#il mio nemico
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Daniele Silvestri - Il mio nemico
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What was Uries first instinct when stepping in front of Golden school from Angie town?
Whip out her camera and take a picture.
Honestly who wouldn’t that building does look interesting,but also it’s a nightmare to draw 💀.
#angel's friends#angels friends#afapril#angels friends urie#angels friends april#fanart#la prospettiva è ancora il mio più grande nemico#a chi ha realizzato il design della golden school ho bisogno di parlarti
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Cerco sempre un nemico cerco Cerco sempre un nemico cerco Per non stare solo Per non stare solo
Come se avessi sempre bisogno Di un nemico che mi fa il contorno Devo ancora capire Devo ancora capire
Ma il mio unico nemico L’ho capito sono io Non mi serve più cercare Ho una faccia a cui sputare
Sì il nemico sono io Ho il potere di ogni dio Non mi serve più cercare Ho una faccia a cui parlare
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Deve esserci un pettirosso nei paraggi, perché nel silenzio più totale della notte si sente solo il melodioso canto del volatile. Certo, più rassicurante e dolce di quando il silenzio totale di questo posto viene squarciato da non meglio identificati volatili notturni con un canto così sinistro da essere candidati perfetti per un film dell'orrore, ma sono dieci minuti che va avanti 'sto cip cip intonato in trecentonovantaquattro modi diversi che, ora, anche basta.
#come faccio a sapere che è un pettirosso?#perché ovviamente sono andata a fare una ricerca con tanto di ascolto di canto di volatili#devo pur capire chi è il mio nemico#givemeanorigami
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Vannacci commenta la rielezione della Bordeliner
Ho capito di aver qualcosa che non va ascoltando Vannacci. Mi sembra l'unico che dica cose sensate e abbia le palle per dirle, in mezzo ad un accatastamento di individui di merda. Eppure so che è lui il nemico, lo han scritto su tutti i giornali, lo dicono i satirici, lo scrivono esimi giornalisti, quindi è vero.
Io ci provo a convincermi che sia lui e gente come lui, il problema, ma non ci riesco. Forse ci sono dei posti, tipo la AAA alcolisti anonimi, che possano aiutarmi ad uscire dal mio delirio personale, dalla mia pericolosa allucinazione? Se conoscete qualcuno che anche con psicofarmaci ed elettroshock possa aiutarmi a capire che è Vannacci la merdaccia, contattatemi in privato, grazie. Voglio diventare normale pure io.
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Viviamo in un’epoca di grande ipocrisia. La follia umana sta raggiungendo un livello veramente esagerato. Attivisti verdi che sporcano di vernice le opere d’arte e gli edifici di importanza storica e culturale; adolescenti che invece di studiare a scuola, e capire che l’energia elettrica non nasce dal nulla, gridano sputando saliva di rabbia che dobbiamo salvare il nostro pianeta passando all’ energia alternativa. I centri storici sono pieni di spacciatori, che vendono l’erba. Ma non possiamo legalizzarla! No! Viviamo in un paese cattolico, dicono. Abbiamo il Vaticano…Ogni ragazza sogna di vendere il suo corpo o le sue immagini nude, invece di studiare e diventare un’insegnante o un dottore. Ma riaprire le case chiuse!- guai! Cosa dirà la chiesa?! Siamo tutti pieni di rabbia e invece di trovare soluzioni, trasciniamo questo mondo verso una terribile ed inevitabile fine.
Non sono né un profeta né un scienziato, ma anche con la mia scarsa preparazione posso e devo ricordare a tutti che esiste da tanti anni un modo per produrre l’energia, sostituire la plastica e ridurre al minimo l’inquinamento. Tutto quello che dobbiamo fare è togliere l’etichetta del demonio dalla cannabis! Immagino che qui mi accuseranno della propaganda della droga, ma non abbiate fretta con il vostro giudizio. Vi rinfresco la memoria, raccontando un po’ di fatti riguardo al nemico del popolo: la Cannabis.
