più di tutte le altre, anche se sono certa che infondo sapere la risposta di questa, non cambierebbe molto ciò che è successo, anche se, riuscirebbe ad allegerire il peso che porto tutti i giorni, nel cuore.
La verità è solo una ed è inutile cercare di nasconderla perché è evidente che dopo la nostra rottura, non riesco più a fidarmi di nessuno.
Vivo con la costante paura di essere abbandonata… Di tornare a quell’estate in cui non mi reggevo neanche in piedi e nonostante tutto il dolore che provavo, fingevo che andasse tutto bene.
Infondo, ho sempre pensato e sperato fossi tu, la persona che mi accompagnasse e amasse per tutta la vita.
Ho dato così tanto amore, che adesso, non ho più nient’altro da offrire.
Mi sento come una bottiglia d’acqua piena che, una volta bevuta, si svuota e si butta via.
Ho dato tutta me stessa e alla fine sono stata, comunque, buttata via.
In ogni caso, ormai, non importa più perché il futuro che avevo nella testa con te, non esiste più e cerco di farmi forza per poter andare avanti.
Ho spento le emozioni per evitare altra sofferenza al mio cuore.
Sarebbe stato meglio se avessi potuto cancellare tutto il dolore che ho provato, quando te ne sei andato via, con una gomma, come quando si scrive su un foglio bianco a matita, ma purtroppo non è stato così.
E io, da quella volta che mi hai detto “siamo troppo diversi, non possiamo più stare insieme” non faccio altro che ripetermi sempre la stessa frase per trovare un modo di mettere fine a noi.
Invece, è da un anno e mezzo a questa parte, che non sono riuscita a pensare che la diversità fosse un ostacolo al nostro amore, perché la verità è che se l’amore c’è, ed è forte, si può superare tutto, perché si combatte in due e non da soli.
Inoltre, penso che proprio la diversità , ci avrebbe potuto aprire la mente, in modo, da non farci vedere tutto bianco o tutto nero, ma vedere sempre più sfumata la vita, che invece, l’essere simili, non ci avrebbe permesso mai, anzi, sarebbe pure stato troppo facile e troppo monotono vedere la vita sempre allo stesso modo.
Ho sempre visto l’amore come un filo che ci stringeva a tal punto di tenerci uniti, senza mai dividerci e che se davvero si volessero funzionare le cose, bastava metterci un po’ di volontà per riuscire a sistemare tutto.
In effetti, l’amore è così, ma purtroppo lo è sempre stato per me, perché poi qualcosa da parte tua si è rotto e il filo che ci univa anziché legarci, ci ha divisi, finché te ne sei andato e mi hai detto di non amarmi più.
Non c’è dolore più grande sentir dire dalla persona che hai amato con tutta te stessa e che pensavi non ti abbandonasse mai, “non ti amo più”.
E io, a quel “non ti amo più “ non sono riuscita a dirti nient’altro che “capito”, perché mi ha ferita così tanto da non riuscire a trovare neanche la forza di dire altro.
Oggi, le domande di cui ti parlavo, sono:
“mi pensa ancora?”,
“pensa a tutto ciò che abbiamo vissuto insieme?”,
“si preoccupa di come sto passando questi giorni?”
Infondo, però, cosa cambierebbe sapere le risposte?
Sì, sicuramente se la risposta fosse positiva, infondo, mi allegerirei un po’ il cuore, ma quel filo che si è spezzato, per quanto io volessi che non fosse mai sanata così, non tornerà più ad unirci.
Cerco di dirmi “doveva andare così”, perché ho provato tante volte a darmi la colpa, quando, infondo, colpa non ho.
Forse l’amore che ti ho dato era troppo grande e magari ti sei sentito soffocare.
Non lo so, quello di cui sono certa, è che ti porterò sempre con me, a prescindere da come siano andate le cose e da come andranno.
Spero un giorno, di poter superare tutto, di poter dire “è un ricordo e basta”, anche se so che infondo, tu un ricordo, non lo sarai mai.
Ti chiederai perché non mi sono fatta sentire tutto questo tempo o forse no, in ogni caso, la risposta è che sapevo che la tua felicità e la tua libertà valesse più di ciò che provassi io. Non ho mai voluto ferirti, e soprattutto, non ho mai voluto che tu provassi lo stesso, che ho provato io e che infondo provo ancora.