Da 1 ettaro di canapa si ricava tanta carta quanto da 4 ettari di bosco. 1 ettaro di canapa emette tanto ossigeno quanto 25 ettari di bosco. I tessuti di canapa superano persino il lino nelle loro proprietà. La canapa è una pianta ideale per realizzare corde, funi, tessuti , borse e cappelli. Ciò che è anche molto importante: tutti i prodotti in plastica possono essere realizzati con la canapa, la ‘plastica’ di canapa è ecologica e completamente biodegradabile. Questo è solo un piccolo elenco delle qualità uniche della canapa: un'altra cosa- la canapa cresce in soli quattro mesi e un albero in 20-50 anni. Può essere coltivata in qualsiasi parte del mondo con poca acqua, inoltre è in grado di difendersi dagli insetti parassiti, non ha bisogno di pesticidi. È davvero un paradosso? Perché stiamo ancora abbattendo le foreste? Stiamo usando la plastica dannosa per sconvolgere l'equilibrio del pianeta? Sì, perché la società dei consumi giova solo ai problemi, non alle loro soluzioni.
E della Hemp Body Car creata da Henry Ford in 1937 vogliamo parlare?!… Ma finché ci sono l’interessi di compagnie petrolifere non vedremo mai queste macchine sulle nostre strade. Il Dio denaro sta comandando questo mondo e costringe ognuno di noi a fare le scelte che porteranno sempre più verso la distruzione. Dobbiamo pensarci e tutto può cambiare!
Adesso, dopo questa introduzione, che ho cercato di fare più breve possibile, voglio condividere con voi la mia esperienza personale. Perché non c’è niente più convincente e dimostrativo, come la prova tecnica.
Ho una grande passione per i mercatini delle pulci. Una volta, facendo la mia ricerca dei tesori ad un mercatino mi sono imbattuto in rullo del tessuto. Non sapevo cosa era, ma l’aspetto estetico e le caratteristiche tattili di questa stoffa mi hanno fatto battere il cuore! Per fortuna avevo davanti a me un venditore, che sapeva tutto su questo grande rullo tessile. Si trattava di canapa lavorata a mano negli anni ’50. E si è accesa subito la lampadina della mia creatività! Da anni volevo farmi fare un abito chiaro, non solo bello , ma soprattutto comodo e leggero. Un abito che fa fresco d’estate e che mi dà il sollievo in questo clima padano. Inizialmente ero concentrato sul procurarmi un pezzo di lino, il classico intramontabile per ogni gentiluomo. Ma dopo avere visto la Grande Bellezza dell’ antico manufatto in canapa non avevo più i dubbi. Comprato il rullo pesante di canapa dal felice venditore, ad un prezzo veramente simbolico di 20 € mi sono recato direttamente dal mio sarto, il signor Franco Parmelli, un sarto che ha più di 80 anni, la maggior parte di quali trascorsi nell’ accumulare un’impagabile esperienza nel campo di creazione di abiti su misura. La bellezza della stoffa che ho portato ha commosso il vecchio Maestro e abbiamo iniziato subito la realizzazione di questo progetto che io ho chiamato “ Legalize it!” Si tratta di un un completo fatto di pantaloni, pantaloncini corti, gilet e giacca a due bottoni, naturalmente di canapa. É un po’ bizzarro, lo so, ma proprio questi elementi di guardaroba possono essere giocati durante l’estate con il massimo piacere e conforto, senza rinunciare all’eleganza. Un taglio semplice e classico, i bottoni in madre perla e poco altro. Ed ecco a voi il risultato finale. Un abito così comodo e bello non l’ho mai avuto in vita mia! E’ diventata la mia seconda pelle. Sicuramente dà un po’ nell’occhio, in mezzo alla massa di infradito, pinocchietti e t-shirts… Ma preoccuparmi di cosa ne pensano gli altri di me non è stato mai per me un problema. Mi sentirò un combattente della piccola armata di uomini eleganti e a testa alta continuerò di vestirmi e non coprirmi… e a contribuire a salvare il pianeta!
Photos by https://www.instagram.com/giovannigarritano_ph?igsh=MTE2anU5d3BsZ2owdA==
#dandy shoe care#alexander nurulaeff#art#style#bespoke#shoemaker#menswear#design#shoes#canapa#bespoke suits#элегантныезаписки
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Le storie di quando il cinema era la settimana arte...
Aguirre furore di Dio (1972) Werner Herzog
Quando infine arrivai quassù c'era nebbia fitta. Tutto era avvolto dalle nuvole e pioveva a dirotto. Si vedeva al massimo a 30 metri. La montagna dietro era nascosta dalle nubi, non si vedevano nient'altro che nuvole grigie. E regnava un caos indescrivibile. E a questo si aggiunse il grosso problema con Kinski che era di duplice natura: da una parte Kinski si rese conto di essere solo un puntino nel paesaggio e non il centro dell'azione. Lui voleva essere ripreso in primo piano, con il volto truce, mentre conduceva l'intero esercito. Tentai di fargli capire che lui non era il condottiero di questa missione, che era Gonzalo Pizarro. E fu molto difficile perché Kinski non era il centro dell'attenzione in quella scena. Il secondo problema era che il nostro concetto di paesaggio era profondamente diverso. Lui voleva vedere tutto il Machu Picchu, compresa la cima, così come avrebbero fatto a Hollywood, un bel paesaggio, uno sfondo che viene sfruttato per la scena. Anche la pubblicità lavora così, le cartoline sono così. Io però, volevo solo un determinato taglio del paesaggio, in cui fossero visibili tutto il dramma, la passione, il pathos. E lui questo non lo capiva, ma per me era fondamentale, doveva essere così. Un paesaggio con caratteristiche quasi umane. Kinski arrivò ad affermare la banalità che il volto umano fosse l'unico paesaggio affascinante sulla Terra. Allora lo tolsi da quell'inquadratura. Avevo la sensazione che senza volto sarebbe rimasta a lungo nella memoria dello spettatore. E Kinski si mise a urlare che ero diventato un megalomane. Io gli risposi: "Bene, ora siamo in due". Alla fine, verso le 11 del mattino, il cielo si aprì, e a destra, come per miracolo, le nuvole rimasero ferme, a sinistra si aprirono e la fila di gente arrivò quaggiù. E mentre giravamo, ebbi la strana e profonda sensazione che io e questo film fossimo benedetti da Dio e che io stessi vedendo qualcosa di speciale, che non avrei mai più rivisto.
Werner Herzog (tratto da Kinski, il mio nemico più caro - 1999)
#quando il cinema era la settima arte#aguirre furore di dio#werner herzog#klaus kinski#kinski il mio nemico più caro
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Elvis Presley - My Love
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"Quando saremo vecchi”
Quando saremo vecchi ballerini
e il bianco della tua testa
si confonderà col chiaro del mattino;
quando il mio corpo tremerà
e non solo per il mio desiderarti;
quando saranno placati i venti,
fuggito il domani dei nostri figli,
spalancate le porte alle ultime voglie;
quando avrò concluso le mie guerre,
dato infine un nome al mio bisogno,
consegnata l’ultima missiva;
quando avrai svuotato le tue stanze,
perdonato finalmente il tuo destino,
cacciato un nemico senza nome.
Allora, metterò questa canzone e
faticosamente ci leveremo insieme.
Mi cingerai come un giovane amante
e danzeremo fino a scomparire.
Sarò più bella quando sarò stanca
e tu più uomo anche senza forze.
L’ultimo bacio sarà come il primo
e avrà il sapore delle nostre vite.
Solo allora sarò certa
che non sia stato vano viverti vicino.
(Hilde Kuhn)
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#momentosfogo
Esattamente...la mia colpa qual è? Sono circondata da persone che mi tramano costantemente alle spalle, che mi dicono una cosa in faccia e fanno l'opposto da dietro. Esattamente, che volete da me? In cosa sbaglio oppure ho sbagliato? Perché vengo trattata sempre come se fossi una minaccia da tenere alla larga? Un nemico da farsi buono? Perché io non mi merito mai importanza e del bene sincero? Perché devo accontentarmi sempre del minimo e anche ringraziare per le briciole? Qual è la gara che state facendo soli con voi stessi credendo che anche io stia partecipando? Io sono fuori da tutto, ma mi ritrovo sempre incastrata in trame che non conosco ma che mi vedono come antagonista. Mi ritrovo sempre immersa in colpe che non sono mie ma che portano il mio nome sopra.