-Fede Ardita.🌹
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Lascia il Passato Alle Spalle: Guida al Futuro
Il contenuto promuove una mentalità positiva nei confronti delle esperienze passate e incoraggia a utilizzarle come lezioni per la crescita personale.
Non essere prigioniero del tuo passato. E’ stata una lezione non una condanna. Ricorda sempre che le esperienze passate possono insegnarci molto e plasmare il nostro futuro. Guarda al passato con gratitudine per tutto ciò che ti ha insegnato e usa quelle lezioni per guidare le tue azioni future. Non lasciare che il passato limiti le tue possibilità, ma sfrutta le esperienze passate per crescere e…
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Abbiamo sempre guardato la realtà come una rete intricata di fili, una massa di eventi tra loro intrecciati che si posano gli uni sugli altri, rendendo il mondo un’entità complessa e stratificata; e sebbene questa immagine si avvicini molto al tessuto della quotidianità in cui siamo immersi, non bisogna sottovalutare l’importanza della semplificazione.
Viviamo in un complesso circuito sorretto da idee e discorsi che si influenzano vicendevolmente, generando una quantità indefinita di eventi e di risposte impreviste.
Ogni accadimento, cioè, è il frutto di molteplici micro eventi che si sono susseguiti in un ordine casuale in cui, spesso, diventa quasi impossibile stabilirne il principio. E più si scava a fondo, più emergono sfumature e causalità impreviste, il cui contributo, seppur minimo, alle sorti dell’evento, è tanto influente da cambiare la rotta di tutta la fila di conseguenze che ne risultano.
E ciò diventa più facile se si prova ad analizzare un accadimento a ritroso: il nostro modo di vivere il reale come una successione di eventi quasi deterministica, così come la nostra tendenza a trovare sempre una ragione a ciò che stiamo vivendo, ci porta a percepire un legame tra un evento così come lo stiamo vivendo e tutte le possibili alternative che avrebbero potuto modificarne il corso. Cosa, invece, che risulta ben più complicata se si guarda al futuro: prevedere i risultati di una determinata azione è più complesso e contiene sempre una variabile nascosta che si rivela solo quando l’azione, ormai, si è chiusa alle nostre spalle.
Anche la fantascienza e il cinema hanno da sempre giocato con questa visione fitta e complessa della realtà, descrivendoci scenari di salti indietro nel tempo e di ritorno al passato in cui persino un evento infinitamente minuscolo può determinare, sulle sorti del futuro, il completo stravolgimento del reale così come era prima.
E se, alcune volte, andare oltre la semplice e spontanea spiegazione che diamo agli eventi è necessario per comprenderne davvero la logica, pretendere di trovare sempre una causa altra e altrove a ciò che sta accadendo può portarci verso strade sbagliate.
La filosofia è, d’altronde, la disciplina della complessità e della stratificazione: distinguere, discernere, nominare, sono tutte operazioni che sminuzzano il reale permettendo di vedere oltre il semplice dato materiale per trovarne una ragione altra da quella apparente. Ma si dà il caso che, spesso, è proprio nella volontà di chiarificare, di indagare nel dettaglio, di non accontentarsi mai di risposte all’apparenza semplici, che si cade in errore.
Fu proprio per scongiurare questa proliferazione di idee e di modelli del reale, che si allontanano dalla datità del fatto per trovare risposte sempre più ingegnose e complesse, che il filosofo e frate francescano del XIV secolo Guglielmo di Occam espresse questo principio, caposaldo delle scienze e della filosofia: «Pluralitas non est ponenda sine necessitate», le pluralità non dovrebbero essere postulate senza necessità.
La richiesta di complessità, la voglia di andare oltre la banalità per guardare le cose per come sono, rischia di farci cadere nell’errore opposto: quello di stravolgere i fatti, intellettualizzando la realtà e tradendo il dato reale. Se, in altri termini, non fermarsi alle apparenze è una buona pratica, allo stesso modo bisogna ricordarsi di non allontanarsi troppo dai fenomeni della quotidianità, impelagandosi in supposizioni e intellettualismi che, pretendendo di dare una spiegazione al reale, se ne allontanano.
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