28nov23
#momento sfogo che arriva un anno dopo#a dimostrazione che nemmeno qua mi sento sicura#frammentidicuore#frasi#frasi di vita#riflessioni#frasi profonde#parole#amore#pensieri#vita#cit#frasi tumblr#frasi tristi#citazioni#rabbia#dolore#silenzio#paura#frasi e citazioni#frasi belle#sentimenti#nemico#preoccupazioni#dubbi#boh#cattiveria#distanza#odio#solitudine
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il senso di solitudine e la tristezza che provo non li auguro nemmeno al mio peggior nemico
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Quando ti ho conosciuto avevo 14 anni, ero una bambina ma ti ho amato dal primo sguardo, da quel sorriso che ci siamo scambiati, da quel "Ciao, come stai?" che mi hai sussurrato, sottovoce.
Ti ho giurato amore dal primo istante. Era la prima volta anche per me: le farfalle nello stomaco, il formicolio sulle dita, il cuore finalmente sereno. Sì, era la prima volta anche per me, ma l'ho sentito forte e chiaro: il mio cuore batteva.
Era la prima volta che mi sentivo forte, e viva.
Quando sei andato via non mi sono sentita solo sola, no, ma completamente persa. Quella fame di te mi si stava divorando dentro, senza lasciar spazio più a nulla. Ho costruito intorno a me muri su muri per proteggermi, mi cercavo ovunque ma non ero da nessuna parte... fino a quando mi sono ritrovata poi nella mia stessa prigione: una gabbia dal quale non si fugge, un labirinto senza via d'uscita. E poi ci ho fatto amicizia, è diventata casa mia. Un luogo sicuro da cui non penetrava un filo di luce, e di aria.
Con l'andare del tempo ho avuto modo di prendere consapevolezza di ciò che mi stava succedendo. Ti ho cercato, perdutamente. E perdutamente ho provato a scordarmi di quella sete di te. Perdutamente annegavo nella valle di lacrime che avevo pianto, e navigavo fra le onde, senza meta, dolcemente. Senza la mia perfetta metà, tu mi completi.
Ti ho amato sottovoce e senza volerlo, ti ho amato con tutti contro, compresa me stessa. E ti ho difeso nonostante la prima ad essere colpita ero stata proprio io. Non eri un mio nemico, ma un mio intimo amico.
Ad oggi, quel rumore è ancora cieco, e assordante, dentro me. Un suono dolce che mi accompagna durante il giorno, ed una ninna nanna che mi culla la sera.
Il desiderio è ancora forte Jhon. Dimenticarti per me è inconcepibile, o meglio, lo è per il mio cuore, per la mia mente, per quei sogni nel cassetto di cui non trovo più la chiave.
Sono trascorsi secoli dall'ultima volta, ma gli anni non potranno mai cancellare quello che è stato. Io ti aspetto ancora, dietro questo muro so che ci sei, ovunque tu sia, la mia mano è quì.
Croce sul cuore.
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Denti
"Devi andare…"
Si era infilata sotto le coperte, nuda. Aveva fatto l’amore. Era andato tutto come doveva andare, aveva finto. Come sempre. Ed eccolo lì quello sguardo, quell'insofferenza, quel disinteresse. Glielo leggeva negli occhi come lo aveva visto in tutti gli altri. Non faceva quasi più male. Sgattaiolò fuori dal letto, senza dire nulla e si rivestì. Aveva la mente straordinariamente lucida e distaccata, indifferente. Una cena, un uomo, del sesso, il copione sempre uguale. Non serviva tirar fuori le emozioni, per una cosa così, gli uomini non le vogliono. Si impara a non darne, si impara a nasconderle, a camuffarle perché nessuno te le cerca: si può anche farne a meno.
Il calore effimero di quelle ore stava già sparendo dal suo corpo, al cuore non era neppure arrivato vicino. Sentiva che non lo avrebbe più rivisto e forse ne avrebbe scordato presto anche il nome. Peccato, pensò. Perché questo almeno aveva un sorriso bellissimo in cui per un attimo si era persa, fantasticando di poter restare ed essere la benvenuta. Ciò che aveva imparato sugli attimi era ormai diventato il suo credo: gli uomini ti arrivano in un attimo, bruciano in un attimo e in un attimo spariscono, non bisogna affezionarsi alle meteore. Si infilò il cappotto mentre lo guardava aprirle la porta.
"Allora, ciao" – le disse
"Buonanotte" – rispose lei
Agli addii spesso non serve altro. Nemmeno girarsi per guardarsi un’ultima volta. Se scegli di restare estraneo, lo resti sempre per chiunque. E lei rispettava le loro scelte, sparendo come gli attimi di cui conservava i ricordi e che le avevano tolto il futuro. Non era più tempo di illusioni, l’amore è solo una favola che ti racconti, addosso lascia solo segni.
[2015©Yelena b.] www.yelenabworld.tumblr.com
"Il sorriso è un gesto di clemenza del silenzio." (Achille Bonito Oliva)
Scusami. Ti scrivo solo per dirti questo: scusami. Ieri sera, mentre facevamo l’amore ho avuto paura: mi stavi mangiando pian piano il cuore e capivo che stavo innamorandomi di te, del tuo muoverti con disperata grazia su di me, del tuo odore e del tuo sapore. Delle tue labbra, che pur assaggiavo e gustavo. E ho avuto paura. Oggi capisco che mi sei entrata nelle vene.
Forse abbiamo corso troppo. Non c’è stata progressività: ci siamo conosciuti in rete e siamo finiti quasi subito a letto. Il forte bisogno di sentirsi cercati e accettati fa perdere il senno a chiunque. Siamo partiti dalla coda. E tu allora scrivimi o telefonami: interrompi il freddo insopportabile del silenzio che circonda entrambi da ieri.
Ho avuto paura perché pur stando con me, godendo finalmente entrambi dei nostri corpi, ieri tu facevi sesso con molta rabbia. Sembrava volessi farmi scontare le colpe di un altro uomo. Eri la portavoce guerriera dell’intero genere femminile nella sacra crociata contro quello maschile. Ma io non sono il nemico di nessuno. Semmai, sono nemico dell'odio. Sono un uomo solo apparentemente sicuro di sé, mentre invece custodisco e nutro senza dovermene vergognare una mia timida delicatezza interiore.
Ameresti la mia variegata fragilità d'animo, se la conoscessi. Vorrei solo vedere i tuoi denti, le tue labbra schiudersi per farmi partecipe di un tuo prezioso, raro e soprattutto autentico sorriso. Non quello formale, da geisha, per i clienti del tuo studio, ma quello vero. Che t'esca spontaneo semplicemente perché sei contenta, proprio felice dentro di vedermi. E di essere finalmente desiderata da un uomo: perché non è ancora peccato desiderare una donna, né lo è godere nell'essere oggetto di brama maschile.
Non è comune per me desiderare una donna qualsiasi e ieri c’è stata per il mio cuore una rivoluzione copernicana. Sul mio cammino ho trovato te. Non può essere un caso. Si: ho avuto paura di innamorarmi di nuovo. Si ha sempre paura, di qualcosa che si scopre di amare. Paura di perderla, paura di essere vulnerabile. Ancora curo le bruciature profonde e dolorose di due anni fa. E anche tu hai avuto l’anima lacerata. Sebbene tu non mi abbia ancora detto molto a riguardo.
Iniziamo da capo, col piede giusto: vuoi? Vediamoci stasera, magari domani o doman l’altro; che ne dici del weekend? Mi urgi. Decidi tu e per favore conosciamoci meglio. Schiudiamo le porte dei nostri pudori offesi. Spezziamo la cortina silenziosa che ci circonda. Non ti dirò più “devi andare.” E rinnovo la mia richiesta di scuse per averlo detto. Che vero cafone!
Provo vergogna. Sin da ora ti prego di venire e restare quanto vuoi, con i tuoi pensieri sdraiati sul mio torace: li accarezzerò e ti farò sentire a casa, protetta, coccolata. Mia veramente, stavolta. Mia. È il nostro autunno. E la vita in fin dei conti è solo un lentissimo, inconsapevole scivolare verso la fine. Accompagnami: insieme sarà più dolce.
RDA
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Riflessioni e pensieri del pellegrino in cammino.
📷 Desde el camino aragonès y francès
Io sono il buon pastore, il buon pastore depone la sua vita per le pecore. (Gv. 10:11)
Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore e le mie conoscono me. (Gv. 10:14)
===
Nelle vecchie usanze degli antichi pastori, vi era questo metodo d'insegnamento per la pecorella smarrita che altro non era che una correzione di facile comprensione per l'animale, che capiva in seguito e solo dopo essere stata coccolata tra le braccia del pastore che quel gesto non era stato un rimprovero, bensì una riprensione fatta con e in amore affinchè potesse ricordarla sempre per non sbagliare più. Quella pecorella, nel tempo si sarebbe dimenticata di quel momentaneo breve istante di dolore ma si sarebbe sempre ricordata di tutto quell'amore ricevuto dal pastore e non si sarebbe più allontanata da lui.
Credo dunque sia assai facile l'interpretazione di tale evento e capirne il significato. È accaduto a me in un paio di occasioni di ricevere questa sua riprensione facendomi vedere con amore, come stavo per perdermi, tra le sollecitudini di questo mondo in mano al nemico e stavo per entrare in quella porta larga, che porta poi alla perdizione.
Riprensione con amore, mi ha rotto la zampina e preso in braccio mi ha ricondotto all'ovile. Ha poi organizzato una grande festa in mio onore dopo che, dall'alto della sua misericordia e amore, già mi aveva perdonato, e ricoperto di benedizioni. E si, proprio come la parabola del figliol prodigo.
lan ✍️
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🇺🇦 FINANCIAL TIMES: “L’UCRAINA AFFRONTA LA SUA ORA PIÙ BUIA
“In questo momento, sto pensando di più a come salvare il mio popolo”, dice Mykhailo Temper. “È abbastanza difficile immaginare che saremo in grado di riportare il nemico ai confini del 1991”, aggiunge, riferendosi all’obiettivo del suo paese di ripristinare la sua piena integrità territoriale.
Un tempo sostenuti dalla speranza di liberare le loro terre, anche i soldati al fronte ora esprimono il desiderio di negoziare con la Russia per porre fine alla guerra. Yuriy, un altro comandante sul fronte orientale che ha dato solo il suo nome, dice di temere la prospettiva di una “guerra eterna”: “Sono per i negoziati ora”, aggiunge, esprimendo la sua preoccupazione che suo figlio – anche lui soldato – possa passare gran parte della sua vita a combattere e che suo nipote possa un giorno ereditare un conflitto senza fine.
“Se gli Stati Uniti chiudono il rubinetto, siamo finiti”, dice un altro ufficiale, un membro della 72a Brigata Meccanizzata, nella vicina Kurakhove.
L’Ucraina si sta dirigendo verso quello che potrebbe essere il momento più buio della guerra finora. Sta perdendo sul campo di battaglia nell’est del paese, con le forze russe che avanzano senza sosta, anche se a un costo immenso in uomini e attrezzature.
“La società è esausta”, afferma Oleksandr Merezhko, presidente della commissione per gli affari esteri del parlamento ucraino.
Allo stesso tempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è sottoposto a crescenti pressioni da parte dei partner occidentali per trovare un percorso verso una soluzione negoziata, anche se c’è scetticismo sulla volontà della Russia di avviare colloqui in tempi brevi e preoccupazione per il fatto che la posizione dell’Ucraina sia troppo debole per garantire un accordo equo in questo momento. “La maggior parte dei protagonisti vuole una de-escalation qui”, dice un alto funzionario ucraino a Kiev.
L’amministrazione Biden è consapevole che la sua attuale strategia non è sostenibile perché “stiamo perdendo la guerra”, afferma Jeremy Shapiro, capo dell’ufficio di Washington dell’European Council on Foreign Relations. “Stanno pensando a come spostare quella guerra verso una maggiore quiescenza”.
Fonte: Financial Times
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